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Studer Massimiliano; Giorgini Ciro
Alle origini di «Quarto potere». «Too much Johnson»: il film perduto di Orson Welles
ill., br. Orson Welles. Quando si legge questo nome ci si trova nella strana condizione di dover fare i conti con un gigante che si è sempre divertito a creare rompicapi e meraviglie filmiche. La sua vita e i suoi innumerevoli progetti e lasciti, che ha sparso in tutto il mondo occidentale, lo rendono un labirinto vivente. Questo volume, che va ad arricchire significativamente l'esegesi welleiana, presenta una ricostruzione di ampio espiro del mondo artistico e culturale del primo Orson Welles, prestando particolare attenzione al contesto storico e politico-culturale della New York anni Trenta. "Too much Johnson", un film inedito di Welles, viene scoperto per caso in Italia nel 2008. Esattamente settant'anni dopo la sua realizzazione. Un film invisibile, dunque, che, per uno strano scherzo del destino, ha riportato in auge lo studio e l'approfondimento di una parte importante della carriera di Welles. Prefazione di Paolo Mereghetti. Con un'intervista a Ciro Giorgini.
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Mori Guido
Del desiderio e del godimento. Viaggio al termine dell'ideologia ne «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino
br. "In fondo è solo un trucco". Con queste parole si conclude "La grande bellezza", un film che proprio come un trucco ben riuscito, ha stupito, infastidito e provocato le reazioni più disparate. Una delle prove più lucide di come il cinema di Paolo Sorrentino sia capace di modellarsi continuamente in forme inedite e complesse, per interrogarsi, e interrogarci profondamente come spettatori, sulle ambiguità e le contraddizioni della psiche umana, sui limiti e le possibilità della rappresentazione, sui rapporti fra soggetto e potere. "La grande bellezza" ci conduce in un viaggio attraverso un mondo narrativo fatto di personaggi e sguardi presi nella tensione tra l'esca del godimento e l'etica del desiderio, tra identità smarrite e risoggettivazioni, tra l'illusione della realtà e la realtà delle illusioni. A partire da tali premesse, in questo volume si indaga "La grande bellezza" ricorrendo principalmente agli strumenti messi a disposizione dalla teoria psicanalitica di Jacques Lacan e da quella di critica dell'ideologia di Slavoj Zizek, oltre a quelli delle teorie di analisi del film a esse ispirate.
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Brunetta Gian Piero
Attrazione fatale. Letterati italiani e letteratura dalla pagina allo schermo. Una storia culturale
br. La letteratura è iscritta nel DNA del cinema italiano, ne costituisce una struttura portante e gli scrittori e letterati ne sono i vettori privilegiati. Alcuni si prestano subito a offrire il corpo e il sangue della propria opera (Gozzano, D'Annunzio, Bracco), altri manterranno a lungo un atteggiamento di sospetto e presa di distanza (Verga, Pirandello). Non pochi subiscono lo sguardo ipnotico del cinema e decidono presto di effettuare il passaggio di campo, o concedendo i diritti delle opere, o ideando soggetti e collaborando a sceneggiature originali, o dedotte da opere letterarie. Alcuni riescono a far coesistere l'attività letteraria con quella cinematografica (Soldati, Pasolini), altri abbandonano ogni pretesa letteraria senza guardarsi indietro (Amidei), altri rimangono in mezzo al guado, altri ancora contribuiscono a porre le basi d'una nuova poetica, quella del neorealismo (Zavattini), o a inventare una lingua per il cinema capace d'avere importanti ricadute nella vita reale. Tutti insieme concorrono a porre le basi per una lingua comune agli italiani, che nel dopoguerra ancora utilizzano a maggioranza i dialetti. L'autore cerca di raccontare la complessità e varietà dei rapporti tra letterati, letteratura e cinema italiano lungo tutta la sua storia prendendo in considerazione ventitré casi specifici che puntano a ricomporre una sta culturale che attraversa tutto il Novecento.
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Re V. (cur.)
Streaming media. Distribuzione, circolazione, accesso
br. L'attenzione accademica che si sta progressivamente concentrando sui servizi di video on demand è pari quasi alla destabilizzazione che il più ampio settore della distribuzione di contenuti mediali ha subito complessivamente negli ultimi anni, e si è tradotta in un'ampia riflessione sull'impatto di player come Netflix e Amazon Prime Video, sulle reazioni degli operatori tradizionali della filiera e dei policymaker, sui fenomeni di disintermediazione o, al contrario, di re-intermediazione, sulla qualità dell'accesso per i consumatori. Di questo scenario controverso, polarizzato, sbilanciato, instabile, che per certi aspetti cambia rapidamente e per altri resiste caparbiamente ai cambiamenti, questo libro prova a scattare un'istantanea, che inquadra i mutamenti in corso (soprattutto, ma non esclusivamente, nel contesto italiano) in una prospettiva più ampia, e li interpreta nei diversi aspetti economici, tecnologici, giuridici, socio-culturali: l'emergere di nuovi modelli di business, le ipotesi di revisione dei quadri normativi, i rapporti tra distribuzione e produzione, il ruolo rinnovato degli utenti nella circolazione dei contenuti.
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Valerio P. (cur.); Valerio G. (cur.); Claysset M. (cur.)
Terzo tempo, fair play. I valori dello sport per il contrasto all'omofobia e alla transfobia. Atti del Convegno (Napoli, 22 aprile 2015)
br. Questo volume raccoglie i contributi presentati al convegno "Terzo tempo, fair play. I valori dello sport per il contrasto all'omofobia e alla transfobia", che si è svolto il 22 aprile 2015 a Napoli, organizzato dall'Università degli studi di Napoli Parthenope in collaborazione con il C.I.R.B., il Centro "Servizi per l'inclusione attiva e partecipata degli studenti" dell'Università degli studi di Napoli Federico II, l'UISP (Unione Italiana Sport per tutti), la Fondazione Genere Identità Cultura e le associazioni per i diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali) Arcigay e Arcilesbica. Vuole rappresentare un supporto per sensibilizzare educatori, professionisti e tutti coloro che sono impegnati nel campo delle attività motorie e sportive a promuovere una cultura più inclusiva e rispettosa nello sport, a sviluppare azioni di prevenzione della discriminazione nei confronti di persone LGBTI, e a condannare qualsiasi manifestazione di intolleranza nei loro confronti.
