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‎Di Prima Diane; Cantelli V. (cur.)‎

‎Lettere rivoluzionarie. Testo inglese a fronte‎

‎brossura "Lettere rivoluzionarie" di Diane di Prima è un dono, un viaggio senza bussola dentro tumultuose ed emozionanti decadi di trasformazione. In Italia, fino ad oggi, l'unico testo tradotto di Diane di Prima rimane "Memorie di una beatnik", ma la sua produzione conta più di quaranta libri. Lettere rivoluzionarie è il lavoro seminale della scrittrice, che David Stephen Calonne definisce così: «Lettere rivoluzionarie cerca di creare un nuovo laboratorio della coscienza in America». All'esperienza come avventura consumerista da entrepreneur, Diane di Prima oppone un'azione collettiva sotto forma di amore volto alla rottura del dualismo tra uomo e natura, tra spirito e corpo e per questo si affida alla saggezza del Buddismo. Nell'opera la poetica della rivoluzione è capovolgimento della gerarchia del sapere; di Prima sostituisce la ragione con la magia appoggiandosi, tra gli altri, agli studi di Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Marsilio Ficino e John Dee. Allo stesso tempo, il suo lavoro è marcato dalla lunga corrispondenza e collaborazione con giganti della poesia del Novecento come Ezra Pound, Charles Olson, Robert Duncan e Audre Lorde, e come i suoi mentori, Diane di Prima si serve della poesia sottolineandone il carattere di notizia, "archivismo", storiografia. Attingendo dalle tendenze linguistiche del suo tempo di Prima fa emergere una poetica dell'essere. Il testo diventa così un manuale che presenta liste, consigli, avvertimenti, macabre realtà di ingiustizia. Insieme ai suoi amici Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Amiri Baraka, Diane di Prima ha segnato un'era. Le sue Lettere sono un appello che continua a tornare: un prezioso dono della sua voce.‎

‎Palumbo Giorgio‎

‎Vincoli di gratuità. Rispondere della grazia di esistere‎

‎br. Cosa significa rispondere della grazia di esistere? Forse, lasciarsi sorprendere da un dono che eccede ogni spiegazione, e tentare una commossa, inquieta, libera sintonia con esso. Questo libro mette a fuoco e interroga gli speciali vincoli di gratuità che segnano il prodigio e il compito di stare al mondo. Chiedono a noi, così presi dall'utile e dal funzionale, di saper riscoprire il mistero che ci consegna allo scenario cosmico, agli altri, a noi stessi. Sono in gioco la fonte originaria che regge l'avventura di vivere (gratuità ontologica) e il valore senza prezzo (gratuità assiologica) della corrente di generosità che ci affascina e sollecita nel richiamo del bello, del vero, del giusto, del solidale. Mai come oggi, crollate tante presunzioni di padronanza, avvertiamo la dipendenza dall'indisponibile; ma proprio nel cuore di essa sembra configurarsi un accogliere che chiama ad accogliere. Come se la provocazione del bene fosse la meraviglia che sempre orienta la nostra finitezza. La gratuità, infatti, non si lascia ridurre a una dimensione vaga, ornamentale, illusoria. Potrebbe, invece, rivelarsi l'affare vertiginoso che riguarda ciascuno e tutti: il respiro prezioso della nostra libertà, la festa che attrae la nostra domanda di senso, il motivo per cui ci strazia e invoca cura lo sterminato dolore del mondo. Esplorando temi come la gettatezza esistenziale e l'intrigo della responsabilità, il timore di Dio e lo spirito laico, l'etica del finito e l'idea di trascendenza, dialogando con autori quali Nietzsche, Levinas, Ricoeur, Apel, l'autore prova a tracciare sentieri di filosofia del gratuito, evidenziando, in pari tempo, l'ispirazione gratuita che anima la stessa passione filosofica.‎

‎Jodidio Philip‎

‎Homes for our time. Contemporary houses from Chile to China. Ediz. inglese, francese e tedesca‎

‎ill., ril. Non c'è posto più bello di casa. Eleganti e raffinate dimore internazionali. Tra piccoli cottage e lussuose ville, case sulla spiaggia e rifugi nella foresta, eccovi una magnifica selezione delle abitazioni contemporanee più belle del mondo. Questa innovativa raccolta globale include archistar del calibro di Shigeru Ban, MVRDV e Marcio Kogan insieme a talenti emergenti come Aires Mateus, Xu Fu Min, Vo Trong Nghia, Desai Chia e Shunri Nishizawa. Questo volume vi guiderà alla scoperta di case in Australia e in Nuova Zelanda, dalla Cina al Vietnam, negli Stati Uniti e in Messico, nonché in luoghi più inaspettati come Ecuador e Costa Rica. Il risultato è un'ampia rassegna di case dei nostri tempi, che ci rivela che le abitazioni in giro per il mondo hanno più cose in comune di quante ci si potrebbe aspettare... Tra gli alberi di guava e i forti abbandonati nell'India occidentale c'è un rifugio progettato per e da Kamal Malik di Malik Architecture. Si tratta della House of Three Streams (Casa delle Tre Correnti), un capolavoro con soffitti alti, porticati e padiglioni, arroccato in cima a un promontorio che si affaccia su due gole. Perfetta sinfonia di acciaio, vetro, legno e pietra, la casa si intreccia con il tessuto del paesaggio, simile a un'elegante propaggine della foresta. La Casa de la Encina di Aranguren & Gallegos, una struttura elegante e spiovente che ricorda un gazebo, si armonizza con il paesaggio in maniera simile. Nascosta in una foresta di pini a nord di Madrid, il livello inferiore è incastonato nella roccia e collegato a quello superiore da una parete di pietra naturale. La Seaside House (Casa sulla Spiaggia) di Shinichi Ogawa è un bianchissimo gioiello minimalista a due piani che si affaccia sull'oceano Pacifico a Kanagawa. La sua zona giorno si estende su una terrazza sospesa e una piscina a sfioro, quasi fondendosi e diventando tutt'uno con l'oceano. In Vietnam, la casa di Shunri Nishizawa a Chua Doc emana una sofisticatezza tropicale con travi di legno a vista, pannelli di bambù intrecciato, piante, pannelli in cemento nonché terrazze e balconi interni. I suoi pannelli di ferro ondulato fungono da pareti apribili e serrande, invitando in casa la vista delle risaie circostanti. Queste case - assieme a più di altre 50 - sono tutte molto diverse tra loro, in termini di progettazione. Tutte però giocano con il confine tra dentro e fuori, sempre in perfetta armonia con l'ambiente.‎

