Professional bookseller's independent website

‎1900‎

Main

????? : 29,490 (590 ?)

??? ??? 1 ... 507 508 509 [510] 511 512 513 ... 523 533 543 553 563 573 583 ... 590 ??? ????

‎Afribo Andrea‎

‎Poesia italiana postrema. Dal 1970 a oggi‎

‎br. Con un'attenzione rivolta innanzitutto al binomio lingua e stile, i capitoli di questo libro disegnano una mappa storico-critica della poesia italiana degli ultimi decenni, tra maestri di ieri (Montale, Sereni, Luzi, i novissimi, Zanzotto) e una generazione di giovani esordienti negli anni Settanta del Novecento e via via in quelli successivi: da Cucchi a Viviani, ai poeti del Pubblico della poesia fino a Magrelli, Valduga, Frasca, Pusterla, Anedda, Dal Bianco. Seguono tre approfondimenti su Ferruccio Benzoni, Milo De Angelis e Umberto Fiori. Un excursus sul nonsense nella poesia del secondo Novecento e un saggio sulla scrittura critica di Giovanni Raboni concludono il volume.‎

‎Mecacci Luciano‎

‎La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile‎

‎ill., br. "Sono cose che ancora non si possono dire". Questa affermazione di Cesare Luporini, una delle teste pensanti del PCI nel secondo dopoguerra, risale a un'intervista radiofonica sull'"affaire Gentile" rilasciata nel 1989, a quasi cinquant'anni di distanza dai fatti. Bene, chi vive in Italia è abituato a delitti politici preparati, eseguiti e poi coperti in un'atmosfera acquitrinosa, dove nessuno per certo è innocente, ma un colpevole sicuro non esiste. Eppure, l'assassinio di Giovanni Gentile in quel freddo aprile del 1944 rimane un cold case diverso da tutti gli altri - che l'indagine di Luciano Mecacci, condotta anche su documenti inediti, riapre in modo clamoroso. Tutto, in questa ricostruzione, è perturbante. I moventi, molto meno limpidi - o molto più umani - di quanto fin qui si è tentato di far credere. La scena del delitto, cioè la Firenze cupa e claustrofobica occupata dai tedeschi. E naturalmente gli attori. Qualcuno ha discusso, deciso, agito: ma come, fino a che punto, perché? Le figure che appaiono sul palcoscenico sono numerose, e molto diverse fra loro. Oscuri gappisti. Feroci poliziotti. Informatori. Doppiogiochisti. E al centro di tutto, il meglio dell'intellighenzia italiana di allora: Luporini, certo, ma anche Eugenio Garin, Antonio Banfi, Mario Manlio Rossi, Guido Calogero, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Concetto Marchesi.‎

‎Worsley Lucy‎

‎A casa di Jane Austen‎

‎br. Il mondo dei romanzi di Jane Austen è domestico, ordinato, intimo. I suoi personaggi abitano in villini deliziosi, residenze di campagna principesche ed eleganti palazzi cittadini. Si è tentati perciò di credere che anche la vita della grande scrittrice si sia svolta in ambienti analoghi. Nulla di più lontano dalla realtà. L'esistenza di Jane, in apparenza tanto tranquilla, fu segnata da porte chiuse, strade che non le fu consentito imboccare, scelte che non poté compiere. La piccola somma guadagnata a fatica grazie ai suoi libri non bastava a consentirle di avere una casa tutta sua, e la morte del padre la costrinse a peregrinare tra abitazioni in affitto o presso parenti che le riservavano il destino proprio delle zie nubili: badare ai bambini. Leggendo i suoi romanzi, così pieni di case amate, perdute, sognate, si comprende bene come il desiderio struggente di una casa vera, di un luogo protetto dove mettere al sicuro i propri manoscritti e scrivere senza il peso delle faccende domestiche, non l'abbia mai abbandonata. Dalla modesta canonica di Steventon, circondata da castagni e abeti e da «uno di quei giardini vecchio stile nei quali convivono verdure e fiori», in cui Jane nacque e crebbe, fino al cottage di campagna di Chawton, nell'Hampshire, dove trascorse gli ultimi anni della sua breve vita, Lucy Worsley, con una scrittura affascinante e spiritosa, perfettamente in tono con i romanzi della Austen, ci conduce nella quotidianità della scrittrice più amata, mostrando le sue giornate buone e quelle storte, i piaceri privati e le incombenze, quelle «piccole cose dalle quali dipende la felicità quotidiana della vita domestica», e che lei elevò ad arte.‎

‎Omaggio alla Venere Caprese. Modelli femminili a Capri nella pittura tra Ottocento e Novecento‎

‎ill., br.‎

‎Mazzoni Luca‎

‎Dante a Verona nel Settecento. Studi su Giovanni Iacopo Dionisi‎

‎brossura Il volume presenta la figura del veronese Giovanni Iacopo Dionisi (1724-1808), autore di una serie di opere di critica dantesca, attraverso un quadro bio-bibliografico, un censimento del vasto epistolario, a tutt'oggi in larga parte inedito, e un bilancio di tutte le sue proposte esegetiche e testuali relative alla Commedia e al Convivio alla luce della critica più recente. Le proposte interpretative e testuali di Dionisi relative alla Commedia sono state in buona misura recepite dagli studi successivi, ma non si aveva fino a oggi chiara cognizione delle dimensioni del fenomeno; circa le meno note emendazioni al testo del Convivio, viene messo in luce come molte di esse siano state tacitamente assunte dagli "editori milanesi" (Giovanni Antonio Maggi, Vincenzo Monti, Gian Giacomo Trivulzio) nella loro edizione del 1827 del Convivio, per essere poi accolte anche nell'ultima edizione del trattato dantesco. A tal fine, vengono presi in esame alcuni materiali conservati presso la Biblioteca Trivulziana di Milano: dei postillati e un manoscritto preparatorio compilato da Maggi, Monti e Trivulzio, di cui si fornisce un'edizione parziale.‎