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Venturini Simone
Il cinema francese negli anni di Vichy
br. Il 17 giugno 1940 il maresciallo Pétain annunciò alla radio che il governo da lui formato avrebbe chiesto un armistizio alla Germania. La Francia fu divisa e il regime di Vichy iniziò a operare discriminazioni politiche e civili e a collaborare con l'occupante. Avanzava sotto diverse forme la risposta alla "decadenza" della Francia repubblicana: la "rivoluzione nazionale", e con essa una ristrutturazione del cinema nazionale, parte di una più ampia operazione di colonialismo economico condotta dalla Germania nazionalsocialista. Tra il 1940 e il 1944 l'industria del cinema francese produsse duecentoventi lungometraggi di finzione: commedie leggere, adattamenti letterari, melodrammi, polizieschi, ambientazioni storiche e fantastiche. Il pubblico si recò al cinema con continuità, premiando i film francesi: un paradosso che rispondeva a un "bisogno esistenziale di scuotersi da dosso la realtà quotidiana e l'umiliazione". Il saggio iniziale ricostruisce il contesto produttivo e culturale del cinema francese del periodo, mentre le schede filmografiche che lo accompagnano restituiscono al lettore la sua ricca e sorprendente varietà: un'ampia selezione di opere e autori che rende conto della "curiosa età dell'oro" vissuta dal cinema francese durante il periodo di Vichy, contraddistinta dall'oscillazione tra il collaborazionismo e la resistenza, tra l'Occupazione e la Liberazione.
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Porro Maurizio; Vitaliano N. (cur.)
Attori, teatro e un po' di vita. Scritti per il «Corriere della sera» (1974-2017)
br. Questo volume presenta, per la prima volta, un insieme di recensioni, interviste, articoli, dedicati al teatro e allo spettacolo, che Maurizio Porro ha scritto, negli anni, per il «Corriere della Sera», raccontando fatti, eventi, serate della vita teatrale milanese e italiana. Ne risulta un osservatorio particolare e inaspettato delle nostre scene dal 1974 ad oggi, in grado di offrire, con garbo e piacevolezza, diversi spunti di riflessione, per comprendere opere e artisti che hanno fatto la storia dello spettacolo dell'ultimo mezzo secolo. Premessa di Franca Valeri.
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Aimo Laura
Corpo danza creazione. Sasha Waltz & Guests
br. Un viaggio nel corpo attraverso la danza. Si parte dall'analisi di alcune opere di Sasha Waltz, coreografa e regista tedesca che grazie a vent'anni di ricerca con e sul corpo accompagna nel suo labirinto. Intrecciando sguardi, linguaggi e discipline differenti l'autrice propone una lettura originale della coreutica dell'artista e attraverso di essa fornisce mappe e strumenti per orientarsi nel tempio corporeo. Il fine è mostrarne le molteplici dimensioni e possibilità, il valore euristico del simbolo e dell'immaginazione e la capacità di Tersicore non solo di diagnosticare l'odierna mistificazione del corpo, ma anche di offrirsi come canale di guarigione attraverso nuove - o forse solo dimenticate - immagini, parole e pratiche creative. Si arriva infine a una storia, una storia di rinascita attraverso il corpo, la danza e la creazione, che vede l'autrice scoprirsi e portarsi in scena per invitare il lettore a fare lo stesso: a riconoscere e abitare il proprio corpo, a scrivere il suo racconto, a proseguire il viaggio.
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Brotto Denis
Jean Vigo. Opera completa. Con DVD video
ill., br. Nel corso del Novecento l'opera di Jean Vigo è divenuta centrale per la storia del cinema e delle arti visive. Amico di Storck e Painlevé, vicino a Buñuel e Ivens, introdotto al cinema da Dulac e Autant-Lara, la sua biografia e i suoi lavori sono ricchi di incontri ed episodi, talvolta sorprendenti, sempre determinanti. Nei suoi film - tutti proposti in DVD in questo speciale della Videns - Vigo ha saputo incarnare i principi della ribellione e dell'anarchia, del sogno e della passione, unendo Epstein e Chaplin, Ejzenstejn e Clair, avanguardie francesi e cinema russo, comicità ricercata e romantico lirismo. I registi della nouvelle vague lo hanno preso a modello, Bertolucci, Bellocchio, Tarkovskij e Sokurov lo hanno amato e ammirato. Da "À propos de Nice" a "Taris", da "Zèro de conduite" sino al memorabile "L'Atalante", la sua opera si offre oggi come un prisma da osservare per mezzo di nuove lenti e nuove strumentazioni teoriche. Tornare a riflettere su Vigo significa interrogarsi sull'istanza primaria dell'arte cinematografica: il rapporto tra immagine e immaginazione. Contiene un dialogo con Marco Bellocchio. Nel dvd video allegato: "À propos de Nice", "Taris ou la natation", "Zéro de conduite", "L'Atalante".
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Scolari R. (cur.)
Basta un paravento. 1982-2017: trentacinque anni di teatro a Locarno e in giro per il mondo
ill., br. Da trentacinque anni... basta un Paravento. Il volume vuole testimoniare più che celebrare l'esperienza di un piccolo teatro nato in una piccola città, Locarno, ma che si rifà a grandi e antiche tradizioni come la pantomima o il Teatro dell'arte. Fondata da quattro attori usciti dalla Scuola Teatro Dimitri, la compagnia ha girovagato per il mondo e si è esibita in oltre trenta Paesi (da quelli dell'Europa centrale alla Russia, dal Vicino Oriente al Canada, dalla Turchia e la Grecia all'America latina e l'Oceano Indiano). Il libro è suddiviso in più sezioni e contiene testi di membri della compagnia che raccontano le esperienze vissute e testi di autori esterni che ne ripercorrono la storia e analizzano le specificità drammaturgiche di questi moderni saltimbanchi.
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Pravadelli V. (cur.)
Il cinema delle donne tra scenari globali e contesti transnazionali
br. L'antologia affronta il cinema delle donne contemporaneo attraverso contributi di studiose/i provenienti da diverse parti del globo - dall'Italia agli Stati Uniti, dalla Turchia alla Grecia e l'Iran, dalla Nuova Zelanda all'Argentina, dalla Germania al Canada. Questa prospettiva globale si rispecchia nel contenuto del volume: i diversi saggi considerano film e registe legati a contesti geografici molteplici e guardano alla produzione cinematografica delle donne in relazione a dinamiche nazionali, transnazionali e globali. Ne esce un quadro polifonico in cui le cineaste donne, occidentali e non, appaiono attori sociali chiave nel narrare le complessità della condizione geopolitica attuale e dei suoi soggetti.
