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‎Fineschi Fabio‎

‎Le filosofie inconsapevoli. Pedagogia della non conoscenza‎

‎br. C'è un punto di vista in noi del quale non siamo consapevoli, una posizione esistenziale che può essere in disaccordo con il nostro Io consapevole. Stiamo parlando di uno sguardo filosofico con il quale osserviamo e ci osserviamo, un esteta rigoroso e intransigente nascosto dietro a tante maschere e come diceva Nietzsche: "Tutto ciò che è profondo ama la maschera". Ripetiamo, nel corso dell'esistenza, comportamenti, atteggiamenti ed errori in nome di un tema ricorrente che pilota in maniera silente e non dichiarata le nostre scelte, le nostre indecisioni, le idiosincrasie, le preferenze, gli odi, gli amori e altro ancora. Non stiamo parlando di inconscio nel senso freudiano del termine, non si tratta di scarti della mente, di materiale rimosso o di traumi da dimenticare ma proprio di un assetto esistenziale, una disposizione naturale dell'Essere e, in esso, la presenza di una visione, strutturata, di sé e dell'esistenza. Il tutto a livello pre-cosciente. Ci muoviamo secondo un modo di vedere, di sentire e di recepire il mondo che è così intimo da non esserci noto: questo non appartiene all'Io, ma all'Essere.‎

‎Galluppi Pasquale; Gatto R. (cur.)‎

‎Sull'analisi e la sintesi‎

‎br. Questo libretto era stato scritto dal filosofo calabrese con il preciso scopo di fare chiarezza su cosa dovesse esattamente intendere per "analisi" e per "sintesi", dal momento che, nella discussione in atto a Napoli tra i fautori dei due diversi metodi il significato di detti termini era andato sempre più distorcendosi, fino ad assumere una caratterizzazione impropria legata all'algoritmo adoperato nella risoluzione dei problemi piuttosto che al modo di procedere di detti metodi. L'opuscolo di Galluppi, rivolto alla gioventù studiosa, non fu messo in vendita, ma fu da lui distribuito agli amici, sicché, nonostante il giudizio positivo di tutti coloro che lo lessero, circolò solo entro una ristretta cerchia di conoscenti ed estimatori, laddove se avesse avuto una più vasta diffusione, proprio per la sua dottrina, il suo tono pacato e didascalico, l'equilibrio dei suoi giudizi, avrebbe potuto ben contribuire ad incanalare la discussione su un percorso più proficuo.‎

‎De Simone Eugenio‎

‎Atterrite queste popolazioni. La repressione del brigantaggio nel carteggio privato Sacchi-Milon 1868-1870‎

‎br. Le violenze subite dal popolo meridionale durante la repressione del brigantaggio furono delle vere atrocità. Teste mozzate infilzate sulle bajonette delle carabine e tenute a spallarm come trofeo e successivamente messe nello spirito; bambini di tre e quattro anni incarcerati perché parenti di briganti; parenti di presunti briganti usati come scudo umano; uomini fucilati e legati ai pali del telegrafo. Donne, vecchi e bambini torturati 'coi ferri ai pollici' fino a spappolare le unghie. D'altrode il colonnello dei bersaglieri Milon stesso diceva che bisognava atterrire queste popolazioni. Queste sono alcune verità rivelate attraverso documenti inediti, scritti durante la repressione del brigantaggio e scoperti di recente negli archivi. Prefazione di Antonio Ciano.‎

‎Magarotto Luigi‎

‎La conquista del Caucaso nella letteratura russa dell'Ottocento. Puskin, Lermontov, Tolstoj‎

‎br. L'Autore affronta il tema della conquista del Caucaso da parte dell'esercito zarista, indagando l'atteggiamento tenuto di fronte a tale evento da tre dei maggiori autori della letteratura russa dell'Ottocento: Aleksandr Puskin (1799-1837), Michail Lermontov (1814-1841) e Lev Tolstoj (1828-1910), espresso in alcune delle loro opere più conosciute. Del primo sono analizzati i tre principali poemetti meridionali, quindi il resoconto del viaggio compiuto ad Arzrum nel 1829 sul teatro di guerra russo-turco e infine il dramma Boris Godunov, consacrato soprattutto alla questione del potere, in cui però s'impone la volontà di creare un impero. Di Lermontov, oltre al poemetto Il novizio, ambientato in Georgia, è presa in esame la novella Bela, facente parte del 'romanzo' Un eroe del nostro tempo, in quanto si evince con chiarezza l'atteggiamento di dispregio degli ufficiali russi nei confronti degli indigeni caucasici. Di Tolstoj viene vagliata in primo luogo la posizione del giovane autore negli anni Cinquanta dell'Ottocento, allora addirittura combattente volontario nel Caucaso, esposta nel racconto L'incursione e di seguito quella del 'secondo' Tolstoj, pacifista e antimilitarista, manifestata nel racconto lungo Chadzi-Murat.‎

‎Popper Karl R.‎

‎Conoscenza oggettiva‎

‎br. In quest'opera Popper cerca di ridimensionare l'accidentale, l'arbitrario della "psicologia" e degli interessi materiali umani. L'argomentazione utilizza la cosmologia e la storia delle scienze, con l'irrucibilità delle conseguenze di ogni teoria nuova. La realtà si traduce a livello metodologico in differenti modi di conoscenza e di controllo, sia pure in un quadro di riferimento unitario, del rapporto, variamente vissuto, dell'uomo con la natura.‎

‎Bandini Franco‎

‎Gli italiani in Africa. Storia delle guerre coloniali 1882-1943‎

‎ill., br. Giornalista e inviato, Franco Bandini racconta la storia dei fatti, snocciola la narrazione del presente, in un libro che penetra le trame dei servizi segreti. Un libro che va a caccia delle conseguenze lunghe delle malefatte degli italiani in Africa, nella grottesca costruzione dell'impero mussoliniano. Tra documenti e capacità di cogliere le grandi e piccole architetture dello spionaggio, Bandini restituisce in presa viva tutta la tragicità dell'avventura fascista in Africa.‎

‎Sanculotti e contadini nella rivoluzione francese‎

‎br. L'opera in questione, composta da Lefebvre e dai suoi allievi nella maturità, affronta il problema della diffusione delle idee rivoluzionarie nelle campagne, nonché delle speranze di miglioramento sociale tra i contadini che furono frustrate dall'introduzione nel mondo agricolo, al posto delle tradizionali corvée feudali, dei ben più duri rapporti di proprietà borghesi. I contadini, passati all'opposizione, si rivoltarono sotto la guida del clero e della nobiltà più reazionaria. Il mancato collegamento tra masse contadine e le classi cittadine fu la causa prima dell'indebolimento della Repubblica e della sua caduta nelle mani di un nuovo autocrate, Napoleone.‎

‎Trotsky Lev‎

‎I crimini di Stalin. Terrore, accuse e processi: l'epurazione del partito comunista e dell'armata rossa‎

