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Braque Georges
Cahier 1917-1955. Con un omaggio di Brassaï. Ediz. illustrata
ill., br. Gravemente ferito al fronte, trapanato al cranio, costretto a una lunga convalescenza, Braque rinuncia gradatamente all'esercizio della pittura e incomincia, nel 1917, a redigere queste massime fulminanti. Sino all'anno in cui dipingerà "Chaise", soggetto a lui caro e più volte ripreso negli anni successivi, consegna alle pagine del "Cahier" le riflessioni che gli sono state compagne nella solitudine del suo atelier, che forse l'hanno tormentato, su cui forse si è interrogato senza fine prima che si trasformassero in certezze. Pierre Reverdy, in "Note éternelle du présente" ha scritto: "Dunque, gli oggetti, nella forma in cui Braque ha voluto rendermeli sensibili, sono i termini del suo linguaggio ". E all'inizio del Cahier Braque dichiara: "Non basta far vedere quel che si dipinge. Bisogna anche farlo toccare". E per illustrare questa massima disegna una teiera, simile a tutte le teiere che ha dipinto o inciso su pietra. Sembra così far eco alle parole di Reverdy: "La poesia consiste nel creare un oggetto sostitutivo in grado di colmare nel cuore dell'uomo il vuoto prodotto dall'assenza dell'oggetto reale agognato, di tutto il reale agognato ". Nel Cahier ogni aforisma ha forza e significato soprattutto in virtù della magia del disegno. Le parole attraversano le forme, e le forme esaltano la risonanza delle parole.
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Pablo Picasso. Ediz. illustrata
ill., br. "'La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che vuole'. Questa è la frase che Picasso, alla fine di un quaderno sontuosamente riempito di disegni, scriveva a grandi caratteri e datava 27 marzo 1963, come se avesse tenuto a situare esattamente nel tempo una scoperta per lui importante. Inizialmente sembrerebbe che con questa trovata Picasso - abituato all'umorismo - si diverta a prendere in contropiede la verità. Particolarmente fecondi, e anche ricchi di invenzioni, gli ultimissimi anni della sua produzione - una produzione di un uomo che l'età spinge a raddoppiare anziché a rallentare inducono a credere che, al contrario di quello che dice, è lui, Picasso, a fare adesso quello che vuole della pittura, e che dunque, tra lei e lui, è lui il più forte. Ma che cosa significa "fare quello che si vuole" di un'arte? Non è forse essere così abile da praticarla in tutta libertà, senza alla fine dover mettere i pollici negli occhi a quelle opacità che si interpongono come schermi tra quello che si è voluto realizzare e quello che di fatto si realizza? Se si giunge a infrangere tutte le resistenze che possono temporaneamente fermarvi, come non essere colti da vertigine quando, a causa di un muro che ancora si oppone, si ha sì l'opera dietro di sé, ma davanti nient'altro che un vuoto (che bisognerà affrettarsi a nascondere accingendosi a un'altra opera, che a sua volta lascerà sull'orlo del vuoto)?..." (Dallo scritto di Michel Leiris)
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Soavi Giorgio
Il mio Giacometti. Ediz. illustrata
ill., br. Una biografi per immagini dell'artista Alberto Giacometti dal 1963 al 1966, l'anno della sua morte.
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Orage Alfred R.
Amore cosciente
br. Tre saggi sugli insegnamenti di Gurdjieff: "Amore cosciente", "Sulla religione" e "Che cos'è l'anima"; e inoltre: "Conversazioni con Katherine Mansfield a Fontainebleau" avvenute pochi giorni prima della morte della scrittrice.
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Cozzi Luigi
La storia di «Urania» e della fantascienza in Italia. Vol. 1: L'era di Giorgio Monicelli
ill.
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Gallo Francesca Fausta
Una regione di frontiera. Territori, poteri e identità nell'Abruzzo di età moderna
ril. I saggi raccolti nel presente volume offrono un'immagine inedita dell'Abruzzo di età moderna, non incentrata sui feudatari, l'attività agro-pastorale, la montagna. Le città, le élites urbane, la "scoperta della politica" dei ceti popolari tra la fine del XVIII e i primi decenni dell'800, la "costruzione" delle identità locali (in Marsica e lungo i confini con le Marche), sono i campi d'indagine che, attraverso l'analisi di una documentazione archivistica di prima mano e di letteratura coeva poco studiata, ci restituiscono una regione che, pur con le sue peculiarità e specificità, è molto meno isolata e arretrata di quella rappresentataci dalla storiografia tradizionale e che vive, durante tutta l'età moderna, vicende e processi analoghi a quelli degli altri territori del Regno di Napoli, di cui è parte integrante ed essenziale e del quale costituirà, fino all'Unità d'Italia, il confine settentrionale con lo Stato della Chiesa, la regione di frontiera.
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Mengoni Martina
Primo Levi e i tedeschi-Primo Levi and the germans. Ediz. bilingue
br. In "Se questo è un uomo", Primo Levi si descrive al cospetto del tedesco per antonomasia, che compendia tutti i tedeschi: il dottor Pannwitz, che «siede formidabilmente» dietro la sua «complicata scrivania». Sta per cominciare l'esame di chimica che gli può valere la sopravvivenza, e Levi dà voce al giudizio, sommario e inevitabile, su tutto un popolo: «Quello che tutti noi dei tedeschi pensavamo e dicevamo si percepì in quel momento in modo immediato. [...] "Gli occhi azzurri e i capelli biondi sono intrinsecamente malvagi. Nessuna comunicazione possibile"». Oggi sappiamo che, più tardi e altrove, lontano da Auschwitz, la comunicazione poté riprendere, e riservò sorprese. Per fortuna di Primo Levi - e dei suoi lettori - la storia con «i tedeschi» non si bloccò ai due lati di quella «complicata scrivania».
