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Lazzeri Silvano
Affresco alla maniera antica. Pregare lavorando. Tra arte e fede
ill., br. Nella presente pubblicazione, l'autore si sofferma sugli ultimi lavori, esponendo le emozioni provate, come uomo e come cristiano, lavorando ad opere realizzate proprio con l'esigente tecnica del "buon fresco", attorno a tematiche eterne che riguardano l'uomo nel suo rapporto con il Dio Incarnato, il Gesù storico morto e risorto, che si dona a noi nell'Eucarestia, per fare di tutti gli uomini un'unica famiglia, secondo il progetto originario di Dio Padre.
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Bertani Stefano G.
Il letterato Darwin. La scrittura dell'evoluzione
br. "Nessuno riuscirà a divulgare le teorie di Darwin meglio di lui stesso", avvertiva il poeta Osip Mandelstam; tuttavia, per comprenderle sarebbe stato "indispensabile studiare il suo stile letterario". Con la scrittura dei capolavori scientifici, l'umanista Darwin non aveva infatti elaborato solo un formidabile metodo argomentativo, ma permetteva ai lettori di ogni tempo di fare esperienza concreta delle leggi che governano la natura. Attraverso la composizione retorica dei testi era divenuto possibile - a lui per primo vedere le forme del mondo immerse nel movimento invisibile del tempo e delle trasformazioni; l'azione sterminatrice e modellatrice della selezione; le relazioni e le emozioni impalpabili che legano inestricabilmente tra loro le creature, noi compresi. Il libro è perciò un invito a rinnovare la lettura delle due maggiori opere di Darwin secondo una nuova prospettiva letteraria, con l'ausilio delle prime, splendide traduzioni dei naturalisti italiani dell'Ottocento. Si potrà così partecipare alla profonda esperienza di "meraviglia" che egli introdusse nella storia naturale non meno che nella storia intellettuale e letteraria dell'Occidente.
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Lacirignola Chiara
Italo Calvino e i cavalieri fantastici
br. Il volume è un percorso all'interno di quella narrativa calviniana specchio della tensione dell'autore verso la creazione di personaggi positivi ed eroici, modelli per l'uomo moderno che deve recuperare un ruolo attivo nella Storia. Se nell'immediato dopoguerra il neorealismo imprigionava gli artisti nella necessità di una produzione impegnata, Calvino sfugge a questo imperativo esaltando i valori della mobilità, della rapidità, dell'azione e li racchiude in personaggi attivi, idealisti e indagatori. Tuttavia gli avvenimenti storici, le delusioni, ma anche i viaggi e i nuovi incontri mutano la prospettiva con cui l'autore tratta l'archetipo del cavaliere, il quale abbandona la storia civile per proiettarsi in uno spazio meta-temporale e meta-letterario. Nel percorrere la strada della riattualizzazione del mito cavalleresco Calvino non esita a ricorrere a una delle più marcate attitudini narrative tardo-novecentesche, la riscrittura, che lo porta ad attingere non solo alla tradizione letteraria nazionale (Ariosto in primis) ma anche a quella internazionale (dal Don Quijote all'avanguardia francese de Les fleurs bleues), in un fecondo connubio di topoi cavallereschi e fantastici.
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Caratozzolo M. (cur.)
Dostoevskij e la tradizione
br. Gli studi contenuti nella presente raccolta si propongono di approfondire il rapporto tra l'opera di Dostoevskij e la tradizione, intesa come l'insieme di quegli antichi testi e modelli culturali (gli archetipi, i miti, le sacre scritture, i poemi omerici) che sono stati alla base della formazione dello scrittore e hanno trovato un significativo riflesso nella sua scrittura. Gli autori intendono mostrare come questa enorme ricchezza di conoscenze ed esperienze abbia portato Dostoevskij a porsi il problema dell'attualizzazione dei modelli antichi e, in un continuo gioco con il passato 'perduto', ad auspicare un futuro migliore.
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Imbornone Jole S.
La diversità a teatro. I drammi giovanili di Pasolini
br. Ben note sono le sei "tragedie borghesi" che Pier Paolo Pasolini concepì a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta. Meno scontata è la scoperta che il vero esordio del giovane bolognese, a soli sedici anni, fu proprio un dramma, La sua gloria. Di qui prende le mosse questa ricerca, la prima dedicata con cura esclusiva al primo teatro pasoliniano: dalle ambizioni letterarie e dalle sperimentazioni linguistiche di quella pièce liceale si passa alle originali rielaborazioni del mito nell'Edipo all'alba, velata ma audace prima manifestazione drammaturgica del desiderio omosessuale in Pasolini. Ci si concentra poi dettagliatamente sulla stesura e sulle rappresentazioni del suo unico dramma in friulano, I Turcs tal Friul (con il vano martirio del giovane 'scandaloso' protagonista), e sulla prima opera teatrale pasoliniana che ammetta un personaggio con connotati autenticamente paterni, La poesia o la gioia, ricca di echi del maledettismo francese.
