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Dalla Vecchia Isabella; Succu Sergio
Segui il lato oscuro. Viaggio nel mondo dell'insolito e del mistero
brossura Ogni luogo ha il suo lato oscuro, che non è da intendere come parte negativa, ma come aspetto sconosciuto e misterioso. Le confraternite della morte, il mestiere del boia, l'evocazione degli spiriti, il potere nascosto delle piante: questo libro permette di intraprendere uno speciale itinerario nel mondo del mistero, alla scoperta di luoghi, oggetti, epoche affascinanti di cui non si finisce mai di imparare. Leggende, curiosità e tradizioni ti accompagneranno lungo una strada lastricata di piccole scoperte, alcune legate alla semplice quotidianità, i cui segreti ti sveleranno la parte nascosta del mondo. Le bambole hanno un'anima? Quanto sono dannosi i sette peccati capitali? Che potere hanno le chiese costruite dal diavolo? L'anima ha un peso? Cosa nascondono realmente le maschere? Come fanno gli animali a trovare sempre la strada di casa? Il sangue, è un conduttore di vita o di morte? Le donne guerriere erano davvero più temibili degli uomini? Queste sono solo alcune delle domande che ti farai lungo il cammino di lettura del libro, come tante piccole tappe verso una progressiva ricerca che potrà arricchire la tua sete di curiosità. Seguire il lato oscuro non comporta dunque decidere di cedere alle forze del male, ma di entrare in un mondo buio e quasi inospitale che ti permetterà di scorgere più facilmente la luce della consapevolezza e la conoscenza di ciò che ti circonda.
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Delli Quadri Maria
Il mondo di Maria
brossura Questo libro racchiude tutta la produzione di cultura popolare uscita dalla penna di Maria Delli Quadri per il Magazine Altosannio, una produzione che, con il libro, va consegnata nelle mani di chi vorrà conservarla come fervida testimonianza di un'epoca che ha visto una trasformazione smisurata della nostra società: dalla vanga, al trattore - dal pennino, al computer - dal mulo, al camion - dalle sgualcite pagine dei quaderni con la copertina nera, alle pagine word- dalla comunicazione verbale nei mercati o nei negozi o nei lavatoi, ai social. Altosannio ovvero Alto Molise Alto Sangro e Alto Vastese fu la terra che, per prima, accolse la Gente Sabina proveniente dal Lazio e che, proprio qui, diede dita alla Gente Sannita, prima i Pentri, poi i Carricini, i Caudini e infine gli Irpini.
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Epifani Salvatore
L'aquila, il maiale, il pane. Alla ricerca dell'identità perduta
brossura L'opera si articola in sette capitoli, i primi tre dei quali danno il titolo al libro, gli altri il sottotitolo. Tutti, comunque, hanno come comun denominatore aspetti della religiosità novolese vista nel quadro delle vicende spirituali nazionali ed europee. Attraverso l'analisi simbolica di due animali - l'aquila e il maiale - ed attraverso una rigorosa ricostruzione stprica dell'evento che sarebbe avvenuto a Novoli (Lecce) nel 1707, nel quale il pane, donayp dalla Madre celeste alla popolana Giovanna, avrebbe avuto un ruolo fondamentale, l'autore ci offre una sua originale interpretazione di fatti e fenomeni visti semore col conforto di adeguata documentazione archivistica e bibliografica.
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Capasso Nicoletta
Il presepio. Rappresentato, scritto, cantato
brossura La grande tradizione presepiale del Settecento napoletano fonda le sue radici in una cultura raffinata e profonda che attraversa conoscenze e saperi, dalla storia dell'arte alla musica, dal teatro alla letteratura, dalla teologia alle credenze popolari. Pienamente inserito nella cultura del suo tempo, il presepe è l'espressione e l'erede di un secolo di grande fervore intellettuale e artistico pregno di stimoli. La rappresentazione presepiale tradizionale viene osservata da un punto di vista cosmologico, culturale e iconografico rintracciandone tre forme: un presepio rappresentato, un presepio scritto e un presepio cantato. Nicoletta Capasso appartenente ad una famiglia di musicisti è storica dell'arte e archeologa cristiana. Tra i suoi interessi l'arte bizantina, la storia dei popoli del Mediterraneo, le danze tradizionali.
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Dalla Vecchia Isabella; Succu Sergio
Viva il lupo. Uomini e lupi mannari. Cronache, miti e leggende dei licantropi in Italia
brossura Hai mai incontrato un licantropo? Se la tua risposta è negativa sappi che non è così. Leggendo questo libro ti accorgerai di averne visti più di quanto immagini, perché sono tante le leggende, i luoghi, i documenti che ne parlano. I licantropi esistono fin dai tempi antichi, da quando i lupi erano creature di luce, protagonisti di un pantheon di antropomorfi che ha da sempre accompagnato uomini e dèi. Ma perché ci affascinano così tanto? Perché ci somigliano. Lupi e uomini hanno vissuto assieme alle divinità perdendo, ad un certo punto, questa condizione privilegiata a causa di una maledizione. L'uomo stesso, cadendo dal paradiso sulla Terra, è divenuto «mannaro», perché preda di fame, possessione, desideri bestiali. E così come il licantropo desidera tornare uomo, l'uomo vuole tornare Dio. Conoscere i lupi mannari corrisponde dunque a comprendere sé stessi e la propria natura bestiale e risvegliare la consapevolezza dell'origine primigenia, nascosta sotto la pelle, così come il licantropo la cela sotto la sua folta pelliccia. L'excursus proposto da questo libro permette dunque di intraprendere un viaggio non solo alla scoperta del lato oscuro dei licantropi, ma anche di quello luminoso. Il patto con l'uomo lupo, la Signora degli Animali, i santi cinocefali, i Benandanti o nati con la camicia, il lupo luminoso e quello seduttore, i Lupercali e i Versipellis, il sangue cattivo, il santuario del mal di Luna, l'origine della licantropia in Italia, i mannari come mariti, i metodi delle donne per difendersi dai loro attacchi notturni, san Lupo e la fame lupigna, sono solo alcuni degli argomenti che ti condurranno lungo un viaggio nel tempo e nello spazio, da antichi miti fino ai giorni nostri, per intraprendere una vera e propria riflessione su sé stessi, bucare la scorza e far emergere il lupo luminoso che è in noi. Perché il licantropo risponde sempre alla luce, quella della Luna così nascosta e fioca, ma così potente da riuscire a illuminare la notte.