‎Zampini Elisabetta‎

‎Nel grido d'una gioia. La voce di Ida Vassalini‎

‎brossura‎

‎Viarengo Adriano‎

‎Vittorio Emanuele II‎

‎br. "In genere le biografie pili significative del primo sovrano del Regno d'Italia si aprono con la sua salita al trono, in una delle ore più cupe per i Savoia. Vittorio, duca di Savoia ed erede al trono, ha da poco compiuto ventinove anni. È un'età, alla metà del XIX secolo, non pili verde. Quindi ciò che è avvenuto in lui e attorno a lui prima di quella triste serata del 23 marzo 1849 non solo non è poco sul piano cronologico, ma è stato spesso decisivo per forgiare il suo animo. Poco, inoltre, sino a tempi recentissimi, si è guardato a chi gli era stato e gli stava accanto. Allo stesso modo si è dato quasi per acquisito e non bisognoso di indagine quel naturaliter monarchicus che avrebbe caratterizzato i sudditi del suo composito regno avito. Difficile capire chi fu il primo sovrano dell'Italia unita trascurando questi aspetti. Cosi come non è molto accettabile che, in quei lavori, dopo l'entrata in Roma delle forze italiane e lo spostamento nell'Urbe della capitale, ci si incammini velocemente verso la conclusione della sua vita." (Dalla Premessa)‎

‎Michelstaedter Carlo; Comincini A. (cur.)‎

‎La persuasione e la rettorica‎

‎ill., br. Perché una nuova edizione de "La persuasione e la rettorica"? La domanda, ineludibile e diretta, trova risposta nella necessità di offrire al lettore la possibilità di confrontarsi con il manoscritto di Michelstaedter, attraverso un'opera che ne racconti il lungo percorso editoriale nel secolo scorso. L'operazione rivelerà la coerenza e la distanza che le pubblicazioni anteriori evidenziano rispetto al manoscritto autentico, e quindi le eventuali cause di un'eccessiva od ingombrante impronta "ideologica", da parte dei curatori. Con la presente edizione pertanto non si vuole soltanto tornare al testo originale per usufruirne in modo chiaro, ma ipotizzare che l'infedeltà al manoscritto, plausibilmente, abbia indotto a conclusioni teoretiche spesso condizionate a causa della disinvoltura di cui sopra. La pubblicazione dunque ha come proposito di sottolineare la frattura filologica e concettuale tra manoscritto originale ed opere (Vallecchi, Formiggini, Sansoni, Marzorati, ed in parte Adelphi) che non si evince solamente da scelte incoerenti, ma da un ingiustificato o eccessivo esercizio correttivo e sostitutivo.‎

‎Rapetti Ferruccio‎

‎Ero un Balilla‎

‎brossura L'autore fa conoscere al lettore, grazie ai suoi personali ricordi incisi nella mente, come si viveva a Milano e in Lombardia in tempo di guerra. Lo fa in tono familiare, utilizzando il linguaggio di un ragazzino, il Balilla di allora, senza esprimere giudizi, senza approfondire i lati politici. I ricordi si estendono fino all'immediato dopoguerra e presentano un'Italia ferita, ma con tanta voglia di ricostruire.‎

‎Antonini C. (cur.)‎

‎Rinchiudere un sogno. Da Piacenza ai lager nazisti. Il libro dei deportati politici‎

‎ill., ril.‎

‎La Belle Epoque a Milano. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril.‎

‎Mastro Titta; Donativi M. (cur.)‎

‎Memorie di un boia‎

‎br. "Esordii nella mia carriera di giustiziere di Sua Santità, impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere". Con questa asciutta frase prendono avvio le memorie romanzate di Mastro Titta, il celebre boia dello Stato Pontificio. Un best-seller di fine ottocento, abilmente creato a tavolino da uno scaltro editore e un anonimo scrittore. Granduignolesco romanzo d'appendice, le "Memorie di un boia" suonano stranamente attuali in questi anni così appassionati alla cronaca nera.‎

‎L'architettura dei cinematografi in Sicilia‎

‎ril.‎

‎Emerson Ralph Waldo; Paolucci S. (cur.)‎

‎Il carattere e la vita umana. Quattro saggi inediti‎

‎br. Ne "Il carattere e la vita umana" di Ralph Waldo Emerson si presentano per la prima volta in Italia quattro saggi inediti del grande scrittore e filosofo statunitense. Centotrenta anni fa, nel 1886, a cura del torinese Leon Augusto Perussia, usciva per la prima volta in Italia una raccolta di saggi R.W. Emerson intitolata "Il carattere e la vita umana". Oggi, a distanza di oltre un secolo, il curatore e traduttore Stefano Paolucci ha voluto ricordare quel primo volume e il primo divulgatore italiano di Emerson con una raccolta di saggi altrettanto significativa e, come allora, inedita in Italia. I quattro saggi presenti nel volume sono intitolati "Carattere", "Lo studioso", "Educazione" e "La sovranità dell'etica". Scritti tra il 1863 e il 1878, vi riecheggiano le tematiche che hanno reso celebre in tutto il mondo il lavoro del filosofo americano: l'esaltazione delle forze morali e della spontaneità della personalità individuale, autonoma ed energica; l'educazione al complesso gioco della vita come via suprema per l'accrescimento di sé e del proprio personale genio; il ruolo centrale della Natura e dell'Etica. Ispiratore di Nietzsche, amico e maestro di David Thoreau, fondatore e figura di riferimento del trascendentalismo americano, Emerson esprime in questi scritti la sua piena maturità stilistica e intellettuale.‎

‎Weitz Eric D.‎

‎La Germania di Weimar. Utopia e tragedia. Nuova ediz.‎

‎ill., br. La Repubblica di Weimar è stata a lungo dipinta solo come un momento di passaggio, seppur drammatico, tra la Grande Guerra e il Terzo Reich. In realtà, fu molto di più. Il sistema di democrazia parlamentare che seppe realizzare fu sorprendente: non solo perché nacque pochi mesi dopo la fine di un conflitto mondiale da cui la Germania era uscita sconfitta e umiliata da quanto stabilito nel Trattato di Versailles ma, soprattutto, per la portata delle trasformazioni politiche, sociali e del costume che la contraddistinsero. Alle riforme di welfare si accompagnò una vivacità intellettuale e una creatività che fecero in particolare di Berlino una capitale mondiale dell'arte d'avanguardia: la letteratura, l'architettura, il cinema, la fotografia e la filosofia furono rivoluzionati da personalità le cui opere sono divenute capisaldi della cultura occidentale del Novecento. Con una narrazione calibrata e sempre avvincente, Weitz fa rivivere quel periodo di radicali contrapposizioni, con l'ausilio di documenti istituzionali, articoli e testimonianze dirette corredati da immagini e fotografie. Ne emerge un quadro esaustivo dei quattordici anni della repubblica, con le sue molte luci e le sue altrettanto numerose zone buie. Questa edizione è arricchita da una nuova introduzione e da un capitolo finale dedicato all'eredità di Weimar, come simbolo di tutte le fragilità che insidiano ogni democrazia.‎

