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‎Burrascano Marco; Mondello Marco‎

‎Lo studio Filo Speziale e il modernismo partenopeo. Palazzo della Mor te‎

‎ill., br. La straordinarietà di Napoli ha offerto spesso occasioni per architetture insolite e affascinanti che trascendono la mera funzione e toccano l'animo. È il caso del Palazzo della Morte, opera quasi sconosciuta dello Studio di Stefania Filo Speziale, nascosta nelle pieghe di corso Vittorio Emanuele eppure fondamentale nella carriera del primo architetto donna di Napoli. Le difficoltà insite nel luogo hanno reso il progetto e la realizzazione del complesso residenziale una prova importante per la Filo, che si associa proprio in quel periodo con i giovani architetti Carlo Chiurazzi e Giorgio di Simone realizzando opere importanti e raggiungendo l'apice della sua carriera professionale. I numerosi documenti rinvenuti e le testimonianze dirette consentono uno studio approfondito della vicenda, avvenuta tra il 1951 e il 1957, costituendo un'occasione per collocare consapevolmente la figura della Filo Speziale nel modernismo partenopeo e per intraprendere una riflessione più ampia sull'identità e le sorti dell'architettura moderna in Italia.‎

‎Bratu Elian Smaranda‎

‎Candido e il Leviatano. Vita e opere di Leonardo Sciascia‎

‎br. «Scrivendo questa monografia (apparsa in romeno presso la Casa Editrice dell'Istituto Culturale Romeno nel 2004) non mi ero chiesta con troppa insistenza quali e come sarebbero stati i miei lettori: perché latente, dentro la mia mente ed anima, c'era la certezza di rivolgermi a romeni che conoscono forse poco o affatto l'uomo Sciascia e la sua opera, che hanno un'idea piuttosto vaga della storia politica e culturale dell'Italia nella seconda metà del Novecento, ma che sicuramente hanno vissuto, almeno in parte, la nostra dittatura (non l'«eterno fascismo italiano» di Sciascia, ma l'eterno comunismo romeno - per altro non molto dissimili), col suo controllo ideologico e la sua polizia politica (che ha tante cose in comune con l'OVRA, ma anche con l'Inquisizione spagnolesca della Sicilia, che ritornano ossessivamente in Sciascia); che, dopo, hanno vissuto la grande speranza della libertà e del cambiamento per vedere poi come i più fedeli della dittatura di ieri diventano i più zelanti fautori della democrazia di oggi, sparpagliandosi per i vari partiti politici dei più vari colori (come gli ex-fascisti in Candido) e servendosi di qualsiasi ideologia purché, al governo o in opposizione, rimangano dentro l'apparato (come i vari politici del Contesto), dentro quella struttura compatta che è il potere effettivo e non trasparente (il Leviatano di Sciascia); che hanno visto come le vecchie relazioni personali si riannodano per costituire gruppi di potere economico sotterraneo, cosche di vario grado ed estensione, che la stampa, finalmente libera ed impotente, chiama, con parola prettamente siciliana, «mafie», e parla di «baroni locali» (termine assolutamente estraneo alla tradizione storica romena, ma familiare a quella siciliana, e diventata perfettamente comprensibile a ogni mio concittadino di oggi); che hanno visto che le nuove leggi, migliori in teoria, in pratica migliori non possono diventare finché si applicano selettivamente secondo i casi e le persone; che lo Stato (cioè quello Stato di diritto, di matrice illuminista, agognato da Sciascia ma ormai da tanti e dappertutto) non si fa vedere; che hanno vissuto la violenza di strada (le famose «mineriadi» - le marce su Bucarest» dei minatori) sotto cui covava una strategia della tensione non molto diversa da quella degli anni di piombo in Italia (ricordiamoci Il cavaliere e la morte di Sciascia); che hanno verificato sul vivo le parole di Sciascia: «non si saprà mai alcuna verità sui fatti delittivi che abbiano un rapporto, se pur minimo, con la gestione del potere...» (Dalla Prefazione)‎

‎Saramago José; Collo P. (cur.)‎

‎Quaderni di Lanzarote‎

‎br. Per le furibonde polemiche suscitate dalla pubblicazione del suo libro «Vangelo secondo Gesù Cristo» apparso nel 1991, José Saramago decise di trasferirsi, in una sorta di autoesilio, dal Portogallo a Lanzarote, nelle Canarie. Qui lo scrittore lusitano comincia a tenere, negli anni tra il 1993 e il 1997, una sorta di diario quotidiano, che andrà a confluire nei «Quaderni di Lanzarote». Vere e proprie lettere indirizzate alla moglie Pilar, agli amici più intimi e agli scrittori incontrati nel corso di una vita letteraria, costruiscono un vero e proprio universo sentimentale, in cui traspare la vena più personale e riservata del grande scrittore. Sono anni importanti nella sua evoluzione perché precedono di pochissimo l'attribuzione del premio Nobel (che avverrà nel 1998) al suo lavoro. Diversi sono i temi che compaiono in questi «Quaderni»: dalla tinteggiatura del pavimento ai tanti amici a quattro zampe, che troveranno sempre nella sua casa un'occasione di ristoro e di cura. Accanto alla presenza della moglie Pilar hanno spazio anche molte riflessioni sulla scrittura. Infine, non può essere certo dimenticata la bellezza del paesaggio, dell'isola di Lanzarote e delle Canarie.‎

‎Praz Mario‎

‎La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica‎

‎br. Pubblicato per la prima volta nel 1930, "La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica" è ormai un classico degli studi letterari e costituisce una vera e propria pietra miliare nel campo della critica tematica. Percorrendo la letteratura inglese, francese e italiana dell'Ottocento, Mario Praz studia i tratti distintivi dell'estetica decadente nella cultura europea: l'evoluzione dell'idea di bellezza, spesso associata all'idea di morte; il tema della corruzione e della tristezza; la ricorrenza di personaggi satanici; la figura sadica della "femme fatale"; la fascinazione per la lussuria, il vizio e l'esotismo; la sensualità della parola. Un saggio anomalo, moderno, nel quale il pensiero critico si nutre di sottili intuizioni e la letteratura diventa appassionata esperienza.‎