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Filippini Giorgio
Usanze, tradizioni e sagre della amata terra di Sardegna
brossura In questo interessante libro, l'autore ha voluto parlare di Bitti (NU) che visitò da ragazzo, il cui ricordo è rimasto scolpito nella mente e custodito gelosamente nel tabernacolo più intimo del suo cuore. In esso parla del giovane pastore buttese Efsio Melis, con tenacia, determinazione ed impegno è assurto ai vertici di un importante quotidiano milanese, dimostrando, specie ai giovani, che, nella vita si possono raggiungere obiettivi insperati. Ha partecipato, con onore, alla Prima Guerra Mondiale, nelle fila della leggendaria Brigata Sassari e di cui ricorda la tremenda realtà ed il continuo terrore della morte. Fa amicizia con due Commilitoni Continentali, che colpiti dai cecchini, gli muoiono fra le braccia. Studiando anche di notte, mentre pascola il gregge, ottiene la Maturità Scientifica e collabora con un giornaletto locale. S'innamora di Alba, una ragazza milanese che frequenta il suo Agriturismo e decide di trasferirsi a Milano. Si iscrive alla Bocconi e tramite il futuro suocero riesce a collaborare con il "Corriere della Sera". Facendo il Reportage sulle Regioni Italiane, ha la intuizione di abbinare un inserto al giornale, facendone aumentare la tiratura.
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Piscitelli Vittorio
Nonno Vittorio «un figlio della guerra»
brossura Trovarsi a leggere Nonno Vittorio "un figlio della guerra" significa aprire un libro che con grande precisione e in modo molto articolato descrive la vita del protagonista, nonno Vittorio, arrivando al lettore totalmente; è un libro che si ricorda bene e non va smarrito. L'autore utilizza uno stile dettagliato, ricco di date, informazioni, riferimenti molto precisi e soprattutto moltissime foto preziose che, inserite nel testo, aiutano il lettore a ricostruire perfettamente gli eventi e, quindi, la vita del protagonista. Tutti i personaggi sono descritti con ricchezza di dettagli nelle loro vite e nell'incontro con Vittorio, le scene presentate sono vere e autentiche; è una vita realmente vissuta e appare così, come in un film che arriva agli occhi del lettore immediatamente. Il libro diventa la storia di una famiglia, la biografia di Vittorio, la sua storia d'amore, le vicissitudini di una vita, tra momenti piacevoli ed altri meno, riprendendosi sempre con un buon impeto caratteriale di un uomo d'altri tempi. (Prefazione di Maria Grazia Vai)
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Martini Mario
Il folklore della nostra terra
brossura
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Basile Bruno
Ischia, l'antica Pythecusae. Miti, leggende, storia e curiosità di un'isola vulcanica
brossura Considerata la prima colonia in assoluto di tutta la Magna Grecia e di Sicilia, Ischia fu il primo approdo all'inizio dell'VIII secolo a.C. da parte di popolazioni di stirpe ellenica provenienti dalle città di Calcide ed Eretria nell'isola Eubea che s'installarono sul promontorio di Monte Vico nel territorio dell'attuale Comune di Lacco Ameno. L'insediamento di Monte Vico fu, in effetti, un emporion e non ebbe mai dignità di colonia, intesa quest'ultima come fondazione ecistica quale appendice di un gruppo dominante una polis nella madre patria. Il primitivo nome dato a questo sito fu Pythecusae o Pythecoussai e per l'importanza che esso raggiunse il toponimo fu esteso poi a tutta l'isola. Stando a questo toponimo, Ischia fu l'isola dei pythéci, cioè delle scimmie, o dei pythoi, cioè dei produttori di vasi? Ischia è un'isola vulcanica che si formò circa 150.000 anni fa attraverso eruzioni sottomarine ed il suo picco più alto, il Monte Epomeo, s'innalza fino a 789 metri s.l.m. Sono oltre 40 i crateri vulcanici sparsi sul territorio dell'isola. L'attività vulcanica e sismica, associata al mito del gigante Tifeo che giace sotto l'Epomeo per volere di Zeus, è proseguita per millenni anche con eruzioni violente intervallate da periodi di relativa quiescenza. L'ultima eruzione risale al 1302 con la colata dell'Arso. L'isola è famosa nel mondo, oltre per le sue bellezze naturali e un clima mite, anche come centro di prim'ordine per i tantissimi stabilimenti e parchi termali.
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Principato Carmelo
Rassegna stampa. Festeggiamenti in onore di San Calogero (Agrigento, 2-11 Luglio 2021)
brossura Il "grido" del cuore di San Calogero: "Agrigento... quest'anno aiutami tu", rappresenta il filo conduttore che lega insieme tutti i momenti più salienti dei Festeggiamenti 2021 in onore di S. Calogero e che la Rassegna Stampa, giunta alla VIII edizione, consegna alla storia della città di Agrigento. Essa comprende una sintesi di tutti gli avvenimenti previsti dal programma e alcuni dei principali articoli riguardanti la festa, pubblicati sui mezzi di comunicazione della regione Sicilia, di Agrigento e provincia, e sui più diffusi Social Network.
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Manfredi Valerio Massimo
Chimaira
br. Al museo di Volterra il giovane archeologo Fabrizio Castellani sta cercando di svelare il mistero racchiuso nella statuetta etrusca "L'ombra della sera", quando inquietanti telefonate gli "consigliano" di lasciar perdere. Nel frattempo nei boschi circostanti la necropoli vengono rinvenuti cadaveri di persone sbranate da una terrificante belva. Fabrizio è convinto che tutto sia frutto di un'ira implacabile dalle lontanissime origini. E da archeologo si fa detective del passato.