‎Gramsci Antonio‎

‎Il Risorgimento‎

‎br. "Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti". "Il Risorgimento" è opera dell'intellettuale, ricercatore e sociologo Antonio Gramsci. A oggi, è tra i testi chiave nella contro-retorica risorgimentale.‎

‎Criscenti Nino; Montanari Tomaso‎

‎L'aria della libertà. L'Italia di Piero Calamandrei. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. «Io ricordo che negli anni pesanti e grigi nei quali si sentiva avvicinarsi la catastrofe, facevo parte di un gruppo di amici che, non potendo sopportare l'afa morale delle città piene di falso tripudio e di funebri adunate coatte, fuggivamo ogni domenica a respirare su per i monti l'aria della libertà...». Le istantanee scattate dalla Rolleiflex di Piero Calamandrei raccontano l'atmosfera - allegra e malinconica - di queste brevi fughe per pievi e abbazie, siti archeologici e luoghi d'elezione di artisti e poeti, destinazioni scelte col desiderio di ritrovare quella «tradizione di civiltà» di cui s'era «smarrito il senso». Alla ricerca del «vero volto della patria», insieme a Calamandrei, alcuni dei più importanti intellettuali antifascisti che, all'indomani della fine della guerra, furono tra i protagonisti della rinascita morale e civile del paese.‎

‎Canale Cama Francesca‎

‎L'età contemporanea. Una storia globale‎

‎br. Oggi molte delle categorie attraverso le quali leggevamo la storia contemporanea (Stato, nazione, impero, classe) sono andate in crisi e hanno subito trasformazioni sostanziali. La globalizzazione e le sue conseguenze impongono di ripensare radicalmente i processi storici tenendo conto di uno spaziomondo di cui sono protagonisti uomini e civiltà appartenenti ad etnie, culture e religioni differenti, dislocati in tutto il pianeta. Questo manuale, allora, si propone di ricostruire quella che definiamo come età contemporanea superando la periodizzazione tradizionale basata sul canone della storia nazionale ed europea. Momento inaugurale delle dinamiche dell'età contemporanea vengono considerate le trasformazioni mondiali imposte dall'imperialismo di fine Ottocento. Connessa a questa scelta cronologica sta quella geografica orientata a rivedere il rapporto centro-periferia, ovvero tra un Occidente centrale e propulsivo e il resto del mondo 'periferia', da considerarsi solo quando e se interagisce con il centro. I lunghi e travagliati processi dell'età contemporanea, infatti, hanno mostrato come nello spazio-mondo questa relazione sia mobile e duttile, oppure che le geometrie degli equilibri fluttuano spesso e rapidamente. Ma l'approccio qui utilizzato non rappresenta solo un correttivo geografico. A cambiare è la narrazione stessa che cerca di superare le problematizzazioni storiche più classiche. Temi transnazionali e trasversali (migrazioni, capitali e commercio, espansione degli imperi, circolazione delle idee) affiancano e contribuiscono a superare l'impostazione di una storia scritta esclusivamente dal punto di vista dei governi nazionali o incentrata sulle comunità geografiche. Ampio spazio è quindi dedicato a temi internazionali, ai nuovi protagonismi mondiali, alle nuove guerre, ai cambiamenti sociali e geopolitici degli ultimi decenni di cui si evidenziano le radici e l'evolversi nel passato più prossimo restituendo la giusta complessità al tempo che viviamo.‎

‎L'organo di Domenico Farinati nel Duomo di Verona. Storia e conservazione‎

‎ill.‎

‎Alfano Giulio‎

‎Democrazia personalista‎

‎br. "Democrazia Personalista" nasce da una serie di interventi svolti dall'autore in convegni e lezioni; tratta del concetto di persona in un ampio spazio culturale sia storico che biografico. Partendo dalla visione filosofico-politica di Emmanuel Mounier (1905-1950), l'autore ripropone la centralità e il valore della persona nell'ambito della pubblicistica contemporanea. La centralità della persona viene riproposta prendendo spunto dalle fonti filosofiche tomiste alle quali il pensiero di Mounier si è costantemente ispirato sin dall'esordio sullo scenario culturale negli anni Trenta del Novecento, soprattutto attraverso la rivista "Esprit". La coniugazione politica con la categoria della "democrazia" avviene mediante la declinazione del vissuto democratico in ambiti storici diversi, privilegiando il rapporto tra persona e fede religiosa, non in modo confessionale ma laicamente inteso, per poter illustrare come il personalismo ha saputo aprire una frontiera nuova del vivere democratico, svelando l'essere dell'uomo "situato" nella storia. "Democrazia Personalista" è una disamina culturale del cammino che, attraverso la promozione della persona e la sua centralità, ha reso possibile promuovere una vera cultura della pace attraverso un sentimento di uguaglianza sociale.‎

‎Passione '900. La collezione Giuliani. Dal futurismo al nuovo millennio. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. Catalogo delle opere in mostra a conversano dal 13/02/2022 al 15/06/2022.‎

‎Calamandrei S. (cur.)‎

‎Trame di cura. Lea Pimpinelli ed Emilia Baroncelli. Lettere a Colcello ottobre 1943-maggio 1944‎

