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Nigro Pietro
Pagine autobiografiche e miscellanea artistico-letteraria
br. L'autore, dopo un breve ricordo dei suoi due principali maestri, il padre Salvatore e il giudice Italo Troja, evidenzia le caratteristiche della sua sicilianità attraverso la descrizione di due cittadine: Avola, suo luogo di nascita, e Noto, suo luogo di residenza dopo il matrimonio. Attraverso un piacevole excursus autobiografico si va dagli anni universitari ai viaggi compiuti in Francia e in Svizzera, proseguendo con la descrizione della sua città d'elezione, Parigi, fucina della sua passione letteraria, e concludendo con quegli autori che hanno influenzato la sua formazione.
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Moos Stanislaus von; Campana Mara; Bosoni Giampiero
Max Huber. Ediz. italiana
ill., ril. Max Huber (1919-92) è stato uno dei più importanti grafici del XX secolo. In questa esaustiva monografia, la prima a essere pubblicata, tre autori ne ripercorrono, illustrandola, l'intera carriera, dagli esordi in Svizzera fino ai lavori più maturi in Italia. Attraverso l'analisi approfondita del suo lavoro, il volume mira a dimostrare l'importanza di Huber nella storia della progettazione grafica moderna. Lo stile di Huber riassume in sé gli insegnamenti dei primi maestri moderni, fra i quali Max Bill e László Moholy-Nagy, coniugandoli ai diversi influssi culturali che animavano la Milano del dopoguerra. Huber fu tra i primi ad applicare l'estetica dell'avanguardia in ambito commerciale ed aziendale. Tra le 450 illustrazioni presenti nel volume, la maggior parte delle quali finora inedite, sono inclusi i celebri manifesti per le corse automobilistiche di Monza, le copertine di album di musica jazz e quelle per alcune collane delle principali case editrici italiane, considerati modelli esemplari nel loro genere. Tuttavia, è su un piano completamente diverso che l'opera di Huber ha lasciato un segno durevole, imprimendosi nelle strade d'Italia come nella memoria collettiva di molte generazioni. I logotipi da lui creati per i grandi magazzini La Rinascente e per la catena di supermercati Esselunga hanno di fatto modificato l'immagine delle due aziende nonché il paesaggio urbano della stessa Milano.
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Morena Francesco
Utamaro. Ediz. illustrata
ill. Un dossier dedicato a Utamaro. In sommario: "Il pittore delle 'case verdi"', "Capolavori dell'erotismo", "L'artista e l'editore", "Un artista senza biografia". Come tutte le monografie della collana "Dossier d'art", una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Haftmann Werner
Guttuso
ill., br. Un dossier dedicato a Renato Guttuso. In sommario: "Il legame con la Sicilia"; "La maturazione artistica e politica nella Roma degli anni Trenta; "La conquista dello stile; "Un realismo 'sui generis"'. Come tutte le monografie della collana "Dossier d'art", una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Rossi Paolo
Speranze
br. I filosofi che vanno per la maggiore, in Italia e fuori, sono da molto tempo quelli che sdottoreggiano sulla storia universale, sul destino della civiltà, sul senso della tecnica in generale, sul globale significato del sapere scientifico, quelli che sanno come e quando sono cominciati i nostri guai e dove inevitabilmente andremo a finire. Paolo Rossi, da quando ha cominciato a scrivere, ha polemizzato (a volte aspramente) con questo tipo di filosofia. Questo suo libro sulle "speranze" è scritto in uno stile chiaro e asciutto, non è solo per i filosofi, ma per tutti coloro che non si accontentano di vivere e vogliono anche pensare. Si parla di visioni "senza speranze", e quindi di letteratura apocalittica, delle previsioni catastrofiche fallite, della fine dell'Occidente, del masochismo degli intellettuali, dell'impellente bisogno, che molti di loro manifestano, di "uscire dall'Occidente"; ma si parla anche di "smisurate speranze", di immaginari paradisi collocati in un altrove geografico, di coloro che hanno aspettazioni eccessive e coltivano il mito dell' uomo nuovo, dell'utopismo come ideologia diffusa.
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Allen Robert C.
La rivoluzione industriale inglese. Una prospettiva globale
br. Perché la rivoluzione industriale è avvenuta proprio in Inghilterra e non altrove, in Europa o in Asia? A questo interrogativo, che è forse in assoluto il principale e più dibattuto nella storia economica, la sintesi di Allen fornisce una nuova e convincente spiegazione collocando la rivoluzione industriale in una prospettiva globale. Nel contesto generale dell'economia del Sei-Settecento, l'Inghilterra aveva infatti, in rapporto agli altri paesi, salari più alti e costi più bassi per l'energia. Ne consegue che solo in Inghilterra potè esservi la spinta a creare e utilizzare le innovazioni basilari della rivoluzione industriale, cioè la macchina a vapore, la filatura meccanica, l'uso del carbone invece che del legno nell'industria metallurgica. Quando poi nel corso dell'Ottocento quelle nuove tecnologie saranno rese meno costose la rivoluzione industriale si diffonderà dall'Inghilterra al resto del mondo.
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Popper Karl R.
I tre mondi. Corpi, opinioni e oggetti del pensiero
br. Quanti sono i mondi che compongono l'universo in cui viviamo? Contro i sostenitori di una concezione monistica o dualistica, Popper propone in questo piccolo libro una visione plurale, fatta di tre sotto-universi. Il Mondo 1 comprende i corpi fisici: è il mondo delle pietre e delle stelle, delle piante e degli animali. Il Mondo 2 è quello mentale o psicologico: il mondo dei nostri sentimenti di piacere e di dolore, dei nostri pensieri e delle nostre percezioni. Ma è sul Mondo 3 che Popper sofferma più a lungo l'attenzione, quello che include i prodotti della mente umana. È il mondo delle lingue e dei racconti, delle storie e dei miti religiosi, delle teorie scientifiche e delle costruzioni matematiche, in cui trovano ugualmente posto l'"Amleto" di Shakespeare, la "Quinta" di Beethoven e la Costituzione americana, oggetti - come dimostra l'autore - altrettanto reali degli altri.
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Cambiano G. (cur.); Fonnesu L. (cur.); Mori M. (cur.)