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Cattabiani Alfredo
Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante
br. Questo libro è un viaggio nell'immaginario ispirato dall'universo vegetale. Un percorso tra paesi reali e fantastici, attraverso riti pagani, ebraici, cristiani, musulmani, induisti, shintoisti, taoisti e buddhisti, lungo il quale si incontrano divinità e protagonisti di favole, miti e leggende, si rievocano proverbi e usanze, si riscoprono poesie e opere d'arte. Alfredo Cattabiani ricostruisce sapientemente questo mondo verde e fiorito grazie alle sue conoscenze nel campo della fenomenologia religiosa, del simbolismo e delle tradizioni popolari, e suggerisce, pagina dopo pagina, in uno stile che sposa la chiarezza alla levità, percorsi di approfondimento per chi voglia giungere là dove una pianta non è soltanto una pianta.
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Ovadia Moni; Di Santo Gianni
Il conto dell'ultima cena. Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico
br. Tra Vecchio e Nuovo Testamento, regole kasher, insegnamenti rabbinici, storielle ebraiche e ricette che contengono un antico sapere, il viaggio di Ovadia alla ricerca di un'etica del cibo. Un omaggio alla memoria e all'accettazione dell'Altro, ultimo antidoto slow all'intolleranza e al tempo frenetico di oggi. La tradizione ebraica della kasherut indica i cibi che si possono consumare perché conformi alle regole della Torah. Ma oltre a questo, il cibo ebraico ha prodotto un'enorme mole di storielle, divieti, ricette e prescrizioni che Ovadia ripercorre con la consueta miscela di umorismo e santità: cullandoci tra pasti e digiuni, tra falafel, molokheya, hommus e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l'ospite a tavola, con l'ironia tipica dell'ebreo errante. Per un viaggio che guarda al cielo con il gusto della terra. Un viaggio dalla manna del deserto, il cosiddetto "pane degli angeli", fino a Pesakh, la Pasqua, dove un Gesù ebreo mangia agnello, pane azzimo, erbe amare e dessert.
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Pastoureau Michel
Bestiari del Medioevo
ill., ril. "A differenza di quanto generalmente si creda, gli uomini del Medioevo sapevano osservare assai bene la fauna e la flora, ma non pensavano affatto che ciò avesse un rapporto con il sapere, né che potesse condurre alla verità. Quest'ultima non rientra nel campo della fisica, ma della metafisica: il reale è una cosa, il vero un'altra, diversa. Allo stesso modo, artisti e illustratori sarebbero stati perfettamente in grado di raffigurare gli animali in maniera realistica, eppure iniziarono a farlo solo al termine del Medioevo. Dal loro punto di vista, infatti, le rappresentazioni convenzionali - quelle che si vedono nei bestiari miniati - erano più importanti e veritiere di quelle naturalistiche. Per la cultura medievale, preciso non significa vero. Del resto, cos'è una rappresentazione realistica se non una forma di rappresentazione convenzionale come tante altre? Non è radicalmente diversa né costituisce un progresso. Se non si cogliesse questo aspetto, non si capirebbe niente né dell'arte medievale né della storia delle immagini. Nell'immagine tutto è convenzione, compreso il 'realismo'".
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De Ceglia Francesco Paolo
Il segreto di san Gennaro. Storia naturale di un miracolo napoletano
ill., ril. La liquefazione periodica del sangue di san Gennaro non è ufficialmente riconosciuta come miracolosa dalla Chiesa cattolica, che più cautamente ora parla di prodigio. Ma il fenomeno è stato per secoli chiamato miracolo in testi liturgici approvati dall'autorità ecclesiastica e in discorsi di vescovi, cardinali, papi e santi. L'Inquisizione ha inoltre sottoposto a formali processi coloro che lo hanno attribuito a cause naturali. La questione del riconoscimento ufficiale, se ha un senso per gli ultimi cinquant'anni, ne ha dunque tanto meno quanto più ci si spinga indietro nel tempo. Perché quel mutare in determinate circostanze fu di fatto considerato un miracolo ed è questo ciò che interessa allo storico. Come si può però far storia naturale di qualcosa che per definizione supera l'ordine del creato? La ricostruzione che qui si abbozza non si interroga sul miracolo in sé, bensì sulla cultura che lo ha identificato come tale. Obiettivo di questo lavoro è infatti ripercorrere in chiave antropologica gli sforzi compiuti da uomini e donne del passato per concettualizzare un fenomeno complesso e sfuggevole. Il miracolo di san Gennaro assurge cosi a punto di osservazione privilegiato da cui ripercorrere non solo la storia di Napoli, ma anche e soprattutto l'evoluzione della mentalità di chi, persino in terre assai lontane, con quell'appuntamento periodico si è nel tempo confrontato. E consente di delineare una storia della meraviglia e della sua funzione conoscitiva.
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Murgia Michela
Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede
brossura Ci sono buchi in Sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose strusciano impudicamente il ventre nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C'è una Sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi. Un'isola delle storie che va visitata così: attraverso percorsi di parole che disegnino i profili dei luoghi, diano loro una forma al di là delle pietre lise, li rendano ricordo condiviso e infine aiutino a dimenticarli, perché non corrano il rischio di restare dentro e prenderne il posto. Questa storia è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci concetti alla ricerca di altrettanti luoghi, più uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è così la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate.
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Ieranò Giorgio
Arcipelago. Isole e miti del Mar Egeo
br. Le isole greche sono terre del mito. Sono palcoscenici di epifanie divine, fondali per avventure di eroi e divinità. L'Egeo è un mare di prodigi, un paesaggio di labirinti e di colossi, di vulcani e di palazzi. Ospita terre sacre, come la divina Delo, isola-ninfa che ha propiziato la nascita miracolosa di Apollo. Accoglie luoghi arcani, come Santorini, spezzata in due da un cataclisma, in tempi remoti, ma anche patria, secondo il folklore moderno, dei primi vampiri. Ogni isola ha la sua mitologia: a Creta è cresciuto Zeus, a Naxos si sono amati Arianna e Dioniso, a Serifos è apparsa la testa di Medusa. Mare mitologico, l'Egeo è però da millenni anche lo scenario della grande storia europea: sulle sue onde, hanno veleggiato le triremi ateniesi, le galee dei veneziani, i vascelli dei sultani di Istanbul. In tempi più recenti, anche viaggiatori curiosi e stravaganti come Alexandre Dumas, Herman Melville, Hans Christian Andersen, Mark Twain sono approdati sulle rive del mare greco.