‎Barbero L. M. (cur.)‎

‎Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim. Catalogo della mostra (Firenze, 19 marzo-24 luglio 2016). Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il catalogo raccoglie oltre 100 capolavori dell'arte europea e americana tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell'Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim, e racconta la nascita delle neoavanguardie del secondo dopoguerra in un fitto e costante dialogo tra artisti europei e americani. Si realizza un eccezionale confronto tra opere fondamentali di maestri europei dell'arte moderna come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a Jackson Pollock, Marc Rothko, Wilhelm de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.‎

‎Fabei Stefano‎

‎Il fascio la svastica e la mezza luna‎

‎brossura‎

‎Barilli Renato‎

‎I narratori della generazione di mezzo. Fitzgerald, Sartre, Camus, Gombrowicz, Moravia‎

‎br. Anche questo saggio nasce come il precedente, La narrativa dei «capitani coraggiosi», che ha fatto seguito al capostipite della serie, La narrativa europea in età contemporanea, per il fatto che in quel primo studio non era potuto entrare un personaggio di grande statura quale Joseph Conrad. Infatti l'attivismo esasperato e l'essere per la morte degli eroi conradiani non trovavano posto nella sottile analisi del vissuto condotta da autori quali Joyce e Compagni. Però, a sua volta, in quella sequenza successiva non è entrato uno scrittore come Camus, il cui «straniero» sembra gettarsi pure lui a compiere un atto inconsulto, un omicidio immotivato, sostenendone poi stoicamente le conseguenze. Ma in questo caso non si tratta appunto di un eroe, bensì di un essere comune, mediocre, e così si dica per gli altri personaggi presentati dai narratori di questa famiglia. Sartre fa provare nausee e crisi di rigetto a un'esistenza media, quando si trova in presenza di oggetti banali. Il polacco Gombrowicz istruisce un'arguta caccia al tesoro andando a sorprendere certi sintomi di sapore freudiano che inquietano il comportamento di gente comune. Il nostro Moravia tratta i casi di personaggi della buona borghesia che però si dissociano dall'affarismo e dallo spirito di possesso dei loro simili. Infine lo statunitense Scott Fitzgerald, pure lui, mette in scena personaggi perplessi, esitanti, quasi degli «uomini senza qualità» alla maniera di Musil. Anche in questo caso, come nei saggi precedenti, vengono esaminati autori quasi coetanei, nati nel corso del primo decennio del Novecento, solo con qualche anticipo, per il più anziano Scott Fitzgerald, o qualche scavalcamento in avanti, se si pensa a Camus.‎

‎Santato Guido‎

‎Pier Paolo Pasolini. L'opera poetica, narrativa, cinematografica, teatrale e saggistica. Ricostruzione critica‎

‎br. Il volume presenta, attraverso un'analisi rigorosa e insieme ricca di contributi critici innovativi, un profilo completo e aggiornato dell'opera di Pasolini: un'opera che spazia dalla poesia alla narrativa, alla saggistica, al cinema, al teatro, alle traduzioni dei classici, al giornalismo, alla pittura. Il saggio si sviluppa attraverso una puntuale analisi dei testi e, per la produzione cinematografica, dei singoli film. Il confronto con i testi è il criterio metodologico seguito nella ricostruzione delle varie fasi e dei diversi settori di un'opera vastissima e complessa come quella di Pasolini, il primo grande artista "multimediale" dell'epoca contemporanea. Questa impostazione ha comportato l'adozione di una pluralità di approcci critici. Il grande interesse che Pasolini continua a suscitare in tutto il mondo, la varietà delle ricezioni della sua opera e l'importanza degli studi prodotti in diversi paesi hanno richiesto a loro volta una particolare attenzione al panorama internazionale della critica.‎

‎D'Intino Franco; Maccioni Luca‎

‎Leopardi: guida allo Zibaldone‎

‎br. Testo inclassificabile, infinito e frammentario, ricco di dottrina e permeato di passione, intreccio di generi, lingue e discipline, lo "Zibaldone" è scrittura vivente che combatte il caos, il dolore, l'oblio, la morte. Il volume ne esplora la ricchezza, da molteplici punti di vista: tempi e luoghi della gestazione, modelli antichi e moderni, fonti esplicite e nascoste, forme di indicizzazione e di organizzazione del discorso, strategie retoriche. E soprattutto idee e problemi, ancora attualissimi, che Leopardi discute e offre ai posteri nei campi più disparati: etica, estetica, metafisica, antropologia, politica, storia e filosofia naturale, filologia e linguistica.‎

‎Cohen-Solal Annie‎

‎Leo & C. Storia di Leo Castelli‎

‎br. «Non sono un mercante d'arte, sono un gallerista» amava ripetere Leo Castelli. Per i suoi artisti è stato molto di più: un mecenate. Dall'apertura della prima galleria nel 1957 fino alla morte nel 1999, Castelli domina la vita culturale newyorkese ed eleva lo status dell'artista americano, che in quegli anni raggiunge la vetta più alta nel panorama artistico mondiale. Con lui si afferma la figura del gallerista polivalente. Imprenditore e infaticabile scopritore alla perenne ricerca del nuovo, è pronto a correre rischi e a servirsi delle strategie commerciali più efficaci per dare visibilità ai suoi protetti. Affiancato da Ileana Sonnabend - ex moglie con cui mantiene un rapporto di grande complicità - Castelli incoraggia i talenti emergenti e li promuove presso le istituzioni museali. Tramite una vasta rete di rapporti internazionali reinventa le regole del mercato e rivoluziona la cultura artistica stessa. La scoperta di Jasper Johns, suo artista feticcio, e la consacrazione di Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia del 1964 sono solo i primi colpi messi a segno. Si susseguono numerose altre epifanie - Frank Stella, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, James Rosenquist, Cy Twombly, per citarne solo alcuni - che lo confermano come creatore di miti. Ma chi è Leo Castelli, l'uomo che ha atteso i cinquant'anni per aprire la sua prima galleria? Dietro il carisma di europeo affabile e mediatico si nasconde un uomo dalle molteplici identità. Nato nel 1907 a Trieste da genitori ebrei, Leo trascorre i primi trent'anni nelle grandi città d'Europa - Vienna, Milano, Budapest, Bucarest, Parigi. La sua traiettoria professionale inizia con l'esodo rocambolesco nel Nuovo Mondo per fuggire al drammatico contesto politico-sociale delle leggi razziali naziste e degli sconvolgimenti che ne seguiranno. Annie Cohen-Solal affonda le radici del suo racconto nel passato remoto della famiglia Castelli, ne rintraccia gli antenati nella Toscana rinascimentale e ricostruisce una storia fitta di persecuzioni, guerre, rotture, spostamenti, che offre sorprendenti analogie con il passato più recente della famiglia e con la parabola stessa di Leo. Ironia della sorte: un uomo sempre reticente sulla propria identità ebraica trova proprio nel Jewish Museum, dopo il MOMA, l'istituzione che lo sancirà come paladino dei grandi movimenti dell'arte americana - dal Pop al Concettuale - che sono l'imponente lascito di Leo Castelli.‎

