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‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎XVIII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia - Foto Giacomelli Venezia N. 572 - Thayaht Ernesto “TRITTICO DELL’AMICIZIA” - Incisione in Alluminio da Motori (3.30 x 1.41) - Particolare MITRAGLIERI‎

‎Stampa fotografica vintage. CON DEDICA lunga iscrizione autografa dell’artista verso, che approfondisce il senso dell’opera e aggiunge «Sarei lieto di vedere riprodotto questo particolare in qualche rivista, che può curare la perfetta riproduzione». Data da timbro blu verso. Didascalia a stampa del fotografo recto. Timbro del fotografo verso. In ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Rara fotografia originale in formato grande.‎

‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎Esposizione Internazionale d’Arte Sacra Cristiana Moderna - Padova 1931 IX. - Thayaht Ernesto L’INIZIATO - Dipinto a olio su legno (1.50 x 1.50) - Foto Giacomelli-Danesin. Venezia-Padova (295)‎

‎Stampa fotografica vintage. CON DEDICA Bella dedica autografa firmata e datata dell’artista al recto: «Per Bruno Sanzin Con saluto solare · Ernesto Thayaht · Firenze 31.8.1931». In ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Rara fotografia originale in formato grande.‎

‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎[Fotografia vintage dell’opera “LA VITTORIA DELL’ARIA” ripresa di profilo nella sua interezza]‎

‎Stampa fotografica vintage. CON DEDICA Bella dedica autografa firmata e datata dell’artista al recto: «A Bruno Sanzin con simpatia Futurista · Ernesto Thayaht · Firenze 21 Gen 1931 anno X°». Minima traccia di piega all’angolo destro del piede; per il resto in ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Rara fotografia originale in formato grande. Notevolissimo lo scatto, che prende l’opera per intero e ben dettaglia anche il gagliardetto rotondo con l’iscrizione a croce «Italia Veloce».‎

‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎[Fotografia vintage dell’opera “LA VITTORIA DELL’ARIA” ripresa da tergo nella sua interezza]‎

‎Stampa fotografica vintage. Timbro con titolo dell’opera e dati dell’artista verso. Timbro semisbiadito verso; in ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Rara fotografia originale formato cartolina.‎

‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎[Fotografia vintage dell’opera “LA VITTORIA DELL’ARIA” ripresa di lato dal basso all’aperto, sullo sfondo del cielo]‎

‎Stampa fotografica vintage. Timbro con titolo dell’opera e dati dell’artista verso, e altro timbro con indirizzo dell’artista racchiuso nella classica cornice con lati a spigolo («studio di arte decorativa | 9 via Dante da Castiglione»). Timbri semisbiaditi verso; in ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Rara fotografia originale formato cartolina.‎

‎Thayaht, Ernesto [E. Michaelles]‎

‎Questo è Benito Mussolini così come piace a Benito Mussolini [fotografia vintage del busto “DUX” di profilo con sotto il manoscritto (in facsimile) di Mussolini]‎

‎Stampa fotografica vintage. CON DEDICA In ottime condizioni; proveniente dall’archivio del futurista B.G. Sanzin. Al verso timbro con data e bella dedica autografa dell’artista: «All’amico Bruno Sanzin poeta d’oggi e scrittore di cose vive. — · Thayaht · Firenze». Rara fotografia originale formato cartolina.‎

‎Forlin, Corrado‎

‎L’ardentismo nell’aeropittura futurista [contiene il: Manifesto dell’ardentismo nell’aeropittura futurista]‎

‎Edizione originale. Ottimo esemplare. Rarissimo, assente ai repertori specialistici consultati (specialmente: NAF I, Tonini I manifesti, i repertori Echaurren-Salaris, Cammarota). In copertina il classico “duce” di Forlin (Il condottiero, 1936), nel soffietto interno le riproduzioni del «Palio di Siena» 1937, «Nascita di Carbonia» 1938, «Ardentismo aeropittorico del creatore di Carbonia» 1939, «Ardentismo simultaneo della battaglia del grano» 1940. Nel soffietto esterno, il manifesto, su due facciate, con indicazione al piede «Resto del Carlino - 3 giugno 1940»; quindi una facciata di giudizi che comincia con il «Collaudo di S.E. Marinetti».‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎Como se seducen las mujeres y se traicionan los hombres [Come si seducono le donne e si tradiscono gli uomini]‎

‎Prima (?) edizione in lingua spagnola. Dorso lievemente scurito e con qualche minuto difetto; ma nel complesso un ottimo esemplare. Misteriosa edizione uscita senza nome di editore, né stampatore, né tantomeno data. Viene indicata dai bibliografi come la prima, seguita a stretto giro da una ristampa in un’analoga «Nueva Colleccion Afrodita», entrambe precedenti la poco meno misteriosa edizione Tor. L’ultima Salaris denuncia l’impossibilità di stabilire una data precisa (non sembra trovare riscontri il «[1926]» indicato in Cammarota), ma colloca comunque l’edizione «sulla scia dell’interesse suscitato» dalla prima visita di Marinetti in Argentina (maggio-giugno 1926). A un controllo cursorio, la traduzione in tutte e tre le edizioni sembra essere la medesima, che nel libro edito da Tor è attribuita a «Julio S. Giménez». Salaris, Futurismi nel mondo, p. 25 (ill.) e 28; Cammarota, Marinetti, 118‎

‎(Marinetti, Filippo Tommaso)‎

‎I nemici d’Italia. Settimanale antibolscevico. Anno I - N. 14 ... Elettori! Votate ... MARINETTI‎

‎Edizione originale. Uniforme, intensa brunitura; mancanze marginali senza perdite di testo, con alcune lacerazioni non estese; nel complesso, fragile documento ben conservato. Rarissima emissione sciolta della prima pagina del fascicolo I,14, destinata all’affissione murale in occasione delle elezioni politiche 1919. «Settimanale politico, “I Nemici d’Italia”, pubblicato a Milano dal 10 agosto 1919 al dicembre 1920, è diretto dal poeta futurista Armando Mazza. [...] Fin dal titolo il giornale esprime una linea di chiusura rispetto al bolscevismo, differenziandosi in tal modo dalle aperture a sinistra espresse da Mario Carli su “La Testa di Ferro”. [...] Dal punto di vista grafico, risulta particolarmente incisivo il numero pubblicato per le elezioni del 1919, a cui partecipa Marinetti come candidato del «blocco fascista» a Milano. [...] Contemporaneamente viene stampata la prima pagina del giornale con la variante del nome di Marinetti in caratteri tipografici [cubitali], per essere affissa come manifesto» (Salaris) Salaris, Riviste futuriste, pp. 436-441, con ill.; Ead., Filippo Tommaso Marinetti (Firenze 1988), p. 171 n. 271Cammarota, Futurismo, VIII.65‎