‎br. Lo scritto polemico di Trotzkij è una solitaria difesa, un lungo e ininterrotto monologo che, con acuta intelligenza e lucidità dell'esposizione, denuncia lo stato di burocratizzazione e di paura del "regime termidoriano". Scritto frammentariamente e in varie circostanze, come afferma lo stesso Trotzkij, "I crimini di Stalin" doveva essere in un primo momento la risposta al processo Zinoviev-Kamenev dell'agosto del '36. Dopo l'esilio in Messico, lo raggiunsero le notizie dell'altro processo Pjatakov-Radek ed infine quelle della grande epurazione dei più alti esponenti dell'Armata Rossa. Il libro si delineò così, piuttosto che su uno schema prestabilito, sul corso degli avvenimenti. Esaminando via via i processi, la personalità degli uomini in essi coinvolti e la tecnica staliniana nello sbarazzarsi degli avversari, Trotzkij, da abilissimo e ardente polemista qual è, non perde mai di vista l'assunto principale: la lotta a distanza tra lui e Stalin, lotta che ormai non poteva che combattersi sul piano ideologico. Il solo vero antagonista del dittatore del Cremlino era lui: Lev Trotzkij, il fondatore dell'Armata Rossa, il teorico della rivoluzione permanente.‎

‎Medvedev Roj A.‎

‎La rivoluzione d'ottobre era ineluttabile?‎

‎br. Il vero problema posto da Medvedev è quello della politica del governo e del partito bolscevico all'indomani della rivoluzione, o meglio, delle ripercussioni che tale politica ebbe sui rapporti tra le classi sociali fondamentali, operai e contadini, e sull'atteggiamento di esse nei confronti della "rivoluzione socialista". Attraverso il riesame delle posizioni dei menscevichi, di quelle dei socialisti-rivoluzionari e delle differenze di vedute all'interno dello stesso partito bolscevico, emerge il sostrato politico-ideale dello scritto, che è poi la rivendicazione della democrazia come base per la costruzione di una società socialista senza contraddizioni e senza "terrore". Una rivendicazione proiettata nel passato, ma essenzialmente in funzione del presente.‎

‎Di Robilant Andrea‎

‎Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa‎

‎ril. Nel 1948 Ernest Hemingway arriva in Italia con la quarta moglie, Mary Welsh. Il piroscafo che doveva condurre la coppia e l'inseparabile Buick - legata alla prua - in Provenza, non riesce ad approdare a Cannes a causa del maltempo e deve per forza navigare fino a Genova. Per Hemingway è uno shock: mancava dall'Italia da trent'anni, da quando diciottenne aveva combattuto sul fronte italiano. È uno scrittore in cerca di ispirazione: non pubblica un romanzo da dieci anni, è un momento difficile, e quando scende sul molo osannato e assediato dai giornalisti, viene sommerso dai ricordi e decide che quello che era destinato a essere un breve interludio fra Cuba e la Provenza diventerà un viaggio di parecchi mesi nei luoghi che aveva frequentato da giovane. Da Genova a Milano, da Stresa a Cortina, incontra e fa accordi con i suoi editori italiani, il «comunista» Giulio Einaudi e il nonideologico Arnoldo Mondadori. Conosce la sua voce italiana, Fernanda Pivano con il compagno Ettore Sottsass, Italo Calvino, Natalia Ginzburg. Fra un drink e una battuta di caccia si spinge fino a Venezia e a Torcello, dove incontra una giovane aristocratica veneziana, Adriana Ivancich, di cui si innamora, ricambiato. Sarà la sua «ultima musa»: la relazione è complessa e destinata a non durare, lo sanno entrambi. E tuttavia grazie a lei Hemingway ricomincerà a scrivere: Adriana è la Renata di «Di là dal fiume e tra gli alberi», romanzo che Hemingway considera un capolavoro e che verrà inizialmente stroncato dalla critica. Ma dopo questo, con al suo fianco Adriana che per breve tempo si trasferisce (con la madre) a Cuba, Hemingway scriverà anche «Il vecchio e il mare», che gli vale il Premio Pulitzer e, l'anno successivo, il Premio Nobel.‎

‎Fantlová Zdenka‎

‎6 campi. Sopravvissuta a Terezín, Auschwitz, Kurzbach, Gross-Rosen, Mauthausen e Bergen-Belsen‎

‎ril. Quando i tedeschi occupano la Boemia e la Moravia, nel marzo 1939, Zdenka Fantlová ha 17 anni. Nonostante le discriminazioni che i nazisti impongono da subito agli ebrei, cerca di vivere normalmente la sua vita. Fino a quando il padre viene deportato a Buchenwald: Zdenka non lo rivedrà più. Nel 1942 viene deportata, insieme alla famiglia e al fidanzato Arno, a Terezín, un campo di concentramento a nord-ovest di Praga. Mentre Arno viene spedito in un campo a est, Zdenka vi rimane fino al 1944, quando viene «trasferita» ad Auschwitz: lei e la sorella Lydia sopravvivono alle selezioni, la madre no. Ma a questo punto le sorti della guerra si sono ribaltate, i russi incalzano e cominciano le terribili «marce della morte» verso ovest. Zdenka e Lydia transitano così da Kurzbach e poi dal famigerato campo di Gross-Rosen. E poi sono di nuovo «spostate» a Mauthausen e infine a Bergen-Belsen. Qui, dopo la morte della sorella, Zdenka viene infine liberata dagli inglesi, unica sopravvissuta della sua famiglia. Oggi, a 95 anni, Zdenka è impegnata a portare la sua testimonianza in giro per il mondo, perché tutto ciò che lei ha vissuto non sia dimenticato.‎

‎Moscati Italo‎

‎Pier Paolo Pasolini. Vivere e sopravvivere‎

‎br. La vita e l'opera di Pasolini, la sua passione, il suo coraggio, la sua costante disponibilità a mettersi in gioco, esercitano un richiamo che sembra crescere con il tempo. Il panorama politico e culturale di questi anni frammentato, confuso, percorso da tensioni dagli esiti imprevedibili - ha bisogno di voci capaci di incidere, se non di convincere. E Pasolini era e resta una di quelle. Questo libro prosegue la ricerca di Moscati dopo gli anni in cui ha conosciuto, frequentato e si è sforzato di capire il poeta, romanziere, regista, scrittore corsaro: protagonista di percorsi, mestieri, esperienze che provano una vitalità sfrenata, drammatica, gioiosa nei giorni migliori (quelli del primo cinema, degli interventi, delle amicizie, dei viaggi), ma anche disperata; e non per vicende personali che pure esistono - e il libro le racconta andando in profondità; bensì per l'isolamento da cui questo artista, ricco di idee per tutti, si sforzava di uscire. Il suo è un "romanzo esistenziale" sacro per dignità e pensiero; e inviolabile patrimonio di chi non lo commemora, ma ne avverte acutamente la mancanza.‎

‎Mirenzi Nicola‎

‎Pasolini contro Pasolini‎

‎br. Da quel novembre del 1975 in cui fu ucciso, Pier Paolo Pasolini si è trasformato in un fantasma che si aggira per l'Italia. Da morto, lo scrittore friulano è stato usato da tutti: la destra, la sinistra, i cattolici, gli estremisti, i giustizialisti, i complottisti e i militanti della decrescita felice. Ognuno prende la parte che più gli fa comodo e butta via il resto. È stato detto che Pasolini ha previsto ogni cosa e oggi le sue analisi sono vissute come profezie, ma le sue parole scivolano sulla superficie delle nostre coscienze come balsami. Nessuna abrasione, nessuno scuotimento. Gli schiaffi che dava (e riceveva) sono diventati morbide carezze. Pasolini si è fatto specchio delle nostre brame, ognuno vi si vede più bello e pulito. Nicola Mirenzi appartiene alla generazione di chi non c'era nell'Italia di Pasolini, ma ha "vissuto con lui" perché Pasolini è onnipresente ancora oggi, sotto forma di spettro, icona pop, mito, oggetto di un'operazione di "beatificazione" che nasconde in realtà un atteggiamento superficiale e sostanzialmente indifferente verso la sua opera e le sue battaglie. Nel quarantennale della morte appare quindi impossibile parlare di Pasolini se prima non si distingue l'autore dal racconto edulcorato (e tossico) che ne è fatto. Perché un conto è Pasolini, un altro è il pasolinismo. Una cosa è lo scrittore, un'altra la sua leggenda. E solo il ritorno alla sua opera può riscattare il chiacchiericcio intorno alla sua immagine.‎