‎Perosino M. (cur.)‎

‎Abc e altri giochi di Bruno Munari (Pisa, 1° ottobre-15 novembre 2010). Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. Si tratta del catalogo della mostra, durante la quale saranno esposte un centinaio di opere, provenienti dalle preziose Collezione Danese (esposte per la prima volta) e dalla Collezione Lucini; i testi sono di Maria Perosino (curatrice) oltre che di Stefano Bartezzaghi e Marco Belpoliti. Attraverso gli occhi del grande paroliere e giocatore, possiamo ripercorrere una stagione straordinaria, in cui le ragioni della creatività, della grafica, dell'editoria e dell'invenzione partecipano la stessa ricerca di disegnare un mondo nuovo, fruibile da tutti. Una mostra e un catalogo su Munari è infatti una mostra per tutti: per gli adulti e per i bambini, per chi vuole guardare e per chi vuole imparare, per chi vuole giocare e per chi vuole pensare.‎

‎La Monaca Donatella‎

‎Elsa Morante. «La risposta celeste» della scrittura‎

‎br. Al centro di questo studio è l'indagine dell'irriducibile agonismo etico, pur nella vulnerabilità alle ferite della vita e della storia, di Elsa Morante il cui profilo si delinea alla luce del peculiare autobiografismo della sua scrittura. Prende corpo in tale percorso intellettuale, come la stessa autrice rivendica dalla iridescente trincea del Mondo salvato dai ragazzini, non "un seguito di fatti particolari o personali" ma "l'avventura disperata di una coscienza che tende, nel suo processo ad identificarsi con tutti gli altri esseri viventi della terra". Dalle 'Lettere ad Antonio' allo 'Scialle andaluso', dal 'Poeta di tutta la vita' a 'Pro o contro la bomba atomica' si ripercorre la complessità contraddittoria dell'esperienza reale attraverso la "risposta celeste" della "finzione" e si rivela, sin dagli esordi, la qualità "rivoluzionaria" dell'arte e della sfida morantiana ancora vitale alla contemporaneità.‎

‎Kierkegaard Søren‎

‎La malattia mortale‎

‎br. In quest'opera l'autore intreccia i fili della sua riflessione psicologica, teologica e filosofica dando vita al suo capolavoro. Lazzaro, amico di Gesù, è malato. Le sue sorelle mandano a chiamare Gesù che le consola: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio". Lazzaro però morì, dunque la sua malattia era mortale. Se quella malattia non è per la morte, c'è nella nostra epoca una malattia che invece sia per essa? C'è, risponde Kierkegaard, ed è la disperazione. È la malattia dello spirito, la malattia che fa desiderare la morte pur mantenendo sempre in vita. Per questo la disperazione è per la morte, è a servizio della morte senza essere mortale, fa vivere la morte senza concederla. Kierkegaard descrive una parabola che va dalla disperazione che non sa di essere tale, a quella che comprende se stessa e sfida il mondo e Dio.‎

‎Vivenza Jean-Marc‎

‎Dizionario guénoniano‎

‎br. Scritto nel 2001 in occasione del cinquantenario della morte di Guénon, questo libro si propone di spiegare i principali termini usati nelle opere del pensatore francese, per permettere un approccio chiaro, ampio e completo al vocabolario, a volte specialistico e spesso oscuro per la maggior parte dei lettori, che è stato utilizzato nei libri di Guénon. Vivenza ha organizzato un migliaio di termini, nomi, argomenti, temi, autori e testi citati dal filosofo tradizionalista, con le definizioni che egli ne dà nei suoi libri: in calce alla descrizione è infatti indicato il testo, il capitolo e il titolo da cui esse sono tratte. Il "Dizionario guénoniano" per i lettori di Guénon e per i tradizionalisti in genere è un testo importante perché spiega il pensiero di quest'ultimo con le sue stesse parole, senza interpolazioni personali, quindi consente un approccio propedeutico alla sua opera e al suo vocabolario specialistico.‎

‎Caiaffa Annalisa‎

‎Anime lungo la cornice. Dante nell'opera di Mario Luzi‎

‎br. Sulla scorta degli ormai ricchissimi studi sulla presenza di Dante nella letteratura contemporanea, a livello internazionale, con esiti che vanno dai sofisticati richiami intertestuali, propri della poesia, alle "invenzioni" narrative e fantastiche che caratterizzano perlopiù la letteratura di massa e le scritture dello spettacolo, questo libro illumina in maniera esaustiva il fascino che l'autore della Vita nova e della Commedia ha esercitato sul più importante poeta italiano del secondo Novecento, Mario Luzi (Firenze 1914-2005). Dalle raccolte giovanili, che rispolveravano movenze stilnovistiche, ai saggi ripetutamente dedicati al modello medievale, dalle raccolte della piena maturità, dominate da un'accesa "purgatorialità", fino alla suggestiva messinscena del Purgatorio, il dantismo di Luzi appare una coerente interpretazione del nostro tempo come un viaggio di ritrovamento del senso e della memoria.‎

