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Zuccalà Emanuela
Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, testimone della Shoah. Nuova ediz.
br. Quando fu liberata, con l'arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell'inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, Liliana ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L'esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono. E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare... perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
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Saponaro D. (cur.); Torsello L. (cur.)
Archivio Luigi Pirandello. La Reale Accademia d'Italia
br.
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Dino Formaggio. Estetica e filosofia. Atti delle giornate di studio per il centenario della nascita 1914-2014
brossura
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D'Antuono Nicola
Ultime indagini e letture su Alberto Arbasino
br. A integrazione e in aggiunta alla monografia "Forme e significati in Alberto Arbasino" del 1999 (e in seconda edizione nel 2007), il saggio di Nicola D'Antuono, su un altro modello organizzativo e con diverso taglio narrativo, interpreta ancora l'universo immaginario dello scrittore lombardo, deceduto il 22 marzo di quest'anno: ritratti, immagini, autoritratto e autobiografia, volto come racconto e ricordo funerario, realtà come spettacolo e spettacolo teatrale, antropologia, genealogia e storia, scapigliatura e tradizione lombarda, Illuminismo e Lombardia fantasma. I rilievi critici, rapsodicamente unitari, non trascurano la «vita bassa» della penisola e nelle pagine emergono fragorosamente anche cattolicesimo e laicismo, claustrofobia e flânerie, snobismo, bohème e dandismo, i valori del mondo liberaldemocratico defunto (conversazione, dovere civico, cortesia), alcune figure retoriche e la poetica della parodia e del sarcasmo.
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Vandromme Pol
Pierre Drieu La Rochelle
br. La biografia di un autore maledetto, che qualcuno ha definito il «fratello europeo di Francis Scott Fitzgerald». Uno scrittore tormentato che, invece di volgersi a una ricerca interiore, si è gettato nell'agone politico che, nel 1945, si concluse con il suicidio. Introduzione Armando Torno.
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Ponte coperto Pavia. A settant'anni dalla ricostruzione, riscoperto attraverso carte e cose dalla fine dell'800 ai giorni nostri
ill., br. Un luogo, Pavia, colmo di "icone" rappresentative ma che tra tutte ha maggiormente identificato questa, il Ponte coperto, per propagandare la propria cultura, il proprio commercio e la sua fama di città d'arte. Qui raccolte troverete cartoline, pubblicità, biglietti, libri, medaglie, manifesti, riviste, frasi, poesie... tutte cose che probabilmente saranno passate "inosservate" nei decenni ma che, raccolte nel tempo e qui con minuzia contestualizzate, diventano oggi un curioso materiale di "studio"; oggetti che rivelano, attraverso le varie interpretazioni grafico/letterarie di oltre un secolo, quanto sia presente il Ponte coperto nella nostra memoria collettiva e nel nostro tessuto commerciale e sociale. Un viaggio nel "tempo perso" rimanendo fermi lì, su un Ponte che è bello e utile oltrepassare ma sul quale è meraviglioso anche solo qualche minuto sostare.
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Rossi D. (cur.)
La città di vita cento anni dopo. Fiume, D'Annunzio e il lungo Novecento adriatico
br. Nell'ultimo lustro si sono ricordati gli anniversari di quattro fondamentali passaggi che indelebilmente hanno segnato le terre dell'Alto Adriatico: il quarantennale della stipula del Trattato di Osimo (1975-2015), con cui si definisce giuridicamente il confine tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, il settantennio della firma del Trattato multilaterale di Parigi (1947-2017), con cui si pone fine al secondo conflitto mondiale, sancendo la perdita di sovranità da parte dell'Italia nelle Colonie e a Tenda e Briga in favore della Francia, ma soprattutto la cessione dell'Istria, con Zara e la Dalmazia, oltre a Fiume e a parte del Carso goriziano, a cui avrebbe dovuto seguire la formazione del cosiddetto Territorio Libero di Trieste sotto l'egida della nascente Organizzazione delle Nazioni Unite. Infine, il centenario dell'impresa dei legionari di Ronchi (1919-2019), con cui un manipolo di irredenti capitanati da Gabriele d'Annunzio vuole rivendicare la cosiddetta "vittoria mutilata" e il debole atteggiamento del Governo italiano, che politicamente non era riuscito a tradurre in maniera vantaggiosa le proprie affermazioni militari. La sorte di Fiume, Zara e di altre località adriatiche abitate da numerose comunità italiane segna gli umori di gran parte dell'opinione pubblica del Paese, nel frattempo messo in ginocchio da una forte crisi economica, sociale, a seguito della chiusura delle ostilità, e a cui si aggiunge quella sanitaria (la spagnola). Il generale malcontento da virtuale diviene concreto e tutta una serie di agitazioni, di vario colore politico, dilagano per tutta la Penisola. Contemporaneamente trova amalgama quella miscela di anticonformismo, irredentismo nazionalista e futurismo militarista che proprio nella spedizione dannunziana a Fiume segna una sintesi. In tale contesto, infatti, un manipolo di ufficiali, al comando di truppe che già da alcuni mesi sono in fervida attesa, il giorno 11 settembre 1919 parte alla volta di Fiume. L'Impresa dannunziana è lo specchio paradigmatico della contestuale complessità del primo dopoguerra europeo, caratterizzato da forti atipicità e da una compresenza di suggestioni assai difformi tra loro, dalle tendenze nazionaliste, alle evocazioni marxiste, senza tralasciare l'attrazione verso il sindacalismo rivoluzionario.
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Perrone Lia
Il caso Moro tra storia e finzione
br. Dal 1978 a oggi, Leonardo Sciascia, Alberto Arbasino, Dario Fo, Giuseppe Ferrara, Marco Bellocchio, Giorgio Vasta, Daniele Timpano e numerosi altri scrittori, drammaturghi, cineasti si sono appropriati del caso Moro trasformandolo in un oggetto narrativo all'incrocio tra storia e finzione. Questa abbondante produzione fittiva è al centro del presente saggio: l'accurato censimento dei testi e la loro analisi approfondita si accompagnano in questo volume ad una riflessione più ampia sulla relazione tra l'evento e la sua rappresentazione artistico-letteraria, che consente di interpretare con sguardo critico lo slittamento di Aldo Moro da figura storica "reale" in homo fictus e di aggiornare alla luce di nuovi elementi la questione spesso dibattuta delle influenze reciproche tra riscritture del caso Moro e immaginario collettivo.