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Schiavo Maddalena
Il teatro ebraico. La realizzazione di un sogno
brossura Il teatro ebraico si sviluppa poco più di un secolo fa nell'ambito del processo di rinascita nazionale che portò alla fondazione dello Stato d'Israele. Con il passaggio degli ebrei dall'Europa in Palestina, iniziato verso la fine del diciannovesimo secolo, l'arte drammatica divenne uno dei principali mezzi espressivi per promuovere gli ideali sionisti e favorire la diffusione della lingua ebraica. Nel corso di alcuni decenni il teatro, da strumento didattico, si è affermato come una delle manifestazioni artistiche più seguite e apprezzate del paese. Il volume ripercorre i principali avvenimenti che hanno scandito la nascita delle prime compagnie teatrali e della drammaturgia israeliana fino ai suoi sviluppi più recenti soffermandosi sulla natura ideologica e politica che caratterizza tale fenomeno.
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Pierotti Federico
Diorama lusitano. Il cinema portoghese come archeologia dello sguardo
ill., br. Il cinema portoghese può essere paragonato alle isole Galápagos, che tanto avevano interessato Darwin perché in esse le dinamiche dell'evoluzione acquistavano carattere di evidenza. Per una concomitanza singolare di fattori, anche il cinema portoghese si è sviluppato seguendo traiettorie evolutive peculiari rispetto ad altre cinematografie più conosciute del mondo europeo e occidentale. Questa singolarità lo rende un oggetto di studio di particolare interesse, poiché la rimessa in discussione delle genealogie acquisite e dei limiti tradizionali dell'esperienza cinematografica, oggi al centro dei film studies e dei media studies, sono parte integrante del suo patrimonio ereditario da oltre mezzo secolo. Soffermandosi su alcuni film chiave di Manoel de Oliveira, António Reis, João César Monteiro e Miguel Gomes, questo studio intende rimarcare il ruolo e l'importanza del cinema portoghese ai fini di un'archeologia dello sguardo cinematografico contemporaneo.
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D'Agostini Marco; Paolone Anselmo Roberto
Filmati per formare. Storytelling e tecniche audiovisive nell'opera di Filippo Paolone
ill., br. Filippo Paolone (1917-1993), nella sua duplice veste di pioniere degli studi massmediologici-pedagogici e di realizzatore di documentari industriali e per la formazione, può costituire un punto di riferimento per la contemporanea comunicazione d'impresa. Il presente volume tratteggia momenti della sua biografia professionale e intellettuale, cercando di distillare in forma sintetica la teoria filmologica del documentario tecnico che egli mise a punto in una serie di pubblicazioni accademiche, e applicò in centinaia di film di cui fu autore e regista. Nel volume vengono analizzate in particolare le sceneggiature di una delle "Grammatiche del lavoro" (il caratteristico formato seriale di documentari ideato da Paolone) al fine di metterne in evidenza gli aspetti tecnici salienti, per consentire ai professionisti del settore di trarre da questo materiale insegnamenti ancora attuali e spendibili nell'ambito della comunicazione d'impresa, della formazione e, più in generale, del film documentario.
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Molinari Alberto; Toni Gioacchino
Storie di sport e politica. Una stagione di conflitti 1968-1978
br. Il '68 apre una stagione di conflitti che si riverberano anche nell'universo dello sport, facendo emergere le contraddizioni inscritte in uno dei più importanti fenomeni di massa e mettendo in discussione la sua presunta neutralità e separatezza. Considerati tradizionalmente luoghi chiusi e pacificati, gli spazi dello sport, investiti da diverse forme di protesta, vengono riconfigurati come spazi aperti e contesi. Nell'intreccio tra sport e politica emerge la crisi di legittimazione delle concezioni e delle istituzioni sportive tradizionali, alle quali vengono contrapposti modelli e pratiche alternative. Il libro affronta in forma antologica un decennio di eventi e questioni politico-sportive attraverso contestualizzazioni storiche, analisi e commenti, rappresentazioni e dibattiti apparsi sulla stampa italiana. Il racconto si snoda tra quadro mondiale e contesto nazionale, tra momenti che hanno lasciato una traccia profonda nell'immaginario collettivo ed episodi meno noti ma significativi di un'intensa pagina di storia dello sport.
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Galli Matteo
A morte Venezia e altri saggi sul cinema
ill., br. Il volume raccoglie ventuno saggi scritti nell'arco degli ultimi quindici anni e usciti in rivista oppure in volumi collettanei, rivisti, modificati, aggiornati, in alcuni casi tradotti dall'autore. In larga prevalenza si tratta di saggi sul cinema tedesco e sull'autorenkino che si articolano intorno a tre assi principali. Il primo è il rapporto fra cinema e letteratura, con saggi su trasposizioni da opere di Hoffmann, Kleist, Fontane, Kafka, Th. Mann, Schnitzler realizzate da registi del calibro di Orson Welles, Luchino Visconti, Rainer Werner Fassbinder e altri non meno importanti. La seconda parte si concentra sul rapporto privilegiato fra cinema e storia in area tedesca con alcuni case "studies" per esempio su cinema e guerra, cinema e terrorismo con l'analisi di pellicole di registi come Alexander Kluge e Michael Haneke. La terza parte, infine, riguarda i rapporti fra Germania e Italia, cinque saggi che cercano dai più diversi punti di vista di illuminare questa talora controversa relazione.
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Estremo V. (cur.); Federici F. (cur.)
Albert Serra. Cinema, arte e performance
ill., br. Nel panorama artistico internazionale Albert Serra è un caso esemplare di regista e artista capace di muoversi con facilità tra i mondi del cinema e dell'arte contemporanea, pur mantenendo una poetica visiva coerente. Negli ultimi anni l'autore catalano è stato protagonista dei principali eventi artistici, esponendo retrospettive dei suoi lavori alla Tate Modern di Londra e al Centre Pompidou di Parigi, partecipando alla Biennale di Venezia e alla Documenta di Kassel, vincendo un Pardo d'oro al Festival di Locarno per "Història de la meva mort" (2013) e presentando alcuni dei suoi film al Festival di Cannes. A partire da una conversazione pubblica dei curatori avuta con l'artista durante il Filmforum Festival di Udine e Gorizia e attraverso alcuni saggi critici, questo libro sviluppa un dialogo con l'autore sul suo lavoro, sul suo processo creativo, sul suo rapporto con il cinema e l'arte contemporanea.