‎Zama Rita‎

‎Alessandro Manzoni filosofo del linguaggio. Scritti e studi nel contesto europeo‎

‎br. C'è un Manzoni filosofo del linguaggio, pienamente inserito nel contesto europeo, quasi del tutto sconosciuto sia al mondo scientifico sia al grande pubblico e che merita di essere portato alla luce. Le riflessioni di filosofia del linguaggio di Manzoni sono disseminate nella selva di note, frammenti e appunti del Della lingua italiana, qui per la prima volta affrontati entro uno sguardo testuale organico e accompagnato da un commento critico. Il saldo fil rouge teoretico conduce dalla semantica dei sostantivi all'ontologia del linguaggio, alle riflessioni sulle lingue e sul loro divenire, alla grande questione dell'origine del linguaggio, per finire con il ruolo dei traslati nel processo conoscitivo. Con questo volume si riguadagna alla storia della filosofia un pensatore ancora spesso percepito, a causa dell'eredità crociana e di eccessive settorializzazioni disciplinari, solo come un letterato.‎

‎Frunzi Silvia‎

‎Nero Gadda. Il delitto degli ori. Saggio sul «Pasticciaccio»‎

‎br. Che vasto ginepraio il Pasticciaccio, che leggendario cafarnao di nodi non sciolti. Che gomitolo infinito, che manzoniano guazzabuglio del cuore e della mente. L'arca dei delitti e del furto degli ori, nella dimora dei pescicani che specularono sulla guerra. Da non venirne più a capo, e non si dice con le carte in regola di un giallo o di un poliziesco felicemente risolto ma neppure con quel po' di serenità d'animo di cui pure il lettore, dopo tanto laborioso impegno, avrebbe diritto. Come dopo una tragedia, lo spettatore del teatro di Dioniso in Atene era abilitato a lucrare per sé una salvifica catarsi. Il libro di Silvia Frunzi, Nero Gadda. Il delitto degli ori. Saggio sul «Pasticciaccio», con un grammo e più di audacia, di giovanile intraprendenza, affronta la matassa medusea del crimine Balducci e cerca, con gli strumenti affinati della Bibliografia a disposizione e il monumentale Commento Terzoli, di scioglierla. Ne viene un libro di critica non solo attento e perspicace, ma proficuo e godibile, avventuroso anche, per chi ancora si accosti al mistero cruento del grande famedio merulano, al numero civico del 219. Anno 1927. Introduzione di Marino Biondi.‎

‎Gregory Tullio‎

‎Fra i miei libri‎

‎br. Stretto tra nuovi e vecchi media, mai come oggi il libro sta dimostrando un'autorevolezza che fa del suo contenuto la sua stessa forma. In tale contesto si inserisce questo piccolo gioiello, un punto d'osservazione inesauribile sul significato della conoscenza e della cultura, firmato da una delle menti più eclettiche e geniali del Novecento. "Fra i miei libri" di Tullio Gregory racconta la creazione e l'identità di una biblioteca, ma anche la formazione e l'evoluzione dello sguardo del suo autore. Una testimonianza raffinata e originale, nella quale è possibile scorgere il senso di un'esperienza intellettuale che ha segnato la cultura italiana: relazioni, incontri, amicizie e passioni che hanno attraversato il "secolo breve". Gennaro Sasso nel suo saggio rende omaggio alla vita di Gregory, vissuta tra i libri: quelli intercettati per caso, quelli consigliati e quelli studiati.‎

‎Calogero Guido‎

‎Filosofia del dialogo‎

‎br. Di fronte alle molteplici religioni e filosofie del mondo contemporaneo, nessuno sfugge alla domanda: a che cosa è dato credere, per avere una regola stabile di condotta, e nello stesso tempo per poter convivere con chi creda diversamente? E se si diventa tolleranti di fronte alle altre ideologie e religioni, questa tolleranza non è tanto maggiore quanto più fiacca è la lede quanto più il liberalismo decade in agnosticismo, il dubbio in indifferenza, lo spirito critico in spinto scettico? Un dilemma che mette in scacco le certezze religiose e filosofiche, che precipitano in dogmatismi e autoritarismi, ma anche la scienza, chiamata a dire come ultimamente stanno le cose. Di qui l'elaborazione, compiuta da Calogero, di un "principio del dialogo", un perenne principio laico di discussione cooperante, su cui si fonda ogni coesistenza, ogni giustizia e ogni diritto. Il testo che, a partire dal noto saggio "Logo e dialogo", sullo spinto critico e sulla libertà di coscienza, è un classico della filosofia italiana del Novecento, nella misura in cui tocca alcuni dei più dibattuti problemi della cultura e della civiltà di allora e di oggi: impegno religioso e libertà del dubbio, laicismo e certezza, educazione liberale e formazione di una fede civica, libertà dello stato e libertà della chiesa, novità della storia e stabilità dei diritti, coesistenza e competizione...‎

‎Milani Giuseppe‎

‎Il Risorgimento nella fotografia. Ediz. illustrata‎

‎ill.‎

‎Hopkirk Peter‎

‎Avanzando nell'Oriente in fiamme. Il sogno di Lenin di un impero in Asia‎

‎br. "L'Oriente" proclamava Lenin "ci aiuterà a conquistare l'Occidente". Quando fu ormai chiaro che la rivoluzione tanto attesa in Europa non si sarebbe potuta concretizzare, il leader bolscevico virò il suo sguardo verso est, guardando oltre le città carovaniere della Via della Seta, gli aspri deserti dell'Asia centrale, le alte catene montuose del Karakorum, fino al più ricco di tutti i possedimenti imperiali: l'India. In questo libro, il grande giornalista e storico Peter Hopkirk racconta per la prima volta il tentativo bolscevico di incendiare l'Oriente con la nuova inebriante dottrina del marxismo. Il progetto di Lenin prevedeva come primo passo l'innesco di un'insurrezione nell'India britannica, che avrebbe mostrato i limiti del dominio imperialista inglese creando i presupposti per una rivoluzione anche in Gran Bretagna. Spie britanniche, rivoluzionari comunisti, teorizzatori musulmani e signori della guerra cinesi, perfino un barone sanguinario che bruciava vivi i prigionieri bolscevichi, danno origine a eventi talmente straordinari che a stento si crede possano essere realmente accaduti. Un saggio storico più avvincente di un romanzo di spionaggio, ambientato in Asia centrale durante gli anni turbolenti che seguirono la Rivoluzione d'Ottobre, nel punto di incontro fra tre grandi imperi - britannico, russo e cinese - e campo di battaglia del nuovo Grande Gioco: "Un intreccio di macchinazione e tradimento, barbarie e terrore e, a volte, di vera e propria farsa".‎

