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Gandini Gianni
Mozart e la febbre del sabato sera
br. Carlo è un musicista e un musicoterapista. In realtà non sa bene se è più l'uno o l'altro. È sposato con Lisa, ma dopo un aborto i due tristemente si lasciano. Il dolore è troppo grande, Carlo si ammala e rimane per mesi in una clinica in una località isolata per curare i suoi polmoni. Si fa degli amici, soprattutto uno che chiama Schik (Schikaneder), mentre lui si fa chiamare Moz, come il suo musicista preferito, Mozart. Nella noia dell'ospedale emergono discussioni di largo respiro sulla vita e sulla morte e sulla dubbia paternità di alcune opere attribuite a Mozart. Carlo sta scrivendo una commedia sul suo eroe. Commedia che collima spesso con la sua vita. Dopo i mesi di isolamento Carlo matura e si rende conto di chi è, trova dentro sé una musica che ha sempre posseduto e che pensava di aver irrimediabilmente perso. Concepito come un valzer, in tre tempi diversi che si incrociano, questo romanzo svela la tragedia e la commedia del quotidiano, si interseca con il Requiem mozartiano lasciandoci la percezione che, comunque vada la nostra vita, nessuno può toglierci la musica che abbiamo suonato insieme agli altri e che da sempre ci portiamo dentro.
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Kocjubinskyj Mychajlo; Perri G. (cur.)
Le ombre degli avi dimenticati
br.
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Lacquaniti Luce
I muri di Tunisi. Segni di rivolta
brossura
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Nivola Costantino
Memorie di Orani
ill., ril. Un apprezzato artista si rivela sorprendente scrittore, a tratti graffiarne e impietoso oppure poetico, tenero, arguto. Costantino Nivola non lasciò mai, col pensiero, la Sardegna. E se di questo legame le sue opere figurative danno una testimonianza sintetica nel ricorso ai simboli, rispetto ad esse egli sentì il bisogno di non rinunciare a nulla del racconto dettagliato, ricco di tanti personaggi, sfumature, luoghi, colori, sentimenti nostalgicamente e drammaticamente lontani, perduti. Orani, tra i diversi centri che polarizzarono la sua memoria, è certamente il primo e il più importante: il legame con la terra d'origine e familiare, con sua madre, la donna-pane, protagonista assoluta dell'intera sua vicenda umana e artistica.
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Corti Elisa
Conchiglie
br. «...tenerci così tanto alle cose mi strema» scrive Elisa, e non fatichiamo a pensare che ci sia anche lei dentro questa frase, perché questo piccolo libro è frenetico: nelle domande, nei dubbi, nelle sensazioni, nelle risposte - persino - a volte. È a suo modo incessante e deve essere letto per molti motivi, dal ritmo delle parole alla capacità di dosare gli argomenti e i sentimenti, ma più di ogni altra cosa deve essere letto perché "aiuta" a non sedersi, a non essere pigri.
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Colacicco Antonio
Raccontamelo soltanto se piove
brossura Se su un autobus incontraste qualcuno che volesse raccontarvi una storia, voi come reagireste? Roberto, Rebecca e Libero decidono di farlo e, in questo modo, scoprono quanta magia può nascondersi nella volontà di ascoltare una storia. Roberto è un ragazzo impacciato e insicuro, alle prese con l'ennesima paranoia che gli rende la vita insopportabile. Rebecca, invece, studia filosofia ma è chiusa in un loop infinito di ricordi e timori che non le fanno vivere a pieno il presente. E Libero è un uomo solo. Abbandonato dalla famiglia, alle prese con un lavoro che odia e con un forte risentimento verso il prossimo. In una Roma spazzata dal temporale, è l'incontro con un personaggio sciatto e stravagante, perso nel suo mondo fantastico, a metterli di fronte alle loro debolezze e a renderli consapevoli che tutti hanno la possibilità di credere e sperare in una vita migliore.
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Funari Augusto M.
Il concerto sarà meraviglioso. La storia del pianoforte di Andeby
br. Per affrontare la realtà di tutti i giorni l'essere umano ha bisogno di credere anche nell'incredibile, talvolta. Fa parte della sua natura. Ecco perché in ognuno di noi esistono luoghi magici, luoghi che, pur non avendo mai visto, ci par di conoscere alla perfezione. Sono gli spazi del cuore e della mente, quelli che frequentiamo senza esserci fisicamente perché sono i giardini del nostro intelletto, oasi segrete che conosciamo solo noi e dove crescono le nostre intuizioni migliori, forse la più straordinaria magia che l'essere umano possa realizzare. Protagonista di questo viaggio nel mondo dell'"irreale" è un pianoforte particolare, assolutamente inutilizzabile dalle dita di molti, ribelle a qualsiasi tentativo di accordatura, ma capace di regalare melodie celestiali se a sfiorarlo è un'anima illuminata da affinità elettiva. Proprio come quella del pianista della storia qui raccontata.
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Savinio Alberto
Introduzione a una vita di Mercurio
br. Preziosa plaquette di appena quaranta pagine, Introduzione a una vita di Mercurio, opera ibrida fra il récit e l'essai, apparve in francese nel 1945, a cura di Henri Parisot, presso le edizioni Fontaine. Da allora non più ristampata, né in Francia né nel nostro Paese, ha oggi la rarità numerica (se non il valore venale) della Bibbia di Gutenberg e viene qui proposta in traduzione italiana a cura di Maurizio Grasso. Mercurio-Ermete non poteva non essere la figura centrale nella mitologia personale di Savinio, il corrispettivo celeste della sua terrena poligrafia. È il postino dell'Olimpo, il patrono dei commerci, dei ladri e delle strade, il cicerone delle anime e dei sogni, la meteora e l'icona del viaggio, l'inafferrabile, il transeunte, il marginale. È insomma per lo scrittore - genio mercuriale - il simbolo stesso della libertà interiore e il nume tutelare del suo universo poetico. Il libro, tanto breve quanto straordinario, anche in virtù del cumulo di riferimenti simbolici che vi si concentrano, risulta essere l'ultimo dei suoi testi narrativi, essendo gli anni dal 1945 alla morte dedicati soprattutto al teatro e alla regia musicale. Ritroviamo qui, nell'artefice della stagione protosurrealista degli anni Venti, l'intero capitolo di un immaginario testamento spirituale. Lo scrittore ha accarezzato a lungo il proposito di raccontare il desiderio segreto del «suo» Mercurio. Questo dio obbligato a volare un palmo sopra la humanitas, su cui non gli è concesso soltanto posarsi, questo dio che un cliché plurimillenario costringe nel ghetto di un'intelligenza aerea, lo rende «altro» rispetto alla categoria-uomo. E così, non pago del suo aureo isolamento, Savinio/Mercurio transita dallo stato di immortale a quello di eterno. E non cessa di stupirci.