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Raciti Giulia
Il ritornello crudele dell'immagine. Critica e poetica del cinema di Carmelo Bene
ill., br. Nel cinema di Carmelo Bene le immagini si inseguono in una corsa forsennata nella quale ritornano uguali e diverse, proprio come i "ritornelli" di cui parlano Deleuze e Guattari in Millepiani, generando una "crudele" sinfonia visiva in cui si affastellano sino a cancellarsi. Tuttavia, malgrado questa furia iconoclasta tesa a conseguire la cecità dell'immagine filmica, è innegabile che il cinema di Bene produca magnifici simulacri della visione da bruciare rapidamente e invano. Il libro pone l'accento proprio sulla connaturata dimensione visual della filmografia beniana, soffermandosi in particolare sulla disamina della pittura diegetizzata, marca metalinguistica di enunciazione autoriale. Unitamente all'analisi delle interferenze tra il cinema di Carmelo Bene e le arti visive, il saggio mappa l'accoglienza dei testi filmici del regista da parte della critica specialistica di settore, collazionando i contributi riportati in «Bianco e Nero», «Cinema & Film», «Cinema Nuovo», «Cineforum», «Filmcritica», «Sipario», «La scrittura scenica», «Cahiers du Cinema» e oltre. Prefazione di Alessandro Cappabianca. Postfazione di Emiliano Morreale.
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Schibeci Stefania
Jean Cocteau teorico del cinema
br. L'interesse di Jean Cocteau è interamente rivolto alla «poesie», come strumento principe per conoscere e rappresentare il mondo, soprattutto quello interiore, ed è proprio in questa chiave che bisogna leggere anche ir suo cinema. Il suo approdo alla «dixième muse» è assolutamente naturale per un artista a tutto tondo come lui, che non ha mai operato una netta distinzione tra le arti, promuovendo una straordinaria intermedialità ed esplorando i tutti i tipi di linguaggio tino a scoprire le potenzialità del connubio tra immagine e parola in questa «véritable art des poétes». I suoi film, intervallati spesso da un notevole lasso - di tempo, si presentano come degli «objets difficiles à ramasser», secondo la celebre espressione di cui il poeta stesso si serve per definire le sue opere, in quanto è difficile inferirli a pieno in una corrente artistica e sono piuttosto criptici, se non si conosce a fondo la sua concezione del cinema. Infatti Cocteau può essere a buon,diritto inserito nel novero dei teorici del cinema, in quanto, pur non avendo mai scritto un vero e proprio trattato sull'argomento, in numerose sue opere si evincono i principi guida della sua riflessione sul nuovo medium, che si ritrovano poi applicati nella sua filmografia.
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De Min Silvia
Ékphrasis in scena. Per una teoria della figurazione teatrale
br. Trattare del rapporto tra parola e immagine in ambito teatrale significa trattare della tensione tra i modi del rappresentativo, considerando i limiti espressivi del linguaggio e quelli della visione. Per capire come la scena teatrale abbia risposto, in epoche differenti, ai tentativi di dominio dell'uno o dell'altro polo, o come abbia trovato un equilibrio tra i due, il libro propone una teorizzazione della categoria dell'ékphrasis. Riflettere su questa forma del discorso che compone e scompone immagini consente di innescare un complesso ma lucido cortocircuito tra questioni all'apparenza distanti: i rapporti tra descrittivo e narrativo, tra didascalico e mimetico; le connessioni tra la creazione di immagini interiori e la realizzazione scenica attraverso i gesti; le oscillazioni tra percorsi dell'immaginazione e arte della memoria; infine le possibilità di dar forma all'immagine in scena per via linguistica, visiva o mista. L'ékphrasis diventa quindi uno strumento per comprendere i passaggi "di figurazione in figurazione" nel contesto spettacolare a partire dai testi o, viceversa, dalle scene.
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Zumbo Saverio
La trappola del testo. Sul primo Kubrick
br. "Nel ripensare il suo classico studio sul "primo" Kubrick, Saverio Zumbo si sintonizza con [le] nuove prospettive degli studi sul regista. Zumbo rilegge infatti i film del giovane Kubrick (dal cortometraggio "Day of the fight", del 1949 a "Lolita" del 1962) alla luce di una duplice ipotesi. In primo luogo, egli ritiene che occorra postulare uno stacco tra i primi due film [...] e la produzione successiva: all'inizio della propria carriera Kubrick tenta vie radicalmente sperimentali, che poi finisce per abbandonare [...]. In secondo luogo, il fervido e irripetibile clima sperimentale dei primi film sarebbe basato (non senza qualche ingenuità e alcune ambizioni eccessive) sulla sintesi di due elementi: da un lato la lezione modernista della riflessività dell'opera d'arte, e dunque la sperimentazione sul linguaggio e la messa in scena del medium; dall'altro lato l'influsso della psicanalisi junghiana che costituirebbe il serbatoio delle più interessanti sperimentazioni linguistiche e metalinguistiche." (dall'Introduzione di Ruggero Eugeni)
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Barthes Roland; Consolini M. (cur.)