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De Palma Rossella
Lo scrittore indignato. Sperimentalismo, erotismo e critica sociale in Luigi Malerba
br. La narrativa di Luigi Malerba (1927-2008), antirealistica e 'informale' ha intrecciato eventi storici, dimensioni corporali e un gusto del paradosso che lascia perplesso il lettore. In questo studio monografico (completato da un'utile antologia minima delle opere) il suo itinerario è ricapitolato intorno a tre nodi tematici: lo sperimentalismo, col quale Malerba ha messo in discussione le tradizionali forme del romanzo, in accordo con la poetica del Gruppo 63; l'erotismo, con la centralità ossessivamente assegnata al corpo e al sesso, come metafore della conflittualità delle relazioni interpersonali e del vuoto di una civiltà divenuta assurda; la politica, che anima le ricostruzioni storiche del Pianeta azzurro (1986) e delle Maschere (1995), con le loro allusioni alle trame occulte, allo stragismo, ai servizi segreti e alla massoneria deviata. Malerba è stato, infatti, il fustigatore delle colpe della società italiana di fine millennio: l'indignazione è la vera protagonista della sua intera opera.
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Susca Carlotta
David Foster Wallace nella Casa stregata. Una scrittura tra postmoderno e nuovo realismo
br. David Foster Wallace è uno degli scrittori contemporanei canonizzati dal basso', da un popolo di lettori entusiasti e di internauti appassionati. Questa monografia offre spunti interpretativi sulla sua opera analizzando le tematiche wallaciane in maniera trasversale: da Infinite jest al postumo, incompiuto Re pallido passando per il romanzo giovanile e wittgensteiniano La scopa del sistema, e confrontando le tematiche dei racconti e dei saggi con quelle dei romanzi. Inserendosi nel dibattito sulla morte del Postmoderno' l'autrice delinea le caratteristiche, in campo letterario, della controversa corrente letteraria e offre spunti di riflessione sul New Realism e sull'Era dell'Autenticità, che recentemente sono state contrapposte al Postmoderno.
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Ribatti Domenico
Majorana e Sciascia. Un caso irrisolto tra scienza e letteratura
br. Domenico Ribatti, nel desiderio di cogliere gli intrecci tra scienza e letteratura, ripercorre le tappe della vicenda umana e professionale del fisico Ettore Majorana filtrate dalla lente d'ingrandimento del pamphlet 'La scomparsa di Majorana', pubblicato da Sciascia nel 1975. Che il 'caso' di Ettore Majorana e della sua scomparsa susciti ancora oggi grande interesse è del resto comprensibile se consideriamo che una delle ipotesi avanzate sulla sparizione è legata alle sue ricerche di fisico nucleare. Come è caratteristico di Sciascia, la letteratura viene usata per descrivere e denunciare il groviglio socio-politico del suo tempo, prediligendo personaggi in conflitto col Potere e con la propria coscienza. Quello della scomparsa dunque è un topos letterario, un espediente per affrontare il dissidio tra scienza ed etica, tra progresso e pietas.
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Pegorari Daniele Maria
Scritture precarie. Editoria e lavoro nella grande crisi 2003-2017
br. Questo libro indaga come gli scrittori italiani nati negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta abbiano raccontato (attraverso romanzi, novelle, reportage e poesie) la prostrazione dei soggetti sottoposti al precariato. A questa temporaneità del lavoro fa da specchio la temporaneità esistenziale: il precariato, infatti, produce una liquidità delle identità e nuove forme di 'alienazione', raccontata secondo modalità che lontanamente richiamano la letteratura industriale di Volponi. Si scopre, però, che le nuove generazioni non possono inquadrare in maniera 'totale' ed 'epica' il dramma sociale che si è abbattuto in Italia, poiché il grado di consapevolezza e di 'esperienza' della realtà è ormai ridotto a frammenti, essi pure temporanei e funzionali a un mercato editoriale che subordina la profondità alla leggerezza, la durata estetica alla consumabilità commerciale, la stabilità del libro alla volatilità della letteratura digitale.
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Pegorari Daniele Maria
Umberto Eco e l'onesta finzione. Il romanzo come critica della post-realtà
br. «Caro Pegorari, il suo è il saggio più bello che abbia letto sui miei lavori. Questo non vuole dire nulla, perché devo mettere in conto il mio naturale narcisismo. Comunque grazie». Così scriveva in una succinta eppure arguta mail Umberto Eco, il 7 luglio 2013, dopo aver letto l'inedito di questa monografia dedicata alla sua opera narrativa. Ora questo studio viene pubblicato in una versione aggiornata che tiene conto anche del suo ultimo romanzo, apparso nel 2015. Vi si accampa un ragionamento per il quale la produzione letteraria del filosofo e scrittore alessandrino, dagli anni Ottanta del "Nome della rosa" e del "Pendolo di Foucault", fino agli anni Dieci de "Cimitero di Praga" e di "Numero zero", persino sotto la maschera dissimulatrice della letteratura di genere, ha messo a tema il conflitto fra l'etica autoritaria della verità e la resistenza della realtà, sempre più soccombente nella società della comunicazione.
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Morsellino Nello
Giuseppe Garibaldi. Fu vera gloria?
ill., ril.
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Eckartshausen Karl von; La Pera O. (cur.)