‎Crispolti Enrico; Rossa M. (cur.)‎

‎Giuseppe Guerreschi. Taccuino critico 1964-1996 e carteggio 1960-1978‎

‎br. Il libro raduna il corpus dei principali scritti dedicati da Enrico Crispolti al pittore Giuseppe Guerreschi, con cui strinse un rapporto di intensa amicizia documentato dal carteggio, qui per la prima volta trascritto e commentato nella sua interezza. Per il critico romano, Guerreschi costituiva un fulgido esempio di artista impegnato, che aveva fatto della sua pittura un intransigente strumento di analisi sociologica e di giudizio morale sulla società contemporanea‎

‎Marling Karal A.; Heimann J. (cur.)‎

‎Rockwell. Ediz. italiana‎

‎ril. Norman Rockwell (1894 - 1978) fu un artista estremamente prolifico, nell'arco della sua vita realizzò circa 4.000 dipinti, senza contare la quantità straordinaria di opere editoriali, commerciali e pubblicitarie realizzate sotto commissione. La sua morte, avvenuta nel 1978, ha segnato la perdita di un'icona nazionale, di un artista che, come mai nessun altro, ha celebrato il Sogno Americano. Rifiutando le tecniche avanguardiste e di sperimentazione per dedicarsi a una composizione efficace e a soggetti concreti, Rockwell realizzò dipinti permeati da un senso di compiutezza e un'atmosfera famigliare, in grado di affascinare il grande pubblico. Tra i soggetti caratteristici e ben definiti, in genere gioviali, protagonisti delle sue opere troviamo aule di scuola, scene di ballo e banchetti per il Ringraziamento. Le copertine per la rivista The Saturday Evening Post e le pubblicazioni sui Boy Scout of America che figurano sulle copertine e i calendari di Boys' Life possono essere considerate le sue opere più sensazionali. La sua produzione mette in luce alcune professioni tradizionali, come quella del dottore e del maestro, e sostiene fermamente pilastri come l'esercito militare, la famiglia, la fede. Definito dal Presidente Gerald Ford una "componente della tradizione americana a cui siamo affezionati", Rockwell svela tramite le sue opere il proprio talento nonché la storia dell'America del Ventesimo secolo. In questo ritratto, i dipinti e le illustrazioni più significative della sua produzione vivace e celebrativa sono uniti a opere che affrontano il rovescio della medaglia degli Stati Uniti, per offrire la possibilità di comprendere a fondo l'artista americano, i valori e gli ideali che hanno nutrito il suo successo.‎

‎Louna Lahti; Gössel Peter‎

‎Aalto‎

‎ill., ril. L'architetto finlandese Alvar Aalto (1898-1976) è stato fortemente influenzato dal panorama della sua terra natale, come dalla battaglia politica per rivendicare un posto per la Finlandia all'interno della cultura europea. Dopo i primi edifici neoclassici, Aalto si votò a idee basate sul funzionalismo, spostandosi in seguito verso strutture più organiche, con mattoni e legno al posto di intonaco e acciaio. Oltre a progettare edifici, arredi, lampade e oggetti in vetro con la moglie Aino, dipingeva ed era appassionato di viaggi. Fermamente convinto che gli edifici avessero un ruolo cruciale nel dare forma alla società, Aalto una volta disse: "Compito dell'architettura è valorizzare le qualità umane".‎

‎Crippa Maria Antonietta; Gössel P. (cur.)‎

‎Gaudí‎

‎ril. Chiunque visiti Barcellona oggi ha modo di ammirare l'opera di Antoni Gaudí (1852-1926), l'architetto che ha attirato in Spagna gli appassionati d'arte di tutto il mondo. Il celebre maestro dell'architettura ha realizzato qui, nella capitale della Catalogna, quasi tutte le sue opere. Cresciuto durante la Rivoluzione industriale, Gaudí si è battuto per distinguere e riaffermare l'identità della sua nativa Catalogna mentre la Spagna e il resto dell'Europa si modernizzavano. I progetti iniziali in stile neogotico furono solo un primo passo verso uno stile più maturo e originale che divenne poi emblematico del suo nome. Aggiungendo colori audaci e alcuni materiali bizzarri ai suoi progetti, Gaudí creò edifici maestosi e visionari che aiutarono (soprattutto la famosa e ancora incompiuta cattedrale della Sagrada Família) Barcellona ad affermarsi come metropoli internazionale.‎

‎Nietzsche Friedrich‎

‎Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno‎

‎br. Un antico profeta persiano, che aveva visto nella lotta tra il Bene e il Male l'asse intorno a cui ruotano le umane vicende, torna in un mondo moralmente lacerato per porre riparo al suo fatale errore. Zarathustra diventa così profeta della saggezza dionisiaca, che è gioiosa accettazione della vita in ogni suo aspetto e affronta una difficile esperienza tra gli uomini, deciso a redimerli e soprattutto a liberarli dalla morale cristiana.‎

‎Schiavone Aldo; Galli Della Loggia Ernesto‎

‎Pensare l'Italia‎

‎br. Due intellettuali, diversi per formazione, studi e storie culturali, ma uniti dalla volontà di capire, in un dialogo sul loro Paese. Ora che l'ondata di celebrazioni per l'anniversario dell'Unità italiana sta per concludersi, si avverte la necessità di un bilancio: dove siamo esattamente, e in che modo e perché ci siamo arrivati? Solo così potremo renderci conto di come sia forte e realistico il rischio di un declino già altre volte sperimentato nella nostra storia, e quanto sia ancora possibile mantenere aperte le porte del nostro futuro.‎

‎Scholem Gershom; Busi G. (cur.)‎

‎Da Berlino a Gerusalemme‎

‎brossura In questo libro Scholem racconta la sua «infanzia berlinese», le precoci discussioni sul sionismo, le influenze e le divergenze con Martin Buber e Franz Rosenzweig, e poi le tappe di studio a Heidelberg, Jena, Berna, Monaco e Francoforte, la scoperta per caso dei testi della mistica ebraica, i suoi primi pionieristici studi che avrebbero «inventato» una nuova disciplina. Nella seconda edizione, riscritta in ebraico poco prima di morire, aggiunse una parte finale che non c'era nella versione in tedesco, raccontando i suoi primi anni in Palestina, il suo impatto con la nuova realtà e i rapporti col mondo politico e culturale della comunità ebraica di Gerusalemme. Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraica.‎

‎Spadaro Antonio‎

‎Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza in Pier Vittorio Tondelli‎