‎Montuoro, Francesco‎

‎Attimi. Liriche di Francesco Montuoro‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Uniforme brunitura, ma non fragile; due leggere gore d’acqua lambiscono i bordi del piatto anteriore; per il resto un ottimo esemplare, integro, a fogli chiusi, pregiato da invio autografo dell’autore (con elegante ex-libris del destinatario). «“Attimi” non era il solito libercolo pseudo modernista spacciato per futurista [...] ma era una cosa davvero strepitosa con poesie ispirate ai padri fondatori (Russolo, Marinetti, Depero) e corroborate da una copertina essenzialista costruttivista di forte impatto» (Echaurren). -- Rarissimo: sole tre attestazioni ICCU (BNC Firenze, Braidense, Apice Milano) e nulla in OCLC né in altri repertori. Interessante raccolta di poesie versolibere moderniste (dedicate alle montagne natali e a tematiche decadentiste), con riuscita piuttosto felice, impreziosita da alcune impennate futuriste: «Fragilità», dedicata a Fortunato Depero («fiori gialli | fiori rossi | fiori verdi | fiori bianchi | [...] Corrono | Corrono | Corrono | nel cielo — all’impazzata | a vicenda | si mangiano | si succhiano | si confondono [...]»); «Al primo pilota interplanetare»; «Io divento una luce» dedicata a Luigi Russolo; «Poema astrale»; «Impressioni di febbre alta», dedicata a Chopin, con autentici momenti di paroliberismo grafico; «La canzone di fremiti e cellule» dedicata «a San Francesco d’Assisi ed a F.T. Marinetti». -- L’autore all’epoca appena ventenne coltivò per alcuni anni la vena creativa, legandosi a Milano al circolo dei futuristi; dopo «Attimi» compone testi per il teatro e lavora con Giannina Censi. La casa editrice «Spem», acronimo di Società palermitana edizioni mediche, è di proprietà della famiglia, originari di Palermo, e oltre a una manciata di saggistica tecnica pubblica le poesie di Francesco e della madre Isabella Montuoro de Luca (La bambola nuda). Echaurren, Futurcollezionismo, pp. 184-6; Cammarota, Futurismo, 331.1; Diz. fut. s.v.‎

‎[Bragaglia] Livio Sera‎

‎Ultima rivoluzione. Dieci anni di futurismo‎

‎Edizione originale. Esemplare vissuto al dorso, con una mancanza al piede che coinvolge parte del titolo a stampa e qualche altro segno di cedimento; per il resto, in ottime condizioni. Rarissimo: sole due copie in Iccu, per di più in biblioteche locali (De Gemmis Bari e Delfini Modena), nessuna in altri repertori internazionali; inserito da Pablo Echaurren nella «top five [dei] più hot e sconosciuti del momento» aggiornata all’anno 2000 (ma negli ultimi vent’anni la situazione non è cambiata). -- Il volumetto si apre con «un lungimirante ritratto a scatto di Bragaglia Arturo il fotografo del futuro» (Echaurren, p. 161); segue la cronaca del futurismo dalle origini al dicembre 1919 (la data in calce allo scritto): una storia del movimento insolita, esatta pur nella sintesi (Marinetti - i primi seguaci - Boccioni - Pratella - Lacerba - i fiorentini - Corra, con puntuale riferimento alle riviste che hanno accompagnato il movimento), non agiografica e particolarmente dettagliata più ci si avvicina al dopoguerra, con il capitolo polemico «Agonia dei giovanissimi» incentrato sulle infelici vicende del futurismo politico («... Marinetti, chiuso nel cellulare di Milano, attende ancor oggi lo si assolva dalle accuse di incitamento alla guerra civile ...») e pervaso da un senso quasi messianico di imminente tragedia/cambiamento («I destini della nazione sono oggi in pericolo …»). Di grande interesse. -- Il tono generale dello scritto denuncia una familiarità del tutto priva di sudditanza verso tutti i membri storici del futurismo; segno che l’autore doveva essere un personaggio ben noto, che qui, e in pochissime altre attestazioni (tra cui un bragagliano «Index librorum prohibitorum» su «Roma futurista», un paio di firme nelle «Cronache d’attualità» 1921 e almeno una menzione nel bollettino «Index rerum virorumque prohibitorum») appare sotto pseudonimo: Alberto Bragaglia, il fratello ‘filosofo’? Cammarota, Futurismo, 438.1; Echaurren, Nel paese dei bibliofagi, p. 198 fig. 17‎

‎Folgore, Luciano [Omero Vecchi]‎

‎Poeti allo specchio. Parodie‎

‎Edizione originale. Ottimo esemplare. Straordinaria antologia di parodie poetiche, ben sorretta dall’abilità versificatoria del Folgore, che ne sostanzia la riuscitissima vena satirica. Dopo i «Poeti controluce» del 1922, antologia parodica dedicata alla linea Carducci-Pascoli, i «Poeti allo specchio» satireggiano la linea del modernismo: Marinetti, Papini, Lucini, Gozzano, Soffici, Aleramo, Vivanti, Da Verona, Guglielminetti, Buzzi, Térésah, Govoni, Onofri, Corazzini, Negri, Zucca, Ungaretti, F.M. Martini, Moscardelli, Palazzeschi, Novaro, Moretti, Folgore stesso. Cammarota, Futurismo, 208.11‎

‎Gambini, Ivanohe‎

‎[Cartolina:] Campionato Bustese Bocciofilo‎

‎Documento originale. Perfetto esemplare. Notevole decoro tra futurismo aeropittorico e déco per questa cartolina dedicata a un evento squisitamente locale — come molta della produzione grafica di Gambini. Rara.‎

‎Gambini, Ivanohe‎

‎[Cartolina:] Coppa “Bibesco” [IN BLU]‎

‎Documento originale. Più che buone condizioni. Viaggiata, inviata da un pilota che si firma «Bu-By» nel 1936 al pittore livornese Giovanni March. Virata in blu. Non comune (Futurismi postali, p. 136: «Il 1934 vede […] innanzitutto l’aeropittura “Coppa Bibesco” […] edita in occasione della XIX Biennale di Venezia in viraggio rosso. Lo stesso soggetto è peraltro rintracciabile in almeno tre diverse tonalità di colore, emesso in differenti periodi, dalla Casa Editrice Boeri […]».‎

