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cocagnac a.m.
Aujourd'hui l'Inde spirituelle.
In 8°, leg. edit. tutta tela con sovracoperta, pp 250 e num. ill. n.t., molte a piena pagina.
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costa a.
Filosofia e buddismo.
In 8°, bross. edit. ill., pp 338. Ottimo es. Bibl. di Scienze mod. n. 63.
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crookes w.
Nouvelles experiences de la force psichique. Recherches sur les phènomènes du spiritualisme. Trad. de l'Anglais par Alidel.
In 16°, elegante legatura in mz tela con tassello in pelle, cons. la broch. edit., pp 200 con ill. n.t. Magnifico esemplare di importante testo sull'argomento nei rapporti con gli spiriti e fantasmi. " Un des plus grands de spiritualisme moderne. Ses recherches ont demontr victoriosement la realté des phenomenes occultes... " Caillet I, 405
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cunaeus p.
De republyc der hebreen of der joden.
In 8°, leg. coeva in piena pergamena, antiporta all. incisa, ppnn 30, 556 e indici, 14 belle incisioni f.t., alcune più volte ripiegate (da segnalare la veduta di Gerusalemme, e la carta geografica dei luoghi descritti). Rara edizione illustrata, di noto testo. Buon esemplare.
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Cureau De La Chambre
L'art de connoistre les hommes.
In-16° (cm. 7,5 x 13), legatura piena pelle con titoli e fregi in oro al dorso, tassello, pp (1), (215), antiporta incisa raffigurante l'A. alle prese con gli strumenti della sua arte, busti, libri di chiromanzia e strumenti di misurazione. Esemplare lievemente brunito, piccolo foro interessa il margine esterno delle ultime 10 cc. Buone condizioni. De La Chambre, medico di Luigi XIV, amico di Richelieu, membro della neonata Académie Française, era dotato di un meraviglioso talento per valutare, basandosi sulla fisionomia delle persone, non solo il carattere, ma anche le predisposizioni. Il Re Sole non prendeva decisione importante senza avvalersi delle facoltà leggendarie dell'A. di quest'opera che tratta di Chiromanzia e Metoposcopia, delle Virtù e dei Vizi. Biogr.Univ. "Véritable Elzévir d'Amsterdam" Caillet, n.2728. Guaita n.445.
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D'Argenson, Marc René Voyer de
Notes de René d'Argenson.
In 8° (cm 10 x 16,5), bella legatura da amatore anni '20 del XX° secolo, mezzo marocchino ciliegia con angoli, piatti in carta marmoreggiata delimitati da doppia filettatura dorata, filetti e piccoli ferri a motivi curvilinei spiccano sul dorso a quattro nervi rilevati, con titolo e autore su due tasselli in pelle bordeaux, data impressa in oro, sguardie in carta con decoro a coda di pavone, ex libris "Edm. Steinheil" inciso in rame; cc (8), pp 128, conservate le copertine originali in pergamino. Volume appartenente alla "Collection des Petits Mémoires inédits publiés par L. Larchey et E. Mabille", contenente stralci dai Mémoires del Marchese d'Argenson, luogotenente di polizia negli ultimi anni del regno di Luigi XIV, autore di un celebre Journal. L'accento nelle Notes è posto sulle persecuzioni religiose che subiscono i protestanti dopo la revoca dell'Editto di Nantes; tra gli argomenti trattati: permessi di stampa, sequestri di libri proibiti, libelli contro personaggi in vista della Corte, sorveglianza degli stranieri, intercettazione delle corrispondenze sospette, streghe e loro ricette per compiere incantesimi. Nessun esemplare censito in SBN, uno in COPAC.
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D'Arnaud, André Guiraud, Pierre
Loci Andreae Arnaudi Plené & plané quartùm editi. Plurimum aucti, mille mendis curati, quibus adiecta quae nuper abiecta..
In 16° (cm 7,6 x 12,4), legatura coeva piena pergamena con filettature e fregi in oro e a secco impressi sui piatti, mancanza ad una cerniera, bruniture sparse, pp (12), 225, (1) di Privilegio reale,p 1 Ioci, p 37 Epistolae, p 106 Rara, p 122 Margarita, p 136 Epigrammata, p 151 Tumuli, p 162 Apologiae; esemplare in buone condizioni, uniformemente brunito; rara edizione di questa miscellanea di Scherzi poetici in lingua latina, sovente duello verbale tra il D'Arnaud Luogotenente generale a Forcalquier, avvocato, e l'amico e condiscepolo all'università di Avignone Guiraud, magistrato umanista traduttore di Petronio. Troviamo scambi di facezie infarciti di diminutivi e accrescitivi; sedici pagine riguardano i parametri ideali della bellezza di una fanciulla, suddivisi nei capitoletti: capelli, fronte, sopracciglia, occhi, orecchie, naso, gote, bocca, mento, collo, braccia, mani, petto, mammelle, piedi. In successive quattordici pagine, questa volta in versi, il Guirand fa la sua descrizione degli stessi soggetti. C'è l'epitaffio del cane di una meretrice; una serie di epitaffi scherzosi anche sul D'Arnaud, il Guirand e altri amici e nemici, e una lunga Apologia traboccante di riferimenti ad autori classici. Un esemplare censito in SBN.
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de keyserling h.
Journal de voyage d'un philosophe.
Due voll in 8°, broch. edit., pp XV, 413, 468.
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De Saint-Martin, Louis-Claude
Tableau naturel des rapports qui existent entre Dieu, l'Homme et l'Univers Première Partie (seconde).
In 8° (cm 12,2 x 19,7), legatura piena pelle coeva con cuffie restaurate, segni d'uso, pp (8), 276, (16), per la prima parte; (4), 244, (22) per la seconda. Esemplare in buone condizioni, lievi bruniture uniformi. L'A. (1743-1803), che anche in quest'opera è indicato con il nome di "Phil... Inc...", ovvero, Filosofo Ignoto; pensatore, mistico, ispiratore della teosofia cristiana, iniziato da Dom Martinez Pasqually (con questo suo Maestro fu a lungo spesso confuso) alla setta cabalistica dei Martinisti dalle origini massoniche, colui che fece della filosofia tradizionale il trampolino della Mistica, la soglia della Teosofia, il "Novalis francese", passato indenne attraverso le bufere rivoluzionaria e napoleonica, in cui da "veggente" individuava "les desseins terribles de la Providence", autore di opere epico-magiche frutto di "immaginazione tenebrosa", messo all'Index dall'Inquisizione spagnola nel 1798 per "Des erreurs et de la vérité", con la motivazione: "Attentatore della divinità, e della stabilità dei governi", illuminista opposto alla corrente materialista degli Enciclopedisti, individua in quest'opera, qui in prima edizione, uscita a Lione anonima e con falso luogo di stampa, tradotta immediatamente in tedesco, tutta una vasta gamma di rapporti subliminali, decifrabili solo agli occhi degli iniziati, tra divino, uomo e universo: l'alchimia e la simbologia analogica degli elementi (raffigurati nel testo mediante incisioni silografiche); gli emblemi antichi (ad es. nella mitologia egiziana) e più recenti, come chiavi possibili per leggere le corrispondenze tra le cose create visibili, e quelle invisibili; per 25 pagine l'A. illustra la numerologia, con numerosi schemi silografici numerici n. t. Nella seconda parte, molto spazio è dedicato alla mistica e filosofia giudaiche, al linguaggio e ai testi sacri ebraici. "Ouvrage assez peu commun" De Guaita; Caillet n. 9784; Bibl. Esoterica n. 553; Due esemplari censiti in SBN. BNFr: Cat. gén. des livres imprimés, n. 160, col. 972. De Feller, tomo XI, pp 216-218.