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Biondi Marino
Le belle lettere. Carlo Bo e Leone Piccioni. Maestri e amici
br. Due maestri della critica e della civiltà italiana del Novecento rivivono in queste pagine, dense di riferimenti culturali quanto di memorie personali. Letteratura come vita di Carlo Bo fu il verbo ermetico di una generazione e resta legato al protocollo solenne di San Miniato (1938). Un episodio leggendario del Novecento letterario. L'esercizio della critica letteraria per decenni tra università, la sua di Urbino, di cui fu il rifondatore e il Magnifico Rettore, giornali e stampa, fece del taciturno intellettuale ligure (1901-2001), dal 1984 Senatore a vita, il giudice letterario più autorevole e prestigioso nell'Italia moderna. Leone Piccioni (1925-2018), discepolo di Giuseppe De Robertis a Firenze, allievo e collaboratore di Giuseppe Ungaretti nell'Università di Roma, editore critico delle poesie ungarettiane, fu un alto dirigente Rai, vicedirettore generale, e contribuì a traghettare la sua raffinatissima cultura letteraria, la sua scaltra tecnicalità nella poesia e non solo, sul servizio pubblico radiotelevisivo. La grande scuola della Repubblica. E «L'Approdo» fu la sua trasmissione. (...)
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Nurchis Federica; Ponti Leonardo
Storia in scatola. Eventi, personaggi, economia, ideologia
ill., br. L'invenzione della latta, sottile foglio d'acciaio rivestito di stagno, ha origini antiche, che affondano le radici nel tardo XIII secolo, in Germania, dove la produzione prese avvio grazie alla presenza di ricchi giacimenti di ferro e stagno; per la capacità di non opacizzarsi e di resistere all'azione degli acidi naturali, senza alterare i sapori, fu ampiamente utilizzata per creare attrezzi e recipienti da cucina. Dalla metà del Settecento, l'Inghilterra investì nello sfruttamento delle miniere stannifere in Cornovaglia, giungendo nell'ultimo quarto del secolo successivo a detenere il primato nel settore. In virtù di un sistema brevettato nel 1810 dal londinese Peter Durand, sviluppato due anni più tardi a livello industriale da John Hall e Bryan Donkin, applicando le tecniche precedentemente sperimentate da Nicolas Appert, la banda stagnata trovò largo impiego nella realizzazione di contenitori ermetici per conserve alimentari. In Italia, solo nell'ultimo decennio del XIX secolo comparvero i primi produttori di latta, fino ad allora importata da Germania e Inghilterra. Di lì a poco, si affacciarono sul mercato italiano anche le prime aziende specializzate nella lavorazione di questo materiale, adatto a salvaguardare i prodotti dall'umidità, avviando la produzione di scatole destinate a una vasta gamma di alimenti, ai tabacchi, ma anche al packaging dell'industria farmaceutica o di altri beni d'uso quotidiano. La tecnica della cromolitografia su metallo consentì di animare i contenitori di illustrazioni pubblicitarie sempre più varie e colorate per attirare l'attenzione del consumatore. In breve tempo, le confezioni di latta entrarono in migliaia di esemplari nelle case degli italiani.
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Barassi S. (cur.); Risaliti S. (cur.)
Henry Moore. Il disegno dello scultore. Ediz. a colori
ill., br. Dedicato a Henry Moore (1898-1986), uno dei più rinomati artisti del Novecento, il volume è realizzato a cinquant'anni dalla grandiosa esposizione fiorentina di Forte Belvedere. Le grafiche e le sculture del maestro britannico, riprodotte a colori, sono accompagnate dai testi critici che ne ricostruiscono la vita e il percorso artistico. "Henry Moore", scriveva Giulio Carlo Argan, "è un classico. Non lo è nel senso di un classicismo formale rimodernato, come quello che da Rodin trapassa in Maillol o in Despiau, ma nel senso di una classicità immune da pregiudiziali stilistiche ed inerente alla storicità intrinseca dell'arte, sempre che questa storicità venga riconosciuta, come la riconoscono Matisse, Picasso, Brancusi e perfino, mutato il segno da positivo in negativo, Giacometti".
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Lukács György; Infranca A. (cur.)
Dialettica e irrazionalismo. Saggi 1932-1970
brossura I nove saggi che compongono questo volume coprono un arco temporale di quasi quaranta anni, ma presentano una costante stabilità di temi che è data dalla contrapposizione tra dialettica e irrazionalismo. Si tratta di due tematiche ampiamente affrontate da Lukács nell'intero corso del suo sviluppo intellettuale, ma che a partire dagli anni Trenta fino alla sua morte - che è l'arco temporale di questa raccolta di saggi - assume sempre più una determinazione politica ed etica. Non si tratta più di una contrapposizione tra dialettica e irrazionalismo che riguarda un'estraneità al proprio mondo, come fu per il periodo giovanile di Lukács, oppure una contrapposizione in cui la dialettica superava imperiosamente l'irrazionalismo, come nei primi tempi della sua adesione al movimento comunista. Adesso con il comparire del fenomeno inquietante del fascismo, Lukács si rende conto che la contrapposizione teorica ha assunto l'aspetto di una battaglia politica ed etica. Sono in gioco i destini dell'umanità e non più una scelta personale e individuale, oppure un momento di ripensamento di un'esperienza rivoluzionaria sconfitta dalla reazione. Adesso la lotta ideologica e politica è ricominciata e il valore di tale lotta è molto più alto, perché non si tratta di ripensare una rivoluzione, ma di salvare l'umanità.
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Biribanti Paola
Il caso Filiberto Mateldi. Misteri, futurismi e immagini di un grande illustratore del Novecento
ill. La prima monografia dedicata a uno dei massimi disegnatori italiani. Vignettista satirico tra i più mordaci degli anni Venti, arbiter elegantiae sulle riviste di moda dell'Italia bene degli anni Trenta, illustratore di punta di una pietra miliare della letteratura per l'infanzia come La Scala d'oro UTET, cartellonista innovativo, scenografo, attore presso alcune tra le più importanti compagnie del primo Novecento e capocomico della Compagnia del Teatro Futurista, Filiberto Mateldi è stato un talento multiforme. Indefessamente attivo, in Italia e in Argentina, fino alla morte prematura, nel 1942. Perché, nonostante la fama in vita e il numero e l'importanza delle collaborazioni («Il Giornalino della Domenica», il «Corriere dei Piccoli», «Dea», «Lidel», «Il Balilla», «Pasquino»...), sul maestro e marito di Brunetta Mateldi Moretti, celebrità della grafica di moda, la bibliografia esistente è così scarsa? Perché le notizie biografiche sono tanto vaghe? Grazie a un'approfondita ricerca storico-anagrafica e al prezioso materiale messo a disposizione dagli eredi, Paola Biribanti è riuscita a trovare una soluzione al "caso Mateldi". Nel corso delle indagini sul personaggio, sono emerse notizie diverse da quelle finora considerate acquisite e particolari che hanno aperto varchi verso la scoperta di nuove e inaspettate dimensioni nella sua vita tumultuosa, che fanno de Il caso Filiberto Mateldi, non solo la prima monografia interamente dedicata a uno dei massimi disegnatori italiani, ma un riferimento imprescindibile per i dati biografici e professionali su di lui. Il volume, impreziosito dalla prefazione di Gianni Brunoro, è riccamente illustrato e corredato di lettere, fotografie, bozzetti e disegni inediti.
