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Mazzeo Marco
Logica e tumulti. Wittgenstein filosofo della storia
br. Wittgenstein è il filosofo del Novecento: ha promosso il linguaggio al centro del dibattito contemporaneo, ha combattuto senza tregua il mito dell'interiorità, il lamento soddisfatto del «nessuno mi può capire». Ciò non toglie, purtroppo, che sia un autore miope nei confronti di una dimensione fondamentale della vita umana: la storia. Quando è in gioco il tempo che non riguarda le ere geologiche o le categorie grammaticali, ma i tumulti politici e la trasformazione del vivere comune Wittgenstein mostra un deficit visivo di parecchie diottrie. Tramite un'analisi testuale filologicamente rigorosa e la pubblicazione di numerosi passi inediti, il libro discute i limiti di un pensatore decisivo. Per evitare di costruire una filosofia che galleggi in un eterno presente, occorre approfondire quell'antidoto che Wittgenstein chiama «storia naturale». Solo lavorando a una nozione anfibia che chiarisca il legame fra corpo e linguaggio, biologia e istituzioni sarà possibile costruire un materialismo all'altezza del XXI secolo.
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Sgroi Salvatore Claudio
Un trittico sciasciano con «giallo». Quaquaraquà, mafia, pizzo
br. Diciamo subito che il lettore può avviare la lettura di questo Trittico sciasciano muovendo dalla curiosità per un titolo qualsiasi dei nove capitoli del volume, i quali mettono a fuoco prioritariamente tre aspetti della personalità di Leonardo Sciascia (1921-1989). Ovvero Sciascia scrittore e la sua lingua (cap. 3), Sciascia linguista in erba che riflette come tutti gli scrittori sulla lingua (capp. 2, 7), e Sciascia scrittore che diffonde in italiano e nel mondo certi lessemi (senza esserne il glottoplaste ovvero l'onomaturgo), come quaquaraquà, mafia, pagare il pizzo. I quali sono l'oggetto per una analisi intralinguistica (quaquaraquà, ancora equivocato, cap. 5; mafia e derivati, cap. 8), interlinguistica (diffusione di quaquaraquà nel mondo, in lingue romanze, germaniche e non-indoeuropee, cap. 6), in chiave storico-etimologica (mafia, oggetto di «allucinazioni» spagnole, cap. 7; taddema, cap. 4; e pagare il pizzo, cap. 9). Il tutto preceduto da un «giallo» sulla (tardiva) laurea postuma del nostro autore (cap. 1).
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Dickens Charles; Bartoli L. (cur.)
Una vita in lettere. Vol. 2: (1851-1870)
ill., br. Al termine della pubblicazione di "David Copperfield" il successo di Charles Dickens era universale, eppure questo secondo volume epistolare, inedito in italiano, dipinge l'affresco di un demone irrequieto che esplode e si sgretola fra le righe. Pare quasi che lo scrittore ripercorra a ritroso la prima metà della sua vita: ritrova gli amori, rivisita i luoghi, torna in Italia e in America, eppure il suo sguardo è cambiato. Non solo ora Dickens osserva il suo pubblico dall'alto dei palcoscenici di mezzo mondo ma con ogni lettera tradisce anche un sentire mutato, forgiato da sotterfugi amorosi, telegrammi in codice, un fisico logoro, eredi indegni e una consorte incapace. Una corrispondenza che incarna l'essenza di un'epoca e irradia della tipica vivacità dickensiana le grandi icone del tempo, da Abraham Lincoln a Hans Christian Andersen.
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D'Ambrosio Matteo
Futurismo a Capri e Anacapri. Avanguardia e trasfigurazione
ill., br. Gli artisti futuristi amarono Capri. Nel prestigioso centro di cultura internazionale soggiornarono, dispiegarono la loro creatività, organizzarono mostre e spettacoli; volevano fare della Certosa l'"Artopoli" d'Italia. Marinetti, Depero, Prampolini, Cangiullo, Benedetta ed altri dedicarono all'isola manifesti, dipinti, poesie, racconti, testi teatrali. Nelle opere più significative provarono a proporre una "trasfigurazione", espressione delle loro sensazioni e dei loro stati d'animo. Sulla base di un'ampia documentazione, impreziosita da alcuni inediti, il volume propone la prima ricostruzione di un capitolo di storia e critica della prima avanguardia, in gran parte finora sconosciuto.
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Carrozzini Giovanni
Gilbert Simondon. Del modo di esistenza di un individuo
br. Il mosaico filosofico di Gilbert Simondon si ricompone in questo testo attraverso le tessere provenienti dalle numerose testimonianze di amici, conoscenti e colleghi. In un'analitica disamina delle sue opere maggiori e partendo dalla vicenda biografica dello studioso, l'autore indaga le relazioni fra la vita e il pensiero di una personalità rimasta nascosta da un velo di mistero per quasi un cinquantennio, ma che pure ha segnato, indelebilmente, la storia della filosofia delle tecniche, sviluppando, peraltro, un'innovativa riflessione sulla Natura.
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Porcheddu Federica
Ripensare il terzo a partire da Levinas. Trascendenza e reciprocità
br. Questa ricerca nasce dalla esigenza di ricostruire la struttura teorica del "terzo" a partire da Levinas, per riformulare le questioni etiche che la "mediazione" pone alla riflessione filosofica. Riflessione che nel corso del Novecento si è particolarmente orientata a delucidare l'intreccio fra soggettività e alterità al fine di elaborare un'etica della reciprocità. Il "terzo" come vero snodo teorico volto a meglio decifrare la fisionomia di un'etica aperta e plurale.
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Pastorino Selena
Filosofia della maternità
br. Che cos'è una madre? Che cosa significa essere madri? Che cos'è un corpo di mamma? Nel grande dibattito del femminismo filosofico, da un po' di tempo, la questione della maternità sta ritornando come questione centrale da pensare in tutta la sua complessità, nella consapevolezza che il pensiero filosofico ha sempre tenuto a distanza, e guardato con sospetto, il corpo della madre. Non a caso la filosofia ha privilegiato il pensiero della morte rispetto a quello della vita e della sua origine: il ventre materno, l'utero della donna. Il lavoro di Selena Pastorino, filosofa e mamma, muove dall'esperienza corporea della gravidanza e della maternità così come vissuta dall'autrice nel duplice senso di generazione e crescita di una figlia, per provare a rispondere all'enigma della maternità.