‎brossura‎

‎Banti Alberto Mario‎

‎Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo‎

‎ill., br. La nazione non è un dato di natura. Non emerge dalle più lontane profondità dei secoli. Né accompagna da sempre la storia d'Italia, dal Medioevo a oggi. L'idea che una comunità di uomini e donne, uniti da una serie di elementi condivisi, possieda la sovranità politica che fonda le istituzioni di uno Stato, è molto recente e basa la sua capacità di attrazione sul lessico usato, sulle parole per nominare questa nazione. Quando sulla scena politica compare il discorso nazionale, le forme comunicative scelte sono estremamente seducenti. Le narrative nazionali sanno emozionare. Sanno comunicare. Sanno toccare il cuore di un numero crescente di persone. Banti in questo volume indaga qual è stato l'eccezionale potere comunicativo della retorica nazionale nell'Italia risorgimentale e indica in alcune "figure" del discorso usato le immagini, i sistemi allegorici e le narrative che hanno avuto un maggiore impatto sulle donne e gli uomini che fecero l'Italia. Rileva in particolare tre figure profonde che hanno accompagnato il discorso nazionale dal Risorgimento al fascismo: la nazione come parentela/famiglia; la nazione come comunità sacrificale; la nazione come comunità sessuata, funzionalmente distinta, cioè in due generi diversi per ruoli, profili e rapporto gerarchico. Cambieranno i contesti e le forme di governo, ma la struttura del discorso nazionale resterà identica, nonostante diversi siano gli obiettivi politici che su di essa si fondano.‎

‎Villani Silvano‎

‎L'eccidio di Schio. Luglio 1945: una strage inutile‎

‎brossura‎

‎Kant Immanuel; Agostini I. (cur.)‎

‎Dissertazioni latine. Testo latino a fronte‎

‎ril. Si presentano qui le quattro dissertazioni latine di Immanuel Kant: "De igne" (1755), "Nova dilucidatio" (1755), "Monadologia physica" (1756) e "De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis" (1770). Si tratta di quattro tesi accademiche che segnano le tappe fondamentali della carriera universitaria di Kant a Königsberg. L'interesse filosofico di questi scritti, largamente riconosciuto dagli studiosi, emerge dall'ampio raggio di motivi che percorrono trasversalmente tutto il pensiero precritico e saranno centrali anche nella fase critica: la riflessione sulla scienza, i temi metafisici, la costante preoccupazione per il problema del metodo. Fondamentale è anche il loro posto nella storia del latino moderno, in un momento storico caratterizzato dal cruciale passaggio, nella filosofia tedesca, dalla lingua dotta al volgare. Il lessico latino delle quattro dissertazioni costituisce infatti una base testuale imprescindibile per uno studio diacronico della formazione dell'apparato terminologico e concettuale della filosofia kantiana. Nell'edizione si dà altresì notizia della riscoperta, da parte del curatore, di una delle due tirature dell'edizione originale della "Dissertatio", ritenuta perduta da tutti gli editori moderni successivamente all'edizione dell'Akademie di Erich Adickes.‎

‎Croce Benedetto; Galasso G. (cur.)‎

‎Filosofia, poesia, storia. Pagine tratte da tutte le opere a cura dell' autore‎

‎brossura Lo storicismo e la sua filosofia, l'appello alla ragione critica e alla "religione della libertà" sono nel Croce di questa silloge, più che in ogni altra fase della sua lunga vicenda di pensiero, una professione di alta moralità, alla cui luce vanno lette anche le pagine mirabili di analisi letteraria, poetica e storica che l'antologia comprende.‎

‎Williams William Carlos‎

‎Nelle vene dell'America‎

‎ill. "Avevo cominciato a pensare di scrivere "Nelle vene dell'America", uno studio in cui avrei tentato di scoprire per me stesso che cosa potesse significare la terra dove, più o meno accidentalmente, ero nato... Il progetto era di entrare nella testa di alcuni fondatori o, se volete, "eroi" americani, attraverso l'esame delle loro testimonianze." Così Willliams avrebbe ricordato questo libro: un'opera che costituisce un genere a sé, l'autobiografia di un continente, affidata a chi sa entrare nella testa di vincitori e vinti, puritani e avventurieri, bianchi e indios, e al tempo stesso nella linfa di una natura troppo ricca, "la bellezza di orchidea del Nuovo Mondo", predestinata dal suo eccesso intatto allo stupro e al saccheggio.‎

‎Filippetti Roberto‎

‎Van Gogh. Un grande fuoco nel cuore‎

‎brossura Un grande fuoco nel cuore è il racconto della vita di Van Gogh, quale risulta dallo studio delle lettere e dalla contemplazione di alcune tele. Due strade che portano all'incontro con la sua vibrante umanità. Emerge l'esperienza di un uomo bruciato da «un grande fuoco nel cuore», teso a scrutare e a rappresentare il mistero che sta al fondo di ogni persona e della realtà tutta: «Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l'aureola».‎

‎Schopenhauer Arthur‎

‎Il mondo come volontà e rappresentazione. Ediz. integrale‎

‎ril. La comprensione metafisica del mondo è possibile, secondo Schopenhauer, non attraverso l'esperienza sensibile, giacché il fenomeno è pura apparenza o "rappresentazione", ma attraverso la "volontà", che consente di conoscere il noumeno. Una sorta di dualismo tra la dimensione di apparenza delle cose e la sostanza delle stesse: al fondo delle teorie di Schopenhauer risiede una vena di pessimismo, poiché l'uomo incessantemente tende alla conoscenza infinita, e subisce incessantemente la frustrazione di questo desiderio. La vita è solo una faticosa battaglia per l'esistenza, costellata di dolore e noia. L'arte e in particolare la musica - è il solo antidoto che consenta all'uomo di contemplare l'universale, seppure in maniera effimera. Introduzione di Marcella D'Abbiero.‎

‎Abrahamian Ervand‎

‎Storia dell'Iran. Dai primi del Novecento a oggi‎

‎ril. Ervand Abrahamian, studioso iraniano trapiantato negli Stati Uniti, in questo libro offre una panoramica documentata della storia recente dell'Iran. I principali avvenimenti sotto le dinastie dei Qajar e dei Pahlavi e sotto la Repubblica islamica, l'importanza del ruolo dello sciismo, le origini della modernizzazione, la ricerca a più riprese di una riforma democratica, la partecipazione popolare nelle rivoluzioni del 1909 e del 1979. La predilezione di Abrahamian per l'analisi sociale e lo studio delle classi fornisce inoltre un prisma attraverso cui guardare e comprendere il dramma del conflitto mai sopito tra le conquiste acquisite e il peso crescente del potere centrale; e l'autore mostra come la rivoluzione abbia continuato il lavoro dell'ancien régime, attraverso il sempre più incombente ruolo dello Stato. Tra gli anni della scoperta del petrolio e degli interventi imperiali, tra il governo degli scià Pahlavi e la rivoluzione del 1979 e poi la nascita della Repubblica islamica, l'Iran ha vissuto un'aspra guerra con l'Iraq, la trasformazione della società sotto il governo dei religiosi e, più di recente, il rafforzamento dello Stato, la lotta per il potere tra le vecchie élites, l'intellighentia e la borghesia degli affari e infine le forti tensioni internazionali causate dalla politica aggressiva e nazionalista di Ahmadinejad. Al cuore del libro c'è comunque sempre la gente dell'Iran, che ha sopportato ed è sopravvissuta a un secolo di guerre e di rivoluzioni.‎