‎Voltolino e Ugo Gérard‎

‎La marcia dei Futuristi. Parole di Voltolino. Musica di Ugo Gérard‎

‎Edizione originale. Leggero segno della piega verticale; per il resto un ottimo esemplare. Raro e misconosciuto spartito per una marcetta parodica del movimento marinettiano: «L’ideal del futurismo è lo schiaffo il pugno il volo è l’audacia il parossismo […] L’odio innato per la donna, lebbra, pustola, tentacolo, che i beati della gonna fan passar per un oracolo. Futuristi, apologisti, nikilisti, suffragisti, noi vogliam il ripulisti nella vita e nel pensier. Terroristi, idealisti, socialisti, irredentisti, come tanti feticisti perseguiamo il nuovo ver. Quadri statue musei dare al fuoco che depura con la scienza e gli atenei, è l’idea nostra matura […] Futuristi, azionisti, simbolisti gente tristi alle ciurme dei trappisti i buddisti preferiamo. Siam veristi assai ben visti egoisti, equilibristi, siamo antifemministi e la donna non amiam. L’ideal del futurismo gitta ponti in cielo ardito è pazzesco ha del cinismo prende a calci l’infinito. Donde venne donde è nato non lo sa manco il demonio ma può darsi che sia stato procreato in manicomio. Reclamisti, apologisti siamo insiem tutti frammisti e da bravi futuristi alla vita facciam chiù! ma se i vili passatisti con dei fischi ci fan tristi coi principi futuristi noi fuggiamo nulla più». Lombardi, Nuova enciclopedia del futurismo musicale, p. 15‎

‎(Ambrosi, Alfredo Gauro) Enzo Fontana‎

‎L’Ala italiana ieri e oggi. Aeropitture di A.G. Ambrosi [in copertina: ... Da un discorso ai giovani]‎

‎Edizione originale. Ottimo esemplare, ex libris alla prima carta. Rarissimo libello autopubblicato; celebra l’«Ala azzurra» in occasione del conferimento della medaglia d’oro all’Arma aeronautica il 1° giugno 1936. Ambrosi pubblica «L’artefice dell’Ala fascista [o: Ritratto fisico-psichico del Duce]», «Bombardamento aereo in A.O.», «Il volo su Vienna», «Madonna di Loreto», «Crociera del Decennale [o: Seconda crociera atlantica]». Solo tre esemplari in Iccu; uno in Oclc (NYPL). Cammarota, Futurismo, 210.1‎

‎[Fascismo]‎

‎Guida della Mostra della rivoluzione fascista‎

‎Prima edizione, prima tiratura. Minuto difetto al piede del dorso; angolino basso del piatto anteriore con segno di piega (non tocca il disegno di Sironi); nel complesso, un ottimo esemplare, non facile a trovarsi così. Non comune prima tiratura (ne fu procurata una seconda con data 1933 e immagine di copertina stampata più in piccolo); i contenuti qui in edizione originale verranno riproposti con corredo iconografico in un volume cartonato di 260 pagine pubblicato nello stesso anno, ma stampato dall’Istituto di Arti Grafiche di Bergamo: «In attesa di provvedere alla pubblicazione di un completo particolareggiato catalogo analitico, la Presidenza della Mostra ha compilato la presente guida illustrativa» (nota a p. [2]). Contiene un facsimile di autografo di Mussolini, gli scritti di Dino Alfieri (Scopo, carattere, significato della mostra Mussolini e la Rivoluzione) e Luigi Freddi (Guida della mostra), due piante topografiche dell’esposizione. Di grande impatto la copertina di Sironi, che utilizza il disegno servito per illustrare i manifesti della mostra.‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso, Mario Carli ed Emilio Settimelli‎

‎Il futurismo. Rivista sintetica illustrata mensile. N. 6: L’Impero italiano. A Benito Mussolini - Capo della Nuova Italia. [Segue:] L’Inegualismo‎

‎Prima edizione, prima tiratura. Ottimo esemplare. Oltre alla «lettera aperta» al capo del fascismo (apparsa sull’«Impero» del 25 aprile 1923), nel foglio presente il manifesto «L'Inegualismo», a firma del solo Marinetti (uscito come «Ad ogni uomo, ogni giorno un mestiere diverso! Inegualismo e artecrazia» sul «Resto del Carlino» del 1° novembre 1922, quindi in francese su «Noi» n. 5, agosto 1923). In calce all’ultima pagina, reclame de «LA GRANDE SALA FUTURISTA | DEPERO | ... e la Sala trentina Depero ... alla Mostra internazionale d’arte di Monza», ovvero la Prima Biennale tenutasi dal 19 maggio al 31 ottobre 1923. Tonini, I manifesti del futurismo italiano, nn. 177 e 182 (non specifica la tiratura e registra solo la seconda)‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎La Nuova religione-morale della velocità. Manifesto Futurista pubblicato nel 1° numero del giornale «L'Italia futurista»‎

‎Edizione originale, seconda tiratura. Esemplare nella tiratura senza indirizzo in sottotitolo, posdatabile al 1919; in più che buone condizioni (normale uniforme brunitura e minimi difetti perimetrali dovuti alla fragilità della carta. Prima edizione autonoma del manifesto lanciato con l’esordio dell’Italia futurista (1° giugno 1916). Esistono due tirature con minime varianti di stato: la sottoscrizione in calce di p. [4]; la spaziatura tra le parole in alcuni paragrafi (ad es. l'ultimo paragrafo di p. [1] e di p. [2], ma altri), anche se non ne risulta alterata sostanzialmente la disposizione del testo nelle pagine; e soprattutto l'una con aggiunto al titolo l'indirizzo de «L'Italia Futurista»: «(Via Ricasoli, 23 - Firenze)». La prima tiratura è quella con l’indirizzo, poi rimosso perché errato (la redazione del giornale ha sede in via Brunelleschi, 2, né all’esordio è stampata a Firenze, bensì a Prato), mentre la seconda tiratura — presente esemplare — è databile con un buon margine di sicurezza dal 1919 e seguenti, per via del civico 1 a cui risulta locata la tipografia Taveggia (in precedenza al civico 3) nella sottoscrizione editoriale. Tonini, I manifesti, 98.3 (non si esprime sulla priorità dell’una o dell’altra tiratura)‎

‎Braga, Dominique‎

‎Il futurismo giudicato da una grande rivista francese [SECONDA TIRATURA]‎

‎Edizione originale, seconda tiratura. Ottimo esemplare. Testo in francese su due colonne, tratto dalla rivista «Le Crapouillot» del 15 aprile 1920. La seconda tiratura si differenzia dalla prima per due minuti dettagli verso, al piede: la riga della «Direction du Mouvement» è chiusa da «Milan (13)»; nella sottoscrizione tipografica manca l’indirizzo di Taveggia. Tonini. I manifesti. 140.1 (non specifica le tirature)‎

‎(Munari, Bruno, copertina e illustrazioni) Giuseppe Romeo-Toscano‎

‎Aquilotto implume. Avventure di terra e di cielo. Romanzo per ragazzi‎

‎Edizione originale. Eccellente esemplare, fresco, pulito e intatto anche alla copertina: molto raro così (da segnalare una vistosa firma d’appartenenza d’epoca al frontespizio, elegantemente vergata in lapis rosa). Copertina e quattro tavole a piena pagina del giovane Munari, in quello che è ritenuto il suo primo libro illustrato. Maffei, Munari: i libri (2008), p. 42-3‎