Sul teatro
br. La ricca e intensa attività critica che Roland Barthes ha dedicato al teatro è rimasta pressoché sconosciuta, soprattutto al di fuori della Francia. Gli scritti proposti in queste pagine risalgono agli anni Cinquanta, durante i quali quello che era stato un amore giovanile diviene l'oggetto di un'analisi intransigente. Il corpus "Sul teatro" possiede veramente le caratteristiche di un'opera: ci rivela un Barthes "inedito", più aggressivo e manicheo del solito, e ne conferma al tempo stesso le note peculiarità di intellettuale incapace di allinearsi a un credo ideologico; costituisce un preciso quadro di un'epoca, pur dispensando riflessioni di grande utilità per la lettura dell'intero fenomeno teatrale novecentesco. Il teatro non fu solo l'ambito in cui Barthes esercitò la sua prima, massiccia attività critica, e che gli fornì la prima notorietà, ma anche lo spazio della sua unica, vera militanza. Dal 1953, anno in cui si unì al gruppo della nascente rivista Théâtre Populaire, al 1961, quando abbandonò il teatro in modo definitivo, il tono dei suoi articoli rimane fermo e determinato. I bersagli sono le strutture, le istituzioni, la critica e il pubblico borghese. L'obiettivo, chiarissimo, è la definizione concreta di un teatro essenzialmente popolare, al tempo stesso divertente e difficile, d'intrattenimento e di pensiero, fruibile e stimolante. Netto e ben disegnato il cammino che condusse Barthes dall'entusiasmo per il Théâtre National Populaire di Jean Vilar - dove nei grandi spazi e nel rigore della messinscena trovò un riflesso del suo antico amore per la tragedia greca e per i maestri d'anteguerra Dullin e Pitoëff - alla vetta della folgorazione, la "scoperta" del Berliner Ensemble di Bertolt Brecht - un teatro politico straordinariamente efficace perché radicalmente rivoluzionario nelle forme sceniche -, che lo portò in rotta di collisione con tutto il "teatro imperfetto", e infine al disincanto nei confronti di tutta l'arte drammatica. Lungo questa pista le tracce sono perfettamente riconoscibili: grazie agli oggetti.
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Abruzzese Alberto; Amendola A. (cur.); Del Gaudio V. (cur.)
Il dispositivo segreto. La scena tra sperimentazione e consumi di massa. Scritti teatrali 1975-1980
br. Il volume raccoglie gli scritti di Alberto Abruzzese dedicati al teatro usciti su "Rinascita" nel periodo 1975-1980. Il paesaggio che ne scaturisce - alle volte anche con dure prese di posizione rispetto alle politiche culturali dell'epoca o altre volte caratterizzato da potenti suggestioni e attuali prospettive d'indagine - è affascinante e complesso. Da un lato un teatro che è dentro un sistema di "crisi" e "vittima" di una logica socio-estetica funzionale a un sistema, dall'altro un teatro che ha piena consapevolezza di sé soprattutto quando guarda i sistemi stratificati della rappresentazione e con intelligenza innovativa sa rapportarsi ai processi comunicativi, alla mediologia e alla sperimentazione tecnologica. In questo spazio Abruzzese ragiona sul teatro come un medium che a tutti gli effetti è dentro il sistema articolato dei processi dell'industria culturale e dei consumi di massa. Nelle pagine degli scritti teatrali Abruzzese fa i conti con gli spettacoli dei protagonisti della neoavanguardia e della post-avanguardia: Bene, Vasilicò, Wilson, Nanni, Monk, Perlini, Magazzini Criminali, Kantor, Leo e Perla... Il tutto da una prospettiva decentrata che consente all'autore di cogliere effetti, prassi e metodologie non soltanto per la storia del teatro e per la scena teatrale in generale, ma più profondamente all'interno di un sistema simbolico stratificato nel quale il teatro dialoga con la televisione, con il cinema, con il fumetto e gli altri linguaggi della contemporaneità.
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Bisaccia Antonio
Punctum fluens. Comunicazione estetica e movimento tra cinema e arte nelle avanguardie storiche
ill., br. La sperimentazione cinematografica come ri-scrittura del movimento: partendo da questo punto di vista Antonio Bisaccia ricerca le molteplici connessioni tra il cinema e le arti, riflettendo sulla complessità del rapporto tra parola scritta e luce dell'immagine. Incontra lungo il suo cammino le seduzioni del film assoluto e astratto, del dadaismo, del surrealismo e di tutte le avanguardie storiche. Un viaggio che parte con Leopold Survage e i futuristi, proseguendo con Louis Delluc, Jean Epstein, Marcel L'Herbier, Abel Gance, Germaine Dulac, Fernand Léger, Apollinare, Man Ray, René Clair, Marcel Duchamp, Salvador Dalì, Luis Bunuel. L'apparente ossimoro del titolo, Punctum fluens, descrive il paradosso della luce in movimento sullo schermo. Bisognerà intendere il punctum non come segno grafico che conclude un periodo o come luogo determinato e circoscritto - accezione, questa, che si oppone all'idea dello scorrere - ma piuttosto come momento ad interim e istante di un flusso - a volte imprendibile - di dati visivi in movimento. Come "qualcosa che ci punge", appunto, e che attira la nostra attenzione. E in questa dinamica dello sguardo, in quest'area del particolare, in questa antieconomia dell'illusione che l'autore c'invita a entrare, scegliendo di mettere da parte preoccupazioni sterilmente filologiche e proponendoci del cinema d'avanguardia proprio ciò "che ci ha punto". Premessa di Patrick Rumble, postfazione di R. Bruce Elder.
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Odio la Juve. Tredici ragioni per detestare il più forte
br. Che cosa accomuna chi tifa Inter e Milan, chi tifa Roma e Lazio, chi tifa Napoli, Fiorentina o una qualsiasi squadra minore? Forse solo una cosa, l'odio per la Juventus. In Italia, la squadra bianconera è quella con più tifosi, tutti gli altri, per un motivo o per l'altro, si raccolgono sotto la bandiera dell'anti-juventinismo. Dando la parola ad antijuventini di provata fede, tifosi delle più diverse squadre, il libro si propone di mappare con brillantezza e ironia le ragioni, le narrazioni, i miti, gli idoli polemici dell'astio verso la "Vecchia Signora", nonché di individuare le linee antropologiche di una figura, l'homo juventinus, stigmatizzata e dileggiata da tutti coloro che non sono "gobbi".
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Monteverdi Anna Maria
Memoria, maschera e macchina nel teatro di Robert Lepage
ill., br. "Memoria", "maschera" e "macchina" sono termini interscambiabili nel teatro di Robert Lepage, regista e interprete teatrale franco-canadese considerato tra i più grandi autori della scena contemporanea che usa i nuovi media; se la sua drammaturgia scava l'io del personaggio portando alla luce un vero e proprio arsenale di memorie personali e collettive, la macchina scenica video diventa il doppio del soggetto, specchio della sua interiorità più profonda. La perfetta corrispondenza tra trasformazione interiore del personaggio e trasformazione della scena determinano la caratteristica della macchina teatrale nel suo complesso che raffigura, come maschera, il limite tra visibile e invisibile. Il volume contiene interviste a Robert Lepage e allo scenografo Carl Fillion e un'antologia critica con saggi di, Massimo Bergamasco, Vincenzo Sansone, Erica Magris, Giancarla Carboni, Francesca Pasquinucci, Andrea Lanini, Ilaria Bellini, Sara Russo, Elisa Lombardi, Claudio Longhi.