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Schiavilla Cleto
Intrigo Reale a Racconigi. 1909-1911: segreti azzurro Savoia
br. Il libro è ispirato a un fatto di cronaca nera, realmente accaduto in Italia nel 1911, i cui risvolti lambirono pesantemente la famiglia regnante dei Savoia nella persona, in particolare, della regina Elena del Montenegro. Poiché è risaputo che la "verità processuale" non è sinonimo di "Verità", Cleto Schiavilla offre, solo in parte romanzandola, una ricostruzione dei fatti non coincidente con quella emersa nelle aule di giustizia. Entrano nella vicenda, inevitabilmente e in maniera prepotente, gli avvenimenti storici riguardanti il periodo che va dall'assassinio di Umberto I alla conquista italiana della Tripolitania e della Cirenaica.
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Legrottaglie Domenico
Nel segno della pandemia. Schegge di pensieri e frammenti di intuizioni
brossura In queste pagine Domenico Legrottaglie non descrive solo una condizione "complicata e terribile": indica soprattutto un modo, un atteggiamento, un come stare insieme. Pur consapevoli delle dicoltà di liberarsi dagli usuali schemi e dalle macerie di un Paese devastato come da una guerra che cerca, con fatica, di crearsi una nuova identità, questa via d'uscita rispecchia la prospettiva di un benessere possibile. Tuttavia la resilienza comunitaria può orire agli uomini la rigenerazione, la salvezza, la liberazione; soltanto la capacità di un fare continuo comunità ore loro un contesto sicuro di norme di condotta, grazie alle quali possono vivere una esistenza ben vissuta. La pandemia è inne una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. È, questo, un monito rivolto a noi, agli esperti e ai governanti perché si sia capaci di prevenire così da evitare il diondersi dell'epidemia e il ripetersi di un'altra lunga stagione di degenerazione morale e politica.
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Ritrovato Salvatore
Antieroi e uomini liberi. Quattro passi fra Medioevo e letteratura
br. Inforcando le lenti di un certo Novecento letterario - quello, fra gli altri, di Calvino, Guerra e Malerba -, il volume si propone di indagare nuovamente un Medioevo lontano e vicino, con i suoi sapidi racconti di contadini astuti e saggi e viaggiatori curiosi. I quattro saggi raccolti nel presente volume affrontano da diverse prospettive una pietra angolare dell'immaginario della letteratura moderna, quel Medioevo che non finisce mai di spiazzare nonostante la serqua di luoghi comuni in cui esso è stato spesso imbavagliato e non di rado travisato. Ecco, dunque, la figura di Bertoldo nelle cui tragicomiche vicende cogliamo i riflessi della millenaria cultura contadina; la saga anti-epica di "Millemosche" frutto di un lavoro a quattro mani di Tonino Guerra e Luigi Malerba; quindi la vasta ma ambigua fortuna - tra letteratura, cinema e televisione - del "Milione" di Marco Polo; infine, il sogno calviniano di quelle "città invisibili" che sopravvivono al racconto che le ha inventate. Passaggi esemplari in cui il Medioevo si affaccia alla memoria e alla fantasia di poeti, scrittori, cineasti, suscitando dubbi e domande, e invitando a nuove storie. Ma questo libro non si limita a rammentare l'urgenza del confronto con la storia, nella fattispecie quella definita come medioevale, per chiunque voglia snidare le stratificate contraddizioni del nostro immaginario; invita anche a guardare oltre le allettanti semplificazioni di quegli approcci che non entrano nel cuore della complessità che ogni cultura umana custodisce in sé e sprigiona in poesia e arte.
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Safranski Rüdiger
Il tempo. Che cos'è e come lo viviamo
br. Nonostante tutti gli orologi che ci danno l'illusione di una sua misurazione oggettiva, il tempo è qualcosa di molto diverso nella nostra esperienza personale: rigorosamente strutturato nella musica, illimitato e piacevole quando siamo nel cosiddetto "tempo libero". Quando siamo annoiati o preoccupati, il tempo sembra lentissimo; quando siamo rapiti nella contemplazione, assorbiti da un compito, persi nell'amore o liberi di giocare, sembra che voli o si fermi. Ancora diversa è la nostra percezione del tempo quando lo si collega al vortice delle interazioni sociali, al mondo in continua accelerazione degli affari e dei media, quando leggiamo un libro o quando possiamo comunicare o diffondere un messaggio in ogni continente. Poi all'improvviso arriva un giorno in cui il trascorrere del tempo è l'unico nostro pensiero... Rüdiger Safranski ci conduce con competenza e maestria nei mille volti del tempo muovendosi tra pensatori, filosofi, scienziati, scrittori e fornendo spunti e riflessioni per trattare con cura questa merce preziosissima.
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Taylor Charles; Costa P. (cur.)
Modernità al bivio. L'eredità della ragione romantica. Tre testi inediti e una conversazione
br. Tre testi mai pubblicati prima d'ora in Italia (La poetica romantica, Forza e senso, le due dimensioni irriducibili di una scienza dell'uomo e La spiritualità della vita e la sua ombra) e una conversazione, anch'essa inedita, offrono una sorta di bilancio dell'eredità intellettuale del filosofo canadese, tra i maggiori studiosi della società moderna e dei suoi disagi. Alle risposte di Taylor fanno da controcanto undici brevi interventi dei principali interpreti internazionali della sua opera.
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Costa V. (cur.); Liccione D. (cur.); Vanzago L. (cur.)
Il mondo estraneo. Fenomenologia e clinica della perdita dell'evidenza naturale
br. La storia più recente ha visto emergere una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti dei disturbi psichici, molti dei quali furono studiati e definiti per la prima volta nel secolo scorso. Tra questi, la cosiddetta "perdita dell'evidenza naturale", che ha a che fare con il disagio dell'uomo contemporaneo: un'alterazione nei rapporti uomo-mondo, una rottura all'interno degli orizzonti di senso, per cui l'individuo non si sente più a casa nella propria esistenza e percepisce il mondo come estraneo. Ogni cosa quotidiana - un abbraccio, una stretta di mano, un bacio - diventa un problema: tra filosofia, psicologia e antropologia, il volume esamina le implicazioni fenomenologiche del disturbo e analizza alcuni casi clinici connessi ai temi del movimento, dell'emotività e del corpo. Il confronto interdisciplinare si rivela la chiave necessaria per comprendere le strutture di senso che giustificano e mobilitano l'essere-nel-mondo quotidiano e per rendere maggiormente efficace l'intervento terapeutico.