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Aime Marco
Il soffio degli antenati. Immagini e proverbi africani. Ediz. illustrata
ill., br. Un viaggio nella tradizione africana, tra parole e immagini. Una serie di fotografie che tenta di restituirne la vitale bellezza specchiandola nell'antica e icastica saggezza dei proverbi. Alla carica sapienziale della cultura orale si affiancano così delle concrete microstorie, spesso riassunte in un volto scolpito dalle fatiche della vita o in un luminoso sorriso. Un percorso fatto non solo di molteplici incontri, quelli dell'autore con le persone ritratte, ma anche di due sguardi in un gioco di rimandi intrecciati. Settantasette immagini che evocano alcuni aspetti fondamentali del mondo africano: la vecchiaia, la solidarietà, la famiglia, l'amicizia. "Il soffio degli antenati" dal titolo ispirato ai versi di Birago Diop, poeta senegalese che aderì al movimento della negritudine - intende catturare e reinterpretare il misterioso sapere che proviene dal passato e forse rappresenta l'ultimo soffio di una storia che finisce, ma la cui forza evocativa sopravviverà ancora, se sapremo ascoltarla.
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Brooks Max
Manuale per sopravvivere agli zombi
brossura Questo libro è scritto seguendo fedelmente lo stile dei manuali di sopravvivenza best seller, con tanto di disegni che illustrano il testo: dalle armi alle trappole a ogni tipo di attrezzo e tattica anti-zombie. Si trova prima il capitolo "I non-morti, miti e realtà", completa filologia e antropologia zombie. Poi, "Tecniche di combattimento", "Difesa", "Attacco", "Come vivere nel mondo dominato dagli zombie", e infine, la storia esilarante dei più celebri attacchi zombie sulla terra.
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Della Casa Giovanni; Orlando S. (cur.)
Galateo
br. Il "Galateo ovvero de' costumi", trattato nel quale, sotto la persona di un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de' modi che si debbono tenere o schifare nella comune conversazione, così precisa il sottotitolo, fu pubblicato nel 1558 da monsignor Della Casa, nunzio pontificio a Venezia, temperamento mondano, autore di quello che sarà poi l'"Indice dei libri proibiti". Vengono esposte norme sul modo di vestirsi, enumerati tutti i gesti e le cose spiacevoli da evitarsi; è riprovato lo scherno, la beffa, la parola che morde e offende; si suggeriscono i modi del parlare, si consigliano i vocaboli da usare e quelli da evitare. Insomma, biasimando ogni eccesso, l'autore incarna il culto della proporzione proprio del Rinascimento.
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Braccini Tommaso
Indagine sull'orco. Miti e storie del divoratore di bambini
br. Dal Medioevo, generazioni di bambini sono stati spaventati dall'orco, questo essere fantastico che rapiva i più piccoli per portarli nella sua tana e divorarli. Ne parlano Boccaccio, Ariosto, il "Pentamerone" di Basile e soprattutto la grande tradizione delle fiabe regionali. E ne parlano le celebri favole di Perrault, che hanno segnato la fortuna globale di questa figura, destinata a popolare tanto i mondi fantastici di Tolkien, quanto i film d'animazione dgli ultimi anni. Ma da dove viene l'orco? Al termine di una serrata indagine tra fiaba, folklore e letteratura, è Orcus che si svela: una vorace, rapace e inesorabile divinità romana degli inferi. Il divoratore di bambini, seppure spesso reinterpretato in chiave farsesca, conserva di quella sua origine infernale qualcosa di profondamente oscuro.
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Preston Douglas
La città perduta del dio scimmia. Il mio viaggio sulle tracce di una civiltà senza nome
ill., ril. Sin dai tempi del conquistador Hernán Cortés si racconta della Città del Dio Scimmia, detta anche la Città Bianca, un antico insediamento perduto da qualche parte nella Mosquitia, una foresta pluviale inesplorata dell'Honduras. Secondo le leggende, sarebbe stata fondata in quella regione inaccessibile per sfuggire agli invasori spagnoli, e nessuno l'ha mai cercata perché su di essa grava una maledizione: chiunque ne varcherà le mura verrà ucciso, dalla malattia o dal diavolo. Nel 1940, il giornalista e avventuriero Theodore Morde torna dalla giungla portando con sé centinaia di reperti e una storia misteriosa, ma si uccide senza rivelare il luogo esatto in cui si trova. Oltre settant'anni dopo, Douglas Preston si unisce a un team di scienziati per una ricerca senza precedenti. Nel 2012 sale per la prima volta su un piccolo aereo che trasporta il Lidar, una tecnologia segreta e avanzatissima in grado di mappare persino i terreni più ostili della foresta. In una piccola valle circondata da ripide montagne, le immagini mostrano non solo una città di grandi dimensioni totalmente sconosciuta, ma anche l'esistenza di una civiltà ignota. Per trovare conferma alle rilevazioni aeree, Preston e il team affrontano un viaggio durissimo e pericoloso nella foresta honduregna, combattendo contro piogge torrenziali, valanghe di fango, insetti, giaguari e serpenti velenosi. Tutto sembra finire bene, ma al ritorno l'autore e altri membri del gruppo scopriranno di essere stati contagiati da una malattia incurabile, e dagli effetti potenzialmente mortali...
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Wang Jingdang; Wang Qun; Masini F. (cur.); Zhang T. (cur.)