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Zanotti Pierantonio
Introduzione alla storia della poesia giapponese. Vol. 2: Dall'Ottocento al Duemila
br. Un invito aila conoscenza delle forme poetiche prodotte in Giappone nel XIX e nel XX secolo, che dialoga con i canoni scolastici e accademici - giapponesi e stranieri - di maggiore diffusione e rilevanza. Una panoramica che si affianca ai volumi Introduzione alla storia della poesia giapponese. Dalle origini all'Ottocento (Marsilio 2012), La narrativa giapponese classica (Marsilio 2010) e La narrativa giapponese moderna e contemporanea (Marsilio 2009).
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Schlick Moritz
Forma e contenuto
br. Il saggio "Forma e contenuto2 riprende una serie di lezioni tenute da Schlick a Londra nel 1932, e può essere considerato la più organica esposizione della teoria della conoscenza elaborata dal filosofo in quegli anni. È un testo assai elegante e chiaro che pone l'accento fin dal titolo su una distinzione tipica della filosofìa neopositivistica: Schlick sostiene la tesi della radicale inconoscibilità e inesprimibìlità del contenuto intuitivamente esperibile e dell'impossibilità di cogliere la natura qualitativa delle cose. L'unica conoscenza effettivamente possibile è quella relativa ai rapporti strutturali tra i fenomeni offertaci dal sapere scientifico. Il libro è completato da due brevi scritti, di respiro più schiettamente speculativo, che danno conto di due aspetti molto importanti dell'empirismo logico: il primo, della polemica con l'interpretazione neokantiana e cassireriana della teoria della relatività; il secondo, della critica alla concezione husserliana e fenomenologica dell'apriori materiale e al bergsonismo.
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Sorgi Marcello; Camilleri Andrea
La testa ci fa dire. Dialogo con Andrea Camilleri. Nuova ediz.
br. Come nasce un libro; come si forgia un linguaggio che sembra così personale da non essere comunicativo ma che si rivela un mezzo di coinvolgimento irresistibile; come persuadere il lettore a guardare il mondo con gli occhi di un personaggio. Questo libro è un'inchiesta in forma di dialogo su un caso letterario straordinario come quello di Andrea Camilleri. L'intervista che parte dall'analisi del segreto di un successo si articola e si dirama via via nell'universo creativo di Camilleri, senza trascurare aneddoti e ricordi personali.
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Cataluccio Francesco M.
Vado a vedere se di là è meglio
br. "Sono stato allevato in tre lingue morte (l'ebraico, l'aramaico e lo yiddish, alcuni questa non la considerano nemmeno una lingua) e in una cultura che si è sviluppata in Babilonia: il Talmud. Il cheder dove studiavo era una stanza dove il maestro mangiava e dove dormiva. Lì non studiavo aritmetica, geografia e storia, ma le leggi che governano i sacrifici offerti in un tempio distrutto duemila anni fa". Questa frase del grande scrittore Isaac Bashevis Singer rende l'idea dell'esperienza umana e spirituale, più unica che rara, in cui questo libro indaga. Si parla dell'opulenta fioritura letteraria e filosofica della cultura ebraica dell'Europa centro-orientale: un'enorme provincia di imperi, divisa tra decine di stati e popoli, resa vivacissima metropoli dall'inspiegabile cosmopolitismo di una comunità transnazionale, ospitante una folla di irrequieti sperimentatori di modi di esprimersi. Ed erano tutti, oltre che intellettuali, anche eroi timidi, poveri poeti, eccentrici viveur, avventurieri, spiriti eccelsi, asceti, santi bevitori, burloni divini. Oggi sono fantasmi di un mondo cancellato. Ma hanno lasciato una traccia tenace e nascosta in alcuni artisti e intellettuali che si sono coraggiosamente opposti, fino a pochi anni fa, al totalitarismo sovietico.
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Debenedetti Giacomo; Marangoni E. (cur.)
Un altro Proust
br. Questo libro è il testo integrale, pubblicato nel 1952 ih un'edizione rimasta poco conosciuta, della trasmissione «Radiorecita su Marcel Proust» che Giacomo Debenedetti aveva realizzato lo stesso anno. Il grande saggista considerava l'autore della Recherche ben più che uno scrittore, qualcuno capace di «rendere sensibile attraverso le parole ciò che dentro di noi si agita informe e nostalgico di luce». E questa sua operetta critica, recitata in modo originale da "Una donna, il pubblico, un critico", era per lui «un tentativo di dar forma dialogata ad alcune tesi di critica su Proust, precedute dalle notizie utili ad agevolarne la comprensione», tesi che ridefiniscono lo scrittore francese in modo inatteso.
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Habermas Jürgen
Il discorso filosofico della modernità
brossura
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Zinato Emanuele
Le idee e le forme. La critica letteraria in Italia dal 1900 ai nostri giorni
br. La critica letteraria, accanto alla vicenda intellettuale, ha una propria evidente dimensione stilistica. Il libro traccia la storia della critica italiana per campioni, per linee e per funzioni, nella convinzione che alcuni dettagli significativi possano illuminare l'intero quadro. Mette a fuoco dunque le principali parole-chiave dei singoli critici e la capacità di argomentarle in rapporto alle idee: da Croce, Gramsci, Debenedetti e Contini a Pasolini, Calvino e Fortini fino all'odierna critica online. I termini "stili" e "forme" vanno qui intesi in senso ampio: dalle figure della frase fino ai registri espressivi e all'insieme delle procedure retoriche che caratterizzano la forza argomentativa di un critico. Non esclusa la questione dei diversi generi del discorso: la monografia, il saggio su rivista, l'intervento breve, la recensione, la stroncatura, le storie della letteratura, i manuali, i blog. Le forme e le idee costituiscono inoltre un campo di forze discorsive soggetto alle regole della riproduzione sociale. Nel corso del Novecento la critica passa dal prestigio alla fungibilità (che contraddistingue in ogni ambito i lavoratori della conoscenza) e alla conseguente autocoscienza della propria "crisi" e "responsabilità": il libro, perciò, considera gli ambiti dell'editoria, del giornalismo, della scuola e dell'università come gli scenari in cui hanno luogo i posizionamenti e le legittimazioni del discorso critico e la scelta dei destinatari.
