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‎Folklore‎

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‎Bellabarba Renato‎

‎Proverbi toscani illustrati‎

‎ill. Il pregio di questa divertente raccolta non sta solo nella difesa di una tradizione destinata prima o poi a disperdersi. Attraverso un ingegnoso commento - costituito da altri proverbi concettualmente collegati ma non coincidenti - e un ricco e gustoso corredo illustrativo, Bellabarba ha fatto sì che il lettore si trovi quasi inavvertitamente al centro di un vasto mondo demologico ricco di valori assoluti.‎

‎Rossi Valentina‎

‎Misteri, crimini e storie insolite di Firenze. Il volto segreto della culla del Rinascimento‎

‎ril. Sotto l'immagine patinata di mèta turistica da milioni di visitatori l'anno, Firenze tiene nascosto il suo volto più segreto. È la parte in ombra della città, quella dove enigmi e misteri hanno disegnato le trame occulte che innervano i duemila anni della storia fiorentina. Tra vicoli angusti e monumenti ricchi di simbologie alchemiche sono custodite le tracce di miti antichi e crudeli, di atroci delitti di cui si ignorano mandante e movente, di saperi magici ed esoterici, di architetture le cui origini, per gli storici dell'arte, risultano tuttora avvolte dall'oscurità. L'enigmatica fondazione etrusca della città, la strage di mafia di via dei Georgofili, il giallo dell'avvelenamento di Pico della Mirandola, il mostro di Firenze, l'inquietante presenza del conte Dracula (quello vero), gli efferati omicidi che negli anni Novanta hanno riempito le pagine della cronaca nera, sono solo alcuni dei misteri all'ombra della Cupola. Misteri che in parte non saranno mai risolti e altri destinati a lasciare un segno indelebile nella città. Valentina Rossi in questo libro li scandaglia uno per uno e delinea un mosaico di storie a tinte fosche.‎

‎Lattanzi Antonella‎

‎Leggende e racconti popolari della Puglia‎

‎ill., ril. È vero che Federico II, il "puer Apullae", era un Templare? E se questo è vero, Castel Del Monte era, come dicono, la Magna Sede dei Templari? È vero che San Michele Arcangelo, lo "Sterminatore Celeste" protettore del Gargano, è la nemesi del demoniaco Calcante, il quale aveva il suo oracolo proprio all'interno della stessa grotta di Castel S. Angelo ora dedicata a San Michele? È vero che la Guglia Orsini è stata costruita in una sola notte, e per di più dal diavolo? È vero, inoltre, che, nella Chiesa dei diavoli di Marina Serra di Trifase, una strega, tale Bianca, stipulò un sanguinano patto con il diavolo, e che dalle viscere della Chiesa Nuova si sentono ancora oggi provenire urla terrificanti, perché quello è un luogo maledetto? E sempre possibile razionalizzare l'irrazionalizzabile, sfatare il mito, la leggenda, il racconto. Tramortire, mai assassinare, l'alone magico che gravita intorno alla mitologia. Tutto è possibile e, allora, la verità potrebbe essere quella delle leggende. E cioè che siano stati gli dèi a creare il mondo, che diavoli e angeli affollino ancora le immensità degli spazi aperti, che le fate esistano. Che il popolo, per secoli, non abbia inventato, ma solo testimoniato. È, questa, la sola eredità degli avi, l'eredità del pensiero, della storia della gente. In questo libro l'autrice ha mescolato il vero al falso, collocando le leggende all'interno della Storia, per sperimentare un'esperienza nella quale il mito trovi ubicazione in mezzo al vero.‎

‎Dibona Dino‎

‎Le più belle storie e leggende delle Dolomiti. Tradizioni, credenze e folklore nella storia delle montagne più belle del mondo‎

‎ill., ril. I racconti presentati in questo libro, in parte già pubblicati, in parte inediti, rappresentano un preciso messaggio per le genti del nostro tempo. Esemplari sotto questo profilo sono le narrazioni che scaturiscono dalla realtà paesaggistica, forestale e storica di un'area montana conservatasi inalterata attraverso i secoli, nonostante le aggressioni perpetrate sotto la spinta di inderogabili necessità o di speculazioni affaristiche e commerciali. L'autore racconta storie nelle quali il lirismo si unisce al rigore delle analisi storiche e scientifiche per illuminare l'ineguagliabile patrimonio della cultura popolare dell'area dolomitica, trasmesso in forma esclusivamente verbale di generazione in generazione; I racconti di Dibona, attento indagatore della vita e delle memorie della gente di montagna rappresentano quindi un messaggio prezioso per chi si soffermi sulle incessanti occasioni di apprendimento, di mistero e di bellezza che provengono dalla passionale descrizione della misconosciuta natura dolomitica. La vita della montagna, quella vera, si respira in ogni pagina in un amalgama perfettamente fuso che chiude come in un cerchio un itinerario narrativo armonicamente concepito.‎

‎Burckhardt Titus‎

‎Scienza moderna e saggezza tradizionale‎

‎brossura‎

‎Loonrot Elias‎

‎Kalevala‎

‎br. Insieme alle vive descrizioni del paesaggio, di foreste, di laghi e di cascate, sono stati mantenuti i tratti dei tre personaggi più espressivi dell'anima e dell'indole del popolo finnico: il vecchio Väinämöinen," "il cantore sempiterno", con la glorificazione della musica (nel runo della Kantele, XLI); Ilmarinen, il fabbro eterno, l'artefice operoso ed ingegnoso, tardo nella decisione ma poi tenace nell'azione; Lemminkäinen, scapestrato e aggressivo, avventuroso e sempre in cerca di risse e di amores, il Don Giovanni iperboreo, "la creazione più originale e multiforme della Musa finnica"; accanto ai quali spicca la dolce e mesta figura di Aino, la cupa e tragica di Kullervo; e risuonano quegli inimitabili "canti nuziali" (XXII-XXIV) che abbiamo riportati quasi per intero come saggio della ricchissima lirica amorosa e familiare, dal Lönnrot stesso raccolta nell'altro "corpus poeticum" Kanteletar (L'arpa finnica).‎

