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‎Pistoia Giovanni‎

‎Giornali uomini tempi‎

‎brossura Il testo racconta le vicende di un giornale calabrese, «Il Popolano», e, in particolare, della sua chiusura, a seguito delle leggi sul controllo della stampa durante il regime. Il periodico ebbe una lunga vita, dal 1882 e fino al 1930, anno della sua soppressione. Ma non fu mai un giornale d'opposizione: fu sempre amico del fascismo e il suo direttore, Francesco Dragosei, si vantò continuamente di essersi iscritto al partito sin dalle prime ore. Il suo comportamento, a un certo punto, non fu più considerato ortodosso dal potere, e la sua "creatura" cessò le pubblicazioni. Dragosei morì invocando insistentemente la riabilitazione del suo giornale che non avvenne. Nel volume si accenna anche all'esperienza di altro organo di stampa, sempre di Corigliano Calabro, «Il Monitore», diretto da Costabile Guidi, anch'egli fascista. Ma anche questo periodico, nel settembre del 1924, a seguito di vari sequestri, fu costretto a chiudere nel febbraio del 1926, e sempre in virtù delle leggi sulla stampa in vigore all'epoca.‎

‎Dantini Michele‎

‎Arte e politica in Italia. Tra fascismo e Repubblica‎

‎br. Quali sono, se esistono, le continuità sociali e culturali, in Italia, nel passaggio tra fascismo e Repubblica, in un momento dunque di profonde discontinuità politico-istituzionali? E come si collegano tra loro, oppure si disgiungono, il primo e secondo Novecento; gli anni trenta e gli anni cinquanta o sessanta? Quali le «rimozioni» della storiografia postbellica o successiva con cui una nuova generazione di studiosi è oggi chiamata a confrontarsi? In questo suo libro, dedicato ai temi della «liturgia politica» considerati sotto profili specificamente storico-artistici, Michele Dantini si sofferma in modo ampio e dettagliato su alcune figure di artisti, critici, intellettuali che sembrano trovarsi ideologicamente agli antipodi nel corso degli anni venti e trenta: Edoardo Persico, ad esempio, la cui attività è ricostruita non solo con riferimento all'arte e all'architettura, ma anche in relazione alla cultura giuridica, storica e religiosa; o Giuseppe Bottai, delle cui politiche a favore dell'arte contemporanea e del patrimonio è proposta un'interpretazione in larga parte inedita. «Organizzatori» di cultura tra i più noti, da Marinetti a Carli, da Gobetti a Suckert-Malaparte, da Soffici a Croce; un poeta come Montale; e studiosi come Lionello Venturi o il giovane Argan ricevono qui nuova luce, mentre artisti considerati «minori» salgono improvvisamente in primo piano - è il caso di Tullio Garbari. D'altra parte nel saggio su Persico, che si conclude con un attento esame dei progetti per allestimento, Dantini pone le premesse per una comprensione più diramata e molteplice di Lucio Fontana, cruciale trait-d'union tra le due metà del secolo se considerato dal punto di vista dell'«arte sacra» e del suo rinnovamento. Nel far questo l'autore intreccia intimamente, poggiando su basi documentarie rigorose, storia dell'arte, storia politica e storia culturale; e dà conto dell'importanza degli studi di Renzo De Felice e scuola per la storia dell'arte. Vengono riprese così, da punti di vista storiografici e critici insieme, le fila di un dialogo interrotto tra discipline.‎

‎Murgia Michela‎

‎L'inferno è una buona memoria. Visioni da «Le nebbie di Avalon» di Marion Zimmer Bradley‎

‎br. Quanto somiglia Cabras, Sardegna, paese natale di Michela Murgia, ad Avalon, Britannia, luogo mitico di Re Artù e della spada nella roccia? Se Morgana, Igraine e Viviana, le "Signore del Lago", hanno il potere di sollevare le nebbie con le parole e influenzare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, Michela Murgia, nata in mezzo alle acque di Cabras, ha il potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee che ci circondano, raccontandoci la versione delle donne, nel solco ideale di Ave Mary. In un viaggio che comincia in mezzo al mare e in mezzo al mare ritorna, una delle maggiori scrittrici italiane racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare di ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri che ci hanno fatto crescere, in effetti, li abbiamo mangiati più che letti, e soprattutto come e perché creare ogni giorno il mondo che ci circonda è un gesto politico.‎

‎Sisto Davide‎

‎La morte si fa social. Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale‎

‎br. La morte non esiste più. Allo stesso tempo, però, viviamo costantemente circondati dai morti. Relegata lontano dalla nostra quotidianità, medicalizzata, espunta dalle nostre vite, l'esperienza del morire vive oggi una situazione paradossale, quando le immagini e le parole dei cari estinti tornano e irrompono all'improvviso dagli schermi dei nostri telefoni. Moriamo, ma continuiamo a esistere nella presenza ineliminabile della nostra passata vita online. Social network, chat, siti web costituiscono insieme, ad oggi, il più grande cimitero del mondo. Il territorio esplorato dalla fantascienza, dalla fiction e, recentemente, da una delle serie più perturbanti che mette al centro della sua riflessione il rapporto tra uomo e tecnologia, Black Minor, sembra superato dalle nuove intelligenze artificiali. Sono già disponibili bot con cui dialogare e capaci di interpretare i nostri stati d'animo per poi sostituirsi a noi quando saremo trapassati, e continuare a parlare con ì nostri cari; il profilo Facebook che consultiamo compulsivamente più volte al giorno, quando mancheremo, diventerà una vera e propria lapide virtuale, e i nostri amici potranno continuare a farci gli auguri ogni anno nell'aldilà. E ancora, il web è diventata la più grande piazza pubblica per celebrare il ricordo o condividere anche l'esperienza privata del lutto. Insieme piangiamo i nostri cari, insieme ricordiamo i nostri beniamini. Insieme, in un futuro prossimo, vivremo una seconda vita nella realtà virtuale. Davide Sisto, giovane filosofo che da lungo tempo ha consacrato i suoi studi alla relazione tra morte e cultura digitale, per la prima volta mette insieme un discorso interpretativo che ha al centro il rapporto nuovo della nostra società con la morte indotto dall'avanzamento tecnologico. La morte si fa social è il migliore esempio di umanesimo capace di confrontarsi con l'era digitale. L'uomo ha sempre pensato la morte. Oggi più che mai, il digitale offre un'opportunità per ripensare la morte in una prospettiva rivoluzionata.‎