‎Desideri Fabrizio‎

‎Il fantasma dell'Opera. Benjamin, Adorno e le aporie dell'arte contemporanea‎

‎brossura‎

‎Bergson Henri‎

‎Saggio sui dati immediati della coscienza‎

‎brossura Il volume contiene tutti i grandi temi della filosofia di Bergson e in particolare l'idea di durata, ovvero di un tempo qualitativo non riducibile al tempo spazializzato dagli orologi. Questa originale nozione influenzerà l'intero orizzonte filosofico del Novecento ma anche zone consistenti dell'esperienza letteraria (Proust vi si ispirò direttamente). Insieme alla "durata" Bergson propone altre idee decisive come quella di "differenza" (che verrà raccolta soprattutto da Deleuze), di "virtuale", di "creatività", di "libertà", e naturalmente di "coscienza".‎

‎Zweig Stefan‎

‎Balzac. Il romanzo della sua vita‎

‎br. La biografìa di Honoré de Balzac, da molti considerata come l'opera più importante di Stefan Zweig (che non giunse a vederne la pubblicazione, avvenuta solo nel 1946), è una raccolta impressionante di aneddoti, inciampi, curiosità e bizzarrie che hanno segnato la vita del padre del realismo francese; un racconto commovente, tragico e talvolta comico, cui lo scrittore e biografo austriaco dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita, prima del suicidio. Balzac, in effetti, ebbe una vita da romanzo, tempestata di avversità, avventure e colpi di teatro degni di quella "Commedia umana" che secondo lui doveva "fare concorrenza allo stato civile". Le sue prime opere caddero nel vuoto, la critica si astenne anche solo dal prenderle in considerazione, e allora il giovane Honoré cambiò perfino strada, cimentandosi come editore, stampatore, ma incorrendo sempre e inesorabilmente nel fallimento, e in un accumulo di debiti che proverà a estinguere fino al resto dei suoi giorni, nonostante una produzione che arriverà, nel suo picco, ai famosi novanta romanzi in diciassette anni. Prima di raggiungere la celebrità, Balzac, pur continuando a scrivere, si dedicò a imprese a dir poco folli, come quando andò in Sardegna sognando di arricchirsi con lo sfruttamento delle miniere d'argento abbandonate. Zweig non si limita però a raccogliere le tante picaresche storie di vita del grande francese, ma intesse una trama che riesce a ricreare e a spiegare l'indissolubile intreccio tra finzione e vita.‎

‎Gourmont Rémy de‎

‎Il latino mistico‎

‎brossura La matematica non è un'opinione; al vecchio (e sbagliato) adagio delle maestre Remy de Gourmont avrebbe risposto: ma la critica sì. Opinione non vale capriccio, fu così che un libro come Le Latin Mystique (1892) basato sul riscatto spirituale d'un domicilio ingrato (la Bibliothèque Nationale di Parigi), dove il bibliotecario involontario si trasforma in sontuoso raccoglitore di frutti ammassati per ufficialmente dimenticarli e lo scrittore amico di Huysmans e frequentatore del salotto Mallarmé invera il raptus simbolista e dandystico in apologia del dettaglio perfetto, valse non solo al Gourmont l'esplosione di una fama che numerosi altri libri di vasto successo pubblico avrebbero per oltre un trentennio riconfermato, ma addirittura il primato sulle ricerche degli "addetti ai lavori" della filologia accademica.‎

‎Hegel Friedrich; Arrigoni E. (cur.)‎

‎Fenomenologia dello spirito‎

‎brossura Lo scopo di questo lavoro è quello di "tradurre" nel senso letterale del termine, cioè "condurre al di là" delle difficoltà il lettore, affinché comprenda la straordinaria ricchezza della Fenomenologia dello spirito, opera definita da D.F. Strauss "l'alfa e l'omega delle opere hegeliane".‎

‎Bianchin Lucia‎

‎Diritto, teologia e politica nella prima età moderna. Johannes Althusius (1563-1638)‎

‎br. Questo volume è il punto di arrivo di una lunga attività di studio dedicata al giurista tedesco Johannes Althusius (1563-1638), noto come uno dei primi teorici ad aver affermato il principio della sovranità popolare e aver concepito l'idea di una sorta di 'protofederalismo'. Il primo capitolo affronta il nodo centrale della teoria althusiana dello Stato, ovvero la peculiare idea di sovranità di questo giurista e teorico politico tedesco, attraverso l'analisi del modo in cui Althusius stesso ricostruisce l'origine e la natura del diritto regale. Il secondo capitolo è dedicato al problema cruciale delle leggi nella Res publica Christiana riformata. Il terzo ricostruisce le idee di giustizia e di censura in Althusius, due momenti centrali della teoria althusiana dello Stato strettamente correlati fra loro. Il quarto capitolo approfondisce un altro aspetto importante nella costruzione teorica althusiana, quello della guerra. Il quinto e ultimo capitolo, dedicato al problema della coscienza nel diritto pubblico dell'età della Riforma, ripercorre l'evoluzione dell'idea di coscienza da Calvino fino ad Althusius, per concentrarsi sui temi della libertà di coscienza e della libertà religiosa.‎

‎Widmaier-Picasso Olivier‎

‎Picasso. Ritratto intimo. Ediz. a colori‎

‎ill., br. Una testimonianza d'eccezione documentata in cui Olivier Widmaier Picasso traccia un ritratto intimo di suo nonno, replicando senza riserve alle leggende e ai fantasmi che Pablo Picasso ha alimentato suo malgrado: il romanzo di una vita dedicata all'arte, attraversata dai più grandi artisti del Novecento. Un affresco illustrato da rare immagini che mescolano fotografie personali (tra gli altri, David Douglas Duncan, Edward Quinn, André Villers, Lucien Clergue, Man Ray, Michel Sima, Robert Capa), disegni, incisioni, dipinti e sculture, a cui si alternano le opere più importanti - note e meno note - del creatore dell'arte moderna.‎