‎Crali, Tullio‎

‎Aeropittura [in: L’Ala d’Italia. Anno XXI - N. 5]‎

‎Edizione originale. Riparazione al dorso; per il resto in più che buone condizioni. Importante contributo militante del giovane aeropittore, su una delle principali riviste di settore dedicata all’aeronautica. Illustrato da tre riproduzioni di quadri: Puntando il caccia nemico; L’idro nel golfo; A bassa quota sulla città.‎

‎Munari, Bruno‎

‎[Carta intestata con disegno di Bruno Munari stampato in sanguigna sul lato lungo sinistro: probabile ritratto di Ivanohe Gambini]‎

‎Documento originale. Condizioni perfette, proveniente intonsa dall’archivio privato del futurista e amico di Munari architetto Ivanohe Gambini. Non censita nei repertori consultati, ma si veda un disegno del 1935 nello stesso stile («Ritratto di Tullio D’Albisola») in Tanchis, Bruno Munari (1986), p. 19. Disegno firmato in lastra sul lato sinistro in basso: «MUNARI».‎

‎Munari, Bruno‎

‎[Carta intestata con disegno di Bruno Munari stampato in sanguigna sul lato lungo sinistro: probabile autoritratto]‎

‎Documento originale. Condizioni perfette, proveniente intonsa dall’archivio privato del futurista e amico di Munari architetto Ivanohe Gambini. Notevole disegno surrealista nello stile documentato verso la metà degli anni ’30. Non censita nei repertori consultati, ma si veda un disegno del 1935 nello stesso stile («Ritratto di Tullio D’Albisola») in Tanchis, Bruno Munari (1986), p. 19. Disegno firmato in lastra sui lati sinistro e destro, al centro: «BRUNO» - «MUNARI».‎

‎Govoni, Corrado‎

‎L’inaugurazione della primavera. Poesie‎

‎Prima edizione, emissione in brossura. Firma d’appartenenza coeva al frontespizio; lieve brunitura alla copertina, con una minima mancanza (5 x 10 mm) al dorso, in prossimità del piede. Complessivamente un più che buon esemplare di questo raro libro. Una delle raccolte più importanti dell’autore, raccoglie le poesie coeve alla fase più sperimentale e futurista. «Govoni 1915» è il titolo di un importante saggio di Umberto Carpi presentato al convegno ferrarese del 1983 («Corrado Govoni», Firenze 1984, pp. 249-74). In esso si analizza con perizia l’annus mirabilis govoniano, quello che vede l’uscita dei due capolavori del poeta: «L’inaugurazione della primavera» e «Rarefazioni e parole in libertà». Culmine della vicenda poetica govoniana, essi sono anche libri-simbolo della complessa stagione del futurismo post-lacerbiano, conteso tra Milano e Firenze, le Edizioni futuriste di «Poesia» di Marinetti e le Edizioni de «La Voce» nel suo nuovo corso derobertisiano, che di fatto ruberà i migliori poeti al Movimento futurista ufficiale: Palazzeschi, Soffici e appunto Govoni. La pubblicazione dei due libri, in particolare dell’Inaugurazione, era rimasta sospesa tra questi due poli per tutto il 1914: Marinetti, il primo e fino a quel momento l’unico editore di Govoni, continuava a rimandare la possibilità di pubblicare quel titolo, che finì per passare alla «Voce» di De Robertis, stampato nell’aprile del 1915 in un’emissione in semplice brossura tipografia accanto a un’emissione molto limitata rilegata con la carta stampata a mano da Ardengo Soffici. Cammarota. Futurismo, 249.10‎

‎Bragaglia Anton Giulio (1890 - 1960)‎

‎Lettera autografa siglata inviata al critico cinematografico e sceneggiatore Mino Doletti.‎

‎La lettera è relativa alla collaborazione di Bragaglia con il giornalista. “[...] Sabato c’è l’Aminta a Tivoli. Se vuoi ci vado, ma io ci rimetto due and. rit. pullmann per Tivoli (oltre la cena lassù). Sarai la mia rovina. Con Peppino de Filippo di Costanzo ha combinato (per ora): quindi o Neill è in aria [...]”. Doletti fondò e diresse il settimanale “Film”.‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎Breve lettera autografa firmata inviata a Giuseppe Lo Duca‎

‎«Caro Lo Duca | Ecco la lettera per Steiner. Non dimenticare le parole in libertà di Spagna Veloce | Con affetto | FTMarinetti”. Lo Duca, di origine italiana, fu scrittore e critico d’arte. Amico di Marinetti per una breve parentesi aderì al movimento futurista.‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎Lettera autografa firmata su carta intestata Reale Accademia d’Italia‎

‎«Caro amico Ho tutto letto Grazie Spero vederti la sera del 3 Aprile. Partirò – spero – il 2 sera Con molto affetto | F.T. Marinetti».‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎Breve lettera dattiloscritta con firma autografa inviata a Giuseppe Lo Duca‎

‎«Sono lieto dei lavori nuovi che prepari. Ti manderò ciò che può esserti utile e che ti manca. Tanti auguri futuristi [...]». Lo Duca, di origine italiana, fu scrittore e critico d’arte. Amico di Marinetti per una breve parentesi aderì al movimento futurista.‎

‎Benedetta [B. Cappa Marinetti] (la copia del libraio e collezionista Siro Conforti)‎

‎Astra e il sottomarino. Vita trasognata‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Eccellente esemplare, molto fresco e pulito anche alla copertina (rara condizione). Con bella dedica del 1962 a Siro Conforti «che sa amare i libri del futurismo anche quando contengono dei lirismi astratti». Il toscano Siro Conforti è stato un bibliofilo e libraio antiquario: notevole la sua collezione di Novecento italiano, con ampio spazio al futurismo. Romanzo amoroso, in parte epistolare. Cammarota, Futurismo, 32.3‎

‎Benedetta [B. Cappa Marinetti]‎

‎Astra e il sottomarino. Vita trasognata‎

‎Edizione originale. Eccellente esemplare, freschissimo e pulito: molto raro così. Romanzo amoroso, in parte epistolare. Cammarota, Futurismo, 32.3‎

‎Cangiullo, Francesco, e Filippo Tommaso Marinetti‎

‎Il Sifone d’oro [Le Syphon d’or]. Se l’altra non picchia alla porta‎

‎Edizione originale. Molto raro, tirato in sole 600 copie numerate. Raccoglie le due poesie del titolo: «Il Sifone d’oro», datato in calce «Vomero 1913», è seguito dalla traduzione in francese «Le Syphon d’or», firmata da F.T. Marinetti nel 1920. «Se l’altra non picchia alla porta» reca invece data «Torino ottobre 1923». Cammarota, Futurismo, 76.21; Id., Bibliografia di Francesco Cangiullo, 222‎

‎Luciani, Sebastiano Arturo‎

‎L’Antiteatro. Il cinematografo come arte. Con 14 incisioni e una novella completamente sceneggiata [COPERTINA ROSA]‎

‎Edizione originale. Ottimo esemplare in copertina variante in carta rosa: un doppio riquadro al piatto anteriore racchiude i dati editoriali impaginati al centro; prezzo al piede del piatto posteriore. Cammarota, Futurismo, 286.2‎