Storia della filosofia occidentale. Vol. 7: Problemi d'oggi
br. Il settimo e ultimo volume della Storia della filosofia occidentale non offre ricostruzioni storiche ma illustra lo stato dell'arte delle diverse discipline filosofiche, mettendone in evidenza le prospettive future. Il libro si conclude con un capitolo sui rapporti tra filosofia e pluralità culturali nel mondo globalizzato. Se il dibattito contemporaneo presenta una continuità con la tradizione filosofica, esso assume anche connotati propri: prevalenza della tradizione analitica, specializzazione, intreccio tra le diverse discipline.
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Avagliano Mario; Palmieri Marco
L'Italia di Salò. 1943-1945
br. Quando cadde il regime mussoliniano e l'Italia si divise in due, quanti aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia, corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che «optarono» per la Rsi, i prigionieri degli Alleati che rifiutarono di collaborare, le seimila ausiliarie e i fascisti che operarono nelle zone già liberate. In tutto oltre mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che vissero i venti mesi della guerra civile «dalla parte sbagliata».
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Iacopini Beatrice; Moser Sabina
Uno sguardo nuovo. Il problema del male in Etty Hillesum e Simone Weil
br. Due giovani donne di origine ebraica, l'olandese Etty Hillesum e la francese Simone Weil, sono giunte entrambe alla fine della loro breve vita nel 1943: la prima nel campo di concentramento di Auschwitz, la seconda in Inghilterra, sfinita dalla malattia e dagli stenti, mentre era impegnata nella Resistenza. I loro scritti, tanto nutriti della tradizione spirituale quanto assolutamente originali, si sono rivelati tra i contributi più alti del pensiero contemporaneo, soprattutto su quel problema del male che - da sempre costituisce l'oggetto principale della riflessione umana. Così diverse eppure così consonanti nell'essenziale, le voci ancora attuali di Etty Hillesum e Simone Weil offrono una nuova prospettiva, uno "sguardo nuovo" sul mondo, capace di spalancare, a chi le voglia ascoltare, orizzonti nuovi.
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Saraskina Ljudmila; Dell'Asta A. (cur.)
Solzenicyn. La prima grande biografia di Alexandre Soljenitzyne
ill., ril. Aleksandr Solzenicyn (1918-2008) è uno dei grandi scrittori del XX secolo. Testimone della rivoluzione russa, della seconda guerra mondiale, dell'oppressione staliniana e del crescente dominio del materialismo, si considerava erede della grande tradizione del cristianesimo ortodosso. Divenne progressivamente sostenitore degli umili e accusatore della violenza della rivoluzione, e fu quindi costretto all'esilio. Fuori dalla Russia, tuttavia, Solzenicyn si sentiva come un leone in gabbia. Trascorse la seconda parte della sua vita a denunciare congiuntamente il trionfo del materialismo occidentale e sovietico. Secondo una definizione di Ljudmilla Saraskina, la sua vita fu "un incessante slancio dello spirito".
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Venturi Robert
Complessità e contraddizioni nell'architettura
ill.
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Garofalo Francesco; Lupano M. (cur.)
Cos'è successo all'architettura italiana? Ediz. illustrata
ill., br. Due libri, uno infilato nell'altro. Il primo raccoglie dieci saggi che indagano alcune peculiarità del modernismo in Italia, nonché temi e problemi di lunga durata nell'architettura italiana del XX secolo. Il secondo, inserito nel primo, riunisce venti testi brevi nati soprattutto per essere condivisi nella discussione con amici e colleghi. "Il contesto della mia scrittura sottolinea Francesco Garofalo - è la mia personale ricerca di architetto. Che per me significa fare architettura scrivendo, piuttosto che scrivere sull'architettura. I miei scritti si possono ricondurre a due famiglie che ripropongono il confronto fra disciplina e circostanze. E le condizioni affinché si verifichi questo rapporto - necessariamente conflittuale - debbono essere continuamente ricercate e alimentate".
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Bespaloff Rachel; Sanò L. (cur.)
Su Heidegger
br. Costa Azzurra, autunno 1932. Una filosofa di trentasette anni, priva di status accademico e di notorietà, scrive a Daniel Halévy per raccontargli il suo incontro con un libro tedesco uscito nel 1927 e destinato a segnare il pensiero del Novecento: Essere e tempo. L'autore, Martin Heidegger, all'epoca è pressoché sconosciuto in Francia. La giovane lettrice va subito al cuore di quel testo denso, quasi intraducibile, e sa spiegarlo al suo interlocutore con una limpidezza che ancora oggi lascia stupefatti. Le bastano poche pagine per toccarne i punti salienti, che "rendono palpabile la presenza del nulla", e per intuire come perfino i passi più ardui non siano frutto di pura "ingegnosità verbale", bensì rispondano al bisogno di "vincere in noi l'opacità e l'impermeabilità che si oppongono alla nostra chiaroveggenza". Legge Essere e tempo anche da musicista, come se si trattasse di una partitura di Bach: un'Arte della fuga sul tema dell'Essere.
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Scruton Roger
Sulla natura umana
br. Una delle affermazioni più note di Kant è che ciò che contraddistingue gli uomini è la «capacità di rappresentarsi il proprio io». Da qui parte il filosofo inglese Roger Scruton nella sua appassionata difesa dell'unicità umana. Confrontandosi con la psicologia evoluzionista e l'utilitarismo e con filosofi materialisti quali Richard Dawkins e Daniel Dennett, Scruton ribatte che non si può ridurre gli esseri umani a semplici realtà biologiche che progrediscono attraverso l'adattamento e la lotteria dei geni: siamo qualcosa di più che animali umani proprio in virtù di quella nostra capacità di vederci come esseri riflessivi consapevoli di sé e profondamente immersi nella relazione con altri soggetti. Questo dato di fatto, che tutti avvertiamo, si manifesta attraverso le nostre emozioni, i nostri interessi, nel dialogo interpersonale. E fonda le nostre esperienze estetiche, il nostro senso morale, le nostre credenze religiose, grazie a cui diamo forma al mondo conferendogli un significato. Scruton sviluppa questa sua concezione della natura umana con un ricco percorso nella storia della cultura, da Platone e Averroè fino a Darwin e Wittgenstein, soffermandosi anche, come suo solito, su opere letterarie, pittoriche, musicali che hanno il dono di attivare e rendere riconoscibile la particolare autoconsapevolezza dell'io. Contro la visione distorta della scienza come 'nuova religione' e le antropologie oggi dominanti che tendono a comprimere l'originalità e l'ampiezza della nostra stessa esperienza, Scruton propone una visione della natura umana definita nella sua essenza più vera dal termine 'persona', storicamente nato per indicare una maschera che nasconde il volto, ma poi divenuto l'appellativo di un'identità che si riconosce nel tempo, un'entità morale responsabile di azioni e promesse, in un mondo condiviso dove interagiscono individui liberi che si ispirano a valori e rispondono l'uno dell'altro.