‎Bicicchi Romina‎

‎Breve storia della filosofia contemporanea. La filosofia per tutti‎

‎br. Un racconto agile ed esauriente sulla storia della filosofia contemporanea, in tono colloquiale e alla portata di tutti. A partire dai nuovi modelli culturali del primo Novecento - epoca storica in cui si pongono le premesse del dibattito filosofico attuale - vengono narrate le principali linee del pensiero filosofico fino al mondo globalizzato di oggi e al multiculturalismo odierno. Dallo spiritualismo, passando per la fenomenologia, l'esistenzialismo, la psicoanalisi, lo storicismo, la teologia, il pragmatismo, la filosofia analitica e della scienza, l'ermeneutica, il post-strutturalismo, il postmoderno, le etiche applicate e la bioetica, fino ad arrivare alle più recenti pluralità culturali. Tra i filosofi più importanti trattati: Bergson, Gentile, Peirce, Freud, Jung, Husserl, Heidegger, Sartre, Adorno, Russell, Wittgenstein, Searle, Popper, Quine, Gadamer, Derrida, Deleuze, Arendt, Lyotard, Vattimo, Lévinas.‎

‎Pampaloni Geno‎

‎Cesare Pavese‎

‎br. Geno Pampaloni, uno dei più brillanti italianisti del secondo Novecento, inseguì per tutta la vita l'opera e il mito di Cesare Pavese nel quale egli identificò il punto di congiuntura tra la letteratura classica e quella contemporanea, in Italia. Guidato da una profonda comunanza di intenti nei confronti di Pavese, il critico traccia il ritratto dello scrittore e poeta, soffermandosi su tutte le opere. Ne viene fuori il ritratto di un uomo inquieto, perennemente insoddisfatto delle sue opere e della sua vita.Il testo che riproponiamo conobbe la veste definitiva nel 1981, ma è il frutto di un lavoro durato un ventennio, fin da quando Pampaloni, nel 1962, confezionò per i programmi radiofonici della Rai un primo ritratto dello scrittore. La prefazione di Raffaele Manica inquadra il rapporto critico/affettivo che legò Pampaloni e Pavese nel pieno di una stagione ricca e controversa, come è stata quella che dal dopoguerra ha condotto alla crisi degli anni Ottanta.‎

‎Passarelli L. (cur.); Ruga M. S. (cur.)‎

‎Arte e politica in Calabria. Opere e immagini del Risorgimento e dell'Italia unita‎

‎br. Nella ricca bibliografia sui rapporti tra produzione visiva e politica nel Risorgimento mancava un approfondimento sulla situazione calabrese. "Arte e politica in Calabria. Opere e immagini del Risorgimento e dell'Italia unita" riflette sulle potenzialità del ruolo avuto dalle immagini nella costruzione dell'identità nazionale. Nei saggi qui raccolti, infatti, studiosi di diverse generazioni si interrogano sul rapporto tra episodio figurativo e racconto storico, analizzando le fonti e la tradizione iconografica. A partire dalla personalità del pittore e patriota Andrea Cefaly, è emersa una condivisione di ideali in cui hanno avuto un ruolo importante anche le vicende artistiche coeve. L'obiettivo è, quindi, quello di portare l'attenzione critica su opere esemplari ed episodi meno noti, oggetto di studi recenti - dalla pittura alla fotografia, dall'illustrazione al monumento celebrativo -, suggerendo momenti particolarmente eloquenti per tracciare un novero di itinerari possibili. Il volume offre uno spaccato delle vicende di quegli artisti, attivi in Italia meridionale, tra la Calabria e Napoli, che condivisero un impegno civile in uno stretto legame tra arte e politica.‎

‎Lewy Guenter‎

‎Il massacro degli armeni. Un genocidio controverso‎

‎ril. Nel 1915 il governo Ottomano, presieduto dal partito dei Giovani Turchi, deportò la maggioranza degli Armeni dalle loro terre in Anatolia. Secondo alcune stime, quasi il 40% della popolazione morì, molti in brutali massacri. Gli Armeni lo considerano il primo genocidio del Novecento (un milione e mezzo di morti), per i turchi la deportazione fu una risposta alla ribellione di massa armena, supportata da Russia e Inghilterra: una guerra regionale sottostante a frizioni internazionali; le morti, il risultato di malattie o inedia. Il saggio intende esaminare i fatti storici senza preconcetti politici, equidistante dalle due parti in causa.‎

‎Pinkard Terry; Farina M. (cur.)‎

‎La filosofia tedesca 1760-1860. L'eredità dell'idealismo‎

‎br. Nella seconda metà del XVIII secolo la filosofia tedesca giunse a dominare la cultura europea. Per un certo periodo essa contribuì a trasformare, nell'intero mondo occidentale, non solo il modo in cui gli individui concepivano se stessi, ma anche quanto essi pensavano circa la natura, la religione, la storia, la politica e la struttura della mente umana. In questo studio di ampio respiro Terry Pinkard intreccia la vicenda storica della Germania - che allora, da coacervo di principati, si stava trasformando in nazione emergente e dotata d'una cultura autonoma - all'esame delle correnti e dei momenti nodali della filosofia classica tedesca. L'indagine prende le mosse dal pensiero di Kant, con la sua enfasi rivoluzionaria sull'idea di "autodeterminazione", e ne ricostruisce l'Influsso attraverso gli sviluppi del Romanticismo e dell'idealismo, fino a Schopenhauer e Kierkegaard. Il libro di Pinkard - che è esponente di primo piano della rinascita degli studi hegeliani nella filosofia americana contemporanea - si rivolge a tutti coloro che sono interessati alla storia della filosofia e della cultura, e più in generale alla storia delle idee.‎

‎Ungarelli Giulio‎

‎Il vizio impunito. Leggendo Gadda e Contini‎

‎br. "Ce vice impuni, la lecture": è il titolo di un saggio di Valéry Larbaud, scrittore cosmopolita, mondano patron di una generazione letteraria internazionale dell'Europa fra le due guerre. Ed è appunto il "vizio" della lettura che viene illustrato qui, nelle riflessioni e nelle note suggerite all'autore dalle ripetute, affascinate letture dei testi di due grandi nomi del nostro Novecento. Per molti versi fra loro congiunti, Carlo Emilio Gadda e Gianfranco Contini (al secondo, supremo filologo romanzo e critico, spetta di diritto anche il titolo di scrittore) vissero una quarantennale amicizia, testimoniata dal carteggio che i due "epistolografi di razza" si scambiarono nel corso del tempo. Dalla "Cognizione del dolore" fino agli esercizi poetici continiani, Giulio Ungarelli ripercorre, con suggestioni associate all'universo dei ricordi, alcune fra le pagine più alte e intense della letteratura italiana contemporanea.‎