‎ill., br. Da un soppalco riemergono lettere dell'inverno primavera 1943-44, indirizzate a Colcello, piccolo borgo umbro dove il giurista e rettore fiorentino Piero Calamandrei ha trovato rifugio con la moglie Ada, la sorella Egidia, il cognato Ciro Polidori e la loro figlia Serenella presso Ermanno, fratello di Ciro. Il figlio Franco è a Roma, impegnato nella Resistenza, ma i genitori scopriranno solo dopo la Liberazione la sua militanza nei GAP. Un pacchetto di lettere femminili indirizzate ad Ada ed Egidia, che ci fanno conoscere una dimensione di preoccupazioni e cure quotidiane solo apparentemente di contorno. Cibo, affetti, salute, abiti, case e ansie per i figli dominano nelle corrispondenze che si intrecciano tra Treggiaia e Firenze da una parte e Roma dall'altra, con destinazione Colcello. Sono i corrieri che recano lettere e pacchetti, o a volte viaggiatori, tutti intralciati dalle interruzioni di strade e ferrovie e ritardati dai bombardamenti che si abbattono sull'Italia centrale. Lettere che non si sa se arriveranno a destinazione, e che rispondono a interrogativi a volte già resi inutili in quanto superati dagli eventi. Nell'Italia occupata dai tedeschi e percossa dai bombardamenti angloamericani una rete di solidarietà e affetti viene tessuta da un fitto dialogo epistolare.‎

‎Metzger Rainer; Walther Ingo F.‎

‎Van Gogh. The complete paintings‎

‎ill., ril.‎

‎Lombardinilo Andrea‎

‎Gabriele D'Annunzio. Lettere a Natalia de Goloubeff (1908-1915)‎

‎br.‎

‎Gatto Alfredo‎

‎René Descartes e il teatro della modernità‎

‎ril. René Descartes è stato tradizionalmente considerato il fondatore di un nuovo paradigma filosofico che ha posto le basi della modernità. Nel presente lavoro, l'autore si interroga sul fondamento di questo comune giudizio, analizzando la riflessione cartesiana alla luce della teoria sulla libera creazione delle verità eterne. In questa dottrina, letteralmente inaudita, Descartes ha dato voce ad un pensiero irriducibile alla tradizione precedente, tracciando le linee guida di un'altra, e ben più radicale, idea di Dio. È significativo, tuttavia, che il filosofo francese si sia limitato ad elaborare ed esporre i presupposti della sua teoria soltanto nel proprio epistolario, e non nelle opere destinate ad un più ampio pubblico. L'analisi delle ragioni di questa scelta intende restituire al lettore la dialettica che ha caratterizzato la riflessione di Descartes, collocandola nell'immaginario barocco cui a pieno titolo apparteneva.‎

‎Tomasello Dario‎

‎La drammaturgia italiana contemporanea. Da Pirandello al futuro‎

‎br. Il presente volume attraversa un secolo di storia della nostra drammaturgia, riservando un'attenzione omogenea ai classici conclamati così come agli autori viventi della straordinaria fioritura degli ultimi anni. Il teatro italiano contemporaneo è il luogo di uno scontro, neanche tanto sotterraneo, fra la tradizione attoriale italiana e l'ultimo tentativo di un'autorialità letteraria di imporsi alla scena, di imporvi i propri fantasmi. Le ragioni di questo testo risiedono, allora, nella necessità di ricostruire una genealogia drammaturgica complessiva che tenga conto della specificità italiana, tra protagonismo attoriale e policentrismo dei linguaggi della scena, con particolare riguardo per il paradosso pirandelliano e dusiano di un'idiosincrasia prolifica per il teatro e, ancora, per la "funzione Eduardo", capace di alimentare, grazie alla mediazione di straordinari attori-artisti, molta della nouvelle vague attuale.‎

‎Fabris Adriano‎

‎Twitter e la filosofia‎

‎br. A scanso di ogni equivoco questo è un libro di filosofia: una filosofia che si confronta con le forme di comunicazione più recenti e trendy, ma in cui le vecchie tematiche, dibattute per secoli, tornano comunque a riproporsi. Il libro parla di uno specifico prodotto culturale, Twitter, costituito dal mondo delle interazioni brevi e dei "cinguettii" in rete. Analizza i suoi molti usi, prende in esame il modo in cui cambia le nostre vite, dà conto di un esperimento filosofico che su Twitter è stato realizzato. La domanda a cui si vuole rispondere è se e in che modo, oggi, è possibile fare filosofia, vera filosofia, anche attraverso le nuove tecnologie. Lo scopo di questa ricerca, in sintesi, è di capire se la rete sia in grado di favorire le nostre possibilità espressive o non finisca invece per inchiodarci, sempre e di nuovo, a comportamenti omologanti.‎

‎Anonimo; Russo M. (cur.)‎

‎L'isola degli ermafroditi‎

‎br. "L'isola degli ermafroditi" iniziò a circolare nel 1605 riscuotendo grande successo negli ambienti della corte di Enrico IV di Navarra. Forse scritto durante il regno dell'ultimo Valois, Enrico III, il pamphlet, che utilizza gli stilemi del racconto utopico, narra di un'isola lontana e misteriosa governata da un re e da un'èlite di ermafroditi. La finzione letteraria consente all'autore di operare una tagliente satira delle mode, degli intrighi e soprattutto dei costumi sessuali di Enrico III. La metafora del "corpo doppio" esprime felicemente tutte le deprecabili ambiguità del Valois: dal'atteggiamento oscillante tra virtù esibite e scelleratezze private alla doppiezza della condotta politica nella scelta - tra cattolici e ugonotti delle alleanze più convenienti.‎

‎Matino Umberto‎

‎Cimbri. Vicende, cultura, folclore‎

‎ill., br. Le storie dei Cimbri delle Montagne, che vengono narrate in questo libro, mostrano con grande evidenza che è esistito anche un Veneto tedesco, con un suo dialetto ostico e pieno di fascino, e un Veneto montanaro, legato ferocemente alla terra; che è esistito un Veneto protestante, austero e riformatore e che è inoltre esistito - ed esiste tuttora - un Veneto industriale: il Veneto del lavoro, della fabbrica, della tecnologia e - soprattutto se riferito al mondo cimbro nell'800 - il Veneto del riformismo sociale, del welfare aziendale, della modernità.‎