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Nicosia Giovanni Giuseppe
Dèi, mostri ed eroi della mia Sicilia. Cronache elementari
br. Opera di narrativa, è scritta da un matematico che vive nel nord ed è strettamente legato alle memorie della Sicilia per ragioni familiari. Non è però un libro di memorie. La Sicilia orientale è presentata attraverso personaggi reali e, parallelamente, del tutto d'invenzione, perché l'obiettivo del narratore è narrare l'anima siciliana, il particolarissimo modo di accostarsi ai fatti della vita. Lo stile dell'autore è estremamente personale, ironico e spesso irriverente, pur nel garbo di una scrittura che mira a coinvolgere emotivamente il lettore.
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Piersanti Claudio
La forza di gravità
br. Serena ha diciott'anni, vive con una zia melomane e scontrosa. Il mondo fuori dal suo condominio di periferia, nei pressi di un grande ospedale, la impaurisce, ma la timidezza non la rende meno tenace nel perseguire i suoi sogni: superato l'esame di maturità, si prepara ad affrontare il test di ammissione alla facoltà di Medicina. A guidarla ci sono i consigli e i libri del Professore, un pensionato senza pensione, suo vicino di casa, che conta le stelle cadenti. L'anziano maestro ha da tempo tagliato i ponti con l'esterno e la volonterosa allieva è l'unica persona che accoglie nel suo appartamento. Nel tempo libero, mentre il Professore viene risucchiato da un misterioso progetto, Serena porta a passeggio Fox, il suo vecchio setter, insieme ad altri tre cani del palazzo. Nel buio attraversa spazi abbandonati che brulicano di presenze ostili, ma sfiora anche il lunare Ottavio Celeste - smemorato e intenso - che le si imprime nello sguardo e nel cuore. Grazie al Professore, Serena scopre la gioiosa fatica dell'apprendimento, si impossessa di un metodo di studio. Ma i suoi sogni si incrinano quando lui - per difenderla - si mette nei guai. L'equilibrio è spezzato, i ruoli si rovesciano: è l'allieva, adesso, a prendere per mano il maestro. Finché il Professore, dopo aver compiuto senza rumore un gesto inaudito, sembra sparire nel nulla, trascinato dall'inarrestabile forza di gravità che governa le nostre vite. E che ha però in serbo altre sorprese, per lui e per Serena. Con uno stile misurato e allusivo, Piersanti costruisce un romanzo ricco di suggestioni surreali e poetiche: un'originalissima rappresentazione della caducità della vita e della forza delle relazioni.
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Turgenev Ivan; Gori F. (cur.)
Il canto dell'amor trionfante e altri racconti
br. Il volume raccoglie alcuni degli esempi della tarda produzione novellistica del grande maestro del realismo russo. "L'orologio" e "Punin e Baburin" tracciano poeticamente il volto di una società russa in turbolenta trasformazione attraverso il prisma della memoria artistica. Il tema della morte e della dimensione soprannaturale della vita caratterizza, in diversa misura e approfondimento filosofico, le novelle "Il canto dell'amor trionfante" e "Klara Milic", dove si sente l'influenza di Flaubert. C'è poi "Il racconto di padre Aleksej" che fornisce un quadro pregnante della spiritualità propria della provincia russa, tra cristiana rassegnazione e impulsi iconoclastici, dove Turgenev si avvicina alle tematiche dei suoi contemporanei Dostoevskij, Leskov e Tolstoj.
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Stevenson Robert Louis; Carlotti G. (cur.)
La freccia nera
br. Apparso nel 1886, "La freccia nera" è un romanzo ambientato nella Guerra delle Due rose, il conflitto tra le fazioni degli York e dei Lancaster che dilaniò l'Inghilterra nella seconda metà del Quattrocento. Protagonisti della vicenda sono il giovane Dick Shelton, allevato dal bieco Daniel Brackley - il classico signorotto di campagna che per amore dei soldi schiaccia tutti gli altri in miseria -, e Joanna Sedley. I due si incontrano casualmente nella foresta: Dick soccorre un altro ragazzo, che in realtà è Joanna travestita, e insieme assistono, non visti, a un incontro segreto dei banditi della Freccia nera, nemici giurati di Brackley, i quali, per vendicare i torti subiti, colpiscono i cattivi di turno con le loro precisissime frecce nere: la loro firma. Quando Dick scopre che il mandante dell'assassinio di suo padre è proprio il padrino Brackley, decide di schierarsi a fianco dei banditi, sino allieto fine conclusivo. Tradotto sul piccolo schermo alla fine degli anni sessanta, con una imberbe e tentatrice Loretta Goggi, Aldo Reggiani e un cattivissimo Arnoldo Foà nei panni di sir Brackley, lo sceneggiato in sette puntate fece guadagnare al romanzo un posto importante nell'immaginario della cultura pop del nostro paese.
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Manganelli Giorgio; Nigro S. S. (cur.)
La notte
brossura
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Malaparte Curzio
Maledetti toscani
br. Perché, di fronte a un toscano, tutti si sentono a disagio? Risposta ovvia, per Malaparte: di gran lunga più intelligente degli altri italiani, e libero - la libertà dipende dall'intelligenza-, il toscano è spregioso, disprezza tutti gli esseri umani per la loro stupidità. Per di più è sboccato, insolente, crudele, fazioso, cinico e ironico. Possiede in compenso una greca virtù: il senso della misura, il sentimento della meravigliosa armonia che regge i rapporti fra le cose terrene e le divine (basti pensare alla Divina Commedia, dove il Paradiso sembra un angolo di Toscana). E il più toscano dei toscani, un toscano - diciamo così - allo stato di grazia, è il pratese: becero, certo, visto che non ha paura di parlare come pensa, e rabbioso, rissoso, riottoso, nemico d'ogni autorità, d'ogni titolo e d'ogni prosopopea. È a Prato, del resto, che in mucchi di cenci polverosi «tutto viene a finire: la gloria, l'onore, la pietà, la superbia, la vanità del mondo». Concepito come un arioso, amoroso, sfrontato Baedeker, sorretto da una lingua di scintillante nitore, "Maledetti toscani" ci guida attraverso i paesaggi, i popoli, le città, la letteratura della Toscana, mimetizzando sapientemente la violenza del pamphlet: giacché a ben vedere è anche un ritratto 'en creux' degli italiani, che, vili, pavidi e cortigiani, della verità hanno paura, sognano privilegi e invidiano abusi e prepotenze, non sanno essere liberi e giusti ma solo servi o padroni. E dovrebbero imparare dai toscani a «sputare in bocca ai potenti».
