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Cervini Alessia
La ricerca del metodo. Antropologia e storia delle forme in S. M. Ejzenstejn
brossura
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Donà Massimo
Abitare la soglia. Cinema e filosofia
br. Lo scopo principale di questo volume è quello di mostrare in che senso l'esperienza cinematografica possa essere considerata eccezionalmente rilevante anche solo da un punto di vista specificamente filosofico. Ecco perché il lettore dovrebbe trovarvi più di qualche suggestiva ragione per cominciare a sospettare che la particolarità - o meglio, l'unicità dell'esperienza cinematografica abbia davvero a che fare con quella che i filosofi hanno sempre definito esperienza di 'verità'. Anche perché solo il cinema sembra in grado di offrirci la possibilità di "vivere" con tanta intensità situazioni ed emozioni che, pur appartenendo a una dimensione che non ha nulla a che vedere con quella che potremmo chiamare "della quotidianità", sono le medesime che la vita continua a proporci giorno dopo giorno. Solo al cinema, infatti, può capitarci di essere 'uno, nessuno e centomila', senza mai ritrovarsi fagocitati dall'infinita moltiplicazione dei "possibili" che da ogni film finisce per essere comunque evocata e istituita. Da cui un'occasione di vera e propria trasfigurazione esperienziale... Certo, qualche film viene pur analizzato all'interno di questo volume; ma solo nella misura in cui l'argomento da esso messo a tema contribuisca alla definizione sempre più precisa della questione di fondo intorno a cui ruotano, senza inutili distrazioni, le presenti riflessioni.
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Lombardi Chiara
Mondi nuovi a teatro. L'immagine del mondo sulle scene europee di Cinquecento e Seicento: spazi, economia, società
ill., br. Il saggio propone una mappa degli spazi portati sulle scene europee tra Cinquecento e Seicento, e ricostruisce le dinamiche e i rapporti di forza che mettono in relazione letteratura, economia, società. Tra Venezia, Firenze e Malta, dall'Italia e dal Mediterraneo all'America e all'Oriente fino ai paesaggi infernali, l'immaginario teatrale interpreta, riscrive e re-inventa la geografia dei mondi moderni facendo dei mezzi della performance (fisicità e parola) e dei suoi effetti sul pubblico una sublime forma espressiva di autonomia e bellezza.
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Biasin E. (cur.); Maina G. (cur.); Zecca F. (cur.)
Il porno espanso. Dal cinema ai nuovi media
ill., br. Il volume riunisce una serie di contributi dedicati alla pornografia audiovisiva contemporanea, intesa come "forma culturale" veicolata attraverso molteplici piattaforme tecnologiche (cinema, televisione, Internet). Nella prima parte, il volume analizza i meccanismi economici, sociali e linguistici che sottendono l'attuale produzione pornografica, soffermandosi in particolare sulle modalità di produzione/ rappresentazione e sulle pratiche di fruizione/partecipazione. Nella seconda parte, il volume esamina i processi di migrazione che portano la pornografia audiovisiva a disseminarsi all'interno di altri sistemi espressivi (cinema d'autore e di genere, arti visive, video-clip, fiction televisiva, fashion design). Con una postfazione di Peter Lehman.
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Wartenberg Thomas E.; Mordacci R. (cur.)
Pensare sullo schermo. Cinema come filosofia
br. I film possono fare filosofia? Secondo Wartenberg sì. Partendo dall'analisi di alcuni classici del cinema, l'autore ci spiega come i film mettano effettivamente in scena degli esperimenti mentali, delle vere argomentazioni, sotto forma di immagini e dialoghi. Attraverso questo procedimento, i film cambiano le nostre prospettive, arricchiscono la nostra esperienza e ci insegnano qualcosa di nuovo, proprio come fa la filosofia. Gli studi di Wartenberg sul linguaggio cinematografico inaugurano qui in Italia un nuovo filone di ricerca e suggeriscono allo spettatore una nuova modalità di visione dei film, più profonda e stimolante.
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Quilliot Roland
La filosofia di Woody Allen
br. Il prestigio di cui gode Woody Alien non si spiega soltanto con il fascino irresistibile del suo humor, fondato sul senso dell'incongruità e sull'autoderisione. Gran parte del suo successo si deve alla capacità di riprendere la grande tradizione del cinema d'autore, rappresentando, con impareggiabile leggerezza, le esitazioni e le perplessità della nostra società individualista. Il suo sguardo, influenzato dalla psicanalisi e dall'esistenzialismo, vibrante in un continuo alternarsi di gravità e di ironia, illumina quanto di problematico e di angosciante c'è nell'esistenza, senza tuttavia rinunciare ad esasperare il lato comico delle contraddizioni umane. Roland Quilliot, con altrettanta leggerezza ed ironia, ha provato a ridisegnare Woody Alien percorrendo i temi più cari al regista, seguendolo attraverso le tappe principali delle sue opere ed evidenziando la sua straordinaria capacità di analizzare sentimenti, nevrosi, paure umane, e rielaborarli visivamente, con un taglio da vero e proprio filosofo. Al di là della dimensione psicologica, alcuni dei suoi film esprimono infatti importanti interrogazioni filosofiche: sulla felicità, sulla morale, sulla religione e sull'arte; come sulla sessualità, sulla morte e sul senso da attribuire alla vita. Questo ed altro fanno di lui una delle maggiori figure della cultura del XX secolo. Prefazione di Eleonora De Concilis. Postfazione di Giuseppe Russo.
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Taddio L. (cur.)