‎Bartezzaghi Stefano‎

‎Una telefonata con Primo Levi-A phone conversation with Primo Levi. Ediz. bilingue‎

‎br. "Deve essere un telefono che funziona, il libro scritto". Questa frase, che pronunciò durante una conversazione radiofonica, non è che uno dei sintomi dell'interesse di Primo Levi per la comunicazione umana. Nulla di ciò che si può dire linguistico era estraneo all'acuto sguardo del chimico scrittore: etimologie e giochi enigmistici (come palindromi e rebus); gerghi di laboratorio e di Lager; macchine poetiche e reti di computer immaginate da Levi anzitempo. Nelle opere e nei suoi incontri con altri scrittori (diretti, indiretti o immaginari: Bartezzaghi ne inventa anche uno con David Foster Wallace), il Levi linguista e semiologo è quello che si interessa ai modi in cui possiamo dare senso a ciò che senso non ha, esprimere ciò che non si può, scalare l'impervio.‎

‎Ghini Emanuela‎

‎Il cigno. Rilettura di una fiaba di Andersen «Il brutto anatroccolo»‎

‎brossura‎

‎Evola Julius; De Turris G. (cur.); Scarabelli A. (cur.); Sessa G. (cur.)‎

‎Il cammino del cinabro. Ediz. ampliata‎

‎ill., br. Questo libro, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi "Il sentiero del cinabro" e che poi l'autore mutò in bozze ne "Il cammino del cinabro", con evidenti riferimenti simbolici ed ermetici, venne completato entro la metà del 1962 e pubblicato dall'editore Vanni Scheiwiller nel marzo 1963, con lo scopo di rispondere alle polemiche suscitate dall'intellighenzia italiana all'uscita di Cavalcare la tigre nel novembre 1961, in quanto si riteneva intollerabile che fosse stato stampato il saggio di un autore ancora messo all'indice. Julius Evola lo aveva scritto per farlo pubblicare dopo la sua morte, ma prevalse la richiesta del giovane editore milanese. Non si tratta di un'opera autobiografica precisa il filosofo, ma di una "guida attraverso i miei libri", anche se trattando, più che di vicende e fatti personali, di idee e di quei valori tradizionali che hanno caratterizzato tutta la sua vita, ben gli si adatta la definizione di "autobiografia spirituale". In quanto tale "Il cammino del cinabro" ha una importanza fondamentale ed è determinante non soltanto per ben comprendere il percorso delle tesi e della "visione del mondo" che mossero Julius Evola, ma soprattutto per constatare come ci sia un filo conduttore e una coerenza di fondo che legano tutte le sue opere e le posizioni che in esse vengono trasmesse. "Il cammino del cinabro" è dunque una lettura propedeutica necessaria a tutti gli altri libri di Julius Evola: per capirli meglio e non fraintendere quel che in essi si afferma. Sono le stesse parole del loro autore che, appunto, fanno da guida conducendoci dal dadaismo alla filosofia, dallo yoga alla morfologia della storia, dal neospiritualismo all'ermetismo, dal simbolismo del Graal agli sudi sulla razza, dalla dottrina politica alla metafisica del sesso e agli orientamenti esistenziali. Questa nuova edizione, che segue la terza uscita nel cinquantenario della prima, è arricchita da un vastissimo apparato di note non solo biografiche e bibliografiche, ma che approfondiscono, spiegano, chiariscono e, a volte, rettificano i ricordi dell'autore; da una ricca bibliografia orientativa per sviluppare le tematiche via via trattate e soprattutto da una importante appendice di documenti, in alcuni casi del tutto inediti o poco noti, che servono ad ampliare e spiegare meglio gli argomenti dei singoli capitoli. Un arricchimento utilissimo soprattutto per i lettori che si accostano per la prima volta al pensiero di un maestro del Novecento come Julius Evola. In questa nuova edizione critica "Il cammino del cinabro" diventa così un'indispensabile introduzione al pensiero e all'opera multiforme di uno dei tre grandi filosofi italiani del secolo scorso, insieme a Croce e Gentile, secondo quando affermava Franco Volpi. Quarta edizione corretta e aumentata con immagini e documenti inediti. Saggio introduttivo di Geminello Alvi.‎

‎Klages Ludwig; Colla U. (cur.)‎

‎Dell'eros cosmogonico‎

‎brossura‎

‎Kahlo Frida; Secci M. C. (cur.)‎

‎Querido doctorcito. Lettere a Leo Eloesser‎

‎ill., br. «Il carteggio tra Frida Kahlo e il dottor Leo Eloesser dura anni - dal 1931 al 1951 - e racchiude indizi di quotidianità, del rigore di un'amicizia profonda, di un dottore che conosce oltre ai dolori del corpo, quelli dell'animo della propria paziente. Si presentano qui le lettere di Frida, scritte a mano o a macchina, che permettono di ricostruire la sua storia clinica e i sintomi nell'animo: i dolori alla schiena e alla gamba destra, la stanchezza cronica, il brutale dimagrimento... ma anche la ferita aperta per l'amore tradito, l'impulso politico. Musa dell'artista è sempre il dolore.» (M. Cristina Secci)‎

‎Renoir Auguste; Pontiggia E. (cur.)‎

‎Lettere e scritti‎

‎br. Per un singolare contrappasso, Pierre-Auguste Renoir è noto oggi soprattutto come pittore impressionista, mentre all'impressionismo dedicò solo una parte della sua vita di artista. Della pittura en plein air fu, verso il 1863, uno dei fondatori, con Monet e Bazille, ma già alla fine degli anni Settanta considerava quella esperienza esaurita, un vicolo cieco. Dopo di allora continuò a dipingere per altri quarant'anni, superando le premesse impressionistiche, anzi negandole, in nome di un classicismo di cui nel nostro secolo è stato uno dei precursori. Basta osservare il suo percorso pittorico per capire come Renoir, per primo, abbia avvertito i limiti della tendenza espressiva che aveva contribuito a creare. Quello che rimane costante, in tutta la sua opera, è un indiretto atto d'accusa nei confronti di quell'intelligenza che non nasce dall'istinto e non si risolve nell'esistere. Per questo dipingeva fiori, prati, bambini e soprattutto donne. Per Renoir non la storia, ma la natura era magistra vitae. E ogni forma di cultura, o di ragionamento, era per lui un inganno, un decadimento rispetto alla sapienza originaria che non è contenuta nei libri, e che è la sola che conti. Ma non bisogna equivocare. Renoir fu in realtà un pittore-intellettuale incontentabile e inappagato, costantemente insoddisfatto dei suoi esiti. Le sue riflessioni sull'arte e soprattutto le sue lettere (che dal 1865, l'anno delle prime ricerche impressioniste, giungono sino al 1918, pochi mesi prima della sua morte) testimoniano questa ansiosa ricerca. E inondate di luce come sono, la luce di Cagnes e della Provenza, riverberano sulle pagine una parte di quella luminosità e di quella vita che Renoir ha sempre racchiuso nei suoi quadri.‎