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Capelle-Dumont Philippe; Ferretti G. (cur.)
Filosofia e teologia nel pensiero di Martin Heidegger
br. La relazione tra filosofia e teologia rappresenta una problematica costante del cammino di pensiero di Martin Heidegger. Non è solamente l'oggetto di una conferenza del 1927 e nemmeno una semplice tematica per una rilettura della sua opera. In seguito alla pubblicazione di diversi testi maggiori del grande filosofo, rimasti a lungo sconosciuti, e alla luce del rinnovamento delle ricerche sulle sue origini sociali e intellettuali, la questione richiedeva un nuovo esame. Philippe Capelle-Dumont evidenzia le tre topiche fondamentali di questa relazione - filosofia e teologia biblica, filosofia e ontoteologia, pensiero dell'essere e attesa del dio - e le differenti tappe della loro tematizzazione. L'autore analizza il rapporto di Heidegger con la tradizione teologica utilizzando un triplice punto di vista: il radicamento nella cultura cattolica; il debito nei confronti degli schemi fondamentali della teologia cattolica e (soprattutto) protestante e dei loro principali fondatori: san Paolo, sant'Agostino, la Scolastica medievale, Lutero, Bultmann; la provenienza che autorizza paradossalmente l'uscita mai compiuta dalla teologia cristiana. Rifiutando ogni interpretazione teologica del pensiero heideggeriano, l'autore interroga infine il tema del "ritirarsi" come motivo ermeneutico centrale e come asse portante di una rinnovata concezione dei rapporti tra la filosofia e la teologia. Un contributo eccezionale alla storia della filosofia e della teologia.
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Blumenberg Hans; Schmitt Carl; Schmitz A. (cur.); Lepper M. (cur.)
L'enigma della modernità. Epistolario 1971-1978 e altri scritti
br. Carl Schmitt e Hans Blumenberg erano due opposti speculari: il primo critico acuto e radicale della modernità, il secondo teorico della sua piena legittimità e autonomia. Ma entrambi interni alle correnti più innovative e originali della cultura contemporanea. Estraneo a ogni nostalgia tradizionalista il primo, alieno da ogni ingenua retorica progressista il secondo. Furono avversari scientifici, Hans Blumenberg e Carl Schmitt: le rispettive concezioni sul fondamento e la giustificazione delle pretese conoscitive dell'epoca moderna erano radicalmente differenti e la discussione a riguardo proseguì anche in una serie di lettere che si scambiarono tra il 1971 e il 1978. Tale corrispondenza e i testi ritrovati nel lascito di Blumenberg documentano una controversia assai significativa, da cui emergono scambi di tipo scientifico e biografico. Ma furono avversari "necessari" l'uno all'altro, come due interlocutori che sanno di trovare nel confronto con l'altro la propria vera "questione". La replica di Carl Schmitt ha influito in maniera decisiva sul rifacimento della "Legittimità dell'età moderna" di Blumenberg e ha lasciato tracce evidenti sino alla successiva "Elaborazione del mito". Per questo motivo la presente opera riporta brani da entrambi i volumi, oltre a tutto lo scambio epistolare, testi inediti provenienti da opere postume di Blumenberg ed estratti da altri saggi già pubblicati.
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Borri Giancarlo
Come leggere «I viceré» di Federico De Roberto
brossura
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Chiereghin Franco
La fenomenologia dello spirito di Hegel. Introduzione alla lettura
br. La "Fenomenologia dello spirito" ha rappresentato, sin dagli anni della pubblicazione, un peculiare problema per la cultura filosofica; tanto per la sua intrinseca complessità, che ne fa uno dei libri più ardui della storia del pensiero, quanto per il ruolo che essa occupa nell'organizzazione sistematica della filosofia hegeliana. La "Fenomenologia", infatti, nasce come l'opera meno prevista dagli schemi, abbozzi o parti di "sistema" elaborati da Hegel prima del 1805, e tale rimane fino agli ultimi anni di vita del filosofo. In essa le tensioni che innervano la speculazione hegeliana sono portate all'estremo e, al tempo stesso, mantenute in un fondamentale equilibrio. Nel tentativo di penetrarne il segreto, il volume presta particolare riguardo alla struttura logica che sorregge la "Fenomenologia", nella convinzione che sia proprio il possesso della logica a costituire un canone d'accesso privilegiato a un testo di tale difficoltà. Dopo la disamina del metodo e dell'organizzazione concettuale dell'opera - nella quale si stringono i nessi fra la "coscienza" e la necessità della "scienza" e si viene delineando il principio e l'articolazione del cammino fenomenologico -, la trattazione si sofferma sulle figure e i momenti che compongono il percorso del libro, dalla "certezza sensibile" al "sapere assoluto".
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Andina Tiziana
Arthur Danto: filosofo pop
br. Prima di diventare famoso per la sua filosofia dell'arte, Arthur C. Danto era già noto per i suoi studi sulla filosofia della storia, su Nietzsche, sull'epistemologia e sulla teoria dell'azione. Questo libro ricostruisce la riflessione filosofica di Danto in tutte le sue articolazioni, mostrando come per rispondere a una delle domande filosofiche più antiche - "che cos'è un'opera d'arte?" - sia necessario mettere in moto tutta quanta la filosofia, perché la realtà, se la si vuole spiegare, la si deve spiegare tutta insieme, attraverso un solo gesto teorico che concili i piani della ricerca filosofica più sofisticata con i temi e i problemi della cultura pop. In questo senso quello che Andy Warhol è stato per l'arte, Arthur Danto è stato per la filosofia del Novecento.
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Betri M. L. (cur.)
Rileggere l'Ottocento. Risorgimento e nazione
br. Il libro si addentra nell'analisi dei problemi di un secolo complesso, nelle articolazioni del discorso patriottico, nelle sue modalità di diffusione nel concreto dei progetti politici e nei canali della circolazione culturale, nelle declinazioni di alcune significative identità sociali, nel farsi della nazione, tra dimensione privata e pubblica, soffermandosi infine sul profilo di uomini e assetti dell'apparato burocratico-amministrativo tra l'età della Restaurazione e i decenni postunitari.