David Cronenberg. Un metodo pericoloso
br. Oramai l'uscita di un film del regista canadese David Cronenberg è un evento culturale la cui portata trascende il campo della storia del cinema. Opere come "Crash", "eXistenZ" o "A History of Violence", solo per citarne alcune, sono a buon diritto considerate come dei saggi importanti sulla modernità e, in quanto tali, studiate e commentate da filosofi, sociologi, analisti economici, teorici dei media. La sua influenza sulla contemporaneità è determinata in gran parte dal coraggio e dall'originalità con i quali affronta tematiche che toccano da vicino la condizione dell'essere umano nel nostro mondo iper-tecnologico: la sua riflessione sul corpo, sul soggetto, sul contagio, sulla violenza, sulla tecnica, riprende e rielabora grandi dibattiti che nel secolo scorso erano dominio della filosofia, della psicologia, della medicina e dell'antropologia. In ogni caso, ciascun film di Cronenberg ha il pregio dell'originalità, la capacità di spostare il punto di vista del senso comune per costringerlo ad assumere posizioni per esso scomode e spesso inaccettabili.
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Moscariello Angelo
Breviario di estetica del cinema. Percorso teorico-critico dentro il linguaggio filmico da Lumière al cinema digitale
br. Alle soglie della "terza età" del cinema, appena iniziata con l'avvento del digitale, questo breviario vuole essere un memorandum per i fedeli di vecchia data e un manuale di agevole consultazione per i neofiti affinché imparino a vedere, con l'aiuto degli opportuni riferimenti teorici vecchi e nuovi, il vero film e non quello che credono di vedere, senza per questo dover rinunciare al piacere della visione. L'intento del libro è quello di fornire al lettore una sintesi delle parole-chiave dell'estetica del cinema, un "percorso attrezzato" che lo guidi a entrare per la giusta via dentro i film e a sostare nei punti che richiedono esercizi di lettura adeguati per poter giungere alla fine del tragitto con un minimo di giovamento. Il percorso proposto risulterà più agevole per chi ha un po' di esperienza e conosce già qualche capolavoro (magari di Kubrick se non proprio di Ejzenstejn), ma comunque cercherà di non stancare più di tanto chi è ancora inesperto dei sentieri della visione cinematografica ma è stato appena folgorato dall'ultimo film di Tarantino o di Haneke. Conoscere il linguaggio del cinema e le dinamiche della visione resta la condizione primaria per meglio capire e gustare la magia di un'arte in continua evoluzione, soprattutto oggi che i film dagli schermi stanno trasmigrando nell'etere per continuare a raccontarci storie antiche in forme sempre nuove, storie piccole e grandi che sanno intrattene emozionare e anche far pensare.
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Rozzoni Claudio
Per un'estetica del teatro. Un percorso critico. Testi di Simmel, Merleau-Ponty, Fink, Deleuze
br. Il presente volume si propone come un utile strumento per chi volesse avvicinare l''oggetto teatrale' en philosophe. Si offre al lettore un percorso critico che attraversa alcuni fondamentali snodi dell'indagine filosofica intorno all'essenza teatrale, invitandolo a un produttivo confronto fra i testi di figure eminenti del pensiero del Novecento - alcuni dei quali tradotti in italiano per la prima volta - proposti nella Sezione antologica. Un itinerario dal quale affiorano questioni decisive ai fini della definizione di un'estetica del teatro. A partire dalle 'risposte' alla più semplice e nondimeno più enigmatica forma di interrogazione che si possa rivolgere all'arte drammatica - ossia "che cosa è il teatro?" -, prende vita un'idea di scena in quanto ambito di creazione d'irrealtà, luogo di produzione di un peculiare mondo che riguarda da vicino non solo il ruolo dell'attore, ma anche quello - essenziale, e non accessorio - dello spettatore.
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Lunardello Lenti Maddalena
Luca Ronconi. Un'idea di teatro. Conversazioni e testimonianze
br. "Che in qualche modo avrei finito per fare teatro, l'ho sempre saputo, da quando ero piccolo così". Inizia con queste semplici ma accattivanti parole un'intervista a Luca Ronconi condotta da Maddalena Lenti la scorsa estate, presso il casale umbro del grande maestro, ed ora qui pubblicata, in un testo che ne restituisce la vibrante intensità. In un susseguirsi di domande discrete ma penetranti, e di risposte talora velate di riserbo ma sempre illuminanti, emerge il profilo, personale e insieme professionale, di uno dei più grandi registi del nostro tempo, il cui lavoro è stato definito, fin dagli anni Settanta, "il punto di confluenza più nitido e sicuro delle diverse spinte innovative della scena italiana". La conversazione con il regista è corredata dalla viva testimonianza offerta da alcuni attori, intervistati a loro volta dall'autrice, che hanno lavorato con Luca Ronconi: Riccardo Bini, Franco Branciaroli, Massimo De Francovich, Franca Nuti, Giacinto Palmarini, Massimo Popolizio; nonché Alberto Zedda e Gianfranco Mariottti, rispettivamente direttore artistico e sovrintendente, del Rossini Opera Festival.
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Teti Marco
Generazione Goldrake. L'animazione giapponese e le culture giovanili degli anni Ottanta
br. Il libro esamina la storia e l'estetica del disegno animato giapponese degli anni Ottanta. La metodologia di studio che viene applicata è di tipo pragmatico, cioè attenta alla relazione istituita dall'animazione giapponese con un pubblico sempre più internazionale composto in prevalenza da adolescenti. Si desidera esaminare in particolare il funzionamento delle serie giapponesi a disegni animati sul piano semiotico e i meccanismi di natura psicologica che esse sono capaci di attivare nello spettatore. L'indagine portata avanti tiene soprattutto conto degli ampi e significativi fenomeni sociali e culturali che condizionano il rapporto al contempo comunicativo e affettivo stabilito dalle serie animate nipponiche con il proprio pubblico. Questi fenomeni riguardano l'universo giovanile e l'intera società nipponica degli anni Ottanta. Prefazione di Marcello Ghilardi.