‎Onofri Anton Giulio‎

‎Io e Pasolini‎

‎br. Questo piccolo libro è la sbobinatura più o meno fedele di un messaggio vocale dell'autore inviato su whatsapp a un amico molto più giovane, curioso della sua opinione su Pier Paolo Pasolini. Non una 'lezioncina' o un'esegesi critica del'attività del poeta o del regista, ma un racconto intimo e personale legato ai ricordi di lui in bianco e nero sugli schermi della televisione, della sua voce asciutta e ruvida come il suono di una viola da gamba, dei suoi iconici occhiali scuri, dei suoi articoli che da ragazzino l'autore leggeva in diretta sul Corriere della Sera; della sua morte e di come sia rimasto un insostituibile modello di riferimento intellettuale ed etico dopo la sua scomparsa tragica.‎

‎Ayers Bill‎

‎Fugitive days. Memorie dai Weather Underground‎

‎br. "Molti erano studenti, altri erano hippy, freak e gente di strada, alcuni erano intellettuali, altri anarchici, ribelli, socialisti, comunisti di ferro [...] eredi dei formidabili beatnik, poeti, liberi pensatori, artisti, rocker, digger, wobblies", afferma Bill Ayers, uno dei principali protagonisti del '68 statunitense, nel raccontare la nascita e lo sviluppo delle lotte per i diritti civili, i movimenti dei neri, la contestazione degli studenti, l'opposizione alla guerra in Vietnam, insomma quel particolare momento politico e culturale dal quale sarebbe emersa una delle organizzazioni più radicali della storia americana: il Weather Underground. Organizzazione rivoluzionaria clandestina attiva negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta, il Weather Underground si concentrò soprattutto sulla strategia del "portare la guerra del Vietnam dentro gli Usa", colpendo i simboli del potere americano ma senza ferire o uccidere con intenzionalità. Fuoriusciti dal movimento studentesco, agli inizi del 1970, gli Weathermen fecero saltare alcuni uffici della centrale di polizia di New York. Poi, tra il 71 e il 75 colpirono il Campidoglio; "bombardarono" il Pentagono, in risposta all'attacco aereo di Hanoi; portarono a termine un attentato contro la multinazionale I.T.T., per la parte avuta nel colpo di stato in Cile; fecero saltare l'ufficio del procuratore generale della California e alcuni uffici del Dipartimento di Stato.‎

‎Ingrassia Michelangelo‎

‎La sinistra nazionalsocialista. Una mancata alternativa a Hitler‎

‎br. Come in Italia, anche in Germania la Grande guerra alimentò forti tensioni, frantumò gli schemi politici del passato, produsse nuove contrapposizioni. Si è ormai stratificata nella storiografia l'idea che Hitler e il nazionalsocialismo siano stati il risultato di particolari circostanze: la Prima guerra mondiale, le ritorsioni di Versailles, la gracile democrazia nata dalle ceneri dell'Impero guglielmino. In realtà nella Germania del primo dopoguerra si agitarono forze culturali e politiche contrapposte alla repubblica di Weimar e alternative a Hitler, come la Rivoluzione conservatrice, il nazionalbolscevismo, il prussianesimo. Furono correnti di pensiero che tutte, in qualche modo, trassero linfa dalla grande tradizione del socialismo tedesco, nazionale e antimarxista. Cadute le barriere di destra e di sinistra, la linea di confine corse fra la multiforme sinistra nazionale e il nazionalsocialismo. Hitler fu l'esito finale di una storia che avrebbe potuto seguire anche altre direttrici; un dramma nel dramma della Germania nel Novecento. Questo libro disegna una mappa che guida lungo le vie seguite da uomini d'azione e uomini d'arme, filosofi e cattedratici, la cui avventura, talvolta velleitaria, risultò perdente nel confronto con il realismo politico del machiavellico Hitler.‎

‎Zarzana Francesco‎

‎L'ultima bracciata. Brema, 1966. La tragedia dimenticata della nazionale italiana di nuoto‎

‎brossura "La nostra memoria storica va assolutamente allenata. Il libro scritto da Francesco Zarzana va in questa direzione. L'ultima bracciata rappresenta l'occasione migliore per far luce su un evento che mai nessuno dovrà dimenticare, su una storia vera e dolorosa che noi tutti dobbiamo portare nel nostro cuore sentendolo come un nostro lutto, il più grande lutto della famiglia del nuoto italiano". (Cinzia Savi Scarponi, Nazionale italiana di nuoto) Brema, Germania, 28 gennaio 1966. Un aereo della Lufthansa con a bordo 46 passeggeri precipita in fase di atterraggio a causa delle pessime condizioni meteo. Sull'aereo volano sette atleti della Nazionale italiana di nuoto (il triestino Bruno Bianchi, il torinese Chiaffredo "Dino" Rora, il romano Sergio De Gregorio, il veneziano Amedeo Chimisso, la romana Luciana Massenzi, la bolognese Carmen Longo, la genovese Daniela Samuele), il loro tecnico, il fiorentino Paolo Costoli e lo storico commentatore della Rai, il genovese Nico Sapio. Non ci sono superstiti. La squadra azzurra era diretta al Meeting di Brema, il più prestigioso appuntamento della stagione indoor del nuoto europeo. E per la prima volta l'Eurovisione avrebbe portato il nuoto nelle case degli italiani.‎