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Löwy Michael; Sayre Robert
Rivolta e malinconia. Il romanticismo contro la modernità
br. Rivoluzionario e controrivoluzionario, individualista e comunitario, cosmopolita e nazionalista, realista e fantastico, retrogrado e utopista, ribelle e malinconico, democratico e aristocratico: il romanticismo sembra davvero un enigma indecifrabile che sfugge a ogni possibile definizione. A tal punto che un noto critico americano non ha esitato a invitare i critici letterari a sbarazzarsi di un termine che dà adito a un così gran numero di irritanti contraddizioni. L'invito, però, è caduto nel vuoto. Anzi, a parere della maggior parte degli studiosi, il fatto che da secoli si parli di romanticismo deve corrispondere a una qualche realtà. Il problema sorge, tuttavia, quando si tratta di cogliere questa realtà, di indicare la fonte che alimenta il romanticismo e lo fa dilagare in ogni direzione. E «l'occasionalismo soggettivo» di cui parla Cari Schmitt, l'abbandono a un lirismo caratterizzato da un'assoluta «deficienza morale»? Oppure è la versione ottocentesca dell'eterna ribellione tedesca contro l'eredità occidentale», ribellione che poi ha condotto al nazismo? O, al contrario, è «la forma più pericolosa di anarchia, l'anarchia dell'immaginazione»? O, infine, è una mera corrente letteraria che riunisce «gli scrittori che all'inizio del xix secolo si affrancarono dallo stile e dalle regole di composizione del classicismo»? Ognuna di queste ipotesi svela, per gli autori di questo libro, un'importante lacuna: non essere un'analisi globale del fenomeno che consideri tutta la sua vera estensione e tutta la sua molteplicità. Le pagine che seguono si propongono perciò di colmare questa lacuna a partire da una definizione del romanticismo come Weltanschauung o visione del mondo, cioè come una struttura mentale collettiva. Struttura mentale che può esprimersi in svariati ambiti culturali: non solo in letteratura e nelle altre arti, ma in filosofia e in teologia, nel pensiero politico, economico, giuridico, in sociologia e in storia ecc. Struttura che fa del romanticismo una radicale critica della modernità in nome di valori e ideali del passato (premoderni) . In virtù di questa definizione il romanticismo appare, dalla sua origine in poi, illuminato da una duplice luce: quella della stella della rivolta e quella del «sole nero della malinconia» (Nerval).
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Cacciatore F. (cur.); Mocchi G. (cur.); Plastina S. (cur.)
Percorsi di genere. Letteratura, filosofia e studi postcoloniali
brossura
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Sanò Laura
Donne e violenza. Filosofia e guerra nel pensiero del '900
brossura
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El Khalil Zena
Beirut, I love you
br. Tutto comincia in quei 34 giorni della guerra del 2006. Zena el Khalil, una giovane artista libanese, decide di raccontare al mondo in tempo reale quello che sta accadendo a Beirut. Apre così un blog che immediatamente suscita un tam-tam mediático: a partire dal "The Guardian", alcuni dei più importanti quotidiani internazionali iniziano a pubblicare il diario di Zena, finché un agente letterario inglese decide di incoraggiarla a scrivere un libro... "Beirut, I love you" è la storia di una donna e la storia di una città, intrecciate nella fitta trama di un dialogo che si snoda lungo percorsi temporali diversi. Il passato di Zena - l'infanzia, gli anni all'università, le sue vite precedenti - si sovrappone a quello di Beirut, al susseguirsi di guerre e ricostruzioni, viscerali speranze di cambiamento e tremende delusioni. Tutto vissuto in maniera estrema e portato all'eccesso. Al centro c'è sempre la guerra, anche quando pare non esserci. E Zena riesce a farci percepire quasi fisicamente questo stato permanente di tensione e insieme un attaccamento forte alla vita, in tutte le sue espressioni. Nelle strade di Beirut le milizie armate delimitano il proprio territorio, mentre la città cerca di riprendersi nel caos della ricostruzione. Intere famiglie dormono in uno stesso letto, mentre biondine in tiro affollano i night, dove droga e alcol scorrono a fiumi.
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McCormick Robert
Gli Ustascia e la Croazia di Ante Pavelic. Il genocidio dimenticato di serbi, ebrei e rom nella Seconda guerra mondiale
br. Ante Pavelic, leader del partito fascista croato (Ustasa), fu posto da Hitler al governo della Croazia dopo l'invasione nazista del 1941. Pavelic era un acceso nazionalista, convinto ad esempio che il popolo serbo fosse una razza inferiore: fu responsabile di, un genocidio ai danni di circa 390.000 vittime (in prevalenza serbi, ebrei e rom) nel corso della Seconda guerra mondiale. La monografia affronta con completezza guesti anni di storia croata e della guerra, partendo già dalla giovinezza e dagli anni di formazione di Pavelic e del movimento, seguendolo fino alla fuga e alla latitanza, senza trascurare le responsabilità del Vaticano. Infine, è sviluppato anche uno speciale focus sul ruolo degli Stati Uniti nell'assetto post-bellico: l'autore, sulla base di documenti a lungo non resi pubblici, ritiene che per il presidente Truman fosse una priorità lasciare Pavelic impunito, nel contesto appena avviato della Guerra fredda. Gli ustascia costituiscono ancora oggi un lascito estremamente complesso per la società croata: il libro presenta finalmente al lettore tutti gli elementi utili alla comprensione di una fase di grande significato per la storia della Croazia, dei Balcani e dell'Europa.