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Ridolfi Maurizio
Le feste nazionali
br. La vittoria nella Grande Guerra (4 novembre), la Liberazione (25 aprile), la nascita della Repubblica (2 giugno) sono le ricorrenze canoniche dell'Italia democratica. Ma quale storia hanno dietro di sé? E quali altre ricorrenze sono state invece dimenticate o derubricate? Quella sorta di pedagogia storica che un paese esercita segnando sul calendario la celebrazione dei momenti fondanti della propria storia cambia nel tempo. Lo mostra questo volume raccontando le nostre feste nazionali, dai primi anni unitari alla mobilitazione patriottica della prima guerra mondiale, alla ritualità fascista, all'affermarsi di un patriottismo costituzionale nell'età repubblicana. E infine all'evolvere del calendario civile del primo ventennio del Duemila che ha visto fra l'altro l'istituzione di ben cinque diversi giorni della memoria.
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Bartlett Karen
Gli architetti di Auschwitz. La vera storia della famiglia che progettò l'orrore dei campi di concentramento nazisti
br. Questa è la storia scioccante di come furono creati i forni crematori e perfezionate le camere a gas che permisero l'eliminazione di milioni di persone durante l'olocausto. Alla fine dell'Ottocento, la Topf & Figli era una piccola e rispettata azienda a conduzione familiare con sede a Erfurt, in Germania, che produceva sistemi di riscaldamento e impianti per la lavorazione di birra e malto. Negli anni Trenta del secolo scorso, tuttavia, la ditta divenne leader nella produzione di forni crematori e, con l'avvento della seconda guerra mondiale, si specializzò nella produzione di forni "speciali", destinati ai campi di concentramento. Durante i terribili anni dell'Olocausto, la Topf & Figli progettò e costruì i forni crematori per i campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Belzec, Dachau, Mauthausen e Gusen. Gli uomini che concepirono queste macchine di morte non furono ferventi nazisti mossi dall'ideologia: a guidare i proprietari e gli ingegneri della Topf & figli furono piuttosto l'ambizione personale e piccole rivalità, che li spinsero a competere per sviluppare la migliore tecnologia possibile. Il frutto del loro lavoro riuscì a superare in disumanità persino le richieste delle SS. Ed è per questa cieca dedizione al lavoro che i fratelli Topf passarono alla storia con infamia. Il loro nome è ancora impresso sulle fornaci di Auschwitz.
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Gobetti Eric
E allora le foibe?
br. «Decine di migliaia», poi «centinaia di migliaia», fino a «oltre un milione»: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Anzi, negli anni, tutta la vicenda dell'esodo italiano dall'Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente. Questo libro è rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell'esodo o a chi pensa di sapere già tutto, pur non avendo mai avuto l'opportunità di studiare realmente questo tema. Questo "Fact Checking" non propone un'altra verità storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l'intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una 'versione ufficiale' molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto è accaduto in anni terribili.
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Ellero Giuseppe
Patrio amore e fuoco di carità. L'assistenza pubblica a Venezia dopo il 1797
ill., br. Con questo studio che si aggiunge alla collana "Carità e Assistenza a Venezia", Giuseppe Ellero delinea la storia e le trasformazioni dell'amministrazione pubblica della beneficenza elemosiniera e degli istituti di ricovero e di educazione dalla caduta della Repubblica di Venezia ai nostri giorni, attraverso i documenti che per lunghi anni ha riordinato e studiato come archivista dell'IRE. Da quei documenti, redatti prima dall'aristocrazia e poi dalla borghesia veneziana, l'evoluzione della dignità della persona appare lenta e tarda e solo il mito del glorioso passato sembra essere lo sprone a tenere il passo con le riforme sociali durante il difficile trapasso verso l'epoca moderna. È la "storia dall'interno" delle grandi istituzioni ottocentesche: la Congregazione di Carità, la Commissione Pubblica di Beneficenza - presieduta dai patriarchi - che erogava sussidi a 40 mila poveri, e la Congregazione di Carità italiana, presidente il celebre abate Jacopo Bernardi e segretario lo storico Alberto Stelio De Kiriaki. È la cronaca della Casa di Ricovero che dal 1812 prese il posto del glorioso Ospedaletto; della Ca' di Dio e degli Ospizi per anziani autosufficienti; di tutti i grandi ricoveri per bambini e giovani orfani (la Pietà, gli Asili d'Infanzia, le Zitelle, le Penitenti di San Giobbe, i nuovi orfanotrofi dei Gesuati e delle Terese, il Collegio Manin). Una cronaca che, dalla metà dell'Ottocento, sarà scritta dalle congregazioni religiose - i Somaschi, quella del beato Caburlotto, le Canossiane, le Dorotee, le Suore di Carità, le Figlie di San Giuseppe, le Francescane Elisabettine e, infine, del santo don Orione - alle quali è delegata, sotto il controllo dell'ente pubblico, la cura dei nostri "vecchi" e dei giovani. Lo studio si avvia alla conclusione con le novità apportate dal Fascismo con la costituzione nel 1937 dell'ECA (l'Ente Comunale di Assistenza) e nel 1939 dell'IRE (le Istituzioni di Ricovero e di Educazione), per terminare, dopo i giorni del dopoguerra e della democrazia, con la trasformazione dell'IRE che dall'inizio di questo 2020 fonde e unisce nell'IPAV (Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane) gran parte delle istituzioni assistenziali veneziane per porsi in linea con un vero e proprio sistema di sicurezza sociale a garanzia dei diritti della persona.
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Igort
Quaderni ucraini. Le radici del conflitto
ill., br. «Al principio l'Ucraina era per me qualcosa di indistinto, una nuvola appartenente al firmamento sovietico. Poi ho cominciato a frequentarla e i nomi esotici che sentivo in casa sin dall'infanzia divennero paesaggi concreti. Come è stata la vita durante e dopo il comunismo da queste parti? Me lo domandavo sinceramente. Trascorsi due anni nei paesi dell'ex Unione Sovietica, fermando le persone. per strada e chiedendo a quegli sconosciuti di raccontarmi la loro storia. Mi resi conto in breve che la vita non era stata tenera, che molti di loro erano testimoni e sopravvissuti di un genocidio che ancora oggi fatica a essere ricordato.» (Igort)
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Rossi Maurizio
Colli. La questione della grandezza
br.