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Dostoevskij Fëdor; Vitale S. (cur.)
La mite. Racconto fantastico
br. «Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo» scrive Dostoevskij nel presentare ai lettori questo racconto perfetto, che di quell'uomo restituisce, con stenografica precisione, il soliloquio delirante e sconnesso, tutto esitazioni, ripetizioni, contraddizioni, pause, balbettii, ripensamenti. Di lui sentiamo i gemiti, e perfino l'eco dei passi che tornano in continuazione al cadavere steso sul tavolo. L'uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato da un illustre reggimento con l'accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un giusto, ma nemmeno un inveterato criminale. È semmai parente stretto dell'Uomo del sottosuolo, con cui ha in comune la rabbia dell'individuo rifiutato dalla società, l'istinto dell'animale braccato. Sragionando ad alta voce, cerca di capire e ricostruire le cause della catastrofe. Ha amato la Mite, ma torturandola con le parole e ancor più con il silenzio, con il perverso «sistema» ideato per vendicarsi di un'antica offesa e ritrovare la dignità perduta. E ora continua a chiedersi: «Perché questa donna è morta?». Genio guastatore, maestro nel far saltare i ponti dei legami causali, Dostoevskij gli nega - e lo nega ai lettori - il sollievo di una spiegazione univoca, definitiva. E il monologo si sgretola in un dialogo con immaginari interlocutori: giudici? avvocati d'ufficio? fantasmi?
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Amadei Novita
Dentro c'è una strada per Parigi
br. Adele passeggia per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant'anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d'arte al posto di calzolai, corniciai e botteghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lunga e rassicurante fila di negozietti di un tempo. Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n'è andato, Adele ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come "una statua con gli occhi strabuzzati", ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con la figlia di tre anni nell'appartamento affianco al suo. Fino a qualche tempo fa Martha era sposata e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi. Adele, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che le riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l'amore non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c'è una strada per Parigi.
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Wilson Katherine
La moglie americana
ril. Napoli è un po' come New York, una città di estremi, o la ami o la odi. Ma se la ami, la ami spassionatamente. Quando Katherine, giovane americana fresca di laurea a Princeton, sbarca a Napoli per uno stage presso il consolato americano, si innamora perdutamente della città, della sua bellezza sconcertante. L'energia caotica che sprigiona è lontanissima dalla sua esperienza di brava ragazza ligia alle regole di famiglia. L'amore per la vita e per il cibo degli italiani, e più ancora dei partenopei, sono all'opposto del suo stile di vita, della sua dieta disordinata e di una certa incapacità ad accettarsi. Nonostante tutto, però, non le ci vuole molto per sentirsi a casa. Merito di Salvatore, studente di giurisprudenza di cui inaspettatamente si innamora, e della famiglia di lui, soprattutto della madre Raffaella, che la accoglie in un caldo abbraccio. A contatto con Raffaella, cuoca sublime e gran donna, Katherine impara i segreti della cucina e del vivere bene. Impara a lasciarsi andare senza paura alla bellezza, alla bontà e alla carnalità. Una storia vera che è un percorso di formazione e apprendimento della felicità, e una dichiarazione d'amore a Napoli e al gusto della vita.
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Wilde Oscar; Alessandra S. (cur.)
Il ritratto di Dorian Gray
br.
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Tokarczuk Olga
I vagabondi
br. La narratrice che ci accoglie all'inizio di questo romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell'Oder, desiderava una cosa sola: essere una barca su quel fiume, essere eterno movimento. È questo spirito-guida che ci conduce attraverso le esistenze fluide di uomini e donne fuori dell'ordinario, come la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per seppellirlo a casa; come l'anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca; come Soliman, rapito bambino dalla Nigeria e portato alla corte d'Austria come mascotte, infine, alla morte, impagliato e messo in mostra; e un popolo di nomadi slavi, i bieguni, i vagabondi del titolo, che conducono una vita itinerante, contando sulla gentilezza altrui. Come tanti affluenti, queste esistenze si raccolgono in una corrente, una prosa che procede secondo un andamento talvolta guizzante, come le rapide, talvolta più lento, come se attraversasse le vaste pianure dell'est, per raccontarci chi siamo stati, chi siamo e forse chi saremo: individui capaci di raccogliere il richiamo al nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi e ci trasforma, perché "il cambiamento è sempre più nobile della stabilità".
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Aciman André
Harvard Square
br. È l'estate del 1977 e Cambridge è quasi deserta. Gli studenti di Harvard vanno in vacanza o a fare esperienze di lavoro all'estero, e sono pochi quelli che rimangono nella città oppressa dal gran caldo di luglio. Tra questi c'è un dottorando che si sta preparando per gli esami. È un ebreo di origini egiziane, un outsider nel mondo accademico di una delle università più antiche e prestigiose degli Stati Uniti. Nella suggestiva Harvard Square, punto di riferimento della vita studentesca, c'è un locale dal sapore mediterraneo, il Café Algiers, completamente estraneo all'ambiente pretenzioso che lo circonda. È qui che lo studente fa l'incontro che potrebbe cambiare il corso di tutta la sua vita. Qui conosce Kalashnikov, un tassista tunisino, così soprannominato per la sua parlantina caustica e chiassosa, che non risparmia nessuno: uomini, donne, bianchi, neri, capitalisti, liberali, conservatori... I due, uniti da una lingua comune, il francese, dal profondo senso di sradicamento e dalla nostalgia per le atmosfere dei loro paesi d'origine, diventano inseparabili. Rinviata ogni decisione sul futuro, riempiono le afose giornate di chiacchiere, cibo, vino, caffé, gite al lago e belle donne. Fino a quando non ricomincia il semestre invernale ed entrambi vengono risucchiati dalle loro "vite di sempre", inconciliabilmente diverse. Un Aciman inedito, ironico e divertente, che attraverso il racconto di un'estate indimenticabile e di un'amicizia intensa e impossibile esplora i temi della ricerca dell'identità e del bisogno di appartenenza.