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Bazin André; Bertolini M. (cur.)
Jean Renoir
br. "Non dovete contare su di me per presentare questo libro con pudore, discrezione e misura. André Bazin e Jean Renoir hanno avuto troppa importanza nella mia vita perché possa parlare di loro senza passione; questo "Jean Renoir" di André Bazin è quindi in modo del tutto naturale per me il miglior libro di cinema, scritto dal miglior critico sul miglior regista. André Bazin è morto a quarant'anni, l'undici novembre 1958. Prima di essere un "critico", era uno "scrittore di cinema", che si sforzava di descrivere i film più che di giudicarli; gli studi di Bazin su Bresson, Chaplin, Rossellini, Buhuel, Stroheim, Fellini sono stati tradotti in tutto il mondo, così come il magnifico piccolo libro su Orson Welles. La morte di Bazin ha interrotto i suoi due progetti più interessanti, prima di tutto questo libro sull'opera di Jean Renoir e poi un cortometraggio che voleva girare sulle chiese romaniche." (François Truffaut)
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Panzavolta Andrea
Lo spettacolo delle ombre. Un itinerario tra cinema, filosofia e letteratura
br. "Oggi il cinema è stato fortunatamente affrancato dalle ipoteche negative che ne avevano impedito una adeguata valorizzazione. Alle opere cinematografiche è stata, così, riconosciuta una valenza in senso lato "filosofica" per il semplice fatto che esse raccontano storie attraverso le quali si ripropongono i grandi problemi della tradizione del pensiero occidentale. "Lo spettacolo delle ombre" si inserisce in questo rinnovato clima culturale con mostrando fino a che punto la deliberata e sistematica contaminazione di registri di lettura - la letteratura e l'arte figurativa, la filosofia e la mitologia, ma anche la poesia e la musica - siano non solo utili, ma appaiano perfino indispensabili, per consentire di affondare nel cuore delle diverse opere cinematografiche analizzate." (Dalla prefazione di Umberto Curi)
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Rabbito Andrea
Il cinema è un sogno. Le nuove immagini e i principi della modernità
ill., br. La nascita e la diffusione delle nuove immagini - fotografia, cinema, televisione-e video - hanno realizzato un'importante rivoluzione epistemologica: hanno orientato l'uomo contemporaneo ad assumere un atteggiamento fiducioso non solo nei riguardi dell'immagine ma anche nei riguardi del reale. Il sapere moderno che fece deflagrare le certezze dell'uomo in centinaia di verità relative è stato rimosso; il perfetto doppio del reale offerto dai nuovi media ha silenziosamente cancellato il dubbio verso la fedele restituzione della realtà in immagine, e, di riflesso, verso le manifestazioni del mondo esterno; è subentrato così un atteggiamento disponibile ad accogliere la supposta verità delle apparenze, offerta sia attraverso le immagini sia attraverso i fenomeni del reale. Questo atteggiamento fa sì che le potenzialità delle nuove immagini conducano lo spettatore a vivere un inganno estatico, che si realizza non solo nell'ambito della comunicazione, ma anche nell'ambito artistico. Per contrastare questa credulità, questa degradazione mentale, così definita da Joseph Conrad, diffusasi nella società contemporanea, necessiterà recuperare i principi e le tematiche del pensiero moderno nato nel Seicento. Un recupero, questo, che servirà non solo ad opporsi alle illusioni e agli inganni, ma anche per comprendere meglio la natura delle nuove immagini, le quali si dimostrano figlie delle modernità.
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Ceraolo Francesco
L'immagine cinematografica come forma della mediazione. Conversazione con Vittorio Storaro
ill., br. Vincitore di tre premi Oscar per la fotografia (con Apocalypse Now, Reds e L'ultimo imperatore) Vittorio Storaro è un protagonista del grande cinema d'autore di oggi. Questo libro comprende u'nanalisi del suo lavoro, tecnico e poetico insieme, e una conversazione diretta, unica proprio con Vittorio Storaro. Cinefotografo è il modo in cui ama definirsi. Un nome da abbinare a quello dal sapore antico di cinematografo. Letteralmente, cioè, il luogo dove si scrive, s'inventa e si crea con l'immagine del cinema. Così Vittorio Storaro si racconta. Racconta il suo lavoro, svelandone un profondo rapporto con la filosofia. Si concede ai ricordi dei set famosi che ha calcato, accanto a Bernardo Bertolucci o a Marion Brando. Il risultato è un prezioso libro di analisi del cinema e un documento d'intervista unico, per chi ha sempre pensato che il cinema sia molto di più di quel che vediamo.
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Dagrada Elena
La grande rapina al treno. The Great Train Robbery (Edwin S. Porter, 1903) e la storia del cinema
ill., br. Questo libro vuole essere un utile viatico per chiunque desideri addentrarsi lungo i sentieri affascinanti del "cinema delle origini", per imparare a conoscere la prima epoca di vita della storia del cinema. Attraverso l'analisi di "The Great Train Robbery", realizzato nel 1903 da Edwin S. Porter, rintraccia le catarreristiche principali di un periodo appassionato e avventuroso, profondamente diverso dal cinema che conosciamo oggi. E lo fa addentrandosi nei segreti del successo di un piccolo grande film, che seppe miscelare sapientemente i temi rappresentati, oltre ad alcune audaci novità nella messa in scena di più azioni simultanee. "The Great Train Robbery", infatti, riuscì a unire la spettacolarità dei più arditi procedimenti narrativi del suo tempo al mito popolare per eccellenza della storia americana, quello del "selvaggio West" (wild West), o "lontano West" (far West), facendo presa su un numero di spettatori molto alto anche al di fuori degli Stati Uniti. E seppe sfruttare il contesto iconografico e narrativo maggiormente in voga del tempo - la ferrovia, gli assalti a un treno, le sparatorie e gli inseguimenti spericolati - mettendo il tutto, fra l'altro, al servizio del film western come genere.