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Nave Luca
Lascia stare Dio e muori! Il lamento di Giobbe al tempo della biotecnomedicina
brossura
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Giacometti Valeria; Nicotri Gioacchino
I Patti Lateranensi. Aspetti sociologici, storici, giuridici
br. L'Italia è uno stato laico. Non esiste una religione di Stato, per lo meno dal 1984, quando il Governo Craxi siglò con la Santa Sede il rinnovo e la modifica del Concordato di mussoliniana memoria. I Patti si resero necessari per la definizione della famosa e annosa "Questione romana" e per la regolamentazione dei rapporti Stato/Chiesa. Soprattutto, essi furono necessari per garantire al Governo Mussolini l'appoggio dello "zoccolo duro" formato dai cattolici. Oggi, tuttavia, ci si chiede se non sia il caso di rescindere questi Patti, che a detta di molti consentono troppe ingerenze della Chiesa nelle questioni laiche. Con questo lavoro gli autori cercano di fornire una spiegazione storica, sociologica e giuridica del perfezionato negozio internazionale, tentando al tempo stesso di fornire qualche risposta.
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De Martini Piero
Johannes Brahms. Autobiografia dell'artista da giovane
brossura Vienna, 1871. Al terzo piano di un appartamento al numero 4 di Karlsgasse, un «vagabondo senza indirizzo» ha trovato casa e concluso così, dopo i pellegrinaggi degli anni di formazione e dei primi successi, la sua giovinezza raminga. L'uomo si chiama Johannes Brahms e dieci anni dopo quel rigido giorno di dicembre decide di ripercorrere la sua vita, sottraendo i frammenti di una storia lontana e unica dalla nebbia della memoria. L'urgenza di raccontare porta alla luce un'infanzia trascorsa in una fatiscente dimora di Amburgo, cullata da una serena povertà e dall'amore dei genitori, ma anche schiacciata tra le aspirazioni paterne tradite e la terrificante mediocrità dei concittadini benpensanti; un micromondo complesso, abitato da un bambino pallido, destinato a diventare uno dei compositori più liberi e all'avanguardia del Romanticismo. In questa autobiografia impossibile, Piero De Martini dà voce alla giovane esistenza di un musicista eternamente in bilico tra classicismo e passione, tra struttura e sentimento. L'amore verso la letteratura; le idee migliori giunte con il lucido da scarpe in mano; la scoperta del sublime dopo aver toccato le vette e gli abissi dell'anima di Beethoven; le forti amicizie; l'impegno assoluto verso Robert Schumann, l'uomo che lo avrebbe perennemente legato a sé in una vertigine di venerazione e inquietudine; il Deutches Requiem, che cresce lentamente dentro il proprio autore «come succede con tutto ciò che è importante e vitale per noi stessi»: tutto nel giovane Brahms è permeato di musica. Quella di De Martini è un'opera immaginaria, rispettosa ed evocativa, capace di offrire al lettore un nuovo modo per avvicinarsi alla musica di Brahms: un racconto che, bilanciando realtà e fantasia, riesce a restituire l'inesprimibilità del genio, le note nervose e perfette, le percezioni violente di un nomade che trova infine il suo posto nel mondo.
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Kandinskij Vasilij
Punto, linea, superficie. Contributo all'analisi degli elementi pittorici
ill., br. "È come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma" scriveva Kandinsky in una lettera del 1925, alludendo alla sua pittura. Ma lo stesso si potrebbe dire del libro che egli avrebbe pubblicato pochi mesi dopo, "Punto, linea, superficie", testo capitale e rinnovatore per la teoria dell'arte e non solo per essa. Fra tutti i grandi pittori del '900 Kandinsky è quello che forse più di ogni altro ha sentito l'esigenza di dare una formulazione teorica ai risultati delle proprie ricerche e di allargarne il significato toccando tutti i piani dell'esistenza. Già nel 1910, quando appena cominciava ad aprirsi la strada alla terra incognita dell'astratto, Kandinsky aveva scritto "Über das Geistige in der Kunst", altro testo di grande risonanza, proclama mistico più che saggio di estetica, appello a un rivolgimento radicale della vita oltre che al rinnovamento dell'arte. "Punto, linea, superficie" si presenta come un'opera più fredda e tecnica, ma in realtà è l'espressione più articolata, matura e sorprendente del pensiero di Kandinsky. Alla base del libro sono i corsi che Kandinsky teneva dal 1922 al Bauhaus. In essi egli mirava soprattutto a individuare la natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma, perciò innanzitutto del punto, della linea e della superficie. Con estremo radicalismo Kandinsky dichiarava allora di voler fondare una scienza dell'arte: nel corso ulteriore delle ricerche i problemi avrebbero dovuto esser risolti matematicamente, e su questa strada si sarebbe mossa tutta l'arte futura. Per questo suo assunto e per le scoperte che per la prima volta vi sono esposte, "Punto, linea, superficie" ebbe un'influenza determinante in diversi campi, basti pensare alla grafica. Ma ciò che oggi colpisce nel libro è innanzitutto l'abbozzo di una metafisica della forma, ben più che il progetto di una scienza esatta.
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Fedele Greta; Troglio Sara
Vera. Resistenza, deportazione e impegno di Vera Michelin Salomon
brossura Il 27 ottobre 2019 veniva a mancare Vera Michelin Salomon. La sua vita, interamente rivolta all'impegno politico e alla testimonianza, la vide schierata in prima linea nella lotta contro il fascismo e l'occupazione nazista. A un anno dalla sua morte, l'Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED) presenta questo omaggio per ricordare la sua figura attraverso alcuni suoi scritti privati e ancora inediti: lettere, fotografie e documenti del periodo della Resistenza, della deportazione e del successivo impegno politico e di memoria. I documenti sono accompagnati da una contestualizzazione delle differenti fasi di lotta e prigionia a cura delle due storiche Greta Fedele e Sara Troglio. Un ritratto creato direttamente attorno alle sue parole e a quelle dei compagni di lotta che lascia trapelare emergere è il volto di questa donna in cui forza, determinazione, curiosità e gentilezza avevano trovato un perfetto equilibrio.