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De Simone Antonio
Amor vitae. Stili e forme dell'arte nell'estetica di Georg Simmel
br. In questo libro di Antonio De Simone, come si può leggere, nei confronti di Simmel occorre constatare in primo luogo che la sua riflessione filosofico-estetica "da un lato, mira in generale a isolare un piano dell'arte, un suo mondo, per collegarlo poi in un processo dinamico agli altri piani della vita; dall'altro, il 'problema' dell'arte si presenta come pluralità di problemi, è costituito cioè, in concreto, dai problemi posti dalle singole arti, o, più precisamente, dalle singole opere" (Perucchi). In secondo luogo, se la riflessione sull'arte è immanente a tutta l'opera di Simmel, ciò pone il problema di comprendere criticamente che cosa significa sostenere un'interpretazione "estetica" del suo pensiero e/o dell'"estetismo" del suo metodo: una questione (ancora "aperta" e discussa) che - a livello storiografico - non può prescindere dai suoi stessi sviluppi e significati filosofici intrinseci. La dimensione dell'estetico è parte costitutiva del nucleo di pensiero di Simmel e perciò ineludibile per la sua comprensione. Non si tratta soltanto di considerare il rapporto di Simmel con l'arte (e con le diverse arti e le grandi personalità artistiche) e il suo valore filosofico, sociologico e antropologico-fenomenologico, bensì di approntare una lettura della sua opera anche a partire da tale dimensione che include non solo questioni artistiche, estetologiche ed estesiologiche, ma che, tuttavia, non si lascia esaurire da esse, sapendo criticamente coniugare quell'originale congiunzione che intreccia Simmel e l'estetico nella forma dialetticamente correlata del chiasmo che si stabilisce tra l'estetico in Simmel e Simmel nell'estetico.
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Garelli Gianluca
Sogni di spiriti immondi. Storia e critica della ragione onirica
br. Che mai accadrebbe se - grazie agli strumenti della fantasia e alle illusioni della parola - portassimo alle estreme conseguenze l'ipotesi del ribaltamento fra la veglia e il sogno, per affermare che la vita non può distinguersi da un'esperienza onirica, e che anzi, forse, è tale per davvero? L'apparente coerenza delle nostre esperienze e il mondo in cui ci muoviamo perderebbero improvvisamente consistenza: ed ecco che vorremmo almeno scoprire se il dramma della nostra vita abbia un regista, e quale sia effettivamente il palcoscenico su cui recitiamo la nostra parte. Una simile fiction è notoriamente assai più antica di Matrix . Nei discorsi di filosofi, scienziati e letterati dell'età moderna il sogno si delinea appunto come un artificio: un esperimento immaginato dalla ragione nell'intento di prendere le misure all'altro da sé e di consolidare l'autonomia del proprio giudizio. Questo grandioso tentativo di immunizzazione scettica del pensiero assume le forme più diverse, e appare quantomai efficace se a dettarlo è l'istanza di autonomia dall'autorità. Le sue conseguenze a lungo termine sono tuttavia assai ambigue, come suggerisce il titolo del celebre capriccio di Goya: El sueño de la razón produce monstruos. Ecco perché uno sguardo disincantato sulla vicenda della «ragione onirica» dei moderni può gettare qualche luce su un presente in cui appare sempre più incerto il confine tra reale e virtuale.
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Stiegler Bernard
La miseria simbolica. Vol. 1: L' epoca iperindustriale
br. Quello a cui stiamo assistendo oggi è un processo di digitalizzazione estrema e assoluta, un processo che mira a innovare l'infrastruttura tecnologica della nostra società, ma a causa del quale stiamo perdendo ogni possibilità di identificazione. La "miseria del simbolico" di cui parla Bernard Stiegler non è soltanto quel triste vuoto che viveva il proletario alienato dal lavoro, ma anche il vuoto d'esperienza del consumatore odierno, privato della possibilità di determinare i propri desideri e totalmente condizionato dalle logiche di consumo. L'estetica è l'arma privilegiata della tecnologia industriale, e il cinema il suo campo di battaglia preferito: entrambi concorrono ad avvelenare l'esperienza individuale e collettiva. Tuttavia, è proprio nel cuore di questi due campi che l'autore rintraccia l'antidoto per sfuggire alla miseria antropologica che stiamo vivendo e per ritrovare quel sentimento comune che è condizione preliminare e necessaria alla vita pubblica.
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Sossio Giametta
Commento a «Umano, troppo umano» aforisma per aforisma
br. Perché un commento a "Umano, troppo umano"? Perché "Umano, troppo umano", scritto come opera unica e testamentaria, è in realtà l'"instauratio magna" di Nietzsche, che dà la stura a una lunga serie di altre opere. Esso segna l'abbandono di una lunga sudditanza alla metafisica di Schopenhauer e Wagner e la conversione alla fede nello "spirito libero", cioè alla razionalità illuministica nel segno di Voltaire, a cui il primo volume dell'opera fu dedicato in occasione del centenario della sua morte.
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Moscardelli Nicola
Dostoevskij. L'uomo, il poeta, il maestro
br. Per Moscardelli Dostoevskij è "nient'altro che" un cristiano. Ma quali attributi porta con sé questo termine? Il cristianesimo del genio russo è universale, di ispirazione, ancor più che una fede nativa. La sua visione cristiana del mondo riflette un'indomabile passione per la libertà, un disprezzo profondo delle facili apparenze, una vista acuta sull'animo umano e sulla società. Il suo "credo" è quindi della stessa natura dell'acqua, del fuoco e del vento, è libertà e vita, di contro ai pregiudizi, alle viltà, alle convenzioni, alle fossilizzazioni e alla senilità del mondo. Ed è in questo universo, che ribolle e non si acquieta in nessuna risoluzione, che il poeta ed esoterista italiano rintraccia la grandezza dell'autore de L'idiota e I fratelli Karamazov.