‎Norsa Alessandro‎

‎Nel sabba delle streghe sotto il noce di Benevento‎

‎br. Si racconta che le streghe di tutta Europa, di notte, volando a cavalcioni di un caprone raggiungessero il mitico noce di Benevento. In questo luogo di perdizione frequentavano lussuriosi festini durante i quali quelle inquietanti figure danzavano, banchettavano e poi si concedevano infine a Satana. L'autore, Alessandro Norsa, antropologo, accompagnato da persone del luogo, ripercorre quel tratto della valle del fiume Sabato in cui si diceva sorgesse il famoso albero, cercando di comprendere i motivi per i quali nacquero e si diffusero quelle leggende. Il libro è costituito da quattro capitoli nei quali si evidenzia quella confusione che nel tempo si è generata tra i miti e i riti della "vecchia religione", mescolati con superstizioni nate con l'avvento del cristianesimo. Lo stile è accademico ma scorrevole. L'edizione ricalca lo stile dei libri antichi con capilettera miniati e chiudi pagina istoriati perché, nell'intento dell'autore, ricalcandone lo stile editoriale, questo lavoro vuole essere una risposta antropologica a quel Pietro Piperno che nel 1640 scrisse un "Tratto historico" sulla "superstiziosa noce di Benevento" che rese ancor più celebri, pieni di magia e mistero questi luoghi.‎

‎Bilotta V. (cur.)‎

‎Dizionario del Cerchio Firenze 77‎

‎brossura‎

‎Rees Alwin; Rees Brinley‎

‎L'eredità celtica. Antiche tradizioni d'Irlanda e del Galles‎

‎ill. Un ampio e serio saggio che, lungi dall'identificare la civiltà dei Celti con i simboli della New Age di altre interpretazioni alla moda, analizza le antiche tradizioni dell'Irlanda e del Galles attraverso i testi del francese Dumézil, del romeno Eliade, dell'austriaco Zimmer, dell'anglo indiano Coomaraswamy e, poi, dell'americano Campbell con riferimenti anche alle teorie dello psicologo svizzero Jung. I miti celtici sono visti dai due autori come dei serbatoi dell'immaginario collettivo occidentale, portatori di significati che non si possono completamente ricondurre alle categorie della ragione, o spiegare per mezzo della storia e della scienza.‎

‎Heinberg Richard‎

‎I riti del solstizio. Feste, rituali e cerimonie che celebrano i cicli della terra‎

‎ill. Per molti secoli i nostri antenati hanno celebrato le stagioni dell'anno con feste rituali. Tali feste - le più importanti e universalmente osservate erano i due solstizi - avevano molteplici funzioni: creavano maggiore coesione all'interno della comunità, erano uno sfogo collettivo, ma soprattutto accrescevano il senso di comunione con la Natura. Richard Heinberg racconta il modo in cui tradizionalmente le diverse culture - dal Medio Oriente alle Americhe, dall'India all'Europa - celebravano questi riti.‎

‎Norsa Alessandro‎

‎Il ritorno del non morto‎

‎br. Un viaggio all'indietro per capire da dove sia nato l'aspetto e le caratteristiche del vampiro che ci è noto, sia di conoscerlo nel luogo da cui origina.‎

‎Miccione Alessandro‎

‎Candelore e portatori‎

‎brossura Un libro intervista che descrive i tredici cerei di Catania che animano la festa di Sant'Agata, uno fra i tre eventi religiosi più seguiti al mondo con un afflusso di visitatori stimato in un milione di presenze annue. Le candelore, vere opere d'arte barocca dinamiche, sono animati da ben 106 portatori che per la prima volta hanno rilasciato testimonianze e commenti nel corso di un 2017 trascorso insieme.‎

‎Coppola Alessandra‎

‎L'eroe ritrovato. Il mito del corpo nella Grecia classica‎

‎br. La ricerca di reliquie è prassi che viene da lontano. Prima del santo, l'eroe. Il ritrovamento più o meno casuale di resti eroici, la loro traslazione in città e l'istituzione di un culto è un fenonemo che si inserisce in una dimensione religiosa e politica. La città gestisce l'operazione di recupero in termini mediatici, celebra la sua purificazione o la legittimazione dei suoi atti.‎

‎Nativo Floreana‎

‎Superstizione. Tra malasorte, ragione, sorte e paura‎

‎ill., br. "Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male." (Eduardo De Filippo). Partendo da questo concetto, l'autrice cerca di vagliare le cause per cui, sin dalla nascita dell'uomo, alcuni colori, pietre, piante, parole, azioni siano oggetto di credenze popolari che li caricano di potenza negativa o positiva. Credenze che cambiano da popolo a popolo e di secolo in secolo, perché la superstizione non è un elemento stabile e concreto, ma una "variabile", diremmo in termini algebrici, che si adatta alle esigenze ed alle mentalità di un'epoca. Quindi per capire le origini di determinati atti che ripetiamo ancora oggi senza averne più memoria storica, come gettare una moneta in una fontana o non passare sotto una scala o, per gli ebrei, mettere un sassolino sulla tomba dei propri cari, l'autrice si è dedicata alla ricerca delle azioni che li hanno generati dall'inizio della storia dell'uomo. L'opera suscita l'interesse del curioso, ma coinvolge ed appassiona il lettore offrendo un panorama completo sulla superstizione in Occidente non disdegnando, all'occasione, di presentarsi come un vero manuale pratico e come tale anche consultabile nei singoli capitoli.‎

‎Nosenzo Spagnolo Fernanda‎

‎Il piccolo popolo. Fate, elfi, gnomi, folletti e altre meraviglie nelle tradizioni dei popoli d'Europa‎