Impariamo i proverbi cinesi
brossura Nella lingua cinese i proverbi rivestono un ruolo molto importante. In tutte le situazioni, sia formali che colloquiali, saper usare almeno un certo numero di proverbi di uso comune è indispensabile per rendere più incisiva la capacità di comunicazione. Questo volume consente allo studente già in possesso di una conoscenza intermedia del cinese di migliorare le competenze lessicali e grammaticali attraverso l'apprendimento dell'uso pratico di espressioni particolari, chengyu, composte di quattro caratteri. Il testo si struttura in 18 unità, ciascuna delle quali è dedicata ai proverbi di una determinata area semantica ed è divisa in quattro parti. Apre l'unità un brano in cui è raccontata l'origine di un proverbio, seguito da un secondo testo relativo al contesto culturale nel quale il proverbio viene usato; nella seconda parte si trovano le parole nuove della lezione, con la traduzione in italiano; la terza contiene una decina di proverbi, relativi alla medesima area semantica, brevemente spiegati in cinese; la quarta e ultima parte contiene gli esercizi per ripassare i concetti spiegati. A fine volume si trova una breve descrizione linguistica dei proverbi e delle frasi idiomatiche, le soluzioni degli esercizi e l'indice di tutte le parole nuove e dei proverbi presentati.
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Bravo Gian Luigi
Italiani all'alba del nuovo millennio
brossura Gli Italiani sono qui presentati in più dimensioni. È preso in esame il campo di quelle che sono definite le tradizioni popolari - feste, cerimonie, pratiche terapeutiche, religiosità, magia, credenze, immaginario, canto, danza - ma anche il lavoro di contadini e pastori, artigiani e operai. Al tempo stesso si ricostruiscono le strutture e i caratteri delle famiglie e delle comunità locali. Si è prestata attenzione all'attuale ricorso ai dialetti e alla diffusione delle lingue cosiddette minoritarie, come quella occitana, il walser, il greco del Salento o l'albanese dei vecchi insediamenti del Meridione. Le tradizioni popolari rifioriscono oggi in un contesto nel quale sono diventate meta di flussi turistici, che dimostrano apprezzamento per le feste e cerimonie ma anche per l'alimentazione e le sagre, il paesaggio e l'ambiente rurale. Ma questo è un fenomeno osservabile in molte parti del mondo in forme piuttosto simili, che si è ritenuto interessante in qualche misura documentare. Il quadro attuale del paese non sarebbe completo se non ci si occupasse delle molte nuove presenze di migranti che negli ultimi venti anni si sono fatte sempre più consistenti: si è cercato di dedicare loro la dovuta attenzione, con particolare riferimento ai problemi delle donne e dei giovani. Su nuove forme di festa e aggregazione, anche in rapporto al "tifo" calcistico, ha fornito un contributo l'antropologa Laura Bonato.
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Propp Vladimir
Feste agrarie russe. Una ricerca storico-etnografica
brossura
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Franci Giovanna; Zago Ester
La bella addormentata. Genesi e metamorfosi di una fiaba
ill.
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Bellabarba Renato
Proverbi toscani illustrati
ill. Il pregio di questa divertente raccolta non sta solo nella difesa di una tradizione destinata prima o poi a disperdersi. Attraverso un ingegnoso commento - costituito da altri proverbi concettualmente collegati ma non coincidenti - e un ricco e gustoso corredo illustrativo, Bellabarba ha fatto sì che il lettore si trovi quasi inavvertitamente al centro di un vasto mondo demologico ricco di valori assoluti.
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Rossi Valentina
Misteri, crimini e storie insolite di Firenze. Il volto segreto della culla del Rinascimento
ril. Sotto l'immagine patinata di mèta turistica da milioni di visitatori l'anno, Firenze tiene nascosto il suo volto più segreto. È la parte in ombra della città, quella dove enigmi e misteri hanno disegnato le trame occulte che innervano i duemila anni della storia fiorentina. Tra vicoli angusti e monumenti ricchi di simbologie alchemiche sono custodite le tracce di miti antichi e crudeli, di atroci delitti di cui si ignorano mandante e movente, di saperi magici ed esoterici, di architetture le cui origini, per gli storici dell'arte, risultano tuttora avvolte dall'oscurità. L'enigmatica fondazione etrusca della città, la strage di mafia di via dei Georgofili, il giallo dell'avvelenamento di Pico della Mirandola, il mostro di Firenze, l'inquietante presenza del conte Dracula (quello vero), gli efferati omicidi che negli anni Novanta hanno riempito le pagine della cronaca nera, sono solo alcuni dei misteri all'ombra della Cupola. Misteri che in parte non saranno mai risolti e altri destinati a lasciare un segno indelebile nella città. Valentina Rossi in questo libro li scandaglia uno per uno e delinea un mosaico di storie a tinte fosche.
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Lattanzi Antonella
Leggende e racconti popolari della Puglia
ill., ril. È vero che Federico II, il "puer Apullae", era un Templare? E se questo è vero, Castel Del Monte era, come dicono, la Magna Sede dei Templari? È vero che San Michele Arcangelo, lo "Sterminatore Celeste" protettore del Gargano, è la nemesi del demoniaco Calcante, il quale aveva il suo oracolo proprio all'interno della stessa grotta di Castel S. Angelo ora dedicata a San Michele? È vero che la Guglia Orsini è stata costruita in una sola notte, e per di più dal diavolo? È vero, inoltre, che, nella Chiesa dei diavoli di Marina Serra di Trifase, una strega, tale Bianca, stipulò un sanguinano patto con il diavolo, e che dalle viscere della Chiesa Nuova si sentono ancora oggi provenire urla terrificanti, perché quello è un luogo maledetto? E sempre possibile razionalizzare l'irrazionalizzabile, sfatare il mito, la leggenda, il racconto. Tramortire, mai assassinare, l'alone magico che gravita intorno alla mitologia. Tutto è possibile e, allora, la verità potrebbe essere quella delle leggende. E cioè che siano stati gli dèi a creare il mondo, che diavoli e angeli affollino ancora le immensità degli spazi aperti, che le fate esistano. Che il popolo, per secoli, non abbia inventato, ma solo testimoniato. È, questa, la sola eredità degli avi, l'eredità del pensiero, della storia della gente. In questo libro l'autrice ha mescolato il vero al falso, collocando le leggende all'interno della Storia, per sperimentare un'esperienza nella quale il mito trovi ubicazione in mezzo al vero.