‎Raccis Fabrizio‎

‎Edgar Allan Poe. Il mistero della morte‎

‎br. Fabrizio Raccis dopo anni di ricerca spesi ad esaminare il grande mistero della morte di Edgar Allan Poe è riuscito a riepilogare attraverso il suo saggio tutte le possibili ipotesi che sono state fatte nel corso di 170 anni. Dopo aver esaminato attentamente i fatti e scartato alcune delle maggiori, ha voluto regale ai lettori una sua personale conclusione. Edgar Allan Poe era davvero uno scrittore maledetto? La sua falsa biografia ha influenzato così tanto la nostra opinione sulla sua immagine? Come mai nessuno fino ad oggi non è stato in grado di spiegare la sua morte misteriosa, come la scomparsa della sua cartella clinica? Lo scrittore affronta questo vortice di enigmi e prova a sbrogliare questa matassa spinosa per troppo tempo ignorata. Seguono alcune traduzioni degli unici manoscritti incompleti ad oggi introvabili, del necrologio diffamatorio e di alcune poesie tra le meno conosciute. Come è morto Edgar Allan Poe? Provate a scoprirlo attraverso queste pagine.‎

‎Antonelli Emanuele‎

‎Due o tre cose sul merito. Saggio di estetica sociale‎

‎br. Il tema del merito ha vissuto molte vite, in tradizioni e culture diverse, ma in Italia ha trovato rinnovato vigore solo di recente. Due o tre cose sul merito analizza le ragioni della meritocrazia, ne indaga le condizioni di possibilità e ne valuta limiti e problemi. Quest'ultima, infatti, non solo ingenera contraddizioni profonde e insolubili, se messa in rapporto a valori centrali del nostro tempo quali l'uguaglianza e il riconoscimento, ma risulta persino strutturalmente incompatibile con la sintassi dell'utile puro. L'analisi di Emanuele Antonelli si inserisce nell'acceso dibattito in corso nel nostro paese e nel mondo, fornendo un argomento originale per provare a compiacerci, invece che auto-denigrarci, del fatto che in Italia la meritocrazia sembra trovare più di qualche ostacolo ambientale.‎

‎Lollobrigida C. (cur.); Riccardo F. (cur.)‎

‎Beyond the Grand tour: past and present‎

‎br.‎

‎Uriel da Costa; Proietti O. (cur.)‎

‎Exame das tradiçoes phariseas-Esame delle tradizioni farisee (1624)‎

‎ril. Scoperto soltanto nel 1991, nell'unica copia sopravvissuta, l'"Exame das tradiços phariseas" (1624) è un punto di raccordo essenziale tra la tradizione averroistica dei marrani iberici e il pensiero di Spinoza. Questo libro fornisce un nuovo profilo biografico-intellettuale di Uriel da Costa. Ne ricostruisce attentamente il corpus delle opere, da secoli deturpato da falsificazioni e false attribuzioni. Dopo averlo vagliato criticamente, offre il testo portoghese dell'"Exame", accompagnandolo con un vasto regesto delle fonti, un ampio commento e una traduzione italiana.‎

‎Velimir Vuksic‎

‎I partigiani di Tito 1941-1945‎

‎ill., br. Le forze partigiane al comando di Josip Broz Tito furono una costante spina nel fianco delle divisioni della Wehrmacht nei Balcani, spingendo queste ultime a condurre molte operazioni antiguerriglia. Utilizzando materiale originale di primaria importanza, straordinarie foto d'epoca e resoconti personali, il libro esamina un argomento noto ma su cui poco si è scritto, facendo conoscere al lettore lo sviluppo, l'addestramento, le armi, la tattica e le esperienze di combattimento della formidabile forza partigiana di Tito e gli eventi di questo sanguinoso teatro di operazioni della Seconda guerra mondiale.‎

‎Ghisu Sebastiano‎

‎Elogio dell'indifferenza‎

‎brossura È senz'altro uno dei principali compiti della filosofia la messa in discussione delle ovvietà, dei significati dati per scontati. Analizzando con attenzione il significato dell'indifferenza, confrontandolo con gli eventi, le dinamiche a cui può venir riferita, vedremo che l'indifferenza non è soltanto ciò che con "indifferenza" generalmente s'intende. Già in Storia dell'indifferenza Sebastiano Ghisu ha mostrato che l'indifferenza non è ciò che con questo termine generalmente s'intende. Lo conferma in questo Elogio dell'indifferenza che dell'indifferenza prospetta il presente o il possibile futuro. Ne emerge che essa è parte essenziale della critica: rinunciando a guardare il mondo, non si guarda quella parte del mondo che acceca il nostro sguardo. Se poi da una parte l'indifferenza si colloca al di qua del bene e del male, dall'altra risulta essere ciò che rende oggi possibile la tolleranza e istituisce in tal modo un'etica che nel nostro tempo non può che presentarsi come indifferente a ogni forma di identità.‎

‎Banin Nives‎

‎Il biennio rosso 1919-1920‎

‎br. Nives Banin, con il suo saggio sul Biennio Rosso, ha intrapreso una scelta coraggiosa. Di quanto infatti si sia scritto sulla storia italiana del 900, pochissimi testi si occupano puntualmente ed esclusivamente dell'argomento. Gli anni compresi tra il 1919 e il 1921 vengono infatti interpretati come una testa di ponte tra la storia politica italiana indissolubilmente legata al parlamentarismo liberale a quella dominata dalla dittatura mussoliniana. Questo evento storico viene dunque trattato perché esso si dimostra funzionale per sviluppare i tempi ben più interessanti dell'avvento del fascismo.‎