‎br. Può una nuvola, una folata di vento, un profumo, un raggio di luna rivelarci i segreti del mondo incantato? Può l'immaginazione sostituirsi al reale? Fernanda Nosenzo Spagnolo scrive che il meraviglioso è una dimensione dell'animo umano e che il mondo fiabesco è un'esperienza magica ed esaltante, abitata da fate, elfi, gnomi, folletti, draghi, in cui può capitare di trovarsi stretti fra le braccia sinuose di una Fata sapiente e leggiadra o al cospetto di creaturine multiformi, graziose e seducenti, buffe e repellenti, che stanno fuori dal Tempo e dallo Spazio. È una Terra di Mezzo, dai poteri straordinari, nella quale si animano le selve, le montagne, i torrenti, le caverne, le fucine, i grandi camini in cui bruciano legni resinosi e profumati, le isole incantate, le lande maledette, in un intreccio di tradizioni reali e atmosfere ambivalenti che ci fa penetrare in una dimensione segreta nella quale la poesia e il sogno si offrono a noi.‎

‎Favole e fiabe. Vol. 3: Centro e Sud‎

‎br. Favole e fiabe rappresentano la parte più ancestrale della nostra cultura. In questa raccolta, ritroviamo infatti le radici più profonde della nostra tradizione. Scritte da nonni, genitori, insegnanti e bambini provenienti da tutta Italia, queste storie ci raccontano come il nostro orizzonte di fantasia sia profondamente ancorato alla tradizione ma anche capace di aprirsi a nuove e inedite suggestioni. Ritroviamo un immaginario conosciuto, fatto di streghe, fatine, animali parlanti, principi e regine, a cui si intersecano storie contemporanee di parità, uguaglianza e rispetto dell'altro. Un viaggio attraverso un'Italia fantastica e fantasiosa che testimonia come, ancora oggi, l'esigenza della narrazione non conosca età o latitudini.‎

‎Cocchiara Giuseppe‎

‎Storia del folklore in Europa‎

‎br. "Tra le popolazioni barbare e le civili non ci sono abissi ma trapassi: in questi trapassi è l'essenza del folklore, che diventa scienza quando si integra con l'etnologia". Prima che uno statuto disciplinare riuscisse a catturare l'"indole" del folklore, ed etnologi e folkloristi insigni come Giuseppe Cocchiara perimetrassero l'oggetto dei loro studi, dirimendone le combattute relazioni con mitologia, storia delle religioni, letteratura e filologia, dovettero trascorrere secoli di travaglio di pensiero e ricerche. Irriducibile all'esotico o al pittoresco di maniera, il grande alveo delle tradizioni popolari - fiabe, leggende, proverbi, canti, ma anche costumi, usi, credenze - cominciò a svelare il segreto del suo "continuo morire per un eterno rivivere", ossia della sua perenne rielaborazione, quando l'Europa acquisì consapevolezza storico-critica di se stessa nel confronto sconvolgente con il Nuovo Mondo appena scoperto. Da allora, l'identità culturale europea si cimentò con quanto "di più intimo" potesse racchiudere, ossia il "primitivo a casa propria". Cocchiara risale instancabilmente lungo le infinite diramazioni che da Montaigne arrivano a Tylor, da Vico a Frazer, dai romantici a Pitrè. Accorpa, distingue, illumina genealogie, e soprattutto mette in rapporto la riflessione sul folklore con le correnti filosofiche, scientifiche e letterarie che si sono susseguite.‎

‎Giordano M. C. (cur.); Repossi A. (cur.); Cosi F. (cur.)‎

‎Galateo. Il libro delle buone maniere‎

‎ill., ril. Le buone maniere sono molto più che sapersi comportare a tavola e non dire parolacce: permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana. In questo libro troverete tanti piccoli consigli per esprimere al meglio lo stile che vi contraddistingue, per affrontare ogni situazione con nonchalance, per conoscere le regole delle grandi occasioni e le piccole gentilezze che vorreste gli altri riservassero a voi. Il bon ton è il nostro migliore alleato per vivere più sereni.‎

‎Buttitta Antonino‎

‎Mito, fiaba, rito‎

‎brossura Antropologo, semiologo, studioso di folklore tra i più noti, Antonino Buttitta ha sempre accompagnato all'interesse teorico ricerche sull'immaginario popolare, in particolare quello siciliano. Il volume raccoglie saggi di epoche diverse offrendo una complessiva panoramica della sua opera. Sono presenti tanto analisi di fiabe e miti, quanto risultati di ricerche su riti e feste popolari. Le forme di espressività popolare, sia quella mitico-fiabesca sia quella rituale, costituiscono, per Buttitta, l'esito della volontà persistente dell'uomo di superare la finitudine del tempo e dello spazio, mediante una assiologia finalizzata a negare le fondamentali opposizioni umane: essere-apparire, vita-morte, bene-male. L'idea che emerge è una riflessione sui miti, le fiabe e i riti, consistente nell'interrogarsi sulle ragioni che hanno spinto gli uomini di ogni tempo a inseguirsi in aldilà insistentemente fantasticati.‎

‎Scribner Robert W.‎

‎Per il popolo dei semplici. Propaganda popolare nella Riforma tedesca‎

‎ill., br. Questo studio ricostruisce i messaggi trasmessi dalla Riforma tedesca durante i suoi primi decenni di vita non, come di consueto, in base ai testi dei riformatori, ma attraverso l'apparato iconografico che a quei medesimi testi veniva unito. Il risultato dell'analisi si presenta, talvolta al di là della consapevolezza stessa dell'autore, sorprendente: le immagini si configurano infatti non già come semplice canale parallelo posto a integrare il raggio mediatico del testo scritto, ma come il veicolo di contenuti talvolta diversi, quando non addirittura alternativi, rispetto a esso. Attraverso l'analisi figurativa affiora in tal modo, nelle sue variegate componenti, tutta la complessità del fronte che si scaricò attraverso la breccia aperta dai Maestri del primo Cinquecento.‎

‎Montanari Massimo‎

‎Il formaggio con le pere. La storia in un proverbio‎

‎ril. L'idea di un libro dedicato a un proverbio può sembrare eccentrica. Ma l'occhio dello storico - un occhio attento a leggere ciò che non è più letto e ciò che è nascosto - ci dimostra quanto possa essere istruttivo e avvincente avventurarsi in una impresa come questa. (Carlo Petrini, Slow Food). Mettere insieme il formaggio e le pere significa riscattare cacio e stracchino dalla loro umiltà contadina e trasfigurarli in cibo degno di una tavola nobile. Perché il gioco sia completo bisogna che i contadini non lo sappiano. Ecco la nascita del proverbio che si finge saggezza popolare ma una volta smascherato rivela la sua natura ferocemente classista. (Alessandro Barbero, "Il Sole 24 Ore")‎