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Dibona Dino
Le più belle storie e leggende delle Dolomiti. Tradizioni, credenze e folklore nella storia delle montagne più belle del mondo
ill., ril. I racconti presentati in questo libro, in parte già pubblicati, in parte inediti, rappresentano un preciso messaggio per le genti del nostro tempo. Esemplari sotto questo profilo sono le narrazioni che scaturiscono dalla realtà paesaggistica, forestale e storica di un'area montana conservatasi inalterata attraverso i secoli, nonostante le aggressioni perpetrate sotto la spinta di inderogabili necessità o di speculazioni affaristiche e commerciali. L'autore racconta storie nelle quali il lirismo si unisce al rigore delle analisi storiche e scientifiche per illuminare l'ineguagliabile patrimonio della cultura popolare dell'area dolomitica, trasmesso in forma esclusivamente verbale di generazione in generazione; I racconti di Dibona, attento indagatore della vita e delle memorie della gente di montagna rappresentano quindi un messaggio prezioso per chi si soffermi sulle incessanti occasioni di apprendimento, di mistero e di bellezza che provengono dalla passionale descrizione della misconosciuta natura dolomitica. La vita della montagna, quella vera, si respira in ogni pagina in un amalgama perfettamente fuso che chiude come in un cerchio un itinerario narrativo armonicamente concepito.
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Burckhardt Titus
Scienza moderna e saggezza tradizionale
brossura
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Loonrot Elias
Kalevala
br. Insieme alle vive descrizioni del paesaggio, di foreste, di laghi e di cascate, sono stati mantenuti i tratti dei tre personaggi più espressivi dell'anima e dell'indole del popolo finnico: il vecchio Väinämöinen," "il cantore sempiterno", con la glorificazione della musica (nel runo della Kantele, XLI); Ilmarinen, il fabbro eterno, l'artefice operoso ed ingegnoso, tardo nella decisione ma poi tenace nell'azione; Lemminkäinen, scapestrato e aggressivo, avventuroso e sempre in cerca di risse e di amores, il Don Giovanni iperboreo, "la creazione più originale e multiforme della Musa finnica"; accanto ai quali spicca la dolce e mesta figura di Aino, la cupa e tragica di Kullervo; e risuonano quegli inimitabili "canti nuziali" (XXII-XXIV) che abbiamo riportati quasi per intero come saggio della ricchissima lirica amorosa e familiare, dal Lönnrot stesso raccolta nell'altro "corpus poeticum" Kanteletar (L'arpa finnica).
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Norsa Alessandro
Nel sabba delle streghe sotto il noce di Benevento
br. Si racconta che le streghe di tutta Europa, di notte, volando a cavalcioni di un caprone raggiungessero il mitico noce di Benevento. In questo luogo di perdizione frequentavano lussuriosi festini durante i quali quelle inquietanti figure danzavano, banchettavano e poi si concedevano infine a Satana. L'autore, Alessandro Norsa, antropologo, accompagnato da persone del luogo, ripercorre quel tratto della valle del fiume Sabato in cui si diceva sorgesse il famoso albero, cercando di comprendere i motivi per i quali nacquero e si diffusero quelle leggende. Il libro è costituito da quattro capitoli nei quali si evidenzia quella confusione che nel tempo si è generata tra i miti e i riti della "vecchia religione", mescolati con superstizioni nate con l'avvento del cristianesimo. Lo stile è accademico ma scorrevole. L'edizione ricalca lo stile dei libri antichi con capilettera miniati e chiudi pagina istoriati perché, nell'intento dell'autore, ricalcandone lo stile editoriale, questo lavoro vuole essere una risposta antropologica a quel Pietro Piperno che nel 1640 scrisse un "Tratto historico" sulla "superstiziosa noce di Benevento" che rese ancor più celebri, pieni di magia e mistero questi luoghi.
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Bilotta V. (cur.)
Dizionario del Cerchio Firenze 77
brossura
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Rees Alwin; Rees Brinley
L'eredità celtica. Antiche tradizioni d'Irlanda e del Galles
ill. Un ampio e serio saggio che, lungi dall'identificare la civiltà dei Celti con i simboli della New Age di altre interpretazioni alla moda, analizza le antiche tradizioni dell'Irlanda e del Galles attraverso i testi del francese Dumézil, del romeno Eliade, dell'austriaco Zimmer, dell'anglo indiano Coomaraswamy e, poi, dell'americano Campbell con riferimenti anche alle teorie dello psicologo svizzero Jung. I miti celtici sono visti dai due autori come dei serbatoi dell'immaginario collettivo occidentale, portatori di significati che non si possono completamente ricondurre alle categorie della ragione, o spiegare per mezzo della storia e della scienza.
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Heinberg Richard
I riti del solstizio. Feste, rituali e cerimonie che celebrano i cicli della terra
ill. Per molti secoli i nostri antenati hanno celebrato le stagioni dell'anno con feste rituali. Tali feste - le più importanti e universalmente osservate erano i due solstizi - avevano molteplici funzioni: creavano maggiore coesione all'interno della comunità, erano uno sfogo collettivo, ma soprattutto accrescevano il senso di comunione con la Natura. Richard Heinberg racconta il modo in cui tradizionalmente le diverse culture - dal Medio Oriente alle Americhe, dall'India all'Europa - celebravano questi riti.
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Norsa Alessandro
Il ritorno del non morto
br. Un viaggio all'indietro per capire da dove sia nato l'aspetto e le caratteristiche del vampiro che ci è noto, sia di conoscerlo nel luogo da cui origina.