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Menarini R. (cur.)
Le nuove forme della cultura cinematografica. Critica e cinefilia nell'epoca del web
br. La cultura cinematografica è in crisi? Molti operatori del settore propendono a rispondere di sì: al cinema ci si va meno di prima, i critici hanno perso autorevolezza, la cinefilia ha smarrito i templi (cineclub, redazioni, associazioni) in cui ritrovarsi, le nuove tecnologie avanzano. Eppure, proprio dal mutato panorama comunicativo, si aprono strade impensate: il web ha rilanciato il discorso sul cinema attraverso blog e portali, i festival si moltiplicano a livello globale, il cinema vive e prolifera su diversi supporti e la cinefilia cerca nei new media un alleato prezioso. Ci si trova, insomma, a un crocevia importante, che gli anni Duemila hanno contribuito a formare e arricchire. Il volume cerca di fornire una prima storicizzazione delle nuove forme della cultura cinematografica e, attraverso disamine generali affiancate da studi di singoli casi, offre un panorama del frastagliato mondo in cui la critica e la sua compagna di strada cinefilia stanno attraversando. Con saggi di: Alice Autelitano, Andrea Bellavita, Marco Benoît Carbone, Claudio Bisoni, Francesco Di Chiara, Luca Malavasi, Alberto Pezzotta, Sara Martin, Jonathan Rosenbaum, Girish Shambu, Daniela Persico e Alessandro Stellino, Marco Teti. Con una postilla di Gianni Canova.
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Zecca F. (cur.)
Il cinema della convergenza. Industria, racconto, pubblico
br. I cambiamenti tecnologici, economici e sociologici seguiti alla "svolta digitale" -e sintetizzati da Henry Jenkins nel celebre paradigma della "cultura convergente" - hanno profondamente modificato le caratteristiche del cinema hollywoodiano. Da centro di attrazione (e propulsione) della mediasfera novecentesca, il cinema hollywoodiano è oggi divenuto parte di un più articolato sistema di intrattenimento cross- e trans-mediale, all'interno del quale continua tuttavia a rivestire un ruolo di primaria importanza. Partendo da un'attenta considerazione dei processi in atto, i contributi che compongono il volume analizzano la nuova fisionomia del cinema americano nell'epoca della convergenza, con particolare attenzione alle sue strategie industriali, modalità narrative e tipologie di consumo. Nello specifico, il volume si concentra su quelle pratiche (di matrice industriale o sociale, corporate o grassroots) finalizzate a espandere gli universi narrativi del cinema, integrandoli all'interno di complesse strutture transmediali per finalità commerciali e/o comunitarie.
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Maddison Stephen; Zecca Federico
Gli estremi dell'hard. Due saggi sul porno contemporaneo
br. Tra le numerose conseguenze che ha avuto, la cosiddetta "svolta" digitale ha determinato anche l'irrefrenabile proliferazione della pornografia audiovisiva, portando la circolazione dei materiali hardcore a raggiungere un livello storicamente mai sfiorato in precedenza. Questo volume raccoglie due contributi che, da prospettive diverse ma complementari, indagano gli "estremi" del porno contemporaneo, con lo scopo di fornire al lettore alcune linee guida per orientarsi all'interno di questo magmatico panorama. In particolare, il volume si concentra sulle polarità linguistico-discorsive dominanti che caratterizzano l'odierna produzione a luci rosse, saggiando al contempo i limiti della rappresentazione pornografica del piacere.
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Biasin Enrico
Oscenità di brand. L'industria culturale della pornografia audiovisiva contemporanea
br. Dopo l'avvento di Internet, l'immaginario pornografico audiovisivo ha assunto nuove e proteiformi caratteristiche. Tanto sul piano della produzione, quanto su quelli della distribuzione e del consumo, le immagini pornografiche in movimento hanno acquisito inedite dimensioni di estrinsecazione industriale. Tali immagini sono state infatti sottoposte a una rinnovata progettualità non solo ideativa, ma anche di definizione del prodotto in termini di branding strategy. Il presente volume intende offrire al lettore una descrizione dell'odierna filiera audiovisiva pornografica, restando fedele alla prospettiva teorica e metodologica propria dei film studies.
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Bortoletti F. (cur.)
L'attore del Parnaso. Profili di attori-musici e drammaturgie d'occasione
brossura
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Spadino Alessandra
Pasolini e il cinema «inconsumabile». Una prospettiva critica della modernità
br. Il cinema di Pasolini si fa momento emblematico di confluenza fra pensiero cinematografico e filosofico in un focus sui film a cavallo del '68. Contro un consumismo che ammicca all'uomo medio con prodotti 'facili', un artista underground oppone l'inconsumabilità' dell'evento filmico: una battaglia feroce a quel potere neocapitalistico che deforma l'umanità, piegando le istanze ontologiche più profonde a una rassicurante omologazione. Ne emerge una prospettiva critica, forte e vitale che illumina e raffina lo sguardo sull'oggi.