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Femminis Doris
Fuori per sempre
br. Un litigio risveglia pensieri insopportabili e Giulia salta in macchina, guida giù per la valle, ingoia pastiglie. Si sveglia all'ospedale psichiatrico, e diventa una furia: vuole uscire subito, tenta in tutti i modi di fuggire, rifiuta le cure e i camici bianchi. La dottoressa Sortelli ci mette tanto a conquistare la sua fiducia. La spinge a raccontare la storia della sorella Annalisa, che per Giulia è un macigno da superare. Una volta aperto il cuore, tutto si capovolge: da prigione, l'ospedale diventa una culla, e Giulia non vorrebbe più rinunciare alla sua tiepida protezione. Non si sente pronta ad affrontare la propria fragilità, e il rischio della vita vera. Nel pieno di questa resistenza, irrompe in reparto Alex Sanders, tutta fuoco e tempeste. Porta il fascino della fuga irresponsabile, e Giulia non resiste.
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Levin Meyer
Compulsion
br. Oggi ricostruire fatti di sangue è diventato un intrattenimento di massa - più o meno l'unico, si direbbe. Ma c'è stata un'epoca non lontana, e peraltro abbastanza sanguinaria, in cui l'assassinio gratuito di un ragazzo da parte di due suoi coetanei veniva presentato, sulle prime pagine di tutti i giornali, come «Il delitto del secolo». Accadde a Chicago, negli anni Venti. Due ricchi studenti ebrei, Na-than Leopold e Richard Loeb (che qui si chiamano Judd Steiner e Artie Straus), avevano progettato un delitto perfetto, ma come chiunque indulga a questo genere di fantasticheria finirono per commettere un imprevedibile errore, che li mise rapidamente al centro di un clamoroso processo. Fu un caso che affascinò per decenni i migliori appassionati del crimine, ispirando a Hitchcock "Nodo alla gola", e a Meyer Levin questa travolgente indagine, che diventa via via una superba costruzione romanzesca, dove, come in un grande film classico, protagonisti e comprimari - avvocati, reporter, psicoanalisti - fanno fino in fondo, come meglio non si potrebbe, la loro parte.
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Vilas Manuel
In tutto c'è stata bellezza
br. «Ci farebbe bene scrivere delle nostre famiglie, senza nessuna finzione, senza romanzare. Solo raccontando ciò che è successo, o ciò che crediamo sia successo.» Animato da questa convinzione, Manuel Vilas intreccia con una voce coraggiosa, disincantata, a tratti poetica, il racconto intimo di una vita sullo sfondo degli ultimi decenni di storia spagnola. Allo stesso tempo figlio e padre, Vilas celebra la presenza costante e sotterranea di chi non c'è più, il passato che riemerge a fatica dai ricordi, la lotta per la sopravvivenza che lega indissolubilmente le generazioni. Una narrazione che sottolinea l'umana fragilità, le inevitabili sconfitte, ma anche la nostra forza unica, l'inesauribile capacità di rialzarci e andare avanti, persino quando tutto sembra essere crollato. Perché i legami con la famiglia, con chi ci ha amato, continuano a sostenerci e a definirci, anche quando sono apparentemente allentati o interrotti. E proprio quei legami ci permettono di vedere, a distanza di tempo, che in tutto c'è stata bellezza: in molti gesti quotidiani e anche nelle parole non dette, nell'affetto trattenuto, inconfessato, a cui non possiamo fare a meno di credere e di aggrapparci.
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Chenneviere Louise
Cagna
br. Una donna parla. Accusa. Racconta. Si appropria delle voci di più donne. Ogni voce è un istante strappato all'intimità, salvato dal silenzio, quel silenzio che è la storia delle donne. Questo testo è un tentativo di impadronirsi del diritto di espressione da parte di chi ne è sempre stato escluso, vittima di immensa violenza e indicibile dolore. E come quest'intimità, il corpo e la vergogna fanno già parte del mondo, sotto forma di fantasmi, di discorsi e di tutte le violenze che li hanno plasmati e che ora li infestano. Questo libro è un esorcismo. Per Louise Chennevière, «è un'esplorazione di queste terre dell'immaginario collettivo che modellano la nostra individualità, è un tentativo di comprendere come ci si ritrova a diventare donne un bel giorno, e perché, quando ci si credeva ormai al riparo da quel futuro prestabilito, da quel destino femminile, questo, all'improvviso, ci sbatte in faccia la sua presenza». Si tratta di sogni, di deliri della stessa donna? Di più donne? Ci sono le private, quelle donne che allietano la propria esistenza con la loro stessa immagine, con un uomo o con la maternità, e ci sono le possedute, quelle donne-mostro che si riappropriano violentemente dei loro corpi facendosi carico di quell'infamia che hanno sempre subito. La storia delle donne è dalla parte di questa "leggenda nera" di uomini infami che è, secondo Foucault, la leggenda di quelle "vite che è come se non fossero mai esistite".
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Abbott Edwin A.
Flatlandia
br. Se si considera la personalità dell'autore e l'estroso argomento, Flatlandia potrebbe apparire come un capriccio letterario, rampollato semmai nell'otium accademico di un bonario erudito ottocentesco. Potrebbe essere definito un compiaciuto paignion, un esercizio virtuosistico animato dal "gusto minuto, miope, paziente dello svolgimento di un teorema".