‎Saint-Point, Valentine de‎

‎Manifesto della donna futurista‎

‎Prima edizione italiana, seconda tiratura. Ottimo esemplare, fresco e pulito. La nota biografica in calce al testo è qui preceduta dall’indicazione del lancio belga e parigino, rispettivamente 12 e 27 giugno 1912: segno distintivo della seconda tiratura del testo italiano. -- Valentine de Saint-Point conobbe Marinetti e i futuristi in occasione della mostra parigina dei pittori futuristi nel febbraio del 1912; ne rimase conquistata, ne approvò il programma, eccetto la punta misogina del manifesto, laddove dice «Noi vogliamo glorificare la guerra ... e il disprezzo della donna». Il suo manifesto si apre dunque con l’esergo incriminato dal «Manifesto del futurismo», per argomentare l’ambivalenza di mascolino e femminino nei grandi personaggi e individuare nel futurismo l’iniezione di virilità utile a un’epoca eccessivamente femminile; virilità che, per le donne, si deve tradurre in un abbandono del sentimentalismo a favore dello sviluppo di una propria forza. Tonini, I manifesti, 42.4‎

‎Cavacchioli, Enrico (copertina di Ugo Valeri)‎

‎Le ranocchie turchine col manifesto del Futurismo di F.T. Marinetti‎

‎Edizione originale. Leggera scoloritura al dorso; una gora che interessa il piede del dorso per qualche centimetro; minuti punti di foxing; interno ottimo, con sporadici punti di foxing a qualche carta, ma molto fresco e pulito. Più che buono / ottimo esemplare. Non comune opera prima futurista, e primo libro italiano a ospitare come prefazione il testo completo della Fondazione e Manifesto del futurismo. Interessante raccolta di poesie versolibere. Cammarota, Futurismo, 98.3; Lista, Genese et analyse du Manifeste du Futurisme», p. 79 nota 15; Tonini. I manifesti, 1.19‎

‎[Paladini, Terra, Barbaro et alii]‎

‎La Ruota dentata. Movimento immaginista. Anno I - N. 1 [TUTTO IL PUBBLICATO]‎

‎Edizione originale. Parziale perdita di qualche lettera appena sotto l’intestazione, in prima pagina, causa rimozione dell’etichetta d’invio; per il resto, uno straordinario esemplare intatto e senza alcuna sofisticazione; rarissimo in queste condizioni. Rarissimo numero primo e unico pubblicato: sole tre copie nel censimento ICCU (Centrale Firenze, BSMC Roma e APICE Milano), cui OCLC aggiunte l’esemplare del MART Rovereto. -- Espressione dell’immaginismo di qualità e intensità inversamente proporzionali all’effimera durata (praticamente il solo anno 1927), l’«immaginismo» italiano — che nulla ha a che vedere con l’imagism poundiano o con l’omonimo -ismo russo — «assumeva in realtà una poetica dell’immaginazione che sembrava ricorrere fino alla messa in scena del subconscio. […] L’immaginismo italiano era di fatto molto più vicino al surrealismo. […] Ed è certamente dal cinema che l’immaginismo italiano traeva la sua linfa più segreta» (Lista, p. 7-s). Animatori principali del movimento furono l’artista Vinicio Paladini e lo scrittore Dino Terra. Paladini veniva da quel crogiolo di avanguardisti e irregolari del principio degli anni ’20 che solo verso la metà del decennio e oltre chiariranno la direzione presa dalla propria parabola artistica; dopo un breve periodo di fiancheggiamento futurista, grazie alle intercessioni di Prampolini (si veda la vicenda legata al manifesto sull’Arte meccanica), Paladini si posizionava a distanza di sicurezza con l’intervento del 1927 «Arte d’avanguardia e futurismo», pubblicato prima sulla «Bilancia» poi in plaquette. Ed è proprio il gruppo gravitante attorno alla rivista romana (mensile ma aperiodico diretto da Umberto Barbaro) che riempirà le fila dell’immaginismo — per scioglierle subito e riformarle altrove. -- Il nome della rivista che fa da altoparlante del movimento, così come il marchio che la illustra (due ingranaggi che s’arrotano), reca precisa memoria dell’origine comunista di Paladini. L’apertura del fascicolo che lancia il movimento immaginista è affidata per intero all’artista russo-romano, che compone una pagina dominata da un incredibile ‘fotomontage’ in bianco e nero, dove sono tutte le suggestioni e i temi cari (un vero e proprio manifesto ‘visivo’ che sarebbe da analizzare con la lente d’ingrandimento); la composizione è incorniciata da un testo composto a slogan, non-sense, testi in all-caps, simboli matematici e maniculae, d’impronta chiaramente dadaista. In seconda pagina comincia il lungo manifesto «Una nuova estetica per un’arte nuova», firmato da Umberto Barbaro, che condivideva con Paladini la fede politica di estrema sinistra: un testo illuminante per capire la posizione del gruppo rispetto alla questione generale del modernismo e dell’avanguardia ma, nello specifico, rispetto al futurismo, da cui in Italia non si può prescindere. In terza pagina una recensione ‘onirica’ dei due libri di Dino Terra, già pubblicati sotto le insegne della «Ruota editrice»: Riflessi (che si fregerà di uno strillo di Marinetti in fascetta) e L’amico dell’angelo, un dramma. Le altre presenze servono a fornire un’indicazione di provenienza e appartenenza (come le poesie di Majakovskij ed Elena Ferrari) oppure sono del tutto episodiche, personaggi minimi raggranellati sul fondo del vivace ambiente romano che sboccerà appieno solo negli anni ’30. Lista, Dal futurismo all’immaginismo, passim; The Oxford Critical and Cultural History of Modernist Magazines, III, p. 580; Salaris, Riviste futuriste, p. 1106-ss; Casetti, Movimento immaginista, p. 65‎

‎Carrà, Carlo‎

‎Boccioni‎

‎Edizione originale Esemplare n. 137/500, in più che buone condizioni (copertina scolorita ai dorsi e alcune pagine con fioriture). Rarissima plaquette: solo quattro esemplari censiti in ICCU, manca all’opac mondiale OCLC ed è largamente ignorato dagli studiosi specialistici (le scarse menzioni in letteratura sono limitate a regesti bibliografici su Boccioni, dove il titolo compare come mera registrazione). Tiratura di 500 esemplari numerati a mano, a spese dell’autore, pubblicata in memoria di Umberto Boccioni e distribuita in occasione della grande retrospettiva nei saloni di Palazzo Cova a Milano, aperta dal dicembre 1916 al gennaio 1917. Dedicatoria «A tutti quelli che gli hanno voluto un po’ di bene intelligente, e a ricordo di questa Prima Esposizione Postuma». -- È la seconda (e ultima) pubblicazione ‘futurista’ dell’autore, dopo il capolavoro «Guerrapittura» del 1915. Raccoglie cinque densissime prose sull’arte, di non semplice comprensione, apparse qui in edizione originale e unica (almeno fino all’edizione di «Tutti gli scritti» Milano 1975): il lungo «Tributi dell’amicizia», di cui un estratto — la prima parte, più esplicitamente legata alla scomparsa del collega amico — era uscito sugli «Avvenimenti» n. 2:38 (17 nov 1916); il manifesto «Epoca del magnetismo plastico - In memoria di Umberto Boccioni»; la breve «Licenza», in cui si saluta l’amico scomparso e contemporaneamente si dichiara già la propria adesione al ‘rappel à l’ordre’: «Per un curioso paradosso di anarchia siamo tornati, con te o fratello, senza volerlo alla classicità pura. | BOCCIONI URRAH!». Cammarota, Futurismo, 88.2‎