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De Berti Raffaele
Il volo del cinema. Miti moderni nell'Italia fascista
brossura Nel periodo tra le due guerre il cinema - soprattutto hollywoodiano - è al centro dei consumi culturali. Il suo impatto è determinante sia nell'affermazione di una nuova cultura visiva che investe la stampa e la pubblicità, sia nella proposta di stili di vita inediti. La "nuova arte" opera nel profondo degli spettatori, anche al di là della propaganda del regime, facendosi veicolo di modelli non in linea con quelli sostenuti dal fascismo ma vicini piuttosto alla sensibilità e alla cultura popolare internazionale. Tuttavia, nelle varianti dei film adattati al mercato italiano, si tratta di una modernità sempre filtrata, rimodellata, adeguata a caratteristiche nazionali. Il cinema si fa specchio, in tal modo, di una modernizzazione immaginaria. Poco importa allora che nella vita quotidiana il cammino verso il compimento di un reale progresso sia incommensurabilmente più lungo, accidentato e faticoso. È in sala che si compie il balzo; è davanti allo schermo che si compie il volo del cinema.
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Smith Clarissa
Recitare il porno. Il sesso e il corpo performante
br. Cosa s'intende con il termine "recitare" quando si parla di pornografia? Le attrici (e gli attori) porno recitano? La concezione del porno come mera documentazione del sesso ha da sempre fugato ogni possibile dubbio al riguardo. Questo volume, piuttosto che limitarsi a considerare il sesso hardcore alla stregua di una proprietà "inerte" del processo filmico (o, viceversa condannarlo come una forma di violenza), sceglie di esaminare la scena sessuale nelle sue caratteristiche performative. Per dimostrare che, nel porno, un attore (e, a maggior ragione, un'attrice) in realtà compie un lavoro molto più complesso di quanto non siamo portati a credere.
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Boscarol M. (cur.)
Tetsuo: the Iron Man. La filosofia di Tsukamoto Shin'ya
br. Questo volume intende esplorare attraverso un'eterogeneità di sguardi e di approcci, le problematiche filosofiche scaturite da uno dei corpus cinematografici più dirompenti e densi di significati che sono apparsi negli ultimi decenni nel panorama mondiale, quello di Tsukamoto Shin'ya. Il suo cinema ha la potenza di porre delle domande che incrinano il fondamento stesso della nostra realtà e delle nostre vite riuscendo, con l'intensità e la violenza visiva che lo caratterizza, ad indicare anche delle nuove e possibili piste di esplorazione. Tutto ciò che emerge dai lavori del regista nipponico tocca così degli snodi cruciali con cui il pensiero contemporaneo deve, volente o nolente, fare i conti: i mille significati del corpo, l'ibrido dell'umano con il metallico, la potenza dell'inorganico, la figura femminile, i processi di trasformazione che da ogni parte ci attraversano ed infine lo spazio urbano, il luogo dove forse tutte queste tematiche finiscono per svilupparsi ed esplodere.
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Poggiali Fabio
Giorgio De Lullo regista pirandelliano. Dal teatro alla televisione
brossura Il 1954 rappresenta una data storica per la cultura del nostro Paese: il 3 gennaio si inaugurano le trasmissioni televisive della Rai che apre la prima serata con il teatro: "L'osteria della posta" di Carlo Goldoni. Lo stesso anno, si costituisce la "Compagnia dei Giovani", con Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Elsa Albani, destinata a divenire la più importante e longeva compagnia teatrale dal dopoguerra ad oggi. Il volume, che presenta un capitolo dedicato al rapporto tra teatro e tv, circoscrive l'analisi alle messinscene dei testi pirandelliani che De Lullo realizzò, nel corso della sua carriera, prima in teatro e poi per un'edizione televisiva: "Sei personaggi in cerca d'autore"; "Il giuoco delle parti"; "L'amica delle mogli"; "Così è (se vi pare)"; "Trovarsi"; "Enrico IV". La scelta è motivata: le registrazioni Rai dell'epoca (dal 1964 al 1979; tutte visibili in dvd) ci permettono di confrontare ed analizzare i vari spettacoli, anche alla luce di autorevoli approfondimenti critici sul lavoro registico di De Lullo, grande maestro dello spettacolo italiano.
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Francastel Pierre
Guardare il teatro
ill., br. Per Francastel l'estetica deve riconoscere "la facoltà dell'uomo di informare ciò che lo circonda". La capacità di plasmare il mondo, i modi e le forme con cui ciò avviene sono l'orizzonte di analisi dello storico dell'arte francese. Vengono discusse qui le modalità di visione e di creazione della forma figurativa: la sua natura è indagata alla luce del suo valore di testimonianza storica, inscindibile da quello plastico.
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Senaldi Marco
Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema e arti visive
ill., br. Solitamente ci si limita a citare la presenza di opere d'arte nel cinema e di immagini cinematografiche nell'arte, come se tanto bastasse per definire una sorta di categoria immaginaria di "film d'arte", o di arte che si rifa al cinema. Ma la realtà è alquanto diversa. Lo studio trasversale del cinema in rapporto alle arti visive insegna che il cinema non è più pensabile al di fuori delle arti - e che, reciprocamente, le arti contemporanee costituiscono un insieme linguisticamente complesso di cui fanno parte non solo pittura e scultura, ma anche video, installazione, memoria cinematografica. È in tal senso che fra cinema e arte si è venuto a creare, per riprendere il titolo di un celebre film di Orson Welles, un atipico "rapporto confidenziale".
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Sica Anna; Wilson Alison
The Murray Edwards Duse collection
ill., br.
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Pessach Davide
Semiotica del calcio in TV. I segni dello sport nello spettacolo postmoderno
br. Lo sport è oggi uno degli spettacoli maggiormente in grado di saturare il nostro immaginario; televisivamente parlando ha la capacità di unire audience dalle caratteristiche sorprendentemente trasversali per generare entusiasmi locali o planetari. Ma il suo linguaggio è sempre più intriso di segni che non gli appartengono, che hanno più a che fare con logiche di spettacolo e di marketing e che raccontano, quindi, storie altre, legate a una progettualità ben più complessa del singolo, semplice gesto atletico. L'analisi semiologica proposta è quindi una sorta di sguardo fugace, ma allo stesso tempo approfondito, sull'universo segnico che costruisce lo spettacolo sportivo contemporaneo, alla ricerca di quella significazione seconda che Barthes chiamava "mito".