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Di Grado Antonio; Distefano Barbara
In Sicilia con Leonardo Sciascia
br. In una delle cento Sicilie, nell'isola del latifondo e delle miniere, della tracotanza mafiosa e del rovello pirandelliano, cento anni fa nasceva Leonardo Sciascia, raccontato in questo libro accanto al cuore assolato e desolato della sua terra. Quale ambiguità cela il rapporto di Sciascia e degli altri scrittori siciliani con la loro isola? Come tenere insieme la tensione che li fa aprire al mondo e quella, inversa, che li riporta sempre allo "scoglio" della Sicilia, che li richiama sempre a sé, condannandoli a ritorni sconsolati? È proprio Sciascia che definisce la sua terra "irredimibile" perché troppo l'ama e perciò se ne scora, diventando l'ultimo dei grandi scrittori siciliani a tenere in vita l'utopia di una fiera diversità antropologica, di un'isola laboratorio del pensiero critico e vigile osservatorio del "contesto". Un autore non associabile unicamente al tema della mafia, dunque, ma anche e soprattutto a un impegno costante con la verità e la memoria. Un viaggio itinerante nella biografia dello scrittore, dall'aula scolastica di Racalmuto alle carceri dello Steri, dalla zolfara di Assoro ai paesi etnei, per cercare le tracce che questi luoghi hanno lasciato nei suoi testi e cosa sono diventati oggi.
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Osti Guerrazzi Amedeo
Gli specialisti dell'odio. Delazioni, arresti, deportazioni di ebrei italiani
br. Durante l'occupazione nazista dell'Italia, tra il settembre 1943 e il maggio 1945, migliaia di ebrei italiani furono traditi, arrestati e deportati nei campi di sterminio. Chi furono i responsabili di questo crimine? Quali furono i rapporti tra nazisti e fascisti nella persecuzione degli ebrei? Quali procedure misero in atto questi "specialisti dell'odio"? Basandosi su materiale d'archivio in gran parte inedito e sulle acquisizioni della storiografia italiana e straniera più recenti, questo libro ricostruisce la prassi della persecuzione e le dinamiche di collaborazione che le forze d'occupazione tedesche instaurarono con gli apparati fascisti. Lo studio, prendendo in considerazione alcune zone specifiche - Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Trieste e le due province al confine di Como e Varese -, mette anche in luce il contributo che non pochi cittadini italiani comuni diedero, attraverso delazioni, tradimenti e violenze, al piano nazista di sterminio.
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Gentile Giovanni; Pisano M. (cur.)
Inediti sulla morte e l'immortalità
br. «Il difficile non è concepire l'immortalità, ma la morte»: così, in un quadernetto di appunti risalenti agli anni 1909-1910, mai consegnato alle stampe, Gentile annotava il suo turbamento circa quelle che possono essere annoverate tra le questioni più decisive dell'attualismo. Decisive non tanto perché particolarmente ricorrenti - la prima trattazione sistematica dedicata al tema della morte e dell'immortalità non vedrà la luce che nel 1916 -, bensì per il carattere profondamente controverso che le contraddistingue. Ed è proprio per la «difficoltà e astruseria di questo problema», come lo definisce nel 1920, che il filosofo vi si impegnò, privatamente, più di quanto non si potrebbe forse presagire considerando esclusivamente i suoi scritti editi. Alla serie di appunti volti a perlustrare i concetti di morte e immortalità si è ritenuto opportuno affiancarne, inoltre, degli altri che, concernenti il valore dell'"individuo", la natura del "carattere", o, ancora, il "concetto di filosofia definitiva", occorrono ad approfondire, secondo un altro rispetto, il senso della medesima inquietudine speculativa. La pubblicazione di questo tomo, pertanto, si propone di consegnare al lettore un ulteriore strumento ermeneutico, che, collaterale ma non secondario, consenta l'accesso ad uno dei temi più incisivi nello sviluppo dell'attualismo: la meditatio mortis.
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Quatela Antonio
«Dottor Ugo». Agente speciale dell'Ovra
ill., br. Intrighi, spionaggio, tradimenti, false piste. Quella contenuta in questo saggio storico potrebbe sembrare la trama di un giallo dalle svolte mozzafiato, invece è una biografia, il cui protagonista è Luca Ostèria, alias dottor Ugo Modesti, agente speciale dell'Ovra, meglio noto come «dottor Ugo» o semplicemente «Ugo». Servitore del fascismo dal 1926 sino alla primavera del 1944, cambia bandiera in accordo con Guido Leto, allora capo della rediviva Ovra, e si mette a disposizione delle forze della Resistenza e degli Alleati. Antonio Quatela con dovizia documentale ripercorre le incredibili vicende di questo enigmatico manipolatore doppiogiochista che ha saputo cambiare pelle a seconda delle necessità e delle esigenze del momento. In ultimo, però, una domanda sorge spontanea: con la nascita della Repubblica e la democrazia, che fine ha fatto la super spia «dottor Ugo»? La risposta è naturalmente in queste pagine.
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Berger Edmund
Accelerazione. Correnti utopiche da Dada alla CCRU
br. Tra le provocazioni dadaiste nell'Europa tra le due guerre e il pensiero apocalittico dell'accelerazionismo contemporaneo si stende un filo lungo un secolo di avanguardie artistiche, politiche e controculturali. È un flusso sotterraneo che porta dall'Internazionale Situazionista al teppismo di strada dei movimenti rivoluzionari USA degli anni Sessanta, passa per il punk e attraversa il Settantasette italiano, connette Autonomen tedeschi e attivismo hacker, cyberfemminismo e cultura rave, neoismo e Luther Blissett, magia del caos e Chaos Computer Club. In questa ricognizione, Edmund Berger traccia la storia definitiva di cent'anni di pensiero utopico. Da Tristan Tzara alla CCRU di Sadie Plant, Mark Fisher e Nick Land, questo libro racconta personaggi, eventi ed esperimenti a volte surreali e a volte geniali, tutti accomunati da un obiettivo soltanto: sostituire nuove mitologie alle narrazioni del potere.
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Guida Elisa
Senza perdere la dignità. Una biografia di Piero Terracina
br. Un nuovo lessico famigliare che lega il mestiere dello storico alla forza della testimonianza. Una finestra sulla vita di Piero Terracina (1928-2019). Su una normalità spezzata dal fascismo e dal nazismo. Nato in una famiglia di ebrei romani, Piero ha conosciuto le leggi razziali, la persecuzione e la deportazione a soli quindici anni. Scampato alla razzia del 16 ottobre 1943, ha vissuto nascosto fino alla sera del 7 aprile 1944, quando insieme ai genitori, ai due fratelli, alla sorella, a uno zio e al nonno è stato arrestato e rinchiuso a Regina Coeli. Cominciava il suo viaggio per Auschwitz-Birkenau, dove è entrato il 23 maggio 1944. Unico sopravvissuto della sua famiglia, Piero ha cercato di ricostruire la sua "seconda vita" basandosi sul lavoro e sugli affetti rimasti. Per decenni non ha raccontato nulla della sua esperienza, poi ha trovato nella parola la ragione della sopravvivenza ed è diventato uno dei più impegnati testimoni della Shoah in Italia. «Ho ricordato», immaginava di rispondere a Dio, semmai gli avesse chiesto che cosa avesse fatto di importante sulla Terra.