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Canton Giulia
Celeste amore
br. Celeste è una giovane donna alle prese con la sua vita da studentessa e lavoratrice. Vive di piccole cose che scandiscono una quotidianità che sa di caffè e di luoghi in cui rifugiarsi. Ama scrivere e ama Pietro, un ragazzo che condivide con lei il giorno di nascita e il Filo Rosso del Destino. Un amore ossessivo e venale che si trasformerà per Celeste nell'occasione più grande della sua vita: esplorare il fondo della Voragine per rinascere e per conoscere l'amore vero, quello che ricorda che prima di essere due, si è uno soltanto. Celeste Amore è più cose: un racconto, un diario, l'urgenza di fare ordine, quasi una confessione. Uno scrigno che racchiude i momenti di una vita. Celeste Amore è un libro a tratti caotico, ma è anche un dettaglio, una virgola, lo spazio aperto, due parentesi e un po' di malinconia.
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Baratto Paola
Una luce differente
br. La città di provincia dell'infanzia, il borgo saraceno affacciato sul mare, la casa-museo d'un poeta. Tre luoghi, tre giovani donne. E tre modi diversi di fare i conti con l'ombra non ancora dissolta del patriarcato. Un piccolo mistero, seguito alla morte improvvisa del padre, sospinge Vittoria sulla soglia dei ricordi e d'una struggente verità insospettata. Nella purezza appartata d'un orizzonte marino Lidia è sorpresa da una tentazione irresistibile: affrancarsi da una mortificante condizione ancillare. Tra i "fantasmi" della dimora d'un letterato risorgimentale, l'insicura custode Gemma scopre la complicità di alleate reali ed immaginarie. Per tutte, la necessità di essere davvero una luce differente.
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Molaro E. (cur.); Borrelli G. (cur.)
Ranuras. Storie di violenza
br. Violenza fisica, sessuale, psicologica, assistita, stalking: una stessa realtà che si manifesta con volti diversi. Ranuras racconta la quotidianità di molte donne oppresse dalla condizione di abbandono che si ritrovano a sperimentare, situazioni dalle quali sembra impossibile una via di fuga. Venti voci diverse sono protagoniste di storie strazianti, in un viaggio nell'animo tormentato di personaggi impauriti, soli, incompresi. Donne che raccontano dell'impeto di mariti, compagni e padri colpevoli di averle umiliate, picchiate e devastate quando invece avrebbero dovuto soltanto amarle. I carnefici di questi racconti sono uomini comuni che scambiano il possesso per amore e finiscono per rendere le proprie vittime estremamente fragili. Qualche volta però i ruoli si invertono: le donne stesse da vittime diventano carnefici, prevaricando sui i loro tradizionali aguzzini.
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Rigoni Stern Mario
Stagioni
ill., br. Questo libro è il percorso di una vita. Nato da un profondo rispetto della natura, del suo equilibrio e della sua grazia, rievoca grandi avvenimenti della storia e piccole vicende personali, in un flusso scandito dall'alternarsi delle stagioni. Nella memoria dell'autore ogni cosa ha lo stesso spazio, la stessa dignità; ogni frammento trova la giusta collocazione all'interno di un quadro che Rigoni Stern, "uomo di montagna", dipinge dei colori più vivi. Accanto alla campagna di Russia e alla drammatica esperienza del Lager riemergono così episodi apparentemente marginali, che tuttavia danno il senso di una vita: dai suoi giochi di ragazzo alle prime battute di caccia, da una visita alla Reggia di Versailles al "bel gallo" regalato all'amico Vittorini, che però, a mangiarlo, si rivela "selvatico e coriaceo". E poi ancora antichi riti e vecchie tradizioni, uomini e affetti di altre epoche, alberi e animali destinati ad annunciare il nuovo clima e la nuova stagione, luoghi e paesaggi forse dimenticati ma sempre carichi di storia e di ricordi: su tutto lo sguardo, a volte divertito a volte malinconico, dell'autore, testimone del suo tempo e di un passato che continua a riaffiorare.
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Rascelli Giorgio
I nonni di Amatrice
br. Attraverso il recupero della memoria, il romanzo vuole fissare un ritratto della "vecchia" Amatrice, quella che non ci sarà più. Si narra nei dettagli un'estate d'infanzia in paese, alla fattoria dei nonni. Emergono i tratti amatriciani salienti: la freschezza montana, la folla dei villeggianti, i panorami mozzafiato, la genuinità dei prodotti, le fiere, le feste, le sagre, quella degli spaghetti su tutte. Quindi il racconto acquista velocità, facendo una carrellata sulla vita successiva della famiglia protagonista e del paese. Amatrice è vista nel suo sforzo moderno e continuo di porsi, con la civetteria del luogo turistico, al passo con i tempi che cambiano. Lo sviluppo delle vicende familiari si intreccia con la crescita dei personaggi, tutti ruotanti attorno alla figura centrale dei nonni. Fino ad arrivare, parecchi decenni dopo, al momento in cui Amatrice, la sua comunità, tutto ciò che è legato alla sua storia in termini di affetto e di ricordi di chi l'ha conosciuta, si incrocia drammaticamente con il terremoto, con la sua distruzione.
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Nagira Yuu
Luna nomade
br. Sarasa ha nove anni e trascorre spensierata una vita felice con gli eccentrici genitori. La sua tranquillità però si infrange all'improvviso quando, rimasta sola, viene affidata alle cure degli zii, persone rigide e poco inclini ad accettare la sua originalità. La permanenza a casa degli zii è resa ancora più difficile dall'insopportabile cugino Takahiro, che tormenta Sarasa in ogni modo. Disperata, la bambina cerca una via di fuga da quella casa dove si sente estranea, e trova inaspettata solidarietà in Fumi, un ragazzo di diciannove anni che, vedendola sola al parco, la invita a trasferirsi da lui. Sarasa trascorre due mesi felici a casa di Fumi, sperando di non doversene mai andare. Ma nel frattempo la polizia la sta cercando, ritenendo che sia vittima di un rapimento da parte di un pedofilo. Scoperta infine dalla polizia, la bambina viene affidata ad una casafamiglia dove cresce in solitudine, mentre Fumi viene accusato di rapimento e arrestato. Passano quindici anni, Sarasa è adesso una giovane donna che trascorre le giornate tra il lavoro part-time e le attenzioni per il possessivo fidanzato Ry?. La sua vita sembra andare avanti senza scossoni, ma la ragazza pensa ancora a Fumi, l'unico ad averla aiutata mentre era completamente sola, e che per colpa sua è finito in prigione. Fumi si ricorda ancora di lei? La odia per quello che è accaduto?
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Saramago José; Collo P. (cur.); Desti R. (cur.)