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de sorval g.
Le langage secret du Blason.
In 8°, leg. edit., pp 232, num.ill n.t.
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Drexel, Jeremias
Orbis Phaëthon, Hoc est De Universis Vitiis Linguae..
In 16° (cm 5,5 x 11,4), legatura piena pergamena moderna con lacci di pelle e titoli al dorso, cc (8), pp 1018, cc (4), (5) cc bb, 23 incisioni a piena pagina raffiguranti le lettere dell'alfabeto attribuite a Raphaël Sadeler. Frontespizio allegorico inciso con arma nobiliare dell'arcivescovo Paride a cui l'opera è dedicata, lo stemma del dedicatario è ripetuto inoltre in nove silografie a piena pagina, tavola combinatoria di sei pagine. Esemplare in buone condizioni, ex libris manoscritto alle sguardie. Il filone di opere contro i peccati della lingua risale al "Pungi lingua" del Cavalca e ancor prima alla "Summa Virtutum ac Vitiorum" di Guglielmo di Francia, ma questo libro di emblemi del gesuita Drexel o Drechsel (1581-1638), autore di uno "Zodiaco Cristiano", oltre che trattato di etica è enunciazione politica dell'abuso verbale, denuncia del mondo di politici machiavellici e cortigiani calcolatori, che usano adulazione, calunnia e derisione per mettere in ombra i rivali e rendersi graditi ai potenti. Seconda edizione, con luogo di stampa e tipografo fittizi (forse in realtà Amsterdam, Blaeu), la prima del 1631 (1629 la prima in assoluto), corredata di rami fitti di allegorie inquietanti, ove sempre è presente Satana in multiformi raffigurazioni. Sorprendente la tavola combinatoria, dove in sei pagine vengono illustrate le oltre settecento combinazioni possibili di posizioni e di vizi, che possono assumere sei commensali convitati a un banchetto. Un esemplare, forse mutilo di tavole secondo la collazione, in SBN. De Backer Sommervogel III-193; Landwehr, German, 254; Praz p. 320.
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drexelius h.
De aeternitate.
In 48° (mm 45x77) leg. coeva piena pergamena, restaurata, frontespizio inciso, piccola abrasione sulla carta a2 con perdita di poche lettere, pp 480. Ricercatissima edizione. Forse il libro più piccolo impresso nel XVII sec.
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Duns Scoto Antonio de Fantis di Treviso
Octava Sectio Tabule Generalis in qua artificiosu(m) Epithoma Scibilium ceu Maremagnu(m) Scoticarum Speculationu(m) ex universis... Voluminibus Doctoris Subtilis co(n)gestum continetur a clarissimo Doctore Antonio de Fantis Tarvisino.
In 8° (cm 11 x 16), suggestiva legatura coeva in vitello bruno decorato a secco, fasci di filetti delimitano una cornice decorata a volute, arabeschi e piccoli gigli; fregi fogliati e conchiglie stilizzate gremiscono lo specchio, al centro del quale, su entrambi i piatti, campeggia uno scudo, ornato alle estremità di gigli. Dorso ed angoli restaurati Cc (1) bianca, (195), (1) bianca, segnatura AZ8, AA8 BB4. Gore d'umido e macchie diffuse, più fragili le primissime cc al margine superiore destro, interno peraltro sano.Testo gotico di 50 righe su due colonne, bei culs-de-lampe a frontespizio e colophon, dove troviamo impresse le indicazioni circa stampatore, luogo, data. Si tratta dell'Octava Sectio della Tabula Generalis ac Maremagnu(m) Scotice Subtilitatis , quinto volume dello Scriptum Joannis Duns Scoti doctori subtilissimi Ordinis minorum super primo [quarto] Sententiarum..., esame dell'opera di Pietro Lombardo. La nostra Octava Sectio, completa e a se stante con frontespizio proprio con bel titolo in cul-de-lampe, fa parte delle opere del Doctor Subtilis stampate in quell'anno presso Giacomo Pocatela a Pavia, edite da Antonio de Fantis di Treviso (1460-1533), letterato, filosofo, autore di libri di astrologia, allievo di Antonio Trombetta, il vescovo di Urbino principale figura della scuola scotista. Studioso di Aristotele, Alberto Magno, Avicenna, Averroè, Alessandro di Afrodisia, in contatto con le personalità ermetiche del suo tempo, l'irrequieta personalità del Fantis non poteva non essere attratta dal corpus controverso del filosofo scolastico, del quale si fa esegeta e apologeta, con interpretazioni originali. Come chiarisce nella Digressio in calce al volume, il Fantis ha inteso enucleare il pensiero di S. su vari soggetti, tramite questa Epitome strutturata in ordine alfabetico, dimodochè gli "ingegni degli Studiosi" non vengano esposti al naufragio, navigando nel "maremagnum", nel "pelagus Subtilitatis" delle speculazioni scotiste. Troviamo nei testi l'antiaverroismo degli scotisti del tempo; considerazioni, espresse in diverse voci, sui Dannati, consci della Beatitudine e di essa invidiosi; gli Eretici, e il loro battesimo degli infanti e degli adulti; quattro pagine dedicate al Peccato e alle varie gradazioni di gravità; osservazioni su Eucaristia, Sacerdozio, Simonia; sui Cadaveri, che diventano più pesanti dei corpi vivi, pur non avendo "più materia" di questi; considerazioni su società e famiglia, improntate alla consueta misoginia: se il marito accusa la moglie, si creda al marito, che è "caput mulieri". Sul frontespizio, un panegirico di Giovanni Antonio di S. Angelo in Vado in onore del Fantis, "phoenix unica in Italia", che fa rifulgere i "lucidi dogmi" dello Scoto, "nullo tempore nota prius". Adams 1125 cita questo stesso titolo nell'ediz. di Venezia
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filliozat j.
Inde, nation et traditions.
In 4°, leg. edit. tutta tela, pp 269, num. ill fot. in b.n e a colori e una carta geografica rip. f.t.
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franck ad.
La Kabbale ou la philosophie religieuse des hébreaux.
In 8°, leg. mz pelle con tassello, piccoli restauri, grandioso ex libris simbolico esoterico, timbrino al frontespizio " Loumyer", pp VI, 314, Caillett n. 4177; Dorbon 1718 "rare"
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franco s.
Risposte popolari alle obiezioni più comuni contro la religione.
2 voll in 8°, broch. edit. stanca, timbri di bibl. ai front., pp 660; 722. Fioriture su tutte le cc.
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Françoise d'Issembourg d'Happoncourt, Mme de Grafigny
Lettres d'une péruvienne.