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Motta A. (cur.)
Nella crepa di un muro. Sciascia, Moro e la Puglia
brossura «Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola. Non ne vedevo, in questa campagna, da almeno quarant'anni». Così inizia "L'affaire Moro". Sciascia scende, come una lucciola, nella crepa che si è aperta d'improvviso nella vita di Moro una mattina di primavera e ne illumina dal di dentro la tragedia dell'uomo solo. Moro è stato il personaggio che l'ha cambiato, ma tanti e robusti sono i fili che legano Sciascia alla terra di Puglia: da Vito Laterza (l'indimenticabile editore del romanzo "Le parrocchie di Regalpetra") a Vittorio Bodini, da Tommaso e Vittore Fiore a Giuseppe Giacovazzo, da Domenico Cantatore a Lisetta Carmi, da Tommaso Di Ciaula a Raffaele Nigro, da Renato Candida a Gianfranco Dioguardi. In un saggio a più voci, questa Puglia lontana è ricostruita da Antonio Motta con irresistibile passione.
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Capurso Giovanni
La ghianda e la spiga. Giuseppe Di Vagno e le origini del fascismo
brossura Giuseppe Di Vagno fu il primo parlamentare vittima dello squadrismo fascista. Ancora oggi la sua vicenda interpella il tribunale della nostra coscienza civile. L'opera, che appare nel centenario della morte del deputato pugliese, avvenuta il 26 settembre 1921, in primo luogo si propone di ricostruirne vita e pensiero, dai primi anni della formazione all'impegno pacifista e antimilitarista, dall'assistenza agli sfollati durante la Grande Guerra alle lotte per l'unità del Partito socialista italiano, dai soprusi dello squadrismo fascista all'elezione in Parlamento. In secondo luogo, cerca di inquadrare la vicenda all'interno della genesi del fascismo. In tal senso, l'omicidio Di Vagno, secondo l'autore, costituì per Mussolini il colpo di grazia al fragile tentativo di realizzare a livello nazionale il Patto di pacificazione con le altre forze politiche del Paese. In più, rappresentò, sul momento, il crollo degli ideali di libertà e riscatto che, incarnati nel parlamentare e veicolati dalla sua parola, avevano trovato un grande seguito in Puglia. Visto in questa luce, il delitto costituisce uno dei passaggi chiave nel processo che portò alla dittatura fascista.
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De Bernardis Ilenia
L'«illuminata imitazione». Le origini del romanzo moderno in Italia: dalle traduzioni all'emulazione
br. «Romanzi di consumo destinati "a un effimero smercio", come dimostrano la qualità scadente della stampa, i materiali utilizzati, il formato "tascabile"; romanzi dispersi nel tempo o ritenuti indegni di essere conservati nelle biblioteche»: tali erano considerati i romanzi stranieri in Italia, nel Settecento, da parte dell'establishment culturale? opere di basso livello, di scarso valore letterario, destinate ad accontentare i gusti del pubblico e le curiosità di vanesie lettrici. Su queste premesse, Ilenia De Bernardis delinea le tappe di un percorso narratologico che, a partire dall'Inghilterra, attraverso la mediazione della Francia, porta alla nascita, diffusione e affermazione del romanzo "moderno" in Italia e che culmina nella produzione di romanzi "derivati", o meglio "d'emulazione". Archetipiche ed esemplari di tale processo risultano le vicende editoriali del primo romanzo di Samuel Richardson, Pamela; or Virtue Rewarded, uscito anonimo a Londra nel 1740: l'eroina protagonista, Pamela, è una servetta-scrittrice, intelligente, devota al padrone - che ne insidia la virtù con frequenti e scabrosi tentativi di seduzione - e ricompensata infine da un cambio inaudito di status sociale. Pur rimanendo fortemente fedele all'originale, la traduzione italiana si contraddistingue per frequenti «interventi manipolatori», nella volontà di adattare le vicende al clima culturale e alla morale dell'Italia settecentesca. Il "viaggio" ideale di Pamela attraverso l'Europa del XVIII secolo viene infine reinterpretato secondo la chiave della distinzione di gender: i percorsi irti di insidie e accidentati delle molteplici eroine romanzesche, simili eppure diverse, rispecchiano infatti le modificazioni e le trasformazioni in atto nel tessuto sociale in cui si trovano ad agire soprattutto per ciò che concerne il ruolo e le funzioni dei generi sessuali.
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Anscombe Gertrude Elisabeth Margaret
Saggi di filosofia pratica
br. Il volume raccoglie tre saggi - La laurea al sig. Truman, Intenzione e La Filosofia Morale Moderna, scritti da Elisabeth Anscombe nel biennio 1957-1958, qui tradotti, commentati e accompagnati da un'accurata introduzione che fornisce un ampio quadro degli argomenti in essi affrontati, dopo aver illustrato la vita, il carattere e il pensiero etico dell'autrice. Fondatrice della 'teoria dell'azione' del Novecento e filosofa solo recentemente riscoperta tra gli studiosi di storia del pensiero delle donne, G.E.M. Anscombe partecipava attivamente a una straordinaria scuola di filosofia al femminile fiorente a Oxford durante la Seconda Guerra Mondiale, periodo ritenuto la «Golden age of female philosophy». Considerata particolarmente intransigente e determinata, tanto da meritarsi l'appellativo di «Dragon Lady», condivideva l'atteggiamento di fiero disaccordo nei confronti della tradizione filosofica oxoniense dominante, considerato puramente 'accademico' e poco adeguato a orientare razionalmente nelle scelte di vita pratica, e non esitò mai ad affermare con forza la propria posizione, attirandosi la dichiarata ostilità di numerosi pensatori contemporanei, in merito a questioni centrali nella società dell'epoca (e non solo), ad esempio schierandosi contro l'uso dei contraccettivi, l'aborto, o ancora contro la proposta del Senato accademico di Oxford di conferire a Harry Truman la laurea honoris causa, riconoscimento a cui la Anscombe si oppose tenacemente, con vigorose argomentazioni scaturite nel libello La laurea al Sig. Truman e fondate sulla tesi secondo cui Truman fosse da ritenere responsabile per i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
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Huysmans Joris-Karl; Quattrocchi L. (cur.)