‎Jung Carl Gustav; Jarrett J. L. (cur.); Croce A. (cur.)‎

‎Lo «Zarathustra» di Nietzsche. Seminario tenuto nel 1934-39. Vol. 1: Maggio 1934-marzo 1935‎

‎ril. Club psicologico di Zurigo, 2 maggio 1934. Il dottor Jung apre il seminario su "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche. È il suo uditorio - un'ottantina di uomini e donne di varia nazionalità e professione, tra cui medici, analisti praticanti, allievi in training - a chiedergli di mettere a tema proprio quell'autore e quell'opera, in un momento della storia europea che volge al tragico. Fino al 15 febbraio 1939 continueranno a misurarsi con il filosofo che, appena oltrefrontiera, il nazismo trionfante va spacciando come profeta del superuomo. Tenuto in inglese, stenografato e trascritto inizialmente per un uso interno, il seminario vedrà la luce in un'edizione a stampa solo nel 1988, senza perdere nulla della viva oralità che modula il pensiero mentre prende forma. Attraverso la voce di Jung il registro colloquiale preserva gli indugi, gli scandagli, ma anche i proficui erramenti di un commento allo "Zarathustra" che agisce sull'elaborazione stessa della psicologia analitica e diventa una tappa ineludibile della ricezione di Nietzsche. "È straordinariamente complesso, e vi regna un caos infernale. Certi problemi sono stati per me un vero rompicapo e sarà molto dura riuscire a chiarire quest'opera da un punto di vista psicologico", esordisce Jung. La lunga, corale discesa agli inferi sarà decisiva per comprendere "fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l'inconscio e dunque con il destino dell'Europa in generale".‎

‎Piazza Isotta‎

‎I personaggi lettori nell'opera di Italo Calvino‎

‎br.‎

‎Pareyson Luigi‎

‎Verità e interpretazione‎

‎brossura‎

‎Mignini Filippo‎

‎L'etica di Spinoza‎

‎ill. L'Etica è il capolavoro di Spinoza. In essa, seguendo una peculiare costruzione, il rigore della speculazione filosofica appare volto a dischiudere il bene supremo al quale l'uomo possa aspirare: l'autentica serenità dell'animo. Nello «sconfinato disinteresse di ogni sua massima», Goethe dichiarava di aver trovato un «acquietamento delle passioni», sembrandogli che si aprisse «un'ampia e libera veduta sul mondo morale e sensibile». Questo lavoro ripercorre l'itinerario concettuale dell'opera spinoziana, pur non configurando un'esegesi né un commentario. Muovendo da un'essenziale considerazione della genesi del testo e della fisionomia generale del metodo geometrico, vengono presi in esame i singoli argomenti dell'Etica, dall'idea di Dio come sostanza infinita alla concezione dell'intelletto quale potenza fondante la libertà umana, attraverso la dottrina degli affetti. Quasi un'emergenza storica rende attuale questo libro: l'imprescindibile dialogo della cultura occidentale con le altre grandi culture, in particolare l'Oriente.‎

‎Fabris Adriano; Cimino Antonio‎

‎Heidegger‎

‎br. "Colui che comprende e apprende deve diventare tanto adeguato alla cosa da far sì che quest'ultima, l'ente stesso, sia compresa, ma compresa in modo da essere pronta, così compresa, per la sua propria essenza, per imporsi in sé stessa e quindi per dominare anche l'uomo".‎

‎Solmi Sergio; Pacchiano G. (cur.)‎

‎Opere. Vol. 6: Scritti sull'arte‎

‎br. Refrattario alla retorica e ai vezzi di molta accademia, Solmi non fu critico d'arte istituzionale ma, amico e sodale di pittori e scultori, potè seguirne passo dopo passo i percorsi, affascinato dalla creatività unica e irripetibile del vero artista: "... vane sono formule e programmi, vano persino l'altissimo esempio degli antichi quando difetti, nell'artista, il vivo sentimento, sempre eretico e individuale, della vita vivente che nell'arte cerca la sua forma". Senza mai cedere alla semplicistica tentazione di "incasellare nomi ed opere sotto le bandiere degli astratti "programmi", "correnti" e "tendenze", e in un'epoca senza centri come il Novecento, in cui "il vero artista è, in ogni senso, solo", Solmi riesce nondimeno a tracciare un panorama tanto composito quanto coerente, scoprendo gli occulti reticoli che connettono fenomeni all'apparenza distanti. Dagli scritti raccolti in questo volume nasce così, inattesa, una vera e propria storia dell'arte italiana della prima metà del secolo scorso (non senza uno sguardo prensile anche a ciò che succedeva oltre confine e al passato). Arte che Solmi osserva con lo stesso magistrale discernimento che ha sempre fatto valere nella critica letteraria, intuendo spesso il genio e l'originalità di molti artisti - da Carrà a De Pisis, da De Chirico a Sironi, da Modigliani a Morandi a Casorati - ben prima della loro piena affermazione pubblica. Con una nota di Antonello Negri.‎

‎Feo Angela‎

‎Stalin‎

‎br. Stalin è una delle figure più grandiose e al tempo stesso tragiche, enigmatiche e sfuggenti del Novecento, nella quale prendono corpo molte delle contraddizioni del periodo. Questa biografia ripercorre la vita del dittatore sovietico dagli anni del seminario di Tiflis alla rivoluzione d'Ottobre fino all'apogeo del potere. Ne delinea gli aspetti salienti della vita privata e pubblica ed evidenzia la complessità dell'uomo che ha affrontato e orientato eventi epocali che ancora oggi agiscono sugli asseti mondiali.‎

‎Maletta Sante‎

‎Biografia della ragione. Saggio sulla filosofia politica di MacIntyre‎

‎br. La posta in giocò in questo volume è la possibilità, nel nostro particolare momento storico, di un pensiero attraversato dalla continua e programmatica preoccupazione di mettere in questione il luogo a partire da cui si pensa, si scrive e si insegna. In altri termini quello di Maclntyre è un tentativo di un pensiero non ideologico che si interroga intorno a sé in quanto pratica, vale a dire in quanto attività di tipo spirituale incarnata in un corpo fisico e soprattutto storico-sociale, quello delle tradizioni di ricerca e delle istituzioni in cui esse operano. Da questo punto di vista il radicalismo morale di Maclntyre va inteso innanzitutto come istanza di autocriticità da parte di chi svolge una funzione sociale di tipo intellettuale in un contesto culturale e sociale tardo-moderno. L'istanza anti-ideologica conduce Maclntyre a identificare la politica con l'esercizio della razionalità pratica, la quale ha nella comunità la propria condizione di possibilità. La politica quindi si regge sulla comunità, presupposto che la politica è incapace di produrre e che anzi, nella sua forma moderna, essa tende a erodere. La proposta politica macintyriana - paradossale, in quanto non può venire tradotta in un programma politico - invita di conseguenza a un ripensamento del rapporto tra teoria e prassi che coinvolge la natura medesima della razionalità.‎