‎Camicia Claudia‎

‎I giornalini del terzo millennio‎

‎br. Quello degli odierni giornalini per ragazzi rappresenta un segmento dell'editoria ingiustamente trascurato, un pianeta poco conosciuto non soltanto dai suoi stessi destinatari, ma anche dal mondo della famiglia, delle scuole, delle biblioteche e degli stessi studiosi della disciplina, anche perché questa particolare stampa non sempre si trova in edicola, ma più spesso è acquisibile soltanto attraverso il canale dell'abbonamento. L'accurata analisi dell'Autrice, snodandosi lungo suggestivi itinerari critici e informativi, presenta una esaustiva e completa panoramica degli odierni giornalini per ragazzi, eredi dei gloriosi Corriere dei Piccoli, Il Vittorioso, ecc., raggruppati organicamente per tipologie, per target, per obiettivi e in base alla caratterizzazione dell'editore. Per ciascuno la descrizione è accompagnata da puntuali notazioni critiche. Rivolgendosi idealmente a genitori, insegnanti, bibliotecari, appassionati e studiosi di letteratura giovanile, il saggio ripropone il giornalino di qualità quale preziosa occasione di impiego ad un tempo ricreativo e formativo del tempo libero, pur nell'attuale società digitalica e di fronte all'esplodere di altri alfabeti della comunicazione.‎

‎Farese Sperken Christine‎

‎La pittura dell'Ottocento in Puglia‎

‎ill., br. L'autrice fa confluire gli esiti delle più recenti pubblicazioni - per la maggior parte contributi monografici, basati su ricerche in archivi di vari Enti e su materiale memorialistico, rintracciato in proprietà private - in questa edizione più veritiera, riveduta, ampliata - soprattutto per quanto riguarda i protagonisti di quella stagione - con un corredo fotografico rinnovato e più ricco, corredata da un dizionario biografico degli artisti aggiornato e di una vasta bibliografia, ma sostanzialmente invariata nell'impostazione della ricerca.‎

‎Lissagaray Prosper-Olivier; Rossini I. (cur.)‎

‎Gli ultimi giorni della Comune. In diretta dalle barricate di Parigi, la cronaca dell'insurrezione che ha cambiato per sempre il volto dell'Europa‎

‎br. "Accadde il 18 marzo del 1871. Il popolo parigino insorse e, respingendo come indegno qualunque tentativo di imporre alla Francia un nuovo regime monarchico, conquistò sulle barricate il diritto di scegliere il proprio destino. Nacque così la Comune di Parigi: un esaltante esperimento rivoluzionario che, sventolando la bandiera rossa, in un pugno di mesi riuscì nell'impresa di sostituire l'esercito con una milizia cittadina, di farla finita con l'ingerenza ecclesiastica negli affari dello Stato, di introdurre il diritto universale all'istruzione e di riconoscere ai funzionari pubblici lo stesso salario percepito dagli operai. Tutto questo fino al maggio del 1871, quando le forze della reazione scatenarono sulla capitale francese un'offensiva senza precedenti. Un bagno di sangue che costò la vita a decine di migliaia di rivoltosi, fucilati dai soldati nemici. Giorni terribili che videro tra i loro protagonisti lo stesso Prosper-Olivier Lissagaray che, ne "Gli ultimi giorni della Comune", racconta la gloria della resistenza di Parigi, le grandi conquiste ottenute dalla rivoluzione e il valore delle donne e degli uomini che donarono la propria vita alla causa della libertà."‎

‎Ferrari Saverio‎

‎12 aprile 1973. Il «giovedì nero» di Milano. Quando i fascisti uccisero l'agente Antonio Marino‎

‎ill., br. Il 12 aprile 1973 il Movimento Sociale Italiano e il Fronte della Gioventù indicono a Milano una manifestazione contro la "violenza rossa". A tenere il comizio fu chiamato l'On. Ciccio Franco, il leader e l'emblema della rivolta di Reggio Calabria. Dopo la tentata strage sul treno Torino-Roma del 7 aprile precedente, la manifestazione venne vietata. Si radunarono comunque nel centro di Milano centinaia di militanti dell'Msi e delle principali organizzazioni della destra extraparlamentare, tra loro i cosiddetti "sanbabilini", che si scontrarono violentemente per ore nel centro cittadino con le forze dell'ordine. Nel corso degli incidenti furono incendiate automobili, assaltati luoghi di ritrovo della sinistra, sparati colpi di pistola e lanciate bombe a mano. Una di queste colpì al petto l'agente di polizia Antonio Marino che rimase ucciso all'istante. Quel 12 aprile 1973 sarà ribattezzato come il "Giovedì nero" di Milano. I responsabili dell'uccisione dell'agente furono arrestati e condannati. Gli organizzatori della manifestazione incredibilmente assolti. Ripercorrendo gli atti giudiziari e le cronache del tempo, il libro, corredato da diverse fotografie inedite, ricostruisce quella giornata, ma anche la realtà del neofascismo milanese di quegli anni, con il suo portato di sistematica violenza, l'intreccio con la criminalità comune e gli ambienti del terrorismo nero: protagonista di primo piano della strategia della tensione in Italia.‎

‎Ferrando Marco‎

‎Cento anni. Storia e attualità della rivoluzione comunista‎

‎br. Nel 2017 l'orologio della Storia segnerà un passaggio epocale. Nel mese di Ottobre, infatti, sarà passato un secolo da quando, nello sterminato ex impero zarista, un'incredibile forza popolare riuscì a trasformare in realtà quella che sembrava un'impresa impossibile: prendere il Palazzo d'Inverno e portare così a compimento il sogno di una rivoluzione comunista. Nel secolo trascorso da quel momento, tutto sembra cambiato, fuorché la necessità delle masse di tornare a recitare un ruolo di primo piano sul palcoscenico degli eventi mondiali, rovesciando il capitalismo, che tra disastri ecologici e guerre sanguinose sta riversando la propria crisi sulle condizioni dell'umanità e minaccia di trascinarla verso nuove catastrofi. Interrogando i cento anni che separano l'oggi dai fatti del 1917, Marco Ferrando indaga il cammino e l'evoluzione della lotta di classe, riflettendo sulle sue conquiste come sulle sue sconfitte.‎