La nube sul santuario o qualcosa di cui la filosofia orgogliosa del nostro secolo non si accorge
br. Questo libro è composto complessivamente da cinque lettere e da un'appendice. Il Santuario di cui in esse si parla, non è altro che il Santo dei Santi ovverosia il santuario interiore del tempio di Salomone. E la Nube che lo copre, è come una tenda che vela il santuario alla nostra vista; non per tenere la sua luce lontana da noi, ma per nasconderci misericordiosamente il suo fulgore perché nello stato attuale in cui noi siamo ci abbaglierebbe. Come von Eckartshausen afferma nella sua terza lettera, Dio e Natura non hanno misteri per i loro figli. Questi misteri sono causati dalla debolezza della nostra natura, incapace di sostenere la luce, perché non è ancora preparata a sopportare la luce casta della verità svelata.
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Maistre Joseph de; Cascio M. (cur.)
La massoneria
br. Sembra strano associare il nome e il pensiero di Joseph de Maistre (1753-1821), filosofo cattolico, tra i più importanti e noti esponenti del pensiero controrivoluzionario e la Massoneria, che nel suo seno ha accolto filosofi di segno opposto, che quella Rivoluzione hanno contribuito a scriverla. In realtà non può esserci contraddizioni se questo apparente ossimoro lo si osserva su di un piano teoretico. Religione e filosofia vanno nel cuore delle cose. Alla ricerca di un fondamento ultimo. «Certi indiani dicono che la terra poggia su di un grande elefante; e se si domanda loro su dove poggi l'elefante, rispondono: su di una grande tartaruga. Fin qui tutto bene, e la terra non corre il minimo rischio; ma se li s'incalza e si domanda ancora loro quale sia il sostegno della grande tartaruga, tacciono e la lasciano per aria».
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Codazzi Roberto
Isabella di Borbone Infanta di Spagna, principessa di Parma, arciduchessa d'Austria
brossura ... non furono soltanto Giuseppe e sua madre a soffrire per la morte d'Isabella: nessuno la rimpianse come Maria Cristina, la sua cara Mimi, l'amica del cuore e la confidente con la quale aveva scambiato lettere e bigliettini, che per settimane restò immersa nel dolore più atroce. Finché visse conservò nel libro di preghiere un suo ritratto dietro il quale aveva scritto le seguenti parole: Ritratto della mia cognata Isabella, morta con grande rincrescimento di tutti, ma soprattutto mio che ho perduto la migliore e la più vera amica che ci fosse al mondo; quella donna era dotata di tutte le virtù, qualità ed attrattive immaginabili; avendo vissuto come un angelo, è morta da angelo...
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Piccolino Marco
Il pallone frenato del Matanna. Dal mare ai monti nel sogno di un imprenditore toscano
ill., br. Nel 1910, Daniele Barsi, un tenace e geniale imprenditore di un piccolo borgo delle Apuane, realizzò, insieme a suo padre Alemanno, una "funivia aerostatica" che permetteva in pochi minuti di salire dalle prime alture di Camaiore, fino agli oltre mille metri di una cresta del Monte Matanna. La funivia, basata su un pallone guidato da un cavo metallico lungo circa 800 metri, unico esempio della storia di un sistema di trasporto di questo genere, ebbe una vita breve perché l'impianto venne distrutto pochi mesi dopo l'inaugurazione da una tempesta di vento. La storia del "pallone frenato del Matanna" viene ricostruita in questo libro, con straordinaria precisione, sulla base di accurate ricerche sul campo e tra archivi e biblioteche, e con ampio ricorso alla memoria orale. Rivive così un'epopea straordinaria che per un breve momento mise la Versilia al centro del mondo, e ancora oggi continua a far sognare chi ama le montagne e la storia.
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De Ranieri Oriano
La religiosità in Puccini. La fede nelle opere del maestro
ill., br.
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Bisogni Vincenzo Ramón
Giacomo Puccini. Bello e... possibile. Tradizione, modernità e futuro della musica
br. "Come le tante sue creature teatrali, Puccini richiama irresistibilmente amore rendendo arduo il porsi criticamente 'terzi' nel parlarne. Ci siam quindi rifatti a un Diderot che considerava la naïveté più vicina alla verità che non il pregiudizio per condurre da innamorati, con innocente buonafede, un ragionato viaggio d'amore nel mondo pucciniano, nel suo non lungo excursus esistenziale per concluderlo, come Toscanini, al punto in cui il Maestro è morto, convinti anche noi che siano i primi due atti di Turandot a costituire la più bella e compiuta opera del '900 musicale".
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Cantù Alberto
L'universo di Puccini da «Le Villi» a «Turandot»
ril. Da Manon Lescaut, il primo capolavoro, a Turandot che è l'ultimo melodramma "popolare", fanno dieci colpi e altrettanti centri. È un fatto eccezionale nella storia del teatro musicale e un'eccezione assoluta nell'Opera del Novecento. Basterebbero questi dati a dimostrare la statura della musica e della drammaturgia di Giacomo Puccini (Lucca 1858-Bruxelles 1924) come il pubblico subito comprese mentre la critica, specie nostrana, per una situazione storico-culturale sfavorevole, stentò a riconoscere. Questo libro copre un'avventura creativa lunga quarant'anni. Parte dalle profetiche Villi e dall'importante esperienza di crescita che fu il tormentatissimo Edgar. Passa attraverso la "trilogia popolare" La bohème-Tosca-Madama Butterfly verso il Puccini più squisitamente novecentesco de La fanciulla del West, del cosiddetto Trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) e della Commedia lirica (non Operetta) La rondine. Chiude sull'incompiuta Turandot con i diversi Finali di altro autore. Il libro si propone di ricavare un vero e proprio romanzo della drammaturgia di Puccini: una biografia d'artista attraverso le opere. Il viaggio accompagna il lettore per mano nel mondo pucciniano. Lo fa secondo criteri di alta divulgazione che respingono gli ermetismi senza rinunciare all'indagine di colui che oggi si può tranquillamente indicare come uno fra i maggiori uomini di teatro d'ogni tempo.