‎Giglioli Daniele‎

‎All'ordine del giorno è il terrore. I cattivi pensieri della democrazia‎

‎ril. Dacci oggi il terrore quotidiano. Il terrore che è il rovescio della democrazia, il suo doppio segreto e insostituibile, il suo miglior nemico. Perché nulla come il terrore genera asserti politici, suscita desideri, costruisce identità e immaginario. Guerriglieri, folli isolati e fanatici religiosi; regimi autoritari che praticano la violenza di Stato e regimi democratici che ordinano bombardamenti o torture; aerei dirottati, camion dirottati, spari all'impazzata nei luoghi pubblici: sono il metronomo del presente, la mitologia giornaliera di una specie che si nutre di simboli come quella umana. Eppure nessuno si definisce terrorista: il terrorismo è sempre la violenza dell'altro. Eppure nessuna definizione permette di carpire la natura del terrore, perché non bastano la morte o la paura a distinguerlo da altre forme di violenza, e non basta il suo intento prettamente comunicativo, se è vero che in ogni violenza politica la vittima è il messaggio. Al centro del terrore c'è un vuoto, pronto a ricevere da noi impotenza e paura, violenza e desiderio, per restituire immaginario, identità e fantasmi. In una parola: mito. La letteratura cala i personaggi in quel vuoto. Non spiega cos'è o come funziona: ci mostra cosa succede ad abitarlo. Non chiarisce com'è fatto il terrore ma ci permette di profanare la sua sacralità, di farne esperienza lasciandoci indossare i panni del mostro. È quello che fanno gli autori attorno a cui si snoda "All'ordine del giorno" è il terrore, da Artaud a Ballard, da Dostoevskij a Updike, da Sade a Ellroy. Attraverso i loro testi, Daniele Giglioli decostruisce la più potente macchina narrativa contemporanea, mostrando come tra i suoi fumi sulfurei si celi l'impotenza del soggetto moderno, la fragilità dei nessi sociali, l'estromissione dell'individuo dalla sfera pubblica. Il terrorista è uno di noi: uno spettatore, un escluso. Questo sembra dirci il killer per caso, l'emarginato Oswald in "Libra" di Don DeLillo, finalmente inquadrato dalla telecamera nel momento della morte: «Requisito nel cielo senza atmosfera della gloria mediatica, il suo quarto d'ora di celebrità durerà in eterno».‎

‎Bucelli Valter‎

‎Nell'occhio del pettirosso. Come la fisica quantistica ha cambiato la visione filosofica del mondo‎

‎br. Se le prime teorie fisiche moderne presentavano molteplici aspetti innovativi rispetto alla concezione meccanicistica dominante all'inizio del XIX secolo, queste si fondavano comunque sulla convinzione che la natura fosse retta da leggi rigorose, deterministiche, di portata universale. La teoria atomistica del Novecento, detta meccanica quantistica, ha messo in discussione questo pilastro rimasto saldo per millenni e ci ha costretto a ripensare la nostra idea di mondo. Questo libro vuole rendere comprensibili gli aspetti fondamentali della meccanica quantistica e i problemi filosofici che solleva, con un linguaggio il più possibile chiaro, ma sempre preciso e rigoroso. In particolare vengono valutate le conseguenze dei principi quantistici su grandi problemi filosofici ancora aperti, come l'esistenza della materia, l'importanza della casualità e il dibattito sul fondamento ultimo della realtà.‎

‎Fadini Ubaldo‎

‎Fogli di via. Ai margini dell'antropologia filosofica‎

‎br. Come riproporre oggi un approccio critico alle metamorfosi della soggettività contemporanea che recuperi, sia pure parzialmente, alcuni risultati della grande tradizione dell'antropologia filosofica del Novecento? Nel presente studio, Ubaldo Fadini sottolinea la fertilità della combinazione tra un piano di teoria della natura e un piano di teoria della società: ciò consente di individuare con nettezza almeno uno dei caratteri più significativi della complicazione odierna relativa al rapporto tra l'uomo e la tecnica, di quel manifestarsi del corpo vivente come dimensione inclusiva di componenti essenziali di sapere sociale applicato. È in quest'ottica che "Fogli di via" presenta una linea di ricerca che non si accontenta di riassumere percorsi di riduzione di un artificiale sempre più sofisticato a un particolare dato antropologico di partenza e neppure di richiamare semplicemente dinamiche di ibridazione o di "confusione" tra umano e tecnologico, secondo le modalità proprie del discorso del "post-umano". Punta, invece, ad un'articolazione del compito critico che vuole cogliere proprio le "ragioni" concrete, le "logiche" materiali, che stanno alla base delle trasformazioni antropologiche concernenti i piani della sensibilità e dell'intelligenza umane.‎

‎D'Intino F. (cur.); Natale M. (cur.)‎

‎Leopardi‎

‎br. Grazie a Giacomo Leopardi la tradizione italiana fa davvero i conti, per la prima volta, con la modernità e le sue istanze anche contraddittorie, per esempio il fertilissimo conflitto tra ragione e immaginazione. Poeta della vita intensa e, al contempo, della negazione, osteggiato da Croce ma affrontato da Nietzsche, recensito da Benjamin, amato da Beckett, Leopardi è un autore intorno a cui si è sviluppato un dibattito fatto di percorsi complessi e di svolte, e davanti al quale gli steccati disciplinari rivelano, a fronte della ricchissima articolazione della sua opera, tutta la loro insufficienza. Il volume presenta un Leopardi nuovo, difficilmente classificabile secondo categorie tradizionali, aperto al dialogo con autori e problemi del passato e del presente. I più accreditati specialisti delle nuove generazioni ricostruiscono la sua attività di scrittore pubblico e privato inversi e in prosa, di traduttore, filologo e originale filosofo: un poeta e intellettuale europeo che ha attraversato coraggiosamente ogni campo del sapere, interrogando il mistero del mondo e dell'uomo.‎

‎Beretta Anguissola Alberto‎

‎Proust: guida alla Recherche‎

‎br. Il testo del romanzo di Proust, nella sua concretezza, non corrisponde del tutto alle aspettative dei lettori, basate talvolta su alcuni luoghi comuni critici, corretti ma parziali. Questa guida si propone di fare tabula rasa di molti clichés, permettendo così di orientarsi nel grande labirinto di "Alla ricerca del tempo perduto". Accanto alle canoniche riflessioni sul Tempo e sulla Memoria, vengono qui valorizzate anche altre dimensioni del romanzo, come la comicità, l'erotismo, l'estetica dell'inverosimile, la presenza di un testo nascosto che spetta al lettore portare alla luce. Sono analizzate le componenti principali della cultura, anche filosofica, di Proust, mettendo in luce gli elementi essenziali della sua antropologia, senza trascurare gli aspetti più interessanti della biografia e le più significative e stimolanti interpretazioni critiche succedutesi nell'arco di un secolo.‎

‎Balestrieri Domenico; Milani F. (cur.)‎

‎La Gerusalemme liberata travestita in lingua milanese. Testo milanese e italiano. Ediz. critica‎

‎ril. Nell'ambito delle traduzioni dialettali di classici italiani, latini e greci, il primato spetta alla «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, che già nel Seicento fu tradotta integralmente in quattro dialetti: bolognese (1628), bergamasco (1670), napoletano (1689), veneziano (1693); nel 1737 si aggiunge il calabrese e nel 1755 il genovese. Traduzione significava in realtà «travestimento», cioè trasposizione su un registro comico-realistico: la trama del poema restava invariata, ma lo stile subiva un abbassamento, con l'obiettivo di un rovesciamento deformante e parodico dell'originale. Domenico Balestrieri avvia la versione milanese nel 1743, in coincidenza con la rinascita a Milano dell'Accademia dei Trasformati, di cui fu tra i rifondatori; la porterà a termine nel 1758 e la pubblicherà nel 1772 col patrocinio di Carlo de Firmian, ministro plenipotenziario della Lombardia austriaca. Nella sua «Gerusalemme» il registro giocoso e comicizzante è prevalente, ma non uniforme, e vi è spazio anche per il serio e il patetico; essa costituisce l'esito più alto nella tradizione dei travestimenti dialettali, dei quali il Balestrieri rinnova e aggiorna lo statuto stilistico alla luce di una raffinata sensibilità poetica.‎