‎Paparoni Demetrio‎

‎L'arte contemporanea e il suo metodo‎

‎ill., br. In questo libro Demetrio Paparoni mostra come l'arte attuale guardi di continuo alla sperimentazione realizzata tra la fine dell'Ottocento e i primi trent'anni del Novecento, smentendo apertamente quella logica progressista, affermatasi a partire dal Modernismo, che vede l'innovazione come una componente indispensabile alla propria legittimazione. Il libro è suddiviso in quattro capitoli. Il primo affronta, in un saggio inedito, il rapporto appunto tra la contemporaneità e la tradizione del primo Novecento, mentre i capitoli successivi raccolgono alcuni tra i saggi recenti più significativi dell'autore apparsi in monografie e cataloghi. Tutti i testi sono stati rivisti e sono pertanto riproposti in chiave inedita.‎

‎Mutafian Claude‎

‎Metz Yeghérn. Breve storia del genocidio degli armeni‎

‎brossura Metz Yeghérn, il "Grande Male": così gli armeni ricordano il loro olocausto, con una parola che vuol dire, insieme, male fisico e anche morale, ciò che addolora, tortura, uccide. "Il genocidio degli armeni, il primo del secolo, è avvenuto ottant'anni fa in Turchia con lo scopo di 'liberarla' della presenza armena. Se si esclude la piccola comunità di Costantinopoli, l'obiettivo fu raggiunto. Il genocidio del 1915 è perciò anche la prima 'pulizia etnica' di un secolo che chiude il millennio con altre 'pulizie' orrende. Nessuna di queste - incluso l'olocausto del popolo ebraico voluto da Hitler - è dovuta a motivazioni religiose. Viceversa, la cultura che sostiene i massacratori è essenzialmente secolare: si elimina e si uccide in nome di poteri, dominii e superiorità tutte terrestri, avide di terra e di beni, bisognose di cancellare la vita e la storia delle vittime. Commemorare l'ottantesimo del genocidio degli armeni non è quindi solo far memoria del passato a ridosso di drammi attuali e vicini, ma anche chiedersi perché e come il nostro secolo sia segnato da questi tragici eventi. Così facendo sappiamo di operare non solo perché venga resa giustizia a un popolo, ma anche perché altri lo facciano, abbandonando il lato oscuro della modernità".‎

‎Petrovich Potiomkin Vladimir‎

‎Storia della diplomazia. Vol. 3: Dalla Comune di Parigi alla Rivoluzione d'ottobre (1871-1919)‎

‎ill., br. Un'opera sulla diplomazia. Dalle origini al 1939, in questo lavoro in cinque volumi, sono raccolte la storia, le strategie e le tecniche che hanno fatto della diplomazia una vera e propria arte, quella "di trattare, per conto dello Stato, gli affari di politica internazionale". L'opera si conclude con il 1939, anno dell'invasione tedesca della Polonia, nonché anno simbolo del fallimento della diplomazia, testimonianza estrema dei rischi in cui s'incorre se al dialogo si sostituisce la violenza. Caratterizzato da chiarezza espositiva, rigore nella trattazione, l'opera di Potiomkin ci offre pagine dense e incisive che giungono ad affrontare il problema della guerra con ampiezza di informazione e spregiudicatezza.‎

‎Hadjadj Fabrice‎

‎Mistica della carne. La profondità dei sessi‎

‎br. Contrariamente a ogni apparenza la nostra epoca ha cancellato i sessi. Mortificati, sottomessi alle dure leggi dell'ipervalorizzazione commerciale e strumentale, la loro dialettica è stata mortificata e costretta entro la camicia di forza di imperativi e obblighi ancor più costrittivi e "repressivi" della cosiddetta vecchia morale cattolica. La scommessa teorica di questo libro di Fabrice Hadjadj può suonare un paradosso per la filosofia, o una provocazione per la teologia: salvare quella che la tradizione cristiana designa come "la carne" (con tutte le sue debolezze e i suoi allettanti peccati) riconoscendo nel corpo stesso, nei suoi desideri e pulsioni, perfino nelle sue funzioni considerate meno nobili, il sigillo del divino. Igienizzati e declassati a esercizi per mantenersi in forma, sottratti a qualsiasi riflessione sul loro significato ultimo, l'unica possibilità che abbiamo di riprendere contatto con la "profondità dei sessi", secondo l'autore, è quella di attingere alla valorizzazione del corpo e della carne intrapresa dalla tradizione giudaica, prima, e portata a piena completezza da quella cristiana. Contro un secolare dualismo di origine platonica, Hadjadj invita a ritrovare nella materia di cui il corpo è fatto, le tracce della vita spirituale, dei suoi doveri e delle sue aspirazioni più alte.‎

‎Collu U. (cur.)‎

‎Salvatore Satta, oltre il giudizio. Il diritto, il romanzo, la vita‎

‎br. Salvatore Satta può essere annoverato senza enfasi tra gli scrittori più significativi del Novecento. Seppure poco celebrato, è stato unanimemente riconosciuto come giurista, ma la sua opera letteraria, quasi osteggiata in vita, è presa in considerazione dalla grande critica solo dopo la sua scomparsa, sulla scia del successo del "Giorno del giudizio". In continuità col primo convegno organizzato dal "Consorzio per la pubblica lettura" nel 1988, nella ricorrenza del Centenario della nascita la sua città natale, Nuoro, ha dedicato a Salvatore Satta alcune giornate di riflessione cui hanno partecipato insigni studiosi e testimoni. Gli Atti che questo volume raccoglie mostrano la grande vitalità del pensatore nuorese.‎