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Rensi Giuseppe; Montano A. (cur.)
Il troppo
brossura
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Bartolomei Enrico; Carminiati Diana; Tradardi Alfredo
Gaza e l'industria israeliana della violenza
br. La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di resistenza e di sofferenza. Non è l'unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma è il paradigma della "produzione" della violenza contemporanea. La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, e le punte delle operazioni militari, veri e propri massacri, come Piombo Fuso o Margine Protettivo, con il risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore di un Occidente spesso complice. Violenza che si articola con modalità diverse in Cisgiordania e nella Striscia, contro i palestinesi cittadini di Israele e contro i profughi che vivono nei campi allestiti, a partire dal 1947-1948, nei paesi arabi del Medio Oriente. Una industria della violenza che viene esportata in molti paesi del mondo, qui intrecciata a un paradigma coloniale di insediamento, sul quale il sionismo basa l'identità dello Stato israeliano, e a un modello concentrazionario nel quale ha un ruolo determinante il complesso militare industriale.
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Bonomi Aldo; Magnaghi Alberto; Revelli Marco
Il vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora
br. Un sociologo, un urbanista e uno storico rileggono la straordinaria figura di imprenditore "illuminato" che fu Adriano Olivetti e la politica da lui immaginata. Cosa significa oggi, attualizzando il pensiero e l'agire di Adriano Olivetti, proporre il paradigma della "comunità concreta" a fronte della scomposizione del lavoro e dei radicali mutamenti del paradigma produttivo? Per Aldo Bonomi, oggi "comunità concreta" significa frapporsi tra flussi e luoghi, fare comunità ai tempi della simultaneità. Per Alberto Magnaghi, significa ripartire dalla terra che si fa territorio, con la radicalità della rete dei territorialisti che disegnano e progettano bioregioni. Per Marco Revelli, significa ripensare i percorsi della fabbrica olivettiana, disegnando comunità che ripartono dal "mondo dei nuovi vinti". Gli autori disegnano percorsi ai margini di quel centro del potere che in tanti vorrebbero cambiare, indicando speranza e futuro nella vitalità delle nuove comunità in gestazione, quindi della società che viene.
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Godani Paolo
La vita comune. Per una filosofia e una politica oltre l'individuo
br. Si parlerà dei luoghi comuni del nostro tempo: della depressione, dell'ossessione che ci assedia e dell'isolamento che le accomuna; ma anche dei loro rovesci gioiosi, delle qualità, degli stili e degli affetti che costituiscono il bene delle nostre vite, e che l'esistenza ridotta dell'individuo tende a cancellare. Si parlerà di due modi di vivere l'amore, mostrando come talvolta persino questo sentimento vitale possa invischiarsi nella logica dell'isolamento. Infine, sarà questione di tempo, dell'attuale assenza di futuro, ma anche di quanto il presente, sacrificato sugli altari della speranza, possa venire avvelenato da quello stesso futuro; di come il passato non sia poi così passato e sussista come una dimensione del presente, e di come l'attualità piena di una vita non isolata possa forse costituire la condizione per una politica comune.
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Pinochi Roberto
I bagni di Montecatini nell'Ottocento. Le terme e la comunità dalla restaurazione lorenese a Firenze capitale (1815-1865)
ill., br. Il 17 settembre 1814 il Granduca Ferdinando III° rientrava a Firenze attraverso la Porta San Gallo, dopo 15 anni di esilio "napoleonico". Il suo ritorno era solennizzato dalle istituzioni e dalla popolazione con una pompa che la città era ormai disabituata a mostrare, dopo anni di austera e vorace amministrazione francese. Ma quella occasione era troppo stimolante perchè Firenze non si impegnasse a rinverdire i fasti inarrivabili dei Medici, e quelli forse più domestici, ma egualmente accattivanti dei Lorena. La Piazza San Marco addobbata con gusto allegorico ospitava così al centro "una macchina" alla cui sommità era stata riprodotta l'effige del Granduca "munito di tutte le insegne del potere seduto su un carro idealmente sospinto dalla Vittoria, dalla Concordia, dalla Giustizia, e dalla Pace". Ma al di fuori dei tributi spettacolari offerti al rientrante, sospirato Granduca, questo evento non costituiva per la Toscana soltanto il ripristino dell'"ancien regime" sconvolto dalle riforme rivoluzionarie diffuse in tutta Europa dal piccolo caporale corso...