In 16° (cm 7,5 x 14), legatura piena pelle coeva, dorso con mancanze alle cuffie, pp XII, 336, interno in buone condizioni, bruniture. Una delle edizioni originali (ce ne sono almeno due, distinguibili tra loro per i diversi fregi tipografici usati) del romanzo sentimentale, in realtà pastiche delle Lettres persanes di Montesquieu (1721) con accenti protofemministi, uscito anonimo e con luogo di stampa fittizio, dell'amica di Voltaire, Diderot, Helvétius, ristampato in più di un centinaio di edizioni (la prima traduzione italiana del 1759), fino al 1835, anno in cui comincia l'oblio anche a causa dei giudizi severi dei numerosi celebri detrattori, tra cui Turgot, Hugo, Sainte-Beuve (che definì l'A. "socialiste avant la lettre"). Denuncia sociale appassionata dei ridicoli e delle incongruenze della società francese contemporanea, attraverso le lettere scritte con nodi di cotone colorati (che potevano essere decifrati solo da chi conosceva la registrazione logico-numerica) della peruviana Zilia col fratello e fidanzato Aza Il tutto si inserisce nel filone dei Lumi che denunciano le ineguaglianze e proclamano la libertà di tutti, in questo caso delle donne. Troviamo la condanna della separazione tra i sessi, dell'assenza di un'istruzione per le ragazze, della morale diversa per l'uomo e per la donna, il rifiuto della maternità come mezzo di realizzazione per la donna (Zilia dichiara di aver amato Aza perchè ha visto in lei un essere umano pensante, al di là dell'"umiliante privilegio di dar vita alla (sua) discendenza"). Quest'opera fu strenuamente difesa da Raimondo di Sangro che scrisse una "lettera apologetica" in cui difende l'opera e fornisce una sua versione a proposito del quipqu sul quale la principessa Zila scriveva le lettere. La difesa di Sangro fu messa all'indice finchè dopo la pubblicazione di una celebre "Supplica" fu tolta dall'indice su decisione di Benedetto XIV. Barbier, vol. II, col. 1246; Debacker, 1131; Rahir, Picot, Quérard, per edizioni posteriori; Index librorum proibitorum.
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Gellius aulus
Noctium atticarum opus, qua fieri potuit recognitione, ad optima exemplaria novißime bona fide redditum. Cum gemino Indice, et graecarum dictionum versione..
In 16 (cm 10 x 15), legatura piena pelle settecentesca con titoli e fregi in oro al dorso, lievi tracce d'uso, cc (32), pp 575, (1) bianca. Ex libris araldico alla sguardia, bruniture e lievi gore, minuscolo lavoro di tarlo al frontespizio, con perdita di parte della lettera "n" di "Vincentij". Bella impresa tipografica al frontespizio: braccio che esce da nube, con serpente che si morde la coda avvolto intorno al polso, che regge scettro e due rami multifogliati, in alto occhio irraggiante. Edizione lionese (la prima stampa è romana, Sweynheym e Pannartz, 1469) dell'opera in XX Libri (disperso l'ottavo) del giudice, rètore, grammatico e critico vissuto nel II° secolo a Roma, che deve il titolo all'essere stata redatta ad Atene. "Carmen lectori" in apertura, di Raymond Fraguier. Innumerevoli frammenti eterogenei di ineguale valore, uno dei cui pregi consiste nell'essere summa della cultura latina e greca di età arcaica, di cui non esiste più traccia se non in questa raccolta. Gli argomenti sono disparati, enumerati in un duplice indice alfabetico in questa edizione arricchita in calce da una traduzione latina delle espressioni greche: dagli Aruspici allo Zodiaco, passando per Stelle erranti, Cibo pitagorico, Libri Sibillini, la Biblioteca di Alessandria, i Doveri dei mariti verso le mogli, il tempo libero ecc. Buon esemplare di pregiata e rara edizione. B. U., vol II. Adams I, 355
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Giraud, Claude-Marie
La diabotanogamie, ou les moces de Diabotanus Poème héroïcomique.
In 8° (cm 9,6 x 16,8), legatura piena pelle coeva con titoli e fregi in oro al dorso, pp 491, deliziosa antiporta incisa in rame raffigurante allegoria del Matrimonio: due cuoricini posano su sontuoso letto a baldacchino che amorini paffuti e burloni stanno approntando, trafiggendosi vicendevolmente con frecce, impugnando il sonaglio simbolo della Follia; sul pavimento: una culla, un ramificato paio di corna, un pitale, libri gettati in un canto, forse i registri nuziali, un sorcio che schizza via per la stanza, simboli di una quotidianità disincantata che attende ironicamente al varco gli ignari protagonisti, i cui ritratti vegliano sornionamente appesi alle pareti della stanza da letto. Esemplare in buone condizioni, uniformi bruniture e rade macchie di ruggine. Il frontespizio reca la dicitura: "Tome second": l'opera è tuttavia completa in se stessa, il "Tome premier" contenendo altro poema eroicomico ("La Thériacade", ) dello stesso A. (1711-1780), identificato dal Barbier (Tome IV, Supplément, col. 709). Satira del matrimonio in queste rocambolesche e bislacche "nozze di Diabotano", ma non solo, anche dei "ridicules" della società del tempo: il gusto sfrenato per il lusso tipicamente femminile, rovina dei patrimoni maschili; la dipendenza del tabacco, di cui non si più più fare a meno; la sifilide che imperversa a causa della dissolutezza, invano contrastata dai rimedi di Fracastoro; la voga astrologica, esoterica e alchemica, espressa nella grottesca ammirazione e cieca fede del protagonista per Paracelso, Becher, Artephius Esemplari censiti in CCFr.
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Graziano; Gregorio XIII; Caravita, Agostino
Decretum Gratiani; unito con: Decretales; unito con: Liber sextus Decretalium.