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Foggia Monica
Christa Wolf. Vivere resistendo
ill., br. Novembre 1989, Berlino: Christa Wolf assiste alla caduta del Muro e con essa alla fine dell'utopia dell'uguaglianza che ha perseguito con autenticità e integrità morale per tutta la sua vita. Sovrapponendo alla propria voce in prima persona quella della protagonista del suo libro più famoso, Cassandra, la scrittrice procede in un racconto non lineare e anarchico, perché per lei, nel presente, si insinua sempre il passato, ripercorrendo oltre quarant'anni di vicende personali e collettive. Una città, Berlino, che diventa la protagonista tragica della caduta di un mondo, degli ideali e delle persone che li incarnavano e in cui Christa Wolf, amandoli, aveva creduto.
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Benn Gottfried; Valtolina A. (cur.)
Doppia vita
ill., br. Da Gottfried Benn, che ha sempre scompaginato tutte le categorie, e che ha bollato l'Io come «stato d'animo tardivo della natura, e oltre tutto fugace», non ci si poteva certo aspettare una compita autobiografia che raccontasse gli eventi di un'esistenza. Il paesaggio biografico di Benn è quello del suo alter ego Rönne, «il medico, il flagellante delle cose singole», che non riesce più a sopportare né ad afferrare la realtà, «posto dinanzi all'esperienza della profonda, sconfinata estraneità». Un uomo che non possiede ormai «alcuna continuità psicologica», e che solo a tratti, in una perpetua doppia vita, riesce a ritrovare un'identità, «richiamata dagli abissi ed estorta in una lotta devastante». Questo libro, insieme bilancio e breviario d'artista, ma anche definitiva resa dei conti con la Germania - come il solo Nietzsche, prima, aveva osato -, è un prisma da cui promanano bagliori di pensiero e poesia, vertice di quella «prosa assoluta» di cui Benn è stato solitario cultore nel suo secolo. E proprio lui, avulso come nessun altro dall'«assurdo scorrere della storia», fa affiorare, pagina dopo pagina, il profilo di un'epoca: «...lo sfiorire corticale dei mondi, dei mondi borghesi, i mondi capitalistici, i mondi opportunistici, profilattici, antisettici, prostrati dai nubifragi del politico e dai rivolgimenti del potere, ma scaturiti in fondo dalla sostanziale crisi dell'essere occidentale ». Una crisi che non può trovare una «redenzione antropologica» se non nella forma: «il mondo dell'espressione ... l'ingranarsi di forze esteriori levigate, di superfici temprate e immote. Nulla, ma sopra: smalto». Con un saggio di Roberto Calasso.
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Calasso Roberto
Ciò che si trova solo in Baudelaire
br. A duecento anni dalla sua nascita, Baudelaire è il caso molto raro di uno scrittore che ha mantenuto intatta la sua forza di penetrazione intellettuale e la capacità di scardinare ogni forma di pensiero sclerotico. Dopo La Folie Baudelaire, che era un vasto libro non solo su Baudelaire ma su tutta la Parigi intorno a lui, Roberto Calasso ha voluto concentrarsi su ciò che costituisce la singolarità irriducibile dello scrittore - innanzitutto il taglio della sua intelligenza e quel gusto che ha dato un'impronta definitiva a ciò che si è poi chiamato il moderno.
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Valle Roberto
Lo spleen di Pietroburgo. Dostoevskij e la doppia identità russa
br. Nell'opera letteraria e pubblicistica di Dostoevskij, l'immagine di Pietroburgo non scaturisce dalla arbitrarietà creativa, ma indica il destino dell'imperialismo tragico, quale luogo di transizione dell'identità russa. Pietroburgo vive un'esistenza misteriosa dettata dalla tragedia della doppia identità della Russia. Il doppio non e una categoria psicologica, ma istoriosofica, perché derivante dallo spleen che svela i retroscena dell'esperienza storica. Lo spleen di Pietroburgo, quale capitale del pensiero russo, è la prima ipostasi della riflessione istoriosofica e politica di Dostoevskij che è orientata sia a disvelare gli sdoppiamenti del periodo pietroburghese della storia russa, sia a stabilire un confronto con le altre capitali del XIX secolo, Londra e Parigi. Mentre Pietroburgo è una capitale astratta e premeditata, Londra e Parigi appaiono come una profezia dell'apocalisse e il Palazzo di Cristallo è l'emblema della negatività stagnante del mondo post-storico.
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Privitera D. (cur.)
Sulle ali della leggerezza. Calvino oltre la pandemia
br. Fra i valori letterari che Italo Calvino raccomandava di conservare nel futuro della letteratura, un posto di particolare rilievo era occupato dalla Leggerezza. Era la prima delle sue Lezioni americane che, purtroppo, lo scrittore non riuscì mai a tenere perché fu rapito da morte improvvisa. Raccogliere oggi la sua eredità e diffonderla come una proposta "per il millennio" che stiamo vivendo, è l'obiettivo di questo libro, redatto in piena pandemia, quando il senso dell'esistenza di ognuno di noi appariva gravato da un peso insopportabile come quello del confinamento e dell'assenza di socialità. Dal Calvino "neorealista" a quello "difficile e sperimentale", i saggi proposti in questo volume, scritti da giovani studenti americani del Middlebury College (VT), hanno il pregio dell'incantevole semplicità della scoperta che è quella di immaginare e costruire un altro mondo, partendo proprio da quei valori che Calvino indicava nella letteratura: l'etica e la solidarietà, l'abbandono dell'io e la ricerca dell'Altro nel valore della collettività. La 'leggerezza' ritrovata come reazione al peso di vivere.
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Lottini Andrea
Vite sospese. Memorie e storie della Shoah nel pistoiese
ill., br. Nel libro vengono ricostruite le vicende degli ebrei travolti in provincia di Pistoia dall'approvazione delle leggi razziali e dalle persecuzioni conseguenti.
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Rossi A. M. (cur.); Crupi V. (cur.)
Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti
br. Nel panorama editoriale attuale non è sempre facile trovare le edizioni integrali degli scritti degli autori e autrici che possiamo considerare maestri di spirito, come ad esempio le mistiche e i mistici, specie di quelli contemporanei. La collana delle Opere complete di Chiara Lubich offre in questo senso uno strumento prezioso e, proprio per offrire il risultato di studi condotti sui suoi testi, è stato organizzato il Convegno «Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Un approccio linguistico, filologico e letterario ai suoi scritti». L'evento, promosso dal Centro Chiara Lubich e dal Gruppo di studio e di ricerca di Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà del Movimento dei Focolari, si è svolto a Trento dal 24 al 26 settembre 2020, nel contesto delle celebrazioni per il centenario della nascita di Chiara Lubich, con la partecipazione di relatrici e relatori provenienti da diverse parti del mondo. Il presente volume raccoglie le relazioni e le comunicazioni presentate al Convegno, suddivise in due parti che rispecchiano i principali filoni di ricerca messi in atto sui testi di Chiara. Nella prima parte si approfondisce la lettura, sotto il profilo linguistico e letterario, di quel corpus di testi da lei scritti negli anni 1949-1951, che riflettono una particolare esperienza dell'autrice: quella, per usare una sua metafora, del «viaggiare il Paradiso». In questi testi la parola si fa dono di una dimensione esperienziale profonda e inedita, assumendo non di rado i toni e lo stile del discorso poetico, attingendo ad un patrimonio di immagini e metafore che offrono anche spunti per raffronti intertestuali. La seconda parte è incentrata sul valore degli scritti di Lubich come «donna del dialogo», sensibile e attenta alla dimensione multiculturale dei suoi interlocutori sparsi per il mondo e capace di usare e offrire la parola come mezzo per edificare un percorso comune e mettere in contatto le diversità, non annullandole ma valorizzandole secondo i dettami dell'amore evangelico.
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Londero Carlo
Ulisse, o dell'amore. Lettura della poesia di Umberto Saba
br. "Ulisse" è una tra le poesie più note di Umberto Saba (1883-1957): pubblicata in conclusione a "Mediterranee" (Mondadori, 1946), nel 2021 compie 75 anni. Nei versi la critica intravede la consueta ripresa del modello omerico e dantesco di Odisseo che si riversa semplicemente sull'io lirico. Ma perché suggellare "Mediterranee" (un libro intriso d'eros) e "Il Canzoniere" (fino all'edizione 1958, il libro di una vita) con una poesia memoriale e avventurosa? Sotto la patina odisseica, lo studio scorge in "Ulisse" il piano metaforico della 'navigatio vitae', declinata 'sub specie Amoris'. Ecco che l'io lirico non riesce a raggiungere «il porto» (figura di sicurezza, compimento, anche di morte) perché, oggi come nella «giovanezza», Eros lo «sospinge ancora», lo conduce capricciosamente «al largo» senza che possa scorgere una meta. È l'incessante innamoramento, la presenza costante di Amore, della passione amorosa mai sopita o completamente appagata, a turbare la navigatio dell'io. Lo studio vuole scostare "Ulisse" dalle precedenti letture, sostenute da poche supposizioni contenutistiche affioranti sulla superficie di una costruzione poetica insondata nelle sue profondità. Per farlo, Londero si avvale degli strumenti prìncipi della critica - filologia, stilistica, metrica - restituendo a "Ulisse" il suo spessore testuale e al pubblico una lettura dei versi capace di rendere l'intreccio delle funzioni molteplici che la poesia manda a effetto.
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Makzume Erol
The sultan's italian court painter Fausto Zonaro. Ediz. illustrata
ill., ril.
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Haslip Joan
Il sultano. La dissoluzione dell'impero ottomano attraverso la biografia di Abdulhamit II
br. Attraverso il racconto biografico di Abdulhamit II, Haslip ci regala una ricostruzione storica della dissoluzione dell'Impero ottomano. Ultimo sultano asceso al trono nel 1876, Abdul dimostrò di poter essere un sovrano illuminato, concedendo la Costituzione e il primo Parlamento turco, ma presto manifestò disastrose manie di grandezza, provocando una guerra fatale con la Russia e trasformandosi in un tardivo simbolo di dispotismo. Vittima dei consiglieri religiosi e degli intrighi di palazzo, il reggente si alienò la simpatia delle altre potenze straniere - a parte la Germania di Guglielmo II -, inimicandosi in patria il gruppo rivoluzionario dei Giovani Turchi, che lo deposero nel 1908 sancendo il declino di un impero centenario.
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Faggi Vico
Dall'esperienza partigiana all'impegno civile
br. Alessandro Orengo, in arte Vico Faggi, ha poco più di vent'anni quando, alla dissoluzione dell'esercito italiano seguita all'armistizio, si trova a dover scegliere tra l'arruolamento alla Repubblica di Salò e la lotta partigiana. Questa sua esperienza giovanile, frutto di una scelta politica e morale e, nello stesso tempo, straordinario periodo di formazione, costituirà argomento ricorrente nella sua produzione letteraria dal Quaderno Partigiano (1968) fino alla raccolta postuma Poesie per gli amici (2012) e al Taccuino de senectude di cui si riportano passi significativi nella nota curata da Maria Teresa Orengo.
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Kaplan Abraham; Scarafile G. (cur.)
Il duologo. La vita del dialogo
br. Il dialogo è sempre una vera forma di comunicazione? In molti casi non succede, piuttosto, che sia un monologo a due voci nel quale si aspetta che l'altro finisca di parlare, per imporre il proprio punto di vista? In questo testo, per la prima volta tradotto in italiano, Kaplan tocca diversi temi della filosofia del dialogo - il rapporto tra mutualità e reciprocità, tra collettività e comunità, il ruolo dell'individualità - in costante confronto con pensatori come Buber e Chomsky, ed elabora la categoria di duologo per descrivere quelle situazioni in cui non si parla davvero con qualcuno, ma a qualcuno. Così l'io resta rinchiuso in se stesso, invece di essere proteso verso l'altro: la chiave per recuperare una comunicazione autentica, infatti, sta nel riconoscere la propria incompiutezza, che viene completata nell'incontro con l'altro, e nell'apertura all'ascolto, che permette di essere pienamente umani.
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Franceschelli Orlando
Nel tempo dei mali comuni. Per una pedagogia della sofferenza
br. La riflessione di Orlando Franceschelli parte da due incontrovertibili dati di fatto: alle sofferenze che hanno sempre accompagnato la vita e la storia degli uomini si affiancano, oggi più che mai, mali comuni - dalla pandemia da Covid-19 alla crisi ecologica - dei quali siamo tutti, a un tempo, testimoni, protagonisti e vittime; a ciò si ricollega l'esigenza di definire e praticare comportamenti individuali e collettivi che effettivamente siano in grado di fronteggiare questi mali planetari che interessano ciascuno di noi. La «pedagogia della sofferenza» esorta appunto a impegnarci in questo compito: migliorare la consapevolezza del carico di sofferenze che gli odierni mali comuni fanno pagare a un numero sempre crescente di esseri viventi e valorizzare la nostra capacità di essere resilienti, solidali e cooperativi. «Apprendere attraverso il soffrire» è l'invito che all'umanità ha saputo rivolgere già l'antica cultura greca, e che si rivela drammaticamente attuale. Prefazione di Telmo Pievani.