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Rubboli Daniele
I primi cento anni della Fanciulla del West di Giacomo Puccini
ill., br. Il volume, pubblicato in elegante veste editoriale, racconta attraverso le parole dello stesso Puccini, il lungo e tormentato iter per la scelta del nuovo soggetto che, alla fine del 1910 quando fu portato sulle scene, fece vivere al celebre compositore lucchese "il più grande successo personale mai raccolto in teatro dopo una prima". Per raccontare la genesi dell'opera, Rubboli si serve, infatti, dell'epistolario di Puccini per poi prendere per mano il lettore e portarlo nell'America del Nord di quegli anni in mezzo agli sceriffi, ai banditi, che hanno fatto quella storia e non dimentica neppure le tribù dei pellerossa. Il volume narra poi, sempre con documenti epistolari e cronache giornalistiche d'epoca, il successo del debutto e mette a fuoco i primi interpreti dell'edizione americana e di quelle che immediatamente dopo vennero organizzate in Europa ed in particolare in Italia. "Profondo conoscitore dell'opera pucciniana, attento osservatore e protagonista del mondo del teatro musicale, grande appassionato di musica e amico del Festival Puccini, Daniele Rubboli regala alla bibliografia pucciniana un saggio di grande valore scientifico e culturale.
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Simonetti Simonetta
Luisa Amalia Paladini. Vita e opere di una donna del Risorgimento
br. È un secolo strano l'Ottocento per quanto riguarda il genere femminile, ricco oltremodo di donne letterate, poetesse, donne di nobili casati che fanno della propria casa un cenacolo di cultura, di incontri non disdegnati da pensatori, studiosi ed artisti, donne coraggiose, ardite nell'animo e nell'azione che non indugiano a schierarsi in prima linea senza alcun timore. Donne controcorrente che spendono la vita ad educare altre donne privandosi del loro destino muliebre. La loro idea di istruzione rivela tuttavia l'ambiguità del periodo storico, i loro insegnamenti che riempiono pagine e pagine di scritture manifestano il difficile rapporto fra realtà e sogno. Sentono fortemente che bisogna fornire alle donne una istruzione completa perché necessaria e funzionale al ruolo materno ma, nel contempo, sembrano volersi scusare per questo e sottolineano i limiti e i confini entro i quali tenersi.
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Anichini Franco; Scirè Bianca Maria
Il diavoletto Francesco Bianchi. L'immaginifico pittore a muro dell'ottocento lucchese. Ediz. illustrata
ill., ril. Francesco Bianchi non è stato un pittore da cavalletto, ma un pittore a muro, anche se questa attività era considerata un'arte minore; egli dedicò la sua vita all'arte nelle sue diverse espressionI lavorando con grande passione e costanza per più di 50 anni. Il libro raccoglie e illustra i lavori del "Diavoletto": sia nei grandi palazzi lucchesi, come nel palazzo Ducale e nell'Arcivescovado di Lucca, in alcune ville fra Camaiore, Viareggio, Bagni di Lucca e la mediavalle del Serchio, e le colline lucchesi.
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Angelini Pietro Paolo
E la poesia venne a cercarci... La Garfagnana ricorda Giovanni e Maria Pascoli
brossura
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Cardini Giovanna; Guidi Alessandro
L'arte come eccesso. La pittura di Vincent Van Gogh
brossura Un piccolo volume che cerca di analizzare il rapporto tra arte e emozione, tra artista e fruitore dell'opera; un legame che va aldilà del tempo e dello spazio e che riesce a valicare culture e sensibilità differenti. Nella prima parte l'autrice descrive il suo rapporto con le opere di Van Gogh e con un quadro in particolare. Nella seconda parte di questo libro, attraverso la sua particolare sensibilità, l'analista Alessandro Guidi spiega ciò che è accaduto nell'incontro dell'autrice con la pittura: lo fa interrogando l'arte, che da sempre insegna alla psicoanalisi in quanto nasce prima, e nasce, nell'essere umano, come esigenza di libertà d'espressione.
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Toriello Mariano
1882-1941. La Cavalleria italiana in Africa orientale
brossura
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Macchione Pietro
Storia del giovane Rodari
br. Questo volume costituisce il tentativo di raccontare in modo organico e documentato i primi trent'anni di vita di Gianni Rodari, quelli decisivi per la formazione dell'uomo e dello scrittore, ricchi di ideali ed eroismi, turbamenti e delusioni, fatiche e risultati. Ciò è stato reso possibile grazie a una preziosa serie di nuovi documenti da poco rintracciati e all'analisi degli scritti giovanili pubblicati da Gianni su giornali del Varesotto, del Cusio e dell'Unità di Milano.
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Brugnoni E. (cur.)
Angelo Biancini. La classicità nella ceramica d'arte. Le opere prodotte a Laveno. Ediz. illustrata
ill., ril. Angelo Biancini (Castel Bolognese 1911-1988) si distinse subito per la sua abilità artistica e ottenne una borsa di studio per il Corso Superiore dell'Istituto d'Arte di Firenze dove, nel 1934, conseguì il diploma in "Scultura decorativa e arte del legno". A Firenze Biancini conobbe l'artista Libero Andreotti. Nel 1934 le opere di Biancini furono esposte alla Biennale di Venezia. Completarono la formazione le sue collaborazioni con i ceramisti Renato Bassanelli, a Roma, e Mario Morelli, a Faenza. Quindi Biancini cominciò a condurre un'attività lavorativa instancabile presso la Società Ceramica Italiana (S.C.I.) di Laveno Mombello. Il sodalizio tra la S.C.I. e Biancini iniziò nel 1936 e portò l'artista a ideare modelli di figure a tutto tondo, grandi statue e pannelli con basso e alto rilievo. L'industria manifatturiera ceramica gli permise di sviluppare lavori in grandi serie. Nelle opere elaborate e sviluppate a Laveno dal 1936 al 1940 l'elemento più adatto alla produzione industriale fu la terraglia forte. Le sue opere sono esposte nel Museo Internazionale del Design Ceramico a Cerro di Laveno Mombello.