‎Aa. vv. (Tavolato, Marinetti, Clavel et alii; a cura di Edwin Cerio)‎

‎Il Convegno del paesaggio‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Esemplare numero 284/350, in eccellenti condizioni di conservazione, freschissimo, pulito e intatto alla copertina: rarissimo così. Numero manoscritto e seguito da firma autografa di Edwin Cerio. A compimento dell’intensa stagione primonovecentesca di Capri — e apice della sindacatura triennale di Edwin Cerio — si colloca il «Convegno del paesaggio», 9-10 luglio 1922. In giugno era stata finalmente approvata, dopo un iter di quasi due anni, la cosiddetta legge Croce per la tutela del paesaggio, la prima in Italia: tra i principali promotori vi erano due dei partecipanti al convegno, l’onorevole Giovanni Rosadi (già fautore della prima legge sulla tutela del patrimonio storico e artistico, del 1909, detta Rava-Rosadi) e Luigi Parpagliolo, per una vita alla Direzione delle Antichità e Belle arti. Accanto ai politici, Cerio — che era uno «scintillante e versatile uomo di talento» (Piscopo, p. 14) — chiama al convegno i futuristi: Italo Tavolato, che lancia, in stile futurista, un vero e proprio «Manifesto della bellezza di Capri»; Filippo Tommaso Marinetti che non solo tiene una relazione (Lo stile pratico) ma è incaricato di fare letteralmente da controcanto — «dopo tanti oratori, vi sembrerò un poco terra terra» — in apertura dei lavori; l’esponente di punta dell’architettura futurista nel corso degli anni ’20, Virgilio Marchi (Architettura futurista); e per chiudere lo stravagante intellettuale svizzero Gilbert Clavel (L’architettura meridionale). «Tra i contributi al convegno quello dell’ideologo del futurismo, Filippo Marinetti che con fare più propositivo che provocatorio propone di difendere l’isola dal falso antico e dal commercialismo artistico, e quello dell’architetto futurista Virgilio Marchi, che sottolinea la possibilità di un’espressione radicalmente moderna ma sensibile ai contesti. Il convegno ha una vasta eco sulla più diffusa rivista nazionale di settore, “Architettura e arti decorative”» (Mangone, p. 250-s). -- La pubblicazione degli atti del convegno avviene sotto le insegne delle «Pagine dell’Isola», prima rivista poi collana editoriale diretta da Edwin Cerio: ne esce un libro di rara sobrietà e bellezza tipografica, stampato su carta Amalfi in barbe e ornato da scelte illustrazioni. I testi qui compresi sono tutti in edizione originale e unica. Cammarota, Futurismo, VI.28; Sandomenico, Leggere Capri, p. 111 (con imprecisioni); Piscopo, Capri futurista (Napoli 2001); Mangone, L’isola dell’architettura (in: Architettura e paesaggi della villeggiatura, Milano 2015, pp. 237–255)‎

‎Prampolini, Enrico‎

‎Manoscritto autografo firmato tratto dal saggio “Arte polimaterica”‎

‎Si tratta di una pagina autografa del testo pubblicato da Oet con il titolo «Arte polimaterica (verso un'arte collettiva?)» (Roma 1944), in particolare i capoversi 2-4 di pagina 9. “[...] quanti secoli e quanti chilometri quadrati di pittura pesano su l'umanità? Da questa fine del sentimento del colore, nasce un nuovo sentimento: quello del lirismo della materia. L'arte polimaterica, non è una tecnica, ma — come la pittura e la scultura — un mezzo d'espressione artistica rudimentale, elementare, il cui potere evocativo è affidato all'orchestrazione plastica della materia [...]”. Minute varianti rispetto al testo a stampa.‎

‎D'Albisola, Tullio [T. Spartaco Marzotti]‎

‎A. A. A. 500.000 urgonmi: poema d’amore. L’incidente: lirica. Il vicolo del pozzo: liriche‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Eccezionale esemplare: la copia dell’artista futurista Marisa Mori, con bella dedica autografa dell’autore vergata a p. [7]: «Albisola 8 aprile XV= A Marisa Mori eccellente pittrice per il robusto ritratto di mio padre | dev.mo Tullio». In ottime condizioni (lievi e normali segni del tempo marginali alla copertina). Non comune raccolta di poesie e parolibere con prefazione di Marinetti. Cammarota, Futurismo, 135.4‎

‎Buzzi, Paolo‎

‎Biglietto con annotazione e firma autografa‎

‎“Ringrazio i cari amici e ricambio voti […]”.‎

‎Korompay, Giovanni‎

‎Lettera autografa firmata inviata al poeta e giornalista Enzo Fabiani‎

‎Il pittore ringrazia Fabiani: “Dopo la mia mostra ti ho cercato per ringraziarti del pezzo e anche per cercare di screditarmi con una mia opera come promesso. […] A metà giugno sarò per qualche giorno a Milano e spero di avere occasione di stare un po’ assieme […]”.‎

‎Dormal, Carlo Maria‎

‎Canta giovinezza. Arciquaderno goliardico pro E.O.A. [in copertina aggiunto: ... del G.U.F. di Padova a beneficio dell’Ente opere assistenziali. Numero unico]‎

‎Edizione originale. Eccellente esemplare (appena un lieve accenno di scuritura ai bordi della copertina). Molto raro in queste condizioni. Raro numero unico interamente curato dal leader dei futuristi padovani Dormal, uno dei più dotati artisti grafici del secondo futurismo. Dal raffinatissimo layout alle numerose tavole interne (diverse realizzate in fotomontaggio), tra Munari e Depero (ma anche il piacentino Bot, nelle pagine con le caricature ‘sintetiche’), tutto concorre a fare di questo libro un piccolo capolavoro del genere. L’apertura è dedicata ai fasti patavini del 1848, naturalmente riletti in chiave ‘fascisti ante-litteram’, per proseguire con i profili di Alfredo Oriani, Ippolito Nievo, una sezione poetica con ‘Libia’ di M. Nicheforos, ‘Sant’Elia’ parolibera di Nino Burrasca, ‘Vorrei’ di Farfa, ‘Il’ e ‘Un terremoto’ di Gerbino, una splendida parolibera grafica a colori firmata «s.e.S.f.O.t.S. Marinetti p.c.c. Josè Schivo», il ‘racconto rotante’ ‘Un uomo impressionabile’ di Gigi Trevisanato (impaginato in quattro blocchi voltati rispettivamente a 0°, 90°, 180°, 360°), pagine di goliardia studentesca intercalate alle notevoli caricature di Agordo Ancona, Licinio Bonàt, Caldarella, Gian Paolo Garcèa, Renato Mazza, Luigi Zecchin. Salaris, Riviste, pp. 810-13; Bohn, The other Futurism, pp. 87-94‎