‎Fadda M. Rita‎

‎Grazia Deledda. Profilo linguistico della prima narrativa (1890-1930)‎

‎ril. Il libro nasce dall'esigenza di offrire un'analisi sistematica sulla lingua di Grazia Deledda, anche alla luce del rinnovato interesse critico nei suoi confronti. I pochi studi esistenti affrontavano singoli fenomeni di lingua e stile: la necessità di un approfondimento, per indagare la qualità della prosa della scrittrice sarda in rapporto alla prassi e alla norma del periodo, si impone anche per verificare l'attendibilità di alcuni giudizi in merito espressi dalla critica più o meno recente, non di rado diffidenti e spesso badati su semplici impressioni. Nella vasta opera di Grazia Deledda questo saggio osservare in particolare la produzione giovanile, la più trascurata, compresa tra il 1890 e il 1903 (anno del celebre romanzo Elias Portolu). A ciascun aspetto, fonologico, morfologico e sintattico, è dedicato un capitolo; in un altro sono raccolte osservazioni sul lessico e ulle figure retoriche. Sebbene si tratti di una fase compositiva i cui esiti appaiono meno felici rispetto ai romanzi della maturità, è comunque un apprendistato ricco di spunti interessanti dal punto di vista linguistico, nel quale si riconosce anche la lenta (e faticosa) definizione di uno stile.‎

‎Iiritano Massimo‎

‎Ma come si fa a pensare? Diario di un maestro di filosofia‎

‎ill., br. La filosofia, praticata attraverso la curiosità e gli occhi dei bambini, si è rivelata essere uno straordinario strumento per stimolare nei cittadini di domani la possibilità di una veglia critica sul presente e di un'attenzione sempre attiva e propositiva nei confronti degli altri e del contesto che li circonda. Piccoli peripatetici che, insieme, imparando a pensare e ad agire "da grandi", immaginano mondi e prospettive apparentemente astratte e lontane, ma in realtà quanto mai necessarie per una crescita sana e responsabile. Si tratta dell'utopia socratica di un'oralità lasciata a se stessa, di un insegnamento che è fatto soprattutto di ascolto, di una maieutica intimamente orientata all'infinito e libero aprirsi del dialogo. Il libro tenta di raccogliere le tracce di ciò che via via è stato disseminato, senza naturalmente pretendere di raccontare fedelmente ciò che in quelle irripetibili situazioni insieme ai bambini si è di volta in volta creato e condiviso. Come tentare di forzare, in qualche modo, il divieto socratico, quell'impossibilità di riportare in scrittura la viva e aperta oralità del dialogo filosofico, che i piccoli allievi hanno scoperto, e fatto scoprire, in tutta la sua bellezza. Nota introduttiva di Michele D'Ignazio.‎

‎Mascelloni E. (cur.)‎

‎Leoncillo. Materia radicale. Opere 1958-1968. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. Il catalogo, con una selezione di sculture di grandi e medie dimensioni scelte tra le più significative del periodo, realizzate in terracotta o in grès, propone un percorso scandito dalle tematiche che connotano la ricerca di quegli anni, oggetto di costante interesse da parte della critica più autorevole sia italiana che straniera. Le opere, eseguite tra il 1958 e il 1968, vantano un curriculum espositivo di prim'ordine, segnato dalla loro presenza in varie edizioni della Biennale di Venezia, in rassegne allestite in importanti musei di tutta Europa, comprese le iniziative dedicate alla scultura italiana promosse da Palma Bucarelli. Dai numerosi rimandi iconografici scelti a illustrare i testi emerge la tensione di Leoncillo nel conferire alla creta un impulso vitale pur in un linguaggio aniconico, alla ricerca di un cromatismo che nasce dall'interno, dalla natura stessa della materia, che si fa "radicale", appunto, nel dare piena espressione alle sue componenti primarie. Ricco di notizie inedite relative soprattutto ai riscontri d'oltreoceano, Leoncillo, materia radicale. Opere 1858-1968 è introdotto dal saggio del curatore Enrico Mascelloni, che analizza la ricerca dell'artista inquadrandola in un ampio contesto denso di riferimenti. Segue l'indagine elaborata da Martina Corgnati sulle fonti arcaiche e classiche che hanno ispirato l'immaginario dello scultore, stabilendo collegamenti diretti con la statuaria etrusca, greco-romana e medievale. Marco Tonelli affronta una rilettura critica del Piccolo diario redatto da Leoncillo tra il 1957 e il 1964, oggetto di una pubblicazione separata in cui il documento è riprodotto per la prima volta in copia anastatica. Le opere esposte sono illustrate dalle fotografie di Agostino Osio e corredate da schede critiche con una puntuale ricostruzione della vicenda espositiva e bibliografica. Completano il volume ulteriori approfondimenti: Alessandra Caponi affronta l'impegno dell'artista per committenze pubbliche e private; Lorenzo Fiorucci commenta la corrispondenza con figure di spicco della critica dell'epoca come Roberto Longhi e Cesare Brandi; Laura Lorenzoni ripercorre l'iter biografico dello scultore relativamente al periodo preso in esame. In chiusura figurano il repertorio delle mostre personali tra il 1958 e il 1968 e un'antologia critica a cura di Elena Dalla Costa, oltre a un'ampia e aggiornata sezione di apparati.‎

‎Pinto Valeria‎

‎Valutare e punire‎

‎br. Qui si mette in opera una critica della cultura della valutazione: dei suoi presupposti ideologici, della sua retorica e delle sue pratiche concrete. Interrogazione filosofica e analisi del presente concorrono a portare allo scoperto la rivoluzione silenziosa che ha cambiato il significato della conoscenza nella "società della conoscenza". Parole familiari come qualità, eccellenza, merito assumono valori inediti, risemantizzano l'ethos della scienza. Ma la valutazione è anche più di questo: un vero e proprio dispositivo di governo, come mostrano la nuova introduzione e i due saggi che si aggiungono alla seconda edizione di questo libro.‎

‎Gentili Dario‎

‎Il tempo della storia. Le tesi «Sul concetto di storia» di Walter Benjamin‎

‎br. Le tesi "Sul concetto di storia" sono l'ultimo scritto di Walter Benjamin, una sorta di testamento che ha voluto gli sopravvivesse; una ultima ratio che potesse varcare i confini della sua epoca che precipitava nella Seconda guerra mondiale, quei confini di Portbou presso cui ha trovato la morte nel 1940. Questo libro vuole essere sia un commento delle Tesi, dispiegandone la concentrazione aforistica nello spazio del complesso e articolato percorso di pensiero di Benjamin, sia una interpretazione, che ricostruisca lo sfondo politico e filosofico entro cui le Tesi si stagliano. Per ricostruirne la vicenda filosofica, Il tempo della storia rilegge a ritroso l'intera opera benjaminiana, confrontandola con i classici della filosofia moderna tedesca, Kant ed Hegel soprattutto; con i pensatori del culmine e del tramonto della modernità, Marx e Nietzsche; e con quei pensatori - non soltanto i "canonici" Scholem e Adorno, ma anche Lukács, Schmitt e Bloch - con i quali Benjamin ha condiviso l'epoca più consapevole di questo tramonto, gli anni Venti e Trenta del Novecento.‎

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