Tre tomi in 4° grande (cm 17,4 x 24,5), legature piena pergamena coeva ben restaurate, dorso a tre nervi, titoli calligrafati al dorso. Il tomo primo comprende: "Decretum Gratiani: emendatum et notationibus illustratum una cum glossis / Gregorii XIII Pont. Max. iussu editum...", pp (88), 1020; grande impresa dei Giunti al frontespizio, bicolore; volume in buone condizioni, minuscoli tarletti nel margine esterno bianco di alcune cc iniziali. Il secondo tomo comprende: "Decretales D, Gregorii papae IX... cum additionibus D. Augustini Caravitae...", pp (54), 1388 (i. e. 1378), (53), (2) bianche per la "Margarita decretalium"; 48 per le "Additiones super decret. admodum illustris celeberrimi iureconsulti Augustini Caravitae", con proprio frontespizio. Contiene silografie a piena pagina di "Arbor consanguinitatis" e "Arbor affinitatis". Vistosi errori di collazione, come in tutti i tomi. Esemplare in buone condizioni, macchiette ad alcune carte, bruniture uniformi ad alcune carte, rinforzo con integrazione di carta a p 769, tarletti alle pp 919-926. Il terzo tomo comprende: "Liber sextum decretalium D. Bonifacii Papae VIII Clementis papae V...", pp (8), 592; pp 22, (2) bianche per le "Additiones super sexto, Prosperi Caravitae...", con proprio frontespizio; 243, (9) per le "Clementinae Constitutiones", con proprio frontespizio, con silografie a piena pagina di "Arbor consanguinitatis" e "Arbor affinitatis". 162, (i. e. 262), (2) bianche, (32) per "Extravagantes tum viginti Ioannis Papae XXII", con proprio frontespizio. Esemplare in buone condizioni, gore diffuse non gravi, tarletti non gravi nel margine esterno bianco di poche carte. Testo a due colonne, incorniciato dalle glosse; testo dell'Indice a tre colonne. Nella variante censita da Biblioteche Spagnole, i frontespizi, anzichè il giglio dei Giunti, recano ritratto silografico di Gregorio XIII. Magniloquente, bellissima edizione del monumentale "Concordia discordantium canonum" da cui ha inizio il diritto canonico (sebbene accolto come testo di riferimento nei tribunali, non ebbe mai l'approvazione pontificia come codice ufficiale ecclesiastico). Il "Decretum Gratiani" conobbe vicende travagliate nella Chiesa post-tridentina, per la quale il diritto era vissuto come un tema centrale, siano ora le questioni giurisdizionali, sia ora il tema dei riordino delle fonti del diritto canonico; nel 1553-'54 aveva visto la luce in Lione il "Decretum" glossato dall'eretico Du Moulin, in seguito reimpresso senza nome del chiosatore proibito, cui seguirono censure ed edizioni espurgate non solo dal nome, ma dalle note del commentatore. Queste traversie editoriali si intrecciano, sullo scorcio del secolo XVI, con il faticoso processo di revisione del "Decretum", voluto da Pio V e continuato sotto Gregorio XIII. Il lavoro dei correttori romani si concluse solo con l'edizione del 1582. Ai testi fondamentali del "Corpus Iuris Canonici" se ne aggiungono altri due a fine Cinquecento: le "Extravagantes" di Giovanni XXII; le "Extravagantes communes". Al "Liber sextus" di Bonifacio VIII, detto così perché rappresentava il seguito dei 5 libri del "Liber extra", pur essendo a sua volta suddiviso in 5 libri, seguono dunque le "Clementinae" dovute a Clemente V, le "Extravagantes" di Giovanni XXII, (Jaime Duesa nato a Cahors nel 1245 e morto ad Avignone nel 1334. Fu vescovo di Avignone nel 1310 e vescovo di Porto nel 1312. Fu eletto pontefice nel 1316 e pubblicò queste 20 decretali, poi inserite nel "Corpus iuris canonici") e le "Extravagantes communes" (due raccolte, queste ultime, diniziativa privata). Negli anni '80 del XVI secolo, il lavoro dei correttori romani di emendazione dei testi, secondo le direttive dei Padri Tridentini, è terminato: la nuova versione postconciliare dell'opera resterà l'unica legittima ed in vigore fino al 1917. Da uno a tre esemplari per ogni tomo censiti in SBN. Esemplari censiti in Biblioteche Spagnole, nessuno in COPAC e CCFr. Camerini, "Annali dei Giunti", vol. II, pp 255-256, precisa che è questa l'edizione pubblicata nel 1604 dalla Società dell'Aquila che si Rinnova alla quale i Giunti partecipavano.
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gregorio IX
Decretales suae integritates restituitae cum privilegio Gregori XIII pont. max & aliorum principum.
In 4°, cart. mod. in cartoncino artigianale fatto a mano, grande impresa tip. al front. raff. nave con marinai entro ricca bordura, ppnn 20, col. 816. Importante testo di diritto ecclesiastico medioevale con capitoli sui maghi e malefici, omicidi, usura ecc. Ottimo es.
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helvetius, joannis friderici
Vitulus aureus, quem mundus adorat et orat. Oder: Ein sehr curioses tractatlein in welchem das rare und wundersame....
In-16°- leg. in piena pergamena antica, rimontata, (cm. 9,3 x 16,5), pp. (12), compresa l'antiporta, pp. 80. Testatine, finalini silografici. Testo, in tedesco e latino, stampato in parte in caratteri gotici fraktur. A pag. 37 vi sono schemi con allegorie cabalistico-alchemiche. In antiporta, incisione in rame, dove è raffigurata una medaglia sul cui recto e verso, in tedesco e in latino, si descrive una "divina metamorphosis" avvenuta a Praga il 15 gennaio 1648, in presenza del sovrano Ferdinando III. Rara edizione dell'opera del medico e alchimista tedesco Jean-Frédéric Helvetius. Caillet, 5050 (per altre edizioni)
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heus a.
Histoire populaire et illustrée de l'inquisition en Espagne.
In 8°, leg. mz tela, pp 320, num. ill. n.t., maldestre riparazioni su alcune cc.
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heyerdahal t.
Le secret de l'Ile de Paques.
In 8°, broch. edit., pp 345, num. ill. fot. f.t.
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Hibernicus, Thomas
Flores sacrorum bibliorum, sive loci communes omnium fere materiarum Veteris & Novi Testamentis.
In 24° (cm 7,8 x 12,7), legatura piena pergamena coeva, pp (4), 698, (6), stemma dei Gesuiti al frontespizio, bei finalini silografici; ni, uniformi intense bruniture dovute al tipo di carta; timbro al frontespizio, integrazione al frontespizio senza perdita di testo; rifilato al margine inferiore, talvolta con minima perdita di testo. Edizione tascabile di questo florilegio di passi delle Sacre Scritture con riferimenti ai Libri e ai versetti in questione, in chiose marginali, destinato a predicatori, disposto in ordine alfabetico, del teologo irlandese membro della Sorbona, nato a Palmerstown e attivo nella prima metà del XIV secolo. Tra le voci: Apostasia; astrologia; Christiani falsi; Cibus delectio habendum; Hereticis; Somniorum... Nessun esemplare di questa edizione nelle biblioteche consultate.
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hugo victor
Religions et Religion.
In 8°, broch. edit. Prima edizione dell'importante, anche se non molto diffuso, poema su filosofia e religione del grande scrittore francese.
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Ingalese r.
L'Histoire et le pouvoir de l'Esprit.
In 8°, leg. coeva mz pelle con nerv. e tit. in oro, cons. la broch. edit., pp 420. Ottimo es. della prima trad. francese, di testo fondamentale.
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Isidoro Pelusiota; De Billy (interprete)
Tou en hagiois patros Isidorou Pelousiotou eis ten hermeneian tes theias graphes epistolon biblia tessara]. = S. Isidori Pelusiotae de interpretatione diuinae Scripturae epistolarum libri IV : quorum tres priores cum Latina interpretatione....
In folio (cm 21,6 x 35), suggestiva legatura piena pelle coeva con filetto dorato ai piatti e stemma floreale impresso al centro dei piatti. Pp (16), 357 (la paginazione passa da p 124 a 145, ma completo, come segnalato anche da COPAC), per la prima opera; (24), 112, (8) per i "Labores"; (108) di "Emendationes" ed Indici. La collazione delle ultime cc differisce da quella degli esemplari censiti in COPAC, ma quanto presente pare completo: COPAC avverte che esistono varianti con numero diverso di carte. Bellissimo frontespizio architettonico, testo su due colonne, latino e greco. Splendidi testatine, finalini, capilettera; marginalia impressi ai lati della pagina. Esemplare in discrete condizioni: bruniture dovute alla qualità della carta; integrazioni con striscioline di carta al frontespizio; da pag 309 della prima opera alla 99 dei "Labores", gallerie di tarlo da restaurare nel margine bianco inferiore, senza perdita di testo; Tarletti al fondo senza gravità nella parte superiore; il "Registrum" è incollato su sguardia moderna al verso dell'ultima carta, . De Billy, erudito francese, teologo, giurista, linguista, abate benedettino, nacque nel 1535 a Guise in Piccardia; morì a Parigi nel 1581. Dal giorno in cui entrò novizio, abbandonò ogni studio profano per dedicarsi ai Padri della Chiesa, coadiuvato dalle eccezionali abilità linguistiche -scriveva greco e latino con eccezionale purezza, e come il francese. L'esegesi biblica gli deve molto: molto fece nel'ambito della collazione dei testi e comprensione di parecchi passi oscuri dei Padri. Le opere principali sono su Gregorio Nazianzeno, Giovanni Damasceno, Ireneo, Epifanio, e il nostro Isidoro
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Keith, A.