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Bordini Silvia
L'Ottocento. Le fonti per la storia dell'arte (1815-1880)
br. Nel corso dell'Ottocento avvengono profondi mutamenti nei modi di pensare e fare l'arte: in un'epoca segnata da rivoluzioni politiche, economiche e culturali, gli artisti rivendicano e sperimentano - non senza contrasti un'inedita libertà di espressione. Tra i poli dialettici di tradizione e innovazione, ragione e passione, nasce così un universo di immagini nuove che coinvolge anche gli interventi della critica e le risposte del pubblico, le indicazioni delle istituzioni e l'espansione del mercato. Il continuo interrogarsi dell'arte sulla propria identità emerge dagli scritti raccolti nella sezione antologica del volume e viene analizzato dall'autrice attraverso un'interpretazione storico-critica che mette a fuoco l'intrecciarsi dei modelli di riferimento e delle invenzioni, gli scandali, le polemiche, il dibattito teorico: dal classicismo accademico ad un medioevo sognato e alle suggestioni dell'Oriente; dal senso della storia alle immagini della vita quotidiana; dall'impegno ideologico e civile all'impero dell'immaginazione.
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Fabris A. (cur.)
Il pensiero ebraico nel Novecento
br. Se consideriamo la storia della filosofia del Novecento ci accorgiamo che i maggiori pensatori sono per lo più di origine ebraica. In molti casi, anche in conseguenza delle persecuzioni e della Shoah, questa radice ha inciso fortemente sul loro modo di fare filosofia. Questo libro prende in esame gli autori in cui un tale intreccio di filosofia ed ebraismo si sviluppa nella maniera più evidente e approfondisce alcuni nodi teorici che il pensiero ebraico ha affrontato nel Novecento.
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Heidegger Martin; Barison M. (cur.)
Ernst Jünger. Testo tedesco a fronte
ril. "A questo punto si dovrebbe entrare nel merito del suo trattato 'Sul dolore' e mettere in luce l'intima connessione tra il 'lavoro' e il 'dolore'. Questa connessione rinvia ai riferimenti metafisici che le si manifestano a partire dalla posizione metafisica della sua opera II lavoratore." Così Heidegger in occasione dei sessant'anni di Jünger, in un decisivo (quanto inquietante) passaggio di "La questione dell'essere". Che riesce però in parte oscuro. Il loro confronto, infatti, è sempre rimasto vincolato a poche intensissime battute, quelle raccolte nel volumetto "Oltre la linea", in mancanza di ulteriori attestazioni dell'"Auseinandersetzung" tra i due inconciliabili "Titani". Ecco allora che Ernst Jünger, il volume che presentiamo, e che raccoglie tutti gli appunti degli anni Trenta, il "Colloquio su Jünger" (che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di colleghi all'Università di Freiburg), un manoscritto sul concetto jungeriano di forma del 1954 e ciascuna delle glosse manoscritte appuntate dal filosofo sulle sue copie di lavoro, colma questa lacuna, mettendo a disposizione del lettore italiano l'intera mole degli scritti dedicati a Jünger in cui emerge con assoluta chiarezza il ruolo di prim'ordine giocato dall'autore delle "Tempeste d'acciaio" nelle celeberrime pagine heideggeriane consacrate alla questione della tecnica.
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Viagrande Riccardo
Casta Diva. Il teatro musicale in Europa dalla età rossiniana alla seconda metà dell'Ottocento. Guida all'ascolto
br. Concepito come continuazione ideale de "Il carro di Tespi" (Casa Musicale Eco, 2013) e "Che farò senza Euridice" (Casa Musicale Eco, 2016), il saggio analizza la storia del teatro musicale nell'Ottocento, con particolare attenzione all'epoca romantica. "Casta Diva" narra le sorti del melodramma in Italia, illustrandone successivamente lo sviluppo in altre nazioni europee (Francia, Germania, Russia, Boemia e Spagna); non sono trascurate anche opere quasi sconosciute, recentemente riscoperte e rappresentate. Protagonista del saggio è dunque l'opera, non tanto il compositore; si fornisce un'ampia guida all'ascolto, in cui, oltre a un'analisi della parte musicale, impreziosita da numerosi esempi, ne vengono delineate la genesi e l'accoglienza, attraverso le recensioni della prima rappresentazione e la sua fortuna con le riprese moderne.
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Possamai Donatella
Al crocevia dei due millenni. Viaggio nella letteratura russa contemporanea
br.
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Gianfreda Fausto
Il Graal. Di Simone Weil
br. La simbolica del Graal, con al centro la vicenda del puro Parzival/Parceval, dà immagine ai motivi fondamentali dell'ultima riflessione della Weil sulle condizioni dell'assimilazione a Dio attraverso la contemplazione del Logos Alogos. Nella leggenda del Graal, Oriente e Occidente comunicano nella salvezza nel segno della Croce del Cristo. È convinzione profonda della Weil che tale comunicazione debba realizzarsi in pienezza proprio nella nostra epoca, attraverso l'educazione alla forma più intensa di attenzione: quella di Dio che si comunica al creato nel sacrificio.
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Nepi Marianna
Fausta Cialente scrittrice europea
brossura
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Sieyès Emmanuel-Joseph; Cerroni U. (cur.)
Che cosa è il Terzo Stato?
br. Protagonista silenzioso della rivoluzione francese sia nel 1789 che nel 1799, ispiratore della secessione della Pallacorda e del 18 brumaio, difensore del regime rappresentativo ma anche primo artefice di un moderno colpo di Stato, Sieyès rappresenta l'"oracolo del terzo stato", la personificazione della parabola politica compiuta in un decennio dalla borghesia vittoriosa. Pubblicato pochi mesi prima della convocazione degli Stati generali e ben presto assurto a manifesto delle rivendicazioni del terzo, "Qu'est-ce que le tiers état?" presenta già tutti gli elementi di quella complessa architettonica costituzionale che egli tenterà di edificare lungo l'arco della sua esperienza politica, muovendo dall'approfondita critica precedentemente sviluppata nell'"Essai sur les privilèges".
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Amigoni F. (cur.); Manara F. C. (cur.)