Il racconto dell'isola sconosciuta
ill., br. Un uomo ottiene dal re una caravella per partire alla ricerca di un'isola sconosciuta, che ancora non compare sulle carte geografiche. Alla ricerca si unisce la donna delle pulizie del palazzo del re. Una favola d'amore, sospesa tra realtà e sogno.
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Sereni Clara
Casalinghitudine
br. È il 1987 quando in libreria appare "Casalinghitudine" e le ricette di cucina entrano a pieno titolo nella nostra letteratura. Allora non si poteva immaginare che quel libriccino sarebbe diventato un piccolo classico e che quel titolo sghembo avrebbe conquistato il proprio posto nei dizionari. A distanza di quasi trent'anni dalla sua prima edizione, questo manuale-manifesto viene riproposto per la prima volta con una nota dell'autrice che, con affetto e ironia, ne ripercorre le tappe di ideazione e stesura. "Casalinghitudine" è un ritratto del nostro Paese, che Clara Sereni ha potuto tratteggiare raccontando di sé e della sua generazione attraverso il cibo. Ogni piatto ha un ricordo da portare alla luce: la minestra dei Sette Grani evoca la maternità, la pasta e fagioli rappresenta il Sessantotto, un polpettone scandisce il consolidarsi di un'amicizia e una frittata di zucchine può diventare l'immagine di una frattura storica, quella di suo padre, Emilio Sereni, intento a discutere con Pietro Nenni sulla spiaggia di Formia. Il cibo diventa così un vero e proprio linguaggio extra-verbale, capace di creare legami e di esprimere sia affetti, sia disamori. Romanzo di ricordi, di ricette, di riflessioni, scandito dal trascorrere dei decenni, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, "Casalinghitudine" è anche una sorta di antiepica collettiva nella quale ogni donna potrà riconoscere un guizzo, un sapore, una memoria della propria vita.
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Mann Thomas
I Buddenbrook
br. Romanzo pubblicato nel 1901, "I Buddenbrook" narrano l'ascesa e il declino attraverso quattro generazioni di una famiglia della borghesia mercantile di Lubecca. Titolari di una ditta di cereali fondata nel 1768, i Buddenbrook hanno costruito la propria fortuna economica sull'etica del profitto e la disciplina del lavoro e fondato il proprio prestigio sociale sulla rettitudine e il decoro. Ma nella serena compostezza di quel mondo si insinuano a poco a poco i segni del disfacimento finanziario e morale, di quell'insolubile antinomia tra «la volontà del contegno», che argina la dissoluzione ma soffoca la vita, e la resa al caos degli impulsi irrazionali che rompono i ceppi ma frantumano ogni valore sfociando nell'autodistruzione. L'ultimo discendente, Hanno, che eredita dalla madre la passione per la musica e muore di tifo in giovane età, incarna nella sua fine precoce di borghese sviato dall'arte l'esito tragico della lunga saga familiare. La decadenza dei Buddenbrook, in cui Mann ha tratteggiato l'essenza dello spirito borghese europeo, diventa così specchio della crisi dell'umanesimo occidentale, dal cui tramonto nasceranno i mostri della barbarie.
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Tozzi Federigo; Nicoletti G. (cur.)
Tre croci
br. Ambientato a Siena, il romanzo narra il tragico epilogo di una catastrofe finanziaria. I tre fratelli Gambi, proprietari di una bottega antiquaria di libri e oggetti, hanno abdicato ai loro doveri e alle loro responsabilità di mercanti ponendosi fatalmente sul piano inclinato di un edonismo autodistruttivo. Minacciati dall'incombente bancarotta, ossessionati dalle cambiali, vivono alla giornata, in una condizione di continua rimozione. Incapaci di reagire costruttivamente all'annunciato dissesto, tagliano i ponti con l'opprimente società urbana e ripiegano verso uno stile di vita infantile e regressivo: un cammino a ritroso comune a tutti i personaggi tozziani che, come i Gambi, hanno orrore della vita e chiudono gli occhi di fronte a essa. Alla fine il fallimento economico li travolge inesorabilmente. Scritto di getto nell'autunno del 1918,Tre croci adotta un crudo registro naturalistico che scolpisce con forza i caratteri e una castigatezza espressiva che rende potentemente la pena delle anime. Introduzione e note di Giuseppe Nicoletti.
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Avati Pupi
Una sconfinata giovinezza
ril. Sono passati molti anni dal momento in cui si sono innamorati, ma Lino Settembre e sua moglie Chicca continuano ad amarsi. Anche se in apparenza sono persone molto diverse: lei insegna Filologia medievale all'università, lui è un popolare giornalista sportivo che parla spesso di calcio in televisione. Non hanno avuto figli, ma proprio questa mancanza ha finito per rendere ancora più solido e sereno il loro legame. Finché un'ombra non inizia a offuscare la mente di Lino. All'inizio solo momentanei cali d'attenzione, poi vuoti di memoria sempre più ampi e preoccupanti. E a quel punto che comincia la seconda vita di Chicca e Lino, un nuovo amore. Con le sue storie e i suoi personaggi, Pupi Avati sta tracciando uno straordinario autoritratto del nostro paese e del nostro tempo, rivelatore e commovente, tra costume e sentimenti, tra attualità e memoria. Il protagonista di Una sconfinata giovinezza, Lino, perde il contatto con il mondo che lo circonda ma trova rifugio nel ricordo dell'infanzia, nelle sue emozioni e nei suoi profumi. E Pupi Avati, nel raccontare una vicenda che affronta temi di drammatica urgenza, ci sa emozionare e sorprendere.
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De Roberto Federico; Pedullà G. (cur.)
La paura e altri racconti di guerra
br. Negli anni immediatamente successivi alla Grande guerra, il conflitto appena concluso viene raccontato da tutti i maggiori scrittori italiani del tempo, chi in poesia e chi in prosa. Si tratta in gran parte di reduci e testimoni; per quanto possa sembrare strano, però, nessuno ha saputo narrare l'esperienza della trincea altrettanto bene di Federico De Roberto, che, ormai anziano, conobbe il fronte solo in maniera indiretta, in particolare nel celebre "La paura" (1921). La montagna arida e brulla, un cecchino che abbatte a uno a uno gli uomini mandati a raggiungere uno strategico posto di guardia, il panico che si diffonde nella truppa, il senso di colpa del tenente a capo dei soldati: di rado la violenza della guerra è stata messa in scena con tanta esattezza. Completano il volume un saggio critico di Gabriele Pedullà, gli altri otto racconti di De Roberto sul Primo conflitto mondiale e - per la prima volta - tre racconti di argomento militare dati alle stampe tra il 1909 e il 1915.