‎Wolff Karl Felix‎

‎I monti pallidi. Storie e leggende delle Dolomiti‎

‎br. La magia dei racconti millenari delle Dolomiti, le montagne che il sole ogni sera dipinge di un rosa incantato. Leggende e storie fatate che dai tempi più remoti i ladini tramandano ai figli, e ai figli dei figli. Il patrimonio folcloristico di queste antiche genti avvolge queste pagine abitate da re, nani, salvarie, vivane, principesse vanitose che rubano la luce dell'alba, geni delle acque, bregostene che vivono nei boschi, laghi colorati da arcobaleni disciolti. Sono fiabe che scivolano sul ghiacciaio della Marmolada, passeggiano nelle selve della val Gardena, che si arrampicano sulle vette del monte Cristallo fino a portarci sullo specchio lucente del lago di Lagorài cullati dal vento delle storie più remote dei nostri popoli.‎

‎Wolff Karl Felix‎

‎Rododendri bianchi delle Dolomiti‎

‎br. «Ai rododendri bianchi si attribuiscono poteri magici e virtù salutari. Crescono in luoghi nascosti che ancor oggi vengono tenuti segreti da chi li conosce.» Si conclude con questo terzo volume la raccolta di leggende delle Dolomiti di Karl Felix Wolff. Un percorso che si snoda dalle cime del Catinaccio all'Antelao, dalla Valle di Siusi alla Val di Fassa, da Dobbiaco al monte Póre, dal passo di Costalunga alle pendici del Latemar. In compagnia della Samblana, la regina dell'inverno, insieme a principi, principesse e re, nani e giganti, contadini e soldati, la tradizione orale delle Dolomiti viene ricostruita e «restaurata» in queste pagine attraverso i vari racconti dei pochi e restii narratori sopravvissuti.‎

‎Thompson Stith‎

‎La fiaba nella tradizione popolare‎

‎br. Per almeno tre o quattro millenni, e certo in lunghe epoche precedenti, l'arte del fabulare è stata protagonista della vita sociale dell'umanità. Ulisse intrattiene la corte di Alcinoo con il racconto delle sue incredibili avventure; secoli più tardi, i preti condiscono i loro sermoni di aneddoti, mentre un paggio legge nottetempo romanzi cavallereschi alla sua signora per divertirla in attesa che torni il signore lontano, in crociata; il vecchio contadino inganna le serate invernali con racconti di eroi, magie e avversari soprannaturali, e le bambinaie narrano ai pargoli la fiaba di Raperonzolo; in tempi più recenti, nei fumoirs dei vagoni letto e delle navi e attorno alle tavole dei banchetti fiorisce l'aneddoto orale di un'età nuova. Nella "Fiaba nella tradizione popolare" Thompson, maestro di folclore, esamina il campo della fiaba tramandata di generazione in generazione, per iscritto o oralmente. Rileva l'importanza della tradizione favolistica sia come forma d'arte vitale per la civiltà e base della narrativa letteraria, sia come sostanzioso indice socioculturale. Passa in rassegna le grandi fiabe popolari di tutto il mondo, con la loro storia, la loro diffusione e le loro varianti, dall'antichità classica all'Italia di Straparola e del Pentamerone di Basile, dall'Irlanda all'Estremo Oriente, fino ai miti degli indiani del Nordamerica.‎

‎Ciardi Marco‎

‎Galileo & Harry Potter. La magia può aiutare la scienza?‎

‎ill., br. Cosa possono avere in comune Galileo Galilei, l'emblema della scienza moderna, e Harry Potter, il maghetto uscito dalla penna di J. K. Rowling? Provate a scoprirlo in questo viaggio ai confini tra scienza, magia e fantasia, dove incontrerete anche Newton lettore appassionato di Nicolas Flamel e Leopardi attento studioso di materie scientifiche, Kant alle prese con la questione dell'esistenza degli spiriti e Frankenstein affascinato dai segreti dell'alchimia e della chimica. Tutto questo insieme a molti altri racconti, tra ippogrifi e pietre filosofali, visionari e profeti, analisi scientifiche e ricerche storiche. Con una riflessione sul modo in cui dovremmo insegnare, trasmettere e divulgare la cultura scientifica e i valori della scienza moderna.‎

‎Calasso Roberto‎

‎Le nozze di Cadmo e Armonia‎

‎ill., br. Le nozze di Cadmo e Armonia furono l'ultima occasione in cui gli dèi dell'Olimpo si sedettero a tavola con gli uomini, per una festa. Ciò che accadde prima di allora, per anni immemorabili, e dopo di allora, per poche generazioni, forma l'albero immenso del mito greco. Nelle "Nozze di Cadmo e Armonia" un soffio di vento torna a muovere le fronde di quell'albero. Come scrisse un antico, «queste cose non avvennero mai, ma sono sempre». Raccontarle, intrecciandole fin nei minimi dettagli, impone alcune domande, che anch'esse «sono sempre»: perché gli dèi dell'Olimpo assunsero figura umana, e perché quella figura? Perché le loro storie sono così scandalose, e misteriose? Che cos'è un simulacro? Perché l'età degli eroi fu breve, convulsa e irripetibile? Da che cosa Zeus si sente minacciato? Forse il mito è una narrazione che può essere capita solo narrando. Forse il modo più immediato per pensare il mito è quello di raccontarne di nuovo le favole. Una luce radente, netta, qui le investe tutte e le mostra nelle loro molteplici connessioni, come una vasta e leggerissima rete che si posa sul mondo.‎