‎Tedoldi Leonida‎

‎Storia dello Stato italiano. Dall'Unità al XXI secolo‎

‎br. Lo Stato italiano celebra nel 2018 un doppio anniversario: i 170 anni dalla proclamazione dello Statuto albertino e i 70 anni dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana. È giunto il tempo di fare un bilancio, di analizzare quanto e come lo Stato abbia inciso nella storia italiana. Questo libro ha l'ambizione di tracciare, per la prima volta, una storia della costruzione dello Stato nelle sue strutture fondamentali: da quelle monarchico-liberali a quelle autoritario-fasciste; da quelle repubblicano-democratiche a quelle dello Stato decentrato. Nel contempo vengono delineati il consolidamento e la mutazione degli organi, degli enti e degli apparati politici, sociali e 'imprenditoriali'. Al termine della lettura, ci saranno più chiare le ragioni che hanno reso lo Stato italiano così resistente alle riforme e incline allo sviluppo per giustapposizione delle proprie funzioni.‎

‎Vaime Enrico; Di Biase Licio‎

‎Il mio Flaiano. Un satiro malinconico‎

‎ill., br. Ennio Flaiano ha caratterizzato da protagonista la cultura della seconda metà del Novecento italiano. Nato a Pescara, trasferito in gioventù a Roma, si è ben presto distinto nei giornali più importanti della Capitale. Dal mondo dei giornali il passo a quello della Dolce Vita fu breve. A partire dal film omonimo, ha firmato le sceneggiature dei più importanti film di Federico Fellini. Nonostante la frequentazione del mondo del cinema, è sempre rimasto un uomo proverbialmente schivo, riservato, di un'intelligenza unica e affilatissima, acuto osservatore della realtà degli anni '50 e '60, in cui con i suoi aforismi dava giudizi taglienti e spesso definitivi. Enrico Vaime fu stretto collaboratore di Flaiano in gioventù. In questo libro-intervista con Licio Di Biase, studioso della storia di Pescara e dei suoi personaggi, ripercorre la vita di questo atipico, indimenticabile personaggio della cultura italiana regalandoci un ritratto inedito e ricco di preziose notazioni.‎

‎Rougier Louis; Sessa G. (cur.)‎

‎La fine della democrazia?‎

‎br. Il pensiero politico di Rougier è fortemente pragmatico, basato non su principi eterni e immutabili ma su quello che, al momento, sembra funzionare meglio. Oggi la democrazia sembra non funzionare affatto. Essa, dopo quasi tre secoli, non attira più consenso né sacrifici, e ricorda che la vita non è fatta di principi astratti ma di forti passioni e di lotte concrete. Prefazione di Alain de Benoist.‎

‎Ronco Simonetta‎

‎Giuditta Sidoli. Vita e amori‎

‎br. Giuditta Sidoli è stata, oltre che la donna amata da Giuseppe Mazzini, una protagonista dell'epopea risorgimentale, e costituisce un modello di costanza e di amore per tutte le donne moderne perché, pur non rinnegando mai il suo ruolo di madre, mantenne saldi in sé e nei suoi figli gli ideali patriottici che il marito prima e Mazzini poi le avevano inculcato. Le fughe per ritrovare i figli, l'elusione della sorveglianza della polizia di vari Stati, la frequentazione a Firenze, Roma, Napoli, Parma, Torino, dei salotti culturali e patriottici più noti del tempo, l'amicizia con personaggi celebri come Gustavo Modena, Luigi Amedeo Melegari, Ciro e Celeste Menotti, i fratelli Bandiera, e molti altri, la collocano tra le più significative figure femminili del Risorgimento.‎

‎Semeraro Roberta‎

‎Ricostruire con l'arte‎

‎ill., br. Qual è il contributo che il mondo dell'arte può offrire alle popolazioni terremotate dell'Aquila? Muovendo dal dibattito che la questione sollevò nel 2010 in seno alla Biennale di Architettura di Venezia, l'autrice racconta la genesi del suo progetto "Nove Artisti per la ricostruzione" e ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato alla realizzazione dell'anfiteatro della scultrice statunitense Beverly Pepper per Parco del Sole all'Aquila. È la storia della convergenza di intenti di artisti, operatori, amministratori, tutti volti all'obiettivo prioritario di restituire, con la presenza di manufatti d'arte, i luoghi e le atmosfere di una antica civiltà. Un segno provvidenziale - la presenza di un cane - indusse gli amministratori dell'Aquila a utilizzare i linguaggi universali dell'arte per ridisegnare la geografia emotiva e sentimentale di luoghi distrutti e abbandonati, perché la gente vi facesse ritorno. Un finale sorprendente si proietta cento anni in avanti, immaginando come le opere d'arte possano continuare a vivere nel tempo relazionandosi con le future generazioni.‎

‎Guareschi Giovannino; Guareschi C. (cur.); Guareschi A. (cur.)‎

‎Chi sogna nuovi gerani? Autobiografia‎

‎br. "Chi sogna nuovi gerani" non è solo l'anagramma del nome Giovannino Guareschi, ma anche il titolo metaforico di questa strana "autobiografia", composta dai figli Alberto e Carlotta assemblando le ordinatissime carte del padre. Fra le pagine troviamo dunque notizie tratte da articoli di giornali, appunti, lettere e riflessioni del grande autore, accompagnate dai suoi disegni; molte parti sono dedicate alla prigionia nel campo di concentramento: Guareschi ci finì perché, dopo l'armistizio, si rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò. E poi la galera, per aver rivelato episodi fastidiosi relativi ai primi anni repubblicani. Margherita, la Pasionaria e Albertino talvolta intervengono, ma è solo attraverso le parole di Giovannino che vengono svelati i sogni, la realtà, e la storia di un grande scrittore e di un grande uomo.‎

‎Sontag Susan; Rieff D. (cur.)‎

‎Rinata. Diari e taccuini 1947-1963‎

‎br. "Superficiale intendere il diario solo come il ricettacolo dei propri pensieri privati, segreti - come se fosse un confidente sordo, muto e analfabeta. Nel diario non mi limito a esprimere me stessa più apertamente di quanto potrei fare con un'altra persona; creo me stessa. Il diario è un mezzo per danni un senso d'identità". "Rinata", il primo dei tre volumi dei diari e taccuini di Susan Sontag di cui nottetempo pubblica l'edizione italiana, coglie e rivela l'autrice mentre è pienamente immersa in una fase di "autoinvenzione", nella consapevole creazione di un'identità attraverso la continua indagine di tutto ciò che tende a ingabbiare l'io in una categoria (famiglia, omosessualità, matrimonio, maternità, ebraismo). Esordendo con la penna di una vorace e prodigiosa quattordicenne, "Rinata" termina con le annotazioni di una Sontag che, alla soglia dei trent'anni, comincia a essere pubblicata: il diario di questo periodo è l'affascinante storia di un apprendistato intellettuale alla ricerca di voce e vocazione, sorretto da una volontà fortissima e dal profondo, radicato desiderio di essere circondata dalla letteratura e dalla cultura.‎