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Miccione Alessandro
Candelore e portatori
brossura Un libro intervista che descrive i tredici cerei di Catania che animano la festa di Sant'Agata, uno fra i tre eventi religiosi più seguiti al mondo con un afflusso di visitatori stimato in un milione di presenze annue. Le candelore, vere opere d'arte barocca dinamiche, sono animati da ben 106 portatori che per la prima volta hanno rilasciato testimonianze e commenti nel corso di un 2017 trascorso insieme.
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Coppola Alessandra
L'eroe ritrovato. Il mito del corpo nella Grecia classica
br. La ricerca di reliquie è prassi che viene da lontano. Prima del santo, l'eroe. Il ritrovamento più o meno casuale di resti eroici, la loro traslazione in città e l'istituzione di un culto è un fenonemo che si inserisce in una dimensione religiosa e politica. La città gestisce l'operazione di recupero in termini mediatici, celebra la sua purificazione o la legittimazione dei suoi atti.
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Nativo Floreana
Superstizione. Tra malasorte, ragione, sorte e paura
ill., br. "Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male." (Eduardo De Filippo). Partendo da questo concetto, l'autrice cerca di vagliare le cause per cui, sin dalla nascita dell'uomo, alcuni colori, pietre, piante, parole, azioni siano oggetto di credenze popolari che li caricano di potenza negativa o positiva. Credenze che cambiano da popolo a popolo e di secolo in secolo, perché la superstizione non è un elemento stabile e concreto, ma una "variabile", diremmo in termini algebrici, che si adatta alle esigenze ed alle mentalità di un'epoca. Quindi per capire le origini di determinati atti che ripetiamo ancora oggi senza averne più memoria storica, come gettare una moneta in una fontana o non passare sotto una scala o, per gli ebrei, mettere un sassolino sulla tomba dei propri cari, l'autrice si è dedicata alla ricerca delle azioni che li hanno generati dall'inizio della storia dell'uomo. L'opera suscita l'interesse del curioso, ma coinvolge ed appassiona il lettore offrendo un panorama completo sulla superstizione in Occidente non disdegnando, all'occasione, di presentarsi come un vero manuale pratico e come tale anche consultabile nei singoli capitoli.
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Nosenzo Spagnolo Fernanda
Il piccolo popolo. Fate, elfi, gnomi, folletti e altre meraviglie nelle tradizioni dei popoli d'Europa
br. Può una nuvola, una folata di vento, un profumo, un raggio di luna rivelarci i segreti del mondo incantato? Può l'immaginazione sostituirsi al reale? Fernanda Nosenzo Spagnolo scrive che il meraviglioso è una dimensione dell'animo umano e che il mondo fiabesco è un'esperienza magica ed esaltante, abitata da fate, elfi, gnomi, folletti, draghi, in cui può capitare di trovarsi stretti fra le braccia sinuose di una Fata sapiente e leggiadra o al cospetto di creaturine multiformi, graziose e seducenti, buffe e repellenti, che stanno fuori dal Tempo e dallo Spazio. È una Terra di Mezzo, dai poteri straordinari, nella quale si animano le selve, le montagne, i torrenti, le caverne, le fucine, i grandi camini in cui bruciano legni resinosi e profumati, le isole incantate, le lande maledette, in un intreccio di tradizioni reali e atmosfere ambivalenti che ci fa penetrare in una dimensione segreta nella quale la poesia e il sogno si offrono a noi.
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Favole e fiabe. Vol. 3: Centro e Sud
br. Favole e fiabe rappresentano la parte più ancestrale della nostra cultura. In questa raccolta, ritroviamo infatti le radici più profonde della nostra tradizione. Scritte da nonni, genitori, insegnanti e bambini provenienti da tutta Italia, queste storie ci raccontano come il nostro orizzonte di fantasia sia profondamente ancorato alla tradizione ma anche capace di aprirsi a nuove e inedite suggestioni. Ritroviamo un immaginario conosciuto, fatto di streghe, fatine, animali parlanti, principi e regine, a cui si intersecano storie contemporanee di parità, uguaglianza e rispetto dell'altro. Un viaggio attraverso un'Italia fantastica e fantasiosa che testimonia come, ancora oggi, l'esigenza della narrazione non conosca età o latitudini.
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Cocchiara Giuseppe
Storia del folklore in Europa
br. "Tra le popolazioni barbare e le civili non ci sono abissi ma trapassi: in questi trapassi è l'essenza del folklore, che diventa scienza quando si integra con l'etnologia". Prima che uno statuto disciplinare riuscisse a catturare l'"indole" del folklore, ed etnologi e folkloristi insigni come Giuseppe Cocchiara perimetrassero l'oggetto dei loro studi, dirimendone le combattute relazioni con mitologia, storia delle religioni, letteratura e filologia, dovettero trascorrere secoli di travaglio di pensiero e ricerche. Irriducibile all'esotico o al pittoresco di maniera, il grande alveo delle tradizioni popolari - fiabe, leggende, proverbi, canti, ma anche costumi, usi, credenze - cominciò a svelare il segreto del suo "continuo morire per un eterno rivivere", ossia della sua perenne rielaborazione, quando l'Europa acquisì consapevolezza storico-critica di se stessa nel confronto sconvolgente con il Nuovo Mondo appena scoperto. Da allora, l'identità culturale europea si cimentò con quanto "di più intimo" potesse racchiudere, ossia il "primitivo a casa propria". Cocchiara risale instancabilmente lungo le infinite diramazioni che da Montaigne arrivano a Tylor, da Vico a Frazer, dai romantici a Pitrè. Accorpa, distingue, illumina genealogie, e soprattutto mette in rapporto la riflessione sul folklore con le correnti filosofiche, scientifiche e letterarie che si sono susseguite.
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Giordano M. C. (cur.); Repossi A. (cur.); Cosi F. (cur.)
Galateo. Il libro delle buone maniere
ill., ril. Le buone maniere sono molto più che sapersi comportare a tavola e non dire parolacce: permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana. In questo libro troverete tanti piccoli consigli per esprimere al meglio lo stile che vi contraddistingue, per affrontare ogni situazione con nonchalance, per conoscere le regole delle grandi occasioni e le piccole gentilezze che vorreste gli altri riservassero a voi. Il bon ton è il nostro migliore alleato per vivere più sereni.