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Visani Claudio
Gli intrighi di una repubblica. San Marino e Romagna. Ottant'anni di storia raccontata dai protagonisti
br. Oggi fa sorridere solo pensarlo, ma tra il 1945 e il 1957 San Marino fu l'avamposto del comunismo in Occidente e uno dei simboli della guerra fredda. Per difendere il governo dei "rossi", scesero in campo Calamandrei, Togliatti, perfino Ho Chi Minh. Per abbatterlo, si mobilitarono la Dc di Fanfani e il governo italiano, con l'appoggio degli Stati Uniti d'America. La battaglia politico-ideologica assunse toni accesi, fino a culminare nei fatti di Rovereta, episodio al limite del golpe in cui indebitamente l'Italia si affrettò a riconoscere il governo provvisorio democristiano sammarinese, inviando carabinieri e blindati a difenderlo. Accanto a queste vicende, il libro racconta numerose altre storie, più o meno note: quella della ferrovia meno longeva del mondo, la Rimini-San Marino che visse solo dodici anni; la generosità alla Schindler's list del tedesco "buono", Gerhard Richard Gumpert che tenne la Wehrmacht e la guerra fuori dal Titano; l'avventura di Eugenio Montale costretto a fare lo spallone per ritirare un premio durante la "guerra del casinò"; il tragicomico ritorno della salma del duce a Predappio; fino alla singolare saga della radio-televisione di Stato, che apre le porte agli scandali del "paradiso fiscale" e della San Marino di oggi.
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Cavalli Marco
Aldo Busi
br.
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Filippini N. M. (cur.); Gazzetta L. (cur.)
L'altra metà del Risorgimento. Volti e voci di patriote venete
ill., br. Il libro intende mettere in luce un aspetto spesso dimenticato nella ricostruzione storica del Risorgimento: la presenza delle donne e il loro contributo alla formazione dello stato nazionale. Si trattò di un apporto importante alle lotte e alla creazione dell'identità nazionale, che portò il soggetto femminile per la prima volta sulla scena pubblica in forme talora dirompenti sul piano reale e simbolico, innescando significativi processi di emancipazione. La focalizzazione sulla realtà veneta ne mette in luce i risvolti e le ricadute specifiche nella storia delle donne, tematizzando interconnessioni impreviste.
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Sanò Laura
Metamorfosi del potere. Percorsi e incroci tra Arendt e Kafka. Nuova ediz.
ril. Come è stato possibile l'Olocausto? Come "spiegare" razionalmente ciò che sembra eccedere ogni misura razionale? Si situa in questo contesto problematico l'incontro di Hannah Arendt con Franz Kafka. Storicamente documentato da una conferenza tenuta nel 1944 a Mount Holykoke, a pochi mesi dalla fine della seconda guerra mondiale, e dalla scoperta della tragedia del genocidio, il rapporto con lo scrittore praghese si rivela essere cruciale nel progetto teorico perseguito da Arendt. Secondo la filosofa, Kafka ha compreso fino in fondo - ed espresso mediante parabole - un assunto che ella aveva condiviso, attraverso un'adesione non solo intellettuale, ma anche psicologica ed emotiva. Aveva individuato nell'uomo, nell'enigma dell'uomo, nell'imperscrutabilità della sua essenza più profonda, negli abissi di quello che è destinato comunque a restare un mistero, l'origine del male, in tutte le sue manifestazioni individuali e sociali. Kafka è "pensatore politico" - come Arendt lo definisce - proprio perché è la guida più affidabile per esplorare gli intrecci che connettono etica e politica, e che ritrovano nell'individuo la radice delle forme politiche.
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Attanasio Elisa
Goffredo Parise. I Sillabari della percezione
br. Il saggio esplora l'opera di Goffredo Parise (Vicenza, 1929 - Treviso, 1986) a partire dalla centralità della percezione e della visione, quali dispositivi della scrittura capaci di riflettere l'atto originario di apprensione del mondo. Per indagare tali questioni, l'autrice forza i confini prettamente letterari per sondare terreni vicini alla filosofia (Maurice Merleau-Ponty per il rapporto con la fenomenologia e François Jullien in relazione all'Oriente), all'antropologia del visivo e alla critica d'arte (Georges Didi-Huberman). L'analogia con la riflessione filosofica - ovvero la possibilità di rileggere l'opera parisiana attraverso la lente del primato percettivo - e l'affinità con la pratica pittorica testimoniano la necessità di superare frontiere tipicamente letterarie e l'esigenza di utilizzare strumenti interpretativi provenienti da altri campi di indagine.
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Maida Bruno
La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia (1938-1945)
br. La storia della persecuzione degli ebrei attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 ci è ormai ben nota, ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici sette anni per i bambini italiani. Per i bambini «ariani», cresciuti nell'educazione al razzismo e alla guerra, e, soprattutto, per i bambini ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori, e in moltissimi casi della distruzione e dell'eliminazione fisica della propria famiglia. Da questa prospettiva la storia che abbiamo alle spalle assume nuovi significati e stratificazioni. Il regime fascista iniziò ad attuare la discriminazione proprio dal mondo della scuola, e i bambini ebrei - prima espulsi, poi separati, esclusi e infine internati - furono vittime tra le vittime. Una parte di essi fu poi deportata, gli altri dovettero fuggire e nascondersi per molti mesi. Bruno Maida ne ripercorre la storia attraverso i progressivi stadi della persecuzione, attento a cogliere non solo lo sguardo che l'infanzia ebbe di fronte al turbinio dei fatti, ma la portata politica di una ferita impossibile da sanare.
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Pelosi Francesco
Guido Picelli. Un antifascista sulle barricate
ill., ril. Dalle barricate di Parma al viaggio verso il confino con Antonio Gramsci, è la storia di un sindacalista combattente: di un partigiano. Il 31 agosto 1912, L'Alleanza del lavoro proclama lo sciopero nazionale come protesta contro Le ripetute violenze fasciste. Mussolini dà l'ultimatum cessazione immediata o repressione. A Parma, la gente dei borghi, al comando di Guido Picelli e dei suoi Arditi del Popolo, insorge difendendo i quartieri popolari dell'Oltretorrente e del Naviglio con trincee e barricate. Nei cinque giorni di resistenza, poche centinaia di uomini e donne fronteggiano migliaia di fascisti al comando del famigerato ras Italo Balbo, in quella che rimane una testimonianza unica dell'antifascismo della prima ora.