‎De Fusco Renato‎

‎Storia dell'arte del XX secolo‎

‎br. L'intento del libro sta nell'aver ulteriormente ridotto la tradizionale esposizione degli «ismi». Questi sono inclusi in poche linee di tendenza, donde lo schema: «La linea dell'espressione (la pittura dell'Art Nouveau, l'Espressionismo, Il Futurismo, l'Astrattismo espressionista, l'Informale); La linea della formatività (il Fauvismo, il Cubismo, la scultura del primo Novecento, l'Astrattismo, il De Stijl, il Concretismo, Calder e Moore, la Op Art); La linea dell'onirico (la Metafisica, il Surrealismo); La linea dell'arte sociale (il Realismo espressionista, l'Arte politicamente impegnata, la Pop Art); La linea dell'arte utile (il Purismo, gli artisti nel Bauhaus, il Costruttivismo, l'utile in De Stijl, l'utilitario tra Op e Pop Art); La linea della riduzione (il Dadaismo, il New Dada, l'Arte povera, la Minimal Art, l'Arte concettuale, Joseph Beuys).» (Renato De Fusco)‎

‎Todorov Tzvetan‎

‎L'arte nella tempesta. L'avventura di poeti, scrittori e pittori nella rivoluzione russa‎

‎ill., br. La Russia dei primi anni del Novecento rappresenta una delle poche, meravigliose congiunture della storia in cui un numero stupefacente di grandi artisti si trova a convivere e a farsi intensa, febbrile comunità. Nelle parole di uno dei protagonisti di quegli anni, il poeta Vladislav Chodasevic, «tutte le strade erano aperte, con un solo obbligo: andare quanto più possibile veloce e lontano». Sono gli anni di Bulgakov e di Majakovskij, di Pasternak e Mandel'stam, di Sostakovic, Éjzenstejn e di tanti altri, donne e uomini che la sorte gettò nella tempesta della Rivoluzione e del nascente regime sovietico. Cent'anni dopo, Tzvetan Todorov ha deciso di rievocare l'avventura di una generazione che dopo aver spesso accompagnato con entusiasmo i primi slanci antizaristi e libertari, si trovò di fronte a un potere progressivamente sempre più cieco e ottuso, ed elaborò strategie ora di opposizione, ora di compromesso, ora di drammatica resa: il suicidio, l'esilio, più spesso il silenzio. Todorov racconta questa miriade di traiettorie avventurose, laceranti, a volte semplicemente grottesche con la sua enorme cultura e la sua prosa avvincente, soffermandosi a lungo sulla figura complessa e per questo esemplare del grande pittore Kasimir Malevic. Ma nelle sue pagine risuonano anche gli echi della vicenda personale che portò nel 1963 l'autore a fuggire la cappa di piombo della natia Bulgaria e a rifugiarsi in Occidente. Anche per questo «L'arte nella tempesta», pubblicato in Francia a un mese dalla scomparsa, resterà come il degno testamento di un grande maestro di studi e di libertà, una delle ultime grandi figure esemplari della cultura europea.‎

‎Pupo Raoul‎

‎Fiume città di passione‎

‎ril. «Città di passione»: con queste parole Gabriele D'Annunzio battezza Fiume nel primo dopoguerra, imponendola all'attenzione internazionale assieme al mito della 'vittoria mutilata'. Altre e più tragiche passioni si scatenano nel secondo dopoguerra. Questa volta nel silenzio e nella distrazione della patria ferita, molti dei fiumani devono prendere la via dell'esilio. Il guscio della città però rimane in piedi e Fiume condivide il suo destino con le altre 'città cambiate', Salonicco, Smirne, Königsberg: le città poste lungo quei confini attorno ai quali si sono accesi i maggiori conflitti europei del XX secolo. Parlare di Fiume vuol dire tuffarsi nel vortice della 'grande semplificazione' che ha travolto l'Europa centro-orientale. Vuol dire anche parlare delle storie accadute tra le pieghe di quelle più appariscenti: accanto alla vicenda di un fiero municipalismo che cerca di resistere al trionfo degli stati-nazione, c'è la storia di una grande illusione. Quella di un piccolo nucleo di operai e intellettuali italiani che, in epoca di guerra fredda, lasciano la madrepatria per edificare il socialismo in una Fiume diventata jugoslava. Ma non vi è lieto fine. Raoul Pupo, raccontandoci la storia di una città-simbolo del '900, ci accompagna attraverso le inquiete transizioni europee del secolo scorso.‎

‎Rushdie Salman‎

‎Joseph Anton‎

‎br. Il 14 febbraio del 1989 Salman Rushdie riceve la telefonata di una giornalista della BBC che lo informa di essere appena stato "condannato a morte" dall'ayatollah Khomeini. E per la prima volta sente pronunciare la parola "fatwa". La sua colpa? Aver scritto un romanzo intitolato "I versi satanici", un libro accusato di blasfemia, una bestemmia "contro l'islam, il Profeta e il Corano". Comincia così una vicenda dolorosa e fuori dall'ordinario, in cui uno scrittore è costretto a vivere in clandestinità, cambiando continuamente domicilio e sotto il costante controllo di una scorta armata. A Rushdie viene anche chiesto di scegliersi uno pseudonimo, che la polizia possa usare per riferirsi a lui. Dopo aver pensato agli scrittori più amati, sceglie i nomi di Conrad e Cechov: Joseph e Anton. E da quel momento, Salman Rushdie diventa il signor Joseph Anton. Ma come può vivere uno scrittore sotto la minaccia di essere ucciso? Che ne è della sua creatività? E dei suoi sentimenti? In che modo la disperazione ridà forma ai suoi pensieri e alle sue azioni? In questo memoir, Rushdie racconta la sua storia, che è poi la storia di una battaglia cruciale ai nostri giorni: quella per la libertà di espressione. Ma ce ne racconta anche gli aspetti più personali, e sono aneddoti a volte di grande tristezza, a volte straordinariamente divertenti. E riflette su come editori, giornalisti, scrittori, intellettuali, uomini politici hanno reagito a questa vicenda, non sempre con spirito di solidarietà.‎

‎Maggio Mauro‎

‎Sissi. La storia leggendaria dell'imperatrice d'Austria‎

‎ril. La vita controversa dell'imperatrice d'Austria è diventata il nucleo narrativo di una delle saghe cinematografiche più fortunate. Tutti sanno che questa donna affascinante quanto capricciosa, figlia del duca di Baviera, cresciuta all'insegna della più totale libertà espressiva e iniziata ad attività ritenute poco femminili come la caccia, l'equitazione e il nuoto, andò in sposa al giovane imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena al posto della sorella maggiore Nenè, essendo riuscita a colpire il cuore dell'imperatore con la sua fresca leggiadria. L'amore fra Sissi e Francesco Giuseppe fu messo a dura prova dall'etichetta di corte e dalle convenzioni che imprigionavano il temperamento dell'imperatrice. Ma la leggenda cinematografica tace sugli aspetti più oscuri della biografia, quelli che accomunano la vicenda umana di Sissi a quella di altre notissime "principesse tristi", da Diana d'Inghilterra a Carolina di Monaco, fino a Masako, moglie dell'erede al trono del Giappone. Come tutte loro, Sissi fu una donna bellissima ma inquieta, tormentata da passioni che la sua posizione rendeva impossibile da appagare, malinconica tendente all'anoressia e all'autodistruzione.‎