‎Arnaldi Valeria‎

‎Gli amori di Frida Kahlo‎

‎ill., br. Appassionata, irruente, emotiva. Al contempo romantica e audace. Di un uomo solo - il suo Diego - eppure decisa a non rinunciare a nessun batticuore. Fortemente invalidata dai gravi incidenti che segnarono la sua vita, ma decisa a non negarsi mai la sperimentazione del piacere. Amata e amante di molti e molte, Frida Kahlo fu un personaggio rivoluzionario, tanto nello stile pittorico che nello stile di vita. E nei suoi amori. Distante dalla cultura stereotipata della famiglia, Frida Kahlo, compagna e moglie di Diego Rivera, amò politici, artiste, fotografi e modelle in piena libertà, senza sentirsi mai in dovere di mascherare quelle relazioni. E di quegli amori fece arte e perfino filosofia, trasportando emozioni e sensualità nei suoi dipinti, nella "costruzione" di una nuova e più profonda idea di femminino. Questo libro ricostruisce per la prima volta tutte le passioni e le relazioni vissute dall'artista, rintracciandone detti e non-detti tra lettere, opere e memorie di amici e, appunto, amori. Un viaggio inusitato nella vita - segreta e non - di una rivoluzionaria, in lotta contro società, stereotipi, natura e, talvolta, perfino se stessa.‎

‎Kwong Kuen Shan‎

‎Il gatto e l'orchidea‎

‎ill., ril. Questa nuova opera di Kwong Kuen Shan, che contiene quaranta acquerelli originali, illustra i gatti e la saggezza del loro comportamento. Parla anche della bellezza e dell'energia silenziosa dei fiori, delle orchidee in particolare. Le illustrazioni sono accompagnate da testi cinesi: proverbi, poesie, parole di saggezza e citazioni da classici popolari. "Ho selezionato tre categorie di fiori. Le orchidee: sia le specie cinesi selvatiche, sia le varietà più esuberanti coltivate in Occidente. Fiori associati a tradizioni antiche, ricorrenti nella letteratura e nell'arte cinesi, come il bambù, il crisantemo, il loto, la peonia e il fiore di pesco. Fiori, infine, che coltivo nel mio giardino, sotto lo sguardo dei miei gatti: il girasole, la bella di giorno e il tulipano. Stando agli antichi scritti cinesi, esistono tra i fiori e gli esseri umani legami di amicizia".‎

‎Strachey Nino‎

‎Stanze tutte per sé. Eddy Sackville-West, Virginia Woolf, Vita Sackville West‎

‎ril. Nel castello di Knole, nella Stanza della Torre azzurra, c'è un vecchio baule di alluminio con la scritta: «Edward Sackville-West: Carte varie». Al suo interno erano custodite testimonianze intime di vite vissute nel cuore della Bloomsbury letteraria degli anni Venti. Lytton Strachey, Duncan Grant, Bunny Garnett e Stephen Tomlin soggiornarono tutti a Knole insieme a Eddy. Due di questi amici - Duncan Grant e Stephen Tomlin - divennero suoi amanti e riempirono le sue stanze di vibranti espressioni di creatività bloomsburyana. In questo mondo si muovevano con altrettanta disinvoltura la cugina di Eddy, Vita Sackville-West, e la sua amante Virginia Woolf, i cui nomi vennero legati per sempre dalla pubblicazione del romanzo «Orlando» nel 1928, ambientato a Knole stesso. Eddy, Virginia e Vita, uniti da un intimo intreccio di rapporti umani e sociali, crearono fra il Kent e l'East Sussex tre dimore che sfidavano le convenzioni dell'epoca. «Stanze tutte per sé» esplora le dimore dei tre scrittori legati al gruppo di Bloomsbury e narra storie intime d'amore e desiderio, di rapporti mutevoli e incontri erotici, descrivendo vividamente gli ambienti in cui si svolsero e schiudendo scenari inediti sul complicato intreccio di quelle esistenze.‎

‎Baudelaire Charles; Ortesta C. (cur.)‎

‎Lettere alla madre‎

‎ill., br. "La prima delle lettere raccolte in questo volume è stata scritta da un ragazzo di non ancora tredici anni; l'ultima, da un uomo di non ancora quarantacinque che dopo poche ore sarebbe stato colpito o, come usa dire, offeso dall'attacco di una malattia mortale - la malattia della sua morte. Tra l'una e l'altra, scandito da tante altre lettere ugualmente piene di tenerezza, sgomento e furore, si stende il tempo durante il quale il «grande abbandonato» ha scritto un libro di poesie che inaugura e oltrepassa la storia della lirica moderna, un libro di prose che fissa insuperabilmente il modello di un genere letterario, alcuni saggi che fondano il pensiero estetico e la critica d'arte contemporanei. Non è certo facile, per il lettore di questo romanzo epistolare univoco e involontario, orripilante e sublime, conciliare la pietà suscitata dall'«interdetto» (come egli stesso si definisce, alludendo all'indelebile umiliazione giudiziaria inflittagli dalla madre) torturato dai debiti e dal disamore, dall'incomprensione altrui e dalla propria «svogliatezza», con la venerazione dovuta a uno dei più grandi artisti e dei più lucidi e operosi intelletti che l'umanità abbia mai prodotto. Forse conviene rassegnarsi alla divaricazione, all'acuto senso di vertigine che la cosa comporta. Baudelaire sarebbe stato Baudelaire se non fosse stato, appunto, il grande abbandonato, l'interdetto di cui queste lettere ci mostrano, ci fanno (nel vero senso della parola) toccare con mano l'abissale e consapevole infelicità? Rispondere a questa domanda sarebbe impossibile se non fosse, prima ancora, del tutto inutile. La poesia di Baudelaire è stata (è) ciò che la sua vita ha voluto che fosse, e viceversa; e l'una e l'altra sono state ciò che la sua mente e il suo cuore hanno concepito e nutrito, con riluttanza e terrore pari alla fermezza, giorno dopo giorno." (Dalla Postfazione di Giovanni Raboni)‎

‎Kierkegaard Søren; Zucconi A. (cur.)‎

‎La ripresa. Tentativo di psicologia sperimentale di Costantin Constantius‎

‎br. «Come i greci insegnavano che conoscenza è reminiscenza, così la filosofia moderna insegnerà che tutta la vita è una ripresa. [...] Ripresa e reminiscenza rappresentano lo stesso movimento ma in direzione opposta, perché ciò che si ricorda, è stato, ossia si riprende retrocedendo, mentre la vera ripresa è un ricordare procedendo. Perciò la ripresa, ammesso che sia possibile, rende l'uomo felice, mentre la reminiscenza lo rende infelice, a condizione però che l'uomo si dia tempo di vivere e non cominci appena nato a trovare un pretesto per riandarsene, magari con la scusa di aver dimenticato qualcosa. Il solo amore felice è l'amore-ricordo, ha detto un certo scrittore. Bisogna convenire che è giusto, purché non si dimentichi che esso al principio ha reso l'uomo infelice. L'amore-ripresa è in verità il solo amore felice perché non porta con sé, al pari dell'amore-ricordo, l'inquietudine della speranza, né la venturosa trepidazione della scoperta, né la commozione della rimembranza, ma soltanto la felice certezza del momento. La speranza è un vestito nuovo fiammante, che non fa pieghe né grinze, ma non puoi sapere se ti va, né come ti va, perché non l'hai mai indossato. Il ricordo è come un vestito smesso, per quanto bello non puoi indossarlo, perché non ti entra più. La ripresa è una veste che non si può consumare, che non stringe né insacca, ma dolcemente aderisce alla figura. La speranza è una bella fanciulla che ci guizza via dalle mani. La ricordanza è una bella vecchia che non ci offre mai quel che ci serve nel momento. La ripresa è una sposa amata di cui non accade mai di stancarsi, perché ci si stanca soltanto del nuovo, mai del vecchio, e la presenza delle cose a cui si è abituati rende felici. Ma riesce a essere interamente felice soltanto chi non si inganna col pensiero che la ripresa debba dargli qualcosa di nuovo; chi si inganna con questo pensiero ben presto si stanca della ripresa».‎