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Servadio Gaia
Gioachino Rossini. Una vita
br. La vita di Gioachino Rossini è più avventurosa di quella dei quattro moschettieri messi assieme, è un romanzo. Da ragazzino povero a uomo ricco e infelice, da giovane di "sinistra" a vecchio di destra però sempre pronto a sfottere imperatori e impostori. Ci sono più di mille donne nel catalogo di Gioachino, una lista che avrebbe imbarazzato Leporello. Dopo i primi successi è talmente popolare che le ragazzine lo rincorrono per la strada tagliandogli pezzi di vestito da dosso, come succederà con i Beatles, e, se possibile, qualche ciocca di capelli. Lo scrive Lord Byron, furibondo che qualcuno fosse diventato ancora più famoso di lui. Delle opere di Rossini tutti conoscono Il barbiere di Siviglia (del quale quest'anno ricorre il bicentenario, fu composto nel 1815), ma, con la rinnovata percezione del grande compositore, si vanno riscoprendo le opere "serie" e in particolare la sua ultima, il Guillaume Tell, che spalanca le porte al Romanticismo. C'è totale follia ne L'Italiana in Algeri, e Il Turco in Italia è surreale, ante litteram. Ma il vero fulcro tematico del libro è perché Rossini abbia smesso di comporre all'ancora verde età di trentasette anni. La risposta che dà Gaia Servadio si basa sull'analisi critica di un epistolario trovato solo di recente. Oltre 250 lettere che esprimono bene lo humour feroce del Maestro, le sue passioni nascoste ma anche il male e il bene di vivere. La pazzia e il genio sono fratelli gemelli, non solo in Mozart, ma anche in Rossini.
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Collura Matteo
Alfabeto Sciascia
ril. "Alfabeto eretico": così s'intitolava questo stesso libro pubblicato nel 2002. Se è vero che a vent'anni dalla morte di Leonardo Sciascia si è fatta più acuta la necessità di "averlo tra noi", già nel titolo ora si sente il bisogno di richiamarne il nome. Anche perché, oggi ancora più di ieri, il nome Sciascia è sinonimo di eresia. America, Amicizia, Fascismo, Gattopardo, Giustizia, Lavoro, Mafia, Manzoni, Moro, Parigi: sono alcune delle "voci" che compongono questo alfabeto suggerito a Matteo Collura, biografo di Sciascia, non soltanto dalle opere dell'autore del Giorno della civetta, ma dalla sua vita privata e pubblica. Il bisogno di verità e giustizia, per lui nato in una terra affamata di verità e giustizia, ne permeò l'universo creativo, l'impegno civile, rendendolo testimone scomodo, libero e perciò "eretico", del suo e del nostro tempo.
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Isotti Rosowsky G. (cur.)
Un'amicizia senza corpo. La corrispondenza Parisot-Savinio (1938-1952)
brossura
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Giametta Sossio
Commento allo Zarathustra
brossura Dopo gli storici lavori di Naumann (1901) e Weichelt (1910), il primo commento italiano all'opera di Nietzsche condotto capitolo per capitolo. L'opera di Sossio Giametta mostra "Così parlò Zarathustra" come l'esplosione del genio morale e poetico di Nietzsche che, in combinazione ma anche in contrasto con le sue tesi filosofiche, costituisce una summa della sapienza occidentale. Guida alla grandezza, ditirambo alla purezza e canto di solitudine, lo Zarathustra insegna il valore del corpo e l'attaccamento alla terra, incita all'amore di sé, che è sacrificio, e all'amore della vita, che è fierezza, responsabilità e lotta, contrapponendosi ai Vangeli cristiani, che negano valore autonomo alla vita e impediscono di cogliere la pienezza per cui vale la pena di vivere e morire. Una lettura attenta, condotta sull'edizione critica, di una delle più significative opere del pensiero occidentale. Un'interpretazione controcorrente di un autore discusso, a cui si affiancano una puntuale analisi stilistica e una ricostruzione completa delle fonti e dei riferimenti culturali e filosofici di Nietzsche.
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Mason Timothy W.
La politica sociale del Terzo Reich
br. Il libro rappresenta un contributo all'approfondimento dei rapporti sociali e delle relazioni tra le classi sotto il nazismo, dimostrando la capacità di chiamare in causa non solo i dati della storia sociale, ma i rapporti più complessi con la politica interna ed estera della Germania nazista. Il mutamento della condizione della classe operaia e la politica del regime nazista nei suoi confronti costituiscono l'asse interpretativo a sostegno dell'opera, che non trascura i meccanismi messi in atto dal regime per bloccare la lotta operaia. Nella sua analisi, l'autore tende a superare i limiti del legame della classe operaia alle sue istituzioni, ravvisando l'essenza delle classi subalterne nella loro lotta contro la classe dirigente.
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Subrahmanyam Sanjay; Marcocci G. (cur.)
Mondi connessi. La storia oltre l'eurocentrismo (secoli XVI-XVIII)
ill., br. Il libro presenta per la prima volta ai lettori italiani una scelta dei saggi più rappresentativi del fondatore della connected history, lo storico indiano Sanjay Subrahmanyam. Sorretto da singolari conoscenze linguistiche e da una brillante erudizione, nei suoi studi, dedicati in prevalenza alla storia asiatica ed europea in età moderna, egli ha profondamente rinnovato il modo di fare storia. I suoi lavori non raccontano gli ultimi cinque secoli come una trionfale ascesa dell'Europa e dell'Occidente, ma indagano le radici di intrecci e connessioni tra le diverse parti del globo da cui è nato il mondo contemporaneo. Una ricerca più attenta ai complessi equilibri che regolavano le interazioni fra regioni, popoli e culture del passato induce infatti a ripensare nella loro molteplicità le premesse storiche del nostro presente.