‎Centro studi Giacomo Puccini (cur.)‎

‎Studi pucciniani. Rassegna sulla musica e sul teatro musicale nell'epoca di Giacomo Puccini. Vol. 5: Dalla genesi delle opere alla ricezione nel film‎

‎brossura Il volume offre un saggio della varietà di approcci e della maturità di giudizio degli studi pucciniani attuali. I contributi offerti dalla musicologia e dagli studi sul cinema, dalla librettologia e dalla filologia operistica, dalla comparatistica drammatica e letteraria indagano la traiettorie della poetica, la tradizione editoriale delle partiture e le scelte creative della piena maturità, le prospettive della critica (con lo sguardo particolare di Schönberg), i riflessi della cinematografia nascente sulle opere di Puccini e le loro suggestioni nel cinema del Novecento.‎

‎Rossiello Antonio‎

‎Limes: Mishima e i due lati del radicalismo‎

‎brossura Saggio su Yukio Mishima, letteratura, nazionalismi, la figura divina shintoista dell'imperatore collante della nazione fino al '45; parallelismo storico-letterario in cui la decadenza morale del Giappone fu direttamente proporzionale al suo sviluppo economico-sociale. Il cinema di Mishima, regista, attore di film ispirati a sue opere, speculare alla sinistra. La politica, Tate-No Kai aristocratico confronto di idee Mishima e il Mov. Stud. all'università. Appello all'unità del Giappone sotto la figura religiosa e politica dell'imperatore Hiro Hito, contro le vecchie strutture politiche conservatrici onnidirezionali. A destra e a sinistra, due percorsi politici paralleli, una destra radicale e una sinistra estrema marxista-libertaria rivoluzionarie che dal conte Malynsky al socialista nazionale Ikki al Movimento Studentesco del '68, quando le rette parvero incontrarsi perigliosamente per il sistema politico dello status quo. Il sistema "rimise le cose al suo posto", cassando le ambizioni politico-culturali, provocando in esse fratture. Dopo il seppuku di Mishima l'alterazione della lotta politica: università sindacato violenza politica dello Zengakuren e Nihon Sekigun.‎

‎Angeli Matteo‎

‎Il pensiero che muove la politica. Parlano i filosofi‎

‎br. Quattordici filosofi italiani, di diverso orientamento e formazione, riflettono sulla possibilità di un pensiero in grado di ridare alla politica respiro e progettualità all'altezza delle sfide del nostro tempo. In questa raccolta di conversazioni Massimo Donà, Giacomo Marramao, Giulio Giorello, Andrea Grillo, Toni Negri, Alfonso Maurizio Iacono, Adriana Cavarero, Diego Fusaro, Luisa Muraro, Mauro Ceruti, Caterina Resta, Maurizio Mori, Franca D'Agostini e Donatella Di Cesare, ognuno nella sua autonomia, cercano di dare un senso a una realtà, quella odierna, ormai refrattaria a essere letta con le categorie novecentesche, e propongono chiavi interpretative e suggestioni in grado di definire un percorso nuovo per la politica.‎

‎Kuhn Gabriel‎

‎La vita all'ombra del Jolly Roger. Nuova ediz.‎

‎br. L'enorme attenzione che i pirati hanno ricevuto negli ultimi anni non si limita al grande schermo o al reparto giocattoli dei grandi magazzini. Questi «malfattori» di trecento anni fa hanno impregnato a fondo l'immaginario contemporaneo, riuscendo a creare una mitologia tuttora vitale. Nonostante la loro epoca d'oro sia collocabile tra il 1690 e il 1725, ancora oggi studiosi, scrittori, sceneggiatori e appassionati si dividono in accanite diatribe tra chi vede in loro degli audaci ribelli sociali, capaci di realizzare le prime forme di democrazia diretta, e chi invece li considera dei briganti crudeli e sanguinari. E in effetti i pirati furono entrambe le cose: fuorilegge pronti a depredare chiunque incrociasse la loro rotta e uomini liberi che rifiutavano una società «legittima» oppressiva e altrettanto violenta. Passando da Nietzsche a Foucault, da Che Guevara a Hobsbawm, da Sahlins a Clastres, l'autore ci racconta la storia non convenzionale di queste comunità nomadi, descrivendo - sempre in bilico tra leggenda e realtà - la vita quotidiana all'ombra della bandiera nera pirata.‎

‎Rossi Cinzia‎

‎Le città nobili della Toscana granducale (secoli XVII-XVIII)‎

‎br. Il volume presenta innanzitutto alcune formulazioni del concetto di città nobili, a partire da quella proposta da Pompeo Neri; prosegue con quelle segnalate da altri autori, sia letterati sia giuristi, dalle quali emerge un'interessante varietà di opinioni. Fra i primi indica Sebastiano Fausto da Longiano, Girolamo Muzio Giustinopolitano, Paolo Mini, Annibale Romei, Paolo Paruta, Giovanni Battista Possevino. Degli apporti della giurisprudenza ricorda in primo luogo il "Commentarius de nobilitate et iure primigeniorum" di André Tiraqueau. Ricorda inoltre che dalla Glossa di Accursio emerge una definizione dalla quale discendono due ipotesi, luna restrittiva e l'altra estensiva. Bartolo da Sassoferrato fece propria quest'ultima, accettata anche da Giovanni della Piazza, Jacques Rebuffi, Bartolomeo Cipolla, Bon de Curtili, Luca da Penne. Il volume analizza poi le problematiche attinenti alla distinzione tra le città nobili «antiche» del Granducato di Toscana (Firenze, Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra e Cortona) e quelle «meno antiche» (San Sepolcro, Montepulciano, Colle, San Miniato, Prato, Livorno e Pescia). Esamina quindi, fra gli altri argomenti, il conflitto tra la legge toscana «per regolamento della nobiltà e cittadinanza» pubblicata il 1° ottobre 1750 e gli statuti dell'Ordine di Santo Stefano.‎

‎Causa Stefano‎

‎La parola alle cose. Sentieri e scritture della natura morta (1922-1972)‎

‎ill., br. "Se intorno alla metà del secolo scorso si è ripreso ad affrontare la pittura di natura morta con adesione meticolosa e, spesso, appassionata, non si può dire altrettanto per le lingue adibite a questo tema di gradimento universale e, insieme, di così ardua decifrazione. Il nostro esame di alcune scritture, prevalentemente moderne, sulla pittura di genere dal '600 al '900, nasce da quest'assunto; oltreché da vari pretesti. Uno è stato metter mano a uno spicchio della biblioteca di un conoscitore come Raffaello Causa (1923-1984)" (Stefano Causa). Di Raffaello Causa viene riproposto in chiusura il saggio "La natura morta a Napoli nel Sei e nel Settecento" pubblicato nel 1972 per la "Storia di Napoli".‎

‎Bodei Remo; Giorello Giulio; Marzano Michela‎

‎Le virtù cardinali. Prudenza, temperanza, fortezza, giustizia‎

‎br. Viviamo il tempo dell'incertezza, dell'intolleranza, della paura, dell'ingiustizia. Tornare ai classici e riflettere sulla natura delle virtù cardinali - prudenza, temperanza, fortezza e giustizia - da sempre al centro della riflessione filosofica oltre che teologica, può orientare il nostro agire sia personale che collettivo. Da Aristotele a Machiavelli, da Locke a Hobbes, da Freud ad Arendt fino a Rawls scopriamo come la prudenza, la virtù deliberativa per eccellenza, sia l'unica capace di discernere il bene dal male e orientare le nostre decisioni; come la temperanza consenta agli uomini e alle donne di vivere in una società in cui nessuno impone la propria regola contro le altre; come il coraggio sia conoscenza dei propri limiti e condizione per vincere la paura; e infine come la giustizia faccia sì che i diritti non restino inchiodati entro i confini di comunità politiche chiuse.‎