‎Faggionato Raffaella‎

‎L'alambicco di Lev Tolstoj. «Guerra e pace» e la massoneria russa‎

‎br. "Bezuchov, lui è blu, blu scuro e rosso, ed è quadrato...". Cosa si cela dietro queste misteriose parole di Nataaa Rostova, o dietro la strana allusione del principe Andrej Bolkonskij a dei guanti da donna? Qual è il significato della rinascita di Pierre sullo sfondo dell'incendio di Mosca del 1812? Seguendo tracce e indizi disseminati nel testo di uno dei romanzi più letti al mondo, Raffaella Faggionato ci guida in un avvincente percorso a ritroso, alla scoperta di manoscritti, testi ermetici, rituali massonici - un materiale ricchissimo, tuttora sepolto negli archivi di Mosca, che ha nutrito l'immaginazione creativa di Tolstoj nei sette anni di gestazione di "Guerra e pace". Aggirandoci nel laboratorio in cui hanno preso forma personaggi divenuti immortali, tra foglietti, appunti, varianti e brutte copie, scopriremo come sono cambiati l'impianto del romanzo e la tecnica narrativa dello scrittore sotto la suggestione del simbolismo massonico e del linguaggio delle scienze ermetiche. Una prospettiva nuova, che apre squarci imprevedibili sull'epoca e sugli uomini che l'hanno abitata e getta una diversa luce sulla controversa questione del rapporto di Tolstoj con la massoneria russa.‎

‎Ferrari Roberta‎

‎Beatrice Potter e il capitalismo senza civiltà. Una donna tra scienza, politica e amministrazione‎

‎ill., br. Il volume ricostruisce la trasformazione del discorso politico e sociale in Gran Bretagna tra Otto e Novecento attraverso la biografia e l'opera di Beatrice Potter (1858-1943), madrina riconosciuta della sociologia britannica e prima donna a fare della società una disciplina di studio e il fulcro della propria vita politica. Grazie al suo legame con eminenti pensatori della fine dell'età vittoriana e alla posizione autonoma occupata nella Fabian Society, Potter elabora un socialismo come scienza della civiltà. Uno degli scopi di questo volume è mostrare l'originalità della sua riflessione, finora considerata come un apporto tutto sommato minore all'opera del marito Sidney Webb. La sua vicenda biografica rappresenta una parte essenziale della storia del pensiero politico inglese ed europeo e pone questioni che in forme diverse continuano a interrogare il nostro tempo: il governo della povertà, la ristrutturazione dello Stato e il significato reale della democrazia. Il rapporto con il modello sovietico di Stalin, a cui Potter si avvicina negli ultimi anni della sua carriera scientifica e politica, porta infine in superficie un più ampio dibattito sulla sovranità, sul capitalismo e su una nuova concezione di civiltà, che sia capace di amministrare la democrazia e di disciplinare il cambiamento senza abbandonare lo spirito di libertà espresso dalla cooperazione operaia.‎

‎Marotta Ettore‎

‎Un po' fuori. Riflettere attraverso l'arte‎

‎ill., br. Un po' Fuori", esperienza "Artistica" che vuole aiutarci a riflettere sui vari aspetti dell'essere umano. Ho realizzato questa esperienza grazie ad un particolare laboratorio artistico da me ideato, collaudato con adulti diversamente abili che io stesso seguo. Sperimentare una "nuova" metodologia di lavoro per dimostrare quanto una persona diversamente abile possa esprimersi attraverso l'arte che funge da "amplificatore" della parola è stato molto interessante. Grazie a questa intuizione, si è potuto cosi congiuntamente riflettere su: identità, lavoro, pregiudizio, bullismo, riciclo ecc... temi che vanno oltre la sola disabilità. Un "viaggio" attraverso i 5 sensi goduti in maniera artistica, soffermandosi anche sul tema della sessualità. Questo testo, frutto del mio progetto, l'ho scritto a testimonianza di una esperienza di lavoro positiva, un "urlo" e una rivincita per la persona disabile e una lettura riflessiva per qualsiasi altra persona interessata all'arte e alla vita.‎

‎Cecchetto Annamaria‎

‎La parola ritrovata. Cammini di ricerca poetica nell'opera di Mario Luzi e di Vittorio Sereni‎

‎br.‎

‎Capone Maurizio‎

‎Nievo e Tolstoj. «Le confessioni d'un italiano», «Guerra e pace»: un confronto inedito‎

‎br. C'è un grande e generoso sforzo, in questo lavoro, che lo apparenta al suo tema e ai suoi autori. Comprendere in un unico abbraccio opere gigantesche come Guerra e pace di Tolstoj e Le Confessioni d'un italiano di Nievo, insieme alla relativa bibliografica critica, e alla teoria del romanzo, non poteva che produrre un lavoro di dimensioni di poco inferiori, quasi un terzo epos. Se questo può essere rischioso per uno studio critico, va riconosciuta a Maurizio Capone una vena critica ed espressiva all'altezza del tentativo. La parte più intrigante del lavoro è quella che ne è stata forse l'occasione: verificare - finalmente - una leggenda assai suggestiva che da tanti anni attraversa la critica nieviana: che cioè il grande Tolstoj potesse aver tratto ispirazione per Guerra e pace dalle Confessioni d'un Italiano appena pubblicate, nel 1867, o non ancora pubblicate, nei brevi viaggi compiuti in Italia in quegli anni o anche ricevendone il testo o la notizia nella sua tenuta a Jasnaja Poljana. Prefazione di Simone Casini.‎

‎Ficarelli Loredana; Veneziani M. (cur.)‎

‎Il colore della terra. Omaggio ad Aldo Rossi‎

‎ill., br. Il volume, catalogo della mostra allestita nel Museo della Fotografia del Politecnico di Bari, è dedicato alla figura di Aldo Rossi (1931-1997) architetto e maestro, nella ricorrenza del ventesimo anno della sua scomparsa. Questo omaggio ritaglia la figura di architetto costruttore immerso nella polvere del cantiere, gli scatti cristallizzano vari momenti in occasione della costruzione delle case a Bari Alto. Le immagini mettono in scena momenti di vita quotidiana e di cantiere: impalcature, casseforme, strade sterrate e polverose, che lasciano intravedere le forme finali di quelle architetture tipiche che tentano di restituire la memoria storica e la culturale del paesaggio della Puglia. La seconda parte del volume mette a confronto le nuove generazioni che hanno osservato, ritrovato, fotografato nei loro viaggi le opere del maestro, le brevi note che accompagnano le fotografie, rappresentano, in forma didascalica, un vivo interesse e un debito pensiero.‎

‎Barbagallo Salvatore‎

‎Agricoltura e società rurale in terra d'Otranto tra XVIII e XIX‎

‎br. Per la sua estensione e per la varietà delle sue articolazioni territoriali è difficile ricondurre la realtà economica e produttiva di Terra d'Otranto entro un unico parametro di riferimento. Tra Sette e Ottocento le trasformazioni del suo paesaggio agrario imprimono dinamiche molto diverse tra loro in funzione di spinte che variano in rapporto ai protagonisti e alle condizioni strutturali e congiunturali che agiscono sullo sfondo. Nel corso dell'Ottocento si avvia un più marcato processo di trasformazione dell'agricoltura che trae origine da un miglioramento del sistema produttivo rispetto ai regimi agrari consolidati nel corso dei secoli precedenti. I nuovi investimenti sono il risultato dei processi di ristrutturazione fondiaria e di una più razionale utilizzazione della terra che risponde alle sollecitazioni del mercato. L'incremento delle colture arboree a scapito dei seminativi, dei pascoli e degli incolti segue i ritmi imposti da questi fenomeni e dalle vocazioni ambientali che contribuiscono a sollecitare le nuove strategie produttive promosse da un universo molto eterogeneo di produttori.‎