Pensare con il presente con Simone Weil
ill., br. Simone Weil (1909-1943) ha manifestato, nell'arco di tutta la sua breve esistenza, una responsabilità insieme intellettuale, morale e politica, che conferisce alla sua opera una coerenza che non smette di interrogarci: l'impegno politico, l'insegnamento, il lavoro in fabbrica, la partecipazione alla guerra civile in Spagna e infine la ricerca ossessiva di un coinvolgimento diretto nella lotta di resistenza, tutto è vissuto con il desiderio di attraversare con la mente e il corpo i drammi e i problemi del suo tempo. Ella ha vissuto con straordinaria intelligenza quella volontà di comprendere la natura reale dei problemi per cercare un principio, una sorgente diversa dalla forza che in qualche modo ne limiti l'eccesso e che va costantemente alimentata e costruita dentro di sé come un'architettura: «Il fine della vita umana è costruire un'architettura nell'anima». Figlia del suo tempo, ne ha attraversato con la mente e il corpo i problemi e i drammi, sollevando questioni che sono ancora le nostre: prima fra tutte, quella dello "sradicamento", ossia la dismisura e lo squilibrio provocati dall'egemonia della forza che spalanca l'abisso del malheur, della sventura che può ridurre l'uomo a cosa. Le domande poste da Simone Weil continuano a risuonare in noi, nella convinzione che solo da un rinnovamento radicale del pensiero e del pensare può nascere un nuovo "equilibrio" tra l'uomo e le cose, o meglio, tra l'uomo, il cosmo e il divino.
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Angioy Giovanni M.; Onnis O. (cur.)
Memoriale sulla Sardegna (1799). Testo italiano e sardo
ril. Il "Memoriale" che qui si presenta e si traduce, in lingua italiana e sarda, raccoglie le memorie inviate da Giovanni Maria Angioy al Governo francese nel corso del 1799, allo scopo di sensibilizzarlo verso la causa rivoluzionaria sarda e chiederne l'aiuto militare per liberare la Sardegna dai Savoia e dal regime feudale. Notazioni storiche, descrizioni geografiche, suggerimenti tattici e ragguagli finanziari sul Regno di Sardegna si susseguono tra le pagine redatte da Angioy, facendo trasparire tutta l'urgenza e il fervore ideale che lo animavano. Come tale, il "Memoriale" si rivela una preziosa fonte di notizie storiche e un documento fondamentale tanto per gli "addetti ai lavori", quanto per gli appassionati di Storia e per il grande pubblico. Getta inoltre una viva luce sugli avvenimenti di cui G. M. Angioy fu protagonista o testimone, contribuendo a restituire a quell'intera epoca tutto il senso politico e ideale che la animò, chiamandoci per altro ancora in causa.
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LaPointe Ernie
Toro Seduto. La vera storia
ill., br. Per la prima volta la storia di Toro Seduto viene raccontata da un suo diretto discendente, Ernie LaPointe, pronipote del famoso capo dei Lakota Hunkpapa. LaPointe ci svela i racconti di famiglia e i ricordi che gli sono stati trasmessi sul bisnonno. Non solo trascrive la ricca storia orale della sua famiglia (i racconti sull'infanzia di Toro Seduto, la reputazione di guerriero coraggioso e saggio capo del suo popolo, il tradimento che portò al suo assassinio), ma ci spiega anche che cosa significasse essere un Lakota all'epoca di Toro Seduto e cosa significhi esserlo oggi. La tradizione orale differisce in molti punti da quella che è stata la versione più accreditata della biografia di Toro Seduto. LaPointe spiega le discrepanze, come sono nate, e perché ha voluto raccontare la sua versione della storia di Tatanka lyotake. Un libro forte: la vita di un nativo americano narrata da un nativo americano, per tutti coloro che vogliono comprendere meglio una cultura, un leader, un uomo.
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Zamboni Alan
L'ultimo quadro di Van Gogh. Con CD-Audio
brossura "Luglio 1891, Auvers-sur-Oise. Un misterioso personaggio prende alloggio presso la locanda Ravoux, dove un anno prima è morto Vincent van Gogh. Da subito dimostra un insolito interesse sugli ultimi istanti di vita del pittore. Chi è quest'uomo? Cosa sta cercando con tanta ostinazione? Il protagonista di questo lavoro è un tipo particolare e inusuale di detective. Un investigatore squisitamente mentale, metà Poirot metà Corot, un passeggiatore di atmosfere, di percezioni, di vaghe sensazioni. Un segugio sguinzagliato sulle piste di un eterno dilemma." (Pablo Echaurren) Questo bellissimo libro di Zamboni costruisce lentamente e con maestria lo stato di stupore che annienta i nostri passi, quando il mistero stesso guida la percezione nostra di quel fragile evento che e' la nascita del genio. (Ennio Calabria) "Nonostante la sua esistenza controversa e la fine che lascia ancora qualche dubbio, van Gogh fu portatore di luce. Luce. Elemento vitale cercato, scoperto, trovato. Luce. Un sogno in eterno conflitto col buio della sua esistenza bipolare. E anche qui, come nel racconto evangelico, un uomo vissuto una trentina d'anni viene a portare la luce laddove c'erano le tenebre. E pure in questo caso 'le tenebre non lo riconobbero'." (Roberto Bernardo). Allegato a questo libro c'è il concept album inedito Vincent, in CD. Perché i quadri di un Genio non vanno solo guardati. Vanno anche ascoltati.
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Francucci Federico
Tutta la gioia possibile. Saggi su Giorgio Manganelli
br. L'interpretazione critica dell'opera di Manganelli è assestata abbastanza stabilmente sulle categorie che l'autore stesso ha usato centinaia di volte per definire la sua idea di letteratura: menzogna, maschera, nulla, finzione. I saggi di questo volume, senza negare affatto la validità di quel quadro, vogliono costruire una strada di lettura diversa. Unendo il rigore dell'analisi con la quanto mai necessaria libertà di movimento e di pensiero, qui si cerca di rinvenire, o di costruire (e insomma: di inventare) un Manganelli che scrive nel nome di una pratica attiva della potenza e della gioia.
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Pititto R. (cur.); Trupiano A. (cur.)