Les prophéties et leur accomplissement littéral, tel qu'il résulte surtout de l'histoire des peuples et des découvertes des voyageurs modernes. Traduit de l'anglais sur la quinzième édition....
In 8° (cm 10 x 17,8), legatura mezza pelle coeva, pp 384, 12 incisioni f. t. (una quadrupla raff. il monte Hor) raffiguranti le rovine dei monumenti che si trovano nei luoghi biblici di cui si tratta nell'opera: Babilonia, Petra..., un'incisione nel testo raffigurante monumento di Ninive. Esemplare in buone condizioni, malgrado macchie di ruggine dovute alla qualità della carta, staccate le pp 275-278 e due tavv. Sul principio che ogni libero pensatore, ancorchè di fede cristiana, debba porsi l'interrogativo se le profezie bibliche si siano compiute o meno, l'A. ritiene che nel mondo moderno, grazie ai viaggiatori, alle scoperte geografiche e archeologiche, ai progressi della scienza e della tecnica sia possibile verificare, recandosi nei luoghi ove sorgono le rovine di Ninive, Babilonia, l'Egitto, Tiro, la Giudea, quanta parte di favoloso e quanta di verità si celi nei luoghi che videro compiersi prodigi, stando a quanto asseriscono le Sacre Scritture. L'osservazione diretta dei luoghi è condotta mediante il confronto con i testi sacri, e si conclude generalmente a favore della veridicità di questi ultimi. Nessun esemplare in CCFr.
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knock
Fragments de la doctrine secrète accompagnés par P. Colin de lithographies originales.
In 4°, broch. edit., pp 80 e num. lit. orig. n.t. e f.t. Es. n. 160, a quaderni sciolti.
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lauf ingo d.
L' héritage du Tibet; nature et signification de l'art bouddhique au Tibet.
In 4°, leg. edit.; fregio al piatto ant. e tit. in oro sul d., pp 231 e decine di ill. a colori f.t.
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Le Gobien, Charles
Istoria dell'Editto dell'Imperatore della Cina, in favore della religione cristiana. Coll'aggiunta di alcune notizie intorno gli honori, che i CINESI rendono a CONFUSIO, & à DEFONTI; unito con: Dichiarazione fatta al Serenissimo Duca del Maine....
In 8° (cm 10,7 x 16,9), legatura piena pergamena coeva con titolo su tassello manoscritto al dorso, pp (2), 169 per la prima opera; (3), 173-254, (2) bianche, (8) per la seconda ("Dichiarazione fatta al Serenissimo Duca del Maine Intorno a gli onori, che i Cinesi fanno a Confusio, e a i Morti."); fregio silografico al frontespizio, esemplare in buone condizioni, bruniture uniformi ad alcuni fascicoli, dovute ai tipi diversi di carta utilizzata; meticolosamente conservato e ben completo anche della carta bianca tra le due opere, della prima edizione in italiano (la seconda stesso stampatore, 1699) del gesuita francese di origine bretone Le Gobien (1671-1708), Procuratore della Missione franco-cinese, il quale seppe risvegliare l'interesse delle classi intellettuali verso la missione di evangelizzare l'Asia dell'Est; sul tema delle violente diatribe letterarie allora in corso riguardo i cosiddetti "Riti cinesi" ("Le Père Gobien entra dans la trop fameuse querelle entre les missionnaires, sur les cultes que les Chinois rendent à Confucius et aux morts", De Feller), nonchè sull'importante Editto "registrato ne' primi Tribunali", riguardante "la libera facoltà di predicare, e di abbracciare la Religione Christiana in tutti i suoi Stati", pubblicò quest'opera (titolo originale: "Histoire de l'édit de l'empereur de la Chine en faveur de la religion chrétienne avec un éclaircissement sur les honneurs que les Chinois rendent à Confucius et aux morts"). La seconda opera riguarda la composizione delle relazioni politiche tra Cinesi e Moscoviti, e traccia le tappe dell'evangelizzazione da parte dei Padri della Compagnia nel Paese, a partire dal 1581. Sfogliando Cordier, "Bibliotheca Sinica" troviamo la cronistoria dell'elenco di opere riguardanti la presente opera; innanzitutto questa prima edizione italiana Zapata, non presente in SBN, con notizie sul traduttore, il gesuita Giacinto Ferrero: nato a Valperga 1648, morto a Torino nel 1730. Alcune delle proposizioni contenute nell'opera, uscita in francese nel 1698 (Paris, Anisson), furono censurate dalla Sorbona; ne seguì un libello dei gesuiti contro la predetta censura; nel 1700, addirittura queste proposizioni vennero deferite alla Santa Sede, e Le Gobien palesa nel 1701 il suo risentimento, in un "Parallèle de quelques propositions dont les unes ont été déférées au Saint Siège et à la Sorbonne et les autres nel'ont pas été, quoiqu'elles méritassent beaucoup plus de l'être". Sei esemplari in SBN della seconda edizione, uno della presente in Biblioteca Vaticana, entrambe collazionano numero di carte inferiore al fondo; Cordier, "Bibliotheca Sinica", 836, 837, 900, 248, 779; Sommervogel III, 1512; De Feller, Tome V, p 489.
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Mai-Mai sze
The Tao of painting, a study of the ritual disposition of chinese painting..
2 Voll. in 4° quadrato, leg. edit. tutta tela, pp XXII, pp 161, pp. XXXV, pp.587, centinaia di illustr. n.t. e f.t..
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Maria de Agreda
Compendio Storico della Mistica Città di Dio, o'sia Vita di Maria Vergine dettata da Nostra Signora alla Venerabile Madre Maria di Giesù Abbadessa nel Convento dell'Immacolata Concettione nella Villa di Agreda.....