‎Rialti Edoardo‎

‎La lunga sconfitta, la grande vittoria. La vita e le opere di J. R. R. Tolkien‎

‎br. Ha scritto il romanzo più celebre del suo tempo, tenendo svegli a tarda notte bambini, operai, professori universitari, poeti, mistici. Ha immaginato continenti, razze, mostri, e ha valicato raramente i confini della sua città. Ha raccontato una storia per i suoi figli e i suoi amici, senza sapere che sarebbero stati milioni di persone a leggerlo. Ha ripreso antichi miti scovati in pergamene polverose, facendo respirare al Novecento una boccata d'aria fresca. Le destra e la sinistra se lo sono conteso a Woodstock e nei Campi Hobbit. Ha suscitato amori che durano per tutta la vita, e avversioni altrettanto violente. Ha ispirato Auden, Asimov, Stephen King, ma anche i Led Zeppelin, i Beatles, George R. R. Martin, e ovviamente Peter Jackson. Un padre, un artista, un cattolico monarchico innamorato degli alberi e del tabacco: questo e molto altro è J. R. R. Tolkien, di cui la presente biografia letteraria, uscita a puntate su "Il Foglio" intende indagare l'affascinante segreto di chi, nel nostro stesso tempo, ha saputo trovare una porta d'accesso al regno della magia, ed è tornato indietro a raccontarla.‎

‎D'Annunzio Gabriele‎

‎La Carta del Carnaro‎

‎br.‎

‎Bassi Angelini Claudia‎

‎Cinque storie dimenticate. Antifascismo femminile nel ravennate‎

‎ill. Dal Casellario Politico Centrale e dai verbali del Tribunale Speciale, oltre che da un vasto repertorio di fonti orali, emergono le vicende di cinque perseguitate politiche ravvenati, condannate dal regime fascista al carcere, al confino e alla vigilanza speciale in seguito a provvedimenti giudiziari emessi in fasi successive della storia del Ventennio. Con il loro groviglio di sentimenti privati e di eventi pubblici, le storie delle cinque donne, sollecitano una riflessione sull'antifascismo popolare e sulle caratterizzazioni che esso assunse in ambienti economicamente e socialmente differenziati.‎

‎Mariani Paolo‎

‎La penna e il compasso. L'altra faccia della letteraura italiana: gnosi, massoneria, rivoluzione‎

‎brossura‎

‎Severino Emanuele‎

‎La ragione, la fede‎

‎br.‎

‎Providenti Giovanna‎

‎La porta è aperta. Vita di Goliarda Sapienza‎

‎br.‎

‎De Vilde Evan‎

‎Grande Napoli Arte. Mostra d'arte contemporanea. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Grande Napoli Arte è una rassegna critica dei migliori artisti napoletani che hanno fatto storia nel panorama dell'arte partenopea, italiana e internazionale. Il catalogo d'arte si riferisce alla prima mostra organizzata dal 7 al 27 Giugno 2011 al Castel Nuovo Maschio Angioino nella prestigiosa Sala della Loggia. La rassegna presenta molti diversi linguaggi pittorici tutti uniti dall'appartenenza ad un grande nucleo creativo partenopeo. La collezione delle opere è quella della Galleria d'Arte Contemporanea del Daphne Museum, il curatore è Evan De Vilde.‎

‎Luciani Roberto‎

‎De Romanis a Santa Maria dell'Orto. Ediz. a colori‎

‎ill., br. Il catalogo, realizzato in occasione della mostra nel complesso di S.Maria dell'Orto in Roma, vuole ripercorrere tutta la complessa e vasta carriera di Agostino De Romanis, dai primi anni dopo l'Accademia di Belle Arti - gli anni Settanta - fino alla produzione recente, senza tralasciare le diverse serie pittoriche con le quali si è confrontato, quali Fabulae, Acqua aria terra e fuoco, Carceri e vie di fuga e Riscoprire l'Indonesia. Infine, nella sezione Opere esposte, dedicata alle 32 tele oggetto di questa personale a Santa Maria dell'Orto, è presente anche l'opera dal titolo Facciata della chiesa di Santa Maria dell'Orto, realizzata dal Maestro per questo evento e donata all'Arciconfraternita che custodisce, grazie ad un sodalizio laico fondato da alcune corporazioni di arti e mestieri romane ed approvato da papa Alessandro VI nel fatidico 1492, la chiesa e le sue opere d'arte.‎

‎Ioli G. (cur.)‎

‎Sibilla Aleramo. Una donna nel Novecento‎

‎ill., br. «Ho fatto della mia vita il capolavoro che avevo sognato di creare con la poesia». Così scrive in uno dei suoi Diari Sibilla Aleramo, che espresse quel "sogno d'amore" in una pluralità di generi letterari destinati a segnare l'inizio di un nuovo modello di emancipazione femminile. Per la sua modernità, per la diffusione che ebbe anche all'estero, per i rapporti con i maggiori autori del suo tempo, per l'impegno civile nel rivendicare pari opportunità per le donne, ebbe una stagione di grande intensità rispetto a quella che oggi si deve registrare. «È tempo di fare giustizia alla scrittrice», scriveva Maria Corti, e non fu la sola voce che si alzò per testimoniarlo. L'orchestrale pluralità dei saggi compresi in questo volume ha proprio questo intento: mettere in chiaro le rotte principali dell'opera di Sibilla Aleramo, lo stile, la lucidità e il coraggio che esprime attraverso i «viottoli della scrittura», per riaffermare con autorevolezza la sua importanza nel quadro storiografico della storia letteraria del Novecento.‎