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Otsuka Julie
Quando l'imperatore era un dio
br. Quando l'imperatore era un dio è il seguito ideale di Venivamo tutte per mare, il romanzo delle giovani donne giapponesi date in moglie a uomini conosciuti solo in fotografia, connazionali già emigrati negli Stati Uniti. Alla voce collettiva, forte e vibrante, che ha stregato una moltitudine di lettori, Julie Otsuka sostituisce qui una voce narrante delicata e sommessa che racconta quello che accadde anni più tardi ai discendenti di quelle famiglie «per caso». Con il suo stile inconfondibile, sobrio e solo in apparenza distaccato, Julie Otsuka racconta l'umiliazione, la paura e lo strazio di una donna forte e decisa; e di due bambini che guardano con occhi stupefatti il loro mondo sfaldarsi nello spazio di pochi giorni, pronti però a sgranarli con lo stesso stupore davanti a improvvise meraviglie.
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Burroughs William; Kerouac Jack
E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche
br. 13 agosto 1944: il giovane Lucien Carr, per difendersi dalle avances dell'amico David Kammerer, lo ammazza e ne getta il corpo nelle acque dello Hudson. Due altri suoi amici, William Burroughs e Jack Kerouac, vengono arrestati per non aver denunciato l'omicidio. Forse anche per elaborare a modo loro l'accaduto, i due scrittori ne tracciano in seguito un resoconto a quattro mani iperrealistico e visionario, dissepolto solo in anni recenti. Raccontando a capitoli alternati, Burroughs e Kerouac assumono il punto di vista di due personaggi-narratori: Burroughs quello di Will Dennison, barista originario del Nevada, sempre preceduto dalla sua "ombra di un metro e novanta", Kerouac quello del marinaio Mike Ryko, "un finlandese diciannovenne dai capelli rossi". Attraverso il loro sguardo e intorno ai protagonisti del tragico fatto di cronaca vediamo così delinearsi una folta compagnia anarco-utopista e sgangherata, euforica e malinconica, che trascorre giorni e notti bevendo e fumando in pub luminescenti, leggendo Faulkner e sognando di raggiungere Parigi. Sullo sfondo, una New York caotica, atterrita e aggressiva, una metropoli di fine guerra in cui il caos visivo è tutt'uno con quello acustico, con le radio che trasmettono le note della Prima Sinfonia di Brahms o il reportage concitato di un giornalista su un circo in fiamme dove "gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche". Con una nota di James W. Grauerholz
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Caffiero Patrizia
Incredibili vite nascoste nei libri
br. Cosa può accadere tra le mura di una casa, all'interno di quell'equilibrio sottile costituito dalla famiglia, dalla convivenza di persone appartenenti a diverse generazioni, con desideri, emozioni e vite totalmente differenti? Storie di allontanamenti e ricongiungimenti, migrazioni, fughe, viaggi, vite costrette a fare i conti con una violenza cieca, dinanzi a cui si può solo resistere, uscendone stravolti, oppure scappare, in cerca di una redenzione. Rivoluzioni che attraversano il paese, nel nord e nel sud, e le famiglie, i costumi, le abitudini, i sogni: ci appartengono perché ci somigliano, ci sono vicine. Maddi, Zoubida, Nena, Vince, Laura, Ilaria, Sarah, Cloe, il Signore e la Signora Flick, Allegra, Maria, Jacopo, Filippo, sono le incredibili vite nascoste nei libri, scritte da Patrizia Caffiero. «Incredibili vite nascoste nei libri» è il titolo della raccolta di racconti scritti da Patrizia Caffiero, punto di partenza di storie che attraversano lo spazio e il tempo per tramandare un'esistenza, vissuta al riparo dal mondo, oppure sconvolta dalle sue intemperie.
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Lahiri Jhumpa
L'omonimo
br. Ashoke Ganguli sta leggendo un racconto di Gogol, quando il treno su cui viaggia deraglia nella campagna bengalese. E proprio le pagine di quel libro, che nel buio attirano l'attenzione dei soccorritori, lo sottraggono miracolosamente alla morte. Anni dopo, trasferitosi negli Stati Uniti con la moglie, decide di chiamare il primo figlio Gogol, in omaggio all'autore che gli ha salvato la vita. Il ragazzo non capisce le ragioni di questa scelta, trova il nome insulso e imbarazzante e fa di tutto per liberarsene, allontanandosi anche dai genitori e dalle tradizioni di famiglia, fino a quando un evento tragico lo obbliga a ritornare sui suoi passi. In questo romanzo Jhumpa Lahiri presenta un originale affresco sul tema del meticciato e sulla sensazione di smarrimento che spesso caratterizza la vita da emigrati.
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De Palma Marco
L'anno che sta finendo
br. Gli ultimi giorni del 2020 scorrono veloci verso il loro epilogo. Un ragazzino di undici anni, Carlo, assiste impotente al disgregarsi della sua famiglia e agli effetti destabilizzanti della pandemia. Il nonno Osvaldo, un vecchio anarchico dai saldi principi, è morto di covid-19 senza più vedere nessuno. Il padre di Carlo, Edoardo, non riesce a riconciliarsi con il proprio passato, tradisce la moglie Giulia e medita una vendetta meschina nei confronti del genitore appena scomparso. In questo scorcio di un anno davvero horribilis, non c'è più spazio per Babbo Natale né per l'illusione e l'ipocrisia di un mondo pacificato che non tornerà più.