‎Oliva Gianni‎

‎D'Annunzio. Tra le più moderne vicende‎

‎br. Se ci si interroga sui rapporti degli scrittori con la modernità è evidente che D'Annunzio entra direttamente, forse più di tanti altri, nel cuore del problema. Il suo stesso modo di essere è dentro le cose che vivono e palpitano, anche nella consapevolezza della metamorfosi incessante a cui è sottoposta la realtà. Questo libro conferma l'idea di un intellettuale profondamente in sintonia con la contemporaneità, di cui raccoglie e utilizza tutti gli stimoli possibili. L'armonia dell'essere oggettivo con l'universo - ebbe a scrivere egli stesso - si raggiunge solo con l'immersione dell'artista moderno nelle correnti vitali, mettendo in contatto la propria con l'anima collettiva. Questa è la strada maestra per divenire - come D'Annunzio fu - l'interprete autentico del proprio tempo: nell'entusiasmo per la tecnologia (l'automobile, l'aereo), per i mezzi di comunicazione più immediati (il giornalismo, le interviste), per la grande editoria e la distribuzione del libro, per la modernizzazione dei classici e della musica, per il linguaggio dello sport in contesti sempre più competitivi. Quella a cui D'Annunzio si rivolge, non senza un sorprendente spirito profetico, è una società già abbrutita dall' utile, dai sistemi bancari e finanziari, a danno della crescita dell'uomo che dovrebbe invece essere al centro del processo evolutivo arricchendolo e civilizzandolo. La dimensione della bellezza non è un astratto pellegrinaggio nelle regioni del disimpegno e dell'evasione, ma uno strumento che ha il compito di penetrare nelle fibre più intime del sociale e delle istituzioni. "La fortuna d'Italia - asseriva - è inseparabile dalle sorti della bellézza, cui ella è madre" (Agli elettori di Ortona, 1897).‎

‎Larkin Emma‎

‎Sulle tracce di George Orwell in Birmania‎

‎ill., br. In Birmania gira una battuta popolare, secondo cui Orwell non scrisse soltanto un romanzo sul Paese, "Giorni birmani", ma un'intera trilogia, completata da "La fattoria degli animali" e "1984". La connessione della Birmania (oggi chiamata Myanmar) con George Orwell non è metaforica, ma profonda e reale. In un intrepido diario di viaggio dal taglio politico e biografico, Emma Larkin guida il lettore alla scoperta dei luoghi dove Orwell ha vissuto e lavorato come agente della polizia imperiale britannica, vivendo esperienze che condizionarono profondamente la sua visione del mondo. Alla scomparsa di Orwell, il romanzo in stesura trovato sulla sua scrivania era ambientato in Birmania. Attraversando Mandalay e Yangon, le isolate aree meridionali del Delta dell'Irrawaddy e le montagne del nord dove gli inglesi andavano in villeggiatura per sfuggire al caldo delle pianure, l'autrice ritrae con immagini vivide un Paese appassionante e struggente. Prima colonizzata e in seguito governata da una giunta militare isolazionista e brutale, la nazione ha visto la propria storia e identità cancellate a più riprese da metodi di governo orwelliani, che hanno soppresso libertà d'espressione e pensiero. Ispirata dalla chiarezza morale e dal rifiuto dell'ingiustizia di Orwell, l'autrice incontra persone che hanno trovato un modo di resistere agli effetti annientatoti di uno dei più crudeli Stati di polizia, restituendo loro dignità.‎

‎Gentile Andrea‎

‎Le percezioni oscure e l'appercezione trascendentale in Leibniz e Kant‎

‎br. Nella teoria della conoscenza di Leibniz, la percezione corrisponde alla pura sensibilità ed è apprensione oscura, incosciente dei dati, al contrario l'appercezione è la coscienza delle percezioni che ci permette di passare gradualmente dall'oscurità alla chiarezza dell'intelletto. Nel fluire del tempo della nostra esistenza, sperimentiamo una molteplicità di percezioni, a volte poco intense, da sfuggire alla piena coscienza e consapevolezza del nostro io: vi è un continuo dinamismo tra ciò che è oscuro, potenziale, inconscio e l'orizzonte di una conoscenza che progressivamente acquisirà un senso e un significato più chiaro, profondo, autentico, cosciente, consapevole. Le nostre percezioni sono accompagnate da un processo soggettivo-riflessivo-cognitivo: l'appercezione è il fondamento ultimo della coscienza e dell'io. Questo significato viene ripreso e rielaborato da Kant che definisce l'appercezione pura quell'io penso che «deve poter accompagnare tutte le nostre rappresentazioni», costituendo l'unità pura, originaria, sintetica dell'appercezione trascendentale.‎

‎Cocteau Jean‎

‎Disegni. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Nel 1923, a 36 anni, Jean Cocteau pubblica il suo primo libro di disegni. Il poeta ha ritratto i suoi amici Raymond Radiguet, Pablo Picasso, Erik Satie, Francis Poulenc, ma anche numerose scene di vita quotidiana parigina, i balletti russi di Nijinski, allegorie, caricature, immagini poetiche. Cocteau si rivela un bozzettista pieno di talento, ma soprattutto un artista capace di cogliere l'essenza dei volti, dei comportamenti, delle debolezze umane, con la profondità spietata di Georg Grosz e Otto Dix, ma anche con tutta la sua infinita, morbida dolcezza.‎

‎Lanza A. (cur.)‎

‎Dino Campana. L'alchimista della parola‎

‎br. Dino Campana è stato un'anomalia nella storia della letteratura italiana: "Il poeta di una breve stagione" scrisse Eugenio Montale che definì la sua poesia in prosa come "europea musicale colorita". È per questo che a distanza di un secolo la sua poesia, legata indissolubilmente alla sua odissea biografica, continua ad affascinare molti lettori. Dopo la morte in manicomio nel 1932, i più importanti intellettuali italiani, da Alfonso Gatto a Carmelo Bene a Sebastiano Vassalli, hanno rivalutato la figura del poeta di Marradi definendolo in tanti modi: "poeta notturno", "poeta visivo" e persino "poeta maledetto". Perseguitato dal seme della follia fin dall'infanzia, in conflitto con gli intellettuali sostenitori del Futurismo, vittima di un amore impossibile con la scrittrice Sibilla Aleramo, Campana è riconosciuto oggi come uno dei più grandi poeti del '900, vissuto unicamente al servizio della "parola", ostile fino all'ultimo a un sistema di valori e a una società che stavano andando rapidamente in pezzi.‎

‎Michelucci R. (cur.)‎

‎Bobby Sands. Un'utopia irlandese‎

‎br. Bobby Sands è diventato famoso nel mondo intero dopo la sua morte, avvenuta nel carcere di Maze, nel 1981, alla fine di un tragico e sconvolgente sciopero della fame, diventando un eroe di tutti gli indipendentisti e di tutti coloro che credono che si possa morire per i propri ideali. Sands ci viene qui raccontato non solo come individuo, ma anche ripercorrendo sinteticamente e insieme approfonditamente la storia del conflitto tra l'Inghilterra e l'IRA, l'esercito rivoluzionario nordirlandese.‎