‎Boccardi Virgilio‎

‎D'Annunzio a Venezia‎

‎ill., br. Questo volumetto vuole recare in poche pagine un contributo alla conoscenza della vita così intensa e avventurosa di Gabriele D'Annunzio. Ma soprattutto intende seguire il Vate a Venezia, da quando la prima volta pose piede sulla Riva dei Schiavoni, sbarcando dal Lady Clara per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II nell'autunno del 1887, fino alla sua permanenza nella famosa Casetta Rossa sul Canal Grande. E vuole seguirlo come poeta, come soldato, oltre che come spesso perdutamente innamorato, e specialmente preso dalla passione durata alcuni anni per l'attrice Eleonora Duse.‎

‎Di Pasquale Massimiliano‎

‎Abbecedario ucraino. Vol. 1: Rivoluzione, cultura e indipendenza di un popolo‎

‎ill., br. «Solo pochi italiani conoscono l'Ucraina come Massimiliano Di Pasquale. L'autore ha attraversato il paese in lungo e in largo, ha letto moltissimo e ha intervistato i personaggi chiave della politica ucraina e dell'élite intellettuale. Ora offre al pubblico italiano questa sua conoscenza con una accuratissima pubblicazione: "Abbecedario ucraino". Mentre taluni usano l'informazione come arma contro l'Ucraina, Di Pasquale spiega l'affascinante ma complesso passato e il presente di questa nazione moderna ma tuttavia antica. Nel fare ciò, cerca di sfatare miti che sono stati presentati come verità. Come ad esempio l'affermazione che Mosca ripete sovente che la Crimea è sempre stata russa. Il libro fornisce un breve excursus cronologico della complicata storia della penisola, come sia stata sotto il controllo di svariati imperi nel corso dei secoli permettendo così di capire l'attuale crisi». (Marta Dyczok, University of Western Ontario, Canada)‎

‎Antonini C. (cur.)‎

‎Piacenza Trieste Sarajevo 1918-2018. Un viaggio della memoria‎

‎ill.‎

‎D'Andrea Michele; Ricchiardi Enrico‎

‎Forze armate d'Italia 1861-1946. Storia illustrata dei soldati del nostro Tricolore‎

‎ill., br.‎

‎Goñi Josè‎

‎Pablo e Matilde. I giorni dell'esilio‎

‎br. Nel 1949 Pablo Neruda, deputato comunista, è costretto a fuggire dal Cile. Inizia per lui un periodo di esilio che lo porterà infine a Capri, al fianco della cantante Matilde Urrutia. Il poeta dedicò liriche appassionate alla donna amata e all'isola che li accolse, riunendole in due splendide raccolte: "Las uvas y el viento" e la mitica "Los versos del capitán", uscita in forma anonima a Napoli nel 1952 grazie alla sottoscrizione degli esponenti più in vista dell'intellighenzia italiana. Da Renato Guttuso a Luchino Visconti, da Carlo Levi a Giulio Einaudi, senza dimenticare Elsa Morante, Palmiro Togliatti, Giorgio Napolitano, Antonello Trombadori. Quarantaquattro sottoscrittori per quarantaquattro copie numerate di un libro che Neruda riconobbe come proprio solo dieci anni più tardi. Dopo lunghe ricerche José Goñi ripercorre con dovizia le tappe della permanenza dell'artista cileno in Italia, delineando il contesto politico e culturale irripetibile che lo vide protagonista e restituendoci la figura di un poeta civile completamente immerso nel proprio tempo.‎

‎Venturi Riccardo‎

‎Passione dell'indifferenza. Francesco Lo Savio‎

‎ill. Artista tra i più significativi della seconda metà del Novecento, Francesco Lo Savio (1935 - 1963) realizza i suoi lavori in un lasso di tempo molto breve, terminato con la morte a soli ventotto anni: una carriera bruciante, ricca di intuizioni colte solo dopo la sua scomparsa. In "Passione dell'indifferenza. Francesco Lo Savio" lo storico dell'arte Riccardo Venturi ricostruisce, in forma narrativa, gli ultimi anni della vita dell'artista in un testo a due voci. La prima voce ripercorre a ritroso, come il flashback di un film noir, gli episodi salienti dell'opera e della vita di Lo Savio, mentre una seconda traccia ricostruisce l'ambiente artistico e umano in cui Lo Savio si è trovato a vivere. Completa il volume un profilo sull'opera di Lo Savio.‎

‎Camuffo Pericle‎

‎Zogia del gno pensâ. Scritti su Biagio Marin‎

‎br. Biagio Marin è stato un grande poeta, uno dei maggiori del Novecento italiano, certo uno dei maggiori poeti in dialetto del Novecento italiano e per la sua opera poetica, raccolta nei tre volumi de I Canti de l'Isola è stato e verrà ricordato e studiato. La sua produzione artistica non si esaurisce però nelle tremila e più liriche raccolte nei Canti, ma si estende e si diversifica in una consistente quantità di materiale scritto non in forma di poesia: articoli, saggi critici, pagine di memoria e di narrativa, ricostruzioni autobiografiche, fogli riservati alla lettura in interventi pubblici, convegni o trasmissioni radiofoniche, diari, corrispondenze. Su questo materiale, vasto ed in larga parte ancora inedito, sono centrati i contributi di questo volume. Gli articoli qui raccolti propongono o ripropongono alcuni momenti significativi del mio percorso critico all'interno della ricostruzione della complessa e ricca personalità intellettuale di Biagio Marin, della sua "identità di frontiera" continuamente attraversata da suggestioni culturali, politiche e civili.‎

‎Capristo Annalisa; Fabre Giorgio‎

‎Il registro. La cacciata degli ebrei dallo Stato italiano nei protocolli della Corte dei Conti (1938-1943)‎

‎br. I circa 700 ebrei italiani che le leggi razziali cacciarono dallo Stato dopo il 1938 erano direttori generali, professori di scuola media, ingegneri e chimici, operai della Zecca, postini e maestre elementari, oltre che, è più noto, professori universitari di fama. «Il registro» ne ricostruisce per la prima volta i nomi, il ruolo professionale e, in diversi casi, i dati biografici. Le fonti sono incontrovertibili: i protocolli e i decreti della Corte dei Conti, che registrarono tutte le decisioni dello Stato italiano al riguardo. Nell'ottantesimo anniversario delle leggi razziste emergono anche le ricadute economiche individuali di quelle espulsioni. In molti casi i perseguitati furono letteralmente ridotti in povertà, ovvero vennero loro corrisposte delle indennità irrisorie, talvolta neppure quelle. Utilizzando lo strumento inedito dei registri dei decreti e incrociandolo con i decreti stessi e con altre fonti, il volume ripercorre capillarmente le procedure che riguardarono ciascun perseguitato. Per la prima volta è possibile capire quale fu all'epoca, a parte la spoliazione dei beni, il generale impoverimento personale degli ebrei italiani dipendenti dallo Stato. Sono stati anche identificati i più di cinquanta che furono deportati e uccisi ad Auschwitz. Prefazione di Michele Sarfatti. Con un saggio di Adriano Prosperi.‎