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Cantino Enrico
Da Kenshiro a Sasuke. Gli anime guerrieri e il codice d'onore degli antichi samurai
br. I guerrieri che popolano gli anime giapponesi parlano e agiscono ispirandosi in tutto e per tutto all'antico codice d'onore non scritto dei samurai, vale a dire il Bushido, la Via (do) del Guerriero (bushi). Il libro analizza sinteticamente i protagonisti delle serie guerriere più famose: dal combattente post-atomico Kenshiro al piccolo ninja Sasuke. Passando attraverso Sailor Moon, la combattente che veste alla marinara. In un tripudio di tecniche stupefacenti e avversari sempre più potenti.
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Cantino Enrico
Da Goldrake a Supercar Gattiger. Dal semplice al complesso: tipologie di robottoni dell'animazione giapponese
brossura Gli anime robotici sono quanto di più seriale sia stato concepito dall'animazione giapponese. Si basano, infatti, sulla ripetizione di immagini e di situazioni narrative, la cui riproposizione costante assurge a vero e proprio codice linguistico-narrativo. Una carrellata sui robottoni più conosciuti e amati nel nostro paese, suddivisi in cinque categorie: pronti all'uso, componibili, trasformabili, simbiotici e semplici macchine. Dai giganti della trilogia di Go Nagai (Mazinga Zeta, Grande Mazinga, Goldrake) agli anonimi automi antropomorfi di Patlabor. Chiudendo con le serie che degli anime robotici adottano la struttura.
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Scaramuzza Gabriele
Il Brutto all'Opera. L'emancipazione del negativo nel teatro di Giuseppe Verdi
br. Nel 1853 esce l'"Estetica del Brutto" di Rosenkranz e, insieme, hanno luogo le prime del "Trovatore" e della "Traviata". La cosa, per quanto casuale, è in certo modo anche simbolica. La formazione di Giuseppe Verdi avviene in un periodo in cui si impone all'attenzione il brutto, la più sconcertante tra le categorie estetiche. E il biografo di Hegel ce ne offre il primo, e a tutt'oggi insuperato, bilancio. Nei suoi drammi Verdi dà ampio spazio alla fisicità grottesca e repellente, alla laidezza morale di taluni personaggi, allo squallore di non pochi ambienti, e allo spessore esistenziale che li costituisce, e ne progetta il riscatto al di fuori dei canoni estetici ai suoi tempi dominanti. Le sue scene si popolano di figure non edulcorate da un bello ideale né deformate dallo specchio omologante della bella presenza e, ciononostante, emancipate dall'angoscia della negatività loro inerente. Nel tutto del teatro musicale giocano elementi diversi in variabili rapporti tra loro, ma la musica riveste un ruolo preminente, contribuendo potentemente a determinare il destino del brutto. È sul piano dell'ascolto che prende corpo l'enorme carica di riscatto di cui Verdi investe il negativo che rappresenta. La scelta coraggiosa di Verdi lascia aperte non poche domande circa la nostra strana attrazione per il brutto, e l'estetica può offrire strumenti per metterle meglio a fuoco.
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Parinetto Luciano; Bellini M. (cur.); Scaramuzza G. (cur.)
Verdi e la rivoluzione. Alienazione e utopia nella musica verdiana
br. Parinetto seppe avvicinare Verdi con intelligenza e con la stessa passione che nutriva verso i temi filosofici, politici e morali che segnarono la sua ricerca. Gli scritti qui raccolti appartengono ad anni lontani, e ne serbano il sapore: non per questo sono "superati". Talune prese di posizione hanno avuto conferma; e conservano una loro originalità e freschezza. Riscatta il primo Verdi in anni in cui ci voleva coraggio a farlo, e in un ambiente culturale in cui pregiudizi, luoghi comuni e remore aprioristiche antiverdiane erano di casa, non meno di quanto lo siano tuttora. Non si trincea dietro analisi sedicenti avalutative, ma sa cogliere il valore delle opere nella loro globalità. Non vede le acquisizioni dell'ultimo Verdi come una sorta di acquiescenza a modelli che gli sono estranei, a un "vero" dramma musicale, di cui Wagner sarebbe l'alfiere. Nutrì per la Callas un'autentica passione: in anni di contrapposizioni melodrammatiche tra "dive" seppe coglierne la statura interpretativa, la capacità di far scoprire mondi sottovalutati, quando non compromessi da interpretazioni fuorvianti, se non scadenti o volgari, comunque incapaci di cogliere la verità del teatro verdiano.
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Costa Antonio
Viaggio sulla luna. Voyage dans la lune (Georges Méliès, 1902) seguito da L'automa di Scorsese e La moka di Kentridge
ill., br. Il libro è dedicato all'analisi di uno dei film più famosi della storia del cinema: "Voyage dans la Lune" di Georges Méliès (1902). Partendo dal paradosso che tutti conoscono l'icona della luna colpita dall'obice, ma pochissimi hanno dedicato al film l'attenzione che merita, il volume conduce per mano il lettore alla conoscenza del contesto produttivo (il cinema primitivo), della personalità del suo autore e delle sue straordinarie invenzioni. La struttura è la stessa del libro di Elena Dagrada su "The Great Train Robbery" di Porter, con una novità: un'appendice dedicata a due opere recenti che, nel nuovo millennio, hanno rinnovato il mito del piccolo film del grande Méliès: "Hugo Cabret" di Martin Scorsese (2011) e "Journey to the Moon" (2003) di William Kentridge.
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Innocenti M. (cur.); Cosci L. (cur.)