‎Fergonzi Flavio‎

‎Una nuova superficie. Jasper Johns e gli artisti italiani 1958-1968‎

‎ill., br. Una delle voci più autorevoli della critica d'arte contemporanea ci racconta, in questo nuovo volume della collana Pesci Rossi, l'impatto che la lezione del grande artista americano Jasper Johns ha avuto sull'arte italiana a cavallo degli anni Sessanta e Settanta e l'arco delle reazioni degli artisti italiani di fronte al modello di Johns intorno a un tema preciso: il nuovo significato che, grazie alla sua lezione, viene ad avere nel quadro la superficie pittorica. Tra 1960 e 1970 è avvenuto in Italia un processo di mitizzazione di Johns che ha avuto il suo culmine a metà decennio. «In Italia i conti con Johns si fanno soprattutto quando la messa in crisi dei linguaggi tradizionali travolge la ragion d'essere stessa della pittura. La frattura di Johns vale quella di Duchamp, per gli artisti più consapevoli degli anni Sessanta: perché, come Duchamp, l'artista americano ha concettualizzato le pratiche, ha messo il dito sulla piaga delle convenzioni della rappresentazione. Ma chi, qualche anno prima, stava ancora accettando la sfida della pittura si è confrontato con i quadri di Jasper Johns secondo modalità differenti e per certi versi più interessanti, perché toccano una questione decisiva di quel momento: se, cioè, ci si dovesse arrendere alla morte della pittura; e, se no, attivando quali anticorpi». (Flavio Fergonzi)‎

‎Casagrande Ottavia‎

‎Quando si spense la notte. Il principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra‎

‎br. 3 Settembre 1939: con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, quanto potrà durare la non belligeranza dell'Italia? Galeazzo Ciano, ministro degli Affari esteri, conscio di quanto le truppe del Regno siano impreparate, è alla ricerca di un uomo di fiducia che lo aiuti a tenere l'Italia lontana dal conflitto. Già volontario in Spagna con i franchisti e decorato al valor militare, eccentrico, spregiudicato, celebre per la vita sregolata, Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia lavora per il SIM, il servizio di intelligence militare del regime, ed è l'uomo giusto a cui affidare l'azzardata missione. Ma la fedeltà di Raimondo non è incondizionata: oltre alla sua natura ribelle, entra in gioco la passione per Cora, spia inglese, affascinante e spregiudicata almeno quanto lui. Tra fughe rocambolesche travestito da monaca e avvelenamenti sventati per un soffio, tra informatori dell'OVRA mimetizzati da attori di Cinecittà e cellule naziste clandestine, Raimondo ordisce sabotaggi e trama scherzi ai danni dei tedeschi, arrivando ad attraversare la Francia dilaniata dalle truppe di Hitler pur di salvare la sua giovane amica dal capo del controspionaggio, il colonnello Santo Emanuele. Grazie all'inedita testimonianza della figlia di Cora e all'accurata ricerca su documenti d'epoca, l'autrice ricostruisce i nove mesi che dall'inizio della guerra portarono all'ingresso dell'Italia nel conflitto. Prefazione di Raimonda Lanza di Trabia.‎

‎Ferrarotti Franco‎

‎Un greco in via Po. Passeggiate silenziose con Nicola Abbagnano‎

‎br. «E' morto da qualche anno. Da quanti? Non lo so. Non voglio saperlo. Per me è ancora qui, si aggira silenzioso fra noi. Il dialogo cominciato settant'anni fa è ancora aperto. Il silenzio dei morti è eloquente. Basta saperlo ascoltare». «Nicola Abbagnano aveva imparato per tempo a rinunciare, in parte almeno, alla vitalità in favore della serenità, all' emotività anche geniale per restare fedele all' imperativo della misura. In questo senso era un greco nell' accezione classica del termine, un greco apollineo e imperturbato, più che dionisiaco». Con questo ritratto del filosofo che fu tra i primi a diffondere in Italia la conoscenza di Heidegger, Jaspers e Sartre, Franco Ferrarotti conclude un'ideale «teatralogia dell'amicizia», inaugurata con la figura di Adriano Olivetti e proseguita con Cesare Pavese e Felice Balbo. Gli incontri all' Università di Torino in anni «che sanno ancora di guerra», il confronto tra le aspirazioni e i metodi della filosofia e della sociologia, le lunghe silenziose passeggiate fianco a fianco che solo una rara e raffinata intesa può spiegare. «E' forse venuto il tempo - scrive Ferrarotti - per una riconsiderazione serena di quel nesso fra esistenza, progetto, ricerca sociale che non ha nulla di artificioso o di occasionale, ma che al contrario si lega necessariamente all' insieme del pensiero di Abbagnano come suo sbocco necessario».‎

‎Steiner George‎

‎Dieci (possibili) ragioni della tristezza del pensiero‎

‎br. Con altri filosofi, Schelling attribuisce all'esistenza umana una tristezza fondamentale, inevitabile: questa malinconia è il fondo oscuro su cui si radicano la consapevolezza e la conoscenza. Ma a che cosa è dovuta questa "pesantezza dell'animo" che si accompagna alla coscienza della nostra finitezza? In questo saggio George Steiner elenca dieci possibili ragioni della nostra "malinconia creativa". Per farlo, obbliga il suo e il nostro pensiero a pensare sé stesso e i propri fondamenti con folgorante intensità. "Dieci (possibili) ragioni della tristezza del pensiero" affronta in maniera semplice i nodi chiave della filosofia: il rapporto con la realtà, il significato della morte, la radice della creatività, la possibilità dell'infinito e del trascendente - e dunque dell'esistenza di Dio.‎