‎Ferrante, Giorgio‎

‎Cuor di brina. Liriche‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Ottimo esemplare. Dedica autografa dell’autore. Opera prima, molto rara. Raccolta di liriche versoliberiste con dedicatoria a stampa a Lionello Fiumi, padre del cosiddetto ‘Liberismo’. L’autore, Giorgio Ferrante, è l’amico che Boccioni stava andando a trovare, durante un congedo dal fronte, quando cadde da cavallo e morì, il 17 agosto del 1916: «Studente a Verona, conosce il futurismo attraverso il suo insegnante di scuola, marito della sorella di Boccioni. [...] È così l’unico futurista ad essere presente ai funerali di Boccioni e ad annunciarne la notizia a Marinetti e alla famiglia. Entra nel futurismo collaborando attivamente con tavole parolibere a tutte le più importanti riviste» (voce del Dizionario del futurismo).‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso [a cura di]‎

‎Enquête internationale sur le Vers libre et Manifeste du Futurisme par F.T. Marinetti‎

‎Prima edizione. Eccellente esemplare (indicazione di «7me m.lle» in copertina). Il libro pubblica i pareri di una quarantina di intellettuali europei (Khan, Capuana, Rachilde, Pascoli, Ada Negri, D’Annunzio, Jammes, Merril, Vacaresco, Maquina, De Maria, Buzzi, Sarfatti…) in merito all’inchiesta promossa dalla rivista «Poesia». Ospita in apertura, a mo’ di prefazione, il «Manifeste du futurisme» (completo di «Prologo» e «Programma»). Nota acutamente Tonini (I manifesti, 1.22): «Annunciato varie volte e forse già stampato alla fine del 1909, il volume esce solo nel febbraio o nel marzo del 1910, certamente dopo la pubblicazione de L’incendiario di Palazzeschi (cfr. Il Futurismo [i.e. il Supplemento alla Rassegna…], [11] febbraio 1910)», dove il volume è nell’elenco «D’imminente pubblicazione». Lista (Genèse et analyse du Manifeste de futurisme, nota 36) da par suo rileva come in questo libro «le manifeste n’y comportè aucune mention de la parution dans Le Figaro, au contraire des Rééditions effectuées après le 20 février 1909» e considera il volume — al pari de Le ranocchie turchine di Cavacchioli — stampato alla fine del 1908. Tuttavia, in effetti, mentre per «Le ranocchie» si hanno diverse prove importanti (cfr. Lista, Genèse, nota 15 e p. 81) che ne attestano la stampa alla fine del 1908 e la diffusione già nel gennaio ’09, nulla del genere (anzi: uno strano silenzio) c’è per «L’Enquête». Cammarota, Marinetti, 19‎

‎Meriano, Francesco‎

‎Croci di legno (1916-1919)‎

‎Edizione originale. Più che buon esemplare. Raccolta di poesie e prose liriche. -- «Sta di fatto che le “Croci di legno”, pubblicate a guerra appena conclusa, non possono che apparirgli un consuntivo dei debiti e dei crediti contratti nella sua breve esperienza d’artista, o forse un definitivo testamento letterario, una conclusione [...]» (Giorgio Luti, introduzione a Arte e vita, 1982, p. 5). Cammarota, Futurismo, 323.3‎

‎Marinetti, Filippo Tommaso‎

‎Il club dei simpatici‎

‎Edizione originale nella seconda emissione. Seconda emissione ricopertinata dalla libreria palernitana Domini Testini: l’emissione originale della casa editrice Hodierna era legata in tela, e dunque le carte f.t. fungevano da contropiatti e fogli di guardia. Di questa seconda emissione si ebbe una prima tiratura con errore in copertina (Il club di simpatici), poi corretto. Cammarota, Marinetti, 245‎

‎Aa. vv. (Marinetti, Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, Pratella, De Saint Point, Apollinaire, Palazzeschi)‎

‎I Manifesti del futurismo. Lanciati da: Marinetti–Boccioni–Carrà. Russolo–Balla–Severini. Pratella. M.me De Saint-Point–Apollinaire. Palazzeschi [COPERTINA IN VERDE]‎

‎Prima edizione. Esemplare segnato al dorso e sulle cerniere, con lievi fioriture sui piatti della copertina, per il resto pulito e perfettamente fruibile. Menzione di «3° migliaio» sulla copertina. Prima raccolta italiana di «manifesti futuristi», ovvero tutti i principali testi teorici del movimento pubblicati alla data. -- Dopo la fondazione del futurismo e la chiusura della rivista «Poesia» nel corso dell’anno 1909, i testi teorici militanti e la comunicazione futurista vengono diffusi esclusivamente nel tipico formato del foglio volante, detto appunto dei «manifesti futuristi». Tali volantini, che recano i testi dei manifesti in edizione originale e spesso in un intricato succedersi di ristampe leggermente diverse tra loro, venivano inviati per posta oppure distribuiti a migliaia durante gli eventi futuristi: le famose «serate» o le mostre d’arte. La prima antologia di testi teorici, proclami e manifesti è pubblicata solo in francese, a Parigi, per il pubblico transalpino e internazionale: «Le Futurisme», uscito nell’estate del 1911. In Italia invece, per cinque densissimi anni circolano solo i manifesti nel formato del volantino. Nel 1913 si ha la prima operazione di sistematizzazione del pubblicato: Marinetti organizza una consistente ristampa dei manifesti 1909-1911, che escono accanto ai nuovi manifesti sotto le insegne della «Direzione del Movimento futurista» nell’usuale formato effimero; comincia poi la collaborazione con «Lacerba», che amplia enormemente il ‘bacino d’utenza’ dei futuristi presso le classi operaie e i circoli anarco-socialisti. È sulla base di questa duplice spinta che, nel corso del gennaio 1914, viene approntata per i tipi della rivista fiorentina questa prima antologia dei manifesti futuristi, stampata in un numero molto elevato di copie (20.000 secondo diverse fonti, e il numero potrebbe non essere esagerato viste le tirature del giornale — ai cui abbonati il libro veniva omaggiato), e avvolta in tre varianti di copertina: a stampa verde, a stampa nera e — pare, ma non ne abbiamo mai potuto censire alcuna copia — a stampa rossa. In copertina l’indicazione di «prima serie» indica che se ne sarebbe dovuta pubblicare almeno una seconda, ma nel corso del 1914 come è noto futuristi e lacerbiani addiverranno a una separazione, cancellando qualsiasi possibile progetto comune. Il libro verrà assorbito nel catalogo delle Edizioni futuriste di «Poesia» di F.T. Marinetti. -- L’antologia lacerbiana pubblica la maggior parte dei manifesti compresi tra quello di fondazione e «Il controdolore» di Aldo Palazzeschi, appena uscito in volantino e quindi sulle colonne di «Lacerba» II,2 (15 gennaio 1914), ovvero: Uccidiamo il chiaro di luna, Manifesto dei pittori futuristi, La pittura futurista, Contro Venezia passatista, Discorso futurista ai veneziani, Manifesto dei musicisti futuristi, La musica futurista, Contro la Spagna passatista, Prefazione al catalogo delle esposizioni di Parigi [&c.], Manifesto della donna futurista, La scultura futurista, Prefazione al catalogo della 1a esposizione di scultura futurista a Parigi, Manifesto tecnico della letteratura futurista, Risposta alle obiezioni [i.e. il Supplemento al manifesto della letteratura], La distruzione della quadratura, Manifesto futurista della lussuria, L’arte dei rumori, Distruzione della sintassi e Immaginazione senza fili: parole in libertà, L’antitradizione futurista, La pittura dei suoni, rumori e odori, Il Teatro di varietà, Programma politico futurista. -- È da notare che questa prima ‘cristallizzazione’ in libro dei testi precedentemente diffusi sotto forma di volantino, a volte senza data e comunque in varie ristampe, ha determinato numerose false datazioni (ad esempio Uccidiamo il chiaro di luna; i manifesti pratelliani) e inesattezze storiche (ad esempio la vicenda relativa a «Contro Venezia passatista»), che sono ancora oggi ripetute pedissequamente in molti dei libri che si occupano di futurismo. Cammarota, Futurismo, VI.6‎