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Buttitta Antonino
Mito, fiaba, rito
brossura Antropologo, semiologo, studioso di folklore tra i più noti, Antonino Buttitta ha sempre accompagnato all'interesse teorico ricerche sull'immaginario popolare, in particolare quello siciliano. Il volume raccoglie saggi di epoche diverse offrendo una complessiva panoramica della sua opera. Sono presenti tanto analisi di fiabe e miti, quanto risultati di ricerche su riti e feste popolari. Le forme di espressività popolare, sia quella mitico-fiabesca sia quella rituale, costituiscono, per Buttitta, l'esito della volontà persistente dell'uomo di superare la finitudine del tempo e dello spazio, mediante una assiologia finalizzata a negare le fondamentali opposizioni umane: essere-apparire, vita-morte, bene-male. L'idea che emerge è una riflessione sui miti, le fiabe e i riti, consistente nell'interrogarsi sulle ragioni che hanno spinto gli uomini di ogni tempo a inseguirsi in aldilà insistentemente fantasticati.
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Scribner Robert W.
Per il popolo dei semplici. Propaganda popolare nella Riforma tedesca
ill., br. Questo studio ricostruisce i messaggi trasmessi dalla Riforma tedesca durante i suoi primi decenni di vita non, come di consueto, in base ai testi dei riformatori, ma attraverso l'apparato iconografico che a quei medesimi testi veniva unito. Il risultato dell'analisi si presenta, talvolta al di là della consapevolezza stessa dell'autore, sorprendente: le immagini si configurano infatti non già come semplice canale parallelo posto a integrare il raggio mediatico del testo scritto, ma come il veicolo di contenuti talvolta diversi, quando non addirittura alternativi, rispetto a esso. Attraverso l'analisi figurativa affiora in tal modo, nelle sue variegate componenti, tutta la complessità del fronte che si scaricò attraverso la breccia aperta dai Maestri del primo Cinquecento.
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Montanari Massimo
Il formaggio con le pere. La storia in un proverbio
ril. L'idea di un libro dedicato a un proverbio può sembrare eccentrica. Ma l'occhio dello storico - un occhio attento a leggere ciò che non è più letto e ciò che è nascosto - ci dimostra quanto possa essere istruttivo e avvincente avventurarsi in una impresa come questa. (Carlo Petrini, Slow Food). Mettere insieme il formaggio e le pere significa riscattare cacio e stracchino dalla loro umiltà contadina e trasfigurarli in cibo degno di una tavola nobile. Perché il gioco sia completo bisogna che i contadini non lo sappiano. Ecco la nascita del proverbio che si finge saggezza popolare ma una volta smascherato rivela la sua natura ferocemente classista. (Alessandro Barbero, "Il Sole 24 Ore")
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Wolff Karl Felix
I monti pallidi. Storie e leggende delle Dolomiti
br. La magia dei racconti millenari delle Dolomiti, le montagne che il sole ogni sera dipinge di un rosa incantato. Leggende e storie fatate che dai tempi più remoti i ladini tramandano ai figli, e ai figli dei figli. Il patrimonio folcloristico di queste antiche genti avvolge queste pagine abitate da re, nani, salvarie, vivane, principesse vanitose che rubano la luce dell'alba, geni delle acque, bregostene che vivono nei boschi, laghi colorati da arcobaleni disciolti. Sono fiabe che scivolano sul ghiacciaio della Marmolada, passeggiano nelle selve della val Gardena, che si arrampicano sulle vette del monte Cristallo fino a portarci sullo specchio lucente del lago di Lagorài cullati dal vento delle storie più remote dei nostri popoli.
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Wolff Karl Felix
Rododendri bianchi delle Dolomiti
br. «Ai rododendri bianchi si attribuiscono poteri magici e virtù salutari. Crescono in luoghi nascosti che ancor oggi vengono tenuti segreti da chi li conosce.» Si conclude con questo terzo volume la raccolta di leggende delle Dolomiti di Karl Felix Wolff. Un percorso che si snoda dalle cime del Catinaccio all'Antelao, dalla Valle di Siusi alla Val di Fassa, da Dobbiaco al monte Póre, dal passo di Costalunga alle pendici del Latemar. In compagnia della Samblana, la regina dell'inverno, insieme a principi, principesse e re, nani e giganti, contadini e soldati, la tradizione orale delle Dolomiti viene ricostruita e «restaurata» in queste pagine attraverso i vari racconti dei pochi e restii narratori sopravvissuti.
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Thompson Stith
La fiaba nella tradizione popolare
br. Per almeno tre o quattro millenni, e certo in lunghe epoche precedenti, l'arte del fabulare è stata protagonista della vita sociale dell'umanità. Ulisse intrattiene la corte di Alcinoo con il racconto delle sue incredibili avventure; secoli più tardi, i preti condiscono i loro sermoni di aneddoti, mentre un paggio legge nottetempo romanzi cavallereschi alla sua signora per divertirla in attesa che torni il signore lontano, in crociata; il vecchio contadino inganna le serate invernali con racconti di eroi, magie e avversari soprannaturali, e le bambinaie narrano ai pargoli la fiaba di Raperonzolo; in tempi più recenti, nei fumoirs dei vagoni letto e delle navi e attorno alle tavole dei banchetti fiorisce l'aneddoto orale di un'età nuova. Nella "Fiaba nella tradizione popolare" Thompson, maestro di folclore, esamina il campo della fiaba tramandata di generazione in generazione, per iscritto o oralmente. Rileva l'importanza della tradizione favolistica sia come forma d'arte vitale per la civiltà e base della narrativa letteraria, sia come sostanzioso indice socioculturale. Passa in rassegna le grandi fiabe popolari di tutto il mondo, con la loro storia, la loro diffusione e le loro varianti, dall'antichità classica all'Italia di Straparola e del Pentamerone di Basile, dall'Irlanda all'Estremo Oriente, fino ai miti degli indiani del Nordamerica.
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