In folio (cm 19,5 x 25), legatura mezza pergamena, cc (1), pp 544, (1) c b, vergate in nitida leggibile grafia, su venti righe per pagina, didascalie coeve di altra mano nei margini laterali, esemplare in buone condizioni, carta forte, pagine uniformemente brunite, sporadiche ingialliture e macchie, più accentuate alle prime 20 cc. Il frontespizio presenta antica integrazione di carta di cm 6,5 di altezza, al margine superiore. Il titolo recita: "Compendio Istorico della Mistica Città di Dio, o'sia vita di Maria Vergine dettata da Nostra Signora alla Venerabile Madre Maria di Giesù Abbadessa nel Convento dell'Immacolata Concettione nella Villa di Agreda. Compendiata et tradotta dalla lingua spagnuola in lingua Itagliana (sic) da un Religioso della Compagnia di Giesù l'anno 1693." In calce al titolo, le firme di "D. Eletta Tana Canon. Leteran.se" e Pietro Francesco Bosio di Dogliani, in grafie coeve alla data indicata, la seconda pare firma di possesso, vergata da mano diversa dal resto del ms. La struttura consiste in tre Parti sulla Vita della Madonna, precedute da un' "Introduttione o'sia Prologo" di Eletta Tana, e seguite da un capitolo di "Consigli dottrinali". Compendio della "Mistica Città di Dio" della francescana scalza Maria d'Agreda (1602-1665), dotata di speciali carismi, estasi, visioni, bilocazioni; l'opera, stampata per la prima volta a Madrid presso la Tipografia Reale, (prima traduzione italiana, Palermo 1703), fu messa all'Index nel 1681 per decreto di Innocenzo XI; le università spagnole ne dichiararono nazionalisticamente la liceità, ma la Sorbona, nella Francia lacerata dai dissidi dotrinali con la Chiesa di Roma, la condannò, per il dogma dell'Immacolata fulcro del libro, e contro il riverberare della Scolastica di Duns Scoto, parte integrante delle dottrine dell'Agreda. Solo dopo 17 anni dalla morte dell'A. e 57 sessioni dell'Inquisizione venne dichiarata la sua ortodossia, peraltro costantemente messa in dubbio dai detrattori che da ogni lato continuarono ad avversarla, riscontrando nel testo numerose concezioni eretiche, pelagiane, nestoriane, calviniste, luterane. Nel 1713 fu nuovamente condannata, e la causa di beatificazione, intrapresa subito dopo la morte dell'A., si arrestò al grado di "Venerabile". La redattrice del nostro ms definisce la Madre D'Agreda superiore ai "Maestri ben addottrinati.. in ogni genere di scienze naturali" (evidente allusione alla Filosofia naturale), e accosta la"Mistica Città" al "Corpus Dionysiacum", compendio esoterico attribuito al misterioso Dionigi l'Aeropagita. Nella Prima Parte del ms viene ripercorsa la Genesi della Creazione, e introdotta fin dal primo momento la presenza antagonistica di Lucifero e dei demoni, costante in tutta l'opera,; l'A. descrive con circonlocuzioni allusive la Concezione Immacolata, confronta i tempi e i modi, attraverso le nozioni mediche note all'epoca, della trasformazione da embrione a feto, con evoluzione più rapida nel caso unico della Vergine. Analogamente, si sofferma sulla nascita di Cristo, momento in cui il feto non priva la madre partoriente della verginità e non è avvolto nell'amnio: "non divise il claustro virginale... e non era involto in quella tunica, che chiamano secondina, con la quale nascono gli altri fanciulli." L'opera è fittamente intessuta di digressioni su particolari simbolici quali abbigliamento e ornamenti, di riferimenti numerologici, i primi "Concili" degli Apostoli, le devianze dottrinali, le apparenti contraddizioni tra Antico e Nuovo Testamento. Un messaggio lanciato "attraverso la cortina delle figure,enigmi e metafore", come avverte la Canonichessa Lateranense.
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Maridat p. de
Tractatus de pileo / coeterisque capitis tegminibus tam sacris quam profanis.
In 8° (22x16cm), leg. coeva in piena pergamena molle con titolo su antica etichetta al dorso, ritratto dell'a. f.t.; pp. 6, 184, 5, capilettera, testatina incisa, fori di tarlo al margine delle ultime carte, lievi bruniture. interessante e curiosa opera seicentesca sui copricapo e sui cappelli nelle varie epoche e nelle più svariate fogge; i cappelli sacri di vescovi e cardinali, la kippà ebraica, il cappello dottorale, la corona regale, i copricapi femminili etc... In fine "Index autorum qui in hoc opere laudantur vel emendantur". Non comune (Sconosciuto al Graesse, e alle bibl. consultate) Ediz. orig.
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marques-riviere j.
Le bouddhisme au Thibet.
In 16°, broch. edit. stanca, alcune ill. n.t., pp 250.
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marquès-rivière j.
Vers Bénarès, la ville sainte. L'histoire merveilleuse de Li-Log le guru thibétain..
In 8°, broch. edit., pp 170.
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marteau p.
Le Tarot de Marseille.
In 4°, broch. edit. a colori, pp XVIII, 285, 78 riproduzioni d tarocchi applicati n.t. Esemplare n. 21 della prima edizione di prestigiosa opera.
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Maxwell j.
La Magie.
In 16°, leg. coeva mz tela con tit. in oro, cons. la broch. edit., occhietto, pp 252, allegato altro occhietto con firma autografa dell'A. Definizioni e forme della magia, ma gia naturale e divinatoria, i procedimenti, la forza magica, l'evoluzione della magia, le forme moderne, la magia moderna, l'avvenire della magia. prima edizione di un libro prezioso per la chiarezza e l'attualità del contenuto.
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Mirkhond
Rauzat-us-Safa (Jardin de pureté). Bible de l'Islam ou l'histoire Sainte suivant la foi musulmane trad. par Lamairesse.
In 8°, broch. edit., pp 358. Es. a fogli chiusi. Ediz. orig. della trad. francese.
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mukerji d.g.
Village hindou, Ghond - le - Chasseur.
In 8°, broch. edit., pp 210.
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nn
Le masque, décembre 1959 - mai 1960, Musée Guimet, Paris.
In 8°, broch. edit., pp 148 e XXXI tavv f.t.
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Le Véritable oracle des dames et des demoiselles, conseiller secret répondant d'une maniére infaillible à toutes les questions sur les époques et les événements les plus importants de la vie..
Cm 9,5 x 17,3, copertina muta pp 100, in antiporta ed al frontespizio incisioni raffiguranti i simboli tradizionali delle arti magiche: civetta, firmamento stellato, compasso, cappello a cono; è illustrato un consulto di magia con uno stregone adorno di tutti i segni del suo potere da parte di una giovinetta che vuol sapere se avrà dei figli. Esemplare in discrete condizioni, integrazioni con velina alle prime carte, e ad una parte delle sei carte di tabelle ("Tableau des numéros des questions, et des chiffres indiquant les pages"), con perdita di testo reso illeggibile dal restauro. Su questa curiosa opera esoterica, la migliore presentazione è quanto scrisse Charles Monselet (1825-1888), in Figurines parisiennes (1854): "De tous les livres affectionnés par les grisettes, celui que vous êtes le plus certain de rencontrer au fond de la corbeille à ouvrage, à côté du jeu de cartes traditionnel, du dé à coudre et de l'oeuf en bois qui sert à repriser les bas, le livre le plus consulté et partant le plus recroquevillé à ses angles, celui qu'on s'empresse d'ouvrir au saut du lit, lorsqu'on est à jeun, - sur lequel on médite avec délices ou que l'on rejette avec dépit ; le confident, le conseiller, l'écho, c'est le livre intitulé... l'Oracle des Dames et des Demoiselles. C'est en feuilletant un livre semblable, écrit par les farceurs les plus naïfs, qu'on peut se rendre compte, mieux que par la lecture de Senancourt et des romans esthétiques, de tout ce que l'âme d'une femme contient de faiblesse, de crainte, d'illogisme, d'irrésolution et de folies. L'Oracle des Dames et des Demoiselles surpasse encore en extravagante puérilité la Clef des Songes : il répond à «toutes les questions sur les événements et les situations diverses de la vie» ; la dernière édition en a été corrigée et augmentée d'après les manuscrits des savants Etteilla, Lavater et Julia Orsini. C'est cet oracle qui, à l'éternelle question : Que fait maintenant la personne à laquelle je pense ? ne manque jamais de répondre : Elle soupire après le jour qui vous réunira.".