‎Calasso Roberto‎

‎Le nozze di Cadmo e Armonia. Ediz. lusso‎

‎ill., ril. lusso "Le nozze di Cadmo e Armonia" - libro che appartiene al più antico genere letterario: la mitografia - presuppone non solo il continuum delle fonti scritte del mondo classico, da Omero a Nonno, ma anche le innumerevoli raffigurazioni dei miti greci attraverso immagini di ogni specie. Con questa edizione, che si presenta come una versione a sé stante, a distanza di vent'anni dalla prima pubblicazione, quelle immagini affiorano in superficie, sempre in corrispondenza a certi dettagli - narrativi o esegetici o anche stilistici - del testo. E si calano nella gabbia tipografica più congeniale e azzardata, che è lo specchio di pagina dove vennero disposte le silografie di un libro che apparve nel 1499 e in cui sembra essere confluito il vasto corso della mitologia classica: la Hypnerotomachia Poliphili. Ogni buon lettore sarà sfidato a cogliere i nessi di questo gioco, che mira a espandere le risonanze delle parole e delle immagini, per via di osmosi, contrappunto e controcanto. Al testo delle Nozze di Cadmo e Armonia si giustappone qui un saggio, Lo sguardo sommario, che tratta di quella singolare e inconfondibile ebbrezza a cui le immagini degli dèi greci - attraverso "le opere e i giorni" di molti secoli - invitano ad abbandonarsi.‎

‎Calasso Roberto‎

‎Il cacciatore celeste‎

‎br. Ci fu un'epoca in cui, se si incontravano altri esseri, non si sapeva con certezza se erano animali o dèi o signori di una specie o demoni o antenati. O semplicemente uomini. Un giorno, che durò molte migliaia di anni, Homo fece qualcosa che nessun altro ancora aveva tentato. Cominciò a imitare quegli stessi animali che lo perseguitavano: i predatori. E diventò cacciatore. Fu un processo lungo, sconvolgente e rapinoso, che lasciò tracce e cicatrici nei riti e nei miti, oltre che nei comportamenti, mescolandosi con qualcosa che nella Grecia antica fu chiamato "il divino", tò theîon, diverso ma presupposto dal sacro e dal santo e precedente perfino agli dèi. Numerose culture, distanti nello spazio e nel tempo, associarono alcune di queste vicende, drammatiche ed erotiche, a una certa zona del cielo, fra Sirio e Orione: il luogo del Cacciatore Celeste. Le sue storie sono intrecciate in questo libro e si diramano in molteplici direzioni, dal Paleolitico alla macchina di Turing, passando attraverso la Grecia antica e l'Egitto ed esplorando le connessioni latenti all'interno di uno stesso, non circoscrivibile territorio: la mente.‎

‎Camangi Fabiano; Stefani Agostino; Sebastiani Luca‎

‎Piante e folclore nella valli di Zeri in Lunigiana‎

‎ill., br. Dai BioLabs della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa un testo di carattere didattico-divulgativo per riscoprire le tradizioni etnobotaniche delle Valli di Zeri, uno dei territori più integri dal punto di vista naturalistico dell'intero Appennino centro-settentrionale. Le tradizioni popolari sono una ricchezza della collettività e hanno in sé un elevato valore educativo, come traccia storica della civiltà contadina - oggi, in evidente fase di declino oltre a una forte valenza scientifica, sociale ed economica in virtù delle potenziali ricadute applicative che offrono. Il testo affronta il significato dell'etnobotanica e delle sue metodiche di indagine, inquadra il territorio zerasco dai punti di vista storico, geografico e vegetazionale, per poi condurre il lettore all'analisi dell'uso popolare di 160 piante. Queste trovano impiego in molteplici ambiti della vita rurale e in particolare quello medicinale, alimentare e artigianale, oltre a usi meno attestati come quello tintorio, voluttuario, ludico e perfino magico-religioso. Tutte le specie vegetali sono esaminate in uno specifico schedario, corredato di un atlante foto-iconografico per facilitare il loro riconoscimento in campo. Infine sono presenti varie schede di approfondimento per accrescere le proprie conoscenze etnobotaniche, come quelle su 'Le torte salate della tradizione zerasca', 'La medicina popolare in Lunigiana' o le 'Piante alimentari: problematiche generali', per citarne alcune.‎

‎Ferrari Anna‎

‎Dizionario di mitologia‎

‎ill., br. La mitologia classica si presenta come un estesissimo mosaico di storie che "raccontano un mondo parallelo a quello naturale e quotidiano, popolato di creature divine e fantastiche che si annidano negli interstizi della realtà. Il Dizionario di Mitologia di Anna Ferrari offre una guida delle tessere di questo mosaico, accompagnando il lettore attraverso la storia di innumerevoli dèi ed eroi. La sua originalità consiste nel non limitarsi a dar conto del mito nell'antichità classica, ma nel seguirne i periodici affioramenti e le ricomparse nella cultura dell'Occidente dal Medioevo all'età contemporanea. A questa attenzione per la vitalità del mito classico si affianca un secondo elemento di originalità, rappresentato dalla presenza di voci dedicate non solo a dèi, eroi, località di importanza centrale nel mito, ma anche a temi, argomenti, piante, animali, oggetti quotidiani. Ogni oggetto, concetto, idea, infatti, nasconde un versante mitico la cui esplorazione è motivo di continue sorprese.‎

‎Gulisano Paolo; O'Neill Brid‎

‎La notte delle zucche. Halloween, storia di una festa‎

‎brossura Questo libro, scritto da due esperti della materia, un italiano e un'irlandese trapiantata in America, vuole offrire una ricostruzione della storia e dei significati di Halloween, dagli antichi miti celtici alle odierne zucche che spesso inquietano genitori ed educatori e affascinano i ragazzi. Qual è l'etimologia della parola? L'origine è americana o irlandese? Perché il suo simbolo è la zucca? Chi è Jack O'Lantern? Che cos'è Samhain? Cosa significa chiedere «dolcetto o scherzetto». Halloween: un business neopagano dalle radici cristiane.‎