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Spirito M. G. (cur.)
Sguardi sul Lago Maggiore. Incisori del '900 a Laveno Mombello. Ediz. illustrata
ill.
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Music-Ozmo Mladen
Tajan. A nessuno viene mai in mente che di carne è fatto pure il grano
ill., br. Mladen Music-Ozmo e nato a Olovo (Sarajevo) nel 30. Di origine ebraica, nel 1941 deve cambiare nome e religione, si battezza per sfuggire alle persecuzioni del fascismo croato. A 14 anni combatte nelle file della resistenza Jugoslava. Dal 1945 studia a Zagabria, ginnasio, iscrivendosi poi alla facolta di filosofia (etnologia) e in contemporanea frequenta fuori corso l'Accademia delle Belle Arti. Nel 1953 si trasferisce in Italia, dove lavora come manovale, studiando la pittura, grafica e design, lavorando in pubblicita, nell'editoria, cinema e televisione. La sua prima mostra come pittore viene allestita alla Galleria Bagutta (Milano) nel 1958. La sua "biodiversita" artistica e la sua Kunst era molto legata alla volonta e capacita di sviluppare forme pittoriche dipingendo essenzialmente a "mani nude".
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Facchin Laura
Francesco III d'Este. «Serenissimo Signore» tra Modena, Milano e Varese
ill., br. Il volume affronta le vicende di Francesco III d'Este e della sua ricca biografia delineando un primo profilo completo della visione culturale del principe e del suo patronage artistico che venne a interessare non solo i domini ducali emiliani, ma anche due città della Lombardia asburgica nelle quali lungamente visse nella seconda metà del Settecento: Milano e Varese. Da fine interprete della mentalità del XVIII secolo, tentò di sostituire l'eredità mitizzata della tradizione rinascimentale estense promuovendo nuove forme di mecenatismo funzionali a preservare e rafforzare, consapevole delle intrinseche debolezze politiche, finanziarie e culturali, la pur delicata posizione dello stato estense e del suo signore attraverso la mutazione degli scenari internazionali che caratterizzarono buona parte del Settecento, prima della fine dell'Antico Regime.
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Guglielmi E. (cur.)
Il monumento ai caduti di Lecco. Racconto a cielo aperto di popoli ed eroi (1926-2017)
ill., br. "Il restauro del monumento ai caduti di Lecco non rappresenta solo la restituzione di un bene culturale e storico alla città. Aver riportato alla luce in tutto il suo splendore l'opera realizzata dal grande scultore Giannino Castiglioni ha un significato molto più profondo. La rinnovata veste in cui la scultura si presenta oggi ai lecchesi contribuisce a farci riflettere sul profondo senso di appartenenza a un popolo e a una nazione, sentimento troppo spesso offuscato, se non addirittura svilito e violentato da chi vorrebbe farci vivere tra divisioni, paure, odio e rancore. Trovo dunque che la scelta di intervenire con un'imponente opera di restauro al monumento ai caduti a 91 anni dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1926, sia un motivo di orgoglio per chi ha avanzato questo desiderio, per chi vi si e dedicato, per l'amministrazione comunale e per l'intera città di Lecco, che torna a godere di un bene da sempre baluardo dei valori che con tanta fatica i nostri avi ci hanno consegnato." (L'autore)
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Sturani Monti Luisa
Antologia della Resistenza. Dalla marcia su Roma al 25 aprile
br.
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Sini Carlo; Anibaldi Fabio
La verità è un'avventura. Conversazioni sulla filosofia e sulla vita
br.
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Chicco Vitzizzai Elisabetta
Piccole donne in cucina. Scene di vita familiare nel capolavoro di Louisa M. Alcott
br. Nella vita domestica della famiglia March, ritratta nel capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole donne, e nel suo seguito Piccole donne crescono, non mancano pagine esilaranti sugli esperimenti ai fornelli, volonterosi e problematici, di Jo e di Meg come sugli inviti a pranzo, in grande stile ma sfortunati, della piccola "lady" Amy, mentre solo la timida Beth sembra trovare soddisfazione nell'attività casalinga, tanto da meritare dalle sorelle l'appellativo di "angelo del focolare". La vita in casa March offre però un'immagine alquanto idealizzata di quella che fu la vita della Alcott e dei suoi famigliari, travagliata dalla povertà e messa spesso a repentaglio dall'esagerato idealismo del padre. Quell'Amos Bronson radicalmente vegetariano, maniaco di uno stile di vita ispirato ai canoni della "purezza" di anima e corpo e tutto preso dalla necessità di propagandare le sue convinzioni filosofiche in giro per il mondo, a costo di trascurare il benessere di moglie e figlie. Ripercorrendo i punti salienti del duplice romanzo e della vita della sua autrice, il tema del cibo affiora in questo libro nella sua quotidianità e viene indagato nella sua specificità storica, con il recupero di molte ricette in uso nella cucina statunitense dell'Ottocento (rese tuttavia di facile attuazione anche oggi) e in particolare di quella tradizionale del New England, dove visse la famiglia Alcott e dove sono ambientate le vicende delle quattro sorelle March.