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Michelstaedter Carlo; Campailla S. (cur.)
Il dialogo della salute e altri dialoghi
br.
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Jünger Ernst
Il libro dell'orologio a polvere
ill. Junger, anziché fuggire il tempo, lo ha sempre indagato con amorosa pazienza. Per catturare l'essere imprendibile per eccellenza egli ha avuto l'accortezza di scegliere non già la via della pura speculazione ma quella della divagazione, alla maniera dei grandi eruditi seicenteschi. Così al centro ha posto un oggetto, l'orologio a polvere, e intorno a esso, con giri sempre più larghi, ha spinto la sua analisi a investire i diversi modi di vivere il tempo che hanno scandito il corso della civiltà. Dalla clessidra all'orologio meccanico, attraverso la storia di questi oggetti, attraverso il succedersi di queste concezioni, una lunga vicenda ci conduce fino a oggi, e ci fa capire alcuni presupposti taciuti della nostra esistenza.
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Bozzoni C. (cur.); Fonti D. (cur.); Muntoni A. (cur.)
Luigi Moretti. Architetto del Novecento. Ediz. illustrata
ill., ril. Per quanto si tratti di uno dei maggiori architetti che hanno operato sulla scena di Roma dal tempo del fascismo a quello del dopoguerra e capace di proiettarsi da quella sulla scena milanese e internazionale, Luigi Moretti è rimasto a lungo in posizione autonoma e isolata, soprattutto dall'Università, sia per la sua adesione agli ideali politici della giovinezza che per l'intensa attività professionale svolta. Gli atti di questo Convegno fanno emergere il Moretti architetto profondamente romano, nel quale risuonano all'unisono il tema della storia sulla via segnata da Gustavo Giovannoni e Vincenzo Fasolo, l'intenso e aperto rapporto della sua progettazione con l'astrazione e i processi artistici più innovatori dei suoi anni alimentato anche da un appassionato collezionismo, il personale confronto con la città.
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Porciani Franca
Costantino Nigra. L'agente segreto del Risorgimento
br. Chi fu veramente Costantino Nigra? Solo il fidato segretario del Conte di Cavour o qualcosa di più? Nato nel 1828 nel Canavese da una famiglia borghese, Nigra, filologo e studioso delle tradizioni popolari oltre che diplomatico, svolse in realtà un ruolo significativo sulla scena risorgimentale: riuscì a stringere un rapporto privilegiato (e segreto) con Napoleone III tanto da favorirne la discesa in campo accanto al Regno di Sardegna nella II Guerra d'Indipendenza. Ruolo che emerge con forza dalle analisi dei carteggi e dai rapporti che il giovane diplomatico da Parigi quotidianamente inviava a Torino al suo maestro. Amato dall'Imperatore, dunque, ma anche da Eugenia, l'Imperatrice "spagnola", così da alimentare per molto tempo i sospetti di una loro clandestina passione. Certo è che fu lui a metterla in salvo su una carrozza nel 1870 alla caduta del Secondo Impero. Costantino, su ispirazione di Cavour, fu anche consigliere e tutor della Contessa di Castiglione, quando lei doveva dare la scalata al cuore di Napoleone III. Ma, stranamente, fu uno dei pochi a non esserne sedotto.
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Roat Francesco
Religiosità in Nietzsche. Il Vangelo di Zarathustra
br. È assurdo pensare che in Nietzsche sia presente un afflato religioso? Roat crede di no, ritenendo anzi che dai testi del Nostro emerga una spiritualità analoga a quella dei mistici d'ogni tempo e luogo. Soprattutto lo Zarathustra sembra mettere in luce una tale prospettiva. Si pensi solo allo spirito profetico incarnato dal protagonista del capolavoro nicciano: nunzio d'un nuovo vangelo da contrapporre ai quattro canonici. Il suo è infatti il kerigma d'un nuovo modo di porsi nei confronti del mondo e di Dio, che il Nostro definisce morto, cioè scomparso dall'orizzonte moderno. L'ipotesi che in Nietzsche si dia una forma, sia pur eccentrica, di religiosità viene confortata altresì dalla sua fede in un nuovo modo di filosofare che si smarchi dalla teorizzazione concettuale e propenda per una parola poetica: aperta a quell'eccedenza che avvertiamo in ogni cosa verso cui si rivolga il nostro sguardo, se contemplativo. Al fine d'un rinnovamento del dire filosofico che non cerchi più certezze lasciando il Grund per VAbgrund: la stabilità per l'abisso.
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Madesani Angela
Storia della fotografia. Ediz. illustrata
ill., br. Una panoramica completa della storia della fotografia lunga quasi centosettant'anni, in cui vengono messe a fuoco alcune delle problematiche più importanti. Ogni capitolo del libro ha un testo introduttivo seguito da schede che approfondiscono movimenti e singoli autori: il tutto pensato per un'agile consultazione anche da parte di studenti universitari. Sono considerati, inoltre, movimenti e personalità degli ultimi trent'anni che non hanno ancora trovato spazio nelle storie della fotografia pubblicate sino a oggi in Italia. Completano il volume alcune interviste a professionisti della fotografia: una restauratrice, un'archivista, uno stampatore e alcuni artisti, nonché esperti dell'ambito fotografico.