Abcinema: abbecedario della settima arte. Conversazioni sul cinema
brossura
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Cambiaghi Mariagabriella
Il caffè del Teatro Manzoni. Autori e scena a Milano tra otto e novecento
brossura
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Studer Massimiliano
Olympia. Dialogo con Leonardo Quaresima. Con DVD
ill., br. I caratteri di modernità del documentario trovano una loro importante fonte di origine nell'opera realizzata da Leni Riefenstahl, e in particolare in "Olympia" (1938), sontuoso e imponente lavoro nel quale sono rintracciabili tutti quei tratti della rappresentazione contemporanea delle Olimpiadi che il cinema e la televisione hanno inglobato nel loro modus operandi. Infatti le ricerche formali, la sperimentazione e le tecniche di riprese e di montaggio che Riefenstahl sviluppa, risultano di tale innovazione da riuscire a trasformare un documentario di registro sportivo in un'opera di grande e sempre rinnovato fascino, fino a farlo divenire un punto di riferimento stabile dell'arte non solo documentaristica. Ma l'interesse che Olympia continua a sprigionare è dovuto anche alla capacità della Riefenstahl di trasferire in immagine una precisa visione del mondo la quale costituirà uno dei pilastri dell'ideologia nazista; anche questa caratteristica insita nell'opera della Riefenstahl corrobora ancora di più il valore di "documento" proprio di "Olympia", come dimostra Studer nel suo studio che apre la collana Videns, proponendo un'analisi articolata dell'arte filmica della regista tedesca; analisi che viene arricchita dal dialogo dell'autore con Leonardo Quaresima e con il film in DVD allegato al volume. Prefazione di Gianni Rondolino.
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Sica Anna
La drammatica metodo italiano. Trattati normativi e trattati teorici
brossura
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Rokem Freddie; Sacchi A. (cur.)
Filosofi e uomini di scena. Pensare la performance
ill., br. I rapporti tra filosofia e teatro sono un campo d'analisi sempre più frequentato a livello internazionale e sono il soggetto di "Filosofi e uomini di scena" un testo centrale nel dibattito che ha contribuito a stimolare e ora a diffondere anche in Italia. Freddie Rokem affronta in modo inedito "l'antica disputa tra filosofia e poesia" che occupa la notte del Simposio platonico opponendo Socrate ad Agatone e Aristofane, ne segue le metamorfosi nella storia fino a incontrare Walter Benjamin e Bertolt Brecht che, dall'esilio per fuggire il Nazismo, discutono di un racconto di Kafka dalla prospettiva di un filosofo e di un uomo di scena. Nella sua analisi l'autore incontra inoltre il fitto carteggio che occupò Nietzsche e Strindberg, e dedica un capitolo ad analizzare la tragedia di Amleto, la cui rovina consisterebbe nell'incapacità a militare decisamente in un campo o nell'altro, nella filosofia o nel teatro. Facendo scorrere il pensiero dal dettaglio all'insieme e percorrendo la linea delle associazioni, Rokem disegna così le traiettorie che opposero, intrecciarono o in certi casi saldarono teatro e filosofia in quattro casi esemplari. Non che si tratti di una storia consolatoria, capace infine di arricchire i due poli presi nel dialogo, poiché filosofia e teatro sono l'una per l'altro un allarme: aprono lacerazioni, suscitano crisi, terremotano le acquisizioni e le certezze in ciascuno dei due campi.
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Panzavolta Andrea
Passeggiate nomadi sul grande schermo. Saggio sul grande schermo da Ingmar Bergman a Tim Burton
brossura
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Bentoglio Alberto; Rondelli Alessia; Tisano Silvia
Il teatro dell'Elfo (1973-2013). Quarant'anni di teatro d'arte contemporaneo. Con CD-ROM
br. "Il libro di Alberto Bentoglio, Alessia Rondelli e Silvia Tisano racconta così l'Elfo e Milano: gli anni Settanta e l'inizio dell'avventura degli Elfi, la recitazione itinerante per le vie e nei Teatri autonomi, le dirette su Radio Popolare, l'approdo alla sede comunale di Via Ciro Menotti, l'esperienza di Teatridithalia con il Portaromana fino ad oggi. Una storia complessa, ricca e insieme unitaria: perché i ragazzi di allora, che a vent'anni con Gabriele Salvatores, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni ci hanno regalato l'Elfo sono cambiati rimanendo se stessi: come fa Milano, che oggi continua a camminare con loro." (Dalla prefazione di Giuliano Pisapia)
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Garavaglia Valentina
Teatri di confine. Il postdrammatico al carcere di Bollate
brossura I detenuti non sono persone fuori dalla società, ne hanno fatto parte e ritorneranno a farne parte. La Costituzione italiana prevede il reinserimento sociale di chi ha sbagliato, ha cioè fiducia nella possibilità di cambiamento e di evoluzione degli individui. A tale proposito il teatro in carcere rappresenta una delle espressioni più efficaci di un modello educativo "non formale" che può stimolare il percorso rieducativo nei luoghi di detenzione. Questo volume si propone come sintesi di una delle molteplici esperienze teatrali in Italia, l'attività della cooperativa e.s.t.i.a. al carcere di Bollate, dove da dieci anni è presente una compagnia formata in larga parte da detenuti. Attraverso la drammaturgia, i laboratori, le esperienze e le performances che ivi sono nate, è possibile capire il valore pedagogico del teatro al fine di fronteggiare l'isolamento e la marginalità socioculturale propria dei luoghi di pena e creare un senso di appartenenza e una prospettiva destinati a durare ben oltre la breve parentesi di una messinscena.
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Fontana Carlo; Bentoglio A. (cur.)