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Panconi T. (cur.)
Giovanni Boldini. Lo sguardo nell'anima. Ediz. illustrata
ill., ril. In occasione del novantesimo anniversario della sua morte avvenuta a Parigi nel 1931, la cornice di Palazzo Albergati di Bologna - dal 29 ottobre 2021 al 13 marzo 2022 - con oltre 90 opere, ospita una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Boldini. Boldini lo stregone, Boldini il fauno, Boldini il pittore! Questo e molto altro era quell'omino insolente dall'accento italiano che passeggiando per Parigi, da sotto la bombetta, guardava chiunque dall'alto in basso, ricambiando un saluto con una smorfia di distaccato disappunto. Lui, figlio del modesto pittore-restauratore Antonio, sapeva cosa fosse il disagio, avendo provato sulla sua pelle l'umiliazione della miseria, di quel corpicino striminzito compreso in un solo metro e cinquantaquattro di altezza. Lui che da giovane non era stato considerato un buon partito per il suo unico grande amore, Giulia Passega, andata in sposa a un giovanotto di buona famiglia, impiegato alla prefettura. Ecco chi era, davvero, Boldini: un ragazzo della provincia padana venuto dal basso, finito nei salotti dell'alta società, nel cuore pulsante della civiltà e di un'epoca che lo avrebbe consacrato quale uno dei suoi più iconici protagonisti.
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Rossi Davide
Mongolia. Da Gengis Khan al socialismo, alla scelta multipolare nel XXI secolo. Ediz. illustrata
ill., br. Questo libro è una breve ma compiuta analisi storica, politica, economica e sociale della Mongolia da quando nel 1911 è diventata una nazione sovrana e indipendente fino ai nostri giorni, con particolare attenzione all'ininterrotto dialogo con Cina e Russia, così come alla lunga stagione rappresentata dalla scelta socialista (1924 - 1991) che ha modernizzato il paese, valorizzando una lingua e una cultura millenarie e ne ha fatto la seconda nazione a intraprendere quel cammino dopo l'Unione Sovietica. Rilevante e qui ricordato il contributo dei mongoli nella vittoria contro il nazifascismo nella Seconda Guerra Mondiale, tanto in uomini mobilitati, quanto in forniture di ogni tipo, militari, vestiarie e alimentari. Una terra di steppe e di nomadi eredi di Gengis Khan, di cui qui si fa chiarezza in merito al suo ruolo di protagonista della storia e di un'epoca capace di segnare gli spazi statuali eurasiatici fin nel tempo presente. Preziose infine le pagine con la più ricca raccolta iconografica mai comparsa in Italia dedicata alla Mongolia Popolare.
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Gangemi Giuseppe
In punta di baionetta. 1860-1870: le vittime militari della Guerra Meridionale nascoste nell'Archivio di Stato di Torino
br. Sull'esistenza di vittime nascoste dall'esercito sabaudo sono in corso da più di dieci anni accese polemiche. Si contrappongono con toni molto duri quanti sostengono che niente è stato nascosto e quanti, invece, sostengono che migliaia di soldati sono stati sciolti nella calce per non rivelare la responsabilità dell'Esercito nella loro morte. Questo volume tenta di affrontare in termini rigorosamente scientifici questa polemica riportandola nel rigoroso ambito dell'analisi dei dati. Vengono analizzate, a questo proposito, 3.500 circa biografie di militari meridionali ricavate dai Ruoli Matricolari o da ruolini, tabelle e pubblicazioni ufficiali. Le biografie sono riferite a 1.300 prigionieri di guerra meridionali, oltre 700 soldati meridionali immatricolati nel 41° Reggimento considerato, da Alessandro Barbero, un campione rappresentativo dei 100 Reggimenti italiani, circa 1.000 soldati meridionali inviati ai Cacciatori Franchi tra il 1861 e il 1868 e 500 circa soldati meridionali trasferiti dai Cacciatori Franchi alle Compagnie di Disciplina tra il 1868 e il 1870.
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La filosofia futura (2021). Vol. 16: Umano, oltreumano
br. La filosofia futura ospita discussioni su questioni filosofiche partendo da due premesse: il tema costitutivo della filosofia è quello della "verità" e la "filosofia futura" è il futuro della filosofia. Ogni discussione è sempre e innanzitutto un richiamo, esplicito o implicito, a riflettere sul tema della verità come negazione della sua negazione.
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Gallotta V. (cur.); Valente A. (cur.)
«Puglia d'Oro» dagli anni '30 all'era digitale. La memoria storica pugliese
ill. La nascita di Puglia d'Oro si deve all'incontro felice e proficuo tra una regione e un intellettuale del primo '900. In questa opera, Renato Angiolillo, personaggio di spicco del giornalismo italiano, fondatore del "Tempo", che diresse fino al suo decesso il 16 agosto 1973, studia quei personaggi - agricoltori, commercianti, industriali, capitani di navi mercantili ecc. - che, a cavallo tra '800 e '900, modernizzarono e trasformarono la Puglia. A più di 80 anni dalla prima edizione, l'opera non ha perso il suo interesse, non solo per la miniera di notizie sui protagonisti dello sviluppo pugliese, ma anche per l'interessante prospettiva interpretativa che apre. L'intreccio fra personaggi, famiglie, economia, cultura è ben fondato e la maestria scrittoria di Angiolillo stringe il tutto in definizioni molto felici. Quel "pugno di giovani falchi", come lui chiama i giovani che fra '800 e '900 aprirono le nuove strade dello sviluppo, è una sintesi efficace del quadro d'insieme del periodo.
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Biasi Francesco; Chirico Giuseppe
Da Sant'Agata ad Amendola. Sindaci dell'area Grecanica dall'età moderna all'Unità d'Italia
brossura
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Orioli Alberto
Dodici presidenti. Vita da Quirinale da De Nicola a Mattarella
ill., br. Le vite dei dodici Presidenti sono un viaggio nella storia dell'Italia così come la si vede scorrere dal Palazzo del Quirinale. La storia di un potere che non vorrebbe esserlo. Ma c'è. E pesa. Il Capo dello Stato è, innanzitutto, una persona e porta nel ruolo carattere, inclinazioni, credo e cultura. Che sono suoi e soltanto suoi. Lo sapevate, ad esempio, che un quarto dei Presidenti era monarchico?