‎Nosenghi Gianni‎

‎Il grande libro dei misteri di Venezia risolti e irrisolti‎

‎ill., br. Venezia è mistero. Lo raccontano lo scorrere continuo e lento delle sue acque scure, il riflesso mutevole delle luci sui canali, l'infinito reticolo delle calli e lo scalpiccio lontano di passi ignoti. Lo mormorano le gondole che scivolano sull'acqua, i volti inespressivi e bianchi delle sue maschere di Carnevale, le ombre che s'allungano sulla laguna e il segreto dei suoi palazzi illuminati. Misteri risolti o mai svelati, leggende e misfatti, curiosità e fatti storici raccolti con passione da un autore "veneziano" per scelta, che accompagna il lettore in questo viaggio nell'ignoto per incontrare i fantasmi del Campiello del Remer o la Dama della Malcontenta, racconta le leggende della tradizione della Laguna o le storie antiche della misteriosa presenza del Sacro Graal e dell'alchimia veneziana, da Cagliostro agli alchimisti della Giudecca.‎

‎Falconi Fabrizio‎

‎Roma segreta e misteriosa. Il lato occulto, maledetto, oscuro della capitale‎

‎ill., ril. La bellezza della città eterna è sotto gli occhi dei romani e di qualsiasi visitatore. Ma Roma è anche magia, mistero, esoterismo. E ci sono luoghi, ben nascosti o solo in parte visibili, che svelano invece questi suoi aspetti più oscuri. Fabrizio Falconi ci conduce in un viaggio attraverso dieci itinerari, raccontandoci leggende, curiosità, segreti, miti e tradizioni esoteriche di Roma. Un percorso alternativo, una sorta di iniziazione per scoprire un volto meno conosciuto della città, più impenetrabile, passando per i suoi sotterranei, le cappelle, le tombe, fino ad arrivare alle storie che in quei luoghi hanno preso forma: da quelle più leggendarie come i fantasmi di Villa Strohl Fern, all'interno del Parco di Villa Borghese, a quelle che sono state sotto i riflettori di stampa e televisione, come la famosa tomba dentro Sant'Apollinare...‎

‎Baraldi Barbara‎

‎Alla scoperta dei segreti perduti di Bologna‎

‎ill., ril. Vi è mai capitato di passeggiare tra le strade e i quartieri medievali di Bologna e avvertire la strana sensazione di trovarvi sospesi nel tempo, al punto di immaginare di poter incontrare le personalità del passato che si sono riunite all'ombra dei suoi portici? O, ancora, imbattervi in una lapide dall'enigmatica iscrizione e avere la curiosità di scoprirne il vero significato? Alcune dimore sono state testimoni di efferati omicidi. Altre, di storie d'amore intramontabili. Bologna è una città dalle molteplici anime, dalla personalità complessa. Come una dark lady d'altri tempi, non cede alla tentazione di svelare i propri segreti. Molte delle mete più suggestive sono celate alla vista del visitatore disattento. Dal fantasma di via Carbonara ai misteri della città sotterranea, dalle mura "della pietra di luna" al vaso rotto sulla torre degli Asinelli, da Panum resis fino a un'inattesa apologia del vino e... della cannabis: strutturato come un viaggio tra le strade di Bologna, questo volume propone un itinerario che è una sorta d'indagine nei segreti di una città che non smette mai di stupire, legando ogni luogo alla sua storia. Una storia nascosta, eppure sotto gli occhi di tutti.‎

‎Lapucci Carlo‎

‎Teatro popolare minimo‎

‎ill., br. Il volume raccoglie le rappresentazioni elementari che si usavano nelle veglie, nelle aie, nei raduni, nei mercati, nelle fiere, come monologhi, sproloqui, parodie, lamenti, serenate, testamenti, lettere, prediche, contrasti. L'edizione del Teatro popolare minimo, salutata dal favore al suo primo apparire nel 1990, si presenta ora arricchita in modo da rappresentare il compendio di una materia finora dispersa. È il risultato dell'individuazione di un campo confuso di metamorfosi dove il testo orale, nelle mani sapienti dell'attore, passa dal racconto alla rappresentazione, quasi che la novella e altri racconti tendano a travalicare nel teatro. Questa edizione, corredata di stampe popolari che mostrano alcune realizzazioni pratiche dello spettacolo, raccoglie una scelta capace di dare un'idea esauriente della materia nelle sue varie manifestazioni.‎

‎Serni Casalini Miriam‎

‎Il Buglione. Ricordi, proverbi, racconti, versi e mangiari del focolare toscano‎

‎ill., ril. Un pot-pourri di ricordi, proverbi, racconti, versi, consigli e aneddoti che l'autrice, sul filo dei mesi dell'anno, passando leggera da un tema all'altro, trasforma in piacevole lettura. C'è tanto odore di buona cucina in queste pagine, vicende e situazioni di quando il focolare era il centro della casa, anzi, era la casa: non linda e asettica come un'infermeria, ma un ambiente caldo, vivo, dove tutti trascorrevano la maggior parte del tempo, senza il cicaleccio della televisione. Quando la cucina dispensava non solo calore ma anche sapienza, esperienza, amore. Cose di un altro mondo. Alla fine si saprà anche perché lo stracotto non è adatto alle donne in carriera, e per non lasciare a bocca asciutta dopo tanto parlare di cucina si trovano, anch'esse scandite secondo i mesi dell'anno, le ricette che compendiano il meglio della tradizione toscana. Con ventiquattro ricette di Paolo Piazzesi.‎

‎Lapucci Carlo‎

‎Le leggende della terra Toscana‎

‎ril. Il popolo ha visto attraverso la leggenda quello che in altre forme culturali non si rivela: il senso profondo di una realtà, d'un fatto, d'un fenomeno. Volete sapere come Dante abbia studiato il volo dei Demoni gettando dei galli nella Valle dell'Inferno presso Moscheta? Perché l'acqua di Fontebranda fece impazzire i senesi? Chi abita in fondo al mar Tirreno? Dove morì in Toscana il prode Fanfulla da Lodi? Perché il grande Giovanni Boccaccio fu un mago? Non vi hanno mai detto che furono gli africani a evangelizzare la Toscana, che Fiesole è la più antica città del mondo e fu fondata da Atlante, che Cortona fu fondata da Dardano che fondò poi anche Troia, che la Regina di Saba ha fondato Pontremoli, che l'imperatore Tiberio è morto vicino a Firenzuola, che passate continuamente sui ponti costruiti dal Diavolo, che San Pietro insegnò a castrare le castagne, che i figurinai di Lucca arrivarono in America prima che vi sbarcasse Cristoforo Colombo?La leggenda rivela ciò che nessun altro documento conosce, anche perché spesso è una voce più antica della storia: un nucleo di simboli, metafore, allusioni in cui si annodano in sintesi le voci talvolta univoche.‎