Qualcuno
br. «Le opere d'arte accompagnano costantemente Joris-Karl Huysmans (1848-1907): non solo nella sua attività letteraria, gremita di riferimenti ad artisti e dipinti, ma anche, e forse soprattutto, nelle diverse fasi della sua esistenza, delle quali le opere d'arte costituiscono il simbolico riflesso, il veicolo estetico della conoscenza di sé attraverso forme e colori. Come in una catena di specchi, vita, arte e letteratura si incalzano in un susseguirsi di intersezioni che si legittimano e chiarificano reciprocamente; le immagini, come parole dipinte, evocano suggestioni e riflessioni che la scrittura da sola sembra inabile a produrre, così come le parole sviluppano dall'eccitamento visivo indizi e ispirazioni che concorrono verso un unico destino. Gli articoli qui raccolti coprono un periodo di mutamenti cruciali nell'opera e nella vita dello scrittore, compreso il raggiungimento della celebrità, dopo l'inaspettato successo di "À rebours", che gli permette indubbiamente una maggiore libertà interpretativa in fatto di critica d'arte. Huysmans, in questi anni (il libro è del 1889), sta ormai per abbandonare l'impressionismo; è nel pieno dell'estetica simbolista-decadente e si accosta alla cultura satanista, in fondo alla quale si intravede, lontano ma inevitabile, il faticoso approdo alla fede. Di qui deriva l'eclettismo nella scelta degli artisti trattati, che vede la compresenza di Degas e Moreau, Whistler e Chéret, Cézanne e Rops. E di qui forse anche il fatto che «Qualcuno» fosse, tra i suoi libri, quello che Huysmans preferiva, proprio perché il più denso di esperienze interiori, vividamente attuali ma sospese tra un passato disatteso e un incerto avvenire.» (dallo scritto di Luca Quattrocchi)
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Aktoris (2021). Vol. 3
ill., br.
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Prestipino Giuseppe; La Porta L. (cur.)
Su Lukacs
br. «Lukàcs abbandona lo schema unilineare, la vecchia formula del progresso prestabilito in forme univoche, e valorizza il tema delle alternative possibili. Il mondo moderno non è la scena di una rappresentazione già scritta al termine della quale debba esserci necessariamente e fatalmente il trionfo del socialismo. Come non potremo mai escludere una enorme catastrofe naturale o cosmica, perché le leggi di base della natura inorganica sovrastano le altre venute dopo, a partire dalla natura organica, così nella stessa vita sociale i giochi non sono fatti, la partita non è conclusa, tutti gli esiti sono possibili, anche quelli socialmente e politicamente catastrofici.» (Giuseppe Prestipino)
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Tagliagambe Silvano
Come leggere Florenskij
brossura "Pavel Aleksandrovic Florenskij è il pensatore che incarna, interpreta ed esprime come nessun altro sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l'anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi e specifici; è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento." L'esegesi del pensiero di Florenskij ha rappresentato una tappa essenziale nelle riflessioni di Silvano Tagliagambe sul ruolo dell'arte e sulla relazione tra visibile e invisibile. In questo volume, il filosofo che fu allievo di Geymonat - specializzatosi in Fisica quantistica all'Università di Mosca - ci introduce all'opera di un personaggio dalla sorprendente versatilità che, prima di trovare la morte nel gulag, fu capace, per dirla con parole di Tagliagambe, di "frantumare ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, muovendosi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi".
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Montanari Gian Carlo
Scusami Russell. Critica a «Perché non sono cristiano» di Bertrand Russell
br.
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Falk Maryla
I «Misteri» di Novalis
br. La meditazione condotta da Novalis sui misteri di Eros e Thanatos, dopo la morte dell'amata Sophie von Kuhn, portò il giovane poeta a concepire la morte come una trasfigurazione che rinnova misteriosamente l'unione amorosa.
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Vanni Adello
Le muse e le vergini inquietanti di Giorgio de Chirico. Uno psichiatra alla scoperta della Metafisica ferrarese
ill., br. Nel 1918 Giorgio de Chirico stava lavorando ad un quadro che avrebbe voluto intitolare Le vergini inquietanti. Oggi quel quadro è conosciuto come Le muse inquietanti. Perché l'autore ha cambiato il titolo? Così è nata questa ricerca indiziaria, che dal quadro si è estesa successivamente a tutta la Metafisica ferrarese, considerata come un continuum iconico/discorsivo: esiste, infatti, un dialogo che lega Il trovatore, Ettore e Andromaca, il Grande Metafisico con Le muse inquietanti. L'autore propone di decrittare queste opere alla luce della vicenda sentimentale tra l'artista ed Antonia Bolognesi, la sua promessa sposa. Indizio dopo indizio, la narrazione psico-biografica arriva ad una possibile conclusione: le tre figure presenti nel quadro potrebbero essere un muso inquieto che s'intrattiene con due muse/vergini inquietanti. Un saggio scientifico e letterario da leggere anche con la curiosità di una indagine quasi poliziesca.
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Lanzetta A. (cur.)
Parole e pensieri di Bona Bianchi, donna di Piombino
br. Bona Bianchi (1910-1973) visse nel periodo fascista la sua giovinezza, scrisse molto, persino un romanzo (che ristamperemo) - "L'incantesimo" pubblicato dalla tipografia La Perseveranza - quando aveva soltanto 14 anni. Villa Bona fu la sede del suo soggiorno piombinese, costruita dal padre che morì a soli 44 anni, a causa di un incidente sul lavoro. Bona girava l'Italia, con il tempo si accorse di possedere doti da medium, aiutando i medici a scoprire malattie e prevedendo persino la morte di Stalin. Nel dopoguerra, importante la sua collaborazione a Costa Etrusca, storica rivista diretta da Ivio Barlettani, dove si firmava spesso Bona Rossi e curava la rubrica "C'era una volta, a Piombino..." Non visse a lungo Bona Bianchi. Un triste giorno del 1973 Aulo Taddei, Ivio Barlettani e Alfio Callai la salutarono dalle colonne di Costa Etrusca come la gentile e cordiale scrittrice di brani antologici sulla sua Piombino, una donna d'altri tempi, che aveva vissuto a fondo la sua epoca (gli anni Trenta) e la sua terra, per raccontare il passato con uno stile raffinato ed elegante.