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Pontiggia Elena
Piet Mondrian scritti teorici. Il neoplasticismo e una nuova immagine della società
ill., br. Un documento imprescindibile per comprendere il pensiero e l'opera di un maestro fra i più grandi del Novecento. Nell'ottobre 1917 Piet Mondrian (Amersfoort, Olanda 1872 - New York 1944) pubblica sulla rivista "De Stijl" il primo articolo in cui definisce la sua visione del mondo e dell'arte, chiarendo gli ideali della tendenza da lui fondata, il neoplasticismo. Lo scopo della vita e della nuova pittura, scrive, è abolire il tragico. Una trentina di anni prima un altro artista olandese, Van Gogh, aveva portato il tragico nel cuore dell'arte moderna. Ora, quasi come un contrappasso, Mondrian aspira a un'arte libera dal dolore. Per far questo crea un linguaggio, basato unicamente sulla geometria e sulle linee rette, che si stacca dalla natura e dall'io e coglie le strutture dell'essere. Il volume, con un'introduzione di Elena Pontiggia, raccoglie gli scritti più importanti e rivelatori del padre del neoplasticismo, presentati in una nuova traduzione. Pubblicati tra il 1917 e i primi anni venti, i testi sono un documento imprescindibile per comprendere il pensiero e l'opera di un maestro fra i più grandi del Novecento.
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Depero Fortunato; Scudiero M. (cur.)
Il pubblico e l'artista. Conversazioni e dibattiti
br. Dall'autunno del 1928 a quello del 1930 Depero, durante il primo viaggio negli USA, visse a New York una stagione irripetibile, dove verificò e sperimentò quello che i futuristi in Italia avevano solo vagheggiato: traffico automobilistico già incredibile, grattacieli, treni sotterranei e anche sopraelevati in un agglomerato urbano fuori scala rispetto alla situazione italiana. Perciò, quando tornò in Italia, in un'Italia indietro di quaranta, cinquant'anni rispetto agli Stati Uniti, si rese conto che non aveva più nulla da immaginare, non vi era più una "visione futura" nella sua mente, perché lui il Futuro lo aveva già vissuto a New York. Per questo motivo un po' alla volta si distaccò dal Futurismo. Depero durante il periodo bellico lavora incessantemente, e scrive, scrive sempre. Nell'inedito qui pubblicato utilizza l'escamotage del dibattito, perché gli forniva la possibilità di spiegare la sua arte in un modo non pedante, quasi in forma teatrale, quindi con una scrittura più scoppiettante. I temi che affronta sono i più riservati e profondi tra tutti quelli che può presentare un artista: in un passaggio dal manoscritto si lancia in una sorta di "retro marcia" dal presente al passato, innescata sul concetto di arte antica, un passo dalle venature quasi surrealiste. Come scrive il curatore del volume Maurizio Scudiero: «È un Depero a tutto campo quello che transita in questo manoscritto, un Depero che ci restituisce la storia del Futurismo e dell'arte vista attraverso la lente di chi la storia dell'arte della prima metà del XX secolo l'ha vissuta in prima persona, ricavandone tanta soddisfazione».
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Boemia D. (cur.); Locati S. (cur.)
Book reviews and beyond. Critical authority, cultural industry, and society in periodicals between the 18th and the 21st Century
br.
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Bacchi A. (cur.); Di Lorenzo A. (cur.)
Federico Zeri e Milano. Giorno per giorno nella pittura. Ediz. illustrata
ill., br. Il rapporto di Federico Zeri (Roma, 1921 - Mentana, 1998) con Milano fu lungo, ricco e multiforme: il grande studioso ne conobbe e frequentò i collezionisti, gli antiquari, gli editori e naturalmente i musei. Il volume indaga tale rapporto mettendone a fuoco le coordinate cronologiche e culturali, ma soprattutto presentando un nucleo importante di dipinti che ne segnarono le tappe, da quelli consigliati dal conoscitore ai collezionisti suoi amici, fino ai due donati al Museo Poldi Pezzoli, al quale fu sempre legato da un affetto particolare. Catalogo della mostra (Milano, Museo Poldi Pezzoli, novembre 2021 - marzo 2022).
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D'Apuzzo M. G. (cur.); Medica M. (cur.)
Vetri dal Rinascimento all'Ottocento. La donazione Cappagli Serretti per i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna
ill., br. La donazione Cappagli Serretti per i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna Donata nel 2020 ai Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, la collezione Cappagli Serretti è di grandissimo pregio, non solo per il considerevole numero e l'indubbia qualità artistica degli oggetti in vetro che la compongono, ma anche per la varietà delle loro provenienze geografiche. Sparse nel continente europeo - Inghilterra e Spagna del Settecento, Boemia dell'Ottocento - le varie manifatture non costituivano mondi a sé stanti, isolati gli uni dagli altri; pur mantenendo caratteri specifici e distintivi, erano in stretta relazione, condividendo tecniche, forme e motivi decorativi. Di questa complessità la collezione Cappagli Serretti può raccontare la storia, riuscendo a documentare, grazie alla selezione operata dall'occhio raffinato e sensibile dei due donatori, i costumi e le mode di ambiti sociali diversi per censo e cultura. Annovera infatti vetri destinati alle sontuose tavole aristocratiche o borghesi, ma anche vetri "popolari" d'uso più comune, o utilizzati nelle spezierie come strumenti da laboratorio (storte, imbuti, versatoi). Spicca per unicità e qualità tecnica il gruppo di vetri del Seicento veneziano. Ben documentato è anche il fenomeno, ancora poco studiato, della produzione veneziana ed europea settecentesca a imitazione di quella boema. Il volume è stato pensato come pubblicazione dell'intera collezione Cappagli Serretti, che andrà a incrementare il già cospicuo patrimonio permanente di vetri presenti nelle raccolte del Museo Civico Medievale e del Museo Davia Bargellini di Bologna.