‎Lapucci Carlo‎

‎La Bibbia dei poveri. Storia popolare del mondo‎

‎ill., br. Leggende, racconti brevi, fiabe e aneddoti: in una parola "novellette", briciole preziose di una forma di conoscenza antica come il mondo. Sono storie appartenenti alla tradizione orale che hanno percorso le civiltà nel tempo e nello spazio fino ad arrivare a noi per parlarci di uomini e donne, bambini e animali, angeli e diavoli, re e soldati. Lapucci ha raccolto questo materiale eterogeneo in un prezioso scrigno di espedienti e casi, situazioni, detti legati a vicende, esempi che, nella forma di una breve narrazione e con infinite varianti, costituiscono un patrimonio culturale comune. Tutti mattoni di un edificio fondato sull'esperienza collettiva, costruito con la saggezza dei secoli e cementato con l'ironia, tutte pagine di una semplice e suggestiva Bibbia dei poveri.‎

‎Ciarleglio Franco‎

‎Adagi ma non troppo‎

‎ill., br. Cosa significa realmente "ciao"? Perché si dice "vecchio come il cucco"? E che vuol dire "avere la coda di paglia"? In questa raccolta di centoquaranta adagi, proverbi, modi di dire, aforismi e curiosità legati alla cultura toscana, l'autore ci insegna l'origine, spesso sorprendente, delle espressioni tipicamente fiorentine ("reggere il moccolo" o "essere ridotti al lumicino") e di altre locuzioni, ormai di uso comune, che risalgono all'antichità o al Medioevo. Un'antologia brillante e curiosa che ci porterà dentro i fatti, le situazioni, le vicende storiche che hanno fatto nascere il nostro linguaggio quotidiano.‎

‎Lasciarrea Roberto; Roma Anna L.‎

‎Le strade dei santi a Firenze. Storie, miracoli, leggende di uomini con l'anima pervasa da immensa spiritualità‎

‎ill., br. I beati, i santi, di conseguenza la venerazione e il loro culto, hanno ispirato il fiorire delle così dette feste calendariali, patronati, nonché di antichi saggi proverbi, ma si sono anche indirizzati verso quelle istituzioni sociali, come gli ospedali, la nascita delle chiese, conventi, opere d'arte, musicali e letterarie. Abbiamo così creduto di far conoscere le vite e perché no, le leggende legate a questi 112 personaggi, uomini e donne che, oltre ad essere stati venerati, hanno rappresentato, anche le loro località di origine. In questo testo che, forse potremmo considerare, non una guida agiografica, anche se in questo caso, suonerebbe come terminologia un po' riduttiva nei loro confronti, non dobbiamo però perdere di vista che ai nostri protagonisti, sono anche dedicate strade, piazze, in tutte le toponomastiche comunali, proprio per l'importanza storica che hanno occupato in questi due millenni...‎

‎Ciarleglio Franco‎

‎Adagi con brio‎

‎ill., br. Non tutti sanno che "stare freschi", nel senso di trovarsi nei guai, è un'espressione usata da Dante nella Divina Commedia. Mentre il proverbio "chi va con lo zoppo impara a zoppicare" deriva da un antico detto latino. Del resto, sono tantissimi i modi di dire che usiamo ogni giorno senza conoscerne l'origine o il vero significato. Ci aiuta Franco Ciarleglio con questa nuova raccolta di motti, locuzioni, battute, proverbi e burle con spiegazioni storiche ed etimologiche: un'antologia che ci porterà dentro i fatti, le situazioni, le vicende storiche che hanno fatto nascere il nostro linguaggio quotidiano.‎

‎Ciarleglio Franco‎

‎Adagi allegri andanti. Aforismi, modi di dire, curiosità, massime e burle più o meno fiorentine‎

‎ill., br. Perché si dice "sudare sette camicie"? E "tirare le cuoia"? E che cos'è esattamente la "legge del Menga"? Dopo "Adagi ma non troppo" e "Adagi con brio", ecco una nuova raccolta che ci spiega origine e significato di 140 tra modi di dire, scherzi, proverbi, espressioni toscane e non, per scoprire divertendoci tante curiosità legate alle parole che usiamo ogni giorno.‎

‎De Angelis Vanna‎

‎Quando le donne governavano la terra. Mito e storia delle Amazzoni‎

‎brossura Millecinquecento anni prima di Cristo, ci furono donne che decisero di governarsi da sole. Dopo sanguinose guerre contro l'impero egiziano che decimarono gli uomini sciti, le loro donne furono costrette a farsi guerriere. La fama di arciere abilissime, di combattenti indomite e coraggiose le precedeva ovunque e i popoli vicini si sottomisero o furono conquistati. Depositarie di poteri sciamanici e del grandioso segreto della fecondazione, gli uomini che sceglievano, stipulando lunghe tregue dedicate ai riti erotici della riproduzione, erano scacciati dopo la breve stagione dell'amore. Istituirono un regno tutto al femminile, dove trionfavano giustizia e solidarietà: il primo matriarcato che la storia ricordi. Le chiamavano Amazzoni. Per i contemporanei, incarnavano la donna assoluta, un pericoloso miscuglio di sensualità femminile e violenza maschile, un essere indipendente e non bisognoso di protezione. Una minaccia carica di seduzione alla nascente società patriarcale. Da estirpare o sottomettere. Ma, come un fiume carsico, l'essenza ribelle e combattiva delle Amazzoni non si è mai estinta perché nessuno è mai riuscito a soffocarla.‎