Scambio di memorie e incontro di culture. Domenico Jervolino e una filosofia per il Mediterraneo
br. Questo libro propone una riflessione su Domenico Jervolino, pensatore e uomo politico, per molti anni docente di Filosofia del Linguaggio e di Filosofia Teoretica nell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Gli interessi principali della sua ricerca filosofica sono stati: la rivisitazione critica di Marx con la ripresa della nozione gramsciana di egemonia, la riproposta dei paradigmi ric?riani del simbolo, del testo e della traduzione, il richiamo alle istanze della filosofia e della teologia della liberazione. Particolare attenzione è stata dedicata da Jervolino al paradigma della traduzione, intesa come riconoscimento e accoglienza dell'altro. Nel passaggio da una lingua all'altra il filosofo napoletano ha visto lo straniero diventare il prossimo, il soggetto riconosciuto e accettato.
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Campodonico Pierangelo
Storia della marineria mercantile italiana. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: 1915-1939 La prima guerra mondiale e il ventennio fascista
ill., ril. Con questo secondo volume continua l'impegno della Fondazione Paolo Clerici a raccontare la storia della marineria mercantile italiana, possibile grazie alla preziosa collaborazione con l'istituzione Mu.MA, presieduta da Nicoletta Viziano e diretta da Pierangelo Campodonico, autore dell'opera. Mentre il primo volume ci aveva accompagnato dall'Unità d'Italia alla vigilia del primo conflitto mondale, questo libro racconta un'età drammatica e decisiva al tempo stesso. Un periodo segnato da un conflitto, in cui la marineria ha un ruolo essenziale e paga un prezzo altissimo in termini di vite umane e di bastimenti, e un dopoguerra, in cui crisi economiche e ambizioni politiche influiscono fortemente sul mondo dell'armamento. [...] si tratta di storie di un secolo fa ma in quegli anni complicati nascevano imprenditori e compagnie destinati a influire a lungo su tutta la marineria italiana.
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Romano Tanio
I Savoia. La verità. La storia diffamata dei re d'Italia
brossura Per quali motivi al Referendum Repubblica-Monarchia del 1946 quasi metà dei voti, e pressoché tutto il Sud Italia, fu per i Savoia? Sulla base di quasi 200 volumi e inedite fonti, in oltre 350 pagine di facile lettura, molte delle accuse mosse ai singoli Re d'Italia vengono per la prima volta revisionate valutando i fatti per come si sono realmente verificati senza preconcetti. Poteva Vittorio Emanuele III rifiutarsi di firmare le leggi razziali o la dichiarazione di guerra? Fu il Parlamento o il Re a legittimare il primo Governo Mussolini? Quali erano i veri rapporti tra il Sovrano, il Duce e Hitler? Cosa sarebbe successo se la Famiglia Reale non si fosse mossa da Roma l'8 Settembre ed è vero che non furono dati ordini per la difesa della città? È vero che Umberto II avesse tendenze omosessuali? fu il referendum realmente manipolato? È stata davvero una protesta dello stomaco quella di Milano del 1898? Chi complottò per il regicidio di Monza? È meritato il favore con cui le Regine Margherita e Maria Josè sono state considerate dalla storiografia o hanno un proprio lato oscuro?
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Siddu Italo
I due comandanti. Biografia romanzata di James Connolly
br. Le vicende dei due irlandesi James Connolly (1868-1916) e John Bowen Colthurst (1880-1965). Il primo, di umili origini, si batté per tutta la vita contro la povertà, lo sfruttamento e le disuguaglianze a cui erano soggetti i lavoratori delle campagne e delle fabbriche, legando l'internazionalismo marxista al nazionalismo irlandese in un'unica causa di lotta. Il secondo apparteneva alla ricca borghesia filo-britannica e si dedicò alla carriera nell'esercito, riportando però gravi turbe psichiche delle quali fecero le spese degli uomini innocenti. Due vite parallele e contrastanti che arrivarono a sfiorarsi tragicamente quando, durante la Rivolta di Pasqua del 1916, si trovarono ai lati opposti della barricata. E paradossalmente, ma non troppo, la vita più breve ha conquistato l'eternità che sa dare la Storia.
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Bazzocchi M. A. (cur.); Chiesi R. (cur.); Farinelli G. L. (cur.)
Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative. Catalogo della mostra (Bologna, 1 marzo-16 ottobre). Ediz. a colori
ill., br. Nel 1962 Pier Paolo Pasolini dedica il suo secondo film, "Mamma Roma", a Roberto Longhi, il professore che gli ha fatto lezione a Bologna vent'anni prima. Pasolini dichiara di essergli debitore di una 'folgorazione figurativa'. Le immagini che Longhi proiettava in aula, i particolari delle opere di Masaccio, avevano folgorato il giovanissimo studente. Questo volume vuole condurre il lettore attraverso gli anni della formazione di Pasolini, pittore e poeta, fino ai suoi esordi cinematografici e alla sua fama di intellettuale e di regista. Ogni film di Pasolini viene rivisto con l'occhio rivolto a quelle 'folgorazioni figurative' della sua formazione. Attraverso il cinema Pasolini ha espresso la trasformazione antropologica dell'Italia, dal dopoguerra agli anni del neocapitalismo borghese. Ma sarebbe impossibile cogliere questa azione politica dell'immaginazione senza capire come le immagini sono diventate la forma stessa del suo pensiero. Un pensiero che trova nel cinema il luogo dove tornano a vivere le memorie di mondi infiniti e lontanissimi. Eppure tutto e nato dalle riproduzioni in bianco e nero che uno studente non ancora ventenne aveva osservato in una piccola aula di via Zamboni a Bologna.
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Renzi Lorenzo
Proust e Vermeer. Apologia dell'imprecisione
ill., br. A metà del volume "La prigioniera" un episodio interrompe il flusso narrativo proustiano: è la storia della morte di Bergotte. Il vecchio scrittore, desideroso di rivedere un quadro molto amato, la "Veduta di Delft" di Jan Vermeer, è colpito da apoplessia davanti al dipinto. Prima di morire ha però il tempo di confrontare la propria arte con quella del grande pittore olandese e di ammirare in particolare un "muretto giallo" raffigurato con "preziosità cinese". Ma qual è, nel quadro di Vermeer, il famoso muretto? Nell'inseguire la soluzione, forse impossibile, di questo enigma, Lorenzo Renzi offre una visione personale dell'opera proustiana illustrando nel contempo la propria concezione del compito della critica letteraria.