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Bardascino Alex; Curreri Luciano
100 anni di Mario Rigoni Stern. Intergenerazionali consegne del testimone tra saggio e racconto
br. Il libro si struttura in 18 micro-saggi narrativi (Introduzione compresa) che percorrono tutta l'opera di Mario Rigoni Stern (1921-2008), spesso confinato in celebrazioni relative alla guerra e alla natura (e caccia via via sottaciuta) e mai del tutto ricordato come un vero scrittore, capace di parlare a più generazioni, nutrendole di una memoria che sa tanto di pappa reale: da qui l'idea di scriverne a due, cioè a partire, anche e soprattutto, da due generazioni diverse (1966 e 1988), muovendo da Il sergente nella neve (1953) e approdando, almeno, a Stagioni (2006), ma senza dimenticare la traccia lasciata da volumi diversi, da Il magico «kolobok» e altri scritti (1989) al postumo Il coraggio di dire no (2013).
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Veneziani M. (cur.)
Manzoni, i fiori del bene
br. Un viaggio selettivo tra le opere in prosa di Alessandro Manzoni, al di là dei Promessi sposi. La fiducia nella Provvidenza e nel lieto fine, la mano di Dio e il destino degli uomini, la storia e la grazia, il suo cattolicesimo liberale e il suo vivo senso morale, il suo amor di patria e l'indipendenza nazionale, la nascita della lingua italiana moderna e l'importanza del romanzo storico per la formazione della coscienza civile, il giudizio sulla Rivoluzione francese, su Robespierre e sul Romanticismo. Un'antologia di saggi (più un rapido ritratto di don Lisander dal vivo) che fanno di Manzoni l'anti-Baudelaire: dal poeta maledetto allo scrittore benedetto. Da qui l'idea d'intitolare, in contrasto con l'autore dei Fleurs du mal, il suo florilegio "I fiori del bene".
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Romanelli G. (cur.); Vatin P. (cur.)
Le tre stelle di Romano. Burano: arte e storia di un ristorante entrato nel mito
ill., ril. Il secondo appuntamento del progetto "Tavoli e tavolozze" è dedicato a alla storica trattoria di Romano Barbaro a Burano, luogo di convivialità e punto di riferimento per l'intera isola. In questo volume racconteremo la storia del ristorante e della sua ampia collezione di dipinti, ancora oggi esposti alle pareti del locale: più di quattrocento opere che racchiudono veri e propri capolavori di varia epoca. Sfoglieremo inoltre le pagine dei ventisei Libri d'album di firme della trattoria - i famosi Libri d'Oro -, sulle cui pagine hanno lasciato segno del loro passaggio un'infinita varietà di personaggi, artisti, scrittori, attori, cineasti, sportivi e via dicendo.
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Teatro è una parola. Per «I nomi e le voci» di Roberto Mussapi
br. Il libro di Roberto Mussapi, "I nomi e le voci. Monologhi in versi", uscito presso Mondadori nella complicata primavera del 2020, con il virus incalzante, lo avvertii come un dono, come un segno di speranza in una congiuntura che grondava dolore, ma lo sentii anche come un momento di incoraggiamento per il mondo del teatro, e non solo. Mussapi è un poeta, un poeta importante, come si sa, ma è pure un grande autore di teatro, forse l'unico di questo scorcio di tempo, come già lo fu Mario Luzi. Ma Mussapi è pure teorico, critico e fin da ragazzo appassionato spettatore della scena che lui stesso considera un suo mondo, uno spazio che gli appartiene come un paesaggio necessario e vitale, e sostanziale per il suo stesso essere poeta. (Loretto Rafanelli)
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Spalanca Lavinia
Eugenio Montale. Morale meditativo moderno
br. A 125 anni dalla nascita di Montale (12 ottobre 1896) e a 40 anni dalla sua morte (12 settembre 1981), il presente libro intende omaggiare l'autore degli Ossi di seppia offrendo una panoramica completa della sua produzione e una vivida attestazione della dolente attualità della sua riflessione, espressa sia sul versante della lirica che in quello, meno noto al grande pubblico, della narrativa e della saggistica. Nella prima parte del volume, in cui si delinea l'itinerario esistenziale e artistico del poeta ligure, numerose schede di approfondimento consentono al lettore di ampliare le questioni affrontate, anche in relazione ai luoghi simbolo della sua formazione, mentre nella seconda, prettamente antologica, è riprodotta una selezione di testi montaliani, accompagnata da un corredo di note e da un'articolata analisi critica. Voce controcor?rente, che da una condizione di estraneità all'ingranaggio sociale si fa lucida interprete dell'alienazione dell'individuo e degli orrori della Storia, quella di Montale è una disincantata ma proprio per questo incisiva testimonianza di verità, in un'epoca di conformismi vecchi e nuovi che l'autore ha saputo, con lucidità di sguardo, denunciare.
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Rancière Jacques; Bassas Javier
La disputa delle parole. Dialogo sulla politica del linguaggio
br. Quale potere legittimiamo attraverso il linguaggio? Ogni volta che parliamo e scriviamo siamo chiamati a fare una scelta semplice e cruciale al tempo stesso: perpetuare la disuguaglianza, con le sue gerarchie di classe, razza, genere, o aprire nuovi scenari di uguaglianza. In un dialogo denso e incalzante, i filosofi Jacques Rancière e Javier Bassas offrono un percorso di riflessione sul valore politico del fenomeno linguistico in rapporto a scrittura, voce e immagine. "La disputa delle parole" rivendica un'interpretazione del linguaggio come atto politico, un modello di comunicazione in cui l'uso consapevole della parola può abbattere le barriere e le gerarchie che sostengono gli attuali rapporti di dominio.
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Curi Fausto
La poetica di Tristano e la morte come possibilità. Per un'inchiesta su Leopardi
br. Fausto Curi delinea un ritratto inedito, variegato e complesso di Giacomo Leopardi, fatto con simpatia ma senza complicità. E lo fa portando alla luce diversi aspetti della cultura e della sensibilità del poeta. Tra i molti argomenti affrontati, due temi sono analizzati in modo particolare: la poetica di Tristano, ossia il progetto di un libro originalissimo quali sono le Operette morali; e la morte intesa come possibilità, cioè la morte desiderata ma non seguita dal suicidio, così da risultare non necessaria, fruibile in ogni momento della vita come una promessa e una risorsa. Perché Leopardi detestava l'esistenza ma amava la vita, così come amava la morte che pone fine all'esistenza.
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