‎Bernini Lorenzo‎

‎Il sessuale politico. Freud con Marx, Fanon, Foucault‎

‎br. Per quanto tentiamo di redimerlo attraverso la riproduzione e l'affettività, il sesso è una forza perturbante, che ci spinge oltre i confini di ciò che consideriamo pienamente umano: al di qua o al di là del bene e del male, al di qua o al di là della comprensione e del significato, in una regione selvaggia e impensabile che ci disturba e al tempo stesso ci eccita, da cui le convenzioni della vita associata solo in parte riescono a tenerci lontani/e. Il libro confronta diverse cartografie che di questa regione sono state prodotte nel pensiero psicoanalitico e filosofico-politico a partire dagli inizi del Novecento, per arrivare alle filosofie queer più recenti. E tenta di orientarsi, attraverso di esse, nella realtà contemporanea. Freud viene letto con Marx, Fanon, Foucault (e con Bersani, Parinetto, Wittig, de Lauretis, Davis, Hocquenghem, Mieli, Edelman, Butler, Preciado e molti altri e altre) per comprendere i processi psicopolitici che sostengono il successo del populismo sovranista in Italia, in Europa, in tutto il mondo. Il risultato è una narrazione ironica, raffinata e appassionante, in cui la destituzione della virilità neofascista muove dall'ano, simbolo di quel buco nero della soggettivazione che la psicoanalisi insegna a chiamare 'pulsione'.‎

‎Fox Weber Nicholas‎

‎Anni & Josef Albers. Equal and Unequal. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril.‎

‎Chiurchiù Luca‎

‎Primavera di incertezza. Mito e malattia della giovinezza in Federigo Tozzi, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati‎

‎br. Il libro ripercorre le tappe di una vecchia storia: quella della giovinezza intesa come costrutto culturale. Nel Settecento si è cristallizzata una precisa immagine del giovane maschio, assurto a simbolo di palingenesi. Tale immagine è stata strumentalizzata da coloro che reclamavano un posto di spicco nella sfera pubblica. Incarnare la giovinezza voleva dire essere in possesso del diritto di diventare protagonisti della Storia. Movimenti politici e artistici si sono contesi questo primato, contribuendo alla formazione di un mito capace, con la sua forza seduttoria, di mobilitare intere generazioni. Un mito che affonda dunque le sue radici nell'Europa del XVIII secolo e che transita, con riemersioni cicliche, per il romanticismo risorgimentale, per il nazionalismo e per le avanguardie, raggiungendo il suo apice nella "primavera di bellezza" del fascismo. Vi sono però degli autori novecenteschi che hanno intercettato e reso manifesto il contraltare di questo mito, come Federigo Tozzi, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati. Attraverso la critica tematica, l'antropologia, gli studi culturali e di genere, il libro cerca di dimostrare come nella narrativa di questi tre scrittori la giovinezza assuma i tratti, foschi, di una malattia. Come lì emerga la parte in ombra che il mito nasconde nel suo centro, il suo più profondo rimosso storico.‎

‎Bondi Aldo‎

‎Compagni di umanità. Dietrich Bonhoffer e Antonio Gramsci‎

‎br. «Il volume di Aldo Bondi [...] è di quelli che richiedono al lettore un lungo studio e un grande amore, che è la dedita adesione nella formulazione dantesca. La quale, nel caso di una ricerca come la presente, ben si può applicare a un lavoro che prima di approdare alla stampa ha preteso anni di ricerche e di stesure, dovendosi misurare con opere di grande mole e altrettale estensione, spartendosi equamente sul versante di due culture, italiana e tedesca, e di due biografie, affini e remote. [...] Biografie di due esemplari prigionieri-martiri, analizzate nel corso di una specialissima esperienza la quale, in entrambi i casi esaminati e profondamente storicizzati, non riesce, come si potrebbe pensare, a essere solo distruttiva: il carcere. [...] Le due figure prime sono un teologo luterano e pastore, Dietrich Bonhoeffer, che aveva definito Hitler l'Anticristo, in una contrapposizione apocalittica fra il bene sacro e la demonialità totalitaria. L'altro era uno dei capi del movimento operaio italiano, il più colto e il meno demagogico mai espresso dalla tradizione del socialismo italiano, rigoroso quanto innovatore teorico del marxismo, Antonio Gramsci. [...]» (Marino Biondi)‎

‎Revelli Nuto; Cordero M. (cur.)‎

‎Il testimone. Conversazioni e interviste (1966-2003)‎

‎br. "La memoria è il motivo che unisce tutti i miei libri: non dimenticare, non rimuovere. Tutto nasce dall'esperienza di guerra, sul fronte russo, che mi ha segnato per sempre". La guerra in Russia, la lotta partigiana, il ritorno a casa, il lavoro, il mondo dei vinti e quello dei vincitori, la grande disillusione. Nuto Revelli risponde alle domande dei suoi interlocutori senza filtri, senza risparmiarsi, ma sempre con un'attenzione ai "sommersi" della storia, troppo spesso dimenticati, e un'urgenza nel ristabilire continuamente il valore della testimonianza, della memoria come antidoto all'ignoranza e presupposto per godere e proteggere la libertà. Un'opera che raccoglie le interviste più significative a un grande testimone del Ventesimo secolo.‎

‎Benzi Fabio‎

‎Arte in Italia tra le due guerre. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Sino a oggi l'arte italiana del Ventennio non ha trovato una storiografia adeguata. Nel dopoguerra, e per decenni, si sono salvate prevalentemente figure singole e scuole ritenute - talora con palese forzatura - frondiste e marginali, retrodatandone artificiosamente il tardivo antifascismo. Così un duplice torto si è consumato ai danni di una stagione figurativa di altissimo livello: sotto attacco, negli anni trenta, da parte delle frange più retrive e autarchiche, che inveivano contro i più rancidi prodotti del così detto "modernismo", ossia "la malattia esterofila, la tubercolosi deformista, il gonococco astrattista e lo spirocheto novecentista", ha patito in seguito la strategia silenziante di una vulgata che la sviliva, con analoga intenzione di azzeramento, a esclusiva arte di regime. Fabio Benzi, tra i maggiori studiosi di quel periodo artistico, si libera dei clichés più usurati e mistificatori e in un saggio di svolta riscrive daccapo l'intera vicenda. Nel quadro che ricompone davanti a noi, corredato di un'antologia di testi teorici e di una ricca iconografia, tutto acquista nitore, protagonisti e comprimari, opere e idee, mostre e manifesti programmatici, movimenti e poetiche di gruppo, mentre risalta la loro statura internazionale e viene in luce la capacità della politica culturale fascista di metabolizzare avanguardie in lotta reciproca. I cultori di un realismo didascalico o di una "anemica" pittura da cavalletto vennero oscurati dal giganteggiare di espressionismo, astrattismo, futurismo.‎