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Campo minato & compagnia
brossura
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Bertolini M. (cur.); Tuppini T. (cur.)
Deleuze e il cinema francese
brossura
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Aronson Arnold; Sica Anna
Uptown-downtown New York theatre from tradition to avant-garde
ill., br.
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Areias Almir Das; Martins de Oliveira L. (cur.)
Cos'è Capoeira. Tra danza e lotta: un'arte strumento di libertà
ill., br. La capoeira è una disciplina tra lotta e danza, praticata nel corso dei secoli dagli schiavi africani in Brasile. In tempi più recenti ha conosciuto una grande diffusione in tutto il mondo, imponendosi come fenomeno culturale multietnico. Il libro ripercorre tutta la storia della capoeira e la sua evoluzione, a partire dalle sue origini nel Brasile schiavista, dove veniva repressa in quanto manifestazione della cultura "negra", fino ai giorni nostri. Il successo della capoeira, anche in Occidente, si deve non solo al suo fascino esotico, ma principalmente alla sua capacità di sublimare la violenza in arte, fino a delineare un vero e proprio stile di vita alternativo e libertario.
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Lischi S. (cur.); Marcheschi E. (cur.)
Poetroniche. Video e cinema oltre. Catalogo Invideo 2007. Ediz. italiana e inglese
ill.
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Lands and skies-Terre e cieli. Catalogo Invideo 2008. Ediz. bilingue
brossura
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Carmagnola Fulvio; Pievani Telmo
Pulp Times. Immagini del tempo nel cinema d'oggi. Nuova ediz.
br. Il cinema oggi è insieme esperienza estetica di massa e luogo di raccolta e di diffusione dei grandi temi dell'immaginario nelle società globali. A partire da questa constatazione, Telmo Pievani e Fulvio Carmagnola esaminano come il tema culturale del tempo viene declinato nella narrazione cinematografica più recente, e in particolare in quel cinema spettacolare che, dalla fantascienza alla fiction di avventura, è sempre più protagonista del nostro presente. Il libro, rivisto e aggiornato dagli autori, è corredato da un'ampia filmografia che raccoglie film sul tempo finora apparsi anche fuori dal circuito distributivo italiano. Filmografia di Dario D'Incerti.
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Campostrini Alvise; Manzella Alessandro; Caracciolo Francesca
Teatro fragile. Guida agli effetti delle pratiche teatrali sui malati di Alzheimer
ill., br. Questo volume racconta di un progetto terapeutico pionieristico che ha associato la scrittura autobiografica alla dimensione teatrale nel trattamento di pazienti affetti da Alzheimer. Un laboratorio di teatro inclusivo, pensato per un gruppo eterogeneo, con capacità cognitive differenti. Ai partecipanti è stato somministrato un test per valutare lo stress e gli eventuali cambiamenti nel corso della settimana. Questo è il racconto del progetto apripista della 1° edizione della manifestazione Alzheimer Fest (Gavirate - Lago di Varese, settembre 2017). Un percorso unico in cui la scrittura diaristica ha stimolato il racconto e la condivisione di sé.
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Hauke C. (cur.); Alister I. (cur.)
Jung e il cinema. il pensiero post-junghiano incontra l'immagine filmica
br. Il pensiero di Jung non è utile solo per la terapia: è un mezzo per interpretare il mondo, e quindi anche per comprendere il linguaggio dei film. Tra "Pulp Fiction", "Blade Runner" e "2001: Odissea nello spazio", questo libro applica per la prima volta la psicologia junghiana all'analisi cinematografica. Per tutti gli appassionati di cinema, ma anche per chi si interessa di cultural studies e di media studies, una lettura interdisciplinare, originale e innovativa del "pensiero del profondo".
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Piscicelli Salvatore; Frezza G. (cur.)
L'imitazione della vita. Scritti di cinema 1970-2016
br. Questo libro (il cui titolo richiama quello di un importante film del regista Douglas Sirk) raccoglie e mette insieme, in un ordine sistematico, gli scritti di cinema di uno dei più importanti autori del cinema italiano degli ultimi quattro decenni. Dalla lettura di questi saggi di Salvatore Piscicelli (recensioni dei film usciti nel nostro paese nel corso degli anni Settanta e pubblicati sull'"Avanti!", articoli e saggi di più vasto respiro scritti per una rivista, "Cinemasessanta", o altri nati da occasioni diverse di riflessione su figure come Chaplin o Rossellini o sul rapporto fra cinema e ideologia, su temi rilevanti come cinema e psicoanalisi, o sui film cinesi di kung fu o, ancora, sulla metodologia storiografica del cinema o su registi francesi e del Nord Europa ecc.), viene fuori un profilo esemplare di cineasta integrale, critico e autore nello stesso tempo. Questo libro dà modo, da un lato, di ricostruire un modo generazionale di vivere e praticare il cinema (quello che appunto nutre gli interessi del critico a partire dagli anni Settanta) e, insieme, dall'altro, di comprendere la lunga e vivace formazione del futuro regista. Dal 1980 in poi, mentre dirige film e interpreta le tendenze del cinema contemporaneo secondo le sue opzioni creative, Piscicelli, in filigrana, non smette di osservare criticamente come il cinema evolve in rapporto alla società.
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Teti Marco
Twin Peaks. Narrazione multimediale ed esperienza di visione
br. La serie tv "Twin Peaks", ideata da David Lynch e Mark Frost, occupa da anni un posto di assoluto rilievo nell'ambito della fiction seriale televisiva americana e internazionale. "Twin Peaks" viene qui collocata in un preciso contesto televisivo, mediale, storico e culturale. L'importanza della serie tv emerge in particolare sotto tre aspetti, sui quali viene concentrata l'attenzione. In primo luogo, "Twin Peaks" contribuisce a definire una figura di "autore" nel campo della fiction televisiva seriale. In secondo luogo, la serie tv instaura un profondo rapporto, tanto di natura comunicativa quanto di natura affettiva, con i propri spettatori e innanzitutto con gli appassionati, con i fan. In terzo e ultimo luogo, Lynch e Frost riescono a operare una singolare, inimitabile combinazione tra il piano della realtà e il piano della finzione.