‎Altini Carlo‎

‎Le maschere del progresso. Ascesa e caduta di un'idea moderna‎

‎br. Nella seconda metà del '900 l'idea di progresso subisce una drastica battuta d'arresto e la fede nel cambiamento si esprime in forme diverse. In campo economico e filosofico-politico il concetto viene sostituito da quello di «sviluppo», mentre oggi è «innovazione» la parola d'ordine dei sistemi di potere. Con un'ambiguità di grande rilievo, perché proprio l'innovazione rischia, nella sua forma ideologica, di allontanarsi dall'idea stessa di progresso. Il volume del filosofo Carlo Altini prende in esame le trasformazioni di un concetto fondamentale per la comprensione del mondo moderno.‎

‎Arendt Hannah; Guaraldo O. (cur.)‎

‎La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte. Ediz. bilingue‎

‎br. Torna di attualità in questi mesi un testo scritto da Hannah Arendt negli anni Settanta. Si tratta di un'originale riflessione sulla natura della politica e sul suo rapporto con la verità. Il libro - qui proposto con il testo originale a fronte - prende spunto dalla vicenda dei Pentagon Papers, documenti riservati del Dipartimento della difesa USA: nel 1971 alcuni stralci di quelle relazioni coperte da segreto di Stato furono trafugati e pubblicati sulle pagine del New York Times, rivelando all'opinione pubblica l'ammissione da parte del Pentagono dell'assoluta inutilità strategica dell'impegno americano in Vietnam.‎

‎Barilli Francesco; De Carli Manuel‎

‎Il delitto Matteotti‎

‎ill., br. È il 30 maggio del 1924, quando il deputato socialista Giacomo Matteotti firma, con un discorso alla Camera, la sua condanna a morte. "Tempesta", come viene chiamato dai compagni di partito per il suo carattere battagliero, ne è consapevole, perché finito di parlare - dopo aver denunciato pubblicamente l'uso sistematico della violenza a scopo intimidatorio usata dai fascisti per vincere le elezioni e contestato la validità del voto - dice ai colleghi: «Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.» Pochi giorni dopo, il 10 giugno, viene rapito a Roma. Sono da poco passate le quattro del pomeriggio e una squadra di fascisti guidata da Amerigo Dumini lo preleva con la forza e lo carica in auto, dove viene picchiato e accoltellato fino alla morte, per poi essere seppellito nel bosco della Quartarella, a venticinque chilometri dalla Capitale.‎

‎Parisi F. (cur.)‎

‎Arte e magia. Il fascino dell'esoterismo in Europa. Catalogo della mostra (Rovigo, 28 settembre 2018-27 gennaio 2019). Ediz. a colori‎

‎ill., br. Nell'Europa fin de siècle una diffusa sensibilità 'spiritualista' favorì l'interesse per gli antichi culti misterici e per le filosofie orientali, diffondendo un nuovo repertorio di miti che ammaliò artisti, intellettuali, scrittori, filosofi, viaggiatori. Il propagarsi di questo clima culturale coincise con la scoperta dell'inconscio e delle teorie sulla psicanalisi, confluendo nelle ricerche dell'arte simbolista e delle prime avanguardie: artisti come Vasilij Kandinskij, Franz Marc, Johannes Itten, ma anche Giacomo Balla, Arnaldo Ginna e Julius Evola superarono le formule ormai omologate dell'Art Nouveau elaborando nuove iconografie. Il volume offre una rassegna inedita sull'influenza che l'esoterismo ebbe sulle arti figurative europee dal 1880 al 1925 attraverso un vasto repertorio di visioni mistiche e fantastiche che, attingendo anche a suggestioni letterarie, misero in scena diavoli e streghe, demoni misteriosi e animali notturni. Dal movimento francese della Rose+Croix alla Boemia del gruppo Sursum, fino alle allegoriche sculture di Boleslaw Biegas, il libro testimonia un clima culturale che si riflesse anche in alcune esperienze sociali utopiche come quella di Monte Verità ad Ascona.‎

‎Brugnotto G. (cur.); Hrabovec E. (cur.); Jurcaga P. (cur.)‎

‎Chiesa del silenzio e diplomazia pontificia 1945-1965‎

‎brossura Questa raccolta di Studi offre un contributo di grande rilievo all'approfondimento di una tematica articolata come la Chiesa del silenzio e la diplomazia pontificia negli anni 1945-1965. I saggi raccolti aiutano a comprendere le pagine di storia dell'Europa e della Chiesa attraverso il racconto di relazioni e mosse diplomatiche che hanno visto protagonisti figure come papa Pio XII e il vescovo di Spis, monsignor Ján Vojtassák.‎

‎Mancuso Vito‎

‎La via della bellezza‎

‎ril. Perché ci viene spontaneo raccogliere sulla spiaggia del mare le conchiglie e i sassolini più belli? Perché rimaniamo incantati davanti a un volto umano o a un dipinto, o avvertiamo un'inesprimibile dolcezza interiore ascoltando musica, o ci soffermiamo con gli occhi spalancati a contemplare un tramonto? Perché, in altre parole, ricerchiamo quella rivelazione, quell'epifania che definiamo bellezza? Vito Mancuso affronta in questo nuovo affascinante libro un mistero che è tipico dell'uomo, e ne interpreta le profondità per farne la bussola capace di orientare il cammino verso la verità. Superando l'aspetto esteriore dei nostri corpi per approfondire il senso dell'interiorità della nostra anima fatta di armonia e fascino, eleganza e grazia, questa riflessione diventa un'avventura alla ricerca delle sorgenti della bellezza in grado di indicarci quali pratiche concrete possiamo mettere in atto per rendere quotidiano il nostro rapporto con essa: solo in questo modo infatti potremo superare ogni indifferenza e tornare, o addirittura iniziare, a gioire al cospetto di quelle opere e di quegli eventi capaci di stringerci il cuore. Perché ricercare e custodire la bellezza è la via privilegiata per onorare il compito che attende la nostra vita.‎

‎Lanuzza Stefano‎

‎Argotier. Louis-Ferdinand Céline, l'Argot, il Novecento‎

‎br. "Argotier": un saggio di letteratura comparata che ha come spunto emblematico il Louis-Ferdinand Céline innovatore 'argotico' del linguaggio letterario posto a confronto con altri autori e con le vicende storiche novecentesche riflesse nel nostro tempo. Céline non è quel tipo di romanziere che narrando dimentica se stesso. Piuttosto, valorizzando in funzione stilistica le possibilità espressive del linguaggio, i neologismi e gli argotismi, le assonanze o gli echi prodotti dalle parole, egli vuole attirare i lettori dentro la propria soggettività delimitatrice dell'orizzonte d'un reale che lo stesso autore - velleitario ideologo e imperfetto politico, moralista paradossale, filosofo anomalo e mistico ateo, ma, alla fine, scrittore inarrivabile - non affabula bensì "presenta" a tutto tondo. Contraddice la vulgata su un Céline troppo a lungo mistificato l'espressione dello stesso autore: "Je suis pas réactionnaire! pas pour un poil! pas une minute! pas fasciste!"‎