‎De Martini Piero‎

‎Chopin. Le estati a Nohant‎

‎br. 1839, la dolce estate francese. Frédéric Chopin raggiunge George Sand a Nohant: per sette estati tornerà nella grande casa circondata da parchi e boschi, e lì comporrà le sue opere più alte, più toccanti, come la Berceuse e la Barcarola. È una stagione, questa, luminosa e torbida, malinconica ed eccitante, percorsa da fitti intrecci familiari, intimi e mondani. Ha inizio con l'incontro parigino tra la scrittrice e il compositore, prosegue con il loro sfortunato soggiorno a Maiorca - dove Chopin, ammalato, sperimenterà una visionarietà senza precedenti -, per arrivare ai pomeriggi e alle sere a Nohant, soli o circondati da un "piccolo mondo" di artisti con i quali conversare a lungo di musica e pittura, almeno fino a quando l'urgenza del comporre non costringe Chopin a chiudersi nella sua stanza e lì improvvisare, scrivere, cancellare e riscrivere. Ripercorrendo ognuno di questi passaggi, la narrazione di Piero De Martini, conoscitore quanto mai della vita e dell'opera di Chopin, torna incessantemente a un interrogativo finora poco indagato: quanto la relazione con George Sand e la vita a Nohant influirono sulla sua arte?‎

‎Croce Elena‎

‎Lo snobismo liberale‎

‎br.‎

‎Cacciari Massimo‎

‎Hamletica‎

‎br. Nel grande dramma del secolo passato, nello scontro totale fra i Titani dell'epoca, l'uomo poteva ancora pensare di avere la propria parte. Il nuovo millennio sembra invece essersi aperto nel segno di una insicurezza che non attiene semplicemente alla situazione storica e sociale o alle condizioni psicologiche della persona, ma al suo stesso essere. D'altra parte il brancolamento attuale della Terra e il tramonto di ogni suo Nomos, dove 'ruoli', immagini e linguaggi si confondono nell'assenza di orientamento e distanza, sono stati possentemente 'profetizzati': tutto questo è già presente, per tracce, nell'Amleto di Shakespeare. E da lì discende fino a Kafka e Beckett. Nel 'dialogo' tra questi autori 'fatali', ricomposto per frammenti, Cacciari coniuga le sue ricerche sulle 'declinazioni' della storia europea (in "Geofilosofia dell'Europa" e nell'"Arcipelago") con quelle sul rapporto tra nihilismo europeo e il linguaggio del Mistico che innervano i fondamentali "Dell'Inizio" e "Della cosa ultima".‎

‎Traina Alfonso‎

‎Il singhiozzo della tacchina e altri saggi pascoliani‎

‎br.‎

‎Mencarelli P. (cur.)‎

‎Archivio comitato toscano di liberazione nazionale‎

‎br. Il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, composto da cinque partiti antifascisti (Partito comunista italiano, Partito socialista italiano di unità proletaria, Partito d'Azione, Democrazia cristiana e Partito liberale italiano) fu l'organo di direzione politica della resistenza toscana. Nato nel 9 ottobre del 1943, si sciolse il 26 giugno del 1946, lasciando un archivio che può senza dubbio essere annoverato tra i più importanti nuclei documentari del movimento resistenziale italiano. Composto da 54 buste e 11690 pratiche, il fondo è oggi conservato presso l'Istituto Storico della Resistenza in Toscana (ISRT).‎

‎Ballerini G. (cur.)‎

‎Francis Bacon. La dissacrazione del corpo umano. Disegni e dipinti a confronto con 35 fisiognimiche di artisti contemporanei. Ediz. italiana e inglese‎

‎ill., br. Il pittore irlandese Francis Bacon (Dublino 1909 - Madrid 1992) è stato una figura fondamentale per lo sviluppo delle arti figurative del XX secolo. Artista tormentato e introverso, ha cercato con la sua opera di indagare l'essenza e la psiche dell'uomo contemporaneo, dissacrandone il corpo e svelando gli aspetti più reconditi dell'Io. La pubblicazione è il catalogo della mostra allestita a Sesto Fiorentino dal 25 novembre 2012 al 13 gennaio 2013, nel ventennale della morte del pittore. Sono qui riprodotte 99 opere tra disegni e dipinti di Bacon a confronto con 35 fisiognomiche di artisti contemporanei tra cui Basquiat, De Maria, Lindstrom, Warhol, Casagrande, Cuniberti, Baj, Newman e Borra.‎

‎Luperini Romano‎

‎Pessimismo e verismo in Giovanni Verga‎

‎br. "Il Verga si presenta come uno degli scrittori più inquieti e tormentati della nostra letteratura" così esordisce Romano Luperini nell'introduzione; "la sua opera sembra, almeno ad una prima indagine, non avere una precisa coerenza di svolgimento". "Pessimismo e verismo in Giovanni Verga", attraverso un'analisi critica accurata, restituisce invece una figura a tutto tondo, uno scrittore di livello (forse l'unico autore veramente europeo che conobbe l'Italia nella seconda metà dell'Ottocento) che "nella assoluta disperazione delle sue pagine migliori raggiunge toni di una grandezza desolata ma virilmente pugnace che solo in Machiavelli e in Leopardi possono trovare un termine di paragone". Ma questo libro è molto di più. Scritto nel 1963 e pubblicato nel 1968, per rispondere sia alla critica idealistica (che voleva un Verga "idilliaco e cristiano") sia alla critica marxista (che "si era inventata un Verga populista e filo socialista"), è un'opera che fece scalpore e che diede il via a quel cosiddetto "caso Verga", inaugurando un'intensa e prolifica stagione culturale della nostra critica.‎

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