A teatro negli anni Settanta. Scritti per l'«Avanti!» (1969-1976)
brossura Nel 1968 Ugo Intini, allora caporedattore dell'edizione milanese dell'"Avanti!", è alla ricerca di un critico teatrale per il giornale. Si rivolge per un consiglio a Paolo Grassi, il teatrante più autorevole, che suggerisce un nome: Carlo Fontana. Nella Milano degli anni Settanta, palcoscenico di una stagione teatrale assolutamente irripetibile, il poco più che ventenne Fontana diviene così titolare della rubrica di critica teatrale dello storico quotidiano socialista e, nonostante gli studi universitari e la collaborazione con il Piccolo Teatro, trova tempo e energie per esercitare con grande serietà la professione di critico. Non limitandosi mai alla "cronaca" degli spettacoli ai quali ha assistito, Fontana, da buon operatore culturale, fa di ogni sua pagina l'occasione per discutere di cultura, società e politica, affermandosi come uno fra i talenti critici più lucidi e originali nel panorama del giornalismo teatrale nazionale.
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Uva Christian
L'immagine politica. Forme del contropotere tra cinema, video e fotografia nell'Italia degli anni Settanta
brossura
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Greene Richard; Vernezze Peter; Signorelli A. (cur.)
I Soprano e la filosofia. Uccido dunque sono
br. La scomparsa recente e prematura di James Gandolfini, il mitico Tony Soprano, ripropone l'originaria confusione tra realtà, arte e pensiero. All'inizio era il teatro, per i greci antichi luogo di farsa e tragedia della vita, palcoscenico del pensiero, dei suoi incubi e delle sue utopie. Oggi sono gli effetti speciali e l'estetica assoluta delle serie tv, tra cui "I Soprano" spicca per la potenza catartica di una mirabile rappresentazione della violenza. Uccido dunque sono. Tra darwinismo sociale da tardo capitalismo consumistico ed eterni istinti dell'animale uomo, questo libro si addentra nella filosofia che ci tiene incollati al video anche per le scene più scabrose. A farci spalancare occhi e mente non è il lato morboso del voyeurismo, ma l'eterna sete del sapere. La sete che vede rappresentate degnamente tutte le sfumature dell'essere umano solo nei migliori prodotti della società dello spettacolo. Dove l'eterna sovrapposizione tra realtà e finzione è solo l'inizio della scienza.
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Formenti Cristina
Il mockumentary. La fiction si maschera da documentario
br. Da quando il britannico Peter Watkins, con The War Game (ld., 1965), ha dato vita al primo vero e proprio mockumentary della storia del cinema, il finto documentario è andato dilagando sia sul grande sia sul piccolo schermo. Queste opere, affascinanti in quanto falsificano le estetiche del cinema del reale per raccontare vicende di finzione, in Italia sono ancora poco indagate. Il volume, che si propone di contribuire a colmare questo vuoto, condurrà il lettore alla scoperta di tali ibridi, delineandone anatomia, storia e funzionamento per mettere in luce come, più che un genere, il mockumentary sia uno stile narrativo trasversale a generi e poetiche autoriali, nonché a diversi media.
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Kottman Paul A.
Politica della scena. Una lettura filosofica di Shakespeare
br. Mettendo a confronto i lavori di Shakespeare e alcuni classici del pensiero soprattutto "La Repubbica" di Platone e "Il Leviatano" di Hobbes - Kottman solleva delle domande su alcuni pregiudizi inveterati della filosofia politica, e sostiene che sarà un senso shakespeariano della "scena" ad aprire nuove strade per la filosofia della polis. "Politica della scena" si serve anche del lavoro di Hannah Arendt per proporre una nuova politica pensante capace di lasciarsi alle spalle le ambizioni tassonomiche e scientifiche della "teoria" e di cominciare a fare i conti con il "theatrum mundi" in cui effettivamente viviamo. Postfazione di Tommaso Tuppini.
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Volpi A. (cur.); Rossi A. (cur.); Chessa J. (cur.)
Barricate di carta. «Cinema & film», «Ombre rosse», due riviste intorno al '68
br. "Cinema&Film" e "Ombre rosse", sono state le due riviste protagoniste della stagione culturale italiana negli anni attorno al sessantotto e hanno marcato, pur differentemente, sul piano teorico, politico e linguistico, ogni approccio successivo alla critica cinematografica. Autori giovanissimi si misuravano col mondo del cinema, della cultura e dell'agone politico attraverso la pratica furente e settaria della scrittura, per il cinema e per la vita. Il volume propone interventi su di esse e un'antologia di testi.
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Sacco Daniela
Mito e teatro. Il principio drammaturgico del montaggio
brossura Il teatro è il prisma attraverso cui indagare il meccanismo con cui si compone il mito. Teatro e mito condividono la questione dell'identità, centro nevralgico in cui l'individuale e il collettivo, il particolare e l'universale si intersecano in modo consonante e differente rispetto all'appropriazione che ne ha fatto il logos agli albori della cultura occidentale. Espressivo di questo rapporto è il montaggio: termine mutuato dal cinema e traslato a significare un dispositivo più generale. A dargli forma è un principio eminentemente drammaturgico, come emerge dall'indagine articolata in tre fasi: l'analisi drammaturgica della tragedia da Eschilo a Euripide, contesto d'elezione in cui il mito trova espressione. A cui segue la mappatura di una costellazione di pensatori - da Freud a Goethe a Ejzenstejn - determinanti nel delineare il 'pensare per immagini' proprio del Novecento. Infine l'analisi del metodo compositivo del teatro contemporaneo, dalle Avanguardie Storiche all'esito del teatro statunitense di Wilson e Sellars. Ne consegue che il montaggio, struttura compositiva del pensare in immagini, è il meccanismo mitopoietico all'opera nel teatro 'predrammatico' e in quello 'postdrammatico'.
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