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Chesterton Gilbert Keith
Autobiografia
ill., br. Rimarrebbe deluso chi pensasse di trovare in queste pagine un racconto puntuale intessuto di luoghi, fatti, incontri. Non manca - beninteso - nessuno di questi ingredienti, ma l'Autobiografia di Chesterton, uscita postuma nel 1936, è soprattutto la storia di un'intelligenza e di un'anima che cercano, non senza incertezze e contraddizioni, la propria strada. Sullo sfondo, evocato con tocchi magistrali, sta il difficile periodo di transizione tra XIX e XX secolo, con il crollo degli Imperi coloniali e il dramma della prima guerra mondiale. E dallo sfondo si affacciano le personalità del panorama politico e letterario con cui lo scrittore entra in contatto e su cui esercita la propria attitudine all'analisi per paradossi dell'uomo e della società, senza mai rinunciare alla sua impareggiabile vis polemica. La nota segreta del testo - quella che risuona inconfondibile dietro le vicende e le battaglie quotidiane -è però la ricerca di una verità più grande di quella proposta dalle filosofie e dalle dottrine che occupavano (e occupano ancora) la scena contemporanea, una verità capace di cogliere Fumano nella sua complessità e integralità. L'approdo sarà, come è noto, la Chiesa cattolica, «dove tutte le verità si danno appuntamento».
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Geronimo; Morgante D. (cur.)
La mia storia. Autobiografia di un guerriero apache
ill., br. Nel 1906 Stephen Barrett, sovrintendente scolastico in Arizona, incontrò il vecchio capo indiano Geronimo, confinato nella riserva indiana di Fort Sill. Mosso dalle migliori intenzioni, Barrett chiese a Geronimo di raccontargli la sua vita, allo scopo di far conoscere al mondo la storia delle guerre indiane dal punto di vista dei nativi americani. Geronimo, l'uomo che aveva tenuto in scacco per decenni gli eserciti combinati del Messico e degli Stati Uniti, adottando una tecnica di guerriglia che ispirò nel Novecento rivoluzionari di tutte le latitudini, il capo indiano Apache la cui fischio "i cavalli accorrevano come posseduti", narra qui la sua giovinezza in una terra fertile e generosa; la sua maturità mentre le guerre indiane si profilavano all'orizzonte in tutta la loro durezza; e la sua vecchiaia, da prigioniero di guerra, ostaggio di uomini bianchi incapaci di comprendere il grande dolore della sconfitta di un popolo. Eccezionale documento storico e al tempo stesso anche avvincente testimonianza in presa diretta di un mondo che non cessa mai di affascinare, Geronimo. La mia storia non mancherà di interrogare il lettore sulle sue certezza da viso pallido.
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Tumminelli Clara
Il filo dei ricordi. Colico, i suoi abitanti e il forte Montecchio 1900-1950
ill., br. 50 anni di storia colichese, tra documenti, testimonianze, interviste, fotografie, archivi: l'autrice ripercorre la prima metà del secolo scorso, affascinata dai cambiamenti radicali che hanno portato i protagonisti di quegli anni a vedere stravolgere nel giro di pochi decenni certezze secolari. Grandi e piccoli eventi, dalle due guerre alle nuove strade, dalle attività tradizionali alle nuove invenzioni, la Tumminelli ci fa rivivere la vita quotidiana della città di Colico, prestando particolare attenzione alle vicende del Forte Montecchio, che ha costituito una presenza costante e singolare nella sua storia. Avvalendosi sia di documenti storici che di testimonianze dirette, riesce a dare vita a un mondo passato. Come sottolinea nell'introduzione, a spingerla è l'amore per la storia vissuta: le interviste sono il cuore del libro, la ricerca d'archivio le ha consentito di creare il contesto entro il quale inserirle.
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Vozza Marco
A debita distanza. Kierkegaard, Kafka, Kleist e le loro fidanzate
br. Le relazioni pericolose tra uomo e donna di cui parla questo libro toccano l'esistenza nella sua ineludibile dimensione di scelta: quella tra una vita che asseconda la fluida e ingovernabile logica del desiderio e un'altra più rassicurante e continua, presieduta da una logica degli affetti. Logiche tra loro eterogenee che appaiono inconciliabili ai protagonisti della storia qui ricostruita (Kierkegaard e Kafka) e che talvolta inducono a un esito tragico (Kleist). In palese conflitto con la scelta della solitudine al fine di tutelare la propria singolarità, gli autori - in qualche modo personaggi concettuali o eteronimi di chi ha scritto questo libro - avvertono l'esigenza (per lo più disattesa) di una palpitante condivisione del loro universo interiore, mediante la presenza (non troppo invadente, s'intende) di una donna che appaia loro come vocativo o dedicataria di esclusive trame concettuali e di avventure esistenziali. Un saggio filosofico dai toni talvolta narrativi che ci pone al cospetto dei desideri e delle inquietudini che accompagnano ogni vicenda erotica e affettiva, orientata verso l'esperienza effimera della seduzione oppure consolidata nella forma del matrimonio.
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Taffon Giorgio
Lo scrivano, gli scarrozzanti, i templi. Giovanni Testori e il teatro
brossura
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Argüelles José
I duecentosessanta postulati de la dinamica del tempo e l'evoluzione del tempo come coscienza
ill.
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Zaoui Pierre
L'arte di essere felici. Come sopravvivere alle avversità e riscoprire il valore della vita
br. Sentirsi disarmati di fronte a una delusione amorosa. Avere paura di non superare un esame. Chiedersi quando finalmente si addolcirà il dolore del distacco. Ci sono occasioni in cui la sfortuna sembra farsi beffe di noi, giorni in cui lo sconforto ci lascia intorpiditi, frustrati; giorni in cui il mondo appare svuotato di senso. Come provare a essere felici nonostante le avversità? Come sopravvivere alla vita? Si può continuare a vivere e ad amare quando ci si scopre risucchiati nel turbine dei piccoli e grandi problemi dell'esistenza? Questo libro di Pierre Zaoui - una delle voci francesi più autorevoli del pensiero contemporaneo - è un piccolo manuale di sopravvivenza; convinto che l'ultima ancora di salvezza contro l'assurdità dell'esistenza sia il pensiero, Zaoui ci guida in una passeggiata filosofica nei territori più impervi della vita, affacciandosi con coraggio persino sugli scoscesi precipizi davanti a cui tanto spesso i sedicenti intellettuali arretrano timorosi: l'amore e le sue vertigini, il timore della fine, il dolore del lutto. Con la sensibilità del flâneur, e insieme il rigore del filosofo, Zaoui procede per svolte improvvise e accostamenti subitanei, oscilla tra Nietzsche e Flaubert, dirige il suo sguardo sui minuti dettagli del quotidiano che - sommersi dagli stimoli - non sappiamo più apprezzare: i piccoli momenti di tranquillità dell'anima, il piacere del silenzio, i fiori - i più belli - della generosità umana. Perché soltanto la filosofia, ci ricorda Zaoui, è in grado di cogliere la verità universale nascosta nei meandri di ogni singola esperienza, anche la più negativa. "L'arte di essere felici" esalta il valore della vita e insegna al lettore non solo a convivere con le preoccupazioni quotidiane e i drammi più intimi, ma anche a sublimarli in un'idea di vita superiore, più elevata, più intensa, più bella; una vita toccata dalla grazia dell'intelligenza, perché è l'intelligenza a regalarci il coraggio di essere felici.