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Venturelli Domenico
Nobiltà e sofferenza. Musica, religione e filosofia in F. Nietzsche
br. Nietzsche fu veramente il filosofo ateo e nichilista che una certa vulgata dipinge? Venturelli procede alla decostruzione di questo stereotipo ripercorrendo le vie molteplici del pensiero nietzschiano, guidato da due fili armoniosamente intrecciati: la musica e la religione. Sullo sfondo del nulla, quale inaggirabile tema del pensiero nietzschiano, Venturelli tenta di ricostruire la "filosofia di Nietzsche" dando largo spazio al tema di una religiosità che, sebbene sofferta, resta pur sempre cifra del suo pensiero tragico nel senso proprio della parola, indissolubilmente legato allo spirito della tragedia e alla sua musica.
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Susara Carlo; Perini Morando; Scalvini Damiano
Poi scese la notte. Ediz. critica. Vol. 1: 1943-1945
ill., ril. "Poi scese la notte" è diviso in due volumi: "1943 - 1944" e "1945: liberazione e dopoguerra". Un lavoro poderoso, che li ha visti impegnati per quattro anni su più fronti: una decina di archivi da setacciare, centoquaranta testimonianze raccolte, migliaia di documenti e centinaia di storie; tutto innestato sullo schema narrativo di un diario originale inedito che va dal settembre 1943 all'aprile 1945: quello di Giovanni Rovida, allora segretario comunale a Lonato. Da Lonato lo sguardo spazia su buona parte del fronte della seconda guerra mondiale, offrendo anche un ampio ed esaustivo sguardo su cosa volesse dire essere sotto la RSI, raccontando la quotidianità della guerra: nascondere soldati perché ricercati da tedeschi e fascisti, leggere i volantini nazisti che si rivolgono al "popolo italiano", sfuggire alle bombe, trovare del cibo.
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Walsh Stephen
Claude Debussy. Il pittore dei suoni
ill., br. A nessun compositore moderno riuscì come a Claude Debussy il miracolo di innovare dalle fondamenta il linguaggio musicale della propria epoca senza alienarsi il favore del pubblico. Pur dedicandosi anche alla critica e alla direzione d'orchestra, e non mancando di coltivare svariate relazioni sentimentali, la fedeltà all'arte di Debussy fu assoluta, e trovò il suo fondamento in due concetti irrinunciabili: la bellezza e l'esattezza di espressione. Uomo dalla spiccata personalità, Debussy già all'età di dieci anni si fece notare conquistando l'ingresso al Conservatorio di Parigi: nei primi 33 di 157 candidati. I suoi insegnanti ne correggevano le originalità armoniche e contrappuntistiche, ma ne ammiravano contemporaneamente l'ardimento, nonostante l'indole poco incline all'accettazione delle regole. E altrettanto conflittuale fu il suo rapporto con l'altra grande 'influenza' dell'epoca: la musica di Richard Wagner. Debussy, come gran parte dei suoi contemporanei, la studiò con profondo interesse, recandosi anche a Bayreuth per farla propria; non smise mai di cercarvi innovazioni tecniche e formali che fossero funzionali alla propria personale ricerca. Ne respinse con forza però lo spirito magniloquente, la retorica drammaturgica e il pesante nazionalismo, virando verso ben altri mondi sonori e testuali. E poi la fascinazione per il barbarismo e per la musica dell'Estremo Oriente, in particolare per il gamelan giavanese e le sue armonie così sospese, in cui "tonica e dominante non erano più altro che vani fantasmi da spaventare i bambini cattivi". Più a suo agio con i pittori e i poeti che con i colleghi musicisti, Debussy seppe far maturare la propria rivolta verso i principi accademici in un linguaggio modernista a tratti imparentato con il simbolismo e l'esotismo. Fu proprio questa affinità, insieme ad altre circostanze biografiche, ad alimentare un acceso e oggi in buona parte superato dibattito sulla qualità "impressionistica" della sua musica. In questo libro, Stephen Walsh, uno dei più acuti e rispettati critici e storici della musica della scena inglese, intesse con grande abilità la biografia e l'opera del compositore, per raccontare un'altra storia. Quella di un Debussy "pittore dei suoni" non tanto per le qualità immaginifiche della sua opera o per la vicinanza alle atmosfere degli impressionisti, quanto per il modo in cui lavora ai suoi soggetti, ai loro sviluppi e alle loro cornici, creando la forma musicale dalla sua pura necessità interna, senza curarsi di una sintassi o di una tecnica narrativa preconfezionata, classica o wagneriana che sia. Ne nasce un appassionante e inconsueto ritratto dell'uomo e dell'artista, fatto di documenti, analisi musicali e spunti critici intessuti con abilità in un grande racconto biografico. Perché, nelle parole di Walsh, è difficile immaginare gioia più grande di quella che può procurare occuparsi di Debussy, dalle sua vita e della sua meravigliosa opera.
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Fara Amelio
Luigi Federico Menabrea (1809-1896). Scienza, ingegneria e architettura militare dal Regno di Sardegna al Regno d'Italia
ill. Scienziato, ingegnere, architetto militare, statista, Luigi Federico Menabrea (1809-1896) è una figura poliedrica e nodale nella transizione dal Regno di Sardegna allo Stato unitario italiano. Aiutante di campo del re Vittorio Emanuele II, presidente del Consiglio dei Ministri, continuatore dell'opera di Camillo di Cavour, il suo nome si lega, nel campo della scienza delle costruzioni, al principio di elasticità o del minimo lavoro elastico e si coniuga all'insegnamento e all'architettura.
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Sgorbati Bosi Francesca
Guida pettegola al Settecento francese
ill., br. Il gossip, sostiene l'autrice di questo libro, è nato in Francia, nel Settecento illuminista. Inteso come sistema del pettegolezzo, cioè la maldicenza e l'indiscrezione inserite in una rete ben organizzata di informazione e comunicazione ad uso innocente o perverso della gente alla moda. Sia per sapere i segreti degli altri o inventarseli, sia per far parlare di sé comunque. Lo dimostra questa inchiesta tra le centinaia di "rumors" o di "bruits" che questo libro raccoglie, cataloga per argomento e inquadra nel tempo nello spazio e nei protagonisti. Erano notizie brevissime e senza sottintesi, che venivano pubblicate in libretti e altre forme: "Espions", "Chroniques", "Gazettes scandaleuses". Ed esistevano addirittura allora, come oggi le agenzie, bollettini specializzati che li rifornivano. La curiosità vivissima verso di loro tra il pubblico era accesa dal fatto che mancavano giornali, l'informazione non era libera né fluida, di contro alla novissima aria di libertà che circolava, soprattutto tra le donne. Non mancava a volte la volontà di colpire un avversario, in un'epoca in cui i canali istituzionali non erano adeguati allo scopo (un po' come oggi i blog rispetto all'insufficienza della stampa e delle rappresentanze politiche). Toccano naturalmente tutti i campi, con preferenza per sesso, potere, carriera e gloria. E tutti gli ambienti interessanti, dalla corte in giù.