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Manuale ecclesiasticorum seu collectio decretorum authenticorum Sacrae Rituum Congregationis, segue, Supplementum.
In 8°, leg. coeva mz pelle con fregi in oro, pp 228, L, grande tabella rip. f.t., pp 124 per il supplemento, all'interno curiosi biglietti ms e a stampa inerenti i riti ecclesiastici. Rara opera sui riti ecclesiastici in elegante ediz. torinese.
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Philosophia; tomo I (IV).
Quattro tomi in 4° (cm 16 x 22,2), ottime legature coeve in pergamenaa puntinata, tasselli al dorso con titoli e filettature dorate, pp numerate229: 359 per il primo tomo; 242 per il secondo; 223; 222 per il terzo; 166; 194 per il quarto. In realtà le pagine sono molte di più: quelle enumerate sono quelle manoscritte, ma spesso il verso (più raramente il recto) della pagina scritta è bianco, e i fogli scritti sono interfogliati da carte bianche, con un rapporto di 1:1, a a volte anche 1:3. Tagli rossi. Testo in latino, vergato con minuta, uniforme, grafia settecentesca, precisa e nitida come una stampa. Volumi in ottime condizioni, carta bianchissima. Alla fine di ogni parte, "Index Titulorum" con l'indicazione delle pagine. Il primo tomo contiene un trattato di filosofia, suddiviso in capitoli: il nome, la natura, l'esistenza, l'oggetto ed il fine di tale disciplina, le sue parti, che vengono poi analizzate minutamente: logica, ovvero l'"ars cogitandi", ove sono riportati i divertenti sillogismi, quali: "Sinenses non sunt Turca/Turca non sunt Christiani/Ergo, Sinenses sunt Christiani". A questo punto del discorso la Logica sfocia nella Grammatica e Sintassi, di cui viene fornito ampio excursus, sempre con una certa insistenza sui sillogismi, e l'analisi di molti. Troviamo riferimenti ai Manichei, a Malebranche, e frasi esemplificative su "Ludovicus XV Rex" (il quale viene esortato ad onorare la legge divina), che ci permettono forse di datare il ms. Poi, "Metaphysica", che inizia significativamente con un capitolo "De dubitatione", ove viene esaltato il dubitare come regola per gli uomini che vogliano risalire alle cause prime e agli intenti del "Geometra" che formò l'Universo. La seconda parte della Metafisica si intitola "Theologia Naturalis": il concetto di divinità, è, nella mente umana, innato, oppure fittizio ed avventizio? La Teologia naturale si apre con numerose pagine dedicate alle obiezioni contro idea di Dio come innata e non indotta dalla cultura. Poi: l'esistenza di Dio, argomenti pro e contro (desunti dalle proposizioni degli ateisti). Ancora: della natura di Dio, della sua incorporeità, dei suoi attributi. Il secondo tomo si apre con la terza parte della Metafisica: Pneumatologia, ovvero scienza degli spiriti creati, con capitoli su mente e memoria, e uno sull'essenza degli Angeli. Segue l'Etica, ovvero scienza dei costumi: bontà e malizia delle azioni umane. Il terzo tomo si apre con una nuova disciplina, la "Physica, seu scientia naturae": la materia, il moto, contrapposto allo stato di quiete, e le sue leggi per la prima parte; astronomia per la seconda, i massimi sistemi tolemaico, copernicano, ticonico, Cartesio, i pianeti, gli anelli di Saturno, la fasi lunari; poi, i terremoti e le precipitazioni. L'ultimo capitolo del terzo volume riguarda l'influsso degli astri e l'astrologia giudiziaria. Il terzo tomo contiene anche un disegno a piena pagina di soggetto astronomico. Il quarto tomo tratta delle Scienze della Terra: l'acqua, il mare, il fuoco, i meteoriti, i fossili, poi piante, animali ed infine corpo umano descritto minuziosamente nei suoi organi e nella varie parti: anatomia e fisiologia. Ogni parte si chiude con una prece rivolta a Dio, e la formula "Amen". Impressionante "summa" redatta con certosina pazienza probabilmente in anni di assiduo lavoro, da ignoto trascrittore delle conoscenze scientifiche dell'epoca, in grafia armoniosa e comprensibile.
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Recueil de remèdes.
In 8° (cm 11,8 x 18), copertina tratta da codice manoscritto secentesco in scrittura cancelleresca, cc (49) testo in grafia settecentesca per la quasi totalità delle pagine e ottocentesca per le ultime, perfettamente leggibile, (17) carte bianche, (2) cc con appunti al verso. Buone condizioni, a poche carte l'inchiostro ha scurito lievemente la pagina retrostante, ma testo sempre assai leggibile. Affascinante raccolta, per uso domestico e privato, di rimedi "éprouvés", "admirables", "contre tous les maux", con non infrequenti escursioni nell'orrido e raccapricciante. Il manoscritto presenta almeno tre tipi di scritture diverse, corrispondenti ai diversi possessori nel corso del XVIII° e XIX° secolo. L'ultimo è il docteur Retier, bibliotecario alla Facoltà di Medicina di Nancy, "médecin principal en retraite lauréat de l'Académie des Sciences, Officier de la Légion d'Honneur", che l'11 febbraio 1877 firma l'ultima pagina del volume scrivendo tutti i suoi titoli onorifici e accademici, dopo aver aggiunto alcune ricette di sua mano, più "scientifiche" delle prime e primissime, che sono "segreti" a base di: limacce rosse o a righe pestate; sterco di gallina preferibilmente bianco ("remède qui dispense de se faire saigner") e zampa bruciata di pernice rossa da inghiottire diluendone la cenere col vino; lombrichi mondati della terra ma non lavati, e fatti friggere fino a calcinazione; escremento di cane maschio essiccato; "teinture sympathique", variante dell'esoterica "polvere simpatica"; unguento ottenuto pestando scarafaggi in un mortaio, fino a ridurli in polpa, e fatti bollire con scaglie di sapone di Marsiglia. Possiamo individuare due epoche di stesura del testo: la prima settecentesca, con riferimenti a libri a stampa o periodici di Accademie scientifiche del XVIII° secolo che recano testimonianza di rimedi e ricette, opinioni di celebri contemporanei, come il dottor Tronchin di Ginevra amico di Voltaire; la seconda epoca, che comprende le ultimissime carte, è ottocentesca, con citazioni da periodici coevi dal 1848 al 1850. Parallelamente, abbiamo tre "filières" di contenuti: la prima, quello degli ingredienti esoterici sopra citati, facenti capo alla farmacopea popolare. In questa fascia, oltre agli ingredienti, anche le indicazioni sono meticolose e obbediscono non di rado a bizzarri rituali: l'uovo, per esaltarne l'efficacia, deve essere raccolto "il più fresco possibile": ovvero, "mentre esce dalla gallina"; se il paziente ha difficoltà a inghiottire, "bisogna farglielo fare di forza". In caso di soffocamento da vapore di carbon, bisogna trasportare la vittima in cortile o in giardino e gettarle per parecchie ore, perchè l'esercizio è faticoso, acqua