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Archivio. Emilio Notte
brossura
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Pupo Ivan
«Nessuno trionfa, tranne il caso». Le ultime novelle di Pirandello tra filologia e critica
br. Introducendo, a metà degli anni Trenta, alcune carte pirandelliane inedite, Alvaro fa entrare il lettore nell'officina del grande scrittore siciliano: «[...] forse da una diecina d'anni, ha smesso di scrivere a mano, anche nei suoi appunti; scrive a macchina, con un dito, strappando e ricominciando il foglio a ogni cancellatura per vederselo nitido davanti. Così è composta la sua opera recente». Così, si potrebbe aggiungere, nascono le sue ultime novelle. Ne fa fede il materiale d'archivio che in questo volume si presenta in gran parte per la prima volta: un cospicuo gruppo di dattiloscritti con correzioni autografe che permette di ricostruire, nella sua ricchezza di varianti, una fase redazionale anteriore alle stampe. Su questa base documentaria si offre un ampio risarcimento filologico, ma anche ermeneutico, a testi ingiustamente rimasti indietro rispetto alla fama del romanziere e soprattutto del drammaturgo. Anche il trionfo del caso, che qui riguarda da vicino la novella come genere ed in particolare la narrativa breve dell'ultimo Pirandello, si mostra capace di innescare un rapporto di feconda sinergia tra filologia e critica.
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Giovetti Paola
Madame de Staël. La donna che cambiò la cultura europea
br. Nel dicembre 1803 lasciava la Francia Germaine de Staël, gran dama parigina, scrittrice di successo, donna intelligentissima e scomoda, da sempre ostile a Napoleone, che, temendone l'influenza, l'aveva esiliata. Per sottrarsi all'umiliazione e alla malinconia, aveva deciso di intraprendere un viaggio in Germania allo scopo di raccogliere materiale per un libro su questo paese. La tappa più ricca di promesse era Weimar, l'Atene tedesca, dove da trent'anni risiedeva Johann Wolfgang Goethe, il principe dei poeti. L'incontro fra i due non fu privo di sorprese, bizzarrie, entusiasmi, stanchezze. I frutti però furono straordinari: il libro che Madame de Staël scrisse, il celebre De l'Allemagne, ostacolato in Francia da Napoleone e pubblicato a Londra, fece conoscere il mondo tedesco a un'Europa che lo ignorava e contribuì a diffondere l'ideale romantico, cambiando radicalmente la cultura del continente. Intorno a questa vicenda, sullo sfondo di un'epoca di profonde trasformazioni, Paola Giovetti ricostruisce l'intera parabola di Madame de Staël, le sue tormentate vicende personali, i rapporti con gli intellettuali più illustri dell'epoca, il suo salotto aperto alle idee più avanzate, tanto in ambito letterario che politico.
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Pearson Hesketh
Vita rispettabile e dissoluta di Oscar Wilde
br. Un'esistenza che fu davvero un romanzo, narrata non da un accademico né da un giornalista ma da un attore e regista che affianca alla classica biografia uno studio sulla complessa personalità di Oscar Wilde. Introduzione di Fiorenzo Fantaccini.
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Sterpos Marco
Studi carducciani vecchi e nuovi
br. Nel libro sono raccolti nove studi carducciani, dei quali per la verità solo uno è inedito, mentre gli altri otto sono apparsi su riviste negli anni tra il 2008 e il 2019. Ma in realtà anche sugli articoli già pubblicati l'autore è intervenuto su varianti e aggiunte talvolta anche rilevanti, cosicché egli pensa di poter onestamente affermare che anche i saggi "vecchi" contengono novità. Marco Sterpos è anche convinto che questi studi, sia pur scaglionati nell'arco di dodici anni, non costituiscano una mera somma di saggi, ma sviluppino un discorso coerente e organico. Il primo capitolo è dedicato alle idee del Carducci giovanissimo, tra gli anni 1854 e 1857, come educatore e promotore dell'educazione popolare. Il secondo tratta invece del giudizio morale nella poesia carducciana, che si esprime nell'opposizione tra gli aggettivi «pio» e «reo». Nel terzo l'autore mette a confronto le «rime aspre e chiocce» di Dante con il verso che Carducci scelse per la sua poesia satirica e battagliera, che egli chiamò «roggio», concludendo che nel forgiare questo verso Giosue ebbe ben presente la lezione di quelle «rime» dantesche. Il quarto capitolo tratta delle teorie linguistiche di Carducci e della sua aspra polemica col «manzonismo de gli stenterelli», rappresentato da personaggi come il Bonghi e il Broglio, ma anche con lo stesso Manzoni. Seguono poi due capitoli dedicati a lettere scritte a Carducci da persone a lui vicine o vicinissime e riemerse negli anni più recenti: quelle rimaste dell'amata Lina (capitolo V) ed una del marito di lei il generale Domenico Piva (capitolo VI). Nel capitolo VII l'autore tratta dei «grandi comunicatori» nella poesia carducciana, cioè di personaggi, tra storici e leggendari, che Carducci fa parlare attribuendo loro grandi doti oratorie capaci di affascinare gli uditori. L'ottavo capitolo è dedicato alla storia e alla geografia del Piemonte in Carducci e intende mostrare l'immagine che il poeta (ma anche il prosatore) ha della regione nei suoi aspetti geografico paesaggistici e nella sua storia, e il ruolo di grande protagonista che egli riconosce al Piemonte come patria di Alfieri e stato attorno a cui si è potuta realizzare l'unità d'Italia. Infine il nono capitolo è dedicato alla raccolta dei dodici sonetti del "Ça ira" nella quale Carducci maturo e ormai tornato all'ovile monarchico torna a sacrificare alle "muse della barricata" e al mito della "grande rivoluzione", con una "rappresentazione epica" degli storici avvenimenti del grande e terribile mese di settembre 1792 che fece nascere la repubblica francese.
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Han Byung-Chul
La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite
br. Byung-Chul Han, tra i pensatori più importanti e più letti dei nostri tempi, affronta con stile nitido e conciso una delle fratture al cuore della società di oggi: la paura del dolore. Il mondo contemporaneo è terrorizzato dalla sofferenza. La paura del dolore è così pervasiva e diffusa da spingerci a rinunciare persino alla libertà pur di non doverlo affrontare. Il rischio, secondo Han, è chiuderci in una rassicurante finta sicurezza che si trasforma in una gabbia, perché è solo attraverso il dolore che ci si apre al mondo. E l'attuale pandemia, argomenta il filosofo tedesco-coreano, con la cautela di cui ha ammantato le nostre vite, è sintomo di una condizione che la precede: il rifiuto collettivo della nostra fragilità. Una rimozione che dobbiamo imparare a superare. Attingendo ai grandi del pensiero del Novecento, Han ci costringe, con questo saggio cristallino e tagliente come una scheggia di vetro, a mettere in discussione le nostre certezze. E nel farlo ci consegna nuovi e più efficaci strumenti per leggere la realtà e la società che ci circondano.
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Fontana Fabrizio
FdM. Les fleurs du mal
ill. Catalogo delle opere di Fabrizio Fontana.
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Tokarev Artur; Bychkov Ivan
Architectural guide. The South of Russia. Buildings of the Soviet Avant-Garde 1922-1936
brossura
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