‎Kostoris Sergio‎

‎Processo alla barbarie per non dimenticare‎

‎ill., br. "L'iniziativa di Alberto Kostoris, figlio di Sergio, vuole lasciare una traccia indelebile nelle coscienze delle persone interessate a comprendere ciò che avvenne perpetuando la memoria di una tragedia immensa che rappresenta una delle pagine più orrende della storia moderna. Egli sceglie un momento adatto per farlo e cioè la concomitanza degli ottant'anni dal settembre 1938 quando, proprio a Trieste, venne annunciata la promulgazione delle Leggi Razziali. E decide in particolare di farlo in una fase storica, quell'attuale, che sta seriamente rischiando di farci scivolare verso derive sempre più estremiste, di violenta intolleranza sia verbale che fisica, che è dovere comune contrastare con la massima determinazione. Le dichiarazioni dei testimoni diretti, raccolte nel volume dal professor Sergio Kostoris, che del processo ai carnefici della Risiera fu uno dei principali artefici, rimangono scolpite a fuoco nella memoria del lettore che rimane sgomento. Impossibile non chiedersi: Come si possa essere arrivati a tutto questo? Perché tanta violenza verso i propri simili?". Alessandro Salonichio, Presidente della Comunità Ebraica di Trieste‎

‎Modugno Alessandra‎

‎Pensare criticamente. Verità e competenze argomentative‎

‎br. Che cosa significa "pensare criticamente"? Esiste un'unica accezione dell'espressione "pensiero critico" o è opportuno declinarne una propriamente filosofica? La filosofia è il "critical thinking"? Queste domande introducono alcune delle questioni esplorate nel volume, che si offre come strumento agile, di discussione e confronto, per chi volesse avvicinarsi al pensiero critico e all'argomentazione. Verità e argomentazione, relazionalità e prospettiva metafisica sono le chiavi d'accesso scelte dall'autrice, che propone nel libro prima una riflessione teoretica e in seguito alcuni percorsi operativi, discutendo gli elementi costituitivi dell'esperienza filosofica e il fatto che essa inerisce profondamente all'esistenza umana.‎

‎Curry Patrick‎

‎Tolkien, mito e modernità. In difesa della Terra di Mezzo‎

‎br. L'universo mitologico di Tolkien è qualcosa di più di una semplice creazione narrativa. Per lettori di ogni età e provenienza da più di sessant'anni la Terra di Mezzo è diventata un luogo nel quale proiettare sogni, progetti, visioni del mondo reale. Alcuni critici hanno giudicato questo immaginario come pura evasione o favola reazionaria. Il libro di Patrick Curry, pubblicato per la prima volta nel 1997 e finalmente disponibile anche in italiano, ci mostra con chiarezza e accuratezza scientifica quanto si siano sbagliati. Rivela la profonda difesa dell'autore della comunità, dell'ecologia e dei valori spirituali contro le forze distruttive della modernità più violenta. Un saggio importante e una chiave di lettura per l'opera del grande maestro che mette in luce il messaggio universale di tolleranza e rispetto dell'ambiente.‎

‎Leonardi Andrea‎

‎The taste of virtuosi. Collezionismo e mecenatismo in Italia 1400-1900‎

‎ill., br. Nel 1962, Giuliano Briganti introduceva un'inedita categoria sociale, quella dei 'virtuosi', a seguire, nel 1963, Francis Haskell definì un concetto altrettanto performante, quello di 'provincia'. Muovendo da tali intuizioni ed estendendole insieme al delta cronologico di riferimento (1400-1900), il volume "The Taste of Virtuosi" propone al lettore un ideale crossover per il tramite di personalità - esponenti del ceto dirigente e magnatizio, feudatari, mogli-figlie-madri di feudatari, prelati, ma anche pittori-falsari e intenditrici d'arte - certo distanti dal punto di vista delle epoche di riferimento, della provenienza e della tipologia sociale di appartenenza, ma, comunque, a tal punto significanti da costituire sicuri exempla di nuovi 'virtuosi' in ragione di una pratica del collezionismo e del mecenatismo intesa quale «specchio di cultura e termometro del gusto» (C. De Benedictis).‎

‎Catalano W. (cur.)‎

‎Guida alla letteratura noir‎

‎ill., br. In un periodo in cui rischia di diventare un'etichetta vuota e buona per tutti i prodotti letterari, c'è più che mai bisogno di una bussola per orientarsi nel multiforme e sfuggente mondo del noir. Questo volume traccia una mappa sui principali scrittori, sulle tendenze e sui periodi che definiscono questo stile che qualcuno chiama "genere" e qualcun altro "movimento", delineandone il percorso storico, sociologico ed estetico e sottolineandone con forza le profonde differenze con la narrativa poliziesca, il mystery e l'hard-boiled. Un periplo che parte in margine alla "scuola dei duri" dei pulp degli anni Trenta, con Dashiell Hammett e Raymond Chandler o i romanzi di James M. Cain, prosegue attraverso i classici degli anni Quaranta, come Cornell Woolrich o Fredric Brown, e si trasferisce anche sull'altro lato dell'Atlantico, in Francia, con Georges Simenon, Léo Malet e più tardi André Héléna e la Série Noire di Marcel Duhamel, per arrivare negli anni Cinquanta ai paperback della Guerra Fredda e a personaggi letterari come Jim 'Thompson, David Goodis o Mickey Spillane. Un filone che approda infine ad autori ormai parte della nostra contemporaneità come James Ellroy, Derek Raymond, Edward Bunker, Jean-Patrick Manchette o Jean-Claude Izzo. Senza trascurare, in Italia, il "maestro di tutti": Giorgio Scerbanenco. Un volume che sì rivolge tanto al neofita per indirizzarlo e guidarlo in un percorso mirato di letture, quanto al cultore e all'appassionato perché possa approfondire e sviscerare ulteriormente il tema, facendo chiarezza in un campo in cui troppo spesso il Nero ha soprattutto oscurato la vista di critici ed esegeti troppo confusionari.‎

‎Di Mascio Carlo‎

‎Masoch sovversivo. Cinque studi su «Venus im pelz»‎

‎br. "Venus im Pelz" non è soltanto un libro sul masochismo, ma a suo modo è anche un'opera che mira a deridere la filosofia per eccellenza, quella in particolare di Kant e Hegel, i grandi "Padri-Padroni" della filosofia, capaci con i loro sistemi di razionalizzare il tema della sottomissione volontaria, ripristinando l'ordine minacciato. In questa direzione, la stessa sovversione masochista, che con Severin aveva tentato di destituire simbolicamente il Padre, quale antecedente storico-politico-culturale della Legge e del potere, appare tuttavia destinata a ricomporsi, grazie proprio alla filosofia e alla sua storia, prodotto di speculazioni patriarcali, sempre in grado di ingabbiare ogni singolarità. E sarà questa la fine di Severin, convertito al termine di quella "crudele catastrofe della mia vita", in un nuovo Padre reazionario che adesso usa la frusta con le donne, e che addomesticato "con la morale kantiana della dignità del valore morale che si connette all'etica hegeliana della redenzione del servo mediante l'oggettivazione del lavoro" - non si accorge di essere diventato un oggetto del potere, per così un giorno riuscire serenamente a morire in modo razionale e produttivo.‎

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