‎Buzzi, Paolo‎

‎L’Ellisse e la spirale. Film + parole in libertà [CON AUTOGRAFO]‎

‎Edizione originale. CON DEDICA Ottimo esemplare (dorso lievemente angolato, una sbucciatura alla testa del dorso e un piccolo foro riparato al piatto anteriore) pregiato da bella dedica autografa dell’autore, vergata in grande alla prima carta bianca e datata «Palazzo Monforti di Milano, 1915». A “Palazzo Monforti”, come lo chiama sempre Paolo Buzzi (in realtà Palazzo Isimbardi in Corso Monforte) aveva sede la Provincia di Milano, presso cui lavorò l’autore per tutta la carriera. Menzione di «4° migliaio» in quarta di copertina. Straordinario romanzo parolibero, uno dei libri fondanti delle parole in libertà. Paolo Buzzi è stato il più vecchio compagno e collega di Marinetti: i due si conobbero a Milano, nei primi anni del Novecento, e rapidamente Buzzi divenne colonna portante della rivista «Poesia», collaboratore e redattore fisso della rubrica «Toute la Lyre». Non appena nel 1914 Marinetti lancia la rivoluzione letteraria delle parole in libertà — un vero terremoto letterario di proporzioni internazionali — Buzzi si getta a capofitto nella lavorazione di questo ‘romanzo parolibero cinematografico’ che è un crescendo di invenzione da mozzare il fiato: la partenza è tradizionale, ma con lo scorrere delle pagine le parole cominciano a degradare e spargersi sulla pagina, fino a perdere qualsiasi connessione tipografica tradizionale per assumere la forma di vere e proprie composizioni visive, che culminano in un ‘calligramme’ a spirale disegnato in rosso. -- Nella prefazione dedicatoria «A F.T. Marinetti» si dice: «L’opera fu scritta con l’anima gonfia di un presagio di sconvolgimento per la Società. L’ultimo capitolo — vedi la bizzarria del caso! — io lo finii proprio la notte dal 27 al 28 giugno 1914 […]. Qualche ora dopo scoppiava la folgore dell’attentato di Sarajevo: e l’Europa voltava la pagina al suo atlante geografico». La lavorazione del libro aveva preso dunque oltre un anno: «All’inizio della primavera del 1915 uscì “L’Ellisse e la spirale” di Buzzi [...]; si trattava in effetti d’un romanzone avventuroso del genere fantasy, strutturato come un film a episodi (dei quali era segnato addirittura il metraggio, come in un catalogo di pellicole). La narrazione si svolgeva con un andamento quasi salgariano ma poi, nell’ultima parte, la prosa si frantumava dando luogo a pagine di parole in libertà [...] originali costruzioni grafiche, geometriche, astratte [...] che ricordavano certi motivi dei Rosa-Croce». In realtà «era una sorta di metaromanzo in cui Buzzi utilizzava il registro dell’intreccio d’avventure ma realizzava al tempo stesso una mimesi del linguaggio filmico; inoltre tentava di inserire nel tessuto narrativo il concetto musicale di enarmonia e proprio nell’ultima parte dissolveva la prosa nel disegno e nel grafismo» (Salaris). Cammarota, Futurismo, 68.5; Salaris, Marinetti editore, pp. 180-182; Lista, Le livre futuriste, p. 19 nn. 19-20; Fanelli & Godoli, Il futurismo e la grafica, p. 52 nn. 10-13‎

‎Balla, Giacomo‎

‎[Cartolina autografa firmata, disegnata dall’artista:] «CARISSIMO CI SONO SEMPRE CON TE»‎

‎Cartolina autografa firmata, disegnata dall’artista. Cartolina viaggiata, inviata al «FUTURISTA [Luciano] DE NARDIS | VIA GARIBALDI FORLì». Ottime condizioni di conservazione. Giacomo Balla — massimo tra i futuristi — praticò con esiti eccezionali la cosiddetta arte postale. Quasi tutte le cartoline da lui inviate a partire dalla metà degli anni dieci fino a tutti gli anni trenta presentano più di un elemento artistico, e alcune sono delle vere e proprie opere d’arte in miniatura. Numerose sono le cartoline indirizzate a Luciano De Nardis, al secolo Livio Carloni, forlivese che, su magistero di Balla, ebbe una breve carriera artistica fino ai primi anni ’20. Questo esemplare offre notevole composizione di linee nere intersecantisi a disegnare forme geometriche di sapore costruttivista, con il messaggio vergato a pastello rosa, nella tipica scrittura artistica in stampatello tutto maiuscolo, come in sovrimpressione: «CARISSIMO CI SONO | SEMPRE CON TE | PREPARO ESPO | SALUTISSIMI TUO | [in verticale sul lato destro:] BALLA». Il lato dell’indirizzo è vivacizzato dalla scritta cubitale in pastello oro. La mostra a cui si fa riferimento è quasi certamente la personale del 4-31 ottobre 1918 che inaugura la Casa d’arte Bragaglia in Roma.‎

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