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Crupi Stefano
Cazzimma
br. In una Napoli assolutamente autentica, brulicante e famelica, con il suo caos perenne e una folla eterogenea ad animare i suoi vicoli stretti, il giovane Sisto, insieme all'amico Tommaso, detto "Profumo", commette l'errore di dar vita a un piccolo traffico di droga destinato a una ristretta cerchia di facoltosi clienti. I due ragazzi credono di potersi arricchire indisturbati, trascorrendo la loro vita tra pomeriggi nella sala giochi e serate anfetaminiche, ma non hanno fatto i conti con Cavallaro, il potente boss che tutto vede e tutto comanda. Sarà solo grazie allo zio di Sisto, Antonio, suo padre putativo ed eminente personalità criminale all'interno del quartiere, che il ragazzo avrà salva la vita, a patto però di macchiarsi di un peccato bruciante, capace di segnarlo profondamente. Come riuscirà a liberarsi dal giogo che lo tiene legato a doppio filo alle sue colpe? Esiste un modo per rimediare e rinascere? L'incontro casuale con una ragazza getterà una luce diversa sulla vita di Sisto e lo spingerà verso una nuova direzione, più consapevole, più adulta, capace di farlo crescere e maturare. "Cazzimma" racconta il punto di vista di una gioventù senza scopi, abulica, che si consegna agli eventi soffocando ogni sussulto di ribellione, nella convinzione che le cose capitino, e che non ci sia nulla da fare, quasi a esprimere implicitamente quel fatalismo tutto partenopeo con cui certi comportamenti sono accettati e considerati immutabili.
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Palumbo Daniela
A un passo dalle stelle
br. Una coppia con due figli, Giacomo, quindici anni e Matteo, sedici. La famiglia di Giorgia, che è stata adottata e ha cominciato a chiedere di conoscere i genitori di origine. Poi Viola, a cui il padre ha promesso che la raggiungerà. E infine Leonardo, che deve riallacciare i rapporti con il figlio Gus. Tra loro non si conoscono, ma in comune hanno il proposito di percorrere a piedi un breve tratto della via Francigena, da Lucca a Roma, con due guide, Fabien e Gaia, e la speranza che il cammino li aiuti a raggiungere quello che cercano. Una sera Giorgia trova una lettera in un libro. Chi può averla messa proprio lì? A scrivere è un ragazzo, dice di chiamarsi Alessio. Racconta di aver lasciato la lettera fra le pagine sperando che qualcuno la trovi...
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Palumbo Daniela
A un passo dalle stelle
br. Una coppia con due figli, Giacomo, quindici anni e Matteo, sedici. La famiglia di Giorgia, che è stata adottata e ha cominciato a chiedere di conoscere i genitori di origine. Poi Viola, a cui il padre ha promesso che la raggiungerà. E infine Leonardo, che deve riallacciare i rapporti con il figlio Gus. Tra loro non si conoscono, ma in comune hanno il proposito di percorrere a piedi un breve tratto della via Francigena, da Lucca a Roma, con due guide, Fabien e Gaia, e la speranza che il cammino li aiuti a raggiungere quello che cercano. Una sera Giorgia trova una lettera in un libro. Chi può averla messa proprio lì? A scrivere è un ragazzo, dice di chiamarsi Alessio. Racconta di aver lasciato la lettera fra le pagine sperando che qualcuno la trovi...
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Tieck Ludwig; Bertocchini G. (cur.)
Fiabe romantiche
br. Le "Fiabe romantiche", pubblicate tra il 1797 e il 1816, rappresentano un brillante compendio dell'opera di Ludwig Tieck, definito da Hebbel il "re del romanticismo". Nelle sei novelle qui raccolte la dimensione fiabesca di un medioevo idealizzato, ricco di suggestioni fantastiche e popolato da cavalieri e dame, elfi e streghe, convive con le pacate tonalità borghesi della letteratura Biedermeier. Maestro nel rendere misteriose atmosfere soprannaturali e analizzare stati d'animo fluidi e inquieti, l'autore fonde nella sua prosa quotidiano e meraviglioso, sogno e realtà, in un'originale sintesi tra romanticismo e realismo, dimensioni complementari dell'intero suo percorso letterario.
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Balzac Honoré de
Papà Goriot
br. A Parigi, nella pensione di Mme Vauquer abitano Eugène de Rastignac, uno studente povero ma ambizioso, Vautrin, che si saprà essere un forzato evaso, e Goriot, un vecchio che sembra roso da una pena segreta. A poco a poco Eugène scopre il segreto di Goriot: si è rovinato per assicurare una vita agiata alle sue due figlie Anastasie e Delphine che, sposate a due nobili, vedono il padre solo per estorcergli i pochi soldi rimasti. Durante un furioso litigio tra le figlie alla presenza del padre, questi ha un attacco di apoplessia. Nell'agonia, in preda al delirio, Goriot crede che le figlie, che sono a un ballo, siano presenti e muore benedicendole. Eugène sarà l'unico che seguirà il funerale del vecchio. Introduzione di Lanfranco Binni.
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Flagg Fannie
In piedi sull'arcobaleno
brossura Elmwood Springs è la placida cittadina di provincia già teatro di "Pane cose e cappuccino". Questa volta la storia inizia nel 1946, ed è narrata da Dorothy, così come sono soliti chiamarla gli ascoltatori della sua trasmissione radiofonica quotidiana. Proprio attraverso la sua voce impariamo presto ad affezionarci ai tanti altri protagonisti: Bobby, il suo amato figlio di dieci anni, destinato a vivere migliaia di vite, la maggior parte immaginarie; il carismatico Hamm Sparks, che inizia vendendo trattori e finisce a vendere se stesso come politico, amato da due donne diverse come il giorno e la notte; Beatrice Woods, la ragazza cieca dalla voce angelica; e la favolosa Minnie Oatman, voce solista del locale coro gospel.
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Turgenev Ivan; Bazzarelli E. (cur.)
Memorie di un cacciatore
brossura
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Cercas Javier
La donna del ritratto
br. Quando, un pomeriggio di fine agosto, Tomás incontra Claudia, antico amore di gioventù, non sa ancora che la sua esistenza sta per prendere una svolta inaspettata. Questo semplice incontro casuale sembra infatti presentargli all'improvviso la donna della sua vita, ma rischia anche di farlo sprofondare in un incubo da commedia degli equivoci. Tutto viene messo in discussione: un matrimonio ormai esaurito, il precario posto di assistente di Letteratura all'università, gli amici di sempre... Da un giorno all'altro nulla è più come prima. Trascinato dagli eventi che si susseguono a ritmo vertiginoso, Tomás, il riflessivo professore, cercando quasi inconsapevole la sua stessa perdizione, insegue disperatamente un amore appena intuito, che si rivela come qualcosa di misterioso e inesorabile.
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