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Beccaria Antonella; Pacini Giacomo
Divo Giulio. Andreotti e sessant'anni di storia del potere in Italia
br. "É inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene", afferma il Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l'uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l'esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, l'allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l'Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona, fino all'omicidio del giornalista d'assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l'intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del 'grande vecchio' dell'Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica.
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Sironi M. (cur.)
Il tuo nome è Eric. Lettere di Aldo Carpi a Fede Mylius
ill., br. Le lettere scritte tra il 1941 e il 1944 dal pittore Aldo Carpi alla sua modella e musa, Federica Mylius. Un prezioso carteggio, di cui si riproducono integralmente ventitré lettere illustrate, che rivela un aspetto inedito dell'artista milanese ed è testimonianza singolare di un drammatico passaggio storico.
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D'Adamo Carlo
Chi ha ammazzato l'agente Iozzino? Lo Stato in via Fani
ill., br. Roma, 16 marzo 1978, via Mario Fani. Il presidente della Democrazia Cristiana, l'onorevole Aldo Moro, viene sequestrato e i cinque uomini della sua scorta freddamente trucidati. Studiando attentamente le fotografie di tre automobili presenti quella mattina sul luogo dell'agguato, e incrociando i dati del Pubblico Registro Automobilistico con quelli catastali, con quelli delle Camere di Commercio e quelli emersi dalle inchieste indipendenti - nonché intervistando i testimoni ancora vivi disponibili a rispondere alle sue domande - l'autore ha ricostruito con pazienza e lucidità la presenza dello Stato sulla scena del crimine prima, durante e dopo la strage e il rapimento. Un libro-inchiesta che, partendo dalla domanda: "Chi ha ammazzato l'agente lozzino?", muove un passo avanti nella ricerca della verità.
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Gavazzeni G. (cur.)
Giuseppe Verdi. Un ballo in maschera
brossura
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Hamburger Käte; Caramelli E. (cur.)
La logica della letteratura
br. Questo volume costituisce uno studio metodico delle leggi nascoste che regolano il linguaggio letterario. Mutuando dalla filosofia, dalla linguistica e dalla teoria della comunicazione, Käte Hamburger vuole stabilire la differenza tra la letteratura e la realtà a partire dal peculiare, grammaticalmente paradossale comportamento della parola nella finzione. Come ha rilevato Paul Ricoeur, quella elaborata in questo studio è pertanto una "teoria della finzione pura". Confrontandosi, oltre che con numerosi esempi tratti per lo più dalla narrativa e dalla poesia del XIX e XX secolo, con le principali riflessioni sul tema, il volume intende proporre una mappatura sistematica delle legalità speciali che operano nelle diverse regioni del linguaggio letterario (e non letterario). In questo modo, oltre a radicare la tradizionale differenziazione tra epica, lirica e dramma, nella segreta ma inderogabile logica di cui vive la parola, lo studio di Hamburger vuole anche spiegare come mai la narrativa sia un luogo conoscitivo privilegiato: uno dei motivi che contribuiscono a produrre il suo peculiare incantesimo.
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Moliterni Fabio
Sciascia moderno. Studi, documenti e carteggi
br. Gli studi compresi in questo volume tentano di mettere in evidenza lo sfondo moderno o neomodernista, le diramazioni nient'affatto scontate della tensione riflessiva e concettuale di Sciascia e della sua idea di letteratura, la natura ambivalente e bifronte del suo pensiero. E in particolare provano a indagarne l'aspetto strutturale, ovvero la dimensione generativa di complesse configurazioni semantiche e formali che attraversano dagli esordi alle ultime opere la sua scrittura, non trascurando di fare luce su certi aspetti apparentemente minori o laterali del suo profilo intellettuale, sulle stratificazioni storico-politiche e geo-letterarie della sua formazione.
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Barbato Giovanni
Le città manifeste. Ediz. illustrata
ill. Dal giorno della sua pubblicazione, nel 1972, per i Nuovi Coralli della Einaudi, "Le città invisibili", di Italo Calvino, ha ispirato decine e decine di artisti. Gli approcci sono stati dei più diversi. C'è chi si è attenuto strettamente al racconto, illustrando ciò che lo scrittore descriveva con le parole, chi ha tratto ispirazione per una raccolta di disegni informali, chi ha estratto il senso del racconto e chi ha riportato l'immagine di un particolare. Nelle pagine seguenti troverete la mia interpretazione dei 55 racconti di Calvino, interpretazione che può avvicinarsi o discostarsi da coloro che mi hanno preceduto in questa avventura. Certamente è una visione soggettiva, come le altre, e non ha alcuna pretesa di interpretare il pensiero di Calvino, né cercare di estrarre le immagini delle città così come lui le intendeva, ma è semplicemente una interpretazione grafica di 55 città immaginarie, tutte dai nomi di donna, messe assieme come solo Calvino sapeva fare, interpretazione delle impressioni annotate durante i suoi viaggi reali, che ha preso solo come spunto per affidarle poi al più grande viaggiatore della letteratura, Marco Polo, sotto forma di relazioni dei suoi viaggi a Kublai Khan, fondatore del primo Impero cinese, e farle approdare in tutt'altra epoca storica.