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Pischedda Bruno
Eco: guida al Nome della rosa
br. È il 1980 quando "Il nome della rosa" esce in libreria e si impone all'attenzione di tutto il mondo. Si tratta di un romanzo avvincente, ricco di questioni sottili, per intendere le quali occorre uno strumento agevole ed efficace. Sotto la lente del critico non cadono solo gli aspetti letterari, ma anche i contenuti filosofici e politici che riconducono il lettore al clima arroventato degli anni Settanta. Chi si nasconde sotto la maschera di fra Dolcino? E il riso di cui tanto si discute è un valido antidoto contro qualunque fanatismo, o è una strategia che consente di ripristinare la narrativa popolare di ieri? Rispondere a simili domande significa entrare nella fucina di un grande intellettuale come Eco e chiedergli conto di cosa sia stato il postmoderno: una delle etichette più discusse lungo il tardo Novecento, ma che solo nella vicenda di Adso e Guglielmo sembra trovare un'applicazione esemplare.
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Nin Anaïs; Stuhlmann G. (cur.)
Diario. Vol. 3: 1939-1944
br. Per Anaïs Nin saranno anni difficili, questi primi anni Quaranta a New York, anni di frustrazione e di isolamento, ma anche di maggior consapevolezza di sé e quando il terzo volume del diario si chiude, sull'anno 1944, la Nin è ormai una scrittrice nota e ammirata negli Stati Uniti. In Europa e nel mondo infuria la guerra e nel diario ne arrivano continui gli echi, a suscitare reazioni smarrite e impotenti. Contro la distruzione e l'orrore della guerra, come contro orrori più vicini e domestici - la situazione dei neri, le malattie o il bisogno di denaro da parte dei suoi protetti - Anaïs Nin tenta di costruire un suo mondo "vivibile", fatto di amicizia e di amore, di cure sollecite per le persone che le sono più care. Prefazione di Antonio Debenedetti.
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Stach Reiner
Questo è Kafka?
ill., br. Nel corso del lavoro per la sua monumentale biografia di Kafka, Reiner Stach ha isolato novantanove "reperti" che corrispondono ad altrettanti momenti ed episodi, testimoniati dallo scrittore stesso o da suoi amici e contemporanei. Tale mosaico ci mostra un Kafka poco conosciuto: frequentatore di casinò e bordelli, o di un collezionista di foto osé, o in ufficio in preda al "fou rire" di fronte al sussiegoso superiore, o fra gli appassionati di nuoto e d'aeroplani, o seduto in giostra in mezzo a ragazzine vocianti, ma anche abile falsificatore della firma altrui - si tratti di Thomas Mann o di una sedicenne vagheggiata a Weimar... Fra le sorprese che ci riserva il libro vi è la prima Lettera al padre, rivolta ancora ai "Cari genitori", e la piantina dell'appartamento in cui Gregor Samsa si risveglia trasformato in un insetto. Se esilarante è la pubblica lettura della Colonia penale in una galleria di Monaco, dove gli astanti cadono in deliquio o fuggono, incapaci di reggere quell'"odore di sangue", mentre Kafka prosegue imperterrito, commovente è la storia delle lettere che lo scrittore attribuisce a una bambola persa in un parco di Berlino, per consolare una bambina in lacrime. Lettere perdute per sempre. Conservato è invece l'appello a Kafka di un infelice messo alle strette dalla cugina che non comprende il senso della Metamorfosi.
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Tomassoni I. (cur.)
Gino De Dominicis. Catalogo ragionato. Ediz. italiana e inglese
ill., ril. Il volume rappresenta un catalogo ragionato dedicato all'opera di Gino de Dominicis (1947-1998), una delle figure più emblematiche, controverse e misteriose del panorama artistico del secondo dopoguerra. Artista complesso e inafferrabile, ancorché non inquadrabile nelle correnti e nei movimenti del XX secolo, è considerato una figura chiave per l'arte italiana contemporanea e punto di riferimento per le giovani generazioni coeve e successive. Gino de Dominicis ha scelto di rimanere fuori dalla comunicazione mediatica e le sue opere si sono sempre rifiutate di farsi omologare dal sistema dell'arte. Per sua inflessibile scelta non furono mai pubblicati cataloghi o libri sulla sua opera. La sua vita è stata sempre circondata da un alone di mistero. Questo catalogo ragionato non risolve il mistero, ma getta luce sulle sue opere e mette ordine nella sua creazione. Curato da Italo Tomassoni, il catalogo ragionato documenta e commenta 632 opere, ciascuna corredata da un'ampia scheda che fornisce, oltre alle abituali voci tecniche, espositive e bibliografiche, le notizie relative al contesto e alle circostanze che ne hanno visto la nascita e la realizzazione. Oltre al saggio del curatore che rievoca la leggenda del Maestro, il catalogo ragionato comprende anche una sezione dedicata ai suoi scritti, la riproduzione di documenti rari e inediti, l'elenco completo delle esposizioni personali, delle partecipazioni a mostre collettive e una nutrita bibliografia.
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Teorie della conoscenza. Il dibattito contemporaneo
br. Nel 1963 Edmund Gettier, un giovane filosofo pressoché sconosciuto, pubblicò su Analysis un breve saggio intitolato "Is justified true belief knowledge?". Grazie alle sollecitazioni e alle sfide lì contenute, la discussione sulla nozione di conoscenza e sulle nozioni correlate - credenza, giustificazione e verità - ha visto negli ultimi cinque decenni il fiorire di una grande varietà di analisi e posizioni filosofiche. L'epistemologia, nel senso di teoria della conoscenza prima ancora che in quello di filosofia della scienza, è oggi, specialmente nella tradizione analitica, uno degli ambiti più vivaci nel dibattito filosofico. Il lettore troverà in questo volume, oltre al saggio di Gettier, i testi epistemologici che sono alla base della ricerca attuale sull'analisi della conoscenza, la natura della giustificazione e il problema dello scetticismo.
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