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Pavesi Diletta
Riflessi di stelle. Immagini divistiche nel cinema autoriflessivo di Hollywood
brossura Quando il cinema americano sceglie di riflettere su se stesso, la figura della diva emerge come soggetto privilegiato. Analizzando alcuni dei più significativi film di ambientazione hollywoodiana, la ricerca si sofferma sul groviglio di aspirazioni femminili, timori culturali e tensioni sessuali che da sempre accompagnano tale figura. Partendo dalle commedie degli anni Venti come "Maschere di celluloide" di Vidor, in cui la star è un'ingenua pioniera, si passa ai mélo del decennio successivo come "È nata una stella" di Wellman, che prendono coscienza del lato oscuro del sogno divistico. Infine, si arriva ai capolavori del dopoguerra, come "Viale del tramonto" di Wilder e "La contessa scalza" di Mankiewicz, in cui le protagoniste sono ormai deliranti astri in declino o sex symbol condannate a una carriera fortunata ma alla sconfitta nell'ambito privato. Particolare attenzione, inoltre, è stata prestata al caso del musical: tanto nel memorabile "Cantando sotto la pioggia" di Donen e Kelly quanto nel più oscuro "Lo strano mondo di Daisy Clover" di Mulligan, la diva si pone come presenza eversiva, decisa a non lasciarsi stritolare dagli alienanti meccanismi della tecnologia sonora.
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Bonafede Fiorella
Il cinema di Carlo Battisti. La favolosa vacanza di un insigne glottologo nel mondo della celluloide
ill., br. Carlo Battisti, importante linguista e dialettologo, nel 1951 incontra per caso Vittorio De Sica, che gli offre immediatamente il ruolo di protagonista nel film "Umberto D". Alla soglia dei settant'anni il professore entra in un mondo per lui sconosciuto e la sua indole di studioso lo porta a trasformare questa esperienza in un'occasione di ricerca e di creazione: nell'arco di cinque anni, dal 1951 al 1956, Battisti indossa anche le vesti di critico e di teorico del cinema, fino a diventare il soggettista e il supervisore di un documentario. Il libro ricostruisce quell'incontro e i suoi fecondi sviluppi, indagando per la prima volta gli illuminanti scritti di Battisti sulla teoria del linguaggio cinematografico.
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Vanoli Giancarla
Nella terra di mezzo. Cinema e immigrazione in Italia (1990-2010)
br. Tre diverse generazioni di registi si confrontano, tra il 1990 e il 2010, con un tema fino ad allora privo di modelli narrativi di riferimento, ma sentito come adatto a riallacciare i fili della migliore tradizione cinematografica italiana. Ne deriva una rappresentazione del fenomeno migratorio condizionata da fattori biografici oltre che culturali, attraverso la quale è possibile individuare alcuni elementi determinanti nell'evoluzione della società e del cinema stesso. Dallo specchio del confronto con l'"altro" straniero emerge un ritratto di quel particolare ventennio, che coincide con la trasformazione del paese da terra di emigranti a meta d'immigrazione, oltre che con il cambiamento radicale dei sistemi di produzione, trasmissione e fruizione della cosiddetta cultura di massa.
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Tedesco S. (cur.)
Romeo Castellucci. Estetica, esperienza teatrale, tragedia, dramma musicale
br. È il senso del nostro "stare al mondo" a orientarci nel mondo. Partendo dalla singolare trama formale, e drammatica, e dall'intensità delle esperienze performative che caratterizzano il teatro di Romeo Castellucci, gli autori qui raccolti intraprendono un corpo a corpo con una serie di configurazioni d'immagini, suoni, movimenti e stasi che assumono un valore esemplare nell'esperienza estetica del nostro tempo.
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Di Marino Bruno
Segni, sogni, suoni. Quarant'anni di videoclip da David Bowie a Lady Gaga
ill., br. Dopo oltre trentacinque anni dalla nascita di MTV - la prima emittente mondiale dedicata alla musica da vedere - il linguaggio del videoclip è totalmente mutato, amplificando sempre di più le interferenze con gli altri media e gli intrecci con il contesto delle arti visive. Nuovi autori, inoltre, si sono affacciati sulla scena internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti. Strutturato in cinque capitoli, il libro - evitando di limitarsi a un'ottica anglocentrica e allargandosi, attraverso numerosi esempi, ai music video di molti altri paesi - esplora l'universo di questa innovativa forma audiovisiva, da un punto di vista storico (partendo dagli antecedenti del videoclip), isolando alcune tematiche, tendenze e categorie (il clip coreografico, quello narrativo e quello sperimentale), e approfondendo l'immaginario di alcuni registi e musicisti in particolare, senza tralasciare, nell'ultimo capitolo, un focus sulla storia della videomusica italiana.
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Boscarol M. (cur.)
I mondi di Miyazaki. Percorsi filosofici negli universi dell'artista giapponese
ill. Giunto alla seconda edizione, "I mondi di Miyazaki" è un libro che sa raccontare i discorsi e le pratiche filosofiche dell'opera di Hayao Miyazaki. Non si tratta, però, di una monografia sulla carriera di uno dei più grandi registi d'animazione viventi e neanche del racconto cronologico dei suoi successi cinematografici, che hanno battuto ogni record di incassi nelle sale giapponesi. I saggi qui raccolti intrecciano e sviluppano i principali temi messi in campo dalle sue pellicole: dal concetto di ucronia alla presenza divina in "La principessa Mononoke", dal significato della tecnica fino al rapporto fra natura e scienza lungo tutta la sua carriera, con particolare attenzione al lungometraggio "Si alza il vento" e all'ultimo corto "Il bruco Boro".
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Guerra M. (cur.); Martin S. (cur.); Rimini S. (cur.)
Universo Gomorra. Da libro a film, da film a serie
br. Libro-inchiesta di Saviano da oltre 2.250.000 copie vendute soltanto in Italia, film di Garrone da 10.175.000 euro d'incassi, serie televisiva di culto trasmessa in oltre cinquanta Paesi. Gomorra è stato ed è il fenomeno. Per comprendere i motivi di un successo planetario e addentrarsi nella complessità narrativa di un'opera transmediale, questo libro analizza il fenomeno sotto diverse prospettive che si spingono ben al di là dei television studies. Una raccolta ragionata di saggi che rintraccia da una parte le caratteristiche stilistiche dell'opera audiovisiva, dall'altra l'impatto che la "costellazione Gomorra" ha avuto sul sistema di comunicazione, sul territorio, sulla rete e anche sulla produzione cinematografica e televisiva in Italia.