‎Listri P. Francesco‎

‎Pietro Leopoldo Granduca di Toscana. Un riformatore del Settecento‎

‎ill., br. Questo volume, ricco di illustrazioni a colori, cronologie, dati storici, ricostruisce in modo agile e brillante il percorso umano e politico di un ragazzo che a soli diciotto anni divenne Granduca di Toscana e che per venticinque anni, prima di diventare l'Imperatore del Sacro Romano Impero, governò la Toscana trasformandola in una regione moderna, aperta al mondo e all'Europa, libera dall'oppressione della Chiesa di Roma e dall'antica morale cattolica, sviluppando accademie, musei, biblioteche, e abolendo per la prima volta in Europa, nel 1786, la pena di morte. Prefazione di Eugenio Giani, introduzione di Francesco Gurrieri.‎

‎Wagner W. Richard‎

‎La mia vita. Autobiografia dell'artista più amato e più odiato di sempre‎

‎br. Nell'anno wagneriano, il racconto di una vita straordinaria dalle parole originali di Wagner. Le sue memorie autobiografiche trasportano nel segreto della potenza della sua musica, attraverso i racconti più minuziosi della vita quotidiana. La scoperta è grande, ma allo stesso tempo prevedibile. Un grande valore hanno avuto per Wagner, infatti, piccoli episodi di ogni giorno. Come quando sente una bagnante in costume cantare le sue arie. Particolari solo in apparenza, fatti che una grande anima eterna sapeva scovare in ogni sfumatura dell'esistenza.‎

‎Lukács György‎

‎Filosofia dell'arte. Primi scritti sull'estetica (1912-1914)‎

‎br. György Lukàcs non è stato soltanto un grande teorico di estetica - o della specificità del fatto estetico, come l'autore preferiva definirlo -, ma è stato uno dei massimi filosofi del Novecento. Assieme all'"Estetica di Heidelberg", questo libro comprende gli scritti, appartenenti all'età giovanile, in cui iniziano a porsi le questioni che Lukàcs svilupperà nei suoi capolavori successivi fino alla messa a fuoco di un'estetica di carattere valutativo. Tra tutti il rapporto di contrapposizione tra l'opera artistica e l'opera scientifica, divisi dall'imprescindibile tema della forma e la considerazione dell'opera d'arte come "forma significativa" specifica, quale concetto-chiave che troverà definitiva sistemazione nella tarda "Estetica".‎

‎Toye Francis‎

‎Rossini: una vita sopra le righe‎

‎ill., br. Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai biografi nei modi più svariati: umorale, ipocondriaco, depresso, ma anche gioviale, amante delle belle donne e della buona cucina. Spesso è stato dipinto come pigro e collerico, ma la sua produzione musicale resta insuperata. Francis Toye ci offre un ritratto indimenticabile di Rossini, frutto di puntigliose indagini, ma certamente anche di un profondo affetto per la musica e la personalità del compositore italiano. Emerge viva la figura di Rossini in tutta la sua umanità e, soprattutto, in tutto il suo genio musicale. Il libro è corredato dall'elenco delle composizioni, dall'argomento dei melodrammi, desunto dai primi libretti, e da una vasta bibliografia.‎

‎Cassirer Ernst‎

‎Filosofia delle forme simboliche. Vol. 3/1: Fenomenologia della conoscenza‎

‎br. Lo studio delle strutture fondamentali della conoscenza ha caratterizzato tutta la ricerca teoretica di Cassirer. Nell'imponente opera qui presentata il campo delle sue riflessioni si sposta dal mondo della scienza a quello dell'uomo. In entrambi i casi è fondamentale la funzione del linguaggio che, oltre a essere uno strumento di comunicazione, fa da tramite fra l'ambito delle impressioni e quello dell'oggettivazione. Questo passaggio avviene grazie all'espressione simbolica. Cassirer concepisce anche il mito, il linguaggio, la religione, l'arte come forme simboliche per mezzo delle quali lo spirito dà un senso al reale. Un'opera che, mostrando la moltitudine di possibilità e i limiti della conoscenza e rifiutando ogni forma di dogmatismo acritico, incarna la crisi delle certezze che permea lo spirito del XX secolo.‎

‎Viglieno Cossalino Ferdinando‎

‎Giuseppe Falchetti 1843-1918. Una vita per la pittura. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Questo volume, dedicato alla vita e all'opera di Giuseppe Falchetti, narra le vicende umane e artistiche di un pittore canavesano che, nel corso della vita, ha dovuto affrontare umiliazioni, difficoltà, dolori, sacrifici e drammi in parte compensati da qualche momento di serenità, dall'immenso affetto della moglie Luigia e dalla sua pittura. Con questa monografia desidero restituire all'artista, onesto nella vita e nell'arte, quel valore che gli è sempre stato negato, forse con troppa disinvoltura, e riascoltare il suo canto sommesso che è sempre stato sopraffatto dai clamori e dai proclami.‎

‎Petronelli Giuseppe‎

‎Umberto Boccioni. Dalla formazione al futurismo‎

‎ill., br. La mostra "Umberto Boccioni. Genio e memoria" che si è tenuta a Palazzo Reale di Milano (marzo-luglio 2016) è stata un'occasione unica, al centenario della morte, per ripercorrere la carriera del grande artista, dagli esordi ancora legati alla tradizione fino alle evoluzioni divisioniste, all'avvicinamento al Simbolismo e all' Espressionismo per giungere al Futurismo. Prendendo spunto da questa importante mostra, dietro una spinta emotiva certamente forte, l'autore di questo saggio ha voluto, tramite l'esame delle opere esposte, delineare il percorso artistico di Boccioni e, inquadrandolo nel contesto in cui si è trovato ad operare, ricavarne una visione d'insieme alquanto esaustiva, favorita da un approccio interpretativo piuttosto stimolante e interessante.‎

‎Germani Gloria‎

‎Tiziano Terzani. La forza della verità. La biografia intellettuale di un saggio dei nostri tempi‎

‎br. L'inesorabile evoluzione della coscienza di una delle voci spirituali più amate del nostro tempo si snoda nitida attraverso le opere che ci ha lasciato. Dalla prima cronaca di guerra in Vietnam all'impegno post 11 settembre, fino alla lucida attesa della morte, la vita di Tiziano Terzani procede senza accomodamenti e compromessi, scandita dalla riflessione sulla storia recente dell'Asia. Fuggito dall'Europa in cerca di una società più giusta, intravista all'inizio nel socialismo di Mao, Terzani finirà per compenetrarsi sempre più a Gandhi, al digiuno dal consumismo e a quella forza della verità con cui il Mahatma combatteva i colonizzatori inglesi. La questione fondamentale rimane sempre e solo quella della conoscenza. Lo sguardo di Terzani smaschera i limiti della visione materialistica e scientifica della modernità, impegnata nella falsa impresa di impossessarsi del mondo esterno. Egli ci ricorda che ogni vita, la nostra o quella di un albero, è parte di un tutto dalle mille forme. Dov'è l'uomo che vive più contento, più in pace con se stesso e con la natura? La strada verso una dimensione collettiva e sociale più in sintonia con la natura coincide con un percorso spirituale ispirato alla saggezza dell'Oriente.‎