gelida sul viso, mantenendo debita distanza; se il paziente desse segni di volersi muovere, bloccargli la bocca con un bastoncino di legno e introdurre a viva forza acqua con "alkali volatil fluor". Il secondo livello appartiene al filone dei vari "Alexis Piémontais" o "Grand et Petit Albert", segreti intrisi di alchimia: corallo rosso; balsamo di zolfo, contravveleno per ingestione di verderame; come fare l'inchiostro: con acqua piovana o di fonte, mallo di noce...; radice di liquerizia per il morso del serpente a sonagli; scorza di salice; come riconoscere se le acque sono ferruginose; teriaca, quinquina, salsapariglia, rabarbaro, canfora, ipecacuana, trementina, "sel ammonia", "suc de mercuriale", "suc de bourrache", piante talvolta effettivamente dotate di proprietà astringenti, lassative, antidolorifiche, seppur blande. Al terzo strato, il più recente e "scientifico", troviamo citate erbe quali la "Brayera anthelmintica", vermifuga; le foglie essiccate di "Baguenaudier" o Senna bastarda ("Colutea arborescens"), dalle virtù purgative che, se fumate, "acuiscono i sensi"; la "Belle de nuit", detta "Jalap d'Europe", dotata di proprietà purgative e antispasmodiche come l'"Ipomaea purge" del Messico. La ricetta della fabbricazione dell'oppio con il papavero bianco. Troviamo bibliografia di riferimento, tratta da opere fresche di stampa su nuovi ritrovati, quali, di Balthazar Georges Sage, "Expériences propres à faire connaître que l'alkali volatil-fluor est le remède le plus efficace dans les asphyxies; avec des remarques sur les effets avantageux qu'il produit dans la morsure de la vipère, dans la rage, la brûlure, l'apoplexie, etc.". Oppure, citazioni da vetuste ricette contenute ad es. in numeri dei "Mémoires de l'Académie Royale des Sciences" del 1701. Vastissimo il ventaglio di mali, specchio di altre epoche: scabbia, dermatite squamosa, e, ad avvenuta guarigione, "Régénération des poils dans quelque partie du corps que ce soit". Crude e realistiche le descrizioni minuziose delle carni in putrefazione, su cui deve essere applicato il miracoloso "Baume de Geneviève" che fa cadere prima il marciume ("la boue qui paraissait suinter"; i "sucs nourriciers qui coulaient de chaque fibre restante"); poi cadono le ossa rimaste e si rigenerano i tessuti perfettamente senza traccia di cicatrizzazione, sul moncherino. Compendio prezioso, senza equivalente alcuno nei libri a stampa coevi, con un plusvalore intrinseco: documentazione dell'evoluzione delle cognizioni medico-farmaceutiche-erboristiche coprenti l'arco dell'intero XIX° secolo, con un pizzico di magia (il "Balsamo Celeste" esalta le sue virtù se conservato, e smosso per sei volte al giorno, in letame di cavallo il più caldo possibile...), magari all'interno di membri di una stessa famiglia.
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percheron m.
L'Inde.
In 8°, cartonatura edit. ill., pp 160 e 145 ill. fot. in b.n. n.t. e ill. a colori di Zenker f.t.
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Pio IV
Bulla applicationis maleficiorum status ecclesiastici, in favorem Camerae Apostolicae Factae.
Placchetta in folio (cm 20,8 x 30,8), senza legatura, stemma papale al frontespizio, di Pio IV papa Medici, tra i santi Pietro e Paolo, sotto l'intitolazione; alla carta (a2), sigillo silografico pontificale con motto; in calce, l'elenco dei cardinali, su due colonne. Bel capolettera silografico con pellicano simbolo di Cristo. Data della prima bolla: 1561 Nonis Decembris; data della seconda bolla: 1561 Septimus Idus Februarii Pubblicato a Roma da Antonio Blado, cfr. Annali Blado n. 1785. Esemplare in buone condizioni, gora non grave al margine esterno superiore ed esterno. Nella bolla si deplora il fatto che "in quasi tutte le città, terre, castelli... e luoghi a noi direttamente soggetti... sono avallati numerosi delitti", avallati da connivenze del potere locale; stabilisce che i beni, confiscati a chi ha praticato malefizi, vadano a beneficio della sola S. Sede Apostolica, "ne' si intromettano altri poteri, per altre destinazioni degli introiti, eccetto che per le mura, le fonti, i ponti e le vie (da restaurare)". Cinque esemplari censiti in tre blioteche in SBN. (Si allega traduzione dell'intero documento) Rarissima e significativa documentazione.
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Poyrters, Adriaan
Ydelheyd des werelds : verciert met zinnebeelden, rym-dighten en zede-leeringen door P. Adrianus Poirters.
In 16° (cm 9,4 x 15,4), legatura piena pelle coeva con fregi in oro al dorso, angoli consunti, e piccoli difetti, pp (24), 190, (2); antiporta allegorica incisa in rame, raffigurante "Vanitas": donna si mira nello specchio, circondata da simboli della vanità, di A. F. Diamaer; quindici incisioni calcografiche (cm 5,7 x 9,4) di Philippe de Mallery (1598-?), incorniciate da filettatura, con l'illustrazione degli emblemi oggetto dei vari capitoli, con motto in latino e traduzione in olandese, in distici rimati; una decina di grandi, bellissimi finalini silografici alla fine dei vari capitoli. Esemplare in buone condizioni e carta forte, incisioni perfette dalla nitida inchiostratura, , pallida gora al margine inferiore delle ultime quaranta carte, tarletti al margine interno superiore e al margine inferiore, bianchi, da p 69 a 99, senza perdita di testo; al frontespizio, la data è su minuscolo ritaglio di carta incollata. Delizioso libro di emblemi (prima edizione 1644, con titolo: "Ydelheit des weerelts") del Gesuita Poirters (1605-1674), troviamo infatti come primo emblema, ritratto di S. Ignazio di Loyola fondatore dell'Ordine, attorniato dai simboli della Compagnia, e sospeso tra due sfere: la sfera terrestre, con il luogo d'origine e le Terre di Missione, e le sedi dei collegi e seminari gesuiti; e la sfera celeste, sua ultima meta. L'opera ha molte delle medesime incisioni utilizzate nel 1627 per il "Typus mundi" di Hans Cnobbaert, nonchè per "Amoris divini et humani antipathia" (1626). Deliziose bizzarre interpretazioni allegoriche di Calamità e Pericoli che nel vivere mondano si oppongono all'amore divino, troviamo ad esempio Cupido che distrugge il mondo con tutti i suoi beni con una macchina a pedali in forma di croce ("Erit ex hoc aequior Orbis"); Un esemplare, forse, censito in COPAC (che precisa: "Edition statement from Praz"); l'edizione presenta le stesse caratteristiche tipografiche di quella del nostro, ma lo stampatore è differente: "Joannes Paulus Robyns". Landwehr (Ned.), 641. Afdeling Bijzondere Collecties: Emblemata.
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privat e.
Aux Indes avec Gandhi.
In 8°, broch. edit., pp 279.
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