‎Compagnon Antoine‎

‎Un'estate con Baudelaire‎

‎ril. Baudelaire fu il poeta del crepuscolo, dell'ombra, del rimpianto, in una parola: dell'autunno. Cosa c'è di più strambo della decisione di trascorrere un'estate in sua compagnia? Eppure, con la grande libertà di stile e lo stesso spirito utilizzati nelle lezioni dedicate a Montaigne, Antoine Compagnon riesce a raccontare la vitalità e il fascino di uno degli autori più suggestivi della modernità facendo emergere sia il classicismo e il lirismo del poeta dell'amore, sia l'immagine del dandy in lotta con il mondo, amante della provocazione, del vino e dei paradisi artificiali. Facendosi strada nella sua opera varia e composita, attraverso versi e prosa, critica d'arte e letteraria, frammenti intimi e pamphlet, Compagnon ci fa scoprire un Baudelaire per molti versi nostro contemporaneo: un uomo ricco di contraddizioni, inclassificabile, scomodo e scandaloso, e proprio per questo straordinariamente seducente. E riesce a insegnarci come possa essere universale e immediato il linguaggio della poesia.‎

‎Sermonti Vittorio‎

‎Se avessero‎

‎br. Una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona Fiera di Milano alla caccia d'un ufficiale della Repubblica Sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male ai grandi eventi della Storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli "intermittenti soprusi della memoria": il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il "passaggio dalla parte del nemico" (iscrizione al PCI), e poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista; e la famiglia "feudale" della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. Testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato. Così, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi, Vittorio Sermonti ci regala un libro sconcertante, tracciato nella forma di una lunga canzone d'amore per un tu che ha smascherato molti di quei fantasmi del "narrator narrato", e gli dà ancora la voglia di vivere: un libro che è anche la cronaca minuziosa di un Paese e di un interminabile dopoguerra...‎

‎Lilin Nicolai; Ponta A. (cur.)‎

‎Un tappeto di boschi selvaggi. Il mondo in un cuore siberiano. Ediz. a colori‎

‎ill., ril. La memoria è un caleidoscopio. Immagini ed emozioni sono i suoi frammenti di vetro, che col tempo ci plasmano e nel tempo compongono forme sempre diverse. In questo libro ho raccolto i miei frammenti, le mie foto, i miei disegni. Quel che vedo quando penso a quel che sono.‎

‎Villafranca Soissons I. (cur.)‎

‎In opera. Conservare e restaurare l'arte contemporanea. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. "Parlare di restauro riferendosi a opere contemporanee sembrerebbe quasi un ossimoro, una callida iunctura la definirebbe Orazio": così introduce il tema di questo volume la sua curatrice, Isabella Villafranca Soissons. La differenza fondamentale tra arte del passato e del presente risiede, per il conservatore, nella diversità delle tecniche esecutive: per secoli metodologie e materiali codificati da numerosi manuali, sono rimasti immutati. A partire dal XX secolo gli artisti iniziano a utilizzare una varietà infinita di materiali non tradizionali, assemblandoli, a volte arditamente, per mezzo di una vastissima scelta di linguaggi espressivi e con un intento spesso provocatorio e polemico nei confronti della tradizione. Quando le prime opere entrate in collezioni pubbliche e realizzate con materiali non convenzionali hanno iniziato a degradarsi, i monocromi a perdere la loro freschezza, le installazioni meccaniche o sonore a bloccarsi, è sorta la necessità di dare risposta ai problemi relativi a un eventuale ripristino. L'intervento del restauratore risulta allora particolarmente delicato, problematico e sperimentale, richiede un grande sforzo di creatività e conoscenze poliedriche. I contributi autorevoli raccolti in questo volume vogliono rendere conto della molteplicità dei soggetti, delle motivazioni e delle finalità con cui interagisce il restauratore dell'arte contemporanea nel suo lavoro.‎

‎Türcke Christoph‎

‎La società eccitata. Filosofia della sensazione‎

‎br. Alla fine, ecco il sensazionale. Dovrebbe essere raro, oltre che sconvolgente. Ma quell'emozione che fa sobbalzare, quel fremito che magnetizza, quell'eccitamento da clamore non costituiscono l'oltranza che, ogni tanto, viene a sovvertire il nostro pacato assetto percettivo. Sono la dismisura a cui noi, esseri umani senzienti, siamo ormai assuefatti. Se tutto il visibile e tutto l'udibile alimentano il notiziabile, e la logica stessa dell'informazione impone di impressionare per mezzo di stimoli sempre più forti, la soglia di ciò che eccita il nostro sensorio non smetterà di spostarsi in avanti. L'eccitabilità assurge dunque a decisivo imperativo sociale, motore di un'industria sia dell'immateriale sia delle merci. Da tempo il sensazionalismo, con il nuovo regime antropologico che ha configurato, è oggetto di riflessione per studiosi della società e filosofi, nonché terreno di elezione per moralisti in vena di astinenza mediatica e ascetismo emotivo. Soltanto Christoph Turcke però ha saputo ricostruirne il significato, rovesciando il punto di vista da cui finora lo si è preso in esame. Dal suo saggio illuminante apprendiamo che tra l'odierno "far sensazione", ossia destare scalpore, e la sensazione intesa quale atto del percepire - al centro del pensiero moderno - esiste una consustanzialità, e non lo scarto che immagina con sussiego il discorso filosoficamente ben temperato.‎

‎Blumenberg Hans; Heidenreich F. (cur.); Nicholls A. (cur.)‎

‎Prefigurazione. Quando il mito fa la storia‎

‎br. Per la prima volta tradotto in italiano, questo testo di Blumenberg risalente agli anni '80 - corredato qui di lettere e scritti - espone l'originale concezione del mito e la sua elaborazione in ambito politico. Una nuova comprensione del concetto di "prefigurazione" che diventa la metafora di azioni come risposte a svolte storiche, e viene caricato di nuovo significato: l'uomo si affida a modelli del passato, che possono diventare paradigmi interpretativi per conferire legittimità al potere. La prefigurazione trova in questi modelli schemi di legittimazione retorica delle azioni politiche messe in scena, ad esempio, da Napoleone Bonaparte e Adolf Hitler con figure come Alessandro il Grande, Giulio Cesare, Federico II e Federico il Grande.‎

‎Nietzsche Friedrich; Colli G. (cur.); Montinari M. (cur.)‎

‎Opere complete. Vol. 6/4: Ditirambi di Dioniso‎

‎brossura‎

????? : 29,490 (590 ?)

??? ??? 1 ... 507 508 509 [510] 511 512 513 ... 523 533 543 553 563 573 583 ... 590 ??? ????