‎Gaskell Elizabeth‎

‎La vita di Charlotte Brontë‎

‎br. Dopo la morte di Charlotte Brontë, nel 1855, suo padre esorta Elizabeth Gaskell, già acclamata autrice, a scrivere la biografia della figlia. Elizabeth, che era stata una cara amica di Charlotte, parte così sulle tracce di quanti l'avevano conosciuta, viaggiando a lungo in Inghilterra e in Belgio per raccogliere informazioni e materiale, e traendo dalle sue ricerche un cospicuo bagaglio accuratamente ordinato di lettere, interviste e osservazioni che restituiscono i momenti salienti della sua storia e del suo ambiente. Seppur privilegiando, anche rispetto al genio letterario, gli aspetti più intimi e personali, Elizabeth Gaskell seppe ricreare la vitalità e la profondità della grande scrittrice vittoriana, svelando al lettore i lati meno conosciuti di un carattere tormentato e introverso.‎

‎Morera Giulio‎

‎Storia della droga tra XIX e XX secolo‎

‎br. La storia della droga è un filo oscuro, difficile da tracciare, che attraversa tutta la contemporaneità. Dall'800 infatti, gli stupefacenti entrano costantemente nei costumi degli europei. Scopo di questo lavoro è quello di cercare di riportarne alla luce - con uno sguardo d'insieme al mondo ed uno particolare all'Italia - lo sviluppo e la diffusione dagli esordi fino agli anni che precedono lo scoppio della seconda guerra mondiale. Tra le fonti, oltre le pubblicazioni sul tema in lingua francese ed inglese e le esperienze personali di molti intellettuali (uno su tutti D'Annunzio), anche le cronache ed i diari personali di persone che furono coinvolte (spesso loro malgrado) nella dipendenza.‎

‎?i?ek Slavoj‎

‎In difesa delle cause perse‎

‎br. La rivoluzione globale è una causa persa? I valori universali sono reliquie di un'età perduta o di un'epoca superata? Per paura dell'orrore totalitario che abbiamo alle spalle, siamo costretti a rassegnarci a una misera terza via fatta di liberismo in economia e di pura amministrazione dell'esistente in politica? Nella sua opera maggiore degli ultimi anni, che ha acceso feroci controversie nel mondo inglese e ne ha consacrato il successo presso un vasto pubblico, il cecchino filosofico Slavoj ?i?ek mira all'ideologia regnante, sostenendo che dobbiamo riappropriarci di numerose «cause perse» e cercare un nocciolo di verità nelle politiche totalitarie della modernità. Perché se è vero che i Terrori di Robespierre, di Mao e dei bolscevichi si sono rivelati catastrofici fallimenti, questo giudizio non racconta tuttavia l'intera storia: in ciascuno di essi è presente un'aspirazione di «redenzione», che va del tutto persa nelle società liberaldemocratiche, con il loro (proclamato) rifiuto dell'autoritarismo e la loro (ipocrita) esaltazione di una politica soft, consensuale e decentralizzata. Le ricette? ?i?ek non lesina massimalismi e ripropone in declinazioni contemporanee ma senza attenuazioni le categorie di giustizia rivoluzionaria e uguaglianza universale. Il risultato è una salutare staffilata d'utopia, un balsamo di rara forza per i nostri giorni angusti e le nostre menti rese asfittiche dal pensiero unico, un libro capace di guardare con occhi nuovi ai più vari fenomeni culturali e politici del mondo d'oggi e di farci «pensare l'impensabile» con strumenti impensati. Un libro che rischia molto, certo, e che sfida la possibilità della disfatta, in nome di quanto scriveva Samuel Beckett in Worstward Ho: «Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio».‎

‎Vattimo Gianni; Paterlini Piergiorgio‎

‎Non essere Dio. Un'autobiografia a quattro mani‎

‎br. Chi è Gianni Vattimo? Figlio di un carabiniere calabrese, è diventato uno dei più grandi filosofi contemporanei. Uomo acutissimo e appassionato, generoso e franco, è sempre stato talmente sé stesso da poter ora, sulla soglia degli ottant'anni, guardare alla sua vita con una libertà e un'ironia rare. Dopo aver dialogato a lungo e intensamente con lui, è Piergiorgio Paterlini a dargli voce, a restituircelo. Gli amori, i lutti, le passioni, i libri, le amicizie, la politica, le scoperte e gli addii, gli errori e le contraddizioni, nulla viene tralasciato in questa narrazione in cui i fatti privati, da quelli più laceranti fino agli episodi più umoristici, riverberano su quelli pubblici e viceversa, compenetrandosi inestricabilmente. Così, capitolo dopo capitolo, viene ripercorso il pensiero originale del filosofo e raccontata, oltre alla sua vita, la storia d'Italia della seconda metà del Novecento, dalla ricostruzione al boom economico, dagli anni Settanta alla globalizzazione, fino a questo primo quindicennio del nuovo secolo. Non "Essere Dio" è uno di quei libri che appaiono per demolire tutti gli stereotipi. Racconta la vita di un accademico in uno stile totalmente antiaccademico. Racconta i grandi pensatori come se fossero amici con cui stiamo passeggiando. Racconta la vita con una levità tale da renderla insondabile.‎

‎Badiou Alain‎

‎La vera vita. Appello alla corruzione dei giovani‎

‎br. Che cos'è la giovinezza? Che cosa è stata per le innumerevoli generazioni che ci hanno preceduto? E che cosa significa essere giovani, oggi? È una condizione trionfante e privilegiata dell'esistenza, tanto che il giovanilismo è diventato il paradigma di vita nelle società neoliberiste (si è giovani finché si è in grado di consumare), oppure è qualcosa di altamente problematico e di falso? Di "terribile"? Sono queste le domande che si pone uno dei maggiori filosofi viventi in questo breve ma ricchissimo libro. La giovinezza vi viene considerata come quella fase cruciale della vita in cui si decide se costruire la propria esistenza o bruciarla. Se nelle società attuali, venuto meno il potere che aveva la tradizione di dare un senso alle cose, si è condannati a un'adolescenza infinita, e l'adulto diventa niente più che un adolescente con qualche mezzo in più per consumare, quale idea è ancora in grado di radicarsi nei giovani perché attingano quella "vera vita" di cui Rimbaud, il poeta della giovinezza, diagnosticava l'assenza? Badiou offre una risposta paradossale: bisogna, socraticamente, corrompere i giovani, distoglierli dall'universo luccicante delle merci, creare per loro le condizioni di un nuovo pensiero che sappia farsi fratello del sogno.‎

‎?i?ek Slavoj‎

‎Disparità‎

‎br. Che cos'è la disparità che dà il titolo a questo volume? Pressoché tutto: è la differenza presente già negli elementi primi della materia, nella proto-realtà della fisica quantistica; ma anche nel vuoto incolmabile tra l'essere e l'alterità radicale di dio, tra il desiderio e la sua fantasmatica realizzazione in un Altro. Riprendendo uno dei concetti meno frequentati dell'immenso corpus hegeliano, ed erigendolo a principio ontologico universale, Slavoj Zizek ne libera tutto il potenziale analitico, continuando brillantemente nella sua opera pluridecennale di reinterpretazione di Hegel e Lacan; e nel suo stile inimitabile (un impasto di cultura alta e pop, Schönberg e le canzonette, Heidegger e i noir americani) rafforza ulteriormente la vocazione militante del suo materialismo, la concezione della filosofia come forma di lotta di classe in nome della vera Idea - quella comunista - che è ciò che «essenzialmente divide».‎

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