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Zambrano María; Laurenzi E. (cur.)
Dell'aurora
br. Elaborata lentamente nei lunghi anni dell'esilio dalla dittatura franchista, Dell'Aurora è una straordinaria opera di pensiero che fuoriesce dagli schemi del discorso filosofico: una trama poetica in cui si riannodano, riconoscibili ma trasfigurate, le domande, le riflessioni e le ricerche che occupano la scrittura di tutta una vita. La ricerca di una diversa modalità espressiva della ragione raggiunge in questo testo un'espressione compiuta nella forma di una filosofia poetica.
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Vianello Giancarlo
Raimon Panikkar e il Giappone. Dialogo concettuale con l'Oriente estremo
br. Questo scritto si propone di delineare il quadro concettuale al cui interno si è andato strutturando il rapporto tra Raimon Panikkar e il Giappone, tenendo presente che non si tratta di un generico interessamento per una realtà altra, ma di un confronto con una dimensione che si presenta interlocutoria nell'ottica di tutto il pensiero panikkariano. Connessi a questo rapporto vi sono temi centrali della sua speculazione, temi che sono stati anche approfonditi in dialogo con personaggi come Martin Heidegger e Octavio Paz. Ad esempio, si analizzano, fra i vari temi, la possibilità e necessità di costruire un linguaggio trans-culturale; il confronto con una ontologia altra; la funzione mediatrice dell'India tra Occidente e Oriente estremo; la modalità con cui il Cristianesimo si diffonde in un paese dotato di forte identità culturale e la ridefinizione del concetto di Oriente, concetto che si sviluppa a partire da una visione etnocentrica dell'Occidente.
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Vassallo Nicla
La donna non esiste. E l'uomo? Sesso, genere e identità
br. Negli ultimi anni il dibattito sul rapporto tra sesso, identità e genere si è intensificato. In pochi però se ne interessano, e molti purtroppo parlano a sproposito. I contributi raccolti in questo volume gettano su questi temi uno sguardo innovativo, multidisciplinare e spesso ribelle. Gli stereotipi oggi dominanti (e limitanti) di sesso e gender vengono superati, per concedere a ogni essere umano la propria individualità. Inoltre vengono affrontate alcune questioni cruciali. Quanti sono i sessi? come si pone la biologia di fronte alla classificazione della appartenenza al sessi e alla multidimensionalità dell'identità di genere? Come la bioetica ripensa l"'umano" dopo il superamento del binarismo sessuale? Le nostre città marginalizzano gli individui la cui vita sociale e privata non può essere ingabbiata in spazi specializzati? Che tipo di medicina è la medicina di genere? In quali modi il neurosessismo continua a manifestarsi nel rapporto comunicativo tra scienza e società civile?
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Horne Alistair
L'assedio e la Comune di Parigi (1870-1871)
ill., br. Il Secondo Impero crolla, Napoleone III viene fatto prigioniero e la Francia proclama la Terza Repubblica: è la vittoria delle armate di Bismarck che entrano vittoriose in una Parigi che tenta inutilmente di resistere all'assedio. E poi gli incandescenti giorni della Comune. Le conseguenze politiche e sociali dell'assedio prussiano, le cause dell'insurrezione e la sua repressione nel sangue vengono analizzate da Alistair Horne in quella che è la più completa ricostruzione storica degli avvenimenti parigini del 1870-1871, con lo stile e la passione di una grande narrazione.
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Malevic Kazimir; Nakov A. (cur.); Lazzarin F. (cur.)
Scritti
ill., br. Questo volume raccoglie una serie di scritti teorici (manifesti, riflessioni tecniche sulle arti plastiche, trattati filosofici) di Kazimir Malevic (1879-1935), artista tra i più originali dell'avanguardia del primo Novecento. Le sue pagine, che rendono conto delle innovazioni rivoluzionarie apportate da Malevic, all'insegna di un'arte figurativa imperniata sulle forme non-oggettive, costituiscono anche il nucleo di un sistema di pensiero universale che, in qualche modo, sintetizza le suggestioni proprie di tutta un'epoca fitta di cruciali sconvolgimenti, in Russia e fuori di Russia. I testi sono raggruppati in tre sezioni che segnano i tre momenti nodali della parabola umana e creativa di Malevic: l'invenzione del suo sistema pittorico, il suprematismo, e la sua evoluzione tra il 1915 e il 1923; l'integrazione del pensiero suprematista nella vita (l'azione socio-politica della nuova arte, cara a tutto il modernismo russo, con il suo anelito sintetico); la sublimazione dell'idea suprematista in sistema filosofico, quando Malevic, per l'appunto, fece sì che la sua pittura cedesse il passo alla speculazione e alla formulazione teorica sulla pagina scritta, unico mezzo per raggiungere un'astrazione completa e totale. I testi sono preceduti da un'introduzione dello storico dell'arte Andrei Nakov, che illustra il contesto culturale che fece da sfondo al debutto di Malevic e all'evoluzione della sua estetica.
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