‎Savoia Natascia‎

‎Storie di briganti in Sicilia‎

‎ill., br.‎

‎Cilento Antonella‎

‎Bestiario napoletano‎

‎br. La zoccola, le balene, i chiattilli, le civette, il monaciello, le mosche d'oro, le teste di cavallo, i coccodrilli, i nuovi migranti, i grandi scrittori, l'immancabile diavolo, i calzolai, gli acquafrescai, i magnafoglie. E poi palazzi, strade, persone, mestieri raccontati con penna da scrittrice. Dai giovani "prostituti" d'oggi, passando per Cervantes, alla scoperta dei sagliuti, i nuovi arricchiti, dalle PR a Sartre, dalle madonne che camminano ai dinosauri nascosti nelle chiese. Le categorie umane e animali che abitano Napoli e la percorrono, nel tempo e nello spazio, prendono forma in una girandola di tipologie, dove i riti antichissimi di una città eterna - il coro dei santi con cui si dialoga come fossero parenti, i sangui che si sciolgono e le capuzzelle dei morti venerate come divinità protettrici - accompagnano il lettore dentro e oltre i tanti luoghi comuni della napoletanità e di quell'umanità speciale che da sempre la abita.‎

‎Bartolozzi Cinzia; Marchi Annalisa‎

‎Calvana ritrovata. Dal fiume Bisenzio alla sommità. Sofignano e dintorni‎

‎ill., ril. In contrappunto con un "percorso letterario" attraverso panorami, cultura gastronomica e tradizioni firmato da Umberto Mannucci, le autrici raccontano la Calvana di Sofignano (provincia di Prato) e dintorni: la storia, le leggende, le tradizioni religiose e le feste, la produzione del grano e dell'olio, le fornaci, la grande famiglia Buonamici e la villa di San Gaudenzio. E poi i pascoli, la caccia, i fattori e i contadini. Un capitolo è dedicato all'avventura industriale iniziata nell'Ottocento: il Mulino dei Capitani, la ramiera, la ferriera di Gabolana e la produzione di tubi in piombo. E ancora la fabbrica di lane dei Cai, detta "dell'Acqua Calda", e la teleferica che collegava le cave di Sofignano alla cementizia. Il volume è illustrato con suggestive fotografie a colori dal deltaplano e da terra e con le riproduzioni di numerosi documenti e planimetrie antiche. Arricchiscono l'opera un glossario e gli indici dei nomi e dei luoghi.‎

‎Seritti E. (cur.); Poli D. (cur.)‎

‎Scioglilingua indovinelli-passerotti. Giuochi, canzonette, filastrocche e storielle popolari scelti e ordinati a cura di Giovanni Giannini. Con CD Audio‎

‎ill., br.‎

‎Batini Giorgio‎

‎Per chi suona la Toscana. Storie curiose di campane e campanili‎

‎ill., br. Partendo dalla famosa frase di Pier Capponi, "noi suoneremo le nostre campane", Giorgio Batini propone un appassionante excursus sulla storia dei campanili e dei bronzi della Toscana. Tra i numerosi racconti citiamo quello sul bronzo inviato al confino con un vero e proprio decreto (la "Piagnona" del Savonarola), quello della "Smarrita" che indicava la via giusta ai pellegrini sulla via Francigena, quello della "Martinella" che i senesi conquistarono ai fiorentini nella battaglia di Montaperti e non resero più alla città nemica. Batini ci racconta anche di come nel 1148 le campane di tutte le chiese fiorentine smisero di far sentire i loro rintocchi, a causa di un interdetto lanciato da papa Eugenio III contro Firenze, colpevole di aver distrutto il castello di un feudatario che era andato in Terrasanta per partecipare alla seconda crociata indetta dallo stesso pontefice. Le chiese fiorentine restarono chiuse ai fedeli e le campane restarono mute per ben cinque anni, fino al 1153 quando l'interdetto fu tolto da Anastasio IV. Curioso anche l'episodio che nel 1307 vide protagonisti i monaci benedettini della Badia Fiorentina: anziché suonare i loro bronzi per le ore canoniche, li suonarono a martello contro le tasse imposte loro dal Comune, il quale reagì facendo abbattere il loro campanile.‎

‎Detienne Marcel‎

‎I giardini di Adone. La mitologia dei profumi e degli aromi in Grecia‎

‎br. Adone il seduttore per eccesso di potenza sessuale è condannato all'impotenza. Marcel Detienne, storico e antropologo della Grecia antica, risale alla nascita del mitico personaggio dall'albero della mirra per delineare l'opposizione tra il bellissimo giovane e la terribile dea Demetra, tra gli aromi e il grano, tra quel che rappresentano gli uni e l'altro: eccitazione e norma, vanità e utilità. Adone è dotato di un'esuberante vitalità ma a lui si associano giardini sterili, fatti bruciare al sole della canicola, feste disordinate, che esaltano lo sfogo sfrenato della passione, provocato dai profumi al colmo dell'estate e pervertitore dell'istituzione matrimoniale. Così è tutto un ordine celeste e sociale che viene sconvolto. Come osserva Claude Lévi-Strauss,"la scrittura di insolita grazia" di Detienne non cessa di rivelare i legami del mito di Adone con altri miti apparentemente "primitivi", imperniati sulla seduzione erotica e le sue più varie manifestazioni, aprendo inedite prospettive alla ricerca antropologica.‎

‎Carnevale romano. Rinascita di una tradizione‎

‎br. Il Carnevale romano è il crocevia tra sacro e profano, tra pagano e cristiano, tra antico e moderno, tra nobile e plebeo, in cui l'uno sconfina nell'altro e uno si fa beffe dell'altro. Una festa che raccoglie tutto l'humus popolare, l'indole ironica e comica, il forte senso della caricatura e del grottesco dei romani. Ma anche la dimestichezza con l'eterno e con la storia, l'intreccio di religioso e irriverente, la celebrazione rituale del corpo, del sesso e del cibo, l'elogio della follia fino all'esorcismo collettivo di paure e di spettri. E i brindisi infiniti alla morte ubriaca, nella speranza che, alterata dalle libagioni, anche la morte perda lucidità e non svolga il suo compito ferale.‎

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