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Zauli Guido
Gian Vittorio Baldi. Ricerca e trasgressione
ill. Questo "racconto" del variegato mondo di Gian Vittorio Baldi si rivolge, anche attraverso le testimonianze inedite di chi ha vissuto, collaborato con lui, gli è stato amico, più che agli addetti ai lavori, al pubblico dei cinefili. Si percorrono gli interessi artistici del regista che, oltre a quelli strettamente cinematografici, coinvolgono anche altri linguaggi come l'architettura, la letteratura, la grafica, l'enogastronomia sempre come ricerca del nuovo, sperimentazione, trasgressiva insofferenza alle regole. Con un testo inedito del 1975 si ripercorre il lavoro di Baldi come produttore, sensibile, scrive l'autore Eugenio Marinucci, "ad un'offerta cinematografica che non fosse di pura evasione ma che proponesse idee, problemi, fermenti vitali". Anche in queste scelte la trasgressione era la norma. Produsse ad esempio due film di Pasolini, fra cui Porcile(1969), del quale si riproducono gli appunti di regia, dattiloscritti e corretti a mano dal regista di Casarsa.
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Danese Attilio
Il problema antropologico. Il personalismo di Emmanuel Mounier
br. C'è ancora chi si domanda se il personalismo comunitario di Mounier sia attuale e attraverso quali sentieri passi la sua capacità di incidere nel mondo contemporaneo. In effetti non sono poche le differenze tra gli anni Trenta del Novecento e l'inizio del terzo millennio, nonostante le analogie esistenti circa i problemi della separazione tra sistema sociale e mondi vitali, tra persona e società, caduta dei valori, crisi economica e delle istituzioni. Specie dopo gli avvenimenti dell'11 settembre 2001, dell'11 marzo 2004 e del 7 luglio 2005, la cultura occidentale e la stessa sopravvivenza si sentono minacciate dalle crisi come già fu in quella economica e di civiltà del '29, cui seguì la Seconda Guerra Mondiale.
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Ladolfi Giuliano
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. Il «novecento». Vol. 2
br. Il secondo tomo è dedicato agli autori, compresi sotto la denominazione Secondo Decadentismo o "novecento". Se il Primo Decadentismo permetteva la fuga dalla realtà in un rifugio alla ricerca di un "minimo di vivibilità", il Secondo si rassegna di fronte alla costatazione che la crisi della cultura occidentale sta distruggendo ogni possibilità di trovare un senso all'esistenza e di conseguenza di comprendere il reale, per cui all'artista non resta che rappresentare "ciò che non siamo e ciò che non vogliamo" (E. Montale) o giocare con le parole, con le forme e con i colori. La sensazione di insicurezza trova la spiegazione nel pensiero filosofico dell'Esistenzialismo, secondo cui l'individuo si sente gettato in un mondo che gli è estraneo, di cui non conosce le ragioni, i fini, i meccanismi e di fronte al quale egli soffre di essere alienato. Tutte le scelte da lui compiute si risolvono in uno scacco, in un insuccesso che comporta un senso di angoscia, di nausea e di disperazione. La parola non riesce più a "dire" il mondo e fugge o nell'Iperuranio, come avviene nell'Ermetismo, o nell'autonomia del significante, come nelle Avanguardie.
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Ladolfi Giuliano
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. L'antinovecento. Vol. 3
br. Di fronte al divorzio tra parola e realtà, causato dalla crisi della cultura occidentale e giunto a consapevolezza nel Decadentismo, si pone la linea denominata "antinovecento", categoria all'interno della quale sono compresi poetiche e scrittori assai diversi che hanno cercato di superarne il distacco oppure di ripristinare, sia pure in maniera personale, la fiducia in una parola capace di "dire" il mondo. Giuliano Ladolfi non teme, come nel caso di Saba e di Pavese, di scardinare "luoghi comuni" che passati di manuale in manuale hanno condizionato l'intera critica letteraria. Secondo un'originale prospettiva vengono "rilette" le opere di Rebora, Betocchi, Caproni, Scotellaro, Pasolini, Fortini, Penna e Bertolucci, cui si affiancano i poeti delle cosiddette "linea lombarda" e "linea romana".
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Ladolfi Giuliano
La poesia del Novecento. Dalla fuga alla ricerca della parola. I maestri in luce e in ombra. Vol. 4
br. Il quarto tomo è dedicato ai "maestri" in luce e in ombra, coloro che hanno saputo traghettare la poesia italiana oltre il "novecento" mediante una duplice opera di fondamento e di profezia. La condizione dell'uomo del XX secolo trova in Vittorio Sereni la sua più evidente rappresentazione come "prigioniero" di un sistema politico, economico e culturale. Bartolo Cattafi, poeta a torto trascurato, dopo essere disceso nel punto più basso della civiltà occidentale, ne annuncia la rinascita. Non si può ignorare la produzione poetica di Pier Luigi Bacchini, la quale presagisce la formazione di un nuova sintesi speculativa in grado di prospettare un'interpretazione del reale capace di superare le aporie dualistiche del pensiero greco e cristiano e di porre fine alla crisi della modernità. Ma chi ha compiuto il titanico gesto di saldare in profondità parola e realtà è stato Mario Luzi, il quale è riuscito in un'impresa, tentata invano da molti, perché ha "ricostruito" un senso per l'esistenza, per il mondo, per la storia, per il problema del male e del dolore, per la natura, superando la frammentazione e la "liquidità" postmoderna.
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