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Caneva Alessandra; Caneva Claudia; Costa Cecilia
L'immaginario contemporaneo. La grande pro-vocazione delle serie tv
brossura Ogni epoca ha gerarchizzato in modo diverso il quadro dei valori e ha rivisitato le proprie interpretazioni sulla vita e la morte, sul bene e il male, sul corpo e la mente, sul tempo e lo spazio, "condizionando sia l'espressione che la produzione di emozioni" e modificando, di volta in volta, l'immaginario. Fin dal passato, i miti, le leggende, le storie popolari, hanno dato voce alle pulsioni profonde, ancestrali e archetipe degli uomini, compreso il "terrore" nei confronti della morte, dell'aldilà e dello scorrere irreversibile del tempo. L'immaginario contemporaneo, oltre a far rientrare in una "zona d'ombra del sociale" la morte e le ansie antiche, fa trapelare inedite angosce e ibridazioni che derivano dalle nuove frontiere genetiche, dalla contaminazione con il mondo artificiale, e sembra mettere in discussione la stessa costruzione dell'identità soggettiva. Il testo intende offrire una riflessione sociologica, antropologica, psicologica, unita a quella di un esperto del settore, sull'immaginario post-moderno attraverso l'analisi di alcune serie tv, in linea con la rilevanza teorica attribuita da alcuni studiosi a qualsiasi sua espressione simbolica, a iniziare da quella audiovisiva.
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Lotti Denis
I topi grigi (Ghione, 1918)
brossura I Topi Grigi è un serial tra i più lunghi prodotti durante il periodo del cinema muto italiano. Creato e interpretato da Emilio Ghione (1879-1930), fa parte della decennale saga di Za la Mort, un apache che si aggira nei bas-fonds di Parigi, iniziata nel 1914. Per la storiografia cinematografica ha da sempre rappresentato un esempio emblematico di cinema popolare, ispirato a diversi generi e sottogeneri letterari e cinematografici, soprattutto d'Oltralpe. Lungo le otto puntate emergono il racconto nero e il poliziesco, l'esotico di Salgari si intreccia al romanzo dumasiano, mentre l'improbabile e l'inverosimile si confondono con alcuni tratti naturalisti e con il bisogno oraziano dell'angolo al quale il protagonista tende, soprattutto dopo ogni metamorfosi che le mirabolanti avventure e disavventure richiedono al nostro eroe: uno Za la Mort in versione ulissiaca.
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Russo Pippo
Soldi e pallone. Come è cambiato il calciomercato
br. Nei mesi estivi - e non solo - il calciomercato monopolizza le colonne dei giornali e infiamma le discussioni di tutti gli sportivi. Ma ci siamo mai soffermati sul suo funzionamento? Tra i sistemi regolati dallo scambio di beni, infatti, il mercato dei calciatori rappresenta senza dubbio un unicum. Pippo Russo, sociologo, giornalista ("la Repubblica", "Panorama", "Satisfiction"), opinionista sportivo e temutissimo stroncatore di bestseller, analizza da una prospettiva di stampo sociologico la trasformazione del calciomercato nell'epoca del professionismo. Dopo aver raccontato i segreti di Jorge Mendes, il procuratore più potente al mondo, Russo torna a raccontare i risvolti nascosti del mondo calcistico.
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Usardi Stefano
La realtà attraverso lo sguardo di Michelangelo Antonioni. Residui filmici
br. La presente tesi cerca di individuare, all'interno della fenomenologia percettiva dello spettatore cinematografico, una permanenza attiva di residui filmici, ovvero tracce simboliche, consce e inconsce, che ne condizionano la percezione della realtà circostante. Inserendo lo spettatore in un circolo creativo, nel quale svolgono parte attiva le sue esperienze regresse e le sue costruzioni cognitive, l'opera filmica assume un valore dinamico e cerca, all'interno dell'atmosfera cinematografica, di stimolare un coinvolgimento creativo del fruitore. Analizzando, anche prettamente dal punto di vista della tecnica, i tre film della maturità di Michelangelo Antonioni si giunge a individuarne le caratteristiche intrinseche che ne esaltano l'interazione con lo spettatore e permettono l'individuazione di una complessa struttura espressiva che ne accentua l'attualità.
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Ghisolfi Giorgio E. S.
Superman & Co. Codici del cinema e del fumetto
br. I novant'anni dalla nascita di Mickey Mouse e gli ottanta da quella di Superman diventano un'occasione per riflettere sulla natura crossmediale degli eroi della mitologia contemporanea. Dal medium di partenza entrambi si sono diffusi rapidamente ad altri supporti, sviluppando nuove narrazioni e creando, tra la pagina e il grande schermo, le condizioni del loro successo. Un percorso seguito da tanti altri eroi dell'immaginario, compresi quelli dell'universo Marvel creato da Stan Lee. Oggi, nell'epoca della crossmedialità, della convergenza dei media e dei cinecomics, sembra naturale che esista uno stretto legame tra fumetto e cinema, che sussistano una serie di reciproche influenze. Tuttavia il pubblico si chiede ancora quale genere sia più "nobile", quale sia nato prima, se l'uno sia figlio dell'altro, o quanto l'uno dipenda dall'altro. Gli studiosi si sono lungamente impegnati nel tentativo di definire la natura di tale relazione, senza però mai analizzarne i codici con un rigoroso metodo comparativo. Un'operazione al centro di questo libro che, grazie all'ausilio di numerose illustrazioni, si pone come rinnovato momento di discussione e di critica e introduce anche la prima teoria per una semiologia del cinema d'animazione.
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Mazzocut-Mis Maddalena
Frammenti di sipario
br. Tratteggiare il limite tra tragedia, commedia, dramma e melodramma è il filo rosso che collega ogni capitolo di questo volume: da Voltaire, che colora il passaggio dalla tragedia al dramma, a Victor Hugo, che mette in scena una peculiare idea di teatro antimelodrammatico; da Victorien Sardou, che spinge ai vertici il melodramma, alla commedia di Eduardo, fino a Romeo Castellucci, che disegna una forma del tutto rinnovata di tragedia. Un percorso attraverso le evoluzioni del teatro, le sue riforme, le sue poetiche e i suoi protagonisti.
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